28 April, 2024
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Sei consiglieri comunali di Carbonia_Layout 1

Centro direzionale ASL 7

Sei consiglieri comunali della maggioranza di centrosinistra del comune di Carbonia, Giuseppe Casti, Gianluca Arru, Francesco Cicilloni, Cinzia Grussu, Marco Murru, Luisa Poggi e Matteo Sestu, hanno preso posizione sulle vicende polemiche legate alla gestione della ASL n. 7 e al contenzioso in atto tra la Direzione generale e i dipendenti, chiedendo le dimissioni del Direttore generale della ASL n. 7, Maurizio Calamida, «per manifesta incapacità nella gestione dell’Azienda e delle risorse umane, in ottemperanza agli artt. 7, 8 della legge regionale n.21/2012 secondo cuiI direttori generali delle aziende sanitarie […] al fine di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale, assicurano la consultazione: dei rappresentanti degli enti locali del territorio della ASL […]. Il mancato rispetto […] comporta la decadenza del legale rappresentante dell’azienda” e, se ciò non avvenisse, si appellano al neo-eletto Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed ai consiglieri regionali eletti nel collegio di Carbonia Iglesias (Pietro Cocco, Luca Pizzuto, Gianluigi Rubiu e Ignazio Locci, n.d.r.), «affinché questi pongano in essere un’inversione di rotta nella gestione dell’Azienda Sanitaria attraverso segni di discontinuità che passino anche tramite la revoca dell’incarico all’attuale Direttore Generale a causa dell’inottemperanza al dettato della legge e procedano  all’individuazione dei nuovi vertici aziendali».

In una nota, i sei consiglieri comunali contestano le scelte del Direttore generale e sottolineano che «non può essere ritenuto “non sostanziale” il contenuto della recente delibera adottata Direzione Generale n. 342 del 27 febbraio 2014, con la quale le strutture complesse di Traumatologia, Lungodegenza e Chirurgia Pediatrica di Iglesias nonché la struttura complessa di Ortopedia del “Sirai” di Carbonia vengono trasformate in strutture semplici dipartimentali».

«A scanso di equivoci – si legge ancora nella nota -, il contenuto delle direttive circa il riassetto dei servizi ospedalieri territoriali va contestato alla Regione Sardegna, che dimostra ancora una volta la volontà di depotenziare e di impoverire la Sanità sui livelli locali per favorire l’accentramento dei servizi verso le strutture di Cagliari. Al Direttore Generale della ASL n. 7 contestiamo invece le modalità con cui si prende atto di tali direttive, sistematicamente eludendo la consultazione obbligatoria ex lege degli Enti Locali. Preoccupazioni analoghe alle nostre, nell’approcciarsi all’analisi delle direttive regionali e della gestione dell’ASL n. 7, devono avere avvertito anche la Provincia e l’Assemblea dei Sindaci, se è vero che, come anche appreso dagli organi di stampa regionali, queste hanno dapprima espresso forti perplessità sul piano di riassetto dei servizi sanitari sul territorio e poco dopo bocciato il bilancio consuntivo 2011 della ASL n. 7. Anche in relazione all’ Atto Aziendale 2012, diversi Comuni del territorio hanno motivato il mancato parere sull’Atto medesimo attraverso un documento parallelo, in cui si evidenziano punti condivisibili e criticità.»

«Vogliamo inoltre ricordarescrivono ancora i sei consiglieri comunali – il “ridimensionamento” (ma noi preferiamo parlare più concretamente di chiusura) del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Sirai” di Carbonia: i posti letto per ricovero azzerati, gli utenti (i bambini e le loro famiglie) rinviati presso altre strutture, anche con episodi di “rimbalzo” presso strutture non facenti capo alla ASL n.7 . Diverse segnalazioni di disagi ci pervengono da famiglie che, rivoltesi al “Sirai”, specie nelle ore notturne, si sono viste dirottate presso altre strutture dopo visite mediche effettuate da medici in reperibilità, spesso dopo attese non esattamente celeri. Il tutto foscamente coerente con il tentativo di accentrare i servizi presso le strutture cagliaritane, anche attraverso il depotenziamento della Chirurgia Pediatrica di Iglesias.

