21 December, 2025
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«La Giunta Pigliaru reperisca immediatamente le risorse per garantire continuità ai progetti dei musei e dei siti archeologici.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna che sottolinea come «ancora una volta gli operatori di musei e siti archeologici sardi si vedono costretti ad appellarsi ad una Giunta regionale incapace di garantire continuità alla fruizione dei beni culturali della Sardegna, perché per nulla lungimirante e dedita soltanto all’attività del taglio indiscriminato ai fondi».

«Il rischio, denunciato in ripetute circostanze – sottolinea ancora Ignazio Locci -, è che se la Regione non recupera le somme necessarie (circa due milioni e mezzo di euro), da settembre sarà a repentaglio l’apertura di numerosi musei e siti archeologici dell’Isola. Ma gli appelli lanciati all’assessore Claudia Firino entrano in un orecchio ed escono dall’altro. Al massimo, ciò che si può riuscire a strappare è la solita promessa da marinaio del presidente Pigliaru, che già in passato aveva rassicurato gli operatori del settore. Ma tant’è: oggi siamo ancora qui a chiedere atti concreti per assicurare la normale attività dei siti.»

Museo Sant'Antioco

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«La Sardegna, grazie all’intervento della Regione, è stata l’unica ad ottenere il rinvio del pagamento dei conguagli stabiliti una tantum dall’Autorità sui consumi effettivi del 2012 fatturati entro il 2014; si tratta di somme già incassate per intero sul territorio nazionale mentre gli utenti sardi, invece, potranno pagare in media 150 euro in 4 anni divisi in 8 rate semestrali, pari a circa 3 euro al mese.»

Lo ha dichiarato l’Ad di Abbanoa Alessandro Ramazzotti nel corso di una audizione davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonello Solinas (Pd).

Riferendosi alle polemiche che hanno accompagnato il provvedimento, Ramazzotti ha lamentato «il clima di strumentalizzazione preoccupante che sta mettendo inutilmente in agitazione molte famiglie ed una sorta di tesseramento della protesta cui si era già assistito in occasione dei depositi cauzionali, poi riconosciuti (e non poteva essere altrimenti) del tutto legittimi».

«Siamo un’azienda che sta investendo risorse importanti – ha aggiunto Alessandro Ramazzotti ricordando fra l’altro l’impegno di 45 milioni per ridurre le perdite della rete – con i conti in ordine e programmi di riorganizzazione in parte già avviati che interesseranno gli sportelli sul territorio, le manutenzioni (con gli operatori che lavoreranno col tablet), le letture dei contatori (ne sono state effettuate più di 600.000 per poter lavorare su consumi reali e non presunti) ed i rapporti con l’utenza, grazie alla crescita costante del nostro call center con 30 unità.»

«Tuttavia – ha riconosciuto – la qualità complessiva del nostro servizio è ancora scadente sia a causa del gap infrastrutturale sia per un fatto di cultura e di scarsa conoscenza della complessità industriale del ciclo dell’acqua, tutti fattori riconducibili in qualche modo alla pesante eredità del passato; sappiamo che c’è da lavorare molto e siamo impegnati ogni giorno a migliorare l’efficienza dell’azienda, consapevoli che sarà un percorso difficile e necessariamente graduale.»

Soffermandosi poi sulla riscossione, Ramazzotti ha affermato che «purtroppo, la Sardegna è ancora una delle Regioni più morose ma, anche qui bisogna distinguere nel senso che, ad esempio, i pensionati sono ottimi pagatori ed è nostro compito anche separare i lupi dagli agnelli». «Siamo disponibili – ha detto infine – a lavorare a proposte come quella del bonus idrico, che già esiste in Veneto, per contribuire ad un fondo per il sostegno agli utenti più bisognosi e realmente in difficoltà».

