2 May, 2024
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L’ordinanza emessa ieri dal presidente della Regione Christian Solinas che impone la quarantena a tutti gli individui che hanno fatto ingresso in Sardegna da oggi, provenienti dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Padova, Treviso, Venezia, rappresenta un provvedimento importante per contenere la diffusione del Coronavirus in Sardegna, ma resta grande la preoccupazione per gli arrivi nell’Isola di tante persone, residenti nell’Isola e non, che hanno scelto di lasciare le zone rosse nei giorni scorsi, talvolta senza essere sottoposti a particolari controlli.

Circolano insistenti le notizie, soprattutto sui social, di arrivi nell’Isola incontrollati dalla zona rossa avvenuti prima dell’emanazione dell’ordinanza del governatore Christian Solinas. E’ chiaro che spesso le informazioni che circolano attraverso i social non vengono sottoposte ad alcuna verifica, ma sarebbe sbagliato ed assai pericoloso ritenere che siano tutte prive di fondamento.

In questa fase tanto delicata, nella quale le nostre azioni rischiano di condizionare pesantemente oltre che la nostra vita anche quella di tante altre persone con le quali veniamo a contatto, è doveroso un elevato senso di responsabilità, superiore a quello cui siamo abituati. Per questa ragione, quanti negli ultimi giorni sono arrivati in Sardegna dalla zona rossa senza essere sottoposti a controlli e magari, non accusando alcun sintomo, ritengono di non avere e di non poter creare problemi agli altri, farebbero bene a rispettare il dovere di sottoporsi volontariamente al periodo di quarantena. E’ un dovere civico al quale nessuno dovrebbe sottrarsi, perché la situazione, non bisogna mai stancarsi di ripeterlo e tenerlo bene a mente, è assai delicata e qualora dovesse complicarsi ulteriormente, metterebbe in serie difficoltà il sistema sanitario pubblico, non adeguatamente attrezzato per affrontare un’emergenza di queste proporzioni.

 

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«No allarmismo, ma è importante che i cittadini capiscano che il virus circola esclusivamente con la popolazione. Per abbattere i contagi è necessario ridurre la circolazione delle persone. Questo consentirà di evitare un picco incontrollato e farà in modo che il nostro sistema possa reggere anche in presenza di un alto numero di contagi. Ai cittadini chiedo di essere responsabili, di rispettare le norme igieniche e di profilassi emanate dal ministero e che noi abbiamo provveduto a rendere operative e a pubblicizzare.»

E’ un appello alla responsabilità collettiva quello rivolto dall’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, durante la conferenza stampa odierna per fare il punto sull’emergenza Covid-19.

A livello nazionale, secondo quanto riferito dal governo, il numero dei contagiati per 10mila abitanti è sceso, decretando il passaggio delle zone rosse a zone arancioni. «Un aspetto che – ha precisato Mario Nieddu – fa ben sperare sull’evoluzione della problematica». La situazione sarda è attualmente di 19 contagiati, di questi 2 in condizioni di criticità ed i restanti in condizioni di salute che non destano preoccupazione.

«Ad oggi – ha spiegato l’assessore regionale della Sanità – la Sardegna si trova nella fortunata condizione di non avere focolai autoctoni. Siamo sempre riusciti a ricostruire la catena di contagio dei casi di positività che si sono registrati nell’Isola e abbiamo la sicurezza che tutti siano derivati dalle ex zone rosse.»

«Una capacità di risposta che la Sardegna vuole mantenere – ha proseguito Mario Nieddu -, motivo per il quale abbiamo richiesto al governo la chiusura al traffico aereo e marittimo per evitare al massimo l’importazione di nuovi contagi. Una misura di buonsenso ora che la situazione in Sardegna è contenuta e nel momento in cui l’unica arma che abbiamo contro questo virus è l’abbattimento della sua circolazione.»