Possiamo ancora citare gli episodi relativi alle “chiusure estive” di diversi reparti delle strutture ospedaliere locali (reparto Ortopedia del “Sirai” e Chirurgia Pediatrica presso le strutture iglesienti), motivate dalla Direzione Generale con la necessità di concedere le ferie al personale medico. Ci chiediamo se una gestione più accorta del personale non avrebbe potuto evitare la concessione di ferie per tutto il personale medico indispensabile proprio nei mesi di luglio-agosto.

Ancora possiamo citare – concludono i sei consiglieri comunali – la temporanea interruzione degli esami istologici disposti a seguito della campagna di screening gratuiti relativamente al carcinoma della cervice uterina, il taglio dei fondi utili al mantenimento delle Commissioni per l’accertamento delle invalidità, la persistenza di interminabili liste d’attesa relativamente ad alcune specialità mediche (ad esempio le visite fisiatriche domiciliari), le difficoltà a reperire anestesisti per cui la ASL n. 7 si avvale di prestazioni di professionisti operanti presso altre strutture (solo oggi, con notevoli ritardi, si procede all’indizione del bando di concorso per anestesisti).»

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La Corte d’Appello di Cagliari ha proclamato oggi Francesco Pigliaru nuovo presidente della Regione e i 60 consiglieri eletti il 16 febbraio scorso (36 della coalizione di centrosinistra, 24 della coalizione di centrodestra). Ci sono voluti, dunque, 24 giorni, per sciogliere i tanti dubbi emersi per i ritardi nelle operazioni di spoglio in una dozzina di sezioni e, soprattutto, per l’interpretazione di una legge statutaria che si è rivelata assolutamente inadeguata.

Si è conclusa così l’attesa di molti candidati che, dati inizialmente per eletti, hanno dovuto attendere fino ad oggi per conoscere il loro destino. Tra questi vi sono il segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Luca Pizzuto, e l’ex consigliere provinciale e consigliere comunale di Sant’Antioco, Ignazio Locci, di Forza Italia, da oggi nuovi consiglieri regionali, insieme al sindaco di Gonnesa Pietro Cocco (alla seconda legislatura), del Partito Democratico, ed al consigliere comunale di Iglesias Gianluigi Rubiu, dell’UDC.

La circoscrizione di Carbonia Iglesias, infatti, ha conservato i quattro seggi previsti nell’iniziale ripartizione, al pari della circoscrizione di Oristano che ne ha eletto sei, mentre hanno perso seggi le circoscrizioni delle altre ex province: Olbia Tempio (penalizzata da assurdi calcoli scaturiti da articoli e commi della legge statutaria), scesa da 5 a 2; Medio Campidano, sceso da 4 a 3; e, infine, Ogliastra, scesa da 2 a 1!

A trarre vantaggio dalle interpretazioni della legge statutaria, sono state le circoscrizioni di Sassari, cresciuta da 12 a 15; Cagliari, cresciuta da 20 a 21; e, infine, Nuoro, da 6 a 7.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

La legge statutaria rischia di “scippare” 8 dei 15 consiglieri regionali spettanti alle quattro province cancellate dal referendum. I problemi emersi già da diversi giorni nella circoscrizione elettorale di Olbia Tempio, nella quale per un complicato ed incomprensibile calcolo dei resti su base regionale, rischiano di saltare ben tre dei cinque consiglieri inizialmente previsti a vantaggio delle circoscrizioni elettorali delle quattro province storiche, si sono estesi anche alla circoscrizione elettorale del Medio Campidano, che sarebbe destinata a perdere due dei quattro consiglieri regionali previsti; all’Ogliastra, che perderebbe uno dei suoi due consiglieri; e ora, infine, anche alla circoscrizione elettorale di Carbonia Iglesias, che secondo voci sempre più insistenti, riportate ieri dalle cronache della stampa regionale, perderebbe due dei quattro consiglieri regionali spettanti e dati per eletti certi dopo il completamento delle operazioni di scrutinio.

Se la conclusione dei calcoli e di tutte le verifiche, giungesse a queste conclusioni, si tratterebbe di un vero e proprio “scippo” consumato a danno dei territori delle quattro province cancellate con il referendum del 2013. La rivolta è già iniziata, un consigliere regionale uscente della circoscrizione dell’Ogliastra, Angelo Stochino, di Forza Italia, tra coloro che rimarrebbero direttamente penalizzati, ha dato mandato al proprio legale di presentare ricorso all’Ufficio elettorale regionale, per contestare la legge statutaria regionale, ritenuta incostituzionale perché non rispetterebbe il principio della rappresentatività territoriale. Altri ricorsi sono annunciati dalla Gallura e dal Medio Campidano e non tarderanno ad arrivare anche quelli dal Sulcis Iglesiente.