Nel dibattito successivo, molto ampio ed articolato, hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci ed Alberto Randazzo (Forza Italia), Salvatore Demontis e Gianmario Tendas (Pd) Gianni Tatti e Gianluigi Rubiu (Udc), Giovanni Satta (Misto), Eugenio Lai (Sel), Pierfranco Zanchetta. Tutti, con sottolineature diverse, hanno criticato con forza quanti hanno voluto cavalcare alcune forme di protesta amplificando il malessere di molte comunità. Inoltre, hanno richiamato l’attenzione dell’Ad di Abbanoa sulla necessità urgente di intervenire in modo radicale per migliorare i rapporti fra azienda e cittadino-utente, anche collaborando su tematiche specifiche di interesse generale con le amministrazioni locali.

Nelle conclusioni, il presidente Antonio Solinas ha ricordato il costante impegno della commissione sui problemi del servizio idrico, «che produsse già alla fine del 2014 un primo risultato positivo con lo slittamento dei termini per il pagamento dei conguagli». «Vogliamo dire chiaramente – ha aggiunto – che Abbanoa non è una nostra controparte ma una azienda pubblica che, fra tante difficoltà, assicura ai sardi un servizio essenziale la cui qualità deve migliorare; sotto questo profilo non abbiamo difficoltà a riconoscere che quello delle relazioni fra Abbanoa e cittadino è un problema vero che si risolve certamente con una informazione più estesa e completa ma anche con interventi strutturali».

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«È impensabile che nel 2016 la Piana di Canai e le zone di Calasapone e Mercury non possano beneficiare di questi elementari servizi. Egas (Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna) e Abbanoa inseriscano nelle rispettive programmazioni l’infrastrutturazione idrica per la Piana di Canai e il relativo collegamento con le aree turistiche di Calasapone e Mercury, poco distanti.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna. 

«Non si possono condannare le strutture turistiche a fare affidamento su serbatoi idrici e fosse settiche. Occorre adoperarsi al più presto con lo scopo di colmare questa grossa lacuna che non solo darebbe una mano alle imprese già esistenti, sia agricole che ricettive, ma offrirebbe una garanzia a quanti desiderino mettere a frutto i terreni agricoli (numerosi e poco sfruttati specie nella zona di Canai). Si tratterebbe peraltro di un investimento non esorbitante, assolutamente fattibile, in quanto la linea idrica e fognaria esistente arriva fino all’incrocio di Canai-Coequaddus. Manca soltanto la volontà politica, che mi auguro – conclude Ignazio Locci – si manifesti quanto prima.»

Torre Cannai 1 copia

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Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge per l’installazione degli impianti di video sorveglianza negli asili, nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e in tutte le strutture socio-assistenziali che ospitano anziani e disabili fisici e mentali. La proposta di legge punta ad arginare i «comportamenti vigliacchi e criminali, nonché situazioni di vero e proprio abuso e di sevizie» che alcune recenti indagini della magistratura hanno fatto emergere in tutta la loro gravità in danno dei soggetti più deboli e indifesi quali sono appunto i bambini, gli anziani e i malati.

La proposta di Forza Italia si compone di quattro articoli e prevede tra l’altro il sostegno della Regione attraverso l’istituzione dell’apposito fondo “Contributi per l’installazione dei sistemi di video e audio sorveglianza”, con una dotazione iniziale di due milioni di euro a valere sulle risorse del Fnol, per garantire una quota parte (fino all’80%) delle spese sostenute dalle strutture per l’installazione degli impianti di audio e video sorveglianza. «Sono previste sanzioni amministrative – ha precisato il primo firmatario della proposta di legge, Pietro Pittalis – in caso di manomissione, mancanza, interruzione e mancata manutenzione dei sistemi ma stiamo valutando anche di prevedere la chiusura delle strutture che non si dotino delle strumentazioni indicate nel provvedimento». Lo stesso capogruppo di Forza Italia ha assicurato anche il rispetto delle norme sulla privacy e di quelle contenute nello statuto dei lavoratori («nessuno vuole spiare i lavoratori ma vogliamo garantire il diritto all’incolumità e alla salute dei soggetti più deboli nonché tutelare tutti quegli operatori che svolgono correttamente il loro delicato lavoro»)  ed ha precisato inoltre che nel testo di legge è previsto che le strutture conservino le registrazioni audio e video per un periodo non inferiore ai 24 mesi e che le stesse possano essere visionate, ove li riguardino, dai pazienti, dai loro familiari o dai loro tutori o curatori e amministratori di sostegno.