Nel corso dell’incontro l’assessore è ritornato sulle richieste avanzate a Roma: «Avevamo chiesto al ministro Speranza un emendamento al DPCM, per la chiusura di porti e aeroporti. L’emendamento era stato inserito in bozza e compariva come articolo 1 bis, poi respinto nella versione approvata». Una richiesta ribadita nel corso del vertice avvenuto ieri in videoconferenza: «Per il governo è una misura eccessiva, ma il ministro Francesco Boccia ha fatto sapere che rivaluteranno comunque la richiesta. In ogni caso siamo convinti che possa essere la strada giusta e sulla posizione della Giunta registriamo una convergenza anche da parte delle opposizioni. Metteremo in campo ogni strumento per far valere le prerogative della nostra Regione, per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini».

Attualmente sono attivi i controlli negli aeroporti e nei porti di Cagliari ed Olbia. A Porto Torres è in corso il potenziamento del personale da dedicare alle verifiche dei termoscanner. A seguito dell’ultima ordinanza emanata dal presidente Christian Solinas, Ats ha attivato l’indirizzo mail info.viaggicovid19@atssardegna.it , al quale le persone indicate nel provvedimento, che dovranno rispettare la quarantena obbligatoria, potranno inviare la propria autosegnalazione.

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Si è tenuta questa mattina una riunione operativa nel Municipio di Sant’Antioco. L’incontro, convocato dal sindaco, Ignazio Locci, per fare il punto della situazione alla luce del nuovo Dpcm e dell’ordinanza del presidente della Regione Sardegna (documenti emessi entrambi ieri, domenica 8 marzo, per contenere la diffusione del nuovo coronavirus), ha visto la partecipazione della Polizia Municipale, della Compagnia Barracellare, della Protezione Civile e dei responsabili dei servizi comunali coinvolti. Le diverse forze in campo saranno impegnate prioritariamente affinché vengano rispettate le misure contenute nel Dpcm e nell’ordinanza del presidente Christian Solinas. Nello specifico, si procederà alle dovute verifiche di coloro che, provenienti dalle “Zone Rosse”, nei giorni scorsi sono arrivati nell’isola di Sant’Antioco e alloggiano in centro o nei diversi complessi residenziali presenti nel territorio comunale. Questi, in base all’ordinanza regionale, hanno l’obbligo di comunicare tale circostanza alle autorità sanitarie, di mettersi in isolamento fiduciario per 14 giorni, di osservare il divieto di spostamenti o viaggi, di rimanere raggiungibili per ogni attività di sorveglianza. Per adempiere all’obbligo di autotutela e per maggiori informazioni, possono contattare i numeri: 0781.6683900;  0781.6683920; 0781.6683938; o scrivere all’indirizzo e-mail: igienepubblica.carbonia@atssardegna.it medicinalegale7@gmail.com .

«Questo vale anche per gli antiochensi che risiedono al Nord e in questi giorni sono rientrati a Sant’Antioco – commenta il sindaco Ignazio Locci – sono tenuti a rispettare l’ordinanza regionale, mettendosi in autotutela: non abbiamo alcuna intenzione di tollerare atteggiamenti sconsiderati. Per chi viola le prescrizioni sono previste sanzioni che, nostro malgrado, non esiteremo ad applicare.»

Inoltre, verranno intensificati i controlli nei supermercati e nei negozi di vicinato, così come negli esercizi commerciali in genere, affinché vengano rispettate le norme contenute nel Dpcm.

 

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«Stiamo attivando ogni strumento, anche straordinario, nella nostra disponibilità per fronteggiare in modo efficace l’emergenza Covid-19, anche attraverso disposizioni straordinarie per la salvaguardia della salute pubblica.»

Lo ha detto poco fa il presidente della Regione Christian Solinas commentando la deliberazione odierna della Giunta regionale, che riunita a Villa Devoto, ha approvato un piano straordinario di assunzioni nella sanità.

Medici, infermieri e OSS saranno assunti immediatamente a contratto libero professionale a tempo determinato (tranne gli OSS, che saranno assunti attingendo dalle graduatorie).

