1 May, 2024
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Consiglio regionale 42

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la mozione 112 (Busia e più) “sulla richiesta di adempimento degli obblighi del Governo, sulla necessità di rispettare gli interessi pubblici di cui è portatrice la Regione autonoma della Sardegna e sulla richiesta di immediata assunzione di misure in merito alle questioni irrisolte riguardanti il territorio sardo”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, con la mozione n. 12 (Busia e più) “Sulla richiesta di adempimento degli obblighi del Governo nazionale, sulla necessità di rispettare gli interessi pubblici di cui è portatrice la Regione Autonoma della Sardegna e sulla richiesta di immediata assunzione di misure in merito alle questioni irrisolte riguardanti il territorio sardo”. Il presidente ha quindi dato la parola alla consigliera Annamaria Busia (Centro democratico) per l’illustrazione della mozione.

Busia, nel suo intervento, ha ricordato che dopo la presentazione della mozione risalente al 23 gennaio scorso, Camera e Senato hanno approvato all’unanimità documenti di contenuto analogo sui problemi della Sardegna. «Il senso di queste iniziative – ha sostenuto – è che bisogna trattare unitariamente le problematiche che riguardano la Sardegna perché le questioni irrisolte che bloccano lo sviluppo della nostra Regione sono solo in parte simili a quelle nazionali ed hanno invece una forte specificità; Renzi ha detto ad Olbia vi darò la ferrovia e vi darò il metano, battute che forse hanno fatto sorridere qualcuno ma non certo i sardi perché sono serissime». «Devono essere riconosciuti i diritti dei sardi – ha proseguito Annamaria Busia – senza dimenticare quanto in questi anni ha dato la Sardegna all’Italia, facendo sempre il suo dovere sacrificando il suo territorio alle servitù militari, accogliendo un numero sempre crescente di detenuti assegnati al regime di 41/bis, pagando per intero sanità e trasporti, mentre si aspetta ancora la soluzione delle bonifiche dei siti industriali inquinati e si rischia di essere indicati come sede per il deposito delle scorie nucleari». «Non si possono affermare i concetti di uguaglianza, giustizia, solidarietà e sussidiarietà – ha detto ancora l’esponente del Cd – dimenticando che siamo l’unica vera isola dell’Italia, che ciò comporta gravi handicap per lo sviluppo; la sussidiarietà, in particolare, deve essere interpretata sulla base dei contenuti della dottrina sociale della Chiesa e dalla costituzione tedesca, nel senso che lo Stato interviene dove non possono intervenire le istituzioni locali, su questo obiettivo serve l’unità delle forze politiche senza cercare marchi di primogenitura, senza abbandonarsi al pessimismo o finto ottimismo, dobbiamo lavorare tutti insieme, costruendo ponti e non alzando muri come ha detto agli scout Papa Francesco».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha definito apprezzabile lo sforzo di approfondimento dei consiglieri che hanno predisposto la mozione ma, ha osservato, «ci sono tanti questioni aperte con lo Stato che non sollevano la classe dirigente della Regione dalle sue responsabilità perché il presidente della Regione, di fatto, finisce sul banco degli accusati per non aver saputo tenere la schiena dritta di fronte allo Stato in tante circostanze e rispetto a molte grandi questioni». «Non si può però – ha ammonito Tedde – recitare le due parti in commedia, stare al governo ed anche all’opposizione, con la maggioranza che chiede di votare un documento contro la maggioranza; sentiamo quali argomenti saranno proposti e poi valuteremo».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) in apertura ha ringraziato i parlamentari per aver fatto in modo che la questione sarda diventasse questione nazionale, con mozioni votate all’unanimità e salutate da un applauso finale. «Nessuna critica al governo regionale – ha aggiunto rispondendo al consigliere Tedde, «che anzi ha ottenuto risultati importanti su alcuni grandi temi dalle entrate alla vertenza Alcoa; la vera innovazione sta nel punto di vista, energia e bonifiche non sono vertenze a se stanti ma fanno parte di un unico quadro in cui ciascuna vertenza è un problema nazionale, che ora ha un punto comune per la ricerca delle soluzioni proprio perché la specificità della Sardegna richiede un approccio diverso». «Spero che il Consiglio – ha auspicato Pizzuto – non cada nel gioco delle parti; la mozione è uno strumento in più per dare al presidente Pigliaru una forza negoziale maggiore nel confronto con il Governo centrale, questa è la strada giusta per avere risposte concrete».

Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha accolto l’invito del collega Pizzuto che va esteso a tutto il Consiglio perché «è arrivato il momento di avere un atteggiamento completamente diverso tenendo presente che, come ha sempre detto il presidente Pigliaru, non esistono governi amici ma governi da affrontare con la schiena dritta in un clima di collaborazione istituzionale ma con grande determinazione; dobbiamo parlare della Sardegna e farlo ora con più forza grazie all’azione dei parlamentari senza chiedere elemosine, cortesie e favori». «Vogliamo piuttosto fare ogni sforzo – ha aggiunto Desini – per superare il gap dell’insularità, anche per superare la distanza fra politica e cittadini che le recenti elezioni amministrative ci hanno messo di fronte in modo molto preoccupante; dimostriamo di essere fino in fondo una vera classe dirigente capace di fare una politica diversa, questo è il senso della mozione che abbiamo voluto portare all’attenzione del Consiglio».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha detto in apertura che «siamo di fronte ad un problema che ci coinvolge tutti e non da oggi; la situazione della nostra rete ferroviaria, del trasporto aereo e dell’energia dimostra che è un problema che si è andato accumulando, come risultato di uno Stato per lungo tempo distratto nei confronti dalla Sardegna dove non mi pare ci siano stati passi avanti nelle questioni importanti». «Senza accusarci reciprocamente – ha continuato il presidente rivolgendosi al Consiglio – è arrivato il momento di essere consapevoli dei problemi che abbiamo di fronte e della situazione drammatica che stiamo attraversando; nel 2001, prendendo come 100 l’indicatore relativo alla rete ferroviaria noi siamo al 24.5% e quel dato è sceso oggi al 17%, per le infrastrutture va ancora peggio, dal 64% del 2001 siamo arrivati al 50%». «Dobbiamo perciò rimboccarci le maniche – ha aggiunto ancora Pigliaru – dobbiamo lavorare insieme perché non solo l’Italia è distratta ma lo è in modo crescente, dobbiamo avere una voce politica molto più forte e le idee molto più chiare, a partire dal cuore dei problemi che è l’insularità, condizione molto particolare che va declinata in modo molto preciso». Andiamo alla carica della distrazione storica nei confronti della Sardegna, ha affermato inoltre il presidente della Regione. «Quando Renzi è venuto ad Olbia – ha ricordato – gli abbiamo consegnato un documento completo su questi problemi, proprio perché dobbiamo ricordare tutti all’Italia cosa vuol dire insularità, quali siano i costi giganteschi di queste carenze e come questi danni debbano essere mitigati». «Lavoriamo per avere le prime importanti risposte a settembre – ha annunciato Pigliaru – soprattutto su tre grandi cose: non possiamo continuare a pagare la continuità territoriale con i soldi nostri mentre abbiamo la necessità di un ponte virtuale che garantisca tempi certi e prezzi bassi, puntiamo a superare la situazione scandalosa delle nostre ferrovie collegando fra loro i tre principali aeroporti in un efficiente sistema di mobilità capace di connettersi col mondo esterno». «Infine – ha osservato – la questione del metano, altro indice negativo essenziale della nostra insularità; dopo la rinuncia al gasdotto Galsi, puntiamo a risposte più immediate con soluzione alternative, dal gnl ad un intervento sull’autorithy per l’energia sui prezzi». Pigliaru ha insistito, in conclusione, «sull’importanza dell’unità di forze politiche sarde su temi strettamente legati ad insularità – dicendosi fiducioso che il Governo centrale sarà in grado di rendersi conto della fondatezza delle richieste della Sardegna -; alcune dichiarazioni di Renzi possono non essere piaciute ma riconoscono la sostanza dei problemi e di una questione complessiva che comprende anche le servitù militari, le entrate, il refresh agricolo, le industrie come Alcoa che contiamo di far ripartire senza regali di Stato e come la stessa Meridiana, dove lo Stato all’inizio si è mostrato distratto». «Siamo e restiamo pronti a dialogare – ha concluso – ma conoscendo bene i nostri diritti». 

