16 May, 2024
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Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato ieri, con il ministero dell’Interno, la convenzione che permetterà alla Regione, in partenariato con la ASL 8 di Cagliari, di rafforzare ulteriormente il sistema di accoglienza sanitaria dei migranti che giungono in Sardegna. La convenzione prevede che i servizi di accoglienza, assistenza e sostegno socio-sanitario rivolti ai soggetti più deboli ospitati nei centri di accoglienza, finora garantiti attraverso il coordinamento di tutti gli attori sanitari coinvolti nella gestione delle emergenze, saranno finanziati con le risorse del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020.
«Un risultato importante – ha detto Francesco Pigliaru -, che consentirà di rafforzare la risposta ai bisogni di salute di richiedenti e titolari di protezione internazionale, con particolare attenzione a coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità post-traumatica e disagio psico-sanitario
«La convenzione certifica un lavoro di équipe già portato avanti dalla Asl 8, grazie al prezioso lavoro di tutti gli operatori e volontari coordinati da Silvana Tilocca – ha aggiunto l’assessore della Sanità, Luigi Arru -. Ora, grazie anche a questo accordo, le buone pratiche potranno essere recepite con più facilità anche nelle altre realtà sanitarie della regione.»
L’iniziativa si avvarrà di un’equipe multidisciplinare composta da personale medico, infermieristico e da uno psicologo con il compito di valutare le situazioni di fragilità tra gli ospiti dei Centri di Accoglienza Straordinaria. Il sostegno psicologico, sociale e assistenziale ai migranti sarà garantito anche attraverso l’attivazione di una ‘Unità mobile’ di supporto presso le strutture di accoglienza e i servizi psico-socio-sanitari pubblici, che andranno ad integrare i servizi già prestati presso le Strutture sanitarie preposte. Il modello innovativo, sperimentato presso la ASL 8 Cagliari, sarà poi diffuso nelle altre Aziende Sanitarie aderenti all’iniziativa.

Francesco Pigliaru 371

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La Giunta regionale ha deliberato oggi lo stanziamento di 3 milioni per i contributi “fitto casa” nel prossimo anno accademico. I destinatari sono gli studenti che frequentano corsi universitari nell’Isola, ai quali andranno due milioni; un milione sarà ripartito tra gli studenti che sceglieranno un corso fuori dalla Sardegna. Il contributo sarà erogato nella misura massima di 2.500 euro annui per studente.
L’Esecutivo ha dato il via libera alle linee guida per il sostegno all’impresa nell’ambito della programmazione Unitaria 2014-2020 a favore della competitività. Le linee guida, proposte dall’assessore Raffaele Paci, forniscono indicazioni alle strutture regionali per disciplinare, indirizzare e coordinare l’attuazione delle operazioni sugli aiuti di stato alle imprese, assicurando uniformità nelle procedure attuative.
La Giunta, sentito il parere della Conferenza permanente Regione-Enti locali e su indicazione dell’assessore Cristiano Erriu, ha dato un indirizzo interpretativo in merito alle disposizioni del titolo II della legge regionale n. 2/2016. Eventuali nuove Unioni dei Comuni dovranno garantire alle Unioni già esistenti alla data dell’entrata in vigore della stessa legge regionale, vale a dire il 12 febbraio 2016, il mantenimento dei requisiti della popolazione (10mila abitanti), della contiguità territoriale e del numero minimo dei Comuni (quattro) previsti dal titolo II della legge n. 2/2016.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, è stato concesso il nulla osta alla immediata esecutività della delibera dell’Amministratore Unico dell’agenzia Forestas per la Seconda variazione di bilancio per la campagna antincendi boschivi 2016.
Su proposta dell’assessore Luigi Arru, la Giunta ha approvato la proroga, fino al 31 dicembre 2016, dei commissari delle Aziende sanitarie di Olbia, Nuoro, Lanusei, Sanluri, Cagliari, Oristano, Carbonia. L’esecutivo ha poi recepito l’accordo della Conferenza Stato-Regioni sui prezzi unitari della cessione di sangue, degli emocomponenti ed emoderivati.

Palazzo della Regione 2 copia

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La Giunta regionale ha approvato le nuove linee di indirizzo per i presidi dei diabetici, Prevedono, tra l’altro, l’adozione di microinfusori e sensori di ultima generazione e i Centri diabetologici abilitati alla loro prescrizione e impianto.

«L’istituzione della commissione regionale della diabetologia e malattie metaboliche correlate – spiega l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è stata una delle prime azioni di questa Giunta. La Commissione ha fatto un lavoro importante ed encomiabile, insieme con i coordinamenti interaziendali regionali per il diabete in età adulta e per quello in età pediatrica. Dal loro lavoro nascono queste Linee di indirizzo, legate alla necessità di ridefinire e aggiornare i protocolli di accesso alla prescrizione di presidi di autocontrollo glicemico e alla gestione della terapia con microinfusori e con sistemi integrati microinfusore-sensore.»

Finora, senza un protocollo regionale, l’accesso ai moderni dispositivi era infatti avvenuto in maniera difforme da Asl ad Asl. Con le linee di indirizzo vengono individuati in Centri nei quali prescrivere e impiantare i microinfusori, vengono definite le procedure di monitoraggio dei dispositivi nei pazienti, prevista la centralizzazione degli acquisti di presidi per diabetici.

«In Sardegna – conclude Luigi Arru – più di 150mila persone sono affette da diabete mellito e abbiamo una incidenza, nella fascia di età da 0 a 14 anni, di 60 casi/100.000 anno.»

