28 April, 2024
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Palazzo della Regione 1 copia

È stato avviato oggi il confronto fra gli assessorati della Programmazione e Bilancio e degli Enti locali con Anci e Cal sulla manovra finanziaria per il 2015 e, più in generale, su temi come il Patto verticale incentivato, l’abbattimento dei debiti, l’utilizzo dei residui di liquidità. I presidenti di Anci, Piersandro Scano, e Cal, Giuseppe Casti, hanno chiesto all’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci di approfondire i temi della programmazione unitaria, della programmazione territoriale e della spesa dei fondi europei: al termine dell’incontro, durato circa due ore, è stato fissato un nuovo appuntamento per lunedì prossimo 2 febbraio, alle 15, per discutere di quei temi specifici.

«È stato un confronto utile, che ci ha consentito di avviare un percorso e affrontare molti argomenti importanti per la Regione e gli Enti locali – dice l’assessore Paci -. Abbiamo parlato di patto verticale incentivato, dell’uso delle riserve erariali per abbattere i debiti, del mutuo che contrarremo con la prossima finanziaria ma anche del difficile momento economico che stiamo vivendo e che impone rigore assoluto nelle scelte pur nell’ottica dello sviluppo. Abbiamo anche parlato della possibilità di portare tutta la Finanza locale in capo alla Regione ma con un sistema che, modificando lo Statuto, dia precise garanzie alla Regione stessa.»

«Abbiamo con oggi iniziato l’interlocuzione sulle nostre proposte di modifica alla legge finanziaria. Il confronto si svolge, come abbiamo avuto modo di sottolineare con forza nella giornata di ieri in clima di forte cooperazione istituzionale, dettata anche dalla gravità del momento – dicono i presidenti di Anci Scano e Cal Casti –. Ci sono naturalmente punti di non condivisione, noi abbiamo rappresentato con forza le esigenze finanziarie degli enti locali, anche se comprendiamo di sicuro le difficoltà della finanza regionale, le stesse che viviamo noi quotidianamente. Abbiamo anche sollevato una serie di problematiche relative alla legge di stabilità nazionale, che continua a persistere nella linea dei tagli alle Regioni e ali Enti locali, e altri importanti problemi, dalle risorse per gli Enti locali alla dotazione del fondo unico, dalla copertura finanziaria per il piano verticale incentivato alle risorse per il sociale a partire dal fondo per la non autosufficienza e le povertà estreme. La discussione continua». 

Secondo l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, nell’incontro di oggi «è stata confermata la volontà comune di gestire in modo convergente tutte le tematiche e i problemi di natura istituzionale, contabile, di programmazione economica e di sviluppo in modo coordinato ai diversi livelli istituzionali, che vedano la Regione e i Comuni marciare di pari passo pur nella difficoltà dei problemi e nelle rispettive differenti posizioni».

Palazzo della Regione 1 copia

In Sardegna aprono centinaia di cantieri per un totale di 70 milioni di euro in 101 Comuni grazie al bando a sportello che ha messo a disposizione fondi europei Fesr 2007-2013 per progetti in fase definitiva. Le opere dovranno essere tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno: tempi brevi, dunque, che consentiranno di rimettere subito in moto l’economia dell’isola creando molte centinaia di nuovi posti di lavoro. Il bando, approvato in Giunta il 25 novembre scorso e pubblicato il 3 dicembre con scadenza al 31 gennaio, ha ricevuto finora 482 domande per un totale di 232 milioni di euro, presentate da 255 Comuni e 7 fra Consorzi, Unioni di Comuni e Commissari delle Province.

«Il successo del bando ci dimostra che avevamo ragione a sperimentare una strada nuova puntando su un bando a sportello per provare a salvare soldi europei che altrimenti sarebbero andati perduti e dare così subito una sferzata alla nostra economia – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci -. Siamo partiti con 20 milioni, dopo due giorni viste le tantissime richieste abbiamo raddoppiato a 40 e oggi stiamo erogando 70 milioni. E chi è rimasto fuori potrà rientrare nei bandi successivi su cui stiamo già lavorando: abbiamo dunque dimostrato di poter lavorare bene insieme ai Comuni, con più assessorati, su più linee di azione ma con un’unica regia con l’obiettivo di spendere presto e bene i fondi europei e dare risposte certe e rapide ai territori.»