Sull’utilità dei sistemi di video sorveglianza in funzione di prevenzione dei fenomeni criminali, hanno insistito i consiglieri Alessandra Zedda. Edoardo Tocco e Oscar Cherchi che ne hanno ipotizzato l’impiego anche negli oratori (Tocco), nella lotta al bullismo (Oscar Cherchi) e più in generale per una maggiore vigilanza nel territorio (Alessandra Zedda) mentre il loro collega di gruppo e di partito, Ignazio Locci, ha auspicato modifiche in senso restrittivo e requisiti più stringenti per i regolamenti autorizzativi delle strutture socio assistenziali.

Banchi di scuola

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«Il Consiglio regionale affronti lo scandalo delle rinegoziazioni sui tassi di interesse ai mutui prima casa negate dagli istituti di credito convenzionati con la Regione, e valuti l’opportunità di creare un fondo dedicato (da affidare alla Sfirs) per la concessione dei fidi per l’acquisto della prima abitazione, che sia equo e vada finalmente incontro alle esigenze dei cittadini.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Apprezziamo la presa di posizione dell’assessore Paolo Maninchedda (invero un po’ tardiva) su un tema così delicato, che interessa migliaia di sardi e non ha colore politico. Ma se è vero che le convenzioni con le banche le firma la Giunta – conclude Ignazio Locci -, è altrettanto vero che i fondi li stanzia il Consiglio regionale che deve valutare se sia il caso di rivedere gli accordi con gli stessi istituti e orientare la Giunta attraverso impegni chiari, che non lascino spazio a interpretazioni.»

Ignazio Locci 3 copia

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L’on. Ignazio Locci (FI) esprime perplessità sulla chiusura degli sportelli della Banca di Sassari. «Con la chiusura degli sportelli della Banca di Sassari (27 in tutta la Sardegna, tre dei quali nel Sulcis Iglesiente) – dice Ignazio Locci -, si contano 260 lavoratori circa in esubero ma, per fortuna, nessun licenziamento (quantomeno per ora). Il Banco di Sardegna, che ha inglobato la Banca di Sassari (entrambe appartenenti al gruppo BPER) ha manifestato grande entusiasmo per l’operazione. Ma possono dire altrettanto le piccole e medie imprese dell’Isola titolari di prodotti finanziari ottenuti dalla Banca di Sassari a suo tempo?

«La Banca di Sassari è sempre stata molto affidabile e competitiva in tema di fidi e affidamenti bancari. La sua gestione dei prodotti rivolti alle piccole e medie imprese si è contraddistinta per l’attenzione verso l’aspetto “umano” dell’azienda richiedente, sulle potenzialità, sulla fiducia. Un atteggiamento, insomma, molto vicino all’impresa e, in particolare, a chi la rappresenta. Il Banco di Sardegna, invece, all’interno della quale sono migrati i clienti della Banca di Sassari, si caratterizza per una gestione più “fredda” e distaccata, maggiormente attenta ai bilanci e ai numeri. Caratteristiche differenti che, a breve – conclude Ignazio Locci -, potranno fare la differenza.»

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla stabilizzazione degli LSU. In apertura di seduta, il relatore, on. Franco Sabatini (Pd) ha detto che «la Giunta regionale ha individuato la copertura finanziaria per la spesa prevista dal disegno di legge in questione».