Ha quindi preso la parola il consigliere Annamaria Busia per la replica. «La mozione non è contro il presidente Pigliaru, né contro nessuno – ha chiarito Annamaria Busia – su questo tema è necessaria l’unitarietà e la collaborazione, solo così si potrà trovare una soluzione ai problemi che discendono dalla madre di tutti i problemi: l’insularità».

La consigliera del Centro Democratico ha auspicato una diversa regolamentazione del sistema degli aiuti di Stato. «E’ una questione fondamentale, si pensi alle conseguenze sulla vertenza Alcoa, o alla vicenda Saremar. Occorre ripensare gli aiuti di Stato a livello europeo, c’è bisogno di un trattamento diverso che porti a un riequilibrio e a una riduzione del gap tra le diverse regioni d’Europa. Facciamoci portatori di un’iniziativa che il Governo deve tenere nei confronti dell’Ue».

Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per le dichiarazioni di voto.

Pittalis, dopo aver rivendicato di aver assunto in passato posizioni responsabili quando si trattava di sostenere una sola voce nei confronti del Governo, ha annunciato il voto contrario del suo partito. «Qui siamo di fronte a una mozione che non risolve le questioni che sono sul tappeto e che la Giunta regionale avrebbe dovuto già affrontare da oltre un anno e mezzo. Renzi le conosce benissimo, sono certo che il presidente Pigliaru abbia rappresentato le questioni aperte. Noi, se da un lato abbiamo valutato positivamente l’iniziativa dei parlamentari per scuotere il governo nazionale, dall’altro non vogliamo essere corresponsabili di una situazione che si ferma a una serie di proposizioni che non risolvono la questione. Se servisse a dare più forza a Pigliaru lo faremmo, ma non è più il momento delle chiacchiere e delle discussioni, servono provvedimenti concreti, serve battere i pugni. In quel caso saremmo al vostro fianco».

Secondo Mario Floris (Uds) l’azione portata avanti dai parlamentari sardi è un atto di supplenza del governo regionale: «Portare avanti le rivendicazioni dell’Isola non è un compito dei parlamentari ma del presidente della Regione – ha affermato Floris – oggi emerge un problema politico: la mozione viene presentata dopo le elezioni amministrative che vedono il segretario regionale del Pd contro il presidente della Giunta, bene farebbe la minoranza a presentare una mozione sulla situazione politica».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, pur riconoscendo l’inefficacia di una mozione per risolvere le grandi questioni che attanagliano la Sardegna, si è detto stupido dall’intervento dell’on. Pittalis, in contrasto con le posizioni dei parlamentari del suo partito.

«E’ vero che un ordine del giorno non si nega a nessuno – ha detto Cocco – credo però che oggi sia importante ribadire con forza che il Consiglio pone ancora una volta il problema e rilancia la vertenza Sardegna rispetto alla quale non si sono avute risposte. Ribadiamo la grande fiducia al presidente Pigliaru, a lui occorre dare pieno mandato per rappresentare le rivendicazioni della Sardegna».

Christian Solinas (Psd’Az), citando il magistrato Giovanni Lei Spano che nel 1922 pose per primo la “Questione Sarda”, ha sottolineato come da quasi un secolo nulla sia cambiato. «Il problema è l’approccio alla questione che non riesce a generare i frutti sperati – ha detto Solinas – non c’è solo la condizione d’insularità a penalizzare la Sardegna ma anche quella della densità demografica che, per esempio, fa crescere a dismisura il costo dei servizi di trasporto».

Il consigliere sardista ha poi accusato la Giunta di aver avuto un atteggiamento rinunciatario nei confronti del Governo sulle entrate fiscali. «Il presidente Pigliaru ha parlato di Stato distratto, noi parliamo di Stato coloniale – ha detto Solinas – quando si discute di risorse non dobbiamo dimenticare che abbiamo acceso un mutuo da 700 milioni di euro per rimediare all’assenza dello Stato. Per questo ci vuole coerenza: non possiamo finanziare la distrazione statale indebitando i sardi».

Secondo Pietro Cocco, capogruppo del PD, la questione sarda è datata e complessa per essere affrontata con leggerezza. «Nella mozione non c’è nessuna enfasi, vengono elencati 17 punti, molti di questi sono parte fondante del programma del centrosinistra. Su alcuni molto si è già fatto: vertenza entrate, servitù militari, energia. Si pensi alla convocazione dopo trent’anni della Conferenza nazionale sulle servitù militari o al riconoscimento del regime di essenzialità in campo energetico. Il tema riguarda tutti, ognuno deve fare la sua parte».

Roberto Desini, capogruppo del Cd, dopo aver annunciato il voto favorevole del suo gruppo, ha invitato la minoranza a sostenere la mozione e a trasformarla eventualmente in un ordine del giorno unitario.

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha ricordato gli scritti di Giorgio Asproni e le sue denunce nei confronti dello Stato centrale. «Quello che diceva Asproni è sovrapponibile a quello che diciamo noi oggi. Non è cambiato niente, va bene l’iniziativa dei parlamentari, ma concretamente qual è l’impegno del Governo?».

