21 December, 2025
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«Con le risorse destinate alle singole aziende sanitarie, sarà difficile, se non addirittura impossibile, attuare gli obiettivi che la giunta dei professori ha fissato con la Riforma della sanità.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Attenendoci ai numeri – sottolinea Locci -, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru dovrebbe spiegarci come intende realizzare l’accorpamento dell’ospedale Microcitemico con il Businco. La Asl 8, infatti, rispetto al 2014 dovrà fare i conti con una riduzione di 82 milioni di euro. Cifra smisurata, se si considera che soltanto di spesa farmaceutica i due sopraccitati ospedali impegnano circa 40 milioni. Un accorpamento che nelle mire di Arru dovrebbe rappresentare uno dei fiori all’occhiello della riforma ma che rischia di naufragare pietosamente. Per non parlare della vera eccellenza del sistema sanitario sardo, l’Ospedale Brotzu, al quale vanno soltanto 15 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Troppo pochi se considerati alla luce degli obiettivi imposti dall’Assessorato alla Sanità. E noi che pensavamo che la mannaia della Giunta Pigliaru si sarebbe abbattuta solo sui presidi di periferia. E invece no: a farne le spese, adesso, è anche la sanità del capoluogo sardo.»

«L’assessore dovrebbe inoltre spiegarci – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – come intende far decollare il progetto delle Case della salute, tanto decantate dalla Giunta ma di impossibile realizzazione valutate le cifre a disposizione. Insomma, i sardi dovranno abituarsi a fare i conti con una sanità che questo esecutivo sta smontando pezzo per pezzo. La Riforma contiene impegni insostenibili e tagli generalizzati al sistema sanitario sardo e appare privo di ogni spunto concretamente realizzabile. Per l’assessore Arru, evidentemente, la sanità della Sardegna è rappresentata soltanto da Nuoro e dalle aziende universitarie che hanno ottenuto maggiori premure. Infine, un invito al Direttore generale dell’Assessorato ad annullare tutte le direttive di limitazione rivolte ai precedenti manager. Perché diversamente – conclude Locci – anche l’attuale dirigenza finirà per avere le mani legate.»

Ospedale Brotzu Cagliari 5Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

STrada provinciale 78

«La gestione commissariale della Provincia di Carbonia Iglesias intervenga immediatamente nella strada provinciale 78 bis, nei pressi della località Medadeddu, dove da tempo si registrano cedimenti della parete rocciosa con cadute di massi, anche di entità importante, sulla carreggiata.»

L’appello è del consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Da più parti arrivano segnalazioni sullo stato di pericolosità della strada, particolarmente frequentata, ma per ora nessuno si è attivato per la verifica della situazione che appare piuttosto grave. Se fino a oggi non è successo nulla è solo per pura fortuna e non mi pare il caso continuare a sfidare la buona sorte. È auspicabile – conclude Locci – un sopralluogo solerte dei tecnici della Provincia per l’accertamento della condizione di rischio e l’eventuale predisposizione di un intervento per la messa in sicurezza dell’arteria stradale, affinché si scongiuri definitivamente il pericolo frane.»

A distanza di 24 ore, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, interviene nuovamente sulla «spinosa vertenza Carbosulcis».

«E’ doveroso sottolineare – dice Locci – che la Giunta di Francesco Pigliaru ha approvato un piano di dismissione redatto dall’attuale dirigenza (nominata dal precedente governo regionale) e concordato con le rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica. Un programma che rispetta le rigide direttive dell’Unione Europea e che ha scongiurato sia i licenziamenti anticipati delle centinaia di maestranze che quotidianamente varcano i cancelli della miniera di Nuraxi Figus, sia la condanna per aiuti di stato.»