Sulla discussione generale ha preso la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia), secondo il quale, «al di là di ogni considerazione sul disegno di legge, il codice degli appalti è appena entrato in vigore e lo si dovrebbe tenere in considerazione in questo caso. In realtà gli Lsu sono davvero abbandonati da questa Giunta, che è poco consapevole dei rischi e della crisi che la Regione sta affrontando».

Per l’on. Piero Comandini (Pd), invece, «il disegno di legge, anche se è composto da due articoli, è fondamentale e darà attuazione agli obiettivi manifestati anche da altri consiglieri regionali. Finalmente supereremo i problemi del Parco geominerario e un domani anche di altre realtà economiche e produttive della Sardegna».

Dello stesso avviso il capogruppo di Sel, l’on. Luca Pizzuto, che ha detto con riferimento all’imminente conclusione dell’affidamento della gara del Geoparco all’Ati Ifra: «Siamo tutti a disposizione affinché non ci siamo momenti di stacco nella programmazione dei lavori nel Parco».

Per l’assessore al Lavoro, Virginia Mura, «dobbiamo verificare la situazione di questa convenzione che da tanti anni opera nel Parco geominerario e da qui nasce il disegno di legge».

Dopo la discussione generale, il presidente Ganau ha messo in votazione gli articoli.

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha affermato che «è singolare che nella nostra Regione non sia stato possibile costituire una commissione interna per risolvere questi problemi legati alla valutazione e verifica della convenzione. Sarebbe bastato un comitato interno alla Regione».

Anche l’on. Ignazio Locci, per la stessa forza politica, ha messo l’accento sui problemi dei lavoratori del Geoparco e ha aggiunto: «Le difficoltà della Regione non devono finire per complicare la situazione di chi da tempo non riceve più lo stipendio, come gli Lsu del Geoparco».

Per l’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Siamo disponibili a ogni accelerazione che serva ad aiutare i lavoratori ma siamo preoccupati per il fatto che a fine anno i lavoratori potrebbero trovarsi senza lavoro. E’ necessario bandire al più presto la gara internazionale e affidare i lavori».

Anche il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, ha preso la parola per dire che «questi 550 lavoratori svolgono un lavoro prezioso per la Sardegna nei siti minerari dismessi. Ma per il futuro di questi lavoratori abbiamo già fatto qualcosa: nella Finanziaria scorsa abbiamo garantito 28 milioni di euro l’anno per queste opere. Insomma, le risorse sono già garantite e si tratta soltanto di indire la gara. E se la gara non sarà indetta per tempo si andrà a proroga di un altro anno per l’affidamento del servizio. Spero che l’assessore Mura convochi l’azienda e si faccia dire perché l’Ifras non è stata in grado di garantire il pagamento degli stipendi, pur nel rispetto delle decisioni di ogni impresa».

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis e gli altri articoli. A seguire, il Consiglio regionale ha approvato con voto finale il disegno di legge.

Successivamente, il Consiglio regionale ha iniziato l’esame del disegno di legge 326/A “Modifica della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 31 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, e successive modifiche ed integrazioni, e disposizioni varie)”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Nella sua relazione Sabatini ha ricordato che, nel corso della seduta della commissione dedicata all’argomento, è intervenuto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci per chiarirne le motivazioni che «consistono nella necessità di correggere alcuni errori materiali, pur essendo iscritti correttamente a bilancio, per poi consentire alla Corte dei Conti di parificare nei termini di legge il rendiconto della Regione 2015. L’unico emendamento aggiuntivo presentato, ha concluso Sabatini, «riguarda infatti la decorrenza della norma, agganciata all’entrata in vigore della legge 31 del 2015».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha contestato in apertura la tesi dell’errore materiale, sostenendo che «in realtà sono in gioco centinaia di milioni di euro ed alcuni miliardi nel triennio, del resto lo stesso emendamento della maggioranza prova che c’è stato un errore grave nella valutazione dei residui». «Quindi – ha aggiunto – non si può fare finta di nulla, nascondendo una difficoltà oggettiva legata al bilancio armonizzato che ha determinato un problema che non si era mai verificato nella storia della Regione; oltretutto si tratta di problemi che hanno causato danni concreti alle categorie più deboli per le quali molti pagamenti si sono bruscamente interrotti a maggio». Anziché fare proclami, ha terminato la Zedda, «bisognerebbe prestare più attenzione alle procedure di spesa, evitando di prendere in giro i sardi».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci, dopo aver premesso che sarebbe stata opportuna la presenza in Aula dell’assessore di Paci, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che «le cifre di cui stiamo parlando sono una parte consistente del bilancio della Regione, per cui è chiaro che c’è l’esigenza vera di mettere in ordine i conti ora per allora e non c’entra la Corte dei Conti». «Ciò che deve insegnare questa vicenda – ha concluso – è che bisogna smetterla di sbandierare risultati in materia di entrate quando poi non si riesce a gestire bene i processi di spesa delle risorse disponibili».