Risparmio energetico, dissesto idrogeologico, itinerari culturali, salvaguardia del patrimonio architettonico e riqualificazione dei centri minori sono i cinque settori interessati dai cantieri. L’analisi delle richieste ammesse e finanziate in questa prima fase mostra che la provincia di Oristano conta il numero più alto di Comuni finanziati, 28 per un totale di 14 milioni e mezzo. Seguono Sassari (22 per 19,8 milioni), Nuoro (15 per 8 milioni), Cagliari (14 per 10,8 milioni), Ogliastra (9 per 14,5 milioni), Medio Campidano (6 per 4,9 milioni), Carbonia Iglesias (5 per 4,8 milioni) e Olbia Tempio (2 per 1,6 milioni). L’importo più corposo, 44 milioni di euro, finanzierà interventi di risparmio ed efficienza energetica; 10,2 milioni andranno alla riqualificazione e valorizzazione dei centri minori, 8,9 agli interventi contro il dissesto idrogeologico, 3,8 al recupero architettonico e 3,1 alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

«Questo è solo un primo ma importantissimo passo verso l’approccio che il presidente Pigliaru aveva detto di voler avere con i fondi europei, ovvero bandi multilinee e multifondo – sottolinea l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda -. Questo bando ha avuto successo ben oltre le aspettative, il che dimostra che i Comuni hanno imparato bene a fare progettazione definitiva, ad andare oltre il preliminare. Sicuramente, la carta vincente è stata riuscire a incrociare perfettamente le richieste degli Enti locali sardi con l’offerta della Regione, è la risposta più corposa è arrivata dai Comuni di piccole dimensioni.» 

Si tratta di interventi ammissibili a finanziamento nelle linee di attività del POR FESR 2007/2013, la cui previsione di spesa è inserita nel programma triennale delle opere pubbliche, dotate almeno di progettazione definitiva, che abbiano acquisito tutte le autorizzazioni amministrative necessarie e per le quali, entro trenta giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta selezione, l’amministrazione si impegni all’approvazione del relativo progetto esecutivo e all’indizione della gara di appalto entro i quindici giorni successivi.
Sono stati inoltre considerati ammissibili gli interventi per i quali a oggi sia già stato disposto l’affidamento mediante procedura di appalto di progettazione ed esecuzione sulla base di un progetto preliminare o definitivo. Infine, sono stati ammessi interventi di pronta cantierabilità, dotati di progettazione esecutiva, proposti dagli enti locali a valere sull’Avviso Opere pubbliche cantierabili, non ancora finanziate.

Per i comuni sardi è importantissimo il bando per l’immediata spendibilità di questi fondi europei, non vincolati dal patto di stabilità – dice l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu -. Per quanto concerne il tema del risparmio energetico abbiamo Comuni che hanno firmato patti tra sindaci e che mirano alla sostenibilità energetica, ora tutto questo può trovare sfogo progettuale. L’efficientamento energetico consente un risparmio notevole negli edifici pubblici molto significativo: scuole, piazze, pubblica illuminazione, parchi, centri urbani. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio pubblico all’insegna del risparmio e del miglioramento delle performance.»

Il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu ha sottolineato che questo bando a sportello «non comporta assolutamente il rischio di perdere in qualità dei progetti, per esempio nell’idrogeologico sono tutti progetti già a un livello molto alto. Poi è chiaro che ognuno deve fare la sua parte, la Regione sta mettendo in atto importanti politiche keynesiane che vanno capitalizzate al meglio».

Cristiano Erriu  11 copia

Il Fondo Unico degli Enti locali per il 2015 ammonta a 600 milioni: 528 andranno ai comuni, 72 alle province. Lo ha comunicato nel pomeriggio l’assessore regionale degli enti locali Cristiano Erriu durante l’audizione in Prima Commissione. «Ci sono circa tre milioni in meno rispetto allo scorso anno – ha detto Erriu – se si tiene conto dei trasferimenti in conto capitale per cantieri comunali e la realizzazione di opere pubbliche si arriva a 1,3 miliardi di euro a favore del sistema degli enti locali».