«Senza questo piano di dismissione, che traccia la strada per chiudere in sicurezza la miniera garantendo l’adeguata considerazione che i lavoratori meritano, la Regione avrebbe dovuto restituire 450 milioni di euro relativi alle precedenti gestioni aziendali. Un’ipotesi simile avrebbe inevitabilmente determinato il fallimento della controllata regionale e, dunque, il licenziamento di tutta la forza lavoro. Ma il management in carica ha saputo guardare alla vertenza con coscienza e lungimiranza e ha individuato la strada migliore: un percorso che, suddiviso in tappe precise grazie anche alla legge recentemente approvata dal Consiglio regionale (29/14) – conclude Ignazio Locci -, non lascia indietro nessuno.»

Carbosulcis 2

E’ scontro tra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale sulla gestione della Carbosulcis.

«I giovani esponenti territoriali del Pd e di Sel farebbero una figura migliore se dicessero apertamente di volere alla Carbosulcis un management vicino alle loro posizioni politiche, piuttosto che comunicarlo tra le righe con due note stampa diffuse guarda caso nella stessa giornata.»

Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, risponde così alle note diffuse oggi dai segretari di PD e SEL sulle vicende della Carbosulcis.

«La sortita degli esponenti di Pd e Sel – aggiunge Locci – altro non è che una critica strumentale mossa ai vertici della controllata regionale (l’unica dove la Giunta Pigliaru non ha ancora piazzato i suoi uomini e ha lasciato in sella la dirigenza nominata dal precedente governo regionale), il cui unico scopo è quello di invitare l’esecutivo a collocare alla guida della miniera uomini organici al centrosinistra. Ma ciò che emerge è che ai segretari territoriali dei due principali partiti della maggioranza manca la preparazione di base in merito alla vertenza. Se hanno qualche dubbio sulle intenzioni della Regione circa la questione Carbosulcis si leggano il piano di dismissione approvato da Rsu di fabbrica, Regione e Unione Europea, senza il quale, tra l’altro, la Carbosulcis avrebbe dovuto restituire 450 milioni di euro relativi alle gestioni precedenti all’attuale management. O ancora, prendano in mano la legge n° 29/14 approvata recentemente dal Consiglio regionale e se la studino. In alternativa, dialoghino con le Rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica.»

«Il cammino sulla dismissione della miniera di Nuraxi Figus – sottolinea ancora Locci – è segnato da tempo. Un piano che è stato messo nero su bianco grazie all’impegno dell’attuale dirigenza e ha consentito di pagare gli stipendi alle maestranze e di scongiurare la condanna per aiuti di stato. A questa direzione, dunque – conclude Ignazio Locci -, sarebbe il caso di fare un plauso.»

Carbosulcis 2Ignazio Locci 9 copia

Nuove critiche del consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci alla maggioranza di centrosinistra sui contenuti della Manovra finanziaria 2015.

«Più si va avanti con l’analisi della Finanziaria – dice Locci – e più ci si accorge che la Giunta di Francesco Pigliaru sta facendo una vera e propria strage in alcuni importanti settori dell’economia sarda, tra mondo dell’informazione e archeologia. Senza dimenticare le mancate promesse sulla valorizzazione della lingua sarda. E non pensi, la Giunta, di risolvere tutto con il mutuo per le infrastrutture da 600 milioni di euro. Insomma, stando ai fatti e, soprattutto, ai numeri, con i quali i professori dovrebbero avere una certa dimestichezza, questa Finanziaria fa acqua da tutte le parti.

Durante l’approvazione della legge di riordino del sistema radiotelevisivo sardo la Giunta aveva preso l’impegno di prevedere la copertura finanziaria nella legge di bilancio. Ma, guarda caso, non ci sono le previsioni di spesa e si corre il rischio che il Governo nazionale impugni la legge che garantisce un sostegno al mondo dell’editoria televisiva, alle prese con una crisi importante. Oltre a una effettiva necessità di fondi da inserire nei propri bilanci, le aziende appartenenti al mondo dell’informazione hanno forti aspettative in merito alla nuova normativa. La speranza è che nel corso della discussione in Commissione e in Consiglio la Giunta riesca a individuare le risorse necessarie. Risorse, lo preciso ulteriormente, da considerarsi vitali per le aziende del settore.»