Luigi Arru 52

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha approvato la presa d’atto del Patto per lo sviluppo della Sardegna stipulato il 29 luglio scorso tra il Capo del Governo Matteo Renzi e il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Via libera anche all’adesione alla “Collaborazione tra associazioni che promuovono l’integrazione attraverso l’imprenditoria in Sardegna” nell’ambito dell’iniziativa Immigrazione 2014. Il progetto è finanziato dalla Fondazione CON IL SUD. La Giunta ha poi proceduto alla nomina di Antonello Arghittu Direttore generale Ersu, per 15 mesi, e di Angelo Casula Direttore generale di Forestas, per 3 anni.
E’ stato approvato, su proposta dell’assessore Luigi Arru, il programma di adeguamento delle strutture sanitarie alla normativa antincendio: con 2.478.743 euro verranno realizzati interventi al San Marcellino di Muravera e al San Giuseppe di Isili, al San Michele dell’azienda Brotzu, alle Cliniche e al Santissima Annunziata dell’Aou di Sassari, all’ospedale di San Gavino. E’ stata accolta, inoltre, la proposta di recepimento dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sull’individuazione delle figure professionali competenti nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, nonché delle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali e assistenziali coinvolte nelle reti di cure palliative e della terapia del dolore. L’esecutivo ha dato poi il via libera all’assegnazione della quota di copertura in acconto del disavanzo 2015 a favore delle Aziende sanitarie, per un ammontare di quasi 95 milioni 800 mila euro ed alla nomina a commissario della Asl di Lanusei di Grazia Cattina, attualmente direttore sanitario dell’azienda. Con una nuova delibera sull’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, la Giunta indica le caratteristiche e i requisiti che devono possedere le strutture transitorie di accoglienza a loro dedicate: devono essere facilmente raggiungibili e accogliere i minori per un tempo non superiore a 45 giorni, per far fronte alle emergenze e a particolari condizioni di straordinarietà riconducibili alle procedure di accertamento dell’età, all’iter di identificazione, a particolari accertamenti o profilassi sanitarie, ad un flusso straordinario di minori non previsto. Previsti anche i requisiti organizzativi e di personale, quali un’équipe formata da un coordinatore, un educatore, un mediatore culturale e un operatore. Sono stati poi ripartiti i fondi per il rilancio del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia: sul finanziamento complessivo di 3.175.500 euro, 1.058.500 sono rivolti all’avvio del servizio di nido d’infanzia e/o micronido; con un milione si prolunga l’apertura al pomeriggio o durante il periodo estivo; 1.117.000 per il sostegno ai costi di gestione, riducendo l’importo delle rette a carico delle famiglie. Con un milione di euro ripartito tra le Asl di Sassari, Oristano e Sanluri a si integrano gli interventi in materia di assistenza termale a favore delle terme di Benetutti (Aurora e San Saturnino), Santa Maria Coghinas, Sardara e Fordongianus.
Otto scuole polo rappresenteranno il raccordo tra le autonomie scolastiche e l’amministrazione regionale per favorire la semplificazione gestionale del programma “Tutti a Iscola@” 2016/2017. È quanto stabilisce la delibera proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino. Dopo il primo anno di avvio sperimentale, “Tutti a Iscol@” si perfeziona con un intervento mirato a sciogliere i nodi gestionali ed amministrativi sui quali le strutture scolastiche hanno riscontrato maggiori difficoltà. Le scuole polo, individuate tramite selezione pubblica fra quelle con maggiore esperienza e competenza, forniranno agli altri istituti assistenza e supporto in fase di programmazione, gestione e monitoraggio dell’intervento. Sempre su proposta dell’assessore Firino, la Giunta ha approvato in via definitiva il Piano Triennale 2016-2018 per lo sviluppo dello sport. In via generale il testo tiene conto delle osservazioni e delle proposte avanzate dalla VI commissione consiliare – che ha espresso parere favorevole all’unanimità sul provvedimento preliminare – valutandone nel dettaglio la loro compatibilità con i regolamenti federali e le altre disposizioni direttamente applicabili.
Su proposta dell’assessore Virginia Mura, la Giunta ha adottato una delibera di indirizzo per l’attuazione della legge regionale 9 del 2016, che riforma la disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. L’atto chiarisce con precisione l’iter corretto per procedere – come ha disposto la legge 9 – alla stabilizzazione nell’Aspal del personale assunto in passato con contratto a tempo determinato dalla soppressa Agenzia regionale per il lavoro, e individua la strada per effettuare la proroga di tutti i contratti in scadenza fino al 31.12.2016, tempo strettamente necessario per concludere la procedura di stabilizzazione. Sono da rispettare una serie di ineludibili passaggi amministrativi che impegneranno l’Aspal verosimilmente per tutta la restante parte del 2016, e nel frattempo si riuscirà a garantire la continuità dei servizi pubblici erogati dai Centri per l’Impiego.
In occasione del centenario della scomparsa del professor Domenico Lovisato, ordinario di geologia e mineralogia all’Università di Cagliari che nel 1879 lanciò la proposta di costruire un rifugio nei versanti del Gennargentu, la Giunta ha accolto la richiesta dell’assessore Cristiano Erriu per finanziare i lavori di recupero e ricostruzione delle vestigia storiche della “Casa rifugio La Marmora”, nel territorio del comune di Desulo. L’Assessorato degli Enti locali stipulerà una convenzione attuativa con il Comune, destinatario del finanziamento, assicurando in collaborazione con l’ente locale il coordinamento dell’iniziativa e l’attuazione dell’intervento. L’edificio, oggi è in condizioni di totale abbandono, consentirà di incentivare il turismo escursionistico, che avrebbe nella costruzione voluta dall’allora Club Alpino Sardo il punto di accoglienza. La posa della prima pietra di sienite, proveniente dall’area di Su Xuxiu, avvenne il 22 luglio 1900. L’intervento assume notevole rilevanza anche nell’ambito delle politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio.
Definita la collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission per le attività di supporto alla realizzazione di prodotti audio – televisivi e per il cinema che promuovano l’immagine della Sardegna. Lo prevede la delibera approvata su proposta dell’assessore Francesco Morandi. Si tratta di nuove attività per completare le azioni di comunicazione turistica e per favorire nuove motivazioni di viaggio legate alla valorizzazione del territorio tramite il racconto visivo. Grazie al provvedimento si potranno gestire proposte di produzioni cine-tele-audiovisive da parte di società specializzate, testate giornalistiche, agenzie, che possano richiedere assistenza logistica e sostegno per la creazione di riprese/immagini/audiovisivi sul territorio regionale, destinate a cinema, televisione, web e a carta stampata.
Su proposta dell’assessore Maria Grazia Piras, la Giunta ha approvato le modifiche dello statuto di Carbosulcis SPA, il mandato all’assessore di approvare il bilancio Igea Spa e la nomina della delegazione che tratterà la stipula dell’accordo quadro sui personale degli ex Consorzi Zir.
Su proposta dell’assessore Elisabetta Falchi, la giunta regionale ha approvato una delibera che trasferisce all’agenzia regionale Agris la somma di 143.242 euro da utilizzare per assicurare la continuità dell’attività istituzionale del Laboratorio fitosanitario regionale e consentirne il potenziamento con l’acquisizione di macchine e attrezzature adeguate alle nuove emergenze fitosanitarie. Inoltre, acquisito il parere favorevole della Quinta commissione del Consiglio regionale, è arrivato il via libera definitivo all’integrazione della delimitazione dei territori interessati dagli eventi alluvionali del 18 e 19 novembre 2013, grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e tromba d’aria del 4 settembre 2015, già approvata dalla giunta nella seduta dello scorso 12 luglio. Con apposita delibera, infine, è stata rettificata la Deliberazione n. 20/1 del 12 aprile 2016 nella parte relativa al calcolo dei canoni di affitto dei terreni agricoli previsti nel progetto Terra ai Giovani. L’agenzia Laore ha ricevuto mandato per la correzione della procedura pubblica di assegnazione dei terreni in corso, la cui scadenza era prevista per il 31 Agosto 2016 e che verrà prorogata.
La Giunta, su proposta dell’assessore Donatella Spano, ha deciso di non sottoporre all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale (Via), condizionato a prescrizioni, l’intervento per l’adeguamento per la sicurezza dell’esercizio della linea ferroviaria Chilivani – Porto Torres lungo il Rio Calamasciu (rettifica di tracciato tra il km 43+167 e il km 44+647 con soppressione del P.L. al km 43+810).
Su proposta dell’assessore Gianmario Demuro, d’intesa con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, la Giunta ha approvato lo schema di ripartizione tra le strutture regionali delle risorse per gli incarichi di consulenza, studio e ricerca, che saranno gestite dai direttori generali degli Assessorati. Per il 2016 sono stati stanziati complessivamente 436mila euro.