A nome della Giunta, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha ribadito che, ad avviso dell’Esecutivo, si è trattato in effetti di un errore materiale determinatosi, ha spiegato, «anche dagli interventi di adeguamento del sistema informativo alle nuove procedure del bilancio armonizzato».

Al termine della replica dell’assessore il Consiglio ha approvato in sequenza il passaggio agli articoli, gli articoli 1, 2 e 3 della legge con l’emendamento proposto dal relatore Sabatini e gli allegati. Subito dopo, il voto finale del provvedimento, approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

Concluso lo scrutinio, il presidente ha comunicato che in riferimento all’ultimo punto all’ordine del giorno, l’elezione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell’Istituto regionale etnografico (Isre) è stata rinviata e potrà essere effettuata entro il 21 giugno prossimo, prima dell’eventuale ricorso ai poteri sostitutivi.

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Ignazio Locci 7 copia

In Sardegna abbiamo urgenza di posti di lavoro e la classe imprenditoriale ha bisogno di aiuto per convertire le proprie aziende sulla base di commesse concrete. E, soprattutto, dobbiamo porci l’obiettivo di professionalizzare i nostri giovani affinché decidano di lavorare nella nostra Regione, dando un contributo alla ripresa economica.

Per questo chiedo all’assessore Raffaele Paci a chi giova veramente che i cinesi vengano a fare un pezzetto della ricerca e della sperimentazione in Sardegna. Serve a migliorare il curriculum dei ricercatori locali? O forse l’accordo con la Huawei è utile soltanto alla multinazionale cinese per attirare altre imprese interessate ai nostri contributi (perché noi siamo bravissimi a cofinanziare i progetti degli altri, ad apparecchiare la tavola attorno alla quale non possiamo sederci) per produrre beni e fatturati in altri parti del mondo? Se a questo deve ridursi la partnership con la Huawei, sappia il professor Paci che non siamo affatto interessati.

Ci dia invece una speranza, l’assessore Paci: torni dalla Cina con furore ed annunci la prossima apertura di uno stabilimento orientale in Sardegna; ci dica che la nostra Isola sarà l’hub nel Mediterraneo per la diffusione di nuovi prodotti ricercati e realizzati qui. Qui nella nostra terra, e non altrove. Allora sì che saremo pronti a fargli un applauso e a condividere l’entusiasmo che, per ora, ci pare abbastanza prematuro ed immotivato. Ma prima di allora ci consenta di nutrire qualche perplessità. Ne abbiamo visto fin troppe di multinazionali arrivate in Sardegna per fagocitare i contribuiti dei sardi, salvo poi scappare a gambe levate quando non c’era più nulla da arraffare.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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L’approvazione di una risoluzione in II commissione del Consiglio regionale, apre uno spiraglio per i lavoratori della ex-ILA.

