5 May, 2024
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La Giunta regionale ha approvato ieri, in via preliminare, il sistema regionale delle cure territoriali, secondo importante tassello della riorganizzazione della sanità in Sardegna. Il documento è aperto alla discussione e al confronto per venti giorni dalla pubblicazione.
La sanità sarda, quindi, cambia anche sul territorio, secondo un modello multidisciplinare e interprofessionale dell’assistenza, complementare al sistema ospedaliero e basato sul coinvolgimento delle comunità.
Alla base della riorganizzazione del territorio ci stanno le cure primarie come aggregazione tra professionisti di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, specialisti e infermieri.
«Partendo dall’analisi che ha portato alla riforma della rete ospedaliera – spiega l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru – la rete territoriale vuole dare risposta ai alla pazienti cronici, quelli che ora, troppo spesso, vengono inappropriatamente ricoverati. Il nostro principale obiettivo strategico è mantenere le persone in condizione di benessere quanto più possibile, senza sprechi, con efficienza e con percorsi di cura e assistenza il più vicino possibile a dove le persone vivono e in maniera coordinata, non frammentaria. Con questo modello, l’assistenza territoriale viene garantita per tutto l’arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, con percorsi assistenziali condivisi, il dialogo e la collaborazione tra gli operatori della medicina convenzionata e i colleghi dei servizi distrettuali e ospedalieri.
In quest’ottica – ha aggiunto Luigi Arru – i presidi territoriali di salute (case della salute, ospedali di comunità, etc.) saranno il punto di raccolta dell’offerta territoriale del servizio sanitario regionale, integrata con il servizio sociale e con la rete ospedaliera e in grado di rispondere alla domanda di assistenza di persone e famiglie con esigenze di assistenza differenti.»
Gli allegati alla delibera approvata dalla Giunta indicano il numero dei Medici di Medicina Generale (MMG) e i Pediatri di Libera Scelta (PLS) distribuiti per ambiti territoriali, i punti di continuità assistenziale (MCA – medici di continuità assistenziale), l’ambito e la popolazione assistita, il numero delle farmacie convenzionate e ambito con popolazione servita, il numero delle Case della Salute attive e in fase di realizzazione, l’ubicazione dei poliambulatori e con l’indicazione delle branche specialistiche presenti.
Il lavoro sarà organizzato in team e ognuno di questi potrà gestire i propri pazienti in maniera integrata. Sarà possibile prevedere un budget sanitario e uno sociale, garantendo la concreta integrazione sociosanitaria in riferimento a progetti personalizzati di cura.
Il modello di cura che verrà attuato è quello sperimentato a livello nazionale e internazionale: il modello di approccio alla cronicità basato sulla medicina d’iniziativa in alternativa alla medicina d’attesa.

 

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale, riunita con il vicepresidente Raffaele Paci nei locali del Consiglio regionale, su proposta dell’assessore Luigi Arru, ha approvato la riprogrammazione di 7.725.000 per il potenziamento e la messa in funzione di strutture già finanziate e per la realizzazione di alcune Case della Salute. Sono state poi assegnate alle aziende sanitarie ASL di Sassari, Nuoro e Carbonia, al Brotzu, alle Aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari le risorse per la totale copertura in acconto della perdita di esercizio 2014. In attesa di trasferire all’Areus i compiti relativi all’emergenza-urgenza attualmente svolti dal 118 presso le aziende sanitarie, la Giunta ha confermato alla Asl di Lanusei l’incarico per l’attivazione e la gestione della Convenzione-Protocollo con la Direzione regionale per la Sardegna dei Vigili del Fuoco. In questo modo sarà garantita la continuità degli interventi sanitari di elisoccorso in emergenza in favore dei cittadini. Approvato anche il Sistema regionale delle Cure territoriali. È stato nominato, infine, il nuovo direttore generale delle Politiche sociali nella persona di Stefania Manca.
Per garantire la completa copertura degli interventi di prevenzione e mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico a Olbia, su proposta dell’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, la Giunta ha deciso di coprire la parte che non può essere rendicontata all’interno del Por 2007-13 (9 milioni di euro) attraverso i fondi del Piano di azione e coesione.