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La Giunta regionale, in stretta collaborazione con il ministero della Salute, ha messo a punto un provvedimento che consente la regolarizzazione a chi ancora esercita attività di allevamento illegale di suini, senza andare incontro alle pesanti sanzioni previste dalla normativa nazionale.

«Ieri sera, a Nuoro, abbiamo incontrato i sindaci dei Comuni maggiormente interessati dall’allevamento illegale di suini e dal pascolo brado – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru -. Abbiamo illustrato il provvedimento, che è frutto del lavoro paziente e determinato portato avanti con il Ministero. Da parte dei Sindaci abbiamo trovato grande collaborazione e la consapevolezza che è una battaglia di tutti: vincerla significa dare alle zone interne una straordinaria possibilità di sviluppo.»

«Adesso non ci sono più alibi: coloro che intendono operare nella legalità avranno tutti i vantaggi, soprattutto di carattere finanziario, messi a disposizione dalle istituzioni. Chi invece deciderà di continuare a operare in spregio alle regole e al rispetto della tutela della salute dei consumatori, lo farà per propria scelta e rifiuterà una occasione storica, assumendosene tutta la responsabilità». Così Alessandro De Martini, direttore generale della presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana, che ha aggiunto: «Riuscire ad avere questa ennesima apertura da parte del ministero della Salute – ha osservato De Martini – non è stato un lavoro facile. Da adesso in poi si misurerà ancora di più il senso di responsabilità degli allevatori illegali e quello di collaborazione degli amministratori locali».

«Come sappiamo tutti, la peste suina è un impedimento pesantissimo allo sviluppo delle zone interne – ha sottolineato l’assessore della Sanità Luigi Arru -. Ma non dobbiamo dimenticarci che si tratta di una malattia infettiva grave, che deve essere assolutamente eradicata. Dal momento che l’effetto sull’uomo non è visibile, qualcuno è convinto che non ci sia il danno, ma non è così: può portare malattie come la trichinellosi. È necessario sconfiggerla definitivamente, ed emergere dall’illegalità è la chiave per riuscirci.» 

«Stanno partendo tutte le misure del Programma di sviluppo rurale e questa ulteriori possibilità che si sta dando alle aziende per emergere e regolarizzarsi può essere colta pienamente anche con la possibilità di intercettare i fondi per la infrastrutturazione, per esempio per le recinzioni, con la misura 4.1. – ha detto l’assessore Elisabetta Falchi -. Quello che abbiamo fatto è un quadro completo di misure di agevolazione per allevare in maniera corretta e stiamo mettendo a disposizione risorse importanti del PSR con le misure del benessere e con le altre. C’è un disegno complessivo di incentivi all’allevamento corretto e virtuoso.»

È stata approvata ieri in Giunta, su proposta dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana, la delibera che aggiorna per la prossima annualità il programma straordinario di eradicazione del virus 2015-2017. Il Programma straordinario 2017 è stato trasmesso, il 30 maggio 2016, al ministero della Salute al fine dell’istruttoria di competenza per il successivo inoltro alla Commissione europea, che lo discuterà il prossimo novembre.
Nei sei mesi di finestra (giugno-novembre 2015), concessa agli allevatori illegali per regolarizzarsi, ben 476 soggetti hanno presentato domanda di emersione. Di questi circa 270 provenivano dalle aree del Nuorese e dell’Ogliastra.
A seguito delle azioni di depopolamento, scattate all’indomani della chiusura della finestra, e in virtù dei diversi strumenti finanziari messi a disposizione dal Programma di sviluppo rurale, sono giunte dai territori numerose richieste per un’ulteriore possibilità di regolarizzazione con un’applicazione meno pesante delle sanzioni, previste dalla normativa.

Su input dell’Unità di progetto, per offrire agli allevatori ancora non registrati un’ulteriore apertura per la regolarizzazione attenuando le pesanti conseguenze economiche previste dal D. Lgs. N. 200/2010, il ministero della Salute ha formulato un’interpretazione sull’art. 9 comma 11 di tale norma. Secondo il ministero, gli allevatori non registrati che volessero regolarizzarsi, potranno presentare specifica dichiarazione di autocertificazione (tramite ufficio SUAP) per l’avvio delle attività e usufruire del beneficio dell’estinzione delle sanzioni, mediante attuazione delle prescrizioni impartite dai servizi veterinari entro il termine di 15 giorni previsto dalla norma.

Con la delibera, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, si impegna ad adottare un apposito decreto in cui si definisce il procedimento relativo alla regolarizzazione delle aziende illegali e il necessario raccordo con il coordinamento regionale SUAP.

Tali misure di favore saranno riconosciute solo a quanti intendano, tramite ravvedimento operoso, regolarizzare l’esercizio delle attività condotte illegalmente, alla condizione che siano rispettati tutti i parametri e le norme in materia di biosicurezza e sanità.

La Giunta regionale, al fine di consentire a coloro che intendono ravvedersi operosamente di provvedere agli adempimenti, ha stabilito che le attività di depopolamento su larga scala (rimane impregiudicata la possibilità, ove ricorrano le condizioni di tutela della salute pubblica, di procedere con depopolamenti mirati a risolvere specifiche situazioni) saranno riprese dopo 60 giorni dall’emanazione del citato Decreto assessoriale, contenente le puntuali indicazioni per la regolarizzazione.

Nucleo operativo di dirigenti veterinari e ausiliari. Per incrementare le attività di controllo e monitoraggio sul campo, l’Unità di progetto ha proposto la creazione di una task force dedicata. Il nuovo gruppo di lavoro sarà composto da dirigenti veterinari e ausiliari, altamente specializzati, incaricati soprattutto delle attività di controllo e monitoraggio delle aziende. Il nucleo operativo si occuperà inoltre delle attività di verifica, controllo e affiancamento rispetto a quelle già svolte dai Servizi veterinari, e dell’individuazione del sommerso negli allevamenti, della movimentazione illegale negli agriturismo e nelle attività di ristorazione. Darà quindi supporto nella gestione delle emergenze sanitarie, come l’estinzione dei focolai di PSA. In ultimo, farà la sua parte nelle attività di depopolamento di suini, rinvenuti al pascolo brado, e nei controlli ufficiali durante la stagione venatoria.

L’Agenzia agricola è incaricata di diffondere, attraverso adeguata attività di informazione, le misure individuate in delibera nelle aree ritenute a maggior rischio di diffusione della Peste suina africana. Laore è inoltre deputata a diffondere le migliori pratiche attuate dalla regione spagnola dell’Estremadura attraverso un confronto diretto con alcuni esponenti del mondo degli allevatori sardi con quello spagnolo, nell’ambito delle attività ricadenti nella misura 1 del PSR.