Erriu ha confermato, anche per quest’anno, i criteri di ripartizione del Fondo: il 40% sarà diviso in parti uguali tra i comuni, il restante 60% in base al numero degli abitanti. Per favorire e incentivare le Unioni dei Comuni è previsto un aumento dal 3 al 9 per cento della quota del Fondo Unico riservata a chi sceglie la strada della gestione associata delle funzioni. «E’ un segnale politico che si vuole dare per scongiurare il rischio commissariamento dei comuni che non provvedano ad associarsi entro il 31 dicembre come previsto dalla riforma – ha proseguito l’assessore – chi non si adegua rischia inoltre di non poter più fare acquisti di beni e servizi».

Erriu ha poi evidenziato alcune criticità del sistema degli enti locali. La più importante riguarda le finanze provinciali. Tra tagli statali e prelievo forzoso dell’RCA (passato a livello nazionale dai 400 milioni del 2014 a un miliardo per il 2015)  le province avranno l’80 per cento in meno delle risorse disponibili. Senza l’intervento della Regione, gli enti intermedi rischiano di non poter far fronte alle spese correnti.

L’esponente della Giunta, rispondendo alla richiesta di chiarimenti da parte di Stefano Tunis (Forza Italia) sulla destinazione delle risorse del Fondo Unico e sul mancato trasferimento agli enti locali di circa 260 milioni di euro nel 2014, ha chiarito che quei soldi sono stati contabilizzati come residui. Per abbatterli sarà utilizzata una parte dei 330 milioni di euro trasferiti dallo stato alla Regione dalla compartecipazione alle entrate fiscali del 2010.

In riferimento alla questione sul definanziamento delle opere pubbliche non portate a termine dai Comuni, sollevata da Michele Cossa (Riformatori), l’assessore ha confermato che il provvedimento riguarderà solo le opere ormai irrealizzabili, mentre per quelle bloccate dalla macchina burocratica regionale sarà concessa un ulteriore proroga.

L’assessore ha infine accolto il suggerimento di Roberto Deriu (Pd) per la costituzione di un fondo presso l’assessorato degli enti locali che consenta di governare meglio il passaggio dal vecchio al nuovo sistema delle autonomie e contrastare le eventuali emergenze. «La creazione di un fondo di perequazione regionale – ha ammesso Erriu – può essere uno strumento utile per superare le criticità».

Al termine della seduta, il presidente della commissione Francesco Agus ha annunciato la presentazione nelle prossime ore del parere di competenza sulla manovra finanziaria 2015 (con l’astensione della minoranza).

Agus ha ribadito le perplessità su alcune disposizioni della finanziaria: a) sottrazione del 9 per cento delle risorse ai Comuni per trasferirle alle Unioni con il rischio di incidere pesantemente sul bilancio degli enti locali; b) decremento dei fondi destinati alla province in attesa del via libera definitivo alla riforma; c) valutazione del riordino o della soppressione del Comitato dei garanti, organo della valutazione delle prestazioni dei dirigenti, alla luce dell’entrata in vigore della nuova disciplina sulle performance dirigenziali.

Segnalate, infine, alcune difficoltà interpretative su alcune disposizioni della Finanziaria 2015 in merito ai rapporti tra le fonti normative e alle competenze assegnate dallo Statuto al Consiglio e alla Giunta.