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«Il Consiglio regionale deve urgentemente affrontare la spinosa vicenda del riordino del sistema Adi di terzo livello della Asl 7, che vede contrapposti pazienti e famigliari da una parte e Dirigenza Asl dall’altra. Una vicenda che sta conoscendo pagine drammatiche, con circa tredici assistiti che da oltre una settimana portano avanti lo sciopero della fame al cento per cento.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna, che ha presentato un ordine del giorno, sottoscritto dall’intero gruppo di Forza Italia, per chiedere alla Giunta regionale di avviare azioni urgenti al fine di procedere al ripristino del sistema organizzativo precedente alla deliberazione n. 1524/C del 16/10/2015 (Articolazione organizzativa, modello assistenziale e definizione dotazioni della struttura semplice a valenza aziendale di Terapia del dolore cure palliative e hospice) adottata dal Commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia Antonio Onnis.

«Con l’ordine del giorno – sottolinea Locci – chiedo di avviare celermente tutte le iniziative necessarie per giungere quanto prima ad una soluzione positiva della vicenda, attraverso il coinvolgimento dei pazienti e delle loro famiglie. Obiettivo: fare in modo che gli assistiti possano restare nelle proprie abitazioni circondati dall’affetto dei cari, così come vuole lo spirito dell’Adi (ospedalizzazione a domicilio), mantenendo un filo diretto con il reparto di Rianimazione.»

«È utile ricordare che il 4 novembre scorso la VI commissione del Consiglio regionale, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, ha affrontato la questione della riorganizzazione del servizio di Assistenza domiciliare integrata di Carbonia. Al termine della discussione le diverse forze politiche hanno concordato che il passaggio dal vecchio al nuovo sistema debba avvenire in maniera graduale, con il coinvolgimento dei pazienti e delle loro famiglie in un rapporto diretto con il reparto di Rianimazione del Sirai di Carbonia. Proposta sostenuta anche dallo stesso assessore Luigi Arru. Il presidente della Commissione ha successivamente formalizzato una nota all’assessore, rammentandogli la disponibilità manifestata e invitandolo a proseguire nell’opera di mediazione tra le parti in conflitto al fine di arrivare a una soluzione positiva della vicenda, proponendo le idee concordate in sede di Commissione. Ma a oggi – conclude Ignazio Locci – nulla di quanto stabilito è stato fatto, mentre i pazienti proseguono nel loro drammatico sciopero della fame.»

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Luigi Arru 2

 

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha approvato la proroga delle linee guida dei Plus, i Piani Locali Unitari dei Servizi alla persona. In via definitiva sono stati poi autorizzati i contributi per l’organizzazione e il funzionamento dei Centri antiviolenza e delle Case di accoglienza. E’ stato inoltre prorogato per altri sei mesi il commissariamento del San Giovanni Battista di Ploaghe e approvato lo schema di protocollo d’intesa tra la Regione e l’Inail per l’erogazione di prestazioni di assistenza sanitaria da parte dell’Inail agli infortunati e tecnopatici in attuazione dell’Accordo quadro del 2012.

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Giorgio Sorrentino

Il Policlinico Duilio Casula raddoppia e completa i trasferimenti: il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero Universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino, il rettore dell’Ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, presenteranno le importanti novità dell’Aou di Cagliari domani, sabato 28 novembre alle 10.30, nella sala conferenze stampa del Policlinico Duilio Casula (aula direzione medica, piano terra).