In funzione dell’emersione degli allevamenti illegali e per garantire maggiore chiarezza nella costituzione delle attività imprenditoriali suinicole, l’Unità di progetto ha tenuto a precisare le estensioni degli allevamenti previsti dalla normativa, non inserite tuttavia nella delibera approvata oggi. Nelle zone infette dalla PSA si possono avere allevamenti, in un unico appezzamento, di estensione massima pari a 10 ettari. Nelle zone bianche, immuni dal virus, si può invece arrivare fino ai 40 ettari. Tali spazi vanno delimitati, per impedire il contatto con cinghiali o suini al brado, con muretti a secco o doppie recinzioni in rete metallica alte almeno 1 metro e mezzo. Il carico di animali sostenibile per ettaro non deve superare i 15 quintali e deve essere comunque proporzionato al fine della tutela del suolo.

Ben 10 misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 interessano il comparto suinicolo con finanziamenti a fondo perduto fino all’80%. Novità assoluta a livello nazionale e comunitario, con oltre 50 milioni di euro di risorse sulla misura 14 del PSR, riguarda il benessere animale per i suini.

Al 31 marzo 2016, secondo la Banca Dati Nazionale (BDN), in Sardegna erano presenti 175.508 capi suddivisi in 17.447 aziende suinicole. Fra queste, anche alcune centinaia di aziende registrate nel 2015 nel quadro della lotta all’allevamento irregolare. Secondo una stima, sarebbero fra i 3 e i 4mila i suini bradi detenuti illegalmente, mentre la popolazione regionale di cinghiali è stimata in circa 75mila capi.

Cinghiale 116 copia

 

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci contesta i requisiti scelti dall’assessorato regionale della Sanità per la stabilizzazione dei precari del mondo della sanità sarda. «Dando una lettura ai requisiti per beneficiare della stabilizzazione – dice Ignazio Locci – si scopre che per accedere alle procedure concorsuali, occorre essere stati assunti, in sostanza, prima del 2008. Esattamente il periodo in cui la Regione è stata guidata da Renato Soru e Nerina Dirindin. Resta da chiedersi, a questo punto, che fine debbano fare tutti coloro che hanno lavorato nel comparto sanità in qualità di precari da quel periodo in poi. Se esistono, di sicuro sono considerati precari di serie B.»

«La delibera varata dalla Giunta, inoltre, prevede la stabilizzazione di Lsu (Lavoratori socialmente utili) nelle Asl della Sardegna, ammesso esistano posti in organico. Ci auguriamo vivamente che i destinatari del provvedimento vengano scelti tra gli unici aventi diritto: ovvero quanti fanno parte del bacino regionale degli Lsu istituito con delibera di Giunta nel 2014. Su questo non faremo alcuno sconto – conclude Ignazio Locci -: vigileremo affinché almeno a questa categoria di lavoratori vengano riconosciute pari opportunità.»

Assessorato regionale della Sanità 6 copia

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Assessorato regionale della Sanità 6 copia

La Regione avvia la stabilizzazione – previo l’espletamento di concorsi riservati – di personale con contratto di lavoro a tempo determinato, dei lavoratori socialmente utili e dei lavoratori di pubblica utilità in possesso di determinati requisiti. Si dà così attuazione anche in Sardegna al Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 6 marzo 2015, finora non recepito dalla Regione.
Oggi la Giunta, su proposta dell’assessore Luigi Arru, ha accolto le disposizioni che riguardano il personale precario del comparto sanità, consentendo alle Aziende e agli enti del Servizio Sanitario regionale di bandire, fino al 31 dicembre 2018, procedure concorsuali riservate, per titoli ed esami, per assunzioni a tempo indeterminato. In tutto, si stima, saranno inizialmente 104 le persone interessate dalla stabilizzazione, con un costo annuo (già sostenuto dalle Aziende) di 5 milioni 600mila euro.
Tra i requisiti per accedere alle procedure di stabilizzazione, c’è l’aver maturato – alla data del 30 ottobre 2013 – negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti del medesimo ambito regionale diversi da quello che indice la procedura.
Per il personale non dirigenziale i requisiti sono l’essere stato in servizio al 1° gennaio 2007 con tre anni di tempo determinato già maturato nel quinquennio precedente; essere stato in servizio al 1° gennaio 2007 con tre anni di tempo determinato maturato in virtù di un contratto in essere al 29 settembre 2006, tenendo conto anche del servizio svolto a tempo determinato nel quinquennio precedente al 1° gennaio 2007; aver maturato tre anni di tempo determinato nel quinquennio precedente al 1° gennaio 2007; essere in servizio al 1° gennaio 2008 con tre anni a tempo determinato maturato, in virtù di un contratto in essere al 28 settembre 2007, tenendo conto anche del servizio svolto a tempo determinato nel quinquennio precedente al 1° gennaio 2008. Le procedure di stabilizzazione non si applicano al personale dirigente a tempo determinato con contratto ex articolo 15 septies (del D.Lgs. 502/1992).
La delibera stabilisce, ancora, che tutte le assunzioni per le quali le Aziende attiveranno le procedure concorsuali riservate dovranno essere preventivamente autorizzate dalla Direzione generale dell’Assessorato della Sanità e le relative richieste di assunzione inserite in un apposito Piano di stabilizzazione. L’assunzione del personale precario non dovrà determinare, comunque, il superamento dei vincoli di costo per il personale posti dalle attuali norme regionali e nazionali.

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Il Consiglio regionale ha iniziato stamane l’esame della proposta di legge sul reddito di cittadinanza e contrasto delle povertà presentata dal gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge n. 5/A (Pizzuto e più) – Reddito di cittadinanza e contrasto alla povertà. Fondo regionale per il reddito minimo di cittadinanza.

Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere di Sinistra, Ecologia e Libertà Luca Pizzuto (che è anche segretario regionale del partito).

Nel suo intervento, Luca Pizzuto ha citato un grande economista liberale che, durante la seconda guerra mondiale, mise le basi del welfare europeo e con i suoi studi costruì le basi per la lotta alla povertà. E’ auspicabile perciò, ha sostenuto, «che la proposta sia condivisa da un Consiglio che dovrebbe avere la lotta alla povertà come grande obiettivo comune, soprattutto per la situazione economica molto critica in Sardegna a causa della mercificazione del lavoro legata alla globalizzazione e all’impoverimento di classi sociali molto ampie». Con la nuova legge, ha annunciato il consigliere, «si vuole introdurre anche una nuova mobilità sociale per consentire spazi di crescita a chi è in difficoltà e non ha speranze di riscatto, per lavorare ad una inclusione sociale che deve diventare il momento centrale della trasformazione del nostro sistema di protezione anche se la strada da percorrere resta molto lunga». Resta comunque una opportunità per circa diecimila famiglie sarde, ha osservato Pizzuto, «che non solo dà risorse ma chiama anche i cittadini chiamati ad usare le loro forze per uscire dalla loro condizione marginale, supera un sistema discrezionale e statico, segna un cambio di passo andando oltre lo schema classico delle politiche sociali con l’ingresso in questo settore dei servizi per il lavoro». Un cambiamento che, secondo l’esponente di Sel, «si esprimerà concretamente attraverso percorsi di inclusione sociale come l’innalzamento del tetto istruzione dei minori, i lavori pubblica utilità ed il volontariato culturale e sociale, perché siamo convinti che partendo dal lavoro si possa costruire sul piano culturale un modello di società più coeso e solidale».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha espresso grande rispetto sulla proposta sottolineando però che «è evidente che si tratta di un risarcimento del Pd ad una parte politica del centro sinistra che nei giorni scorsi ha subito molto nella riforma della sanità». Quanto alla copertura finanziaria, Locci ha segnalato che «è stata individuata con lo stesso metodo che ha contrassegnato nell’ultima finanziaria le misure di contrasto alla povertà ed inoltre bisogna riconoscere che immaginando una azione di trasferimento ad enti locali siamo ad agosto ed è difficile ritenere che si farà qualcosa di reale entro l’anno;  a parte il fatto che siamo in presenza del disconoscimento della strategia della Giunta sulle stesse misure messe a punto prima dal governo Soru e poi dai governi successivi del centro sinistra». Nel merito, ad avviso di Locci, «e a fronte di coperture piuttosto generiche si apre poi una incerta fase di sperimentazione prima di andare a regime, una fase che da un lato trasferirebbe una parte di competenze dagli enti locali verso uffici regionali, per cui la proposta rischia di essere troppo burocratica ed avrà bisogno di norme attuative molto complesse». In definitiva, ha concluso il consigliere dell’opposizione, «sulla legge peraltro mossa da nobili principi pesa una preoccupante mancanza di concretezza che, a nostro avviso, si poteva trovare con misure più indirizzate a sostenere i giovani che vogliono restare in Sardegna con la loro famiglia ed il loro lavoro».