«Altro comparto di straordinaria importanza per l’economica della Sardegna a non trovare adeguata attenzione da parte dell’esecutivo regionale è l’archeologia – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. La Giunta ha avuto il coraggio di ridurre, rispetto all’anno passato, il fondo destinato ai comuni per la gestione dei siti archeologici di ben 5 milioni di euro. Una cifra esorbitante, se si pensa che già con il fondo precedente si faceva difficoltà a garantire la tutela e la valorizzazione dei tesori dell’archeologia sarda. Una sforbiciata che, oltre a mettere a rischio i beni culturali, produrrà anche una riduzione di personale, visto che le cooperative che hanno in mano la gestione dei musei o di qualsiasi altro sito dovranno fare i conti con minori fondi. Che, ovviamente, significherà ridurre il personale. E menomale che la Giunta aveva promesso un grande piano per il lavoro.»

«E la lingua sarda? Non pervenuta. In Finanziaria non se ne parla nemmeno per sbaglio. Ci impegneremo, se ce ne daranno l’opportunità, per sanare queste situazioni di vera emergenza. Nessun ostruzionismo – conclude Ignazio Locci – ma responsabilità verso i sardi e la Sardegna. La maggioranza faccia altrettanto.»

Ignazio Locci 1 copia

Tra gli oppositori del progetto Biofuel c’è anche il consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna Ignazio Locci.

«Sì al Carignano e alle coltivazioni orticole, no alla beffa del Biofuel – attacca Locci in una nota -. Il Sulcis ha bisogno di rilanciarsi puntando sulle sue specificità, tra vino locale e carciofo spinoso (per citare due esempi), piuttosto che farsi prendere per disperazione da chi, senza alcuno scrupolo e seguendo la strada più facile, vuole impiantare nel nostro territorio la coltivazione delle canne per la produzione del Biofuel.»

«Dopo il dovuto confronto con il mondo dell’agricoltura e della piccola impresa – aggiunge Locci -, sono convinto che consacrare una buona fetta delle nostre terre alla coltura delle canne sia una scelta da pazzi, di cui potremmo pentirci e pagarne le conseguenze. Un’iniziativa che è stata peraltro rifiutata in altre regioni e, dunque, non si capisce perché debba essere proprio la Sardegna con il suo disastrato Sulcis ad accettare il progetto degli imprenditori del nord. Non possiamo assolutamente svendere la nostra terra e, soprattutto, la nostra acqua per una coltivazione considerata infestante. Inoltre, con il prezzo del petrolio che cala, sono convinto che il carburante biofuel non sia la risposta: la popolazione mondiale si avvia ormai a 10 miliardi di abitanti, l’agricoltura e le energie rinnovabili rappresentano l’unico futuro possibile. Per il Sulcis – conclude jl consigliere regionale di Sant’Antioco – si deve dunque puntare sul potenziamento dell’agricoltura, garantendo sostegno ai lavoratori della terra.»

Ignazio Locci interviene anche sulla decisione del commissario della provincia di Cagliari di assumere 14 interinali per sei mesi nell’ambito del progetto Garanzia Giovani.

«Se non fosse che è tutto documentato, si potrebbe pensare a uno scherzo – dice Ignazio Locci -. Perché è quantomeno curioso che un ente pubblico, per giunta commissariato, spenda denari dei contribuenti per assumere precari che aiutino altri precari a uscire dalle secche dell’incertezza lavorativa e dell’instabilità professionale. Quanto deciso dal commissario della provincia di Cagliari, che ha stanziato 200mila euro per contrattualizzare per sei mesi 14 interinali che si occuperanno di Garanzia giovani, ha il sapore dello scandalo. Scandalo perché è inaccettabile che il commissario, chiamato a svolgere l’ordinaria amministrazione e se possibile a ridurre gli sprechi, si spinga tanto in fondo da promuovere nuove assunzioni, ovvero nuovi precari con il compito di aiutare altri precari e disoccupati a trovare un’occupazione.»