Cristiano Erriu 07

Una distribuzione equilibrata tra competenze regionali e competenze degli enti locali, il passaggio delle funzioni ai Comuni, la mobilità dei dipendenti, i tempi per il riordino degli Enti locali e il Bilancio 2015, il rafforzamento delle Unioni di Comuni e il confronto con i territori. Sono stati questi i temi principali trattati oggi ad Abbasanta dall’assessore degli Enti locali e Urbanistica, Cristiano Erriu, alla riunione con l’Anci e le Autonomie locali, durante la quale ha rassicurato i presenti: «Per la riorganizzazione dei poteri locali in Sardegna è necessario un percorso di discussione e di scelte condivise tra Regione e Comuni. Dobbiamo giungere a una distribuzione equilibrata di poteri, risorse e competenze per la gestione delle politiche di sviluppo oltreché dei servizi e delle funzioni fondamentali, evitando di avere cittadini di serie A e altri di serie B. Questa è la vera rivoluzione da portare a compimento con il riordino degli Enti locali, attraverso un utilizzo intelligente degli strumenti normativi e organizzativi che la nostra Autonomia regionale ci mette a disposizione».

«L’obiettivo principale è quello di contrastare la tentazione di un rafforzamento del centralismo regionale, a beneficio di una nuova sussidiarietà capace di valorizzare al massimo le competenze e il ruolo dei Comuni in varie materie – ha detto l’assessore Erriu – in maniera tale che i sindaci siano in grado di gestire i servizi e governare le politiche facendo fronte alle necessità del territorio. Non possiamo pensare di delegare ruolo e competenze ai Comuni senza che questi siano messi nelle condizioni di adempiere alle nuove funzioni unendo sussidiarietà e adeguatezza.»

Per ottenere questo risultato, ha sottolineato l’assessore Erriu, è necessario rafforzare il ruolo delle Unioni di Comuni per gestire le politiche di sviluppo e le politiche di servizio e di welfare.

«Il riordino degli Enti locali deve essere realizzato nei tempi giusti – ha spiegato l’esponente dell’Esecutivo regionale – esistono due tavoli ufficiali nei quali è possibile discutere: l’osservatorio degli enti locali istituito con delibera di Giunta e un tavolo tecnico di lavoro in cui Regione, Anci e Upi sono chiamati ad un confronto sui vari e complessi aperti dalla riforma: dal dimensionamento delle regioni storiche dell’Isola alla tema della riallocazione delle funzioni.»

L’assessore degli Enti locali ha ribadito la piena disponibilità da parte della Regione, nonché il preciso impegno a recarsi nei territori per comprendere le esigenze e superare le criticità. «Siamo partiti da griglie definite, come il numero massimo di Comuni che deve fare parte delle Unioni e la definizione del numero degli abitanti, ma siamo aperti al dibattito per calarci dal generale al particolare. Questo processo deve essere portato avanti con spirito di leale collaborazione e per questo convocherò già nei prossimi giorni i tavoli tecnici e politici di lavoro».

Un secondo disegno di legge previsto e altrettanto importante, come ha messo in luce l’assessore Erriu, sarà quello sul riordino delle funzioni e sulla diversa eventuale allocazione delle funzioni. «Non sarà un’operazione semplice per questo riteniamo necessario condividere percorsi e scelte operative con rappresentanze istituzionali degli enti locali e stakeholders anche al fine di valorizzare al massimo le risorse ed evitare future sovrapposizioni e duplicazioni di funzioni e competenze».

L’assessore degli Enti locali, infine, ha manifestato la volontà di attivare quanto prima procedure condivise di programmazione dei fondi europei per le politiche urbane e periurbane inserite nel piano regionale di sviluppo, che serviranno per riavviare una nuova stagione di pianificazione di opere pubbliche attraverso le quali ripensare i centri abitati della Sardegna, le città e le loro periferie.

 