Il consigliere Edoardo Tocco, anch’egli di Forza Italia, ha ricordato la citazione di giornalista molto critico sulla «sulla carità da cui qualcuno spesso trae vantaggio». Ha manifestato la sua personale condivisibile dell’obiettivo sul piano generale, auspicando inoltre che la proposta sia articolata in maniera diversa, «infatti è sbagliato vivere di assistenza o sussidi perché non è dignitoso per le persone che, invece, meritano rispetto e strategie differenti sull’occupazione che la Giunta ha dimostrato di non possedere, venendo meno al dovere della politica e delle istituzioni di incentivare la possibilità di lavoro e non erogare parole e risorse che non hanno un fine». Il problema, ad avviso di Tocco, «andava affrontato in maniera differente ed in effetti le risorse erano state stanziate in precedenza proprio con questa finalità ed è stato un errore cambiarne la destinazione; ciò che si aspettano le persone è di tornare a casa dicendo di aver preso lo stipendio piuttosto che un sussidio».

Il consigliere Paolo Zedda (Rossomori) ha affermato che «ci sono molte buone ragioni per condividere la proposta, innanzitutto di metodo perché si tratta di una iniziative importante che viene dal Consiglio anziché della Giunta, in un periodo in cui il ruolo del Consiglio appare sempre più compresso e sottodimensionato da finanziarie che lasciano margini sempre più stretti anche per gli emendamenti, dalla mancanza di assestamenti di bilancio, di spazi per la programmazione dei fondi europei, per finire con gli ordini del giorno e le emozioni (senza aumenti di spesa) che pure devono subire passaggi intermedi come è accaduto in occasione della cessione del dna sardi e del revamping del termovalorizzatore di Tossilo». Qui invece, ha dichiarato con soddisfazione Zedda, «emerge la valutazione politica forte del Consiglio, la visione della Sardegna del prossimo futuro che si preoccupa di arginare la tendenza naturale della società ad allargare le differenze fra super ricchi e super poveri che ha urgente bisogno di essere corretta, pena il rischio di allontanarsi dal sistema di valori dei progressisti, fondato sulla lotta alla povertà, allo spopolamento, all’emigrazione forzata». Il premio Nobel dell’economia Milton Friedman, ha ricordato Zedda, citava «il dovere delle società avanzate di equilibrare le differenze sociali ingiuste con interventi sul fisco ed attraverso sussidi per affermare quel concetto di libertà dal bisogno evocato da un grande presidente americano come Roosvelt, senza il quale non c’è democrazia». Questa legge ha certamente una finalità nobile, ha detto ancora Zedda, «anche se non risolve da sola il problema della povertà dei sardi in una Regione dove c’è molto bisogno di allargare la base produttiva con interventi su agricoltura, gestione aperta dei terreni demaniali, sviluppo del turismo, industria ed energia sostenibile, ma i primi risultati che potremo raggiungere con la legge sono importantissimi ed oggi non possiamo farne a meno; va apprezzato in particolare il patto fra famiglie e Regione che dà una mano a chi si impegna a crescere sotto tutti i punti di vista, patto che può trovare sostanza, sul piano attuativo, nella collaborazione molto stretta fra nuovo sistema e nuova Aspal (l’Agenzia regionale del lavoro) che possiede strumenti di conoscenza e di analisi dei dati».

Dopo l’on. Ruggeri ha preso la parola l’on. Paolo Truzzu (Fdi), che ha citato Einstein e ha detto: «Nel momento in cui discutiamo di un tema così importante quest’Aula si deve confrontare con una Regione che fa di tutto per spingere verso la povertà i sardi, come quando vara appalti che generano stipendi sotto la soglia di povertà. Mettiamoci d’accordo su cosa si deve fare. Che senso ha un bellissima legge sulla carta, come questa, quando poi le guardie giurate, i lavoratori del facchinaggio, i lavoratori del portierato hanno stipendi da fame?».

Secondo l’oratore «non ci sono persone contrarie al reddito di cittadinanza e favorevoli ma la divisione è tra chi vuole una buona legge e chi vuole una legge e basta. La vera sfida è far vivere una vita dignitosa al maggior numero di famiglie sarde ed è l’istruzione la vera leva che ci consente di uscire dalla povertà, che è invece l’elemento di distruzione della società. Solo con l’istruzione libereremo le persone dai bisogni».

Secondo l’on. Truzzu «questo testo ha una serie di elementi che non funzionano, a cominciare dal fatto che la regione non è oggi attrezzata per valutare nel concreto le condizioni di povertà delle famiglie sarde e dunque individuare i beneficiari. Mi pare anche che i compiti attribuiti dalla legge ai Comuni siano assolutamente spropositati, nonostante le buone intenzioni di chi ha redatto questo testo».

Per Forza Italia ha preso la parola l’on. Stefano Tunis, secondo cui «è giusto un approccio critico ma il tema arriva tardi all’attenzione di questa assemblea. Prendiamoci il tempo che serve per far diventare questo testo la migliore legge possibile, anche alla luce delle decine di emendamenti che stanno arrivando dai banchi della maggioranza, non dai nostri. Intanto segnalo che la quantità di risorse previste in legge è del tutto insufficiente rispetto alla quantità di disagio presente nella società sarda». Per l’oratore «un po’ di questo disagio alla fine dovrà venir meno ma sia chiaro che questa non è la legge sul reddito di cittadinanza ma è un testo più orientato verso le politiche sociali e non sulle politiche economiche.  Cerchiamo di capire che non tutto il disagio è uguale e non tutto il bisogno è uguale. Depuriamo la nostra proposta da caratterizzazioni ideologiche: a noi occorre incentivare le famiglie e far generare sentimenti positivi e solidali. Non mance ma misure efficaci per i cittadini».