Dedoni ha poi definito “debole” l’atteggiamento della Giunta nei confronti dello Stato. «Il Governo regionale – ha concluso – si è inchinato rinunciando alle prerogative dello Statuto sardo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la mozione che è stata approvata dall’Aula con 33 voti a favore, 15 contrari e 3 astenuti.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno: la mozione 145 (Cappellacci e più) sull’emergenza migranti in Sardegna. L’ex presidente Ugo Cappellacci  (Forza Italia) ha illustrato la ratio della mozione, sottolineando con forza che non ci sono partiti della solidarietà o contro gli immigrati. Il problema è serio e grave e deve essere affrontato dal governo nazionale con autorevolezza. Non si possono scaricare le responsabilità sui Comuni e sulle forze dell’ordine, senza organizzazione e supporto da parte della Comunità europea che deve tutelare tutte le popolazioni coinvolte, sia quelle migranti, alle quali devono essere garantire condizioni dignitose di accoglienza, sia le popolazioni che ricevono le persone in difficoltà. L’ex presidente ha poi affermato che bisogna assolvere agli accordi internazionale ma con le giuste condizioni. «A nessuno, Presidente, consentiamo di additarci come speculatori, ne vi dovete permettere di trattarci come una piccola minoranza – ha affermato Cappellacci – le chiediamo un’azione più incisiva e di rompere il vostro silenzio, interrotto solo per comparsate al momento degli sbarchi. Vada a vedere come stanno vivendo i migranti».

«Il governo è stato debole sul fronte internazionale ed è emerso anche all’assemblea dell’Anci di oggi – ha aggiunto Ugo Cappellacci – è un problema molto serio e non si può scaricare sui sindaci. Sono favorevole al rimpatrio dei clandestini, ma in primo luogo bisogna bloccare gli sbarchi, creando campi profughi sulle coste africane con l’aiuto dell’Onu». Per questo motivo l’ex presidente ha ribadito quanto contenuto nel dispositivo della mozione: le chiediamo di chiedere l’immediata convocazione di un vertice urgente con il Governo; di proporre la revisione degli accordi precedentemente sottoscritti al fine di rivendicare mezzi e risorse per affrontare l’emergenza; di chiedere l’intervento del Governo al fine di un’equa distribuzione dello sforzo sostenuto da ciascuna Regione per assolvere ai doveri di accoglienza e scongiurare l’ipotesi che la Sardegna diventi in maniera tacita una sorta di grande centro di accoglienza nazionale. «Un governo per essere credibile deve essere capace di manifestare anche la solidarietà nazionale, che non c’è stata per la Sardegna. Presidente deve prendersi carico dei problemi di questa terra, lei non è qui di passaggio. Sì alla solidarietà ai migranti – ha concluso Cappellacci – ma prima la solidarietà ai sardi e agli italiani».

Risentita per le accuse di poca sensibilità sul problema dei migranti anche il vice capogruppo di forza Italia, Alessandra Zedda: «Presidente Pigliaru mi è dispiaciuto essere additata come una meschina per aver manifestato preoccupazione per un problema serio e sotto gli occhi di tutti. A noi non mancano i principi di solidarietà e accoglienza verso i più deboli. Vi abbiamo soltanto detto di stare attenti a un Governo che scarica tutte le responsabilità sui Comuni e sulle forze dell’ordine. Anche io sono d’accordo sull’intervento nei paesi di appartenenza, ma è l’Europa che deve sostenere l’azione. Non deve far gestire alle Regioni, soprattutto a quelle più di difficoltà, un problema come questo». Zedda ha poi aggiunto: «Vorremo poter accogliere chiunque, ma dare loro anche condizioni di vita dignitose. Non vogliamo però fare i buoni a spese dei cittadini dei territori scaricando tutte le responsabilità e la disorganizzazione sulle loro spalle». Il consiglire di Forza Italia ha poi affermato: «Renzi per primo ammette di dover cambiare strategia e noi ce lo auguriamo» e rivolgendosi a Pigliaru ha aggiunto: «Il suo silenzio presidente deve finire e le chiederemo di non lasciarci in assenza di notizie su problematiche così importanti».

Il presidente Ganau ha poi dato la parola a Luigi Lotto (Pd) che ha definito il tema “drammatico e doloroso”: «Quello che accade in quelle realtà è qualcosa di epocale, esseri umani che affrontano qualsiasi pur di sfuggire da una situazione di povertà assoluta e di difficoltà a sopravvivere. Da qui dobbiamo partire: quello che accade là è molto più drammatico di quello che accade qui quando quella piccola quantità di persone sbarcano qui». Il presidente della Quinta commissione ha poi aggiunto: «Oggi ci troviamo a fare i conti con dei nostri fratelli che ci chiedono di essere trattati come tali. Abbiamo un governo che lavora in totale solitudine e che coinvolge regioni, comuni e prefetture. Tutte le Regioni devono affrontare questo problema nel miglior modo. Non condivido il blocco forzato sulle loro coste – ha proseguito Lotto – perché stiamo impedendo a questi poveri uomini di aspirare a una vita migliore. Io chiedo al presidente Pigliaru di partecipare, come sta facendo, alla gestione di questa grave situazione insieme con le altre regioni e al governo».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, citando il sindacato delle forze dell’ordine, ha evidenziato che i Comuni e le forze dell’ordine sono allo stremo e si sentono abbandonate nella gestione di una situazione così grave. «Credo che l’Europa credo ci stia prendendo in giro: sta disattendendo l’agenda sull’immigrazione». Per Tedde: «Questi sfortunati dobbiamo assisterli nelle coste libiche sotto l’egida dell’Onu. Chi viene accolto deve essere accolto con dignità e non, come ho visto con i miei occhi, senza letti, materassi e servizi igienici». L’esponente della minoranza ha poi concluso: «Signor presidente le chiediamo un ruolo attivo».

Il capogruppo del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu, ha denunciato il rischio che nel Comune di Monastir possano essere ospitati oltre mille migranti. «Mi auguro che questo non si verifichi mai – ha dichiarato l’esponente dell’opposizione – e rifiuto l’idea che possa essere appellato come razzista chi chiede integrazione vera e sicurezza per i propri concittadini». «Sono tutte persone meritevoli di aiuto – ha proseguito Fenu – ma serve dimostrare di saperli aiutare». Il consigliere di “Sardegna” ha ribadito la contrarietà alla “tratta di esseri umani” ed ha invitato il Consiglio ad entrare sul tema pratico piuttosto che procedere con considerazioni di politica estera. «Dobbiamo pensare ad una vera integrazione – ha proseguito Fenu – e per questo serve far comprendere ai nostri concittadini in difficoltà che lo Stato riserva loro le stesse premure che sono riservate ai migranti». «Ma come spiegare a un disoccupato sardo che lo Stato assicura 32 euro al giorno a ciascun migrante e non destina un euro per sostenere i disperati senza lavoro?». A giudizio di Modesto Fenu «sono queste le ragioni che rendono sempre più difficoltose le politiche di integrazione perché l’integrazione non è favorita dalla presenza dei centri di accoglienza ma dalla parità di condizioni e dalla comprensione del fenomeno»«Dobbiamo puntare a creare centri di aggregazione – ha concluso Fenu – non centri di stoccaggio di esseri umani».

E’ poi intervenuto il consigliere Attilio Dedoni che ha invitato l’Aula ad evitare atteggiamenti da curva sud. «La questione va affrontata in modo diverso, non può essere il Parlamento dei sardi a chiedere interventi allo Stato e all’Ue per la soluzione di problemi internazionali».