«E’ il frutto del lavoro congiunto dei consiglieri eletti nel territorio del Sulcis Iglesiente – spiega Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna -, si accende una speranza per le maestranze della fabbrica di Portovesme, troppo a lungo dimenticate. Operai (centodue complessivamente) che avevano persino accarezzato il sogno di rientrare al lavoro, nella loro fabbrica, grazie all’interesse di un investitore privato (poi sfumato per una serie di vicissitudini) ma che fino a oggi hanno dovuto soltanto fare i conti con la cessazione degli ammortizzatori sociali e l’assenza di prospettive future.»

«Il documento, approvato il 18 maggio scorso – aggiunge Locci –, impegna gli assessori regionali dell’Industria e del Lavoro a predisporre un Piano di ricollocazione contenente una proposta articolata e diversificata che prenda in considerazione l’utilizzo di tutti gli strumenti di politica attiva in essere quali flexecurity, welfare to work, contratto di ricollocazione, i corsi di formazione professionale, gli interventi pilota nell’ambito del Fondo Social Impact Investing e le misure dell’autoimpiego; a verificare la possibilità di far accedere i più anziani allo strumento del prestito previdenziale; a valutare l’opportunità di estendere, a favore di questi lavoratori, lo strumento dell’assegno di ricollocazione e ad individuare a tal fine apposite risorse finanziarie; a valutare se nell’ambito degli interventi e dei cantieri per il rilancio e lo sviluppo dell’intera area del Sulcis Iglesiente contenuti nel Piano Sulcis o di quelli relativi alle bonifiche e alla messa in sicurezza dei siti nell’area del Parco Geominerario, possa prevedersi l’inserimento lavorativo di una parte dei lavoratori ex-ILA.»

«Ma non solo: la risoluzione si spinge oltre il singolo caso dei lavoratori ex-ILA e impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru a rafforzare le interlocuzioni con il Governo nazionale affinché al riconoscimento della situazione della crisi industriale complessa di Portovesme sia effettivamente ricollegato un progetto di riconversione e riqualificazione industriale capace di dare concrete risposte alla grave crisi del territorio che coinvolge le aziende interessate, l’indotto ad esse collegato, i lavoratori e la popolazione sulcitana. E ancora: si impegna Pigliaru ad avviare un’attività di scouting per l’individuazione di soluzioni industriali di prospettiva utili a rilanciare il progetto industriale nell’area coinvolta. Un risultato importante, cui devono tuttavia seguire azioni concrete, a breve e in tempi certi. La palla adesso passa alla Giunta regionale – conclude Ignazio Locci -, chiamata a dare seguito agli impegni assunti dalla Commissione consiliare.»

Portal 1 copia

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Ponte di Sant'Antioco 1 copia

Porto e aree ex Sardamag, dal ponte allo sviluppo” è il tema della tavola rotonda che si terrà sabato 21 maggio, a partire dalle 10.00, nei locali dell’Albergo Moderno a Sant’Antioco, per discutere e confrontarsi sul futuro dell’isola di Sant’Antioco alla luce dei recenti sviluppi sui progetti contenuti nel Piano Sulcis. Non solo ponte e circonvallazione (infrastrutture di punta previste per l’isola dal piano di rilancio del territorio), ma anche aree ex Sardamag e riqualificazione del porto, destinato a mettere via la limitante etichetta di scalo commerciale per indossare i panni di approdo turistico, punto di riferimento dell’intero bacino sulcitano.

Obiettivo dell’incontro, organizzato dal consigliere regionale di Forza Italia Sardegna Ignazio Locci, è il coinvolgimento della comunità antiochense nel processo decisionale che può segnare la svolta per lo sviluppo di Sant’Antioco, confrontandosi attorno all’interrogativo: quale posizionamento garantire e in quali mercati del turismo collocare il water-front dell’isola?

Interverranno: Emilio Floris (Senatore della Repubblica); Ignazio Locci (Consigliere regionale); Giampiero Uccheddu (Direttore Fiera di Cagliari); Gianni Inguscio, Giorgio Corsini, Renato Avellino (Consiglieri comunali).