E’ poi intervenuto per Sel l’on. Francesco Agus, che ha ricordato come «il reddito minimo era nel programma della coalizione di centrosinistra   e arriva in aula dopo un lungo dibattito, che è stato però proficuo. Oggi mettiamo insieme risorse regionali, statali ed europee e sarebbe complice ritardare un solo giorno questa legge, che è una legge contro la povertà. La grande crisi che stiamo vivendo si è estesa a soggetti e famiglie che prima non avevano mai conosciuto questi fenomeni. Al punto che oggi, a differenza del passato, ci sono decine di migliaia di persone che lavorano ma sono ugualmente povere. Perfino nel lavoro pubblico questo accade, come ha ricordato prima l’on. Truzzu. Oggi non si chiude un percorso ma si inizia una strada, che è senz’altro quella giusta anche se lunga e difficile».

Per l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia) «la legislatura era appena iniziata quando nel 2014 Sel depositò una proposta di legge sul tema. E ne parliamo dopo oltre due anni, con una testo rivisto rispetto a quello di due anni fa, giustamente. E’ importante intanto rilevare i dubbi sui criteri che avete inserito in legge. A chi andranno queste risorse? Chi deciderà come e a chi devono essere erogate? Ci sono zone di libero arbitrio dei Comuni in questo testo, scritto con un gergo tipico dei parlamenti senza che abbia un reale significato. Chi stabilisce che cosa è “idoneo” o “indispensabile”?. Dobbiamo dare alla Giunta la possibilità di un programma di attuazione».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ricordato il “difficile momento di crisi attraversato dalla Sardegna” ed ha evidenziato “i dati drammatici della povertà”: 175mila famiglie e 400mila persone interessate dal fenomeno che registra “uno scivolamento verso il basso di tanti cittadini appartenenti al cosiddetto ceto medio”.

L’esponente della minoranza ha quindi puntato il dito contro l’operato della Giunta ricordando le tante crisi industriali non risolte e le penalizzazioni che derivano all’economia per l’inadeguatezza dei trasporti aerei e navali, nonché una generale disattenzione nei confronti delle imprese.

Tedde ha quindi indicato nel “tema del precariato”, il tema più urgente per il governo nazionale e per quello regionale ed ha auspicato un complessivo ripensamento del welfare regionale.

Il consigliere di Forza Italia ha inoltre criticato la ridotta dotazione finanziaria (da 400 milioni di euro si è passati a 30 milioni) e ha definito “condivisibili” gli intenti dei proponenti ma “insufficiente” la struttura della norma («non lo afferma solo il gruppo di Fi ma lo dice anche la maggioranza in Sesta commissione»).

Per Marco Tedde la norma finanziaria è stata “bocciata” dalla Terza commissione” («dove la proposta di legge è stata garbatamente ma sostanzialmente demolita»).

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, nel corso del suo intervento, ha escluso una bocciatura del provvedimento nel parlamentino da lui guidato ed ha preannunciato il voto favorevole alla Pl n. 5. L’esponente della maggioranza ha illustrato lo scopo della norma: «Offriamo la possibilità a chi si trova in condizioni di povertà estrema di uscire da tale condizione per avere l’opportunità di accedere al mercato del lavoro, perché chi versa in situazione di povertà estrema non riesce neppure ad accedere al mercato del lavoro».

Sabatini ha quindi ricordato la legge delega approvata dalla Camera il 14 luglio scorso per i provvedimenti di  contrasto alla povertà e l’intervento governativo per l’inclusione attiva a cui il governo che destina 15 milioni di euro alla Sardegna e che si affiancherà al reddito di inclusione sociale quando approvato in Consiglio regionale.

«La preoccupazione – a giudizio del consigliere del Pd – è rappresentata dal ritardo del sistema informativo regionale e dalla sovrapposizione dei provvedimenti a beneficio dei più deboli». «Dobbiamo scongiurare il pericolo – ha affermato in conclusione Franco Sabatini – che alcune famiglie non siano intercettate da alcun intervento pubblico e altri soggetti parimenti svantaggiate ne usufruiscano di molteplici».

L’ulteriore perplessità espressa dal presidente della Terza commissione è rappresentata dal cattivo funzionamento dei Plus che è lo strumento a cui poggia l’erogazione del reddito di inclusione sociale.

Alessandra Zedda (Fi) ha precisato che Forza Italia non esprime contrarietà all’introduzione di strumenti che garantiscano il sostegno ai più deboli quanto ai contenuti della norma in discussione che – a suo giudizio – sarebbe inapplicabile, a partire dalla parte finanziaria “che conta solo 30 milioni, 18 dei quali potrebbero non essere disponibili”.

Perplessità anche per il ricorso ai Plus («sono stati fallimentari e non sono stati in grado di assolvere i compiti assegnati») e per il riferimento agli emigrati («ci sono già misure a loro destinate e meglio sarebbe dare priorità ai nostri poveri») nonché sulla scarsa tempestività degli interventi, per effetto delle procedure così come disciplinate all’articolo 13. «Servono più risorse – ha concluso la consigliera della minoranza – e siamo pronti a contribuire perché si semplifichino meccanismi e procedure».

Luigi Ruggeri (Pd) ha definito la legge per l’introduzione del reddito di inclusione sociale “una legge fondamentale per la Legislatura e in nessun modo uno scambio tra le forze politiche della maggioranza”.

«E’ sbagliato – ha spiegato il consigliere della maggioranza – considerare questa legge come uno strumento di carità perché rientra in una logica di sostegno alla socialità ed per questo che auspico il superamento  della frammentazione del welfare, nonché il potenziamento dell’assistenza tecnica dei Comuni».

«Questa cornice legislativa – ha proseguito Ruggeri – offre un ancoraggio strutturale a politiche multidimensionali che riguardano l’accesso al lavoro e ai servizi, è una sfida difficile ed è insieme una scommessa della democrazia che può essere paragonata alle prime esperienze del ‘900 sul sistema mutualistico».

«Il reddito di inclusione sociale – ha concluso l’esponente dei democratici – è uno strumento imperfetto ma è ingeneroso trarre conclusioni negative perché segna il primo passo nel verso di una società più giusta».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) si è detto d’accordo sulle finalità perseguite dalla legge: «Primum vivere deinde philosophari – ha affermato Cossa – siamo tutti d’accordo sul fatto che la prima di tutto occorra dare da mangiare a ogni cittadino, tutto il resto viene dopo».

L’esponente della minoranza ha espresso però dubbi sulla efficacia dello strumento individuato a partire dalla dotazione finanziaria: « 30 milioni di euro sono una goccia nel mare – ha sottolineato Cossa – il tema è troppo importante, c’è l’esigenza di una legge sulla famiglia più che sulla povertà. Servirebbe una norma che affronti il disagio in cui si trova una grossa fetta delle famiglie sarde razionalizzando gli interventi e rendendoli efficaci».

Perplessità anche sulla sostenibilità dell’intervento: «Prevedere che i fondi siano disponibili fino ad esaurimento delle risorse rischia di creare iniquità – ha aggiunto Cossa – l’altra criticità è rappresentata dal ruolo assegnato ai Comuni: non si possono caricare le amministrazioni comunali di altri compiti». Cossa ha quindi concluso il suo intervento auspicando l’approvazione di una legge che renda gli interventi applicabili.