Dedoni ha quindi sottolineato la necessità di uno sforzo maggiore da parte dell’Unione Europea: «Non si può chiedere alla Sardegna un contributo che non è in grado di dare – ha detto il capogruppo dei Riformatori – dico no alle dinamiche egoistiche, ma non si può far passare tutto. La Sardegna è un ponte tra l’Africa e l’Europa, è un’isola di pace, ma non può farsi carico delle inefficienze altrui. Occorre cominciare a riflettere e capire che serve un’azione internazionale per dare ai migranti una possibilità di sviluppo nella loro terra».

Per Angelo Carta (Psd’Az) non è in discussione il principio di solidarietà, «i sardi da sempre esercitano l’accoglienza in maniera unica».

Il capogruppo sardista ha poi stigmatizzato l’azione del Governo nazionale che non ha stretto accordi con gli Stati dell’altra sponda del Mediterraneo per limitare i viaggi della speranza. «Quanto ha contribuito il bombardamento della Libia? Perché non si stringono accordi sul posto per sgonfiare il fenomeno? – si è chiesto Carta -. Quale ruolo ha l’Europa?». Secondo Carta, l’unica speranza dei migranti è la solidarietà della gente. «Come stupirsi se i cittadini diventano intolleranti di fronte a un fenomeno non governato. Quando i cittadini hanno paura le reazioni possono esser inconsulte e letali per la democrazia. Mafia Capitale ha dimostrato che i migranti sono un affare che rende più della droga. Pretendere ancora più solidarietà senza supporto del Governo è qualcosa di inaccettabile che rischia di far scoppiare un conflitto interno alle nostre comunità».

Luca Pizzuto (Sel), ha parlato di razzismo strisciante che si sta diffondendo fuori dell’Aula e tra alcuni movimenti e forze politiche. Il consigliere di maggioranza ha poi letto il famoso passo del Vangelo di Matteo in cui Gesù, parlando ai discepoli, esaltava la virtù dell’accoglienza dei poveri e dei diseredati, ponendo la questione della solidarietà come una questione di civiltà che ha radici profonde nella cultura occidentale.

Pizzuto ha poi citato i due santi più venerati in Sardegna, Sant’Antioco e Sant’Efisio, provenienti rispettivamente dalla Mauritania e dalla Siria e si è detto “orgoglioso” di essere rappresentato da un presidente come Francesco Pigliaru che ha prestato grande sensibilità e attenzione alla questione migranti.

Il consigliere di Sel, infine, ha ricordato quanto sta succedendo a Carbonia: «Uno dei territori più poveri d’Europa ha accolto in modo straordinario i migranti. Andate a vedere che cosa succede nei centri di accoglienza, stiamo parlando di persone che hanno attraversato il deserto e hanno rischiato la vita in  mezzo al mare. L’Europa sbaglia, ma la Turchia per colpa di un prodotto come l’Isis, creato dall’Occidente, sta accogliendo oggi un milione e trecentomila profughi».

Il capogruppo di Area Popolare Sarda, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato, in apertura del suo intervento, piena condivisione per le dichiarazioni del presidente dell’Anci Sardegna: «Sì alla solidarietà, no all’improvvisazione». Il consigliere della minoranza ha ribadito che «gli immigrati non hanno interesse a restare in Sardegna e che la loro meta sono i grandi Paesi del Nord Europa». Rubiu ha quindi rimarcato lo scarso ruolo dell’Unione Europea ed il rischio dell’insorgere dei conflitti sociali in Italia e in Sardegna. «Ma la Sardegna – ha sottolineato il capigruppo – può offrire solo un’accoglienza temporanea perché non abbiamo le forze per affrontare una questione così grande». Gianluigi Rubiu ha parlato di «momentaneo sostegno umano e sociale» ed ha concluso evidenziando la grande sensibilità riscontrata tra gli operatori e tra i volontari dei centri di accoglienza in Sardegna.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha definito “banale” l’intervento del consigliere Ugo Cappellacci (Fi) sul tema dell’immigrazione e “incentrata sul populismo” la mozione 145 “rivolta alla pancia della gente”. «Prendo atto con amarezza – ha proseguito l’esponente della maggioranza – che anche in Sardegna avanza il pregiudizio populista su un tema così delicato». Il capogruppo del Pd ha quindi svolto considerazioni di carattere generale in ordine al fenomeno dell’immigrazione in Italia («è un fenomeno relativamente recente che ha avuto inizio avvio con la disgregazione dei paesi dell’Est europeo») ed ha ricordato i dati del rapporto di Frontex per affermare che la maggior parte degli sbarchi è originata dalla fuga dei popoli dalle guerre in Siria, Somalia ed Eritrea. Cocco ha quindi affermato che l’Italia accoglie un 15esimo dei rifugiati accolti in Germania e un quarto di quelli accolti in Inghilterra. «L’Europa deve però affrontare questa emergenza – ha dichiarato l’esponente democratico – in linea con quanto affermato nell’agenda europea dell’emigrazione». Pietro Cocco ha quindi ricordato che anche la Sardegna deve fare la sua parte ed ha evidenziato che sono stati trasferiti nell’Isola lo scorso maggio circa 1.000 migranti a fronte di una quota di 2.056.

Il presidente della Regione, a nome della Giunta, ha ringraziato «il Consiglio per un dibattito che si è articolato sui problemi concreti e sulle soluzioni possibili, le comunità della Sardegna e tutti gli operatori delle forze dell’ordine e delle istituzioni per il lavoro svolto in condizioni molti difficili e la Sardegna ha mostrato il suo volto migliore di fronte ad una emergenza di proporzioni enormi». «Siamo di fronte ad un problema – ha aggiunto – che non prevede ricette troppo facili o scorciatoie; ci sono soluzioni come quella degli Stati Uniti, che pure sono diventati grandi anche attraverso flussi migratori certamente controllati spesso in modo rigido con la costruzione di muri al confine, ma restano alcuni dati di fondo da cui non si può prescindere». «La differenza di reddito fra un eritreo ed un italiano – ha ricordato Pigliaru – è di 50 volte, nel Ghana 22 volte, fra Usa e Messico di appena 5 volte; l’Africa è un continente di assurda povertà e noi non possiamo costruire muri e, quanto all’aiuto ai Paesi sottosviluppati lo abbiamo fatto per decine di anni aiutando spesso classi dirigenti locali corrotte e sprecando risorse». «La realtà – ha spiegato il presidente – è che ci vuole moltissimo tempo per ridurre divari così ampi, i flussi sono molto grandi e dureranno molto a lungo, il vero scandalo è una Europa chiusa ed egoista, che o apre le sue porte o questo problema non sarà governabile da nessuno Stato e tanto meno da una Regione». «C’è bisogno di accoglienza – ha detto ancora Pigliaru – che deve includere anche il momento della post-emergenza, perché le persone  costrette a vivere in condizioni inaccettabili vengono spinte ai margini della società con tutto quello che ciò comporta; possiamo presentare il conto al Governo per i costi straordinari legati alla sanità ed alla protezione civile e parleremo di questo proprio domani col ministro Angelino Alfano, sottolineando che dopo l’emergenza bisogna dare dignità alla presenza dei migranti per evitare fenomeni di ostilità e definendo, nello stesso tempo, un nostro livello di sostenibilità». «Su 100 lavoratori attivi in Italia – ha affermato inoltre Pigliaru – 10 sono stranieri e 4 su 100 in Sardegna, mentre in Italia la presenza di stranieri è al 6% e all’1.5% in Sardegna; da un certo punto di vista ci sono spazi comprendendo però che oltre un certo livello non si può andare; i flussi devono essere regolati da procedure che da noi sono troppo lente perché i migranti devono poter restare ma anche essere liberi di spostarsi, perciò chiederemo al Governo di essere aiutati anche per la nostra condizione di insularità definendo tempi di permanenza molto brevi, e verificando la possibilità di impiegarli in lavori utili per la comunità ospitante, insomma chiederemo risorse e faremo proposte, riferendo puntualmente al Consiglio».

Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) nella sua replica ha affermato che «ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, non bastano le parole o le citazioni di esempi virtuosi come Carbonia che fanno da contraltare alla situazione indecorosa di Santa Maria La Palma, perché è sbagliato non voglio prendere ad esempio il meglio perché non rappresenta la realtà». «I dati forniti dal presidente – ha proseguito – non dicono tutto perché sono riferiti a lavoratori integrati ma non può essere quello il parametro di riferimento; avrei gradito maggiore chiarezza, più che maggiori risorse va sollecitata la revisione degli accordi e la distribuzione equa dei migranti sui territori mentre è apprezzabile il riferimento allo snellimento delle procedure sui transiti all’origine di casi estremi come quello di Ventimiglia». «Accolgo positivamente ma con beneficio di inventario – ha concluso – i contenuti esposti dal presidente Pigliaru, ma la prova sarà come sempre quella dei fatti, condividendo strategia ed iniziative non solo con la maggioranza ma con tutta l’Aula».

Per dichiarazione di voto, il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha apprezzato l’intervento del presidente Pigliaru ispirato alla concretezza ed alla individuazione delle soluzioni possibili, sottolineando che «siamo di fronte ad un problema enorme che interroga ogni giorno le coscienze di tutti noi e soprattutto chi ha responsabilità pubbliche; bisogna però avere il coraggio di porsi il senso del limite e di capire fino a dove possiamo arrivare, senza continuare a subirlo magari con nobili motivazioni».

Il capogruppo del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu (Zona Franca) ha apprezzato la posizione espressa dal presidente soprattutto quando si è riferito alla necessità di comprendere la complessità del fenomeno dell’immigrazione e del rapporto fra migranti e Paesi ospitanti per tendere ad una vera integrazione. «Chiediamo all’Europa – ha suggerito – di creare un centro di eccellenza euro mediterranea dell’integrazione».

Voto favorevole è stato annunciato dal consigliere Marco Tedde (Forza Italia), ribadendo che «bisogna capire fino a quanto possiamo arrivare, capendo quali sono i nostri limiti». Per Paolo Truzzu (Fdi), favorevole alla mozione, bisogna dire sì all’accoglienza ma si deve trovare una soluzione che garantisca a tutti l’occupazione, non soltanto ai migranti. Contrario alla mozione Antonio Solinas (Pd): «Il fenomeno dell’immigrazione non è emerso oggi, ma lo abbiamo affrontato già nella scorsa legislatura. Non bisogna accostare il fenomeno dell’immigrazione con quello della disoccupazione». Voto contrario alla mozione è stato annunciato dal consigliere del Centro democratico, Annamaria Busia, perché l’argomento è stato affrontato nel modo sbagliato. «Credo che di questa mozione non si abbia bisogno. E’ una mozione inutile. La Regione sta già agendo nel modo corretto». Luigi Lotto (Pd) si è detto d’accordo con il consigliere Fenu nel realizzare nell’Isola azioni di eccellenza per quanto riguarda l’integrazione. «Se pensiamo che a breve arriveranno 10 o 20mila persone – ha concluso Lotto – dico ai colleghi e ai sindaci: prepariamoci ad accoglierli».

Ignazio Locci (FI) ha dichiarato il suo voto favorevole spiegando che le paure sollevate sono le stesse rappresentate oggi dall’Anci. Luca Pizzuto (Sel) ha poi affermato: «Non sentiamo di condividere la mozione e riteniamo che l’immigrazione possa essere un’importante risorsa per la Sardegna». Voto favorevole è stato, infine, annunciato dal capogruppo demi Riformatori sardi, Attilio Dedoni. Ugo Cappellacci (FI) ha detto di essere rimasto «senza parole nel sentire alcune dichiarazioni della maggioranza che denotano una chiusura mentale incredibile». Roberto Desini (Cd) ha annunciato il contrario alla mozione per l’approccio ideologico utilizzato. Angelo Carta (Psd’Az) ha invece annunciato il voto a favore, sottolineando la bontà dell’azione richiesta al presidente nel testo.

Il presidente Ganau ha messo la mozione in votazione, che è stata respinta con 25 voti contrari e 17 favorevoli.

I lavori sono stati chiusi, il Consiglio si riunisce questa mattina alle 10.30.

L’insularità è un problema di fondo della Sardegna, da cui discende il pesante gap infrastrutturale che la regione sconta e che si è aggravato negli ultimi anni. Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, intervenendo questo  pomeriggio nell’aula del Consiglio regionale, in risposta ad una mozione presentata dal Centro Democratico.Il presidente Pigliaru ha sottolineato come, da parte dello Stato, nei confronti della Sardegna, si debba registrare una «distrazione storica». «Ed è il momento di affrontare il problema portando avanti un piano di azione forte e preciso», ha proseguito il presidente, citando poi alcuni dati: nel 2001 fatto pari a 100 il dato della rete ferroviaria nazionale la Sardegna aveva un indice di 24,5, sceso a 17 nel 2012. Per quanto riguarda l’indice generale infrastrutturale, nel 2001 era pari al 74%, mentre nel 2012 era sceso al 50%. Francesco Pigliaru ha ricordato di aver consegnato al presidente del Consiglio Matteo Renzi, in occasione della recente visita ad Olbia, il dossier insularità «con svantaggi che si traducono in gravissimi problemi di trasporti, di mobilità interna soprattutto sul fronte delle ferrovie, così come di approvvigionamento energetico, essendo l’unica regione senza il metano».

«I costi sommati di queste carenze sono enormi e vanno mitigati con urgenza. Tutte le forze politiche devono essere concentrate su questi obiettivi», ha detto il presidente chiamando il Consiglio all’unità e sottolineando infine come le prime risposte da parte del Governo, in base agli accordi presi, debbano arrivare per settembre. Entrando nel dettaglio, Francesco Pigliaru ha toccato il punto della continuità territoriale «che non siamo più disposti a pagarci da soli, con i nostri soldi. Serve un contributo importante da parte dello Stato. La Sardegna deve essere collegata da un ponte virtuale, che sia facilmente utilizzabile da chiunque, sardi e non sardi, per viaggiare con tempi certi e a prezzi contenuti. In più dobbiamo poter collegare i nostri aeroporti tra loro, con un servizio ferroviario che oggi è uno scandalo, con una rete che pretendiamo venga ammodernato al più presto». 