«La delibera – chiarisce il Presidente -, consente di superare il piano di fabbisogno regionale.»

Il personale medico sarà assunto a contratto anche attingendo dalle graduatorie di precedenti concorsi. Saranno contrattualizzati specialisti in anestesia, infettivologia, cardiologia, pneumologa, medicina d’urgenza e tutte le figure che si renderanno necessarie, nel numero che si renderà necessario.

Il presidente Christian Solinas raccomanda a tutti i cittadini la rigidissima osservanza delle norme di comportamento utili a prevenire la diffusione del virus.

 

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Il governatore Christian Solinas ha ribadito la richiesta al Governo che vengano interrotti per 20 giorni i collegamenti con la Sardegna. Lo ha fatto nel corso della videoconferenza di oggi, dopo il primo diniego dei giorni scorsi, per meglio contrastare la diffusione del virus e per prevenire una possibile eccessiva pressione sulle nostre strutture sanitarie.

«Un estremo tentativo – ha detto Christian Solinas – al quale il Governo ha nuovamente opposto un netto diniego. Ritengo tale misura assolutamente opportuna e non posso che rammaricarmi dell’esito negativo avuto.»

 

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Il sindacato degli infermieri NurSind, scrive al Presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu per denunciare, ancora una volta (dopo la lettera già invata e datata 15 ottobre 2019), la situazione nella quale versa il personale infermieristico – in special modo dei dipendenti prestanti servizio nelle Unità operative che attualmente pongono il primo fronte all’emergenza sanitaria correlata al COVID 19 – come Pronto Soccorso, 118 e Reparti malattie infettive.

«Si stanno mettendo in evidenza i disagi vissuti dagli infermieri e operatori di assistenza destinati all’intervento per l’infezione in corso, e i rischi correlati allo stesso virus, soprattutto per coloro i quali si trovano a fornire il primo soccorso, quindi il Servizio 118 ed il personale dei Pronto Soccorso – ha denunciato il segretario e legale rappresentante NurSind pro-tempore Fabrizio Aneddaoltre alla mancanza di informazioni univoche e carenza di Dispositivi di Protezione Individuale, la categoria è costretta a subire il mancato riconoscimento di diritti sacrosanti, soppressi nel tempo dalle amministrazioni per inottemperanza dei vertici regionali.»

Rischio Contagio del personale. «I fatti degli ultimi giorni dimostrano quanto il personale medico e infermieristico sia a rischio contagio. In tutta questa situazione sarebbe quanto meno giusto e appropriato l’intervento della Regione in materia di applicazione dell’art. 86 comma 6 del CCNL 2016-2018, che avevamo già sollecitato lo scorso ottobre – ha ribadito Fabrizio Anedda – ovvero l’individuazione delle Unità operative sub intensive e di area sub critica mai individuate dalla Regione, con l’implicita negazione dell’estensione contrattuale delle relative indennità di rischio».

Le indennità. L’individuazione di tali Unità Sub Intensive, si legge nella nota sindacale inviata alla Presidenza della Regione, rappresenterebbe un segno di rispetto verso i professionisti coinvolti in questa crisi sanitaria e nel contempo consentirebbe di eliminare una sperequazione di trattamento esistente tra le diverse Unità Operative Italiane e regionali. «Dovrebbe essere infatti noto – ha concluso Fabrizio Anedda – che non solo in rapporto con altre regioni, ma anche all’interno della nostra stessa regione coesistano dipendenti prestanti servizio nei Pronto Soccorso di alcune aziende, ai quali viene retribuita tale indennità e altre in cui è stata soppressa. Vorrei fosse chiaro a tutti che in un momento nel quale tutta Italia sta cercando di fare fronte a una crisi sanitaria e sociale, la questione economica non sia certo il problema principale, ma si voglia in questo modo ribadire che esiste una grave situazione di ingiustizia e scarsa considerazione dei lavoratori che, specie in questo momento, si trovano come soldati al fronte, senza neppure vedere tutelati i propri diritti».