Cristiano Erriu
L’assessore degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu ha assicurato ai sindaci del Nord Sardegna, che «non vi è nessuna visione Cagliaricentrica nel disegno di legge di Riforma degli Enti locali, né alcuna intenzione di penalizzare il territorio del nord dell’isola rispetto a quello del sud. E un’attenta lettura del Dl tranquillizzerebbe coloro che hanno tratto conclusioni affrettate».
«L’istituzione dell’unica area metropolitana oggi possibile a norma di legge, ovvero quella di Cagliari che al momento include il capoluogo e i Comuni limitrofi – ha aggiunto Erriu -, non penalizza affatto il resto della Sardegna che anzi potrà giovarsi delle tante opportunità e risorse che si potranno liberare per il resto del territorio. Questo anche per effetto della generazione di ulteriori flussi finanziari derivanti da programmi nazionali ed europei e dall’attivazione di forme di perequazione territoriale.»
Cristiano Erriu ha inoltre ribadito che sarebbe assai pericoloso e miope proporre antistoriche posizioni antagoniste tra Comuni grandi e Comuni piccoli e tra i vari territori. «Il processo di soppressione delle Province dal testo della Costituzione e dallo Statuto Sardo, ormai in dirittura d’arrivo in Parlamento prefigura un assetto che consentirà di rafforzare ed enfatizzare il ruolo e le competenze dei Comuni: i veri protagonisti del cambiamento. Insieme alla Regione, infatti, i Comuni andranno a costituire i due pilastri del futuro ordinamento dei poteri locali».
«L’assetto e l’architettura istituzionale definitiva degli Enti intermedi – ha sottolineato ancora Erriu – sarà frutto delle scelte operate dai Comuni e dai territori organizzati nelle regioni storiche dell’isola, nel rispetto del nuovo impianto costituzionale, ma con la volontà dichiarata e scritta con molta chiarezza nel testo del disegno di legge che peraltro è in piena sintonia con la posizione espressa dall’Anci e dal Consiglio delle Autonomie locali. Rimangono certamente aperte alcune questioni di dettaglio – ha concluso l’assessore Erriu – da approfondire e migliorare sui limiti demografici, sul numero minimo dei Comuni che andranno a comporre le associazioni intercomunali, sull’utilizzo equilibrato degli strumenti associativi (Unioni e Consorzi) con altri strumenti consentiti dal Testo Unico in materia di Enti Locali a partire dalle Convenzioni tra Comuni. La Regione non può permettersi la riproposizione di nuovi Enti intermedi, che replicherebbero il ruolo delle Province, solo con un nome diverso.» 

 

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Duro giudizio della prima commissione nei confronti della Giunta Pigliaru sulla riduzione delle risorse del Fondo Unico degli Enti locali.

«In un momento di crisi profonda come quello attraversato oggi dalla Sardegna – ha dichiarato il presidente della Prima Commissione Francesco Agus – tutto può essere fatto tranne che sottrarre risorse al sistema degli enti locali che meglio di tutti è capace di reagire alle difficoltà e dare risposte ai cittadini.»

Il parlamentino dell’Autonomia si è riunito nel pomeriggio per il parere alla manovra finanziaria sugli aspetti di sua competenza. La Commissione ha espresso forti perplessità sulla decisione della Giunta di ridurre di 27 milioni di euro le risorse del Fondo Unico degli Enti locali rispetto allo scorso anno. Comuni e Province avranno a disposizione 550 milioni di euro contro i 577 del 2014, addirittura 50 in meno rispetto al 2010.

«E’ uno stanziamento inadeguato – ha detto ancora Agus – un’ulteriore mazzata per Comuni e Province che in questi anni si sono visti ridurre drasticamente i trasferimenti statali. Ci aspettavamo un atto di discontinuità da parte della Giunta regionale». Altri punti critici della manovra riguardano: a) la decisione dell’esecutivo di alzare dal 3 al 9 per cento la quota del Fondo unico destinata alle Unioni dei Comuni con il rischio di non riuscire a spendere i soldi stanziati visto il numero ridotto delle Unioni costituite e di penalizzare ulteriormente i grossi centri; b) l’introduzione dell’Irap che non sarà a costo zero per i Comuni e costringerà gli amministratori locali a tagliare i servizi.

Molto critica anche la posizione del vicepresidente del gruppo Pd Roberto Deriu; «Dubito – ha detto – che i tagli agli enti locali costituiscano risparmi, è invece il modo di impedire al settore pubblico di garantire sostegno ai cittadini ora che ne hanno più bisogno. Si rischia di avere una situazione ingestibile a fine anno. Si cerchi un equilibrio fondato sui servizi e si facciano i tagli dove vanno fatti».