Il presidente Pigliaru ha ricordato, infine, i vari altri punti che sono oggetto di interlocuzione con il governo, dalle servitù militari alla vertenza entrate sino alle grandi crisi industriali, citando Alcoa e Meridiana, in cui «ci siamo mossi con determinazione e impegno. Se Alcoa sarà acquisita da una multinazionale sarà per il lavoro che abbiamo portato avanti con convinzione e non perché qualcuno ci sta regalando il risultato. Il governo ci sta affiancando lungo il percorso europeo, per superare gli eventuali ostacoli collegati alla normativa comunitaria sugli aiuti di Stato».

Francesco Pigliaru 1 copia

 

La situazione del cinema in Sardegna, con l’annoso problema dei finanziamenti 2015 che rischiano di essere persi, sarà al centro della conferenza stampa che Moviementu Rete del Cinema Sardegna (associazione che riunisce buona parte degli operatori del cinema e dell’audiovisivo dell’isola) ha indetto per domani, mercoledì 17 giugno alle 10,30, davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Cultura, in viale Trieste 180 a Cagliari.

In mattinata sarà consegnerà anche una lettera aperta all’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e alla commissione Cultura del Consiglio regionale per chiedere di non perdere il treno dei finanziamenti 2015, ancora fermi nonostante le cifre dedicate alla Legge cinema siano presenti da tempo nel bilancio regionale. 

Oltre a Paolo Zucca, Enrico Pau, Bonifacio Angius, Marcantonio Pani ed Enrico Pitzianti, Stefania Grilli e Francesco Panfili, membri di Moviementu, firmano la lettera anche Giovanni Columbu, Salvatore Mereu, Gianfranco Cabiddu, Peter Marcias, Filippo Martinez, Iacopo Cullin, e altri 250 professionisti del cinema.

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Sinistra Sarda è contraria al trasferimento degli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro nei locali di Via San Simone. Il segretario regionale, Giovannino Deriu, stamane ha diffuso una nota nella quale Sinistra Sarda «esprime netta contrarietà all’intenzione dell’Amministrazione regionale di trasferire gli uffici dell’assessorato del Lavoro nei locali di Via San Simone. Ci pare una scelta scellerata che comporterebbe un ingiustificabile aggravio di costi per le casse della Regione. L’urgenza di procedere con importanti lavori di messa in sicurezza nell’attuale sede dell’Assessorato – aggiunge Deriu – non giustifica l’immediato e totale sgombero del palazzo di Via XXVIII febbraio. E’ possibile procedere con i lavori senza interruzione dell’attività negli uffici della storica sede. Persino in grandi ospedali vengono realizzate importanti opere di restauro e rifacimento degli impianti, piano per piano, senza che venga ravvisata da nessuno la necessità di uno sgombero integrale. Ma allo stato attuale, non soltanto non si ha notizia circa l’avvio di questi lavori, ma da troppo tempo non c’è traccia neppure dei lavori di manutenzione ordinaria da parte dell’Amministrazione.»

«L’edificio di Via XXVIII febbraio – sottolinea ancora Giovannino Deriu – presenta caratteristiche di strategicità funzionale all’utenza che non trovano riscontro in nessun’altra struttura in capo all’Amministrazione Regionale nella città di Cagliari; al contrario, i locali di Via San Simone, circoscritti nell’area di pertinenza di un centro commerciale, sono privi di aree parcheggio, posto che quelli esistenti sono a disposizione del supermercato. Gli stessi sono difficilmente raggiungibili per via pedonale (con un’elevata messa a rischio della rilevata utenza e del personale che non può utilizzare altri mezzi di trasporto), non sono serviti dai mezzi CTM che hanno fermate molto lontane dallo stabile e viaggiano solo in orari e con linee limitate. Abbandonare una prestigiosa e funzionale sede di proprietà per poi dover ricorrere a locali in affitto che comportano onerosi contratti di locazione con durata incerta e indefinita, contrasti palesemente i principi di economicità ed efficienza che la stessa Giunta regionale pareva aver adottato.»

«Sono queste le ragioni che ci inducono a chiedere che attorno a questa operazione venga fatta chiarezza e che la Regione operi nella massima trasparenza quando si tratta di utilizzo di risorse pubbliche nonché di organizzazione di uffici e servizi pubblici che abbiano al centro i diritti della collettività, non gli interessi di qualcuno. Rivolgiamo la richiesta di chiarezza e trasparenza al presidente Francesco Pigliaru, all’assessore competente Cristiano Erriu e all’assessora Virginia Mura direttamente interessata dal trasloco. Buon senso e ragionevolezza imporrebbero di sospendere ogni ulteriore atto volto a dare esecutività alle intenzioni dell’Amministrazione in ordine al trasferimento in oggetto. Riteniamo sia così possibile – conclude Giovannino Deriu – una valutazione più attenta rispetto all’economicità della dismissione dello stabile di Via XXVIII febbraio e in relazione allo spreco di denari pubblici per contratti di locazione sine die.»

Giovannino Deriu

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha incontrato questa mattina i rappresentanti della Fasi Italia, federazione che riunisce i circoli dei sardi in Italia, presieduta da Serafina Mascia, affrontando i temi legati a insularità, Expo, promozione dei prodotti sardi.«Stiamo lavorando intensamente sulla insularità, e superare gli svantaggi che ne derivano è una priorità. Sulla continuità territoriale, in particolare, abbiamo aperto interlocuzioni con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. La nostra posizione è netta e chiara: vogliamo una continuità molto più ampia, ma il Governo deve fare la sua parte. Non può essere tutto a carico nostro», ha esordito il presidente Pigliaru, rammentando che alla continuità territoriale si legano anche i trasporti interni, in cui la debolezza, specie della rete su ferro, «si sconta con la mancanza di collegamenti tra gli aeroporti e non ci permette di specializzare e seguire la vocazione di ogni aeroporto».

«È fondamentale il ruolo dei Circoli sia nell’organizzazione di eventi propri che nel partecipare e sostenere iniziative già esistenti per la promozione del territorio – ha proseguito il Presidente –. Crediamo esista un reale potenziale dei Circoli anche sul fronte dell’internazionalizzazione delle aziende sarde, a partire dall’Expo. Dobbiamo capire insieme se e come, attraverso le vostre organizzazioni, si possano aprire possibilità interessanti anche per piccole aziende, che non rientrano nelle catene nazionali della grande distribuzione.»

