29 March, 2024
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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze.

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente.

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa , una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

Allegato il servizio fotografico di Nadia Pische

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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze. 

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente. 

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa, una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

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