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Ospedale Brotzu Cagliari2

Addio al cartaceo nella sanità, entro il 2020 tutte le cartelle cliniche degli ospedali sardi verranno informatizzate. Un cambiamento radicale nel quadro dei servizi offerti ai cittadini. Il nuovo scenario, che presuppone l’addio ai documenti cartacei e l’utilizzo nei reparti dei tablet con i quali acquisire e trasmettere informazioni sulla salute dei pazienti, è stato delineato, a Nuoro, nel corso della terza tappa del ciclo di incontri per presentare i contenuti dell’Agenda Digitale della Sardegna promossa dalla Giunta regionale. L’Agenda prevede proprio un rapido processo di “dematerializzazione” dei procedimenti nel settore sanitario, uno degli ambiti maggiormente interessati alla trasformazione digitale dell’Isola. 
La Giunta crede molto nelle opportunità legate all’utilizzo dei nuovi strumenti informatici ma, per sfruttarli in pieno, dobbiamo essere tutti convinti delle loro potenzialità. I nuovi orizzonti, che cominciano a delinearsi nel campo sanitario, sono la ricetta dematerializzata, la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico. Un piano di razionalizzazione dei servizi di grande rilievo che consentirà, alla fine del percorso, ad ogni cittadino di far confluire su una pennina Usb tutte le informazioni relative alla sua salute. C’è la concreta possibilità di creare una rete di saperi ed esperienze attraverso una moderna governance fondata su un rapporto più stretto tra centro e periferia”, ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru.
All’incontro hanno preso parte Antonella Casula, dello staff dell’assessore degli Affari generali, e Antonello Cesare, dell’Ufficio di Gabinetto dell’assessore del Lavoro, che si è soffermato sull’evoluzione del sistema che raccoglie le informazioni sulla storia lavorativa del cittadino.
I dirigenti regionali Antonello Pellegrino, Piero Berritta, Paola Pau e Federica Loi hanno illustrato gli interventi più significativi che l’Agenda Digitale prevede nel campo delle politiche sociali e sul fronte delle infrastrutture necessarie per rendere più veloci le connessioni a internet.
Il 27 novembre il tour di presentazione dell’Agenda approda a Sassari. L’incontro si svolgerà nella sala convegni della Camera di Commercio a partire dalle 9.30.

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E’ iniziata stamane alle 9.00 e si protrarrà fino alle 19.00, nell’aula magna della facoltà di Medicina – Cittadella universitaria di Monserrato – la seconda giornata del meeting internazionale sui temi della salute mentale e dei diritti delle persone con disabilità psicosociale nell’area mediterranea organizzato dal professor Mauro Giovanni Carta, direttore del Centro di psichiatria e di consultazione psicosomatica dell’Azienda ospedaliera-universitaria di Cagliari. L’evento “Implementing WHO Quality Rights project in the Mediterranean Area, si è aperto ieri. Stamane è intervenuto anche Luigi Arru, assessore regionale Sanità. Ai lavori prendono parte i ministeri della Salute del Libano e dell’Albania, ricercatori provenienti da Austria, Canada, Francia, Italia, Svizzera, Tunisia e Stati Uniti.

Per implementare l’azione nell’area mediterranea, la WHO ha siglato un’intesa con l’Università di Cagliari. Il professor Carta e Michelle Funk (Oms, Ginevra) sono co-chairmen.

«In molti paesi i disabili psicosociali sono stigmatizzati, discriminati e soggetti a violazione dei diritti umani più basilari. La maggior parte dei servizi di salute mentale nel mondo non ha un approccio basato sul rispetto dei diritti umani e spesso – dice Mauro Carta – agli utenti è negata l’opportunità di essere coinvolti nelle decisioni sul loro trattamento e su altri problemi che li riguardano. In Sardegna il tre per cento della popolazione, ovvero 45mila pazienti, ha problemi molto gravi: tra questi, schizofrenia, disturbi della personalità e bipolari. Queste persone vanno supportate affinché imparino a prendere le proprie decisioni. È questo l’obiettivo del progetto: assisterli dando loro la massima libertà, allenarli a muoversi in autonomia per affrontare la quotidianità. Inoltre, c’è una fetta più grande della popolazione pari a circa il 10 per cento, circa 150mila persone, che può avere problemi transitori, come un episodio depressivo o una reazione ansiosa. Peraltro, la Sardegna vive problemi legati agli emigrati. Spesso, chi è torna è più debole e rientra con un figlio fragile e magari senza lavoro. I migranti? Tra quelli che arrivano da noi, un quindici per cento ha problemi dovuti a disturbi post traumatico da stress. Ma nei campi dei rifugiati che abbiamo visitato in Burkina Faso, Libano e Giordania si arriva anche al cinquanta per cento