La legge statutaria regionale approvata in via definitiva il 12 novembre 2013, all’art. 3,  comma 3, prevede che «il numero dei seggi spettanti a ciascuna circoscrizione è calcolato dividendo la cifra della popolazione residente nella Regione, quale risulta dai dati ISTAT al 31 dicembre del penultimo anno precedente la data di convocazione dei comizi elettorali, per il numero dei seggi del Consiglio meno uno ed assegnando ad ogni circoscrizione tanti seggi quante volte il quoziente è contenuto nella cifra della popolazione residente nella circoscrizione» e su questa base, la ripartizione dei seggi assicurerebbe 20 seggi alla circoscrizione elettorale provinciale di Cagliari, 12 a quella di Sassari, 6 a quelle di Oristano e Nuoro, 5 a quella di Olbia Tempio, 4 a quelle di Carbonia Iglesias e Medio Campidano e, infine, 2 a quella dell’Ogliastra. Ma i successivi articoli della stessa legge statutaria che definiscono la ripartizione dei seggi sulla base dei resti su base regionale, starebbero determinando lo stravolgimento di questa previsione, a tutto vantaggio delle quattro province “storiche”.

Nella circoscrizione elettorale di Carbonia Iglesias, l’unico consigliere regionale eletto con quoziente pieno è il sindaco di Gonnesa, Pietro Cocco, del Partito Democratico, mentre quelli dati per eletti fino ad oggi sulla base del calco dei resti, sono Gigi Rubiu dell’UDC, Luca Pizzuto di Sel e Ignazio Locci di Forza Italia. A rischiare maggiormente, qualora le voci sul “taglio” di due consiglieri nella circoscrizione di Carbonia Iglesias trovassero conferma, sarebbero il segretario regionale di Sel, Luca Pizzuto, ed il consigliere comunale di Forza Italia a Sant’Antioco, Ignazio Locci.

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Pietro Cocco e Giorgio Oppi sono stati confermati, Paolo Dessì è il primo dei non eletti.

Pietro Cocco cinque anni fa risultò il più votato nella lista del Partito Democratico, con 3.948 preferenze, davanti a Mauro Esu, con 3.784. Domenica 16 febbraio si è fermato a 3.224 preferenze che gli sono astate per essere ancora primo, eletto con quoziente pieno, davanti a Pietro Morittu che ha raggiunto 2.987 preferenze.

Giorgio Oppi nel 2009 venne eletto nella lista UDC della circoscrizione provinciale di Carbonia Iglesias con 5.037 preferenze, questa volta è stato eletto nella lista UDC della circoscrizione provinciale di Cagliari, con 5.370 preferenze.

Paolo Dessì cinque anni fa, quando era consigliere provinciale di Forza Italia, si candidò e venne eletto nella lista del PSd’Az con 1.898 preferenze; questa volta, da consigliere regionale uscente del PSd’AZ, si è candidato nella lista di Forza Italia e, pur aumentando leggermente il suo consenso, arrivato a 2.012 preferenze, risulta il primo dei non eletti.

I volti nuovi eletti nel Sulcis Iglesiente sono Luca Pizzuto, segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Gianluigi Rubiu, consigliere comunale dell’UDC a Iglesias; Ignazio Locci, consigliere comunale di Forza Italia a Sant’Antioco.

Ricordiamo che la quarta consigliera uscente, Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale, ha deciso di non ricandidarsi dopo un’esperienza ventennale iniziata nella primavera del 1994.