«Tuttavia, è ancora più scandaloso che il governo dei professori, sin dal momento del suo insediamento, non abbia fatto altro che promettere una lotta serrata agli sprechi, agli enti inutili e al precariato. E mentre dava lezioni su come si governa la Regione, ha proceduto con le lottizzazioni di tutti gli enti che aveva annunciato di voler tagliare o ridimensionare. Enti, come nel caso della provincia di Cagliari, che sprecano soldi dei sardi per creare nuovo precariato. E nuove clientele. Ma sono sicuro – conclude Ignazio Locci – che il presidente Francesco Pigliaru interverrà immediatamente per fermare l’iniziativa della Provincia di Cagliari, che in un colpo solo sconfessa alcuni tra i punti più importanti del programma politico del centrosinistra.»

Ignazio Locci 7 copia

Palazzo della Regione 1 copia

«Con la disoccupazione che galoppa, le famiglie allo stremo e le aziende strozzate da una pressione tributaria che non dà tregua, la Giunta dei professori continua a dispensare le solite lezioncine di metodo e si prepara a propinare ai sardi una Finanziaria la cui parola d’ordine è rigore, dunque tagli e sacrifici, dimenticandosi di individuare ricette e risorse di cui la Sardegna ha bisogno.»

Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, è molto critico nei confronti della Giunta per la Manovra Finanziaria 2015.

«Mentre dalla loro cattedra cercano maldestramente di convincere i sardi di avere individuato la strada per rilanciare l’Isola – sottolinea Locci -, gli assessori regionali avviano la discussione sulla Finanziaria 2015 nel peggiore dei modi possibili: mettendo le mani avanti e parlando di crisi strutturale, quasi a voler giustificare anticipatamente il loro triste fallimento politico. Ormai in pieno trance agonistico da occupazione dei posti di potere, non riescono a difendere compiutamente gli interessi dei sardi perché servi del padre padrone Matteo Renzi, che certo non sta pensando ai problemi della Sardegna e, del resto, il presidente Francesco Pigliaru non fa nulla per ricordargli le difficoltà in cui versa la nostra terra.»

«Il documento finanziario improntato esclusivamente al rigore che il professor Raffaele Paci intende farci digerire è persino capace di programmare l’aumento dell’Irap, nonostante le imprese isolane siano ormai con l’acqua alla gola. Quanto alla spendita delle risorse, basta dare uno sguardo alla previsione in merito al Piano Sulcis, per il quale nel 2015 si prospetta la spesa di soli 6 milioni di euro, per farsi un’idea di quanto sia fallimentare e pericolosa la Finanziaria. Una cifra che definire scandalosa è quasi un complimento. Per non parlare dei fondi a disposizione delle politiche attive del lavoro: su 57 milioni di euro ben 47 vengono destinati al progetto Garanzia giovani. Va da sé che per le azioni reali restino le briciole.

Intanto, attendiamo di appurare se si verificherà la previsione di maggiore capacità di erogazione di risorse nel sistema Sardegna per il 2015, che ammonta a circa 800 milioni di euro.

Tuttavia, nell’esclusivo interesse dei sardi sospendiamo il giudizio sulla Finanziaria targata Raffaele Paci e auspichiamo di poter contribuire al miglioramento del documento sia in commissione che in Consiglio. Certo, fino a oggi i professori ci hanno fatto intendere, anche in modo talvolta sprezzante, che del nostro contributo non hanno bisogno (e i sardi, purtroppo, ne stanno pagando le conseguenze), ma noi vogliano essere fiduciosi – conclude Ignazio Locci – e attendiamo che scendano dal piedistallo per mettere finalmente piede nel mondo reale.»

E’ già polemica sulla scelta del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Cagliari. Ad accenderla è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna. «Secondo alcune indiscrezioni – dice Ignazio Locci – Chicco Porcu potrebbe essere nominato al vertice dell’Autorità portuale di Cagliari. L’idea che l’ex consigliere regionale del Partito democratico ricopra quell’incarico, per il quale sono richieste professionalità e competenze specifiche in materia, solleva almeno qualche perplessità. L’ex consigliere ha la conoscenza necessaria per occuparsi di trasporti marittimi? Va bene che i renziani – lo sanno tutti – sono più preparati e capaci degli altri per definizione – aggiunge Locci -, ma non mi pare che Porcu, stando al suo curriculum, possegga i requisiti disposti dalla legge.»