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«In campo con tutte le nostre forze per difendere la salute dei sardi, che invito ad osservare tutte le prescrizioni. È un momento impegnativo per tutti, ma la macchina regionale sta funzionando e con l’impegno di tutti otterremo i risultati che ci prefiggiamo.»

Il presidente della Regione ha commentato così l’ordinanza emessa stamane che prevede la quarantena per tutti coloro che arrivano in porti ed aeroporti della Sardegna dalle zone rosse, obbligo di dichiarare il proprio domicilio alle autorità sanitarie, obbligo di rendersi sempre rintracciabili per qualunque controllo.

Tra le prime Regioni in Italia ad attuare controlli severi, oltre i limiti indicati dal Governo, ora la Sardegna attua una stretta ancora più forte sulla vigilanza, a difesa della salute pubblica.

Ieri il presidente Christian Solinas aveva proposto al Governo un emendamento al DPCM che avrebbe consentito la chiusura per 20 giorni di tutti gli arrivi nell’isola, ma il Governo non lo ha accolto.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha emesso nella giornata odierna a seguito dell’emergenza relativa al virus Covid-19 un’ordinanza che riguarda, all’art. 1, «tutti gli individui che hanno fatto ingresso in Sardegna da oggi, provenienti dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Padova, Treviso, Venezia, che hanno obbligo:

  • di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta o all’operatore di sanità pubblica del servizio di sanità pubblica territorialmente competente;
  • di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni;
  • di osservare il divieto di spostamenti e viaggi;
  • di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza; in caso di comparsa di sintomi, di avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica territorialmente competente per ogni conseguente determinazione»

«Art. 2. Nei porti e negli aeroporti della Sardegna i passeggeri provenienti dalle zone di cui all’art. 1, sono tenuti a dichiarare al personale addetto ai controlli attivati dalla Regione Sardegna il domicilio nel quale osserveranno l’isolamento fiduciario per 14 giorni ed un recapito di reperibilità, mediante compilazione dell’apposito modulo allegato alla presente ordinanza sotto la lettera “A” per farne parte integrante e sostanziale.

La mancata osservanza degli obblighi previsti dall’ordinanza è sanzionata come per legge (art. 650 c.p. salvo che il fatto non costituisca più grave reato).

I prefetti territorialmente competenti assicurano l’esecuzione delle misure disposte con la presente ordinanza.»

Ordinanza del presidente Christian Solinas

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«Il confronto con le parti sociali e la ricerca dell’unità è fondamentale per attivare una risposta unitaria ed efficace all’emergenza occupazionale, economica e sanitaria. Il presidente della Regione, Christian Solinas, non taccia sulla richiesta del Sindacato e sullo stesso invito del presidente della Repubblica ad un’unità di intenti.»

Lo scrive, in una nota, Gavino Carta, segretario generale della CISL Sardegna.

«Il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla necessità inderogabile di uno sforzo comune e di unità d’intenti, per meglio rispondere ai problemi posti dall’emergenza coronavirus, e alle conseguenze nefaste sull’economia e sulla intera società del Paese – aggiunge Gavino Carta -, deve essere immediatamente accolto dalla Regione Sardegna, e in primo luogo dal suo presidente, Christian Solinas, al quale rinnoviamo, ancora una volta, l’urgenza di un immediato incontro per affrontare e decidere, ciascuno per le proprie funzioni e responsabilità, su una comune strategia, di breve e lungo periodo, sulle emergenze sanitarie, sugli atti necessari a governare l’impatto dei provvedimenti varati a livello nazionale, sui drammatici problemi del lavoro e delle crisi aziendali e produttive, sulle questione insolute dei trasporti e della insularità, dell’energia, dell’industria e dell’ambiente, della formazione e delle politiche attive del lavoro, in primo luogo.»