Fabrizio Anedda, in rappresentanza del gruppo Misto, è tornato sul Patto per la Sardegna firmato nei giorni scorsi a Sassari dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e da quello della Regione Francesco Pigliaru: «E’ positivo che la Sardegna abbia a disposizione nuove risorse – ha detto Anedda – occorre però evitare una distribuzione a pioggia per accontentare tutti i territori e tutti gli assessorati».

Anedda ha quindi suggerito di puntare su iniziative per creare sviluppo: cura del bosco, coltivazione delle terre incolte, ristrutturazioni edilizie etc. «Una politica agricola riorganizzata come motore di sviluppo avrebbe effetti benefici per l’Isola – ha sottolineato Anedda – il territorio sardo oggi produce solo il 35% del suo fabbisogno alimentare».

Il capogruppo del Misto ha quindi criticato la politica comunitaria: «L’Europa chiede che i nostri territori non producano, questo ha creato le povertà estreme – ha concluso Anedda – per venire incontro alle esigenze dei sardi servirebbero 500 milioni di euro ma Bruxelles ne stanzia appena 30. Il reddito di cittadinanza è una cosa seria, servono interventi forti, questa legge rischia di tradursi in una legge-bandiera. Meglio mettere le risorse nel fondo per l’inserimento lavorativo dei cittadini bisognosi e sollecitare l’Unione europea a stanziare più soldi».

D’accordo con le finalità della legge si è detto anche il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. L’esponente sardista ha espresso forti perplessità sul ruolo affidato ai comuni. «I sindaci già si occupano del problema. Prevedere ulteriori adempimenti e impegni deve essere perlomeno concordato con l’Anci – ha rimarcato Carta – il rischio è caricare i comuni di altre incombenze e, allo stesso tempo, creare aspettative nei cittadini che non potranno essere soddisfatte».

Secondo Carta, la proposta in discussione attribuisce ai comuni alcuni compiti già assegnati da altre disposizioni di legge: «Cerchiamo di raccordarci meglio con gli enti locali massimizzando gli sforzi già fatti – ha concluso il consigliere dei Quattro Mori – altrimenti si corre il pericolo di approvare una legge che non riuscirà a mantenere le promesse».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, ha riconosciuto la bontà di una legge che persegue un “nobile obiettivo”: garantire la dignità e il diritto alla felicità di ogni cittadino. «L’auspicio è che si trovi una sintesi ai numerosi emendamenti presentati – ha detto Zanchetta – questa è una legge importante per tutti: Consiglio, Giunta ed Enti Locali. Di fronte a una norma di questa portata anche gli uffici periferici hanno il dovere di attrezzarsi. Dobbiamo incoraggiare tutti a dare risposte ai cittadini bisognosi». Zanchetta ha quindi voluto ringraziare l’on. Pizzuto per aver portato in aula la proposta: «Pizzuto è un panda della politica che va difeso perché ha il coraggio di porre all’attenzione di tutti temi così importanti».

A favore degli obiettivi della legge si è schierato anche il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu che ha però espresso perplessità sull’efficacia degli strumenti individuati. «Servono alcune correzioni per rendere la legge applicabile. Allo stato attuale, la norma è inapplicabile – ha detto Rubiu – la povertà cresce quando manca il lavoro. La preoccupazione per il futuro è trovare soluzioni vere per l’occupazione».

Rubiu ha poi elencato alcune criticità presenti nel testo: dai requisiti d’accesso (che potrebbero penalizzare i cittadini sardi a vantaggio degli immigrati) alla possibilità di rifiutare una proposta di lavoro da parte dei soggetti beneficiari («Inaccettabile che chi si trova in una situazione di disagio possa permettersi il lusso di rinunciare a un’offerta di lavoro»).

Dubbi, infine, sulla dotazione finanziaria e sui tempi per la spendita delle risorse stanziate: «33 milioni di euro sono una cifra irrisoria – ha concluso Rubiu – bastano a soddisfare appena 5.000 famiglie. Inoltre i pochi soldi a disposizione difficilmente potranno essere spesi nel 2016, il Consiglio dovrebbe fare una variazione di bilancio in tempi strettissimi».

Daniele Cocco ha apprezzato la disponibilità a discutere la legge da parte della minoranza e dichiarato la disponibilità del gruppo Sel ad accogliere proposte e suggerimenti per migliorarla.

«Oggi 400mila sardi sono in difficoltà – ha detto Cocco – ciò che da altre parti è straordinario da noi è ordinario, abbiamo il dovere, politico e morale, di intervenire immediatamente. Il reddito di inclusione sociale è lo strumento più efficace in questo momento. Non risolverà tutti i mali dell’Isola ma darà una risposta importante».

Cocco si è detto convinto che i comuni riusciranno a svolgere bene i compiti loro assegnati: «I comuni non saranno oberati di lavoro, anzi. I sindaci sarebbero lieti di avere le risorse per dare risposte ai cittadini. Le amministrazioni che hanno a disposizione i fondi riescono ad impegnarli nel migliore dei modi. I Comuni hanno spesso trasformato le risorse in politiche attive per il lavoro».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha messo l’accento sul fatto che ci sono settanta emendamenti della maggioranza, per dedurne che «o non si può parlare di un testo condiviso oppure certe osservazioni anche dell’ opposizione hanno colto nel segno, per cui è sbagliato accelerare i tempi rischiando di snaturare la portata del provvedimento». Papa Francesco, in una delle udienze a Santa Marta, ha ricordato Pittalis, ha detto che «la povertà è una parola che mette sempre in imbarazzo nonostante sia da sempre al centro del Vangelo e noi, quindi, non ci possiamo dividere fra destra e sinistra o fra maggioranza ed opposizione». La legge, ha poi osservato, «ha almeno due aspetti positivi; primo, fa maturare una migliore consapevolezza su un problema spesso assente dall’agenda della politica no nonostante la sua dimensione tragica, poi determina una ritrovata responsabilità diffusa all’interno del Consiglio dopo, in concreto, della povertà si sono sempre occupati Chiesa, Caritas, Onlus ed associazioni di volontariato in assenza di una visione unitaria ed istituzionale del fenomeno». Nel momento in cui la Sardegna vive una situazione sociale preoccupante in termini di povertà e disagio che non è solo fragilità economica, ha proseguito il capogruppo di Forza Italia, «guardiamo con attenzione al provvedimento ma ci sentiamo impegnati anche a non creare all’esterno troppe aspettative perchè le risorse sono inadeguate; si dirà meglio di niente ma allora meno burocrazia e più attenzione alle persone ed alle famiglie».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità e delle Politiche sociali, Luigi Arru, ha parlato di «una giornata importante, un inizio che con questa legge ci fa parlare di welfare generativo, che supera la logica dell’ assistenza con una filosofia che protegge le persone e le famiglie dai rischi della vita e dalle ineguaglianze del mercato». Per quanto riguarda le risorse, ha precisato, «oltre ai trenta milioni ci sono quelle degli oltre 27.000 piani personalizzati della 162 una parte è destinata proprio a nuclei familiari a basso reddito e molti altri interventi; piuttosto, non abbiamo indicatori certi ma ora facciamo un patto con chi ha bisogno che parte dal sostegno individuale per arrivare ad un ritorno sociale, mentre finora abbiamo investito senza alcun ritorno». Quanto al ruolo dei Gal, secondo l’assessore «è vero che spesso non hanno funzionato come avrebbero dovuto ma sono emerse anche buone pratiche da seguire, come quella del Gal della Marmilla dove una cooperativa di disabili ha partecipato ad un progetto di agricoltura sociale che l’ha portata non solo a conquistare la piena autonomia economica ma perfino a rinunciare ai soldi della Regione». Una storia, ha continuato, coerente con la nostra «idea di fondo di mettere a regime un qualcosa che permetta di uscire dalla logica del libro Cuore per guardare oltre, inserendoci anche in un contesto nazionale molto complesso dal quale emerge che si spendono in Italia 55 miliardi per il welfare che corrispondono circa a 1000 euro a persona e solo 700 arrivano realmente ai beneficiari; su questo non abbiamo dati sardi ma è arrivato il momento di agire con responsabilità per recuperare e ridare capacità alle persone, primo passo di un disegno di revisione dell’intero sistema welfare che, a livello di volumi di spesa, ci vede fra le prime Regioni italiani in Italia». Abbiamo insomma avviato un processo importante, ha concluso, «che si può ancora migliorare».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 25 voti.