«Ma nell’ipotesi in cui Chicco Porcu fosse realmente la prima scelta del governo, sarebbe lecito aspettarsi un intervento dinanzi al Tar dell’Assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana, così come aveva fatto in occasione della nomina di Piergiorgio Massidda all’Autorità del porto di Cagliari. Il professor Deiana, infatti, aveva presentato ricorso in quanto nel curriculum di Massidda aveva ravvisato l’assenza dei requisiti richiesti dalla legge. E anche se Porcu è un renziano che tutto può, le norme dicono che non ha le competenze necessarie. Esattamente – conclude Ignazio Locci – come stabilito da Consiglio di Stato e Cassazione per Piergiorgio Massidda.»

Autorità portuale 2 copia

Ospedale Brotzu Cagliari 5

«Con le Asl commissariate e i partiti del centrosinistra tutti soddisfatti grazie a una spartizione vecchio stampo delle poltrone, rimane il neo dell’Ospedale Brotzu, vero e proprio tesoro della sanità isolana. Tuttavia, sebbene il Brotzu rappresenti il fiore all’occhiello cui riservare le massime attenzioni, resta ancora senza una guida dopo la rinuncia, quasi certamente per motivi di natura politica, del dottor Giorgio Lenzotti. Ma a quanto pare l’attesa dovrebbe durare ancora poco, visto che la Giunta Pigliaru avrebbe puntato i fari su Giovanni Maria Soro, fino al dicembre scorso direttore generale del Pio albergo Trivulzio di Milano (casa di riposo), poi sfiduciato con polemica a seguito delle dimissioni di tutto il Cda.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Senza voler entrare nel merito di quanto accaduto a Milano, sembra comunque motivo di riflessione che il centrosinistra voglia nominare alla guida del Brotzu un manager fresco di sfiducia. Davvero l’assessore Arru non è in grado di individuare in Sardegna un dirigente degno del Brotzu e senza alcun neo nel proprio curriculum? Sono convinto che nell’isola siano diversi gli esperti in grado di reggere le redini dell’ospedale più importante della Sardegna. Anche se non sono nella lista degli “amici” o “amici degli amici”. Inoltre, visto che la maggioranza ha spinto per istituire la Commissione di inchiesta sulla Sanità, non sarebbe male verificare, attraverso un’indagine conoscitiva, i vari curriculum dei neo commissari delle Aziende sanitarie isolane. Non sia mai che qualcuno – conclude Ignazio Locci – abbia almeno un fallimento dirigenziale alle spalle.»

 

Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci plaude «all’inserimento delle piccole emittenti locali tra i beneficiari della legge regionale che garantisce un sostegno all’informazione sarda e costituisce un grande risultato, un traguardo che contribuisce ad assicurare un reale pluralismo dell’informazione». Nella tarda mattinata di oggi il Consiglio regionale ha detto sì all’emendamento migliorativo all’articolo 3 della legge «per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda». Con tale emendamento, che istituisce il comma 1 bis dell’articolo 3, si stabilisce che una quota delle risorse messe sul piatto dalla Regione saranno destinate alle piccole televisioni.

«La suddetta legge – nella versione licenziata dalla commissione competente – stabiliva che tra i requisiti per poter accedere ai contributi era necessario avere una copertura di segnale non inferiore al 60 per cento del territorio regionale e al 60 percento della popolazione. Di conseguenza restavano fuori le piccole emittenti. Ma grazie al lavoro di squadra e all’impegno profuso dal sottoscritto e dall’onorevole Stefano Tunis – conclude Ignazio Locci -, maggioranza e opposizione hanno raggiunto l’accordo di destinare il 15 percento dei fondi alle televisioni non rispettose del criterio sulla copertura regionale del 60 percento (fatti salvi gli altri requisiti individuati dalla medesima legge).»