 

Moviementu Rete Cinema Sardegna, l’associazione che riunisce una buona parte degli operatori del cinema e dell’audiovisivo dell’isola, consegnerà una lettera aperta all’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e alla commissione Cultura del Consiglio regionale, contenente un appello a non perdere il treno dei finanziamenti 2015, ancora fermi nonostante le cifre dedicate alla Legge cinema siano presenti da tempo nel bilancio regionale, mercoledì 17 giugno, durante una conferenza stampa in programma a partire dalle 10,30, davanti alla sede dell’assessorato alla Cultura, in viale Trieste 180 a Cagliari.

L’iniziativa è stata presa per cercare di evitare la perdita di quei sostegni che avrebbero una ricaduta altissima sul territorio regionale.

Per i soci di Moviementu è evidente il totale disinteresse e l’incapacità della Giunta Pigliaru e dell’assessorato alla Cultura a sostenere un settore più che mai vivo e ricco di eccellenze. 

Considerato che i bandi della legge cinema non vengono emanati da due anni e che, in particolare quelli per la produzione di lungometraggi mancano da ben cinque anni, con grave pregiudizio per l’intera filiera cine-audiovisiva, considerato che l’Assessorato e la Giunta tutta  si sono finora dimostrati incapaci di applicare e far rispettare la legge cinema, l’associazione ha deciso  di organizzare una conferenza stampa con incontro pubblico con lo scopo anche di illustrare meglio i dettagli di una situazione che costringe a non poter lavorare centinaia di operatori del settore e quindi non più tollerabile.

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Azioni a tutto campo mirate e specifiche, con l obiettivo condiviso di raggiungere risultati chiari e precisi sul fronte della destagionalizzazione già nel 2016, con un aumento delle presenze turistiche a maggio e ottobre. È stato questo il centro dell’incontro, svoltosi ieri nella sala Giunta di viale Trento, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore del Turismo Francesco Morandi, l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana e i vertici regionali dell’Associazione industriali e di Confcommercio, Confesercenti e Confapi.
«Lavoriamo insieme su questa scommessa – ha detto il presidente Pigliaru -. Stiamo affrontando problemi di cui si parla da sempre: dare stabilità al settore soprattutto attraverso la destagionalizzazione. Ora è tempo di agire». La proposta, accolta da tutti i partecipanti, è stata quella di «elaborare insieme un breve documento che ci impegni a definire le azioni che ci servono per raggiungere l obiettivo condiviso».Francesco Pigliaru ha sottolineato l’importanza di individuare mercati di riferimento e presentare un territorio in grado di dare risposte in termini di attrazione e di servizi, con precise ipotesi di prodotto, costruendo e promuovendo la destinazione in modo integrato. «Sappiamo bene che è necessario mettere in linea i trasporti con le strutture ricettive, garantendo la mobilità interna e percorsi fruibili anche fuori stagione, ma sappiamo anche di dover fare i conti con una condizione che ci rende diversi dagli altri – ha concluso il presidente Pigliaru -. Siamo un’isola, con tutti gli svantaggi che ne derivano, a cominciare dalla mobilità, e che dobbiamo assolutamente superare. Per questo il tema dell’insularità è al centro del nostro lavoro con il governo e con l’Europa».All’incontro con i rappresentanti dei comparti produttivi isolani è stato rimarcato quanto la Regione sia attenta alle esigenze degli operatori e ai cambiamenti del mercato. «Le associazioni di categoria rappresentano un interlocutore importante per la programmazione turistica e la strategia regionale – ha dichiarato l’Assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Morandi – e si rafforza l’impegno reciproco a lavorare su temi di interesse comune». Dalla promozione dell’offerta alle scelte urbanistiche, dal lavoro al sistema dei trasporti, si tratta di continuare ad operare in una prospettiva di programmazione unitaria per definire un’agenda di interventi condivisa.

L’assessore Morandi ha poi affrontato la questione normativa e della lotta all’abusivismo: «Sono pronte nuove regole per il turismo regionale, in grado di sostituire una legislazione del tutto obsoleta e inutilmente rigida, ispirate a criteri di semplificazione e sburocratizzazione. Un quadro normativo in cui tutti gli attori regionali dell’ospitalità e del turismo operino secondo criteri rigorosi di professionalità, per restituire competitività al sistema e mettere in campo azioni concrete contro l’abusivismo». Attraverso la programmazione dei fondi europei, si stanno individuando strumenti idonei a sostenere l’occupazione e consentire alle imprese di beneficiare di incentivi per la riqualificazione delle strutture ricettive e la creazione di nuovi servizi.

Il quadro generale di riferimento del trasporto aereo è cambiato: è sempre più difficile investire a sostegno delle rotte senza incorrere in una procedura di infrazione della Commissione europea. «Alla luce di ciò abbiamo individuato delle soluzioni che ci consentiranno di investire non pochi milioni sulla destagionalizzazione», ha aggiunto l’assessore dei Trasporti Deiana. È stato studiato un bando per azioni di pubblicità destinato alle agenzie, attraverso il canale dei vettori aerei, su collegamenti tra mercati obiettivo. Ovvero, Gran Bretagna, Spagna, Francia, Germania, Austria, Svizzera e Belgio. Quest’anno sono disponibili 6,3 milioni di euro, l’anno prossimo 9. L’avviso si chiuderà a fine luglio.

Un altro intervento importante si riferisce alla nuova continuità territoriale 2, indirizzata non più a destinazioni interne ma comunitarie: «Con 13,6 milioni per i prossimi tre anni abbiamo programmato un investimento di sviluppo territoriale che si colloca al riparo dai rilievi di Bruxelles – ha spiegato ancora Deiana -. Pubblicheremo un altro bando per la presentazione di manifestazioni di interesse per tutti i vettori che si impegneranno a garantire collegamenti nei periodi di bassa stagione con una, due o tre frequenze settimanali. Il progetto è pronto e sarà sempre dedicato ai mercati obiettivo. Rafforziamo così – ha concluso Massimo Deiana​ – il network internazionale».

 

Accordo in Ogliastra

È stato firmato oggi a Tortolì l’accordo tra il Ceo della Saldimpianti Romeo Ingrosso e la delegazione irachena guidata dal governatore della provincia di Al-Anbar, Sohaib Ismael Mahmoud. Si tratta di un investimento importante, dal quale la Sardegna e in particolare l’Ogliastra si aspettano ricadute economiche e lavorative di notevole rilevanza, che è stato presentato in mattinata al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regionale dell’industria Maria Grazia Piras.

«Si tratta di una grande opportunità per la Sardegna – ha affermato il Presidente Pigliaru -. Dobbiamo abituarci a cogliere i vantaggi della globalizzazione superandone il timore. Il compito della Regione è quello di creare le condizioni perché gli investitori seri che arrivano dall’estero scelgano la Sardegna – ha proseguito il presidente della Regione, ricordando che è solo di pochi giorni fa la partenza di un importante progetto con un altro paese arabo – e c’è tutto il nostro impegno per accompagnare le nostre imprese in percorsi come questo.»