«Sono le stesse drammatiche condizioni del mondo del lavoro e dei problemi strutturali dell’Isola che necessitano, per essere meglio affrontate e risolte, di risposte immediate e tempestive, da inserire in una strategia che non può non partire dalla manovra economica e finanziaria per il 2020 e dai provvedimenti straordinari utili ad affrontare le conseguenze dell’emergenza sanitaria, e ormai anche economica e produttiva. Tutti aspetti che debbono vedere l’immediato coinvolgimento delle rappresentanze economiche e sociali, così come da qualche settimana sta già facendo il Governo nazionale, e che ancora aspettiamo di vedere dalla Giunta regionale – rimarca Gavino Carta -. La crisi del mercato del lavoro isolano, le vertenze aziendali che la Regione deve gestire con migliore protagonismo (Air Italy ed altre), gli effetti nefasti del lungo esercizio provvisorio, i pagamenti e la spesa della Regione in forte ritardo soprattutto sui Fondi europei, le riforme di settore da costruire e avviare, sono tutte emergenze che, sommandosi a quella sanitaria, necessitano della massima unità e del coinvolgimento di chi rappresenta i lavoratori e le imprese della Sardegna.»

«Il senso di responsabilità del sindacato ha per ora portato a evitare una forte contrapposizione con la massima istituzione di rappresentanza della Regione, proprio per la dimensione delle emergenze in atto e per la ricerca di una unità che anche in Sardegna deve essere messa in campo. Al presidente della Regione chiediamo ancora una volta di rompere subito gli indugi e di convocare con urgenza il Sindacato, che ha già formulato una precisa richiesta di incontro e che non ha avuto però risposta. Un comportamento che non ha precedenti nella storia dei rapporti tra Sindacato e Regione – conclude il segretario generale della CISL Sardegna -, neppure in momenti di aspro e duro confronto che hanno portato a scioperi e manifestazioni per il merito non condiviso dei provvedimenti, ma mai per il rifiuto di pervenire a un confronto con le rappresentanze sociali.»

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La consigliera regionale Carla Cuccu (M5S) ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, ed all’assessore all’ Igiene e Sanità, Mario Nieddu, riguardo le intenzioni dell’amministrazione in merito alle procedure concorsuali riservate al personale non dirigenziale, in modo da superare il precariato nelle pubbliche amministrazioni.

«Reputo possa essere una scelta giusta ed importante quella di indire dei concorsi riservati al personale non dirigenziale, in numero non superiore al 50% dei posti disponibili, che chiaramente risultino possedere determinate caratteristiche – spiega Carla Cuccu –. Per risultare idonei il candidato deve risultare titolare di un contratto di lavoro flessibile presso l’amministrazione che bandisce il concorso. In più, deve aver maturato, alla data del 31 dicembre 2017, almeno tre anni di contratto, anche non continuativi ma svolti negli ultimi otto anni, ovviamente presso l’amministrazione che il concorso lo ha bandito. Questa operazione è pensata per incidere sul superamento del precariato e sulla valorizzazione della professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato.»

«Visto che – aggiunge Carla Cuccu – da quanto emerge dalle conclusioni del direttore generale dell’Azienda ospedaliera Brotzu, sono complessivamente trenta le persone in possesso dei requisiti adatti (tra l’altro ognuno con le sue specificità). Visto che si è appresa la notizia che le procedure concorsuali riservate al personale in oggetto, da stabilizzare con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, parrebbero a tutt’oggi non essere state bandite. Ritenuto necessario ed urgente provvedere in merito all’assunzione di personale sanitario nelle strutture ospedaliere che ne sono prive, chiedo – conclude Carla Cuccu – di conoscere le posizioni in merito dell’amministrazione regionale, di sapere il termine entro il quale tali procedure si concluderanno e per quali qualifiche professionali ed infine se non ritengano di dover provvedere quanto prima anche alla luce dell’emergenza sanitaria Coronavirus