La Commissione, all’unanimità, ha quindi deciso di approfondire la questione per arrivare ad una migliore formulazione del parere sulla manovra finanziaria. Il presidente Agus, con il sostegno dei commissari di maggioranza e opposizione, inviterà l’assessore agli Enti locali Cristiano Erriu a riferire in Commissione martedì prossimo.

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L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha illustrato oggi davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), i principali contenuti della finanziaria per il settore urbanistico.

«Nonostante il difficile quadro complessivo della finanza regionale – ha detto Erriu – abbiamo voluto dare un segnale preciso ai Comuni prevedendo più risorse per la pianificazione del territorio, dai Piani urbanistici ai centri storici inserendo, per la prima volta, anche la riqualificazione delle periferie.»

«La prima misura concreta – ha aggiunto l’assessore – riguarderà proprio il sostegno ai Comuni che devono definire i propri Piani urbanistici ed i Piani attuativi, non solo con le risorse finanziarie ma anche prolungando una scadenza fissata nella legislatura precedente, il 30 giugno 2015, che non sarebbero riusciti a rispettare: ora avranno tempo fino al 31 dicembre e ci aspettiamo il pieno utilizzo dei fondi disponibili.»

«Altro strumento importante per gli Enti locali – ha detto ancora Erriu – sarà la carta d’uso dei suoli, una serie di dati geografici e territoriali inseriti in un sistema informativo predisposto con la collaborazione delle Università sarde e dell’agenzia regionale Agris che sarà utilissimo per gli studi a corredo dei Puc, per il nuovo Ppr che riguarderà le zone interne, per definire i paesaggi rurali storici e le diverse vocazioni produttive». «Non solo – ha precisato Erriu -, la carta d’uso dei suoli costituirà anche il criterio principale per superare l’annosa questione dell’edificazione nelle aree rurali, perché si passerà dal concetto di lotto minimo basato sulla superficie a quello di lotto funzionale fondato sulle caratteristiche del suolo».

Per quanto riguarda i centri storici, inoltre, sarà rifinanziata la legge n° 29 del 1998 per dare nuovo impulso al miglioramento di contesti urbani fortemente identitari e spesso degradati, anche per evitare tempo i fenomeni di spopolamento.

Ma uno degli aspetti forse più innovativi è quello sulle periferie urbane. «Sosterremo i Comuni negli interventi di programmazione negoziata – ha annunciato l’assessore – attraverso un emendamento della Giunta al Dl 130 sull’edilizia che ha lo scopo di incentivare l’azione dei Comuni nel riordino di quelle zone periferiche disorganiche e molto spesso degradate che raramente trovano spazio nella pianificazione; è un modo per riallacciarci al discorso nazionale molto interessante avviato dal sen. Renzo Piano con il suo gruppo di lavoro costituito da giovani architetti».

Al termine della relazione dell’assessore Erriu hanno preso la parola, per chiarimenti e proposte, i consiglieri regionali Eugenio Lai di Sel, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis del Pd.

Successivamente la seduta è stata aggiornata per l’indisponibilità dell’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, trattenuto da sopravvenuti impegni istituzionali. L’assessore Maninchedda sarà sentito dalla commissione domani mattina alle 11.00 dopo l’audizione dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, che resta confermata per le 10.00.

La quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha definito il calendario delle audizioni sulla legge finanziaria nelle materie di competenza.

La prima è in programma è iniziata questo pomeriggio alle 16.30, con l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana.

Domani 14 gennaio, si terranno alle 16.00 quella dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu e alle 17.00 quella dell’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda.

Giovedì 15 gennaio alle 10.00, infine, sarà la volta dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha nominato i nuovi commissari delle quattro province cancellate dal referendum e della provincia di Cagliari. Su cinque nomi c’è da registrare una sola conferma: per la Provincia di Olbia Tempio, è stato confermato Giovanni Carta. Tiziana Ledda, direttore generale dell’aerea legale della Presidenza, è il nuovo commissario della provincia del Medio Campidano; Franco Sardi, direttore generale dell’assessorato al Bilancio, guiderà la Provincia di Cagliari; Maria Gabriella Mulas, direttore generale dei servizi idrici della Presidenza, è il nuovo commissario della Provincia dell’Ogliastra; per la Provincia di Carbonia Iglesias, infine, al posto di Roberto Neroni è stato nominato Giorgio Sanna, direttore generale dell’Enas.