«Siamo consapevoli di essere una regione piccola e pertanto dobbiamo cercare sempre piu spazio nei mercati esteri, gli unici in grado di farci crescere a ritmi sostenuti e di creare posti di lavoro», ha sottolineato Francesco Pigliaru intervenendo dopo il Governatore iracheno che, nel pomeriggio, firmerà il contratto con l’azienda ogliastrina per la progettazione e la costruzione di una raffineria di petrolio di grandi dimensioni, in parte da realizzarsi in Sardegna, per un valore stimato di 4/5 miliardi di euro.

«Contratti di questa grandezza – ha proseguito il presidente Pigliaru – si trovano principalmente nei mercati esteri e generano opportunità che vanno ben oltre la singola impresa coinvolta, potendo aprire potenzialità per l’intera Sardegna, incluse le piccole imprese, a condizione che ci sia la volontà di lavorare insieme. Siamo ben felici di supportare le nostre aziende nei mercati internazionali e ci auguriamo che queste facciano da apripista a molte altre realtà produttive dell’isola.»

E’ molto positivo anche il commento dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, che definisce il successo di Saldimpianti «un successo del territorio ogliastrino e dei lavoratori che rappresentano il prezioso capitale umano, di competenze e di professionalità dell’azienda. Dobbiamo prendere esempio da queste realtà virtuose non solo per fare, come già abbiamo fatto, dell’internazionalizzazione un asse portante del progetto di sviluppo regionale, ma anche per favorire in ogni forma i processi di aggregazione tra i soggetti d’impresa che ne aumentano la massa critica e la capacità di affrontare nuovi mercati – ha poi aggiunto l’assessore dell’Industria -. La quale, in conclusione, ha ricordato l’importanza di dedicarsi tutti, governo regionale e locale, partenariato economico e consorzi, a favorire i progetti di integrazione di filiera che rendono i sistemi produttivi locali più solidi e competitivi e favoriscono le azioni di chiamata selettive di nuove imprese esterne».

 

«La stagione di salvamento balneare nel Sulcis Iglesiente è a rischio. Non solo la Regione ha ridotto i fondi che annualmente stanzia per il progetto, ma addirittura le Province, chiamate a mettere sul piatto proprie risorse da sommare a quelle rese disponibili dalla Giunta regionale, si trovano a corto di soldi da destinare al programma. Intanto l’estate è ormai alle porte e l’isola non è in grado di garantire ai vacanzieri un servizio di salvamento balneare degno di una terra che ambisce a fare del turismo una fetta consistente della propria economia.»

Lo sostiene Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Soltanto per la Provincia di Carbonia Iglesias, che conta un consistente numero di comuni costieri (undici quelli interessati dal progetto) – sottolinea Ignazio Locci -, occorrono ben 170mila euro: la Regione fino all’anno scorso ne stanziava 70mila (quest’anno 66mila) mentre il resto veniva garantito dall’ente intermedio con risorse attinte dal proprio bilancio. Ma per l’annualità 2015 la Provincia, attualmente in fase di gestione commissariale, si trova a corto di quattrini (nella stessa situazione versano le altre province della Sardegna) per programmare gli interventi. Occorre chiedersi come sia possibile, all’otto di giugno, trovarsi in questa difficile e gravissima situazione. Il pericolo è che, ammesso il servizio prenda avvio (ed è naturalmente quello che ci si augura), possano registrarsi ritardi inaccettabili.»

«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, che non perdono occasione per dimostrarsi inadeguati alla gestione delle esigenze della Sardegna – conclude Ignazio Locci -, devono immediatamente porre rimedio al problema, aumentando i fondi a disposizione e garantendo alle province, ancorché commissariate, di elaborare un adeguato programma provinciale operativo di salvamento a mare.»

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Il capogruppo del Centro Democratico Sardegna in Consiglio regionale, Roberto Desini, ha scritto al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità, Luigi Arru, nella quale contesta il ricorso alle chiamate al lavoro tramite le agenzie interinali alla Asl 1 di Sassari.

«Alla Asl di Sassari cambiano i manager ma non cambiano i metodi per le assunzioni – denuncia Roberto Desini –. Anzi, nella sanità sassarese si continua a ricorrere alle chiamate al lavoro tramite le agenzie interinali, ignorando le graduatorie create con i concorsi pubblici già espletati e penalizzando coloro i quali quei concorsi li hanno superati e aspettano da tempo di entrare in azienda».

Il capogruppo del Centro Democratico cheide un intervento deciso della Regione affinché i vertici dell’azienda sanitaria sassarese smettano di ricorrere a un metodo di assunzioni già fortemente criticato dal centrosinistra in passato, quando a metterlo in pratica sistematicamente era un governo di centrodestra.

«Con le deliberazioni n° 287 e 288 del 19  maggio 2015 il commissario straordinario della Asl 1 ha  disposto l’assunzione di un collaboratore amministrativo categoria D, da assegnare al Dipartimento di Prevenzione per un periodo di quattro mesi e di un collaboratore amministrativo part-time categoria D da assegnare all’Unità Operativa di Oncologia Medica per un periodo di sei mesi. Inoltre, con la delibera n° 339 del 30 maggio 2015, lo stesso commissario straordinario ha prorogato per quattro mesi il contratto di assistente amministrativo categoria C assegnato al Servizio Affari Generali e Comunicazione. Tutto questo ricorrendo a chiamate di personale interinale e non attingendo dalle graduatorie dei concorsi pubblici già espletati – denuncia Desini -. Tutto ciò è assurdo per diversi aspetti: in primo luogo perché coloro i quali hanno superato un concorso e si trovano in graduatoria in attesa di un contratto, si vedono scavalcati da chi addirittura non aveva superato nemmeno le preselezioni concorsuali – aggiunge il capogruppo del CD -. È da rilevare le scelte dei vertici Asl si pongono in contrasto con i più recenti orientamenti normativi e giurisprudenziali. Lo scorrimento delle graduatorie si pone come la modalità ordinaria di reclutamento del personale, alla luce della necessità di contenere la spesa pubblica e in ossequio ai principi di trasparenza e di imparzialità che presiedono all’operato della pubblica amministrazione. Proprio in quest’ottica, l’art. 5 della legge regionale 07.11.2012, n. 21 stabilisce che il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo da parte delle aziende sanitarie è ammesso nella misura del 2 per cento della spesa per il personale di ciascuna azienda – sottolinea ancora il capogruppo del CD -. Qualcuno dimentica che il ricorso sistematico alle assunzioni di interinali è stato denunciato e criticato dai partiti del centrosinistra quando a farne un uso indiscriminato era il centrodestra. Tutto questo è inammissibile, per questo ho scritto una lettera al presidente Pigliaru e all’assessore Arru, informandoli dei fatti e chiedendo un loro intervento affinché il commissario straordinario proceda al ritiro delle deliberazioni sopra citate e ristabilisca la prassi corretta nel reclutamento di personale da parte delle aziende sanitarie locali. Inoltre – conclude Roberto Desini -, alla prima seduta utile denuncerò il comportamento della Asl n°1 alla Commissione di inchiesta sulla Sanità, che si insedierà il 16 giugno, e di cui faccio parte.»