Il professor Carta amplia l’analisi. «Siamo al centro di un importante progetto per la difesa dei diritti dei disabili psicosociali, in collaborazione stretta con l’Oms che, in un momento di conflitti e con il problema dei rifugiati, ci riconosce un ruolo importante, sia in quanto eredi della tradizione di Basaglia, sia da cagliaritani che hanno fatto molto nel Mediterraneo dal punto di vista culturale. L’Università di Cagliari entra in un percorso internazionale in cui può immettere ragazzi in formazione. Significa – conclude lo psichiatra – avere opzioni utili in un grande processo di cambiamento: inseriremo il corso formativo di Who-Quality rights all’ultimo anno del corso di tecnico per la riabilitazione psichiatrica. Ovvero, il modo per avere subito la certificazione Oms indispensabile per la professione

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Il consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo di Forza Italia Sardegna, è molto critico sulla delibera della Giunta regionale sul contenimento della spesa farmaceutica, definendolo «un provvedimento molto pericoloso».

«Non si perseguirà, infatti, nessun risparmio e, cosa ancora più grave, calerà la qualità delle terapie erogate sul territorio e all’interno degli ospedali. Aver scelto di fare economia sui farmaci oncologici, emoderivati e per malati di sclerosi multipla è un clamoroso errore. Mentre a Roma si decide di finanziare attraverso la legge di Stabilità un fondo per i farmaci innovativi, a Cagliari oscuri burocrati si comportano come ragionieri di bassa lega», aggiunge Ignazio Locci.

«L’assessore della Sanità Luigi Arru spieghi cosa ha intenzione di fare. Oggi esistono farmaci che permettono di ridurre il tasso di ospedalizzazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Far finta di non saperlo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – non è una politica sanitaria degna di questo nome.»

Ignazio Locci 7 copia

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La Sardegna avrà il suo primo Posto di Ispezione Frontaliero (Pif) per i controlli sulle carni provenienti dai Paesi fuori dall’Ue. La comunicazione è arrivata dal ministero della Salute, con una nota del Direttore generale, Silvio Borrello, nella quale si conferma «l’esito favorevole dell’audit condotto dal Food Veterinary Office della Commissione europea (FVO)».

Il Pif, con sede al porto di Cagliari, avrà valenza regionale e si occuperà dei controlli sull’importazione di prodotti di origine animale destinati al consumo da parte dell’uomo e dei prodotti di origine animale non destinati a consumo umano, imballati e non. Il Posto di ispezione di Cagliari fa parte della rete italiana e comunitaria, a garanzia della sicurezza alimentare e delle produzioni zootecniche, in particolare di quelle della nostra Regione.

«E’ un risultato importantissimo – spiega l’assessore della Sanità, Luigi Arru – atteso da anni dalla Regione e dalle associazioni degli allevatori. Il Punto frontaliero sarà utile per proseguire nell’azione di verifica e tracciabilità dei prodotti che arrivano sulle tavole dei sardi e nella difesa delle produzioni locali.»

 

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Tre consiglieri regionali di Sinistra Ecologia Libertà, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Daniele Cocco, hanno presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore della Sanità, Luigi Arru, sull’organizzazione del servizio di Ostetricia al “San Giuseppe” di Isili. La chiusura del reparto sta creando forti disagi alla popolazione del Sarcidano, Trexenta e Barbagia di Seulo. Recentemente, due donne di Esterzili e Nurri hanno dovuto partorire in casa..

«Il presidio di Isili serve un bacino di 28 comuni con una popolazione di circa 43mila abitanti – sottolinea il primo firmatario dell’interrogazione Eugenio Lai – occorre creare le condizioni per una fruizione sostenibile dei servizi sanitari. La Regione ha il dovere di garantire il diritto alla salute anche ai cittadini e alle cittadine delle zone interne dell’Isola.»

I consiglieri di Sel ricordano che a Isili è rimasto il “Centro Donne”, servizio che opera in ambito ostetrico e ginecologico. «Questo servizio ha una limitata dotazione strumentale e professionale – rimarca Lai – attualmente può svolgere solo attività ambulatoriale e accompagnare le partorienti fino alla quarantesima settimana di gestazione, per le visite specialistiche e le ecografie occorre invece arrivare a Cagliari. Il servizio potrebbe essere invece garantito dall’ospedale San Giuseppe di Isili.»