Successivamente il presidente ha comunicato che alle 15.30 si riunirà la commissione Sanità per l’esame degli emendamenti e sempre per le 15.30 è in programma nell’Aula consiliare la riunione dei capigruppo.

I lavori del Consiglio riprenderanno invece alle 16.30.

Consiglio regionale 1 copia

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Mentre dalle opposizioni arrivano bordate sempre più pesanti contro la legge approvata ieri sera dal Consiglio regionale, questa sera il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, questa sera hanno

E’ stato definito una sfida, il cambiamento della sanità sarda: l’Azienda per la Tutela della Salute (Ats) è stata approvata ieri sera dal Consiglio regionale e presentata oggi alla stampa dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, insieme al presidente, i capigruppo del centrosinistra.
«La nostra maggioranza ha accettato una sfida coraggiosa – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Insieme con la rete ospedaliera, ridisegneremo la sanità sarda, per dare un servizio migliore ai nostri cittadini.»
«Siamo certi che l’azienda unica avrà ripercussioni positive sull’assistenza – ha detto Luigi Arru – ad iniziare da un efficace controllo delle liste d’attesa. Cambiamo per migliorare, non per stravolgere.»
L’Azienda per la Tutela della Salute nasce dalla fusione per incorporazione delle sette ASL nell’azienda incorporante di Sassari.
Fino al 31 dicembre 2016 le sette Asl sono gestite da altrettanti commissari.
Il Direttore Generale dell’Azienda incorporante viene nominato dalla Giunta regionale entro il 31 agosto 2016.
L’ ATS nasce il 1 gennaio 2017
Le Aziende socio sanitarie locali (ASSL) nascono il 1 gennaio 2017.
Avremo una Azienda e otto aree socio-sanitarie, corrispondenti ai territori delle vecchie ASL.
Ci sarà anche l’Area Metropolitana di Cagliari, contestualmente all’attuazione della riforma degli EELL.
Con Ats e Assl, avremo i Distretti, che verranno definiti per numero ed ambiti territoriali.
Con la legge di riforma nasce anche l’AREUS, l’azienda regionale per l’emergenza – urgenza. La sede sarà Nuoro.
Il DG dell’ATS sarà supportato da un Direttore sanitario ed un Direttore amministrativo, così come il DG dell’Areus.
La Giunta avrà un potere di indirizzo e di controllo: il Sistema di indirizzo prevede l’approvazione, da parte dell’Esecutivo, delle Linee sugli Obiettivi assistenziali e sulle dotazioni organiche. Con il Sistema di Controllo, la Giunta valuterà la programmazione dell’Ats e dovrà approvare il Programma sanitario triennale e l’Atto aziendale (sottoposti anche al parere della Commissione Salute del Consiglio regionale).
E’ previsto in legge la verifica degli atti del DG, il controllo sul bilancio, il monitoraggio e la valutazione del suo operato dopo 18 mesi.

Francesco Pigliaru 64

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INCONTRO CAPIGRUPPO AIAS 1 INCONTRO CAPIGRUPPO AIAS 2

Dalla prossima settimana un tavolo tecnico coordinato dall’assessorato della Sanità comincerà a raccogliere tutti gli elementi necessari, a cominciare dai dati sulla situazione creditoria e debitoria fra Aias ed Aziende sanitarie locali, per arrivare ad una soluzione della vertenza che riguarda i circa 1200 lavoratori dell’Aias.

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau al termine di un lungo incontro con una delegazione di lavoratori “autoconvocati” dell’Aias (che hanno manifestato questa mattina sotto il palazzo di via Roma) cui hanno partecipato i capigruppo e l’assessore della Sanità,Luigi Arru.

«Credo che sia un passo avanti – ha aggiunto il presidente Ganau – che ci metterà nelle condizioni di venire a capo di una vicenda molto complessa con una visione unitaria delle diverse questioni (rapporti fra Regione ed Aias e fra Aias ed aziende sanitarie) e soprattutto con l’impegno comune di trovare una strada concretamente percorribile in tempi brevi per dare risposte ai lavoratori ed assicurare la continuità del servizio.»

Il primo problema da superare, come è stato ricordato dal portavoce dei lavoratori Alberto Littarru, «sarà quello di fare chiarezza nei rapporti fra aziende sanitarie ed Aias per capire in primo luogo, con dati precisi in mano, a quanto ammontano i crediti dell’azienda verso il sistema sanitario, e poi come questi crediti potranno essere riconosciuti e definiti al fuori dei contenziosi giudiziari in corso, per poter alleggerire la situazione drammatica dei lavoratori, senza stipendio da 6 mesi».

Si tratterà di un lavoro non facile, ha ricordato l’assessore della Sanità Luigi Arru, che ha assicurato comunque tutto il suo impegno per arrivare in tempi brevi a risultati positivi tenendo presente che la questione va divisa in due parti. «Da un lato – ha spiegato Luigi Arru – c’è una situazione che riguarda il periodo dal 2014 ad oggi per la quale ho chiesto alle Asl di agire con la massima priorità e solleciterò ancora i commissari per avere tutti i dati necessari; dall’altro ci sono tante situazioni frammentate che risalgono in alcuni casi al 1988 quando ancora esistevano le Usl e sono state oggetto, nel tempo, di contenziosi, pareri legali e sentenze spesso di segno opposto».

«Io stesso – ha concluso – quando ho sollecitato gli avvocati delle Asl ad esaminare possibili ipotesi di transazione ho ricevuto otto pareri diversi dei quali non posso discutere la fondatezza giuridica, certo è che riportare alla normalità una situazione del genere non è oggettivamente facile anche perché, sul piano formale, sono le Asl e non la Regione a firmare i contratti con Aias.»

Nel corso del dibattito, hanno preso la parola in rappresentanza dei gruppi i consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Michele Cossa (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc) ed Alessandra Zedda (Forza Italia).