18 April, 2024
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Il primo nato del 2015 si chiama Antonio ed è venuto alla luce a mezzanotte e un minutonella vasca della sala Zaffiro della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Blocco Q, diretta dal professor Gian Benedetto Melis dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Il bimbo pesa 3 chili e 100 grammi ed è il primo figlio della coppia Ricci, mamma Verdiana e papà Mario, che abitano a Capoterra. Ad assistere la mamma per il parto in acqua c’erano la ginecologa Ester Proto, l’ostetrica Maria Paola Fercia. Un’equipe vincente, quella dell’Aou di Cagliari con anche la dottoressa Cinzia Murgia, e le ostetriche Debora Carrus, Marinella Podda e Eleonora Paita.

Tra i primi a felicitarsi per il lieto evento, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino.

«Ho deciso subito di fare il parto in acqua – racconta mamma Verdiana, infermiera professionale – sono felicissima è stata un’emozione grandissima.»

Nel Blocco Q ormai numerose donne gravide scelgono di travagliare in acqua e i primi risultati mostrano un reale accorciamento della fase dilatante del travaglio e una riduzione del dolore delle contrazioni, con un gradimento assoluto dell’esperienza cosi acquisita. Molte donne hanno già trascorso gran parte del travaglio in acqua ma qualche giorno fa la vasca della sala Zaffiro ha visto nascere anche il suo primo bambino. E’ stato un parto perfettamente fisiologico e il neonato è passato dolcemente dall’utero all’acqua al seno della mamma tra la commozione di tutto lo staff presente. .

Nell’ambito del processo di umanizzazione avviato nella Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario il travaglio e il parto in acqua rivestono sicuramente un ruolo prioritario. Tra le modernissime, accoglienti e colorate sale parte del Blocco Q le due di colore azzurro, la Zaffiro e l’Acquamarina sono state dedicate a questo scopo, e una ha già recentemente iniziato a funzionare per tutte le donne che lo desiderano. Le luci soffuse, la musica scelta dalla partoriente, l’aromaterapia, regalano alla donna l’occasione unica di vivere il travaglio e il parto come un’esperienza intima e avvolgente da condividere con il partner.

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Da oggi al Policlinico Duilio Casula si partorisce anche in acqua: il primo bimbo ha visto la luce nella vasca della sala Zaffiro della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Blocco Q, diretta dal professor Gian Benedetto Melis. Sono già tantissime le donne che hanno chiesto di poter partorire in acqua. E tante hanno già provato l’esperienza del travaglio in acqua che riduce sensibilmente la fase dilatante e il dolore provato dalle future mamme.

Un’equipe, quella di Melis, tutta al femminile: la dottoressa Cinzia Murgia, responsabile del parto in acqua e le ostetriche Maria Paola Fercia e Debora Carrus specializzate proprio in questo tipo di travaglio e parto

«Concludiamo il 2014 alla grande – spiega soddisfatto professor Melis – un anno di attività del padiglione Q. Tante nascite, tante facilitazioni, tante metodiche naturali di cura del dolore, analgesia epidurale per tutte le donne che lo desiderano. Ed ora il travaglio/parto in acqua realizzato e nuove metodiche di trattamento del dolore.»

Nel Blocco Q ormai numerose donne gravide scelgono di travagliare in acqua e i primi risultati mostrano un reale accorciamento della fase dilatante del travaglio e una riduzione del dolore delle contrazioni, con un gradimento assoluto dell’esperienza cosi acquisita. Molte donne hanno già trascorso gran parte del travaglio in acqua ma qualche giorno fa la vasca della sala Zaffiro ha visto nascere anche il suo primo bambino. E’ stato un parto perfettamente fisiologico  e il neonato è passato dolcemente dall’utero all’acqua al seno della mamma tra la commozione di tutto lo staff presente. La signora ha raccontato poi di aver  finalmente realizzato il sogno che coltivava sin da quando era piccola e si è detta profondamente felice e grata dell’esperienza vissuta.

Nell’ambito del processo di umanizzazione avviato nella Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario il travaglio e il parto in acqua rivestono sicuramente un ruolo prioritario. Tra le modernissime, accoglienti e colorate sale parte del Blocco Q le due di colore azzurro, la Zaffiro e l’Acquamarina sono state dedicate a questo scopo, e una ha già recentemente iniziato a funzionare per tutte le donne che lo desiderano. Le luci soffuse, la musica scelta dalla partoriente, l’aromaterapia, regalano alla donna l’occasione unica di vivere  il travaglio e il parto come un’esperienza intima e avvolgente da condividere con il partner.

«Il parto in acqua – spiega Melis – è richiesto dalle donne che hanno sperimentato nella loro vita un rapporto interiore particolare con l’acqua, e che desiderano trasferire la loro “acquaticità” all’esperienza del parto. E’ anche particolarmente indicato alle donne che desiderano un metodo più naturale, non farmacologico e con meno interferenze sull’evoluzione del travaglio rispetto all’analgesia epidurale. Possono accedere alla vasca per il travaglio in acqua tutte le pazienti con gravidanza fisiologica nel momento in cui viene fatta la diagnosi di travaglio attivo.»

Esistono, infatti, ormai numerose evidenze, spiega il direttore della Clinica, non solo sull’effetto rilassante che si traduce in una riduzione dello stress nell’affrontare il travaglio, ma anche su una vera e propria azione analgesica esercitata dall’acqua. Ancora, un importante vantaggio del travagliare in acqua è rappresentato dalla minore durata del travaglio, soprattutto della fase dilatante, che in base ai dati presenti in letteratura è accorciata in media di 90 minuti. Anche la minore incidenza di lacerazioni severe e un minore ricorso all’episiotomia sono ormai ampiamente dimostrate, a fronte di un’assoluta sicurezza per la madre e per il bambino. Infatti l’assistenza ostetrica, clinica e pediatrica è la stessa che le avanzate tecnologie del Blocco Q offrono a tutte le altre pazienti, e addirittura le sonde per il monitoraggio del Battito Cardiaco Fetale, dotate di tecnologia Wireless, sono state concepite per funzionare anche immerse nell’acqua.