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Manca ancora l’ufficialità ma ormai e pressoché certo che con Pietro Cocco, 48 anni, consigliere uscente e sindaco di Gonnesa, del Partito Democratico, unico eletto con un quoziente pieno nella circoscrizione elettorale di Carbonia Iglesias, 3.224 preferenze, entreranno in Consiglio regionale altri tre rappresentanti del Sulcis Iglesiente: Luca Pizzuto, 30 anni, segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, nella cui lista ha ottenuto 1.709 preferenze; Gianluigi Rubiu, 55 anni, consigliere comunale a Iglesias, ex consigliere provinciale, dell’UDC, nella cui lista ha ottenuto 3.998 preferenze; Ignazio Locci, 40 anni, consigliere comunale a Sant’Antioco, ex consigliere provinciale, di Forza Italia, nella cui lista ha ottenuto 2.236 preferenze.
Resta fuori dal Consiglio regionale, salvo recuperi legati alle ultime otto sezioni ancora aperte, Pietro Morittu, capogruppo del Partito Democratico a Carbonia, che ha ottenuto 2.987 preferenze.

 

 

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Il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco, consigliere regionale uscente, il più votato nella lista del Partito Democratico, è l’unico candidato certo dell’elezione nella circoscrizione elettorale di Carbonia Iglesias. Pietro Morittu, nonostante abbia ottenuto quasi 3.000 preferenze, rischia di non farcela, perché al Partito Democratico dovrebbero andare 18 seggi e non i 20 ipotizzati ieri, quando Pietro Morittu sembrava vicino all’elezione. Al momento, comunque, non ci sono certezze.
Nessuna certezza e grande attesa anche per gli altri papabili: Gianluigi Rubiu, il più votato con quasi 4.000 preferenze nella lista dell’UDC; Ignazio Locci, il più votato nella lista di Forza Italia e Luca Pizzuto, segretario regionale e il più votato nella lista di Sinistra Ecologia Libertà.

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I candidati consiglieri più votati a Sant’Antioco. Il primo è Ignazio Locci, Forza Italia, 1.233 voti. Alle sue spalle Fabrizio Steri, Gentes, 604 voti; Luciano La Mantia, Unidos, 184 voti; Pietro Morittu, Partito Democratico, 178 voti; Luca Pizzuto, Sinistra Ecologia Libertà, 139 voti; Roberta Serrenti, UDC, 124 voti; Marco Fontana, Partito Democratico, 105 voti;

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Forza Italia ha sciolto gli ultimi dubbi sulla scelta dei quattro candidati alle elezioni regionali del 16 febbraio nella circoscrizione di Carbonia Iglesias. Sono tre uomini e una donna: Paolo Luigi Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi alla terza consiliatura, consigliere regionale uscente eletto nelle liste del Partito Sardo d’Azione nel 2009; Mario Porcu, ingegnere, consigliere comunale a Carbonia, presidente della Sotacarbo e direttore generale della Carbosulcis; Ignazio Locci, consigliere comunale a Sant’Antioco ed ex consigliere provinciale; Letizia Cossu, avvocato di Iglesias.

L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha mantenuto l’impegno. Il ritorno alla Tarsu al posto della Tares è ufficiale. La decisione, è stata assunta a maggioranza dal Consiglio comunale convocato dal Sindaco, Mario Corongiu, venerdì scorso.

Il ritorno in Tarsu, secondo l’Amministrazione comunale, consente l’applicazione delle stesse tariffe del 2012 con un aumento solo dell’11 per cento per permettere la copertura integrale dei costi di gestione come previsto dalla normativa. Una discussione che si è sviluppata molto accesa con le minoranze a dare battaglia.

«Abbiamo contestato  in particolar modo le tariffe che dovranno essere applicate – ha spiegato Ignazio Locci, di Città Nuova – specialmente per alcune attività produttive.»

Anche la conseguente delibera sull’assestamento del bilancio di previsione ha avuto momenti di discussione accesi. Particolarmente critico  è stato il consigliere Salvatore Massa che ha denunciato alcune spese inopportune effettuate dalla giunta.

«Facciamo sempre il controllo sulla spesa pubblica – ha chiarito Salvatore Massa – specialmente in momenti come questo con  azzeramento di fatto dell’avanzo di amministrazione. La nostra preoccupazione è che la prossima amministrazione si troverà ad amministrare il paese sopra le macerie.»

Per quanto riguarda le interrogazioni presentate dalle opposizioni, di particolare valenza quella che riguardava il porticciolo turistico. Il sindaco però non ha affrontato l’argomento in quando, ha detto: «Sarebbe inopportuno in questo momento esprimere giudizi e valutazioni su una vicenda oggetto di ricorsi e inchieste».

Tito Siddi

Consiglio comunale Sant'Antioco 0