Cristiano Erriu

Sede Provincia via MazziniSede Provincia Medio Campidano 1 copia

La Giunta regionale ha approvato la legge di riforma degli enti locali. La Sardegna dice addio alle quattro nuove Province, mentre nasce la città metropolitana di Cagliari, la Provincia del sud Sardegna e restano Oristano, Nuoro e Sassari: ma solo temporaneamente. Le quattro province istituite in Sardegna nel 2005, sono le uniche cancellate in Italia, perché tutte le altre, sia quelle storiche previste dalla Costituzione, sia quelle nate recentemente, anche dopo quelle sarde, restano in piedi e continuano ad operare.
«I Comuni sono i veri protagonisti del cambiamento – ha detto l’assessore degli Enti locali – i livelli amministrativi e di governo diventano essenzialmente due: la Regione e i Comuni. Prevediamo un rafforzamento dell’associazionismo comunale attraverso l’Unione di Comuni (e l’Associazione di unioni), a cui è obbligatorio aderire. I Comuni, in forma singola o associata, svolgono dunque i compiti di indirizzo, programmazione, controllo e funzioni amministrative. Sarà inoltre istituita la città metropolitana di Cagliari – prosegue l’assessore Erriu – di tipo ristretto, esteso cioè ai soli comuni limitrofi e di stretta relazione con il capoluogo.»
«Eliminate quelle che convenzionalmente chiamiamo le quattro nuove Province oltre alle Unioni dei Comuni, in Sardegna sarà istituita la città metropolitana di Cagliari alla quale saranno associati 16 Comuni limitrofi: altri potranno unirsi successivamente. Alla Provincia del Sud Sardegna farà capo tutto il Medio Campidano, il territorio di Carbonia Iglesias e i Comuni della Provincia di Cagliari che non sono compresi nella Città metropolitana. Restano Oristano, Nuoro (nel cui territorio sarà compresa anche l’Ogliastra), Sassari (che ricomprenderà l’ex Provincia di Olbia Tempio). Queste Province resteranno temporaneamente, sino all’approvazione della legge costituzionale di modifica dell’articolo 43 dello Statuto regionale.»
La riforma del sistema delle autonomie locali della Regione parte dall’esigenza di dare risposte all’esito dei referendum del 6 maggio 2012 abrogativi per le quattro nuove Province di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio, e mira alla modernizzazione della pubblica amministrazione.
L’Unione di Comuni nasce con l’idea di migliorare l’offerta del servizio erogato e garantire lo sviluppo socio economico delle comunità locali. Il disegno di legge di riforma degli enti locali, prevede specifici incentivi alle attività e iniziative per la tutela e la valorizzazione delle vocazioni produttive dei territori. Sono chiamate Unioni di comuni anche le comunità montane.
L’Associazione di Comuni consentirà una maggiore qualità dei servizi, più economia di scala e di raggio d’azione, maggiore specializzazione del personale e semplificazione amministrativa. Gli organi dell’Unione sono l’assemblea dei sindaci, il Presidente e il Consiglio di amministrazione: le cariche saranno ricoperte gratuitamente. L’Unione dei Comuni è obbligatoria e deve essere costituita da almeno quattro comuni limitrofi con più di 10mila abitanti, hanno autonomia normativa, organizzativa e finanziaria, e funzioni attribuite dalla legge e delegate dai Comuni. «Si tratta di una delle disposizioni fondamentali della riforma – sottolinea Erriu – l’associazione si costituisce con l’istituto della convenzione, che definisce l’esercizio delle funzioni di area vasta in maniera coordinata, attribuite o delegate con legge regionale, comprese quelle già svolte dalle Province o conferite dalle Unioni che fanno parte dell’Associazione».
Lo svolgimento delle funzioni invece passerà per gli Ambiti Ottimali e gli Ambiti Territoriali Strategici, tenendo conto delle regioni storiche, della continuità territoriale dei Comuni e della coerenza con i Plus (Piani locali unitari dei servizi alla Persona). L’ambito territoriale strategico deve avere una dimensione demografica non inferiore ai 180 mila abitanti. Corrisponde all’area territoriale delle Associazioni di unioni di comuni e serve per l’esercizio coordinato delle funzioni di area vasta e lo sviluppo socio economico del territorio, funzioni attribuite o delegate dai Comuni e dalla Regione già svolte dalle Province. Ancora, l’ambito territoriale strategico funziona da riferimento per l’articolazione territoriale dei servizi della Regione, come per esempio: Ato e gestione rifiuti, servizi e funzioni, sistemi locali del lavoro SSLL.
Il disegno di legge si sofferma particolarmente sulle politiche regionali per i territori svantaggiati e prevede azioni specifiche e misure di sostegno, incentivi per le iniziative che tutelino la valorizzazione delle vocazioni produttive dei territori, il radicamento dei produttori agricoli, e soprattutto dei giovani imprenditori.
Il modello della città metropolitana di Cagliari non è coincidente con il territorio della Provincia. A farne parte sono i 16 comuni del Forum dei sindaci del piano strategico intercomunale o che hanno con la città di Cagliari rapporti di contiguità territoriale o economico-sociale. «Obiettivo della città metropolitana – precisa l’assessore Erriu – è il rilancio del sistema economico e produttivo del territorio che possa riflettersi positivamente sull’intera Regione. A questo proposito sono importantissime le Eurocities che creano proficue interazioni tra le città metropolitane di tutta Europa».
La città metropolitana avrà infatti, tra i vari compiti, quello di intrattenere relazioni istituzionali e di programmazione socio economica anche con le aree metropolitane europee. La promozione e gestione dei servizi integrati sia di infrastrutture che di reti di comunicazione, e ancora, la gestione dei servizi pubblici di strade e trasporti, e lo sviluppo strategico del territorio.
La città metropolitana sarà guidata dal sindaco metropolitano, ovvero il sindaco della città di Cagliari, dall’assemblea metropolitana composta da tutti i sindaci, e dal Consiglio di amministrazione (sindaco metropolitano e quattro componenti) che viene eletto dall’assemblea dei sindaci al suo interno.
L’Osservatorio regionale, al quale parteciperanno Comuni e Province, servirà per proporre e garantire il trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni e Unioni di Comuni. Questo sarà il secondo passaggio della complessiva riforma del sistema delle autonomie locali. Ha il compito di riordinare e semplificare le funzioni amministrative. Le Regioni sono tenute a garantire un flusso costante di informazioni all’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dell’attività organizzativa. «Gli Osservatori regionali verificano – ha detto l’assessore Erriu – la coerenza della ricognizione dei beni e delle funzioni fondamentali e non, effettuata dalle province, ne convalida i contenuti e poi trasmette all’Osservatorio nazionale la documentazione finale. Uno strumento indispensabile per ottimizzare il processo di riforma in atto a livello regionale e per la condivisione della riforma a livello nazionale». All’Osservatorio, dunque, si attribuisce il compito di coordinare l’attività di ricognizione delle funzioni amministrative provinciali, oggetto di riordino, e la loro riallocazione nel livello istituzionale più adeguato. Ancora, assicurare un flusso di informazioni costante all’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dell’attività riorganizzativa.
A presiedere l’Osservatorio è lo stesso assessore degli Enti locali, Finanze e Urbanistica, e ne fanno parte gli assessori competenti nelle materie che sono oggetto di discussione, un rappresentante del Coordinamento delle associazioni degli Enti locali della Sardegna e un esponente dell’Ups.
«I lavori dell’Osservatorio – ha concluso Cristiano Erriu – non comportano nessun costo a carico del bilancio regionale e la parte di supporto tecnico e giuridico sarà assicurata dallo stesso assessorato.»