17 June, 2024
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La definizione della vertenza per la gestione delle centrali idroelettriche Enel nella diga del Tirso, con la disponibilità del Consorzio di bonifica dell’oristanese a ritirarsi dal contenzioso lasciando così che Enas (l’ente acque della Regione) subentri ai diritti del consorzio, garantendo però a quest’ultimo i necessari corrispettivi per procedere con il definitivo risanamento finanziario dell’ente che ha oltre 11 milioni di euro di sbilancio.

È questa, in sintesi, la proposta avanzata dai sindaci dell’oristanese nel corso dell’audizione nella commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd), e all’indomani della riunione dei primi cittadini, tenutasi ad Oristano, per affrontare la difficile situazione creatasi nel comparto dell’agricoltura e dell’allevamento a seguito dell’emissione, da parte del Consorzio di bonifica, di ruoli aggiuntivi per i saldi dell’irrigazione 2006 – 2008, per un importo complessivo pari a 4,36 milioni di euro.

«È un costo insostenibile per le aziende del nostro territorio – ha spiegato il sindaco di Arborea, Manuela Pintus – soprattutto in tempi in cui il prezzo del latte bovino è in calo e aumenta quello dell’energia e mentre si registra la drammatica crisi del mondo delle campagne in tutta la Sardegna.»

Il sindaco di Arborea, insieme con i primi cittadini di Oristano (Guido Tendas), di Terralba (Pietro Paolo Piras), di Santa Giusta e presidente dell’unione di comuni dei Fenici (Antonello Figus), con il presidente dell’unione dei comuni della Bassa valle del Tirso e del Grighine (Nicola Cherchi) e con l’assessore dell’Agricoltura del comune di Marrubiu (Antonio Urraci) ha rimarcato la strategicità del comparto agricolo nella provincia di Oristano («le coltivazioni e l’allevamento sono la nostra unica industria») ed ha invitato la Regione “a prendere in carico” il problema dell’indebitamento del Consorzio di bonifica, auspicando anche «interventi straordinari da inserire nella manovra finanziaria che tra qualche settimana approderà all’esame del Consiglio».

I consiglieri regionali Antonio Solinas (Pd), Oscar Cherchi (Fi), Mario Tendas (Pd) e Antonio Gaia (Upc) hanno riconosciuto la rilevanza delle problematiche esposte dai sindaci ed hanno, nel corso dei rispettivi interventi, auspicato un rapida definizione del contenzioso per la gestione delle centrali idroelettriche sulla diga del Tirso al fine di assicurare al Consorzio di bonifica i sostegni economici necessari per continuare ad operare al servizio delle aziende agricole dell’oristanese.

Il presidente della commissione, Luigi Lotto, nell’assicurare l’impegno del parlamentino dell’Agricoltura per la positiva risoluzione della vicenda, ha concluso i lavori preannunciando, sul tema, la convocazione in audizione degli assessori dei Lavori pubblici e del Bilancio. 

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Riprenderanno domani i lavori delle commissioni permanenti del Consiglio regionale.

In mattinata, alle 12,00, si riunirà la Prima Commissione “Autonomia” guidata da Francesco Agus (Sel), per l’esame delle parti di competenza della manovra finanziaria 2017-2019 e del P/139 (Modifiche al sistema di valutazione dei dirigenti del sistema Regione e criteri attuativi dell’art. 8 bis – L.R. 31/1998).

Nel pomeriggio, alle 16,00, sono invece convocate la Quarta e la Quinta. All’ordine del giorno della Commissione “Governo del territorio”, presieduta da Peppino Pinna (Udc), il parere di competenza sulla manovra finanziaria 2017-2019. Il parlamentino delle “Attività Produttive” guidato da Luigi Lotto (Pd) si occuperà invece della difficile situazione finanziaria del Consorzio di bonifica di Oristano e dei ruoli irrigui notificati alle imprese agricole. In programma l’audizione dei sindaci dei comuni di Oristano, Arborea, San Nicolò d’Arcidano, Uras, Marrubiu, e dei rappresentanti delle Unione di comuni dei “Fenici”, “Bassa valle del Tirso e Grighine” e del “Terralbese”. I lavori della Quinta commissione proseguiranno nei giorni successivi con l’esame del Testo Unico sul Turismo.

 Mercoledì 15 febbraio si riuniranno la Seconda e la Terza.

A partire dalle 10.00, la Commissione “Bilancio” presieduta da Franco Sabatini (Pd) proseguirà l’esame della manovra finanziaria 2017 mentre alle 11,00 si riunirà la Commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale” presieduta da Gavino Manca (Pd). La seduta sarà dedicata alle audizioni dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil sulla vertenza Sky e dei rappresentanti del Consorzio Zir “Predda Niedda” di Sassari sulle problematiche lavorative.

Per giovedì 16 febbraio, alle 9,30, infine, è convocata la seduta della Commissione Sanità guidata da Raimondo Perra (Psi). In programma le audizioni dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e dei rappresentanti di “Fish Sardegna Onlus” e Aism Sardegna sulla situazione del Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale Binaghi di Cagliari.

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La commissione delle Attività Produttive, impegnata nell’esame del Testo Unico sul turismo, ha sentito in audizione rappresentanti della Fondazione “Cammino minerario di Santa Barbara” che hanno realizzato un itinerario culturale in 24 tappe tra il Sulcis Iglesiente e il Medio Campidano. Un percorso di oltre 400 km lungo gli antichi sentieri dei minatori tra archeologia industriale, paesaggi mozzafiato e luoghi di culto.

«Il progetto è nato alcuni anni fa grazie all’iniziativa di un gruppo di volontari che per diletto ha ripristinato i sentieri percorsi per anni dai minatori del Sulcis – ha spiegato il presidente della Fondazione Giampiero Pinna – questa idea è stata subito accolta con entusiasmo dalle istituzioni e dagli escursionisti. La Regione ha istituito il registro regionale dei cammini religiosi e il progetto è piaciuto a enti locali e Vaticano. Un interesse tradotto in un protocollo d’intesa firmato nel 2013 da 20 comuni e dalle Province del Sulcis e del Medio Campidano. Successivamente il Cammino di Santa Barbara è stato presentato all’Expo di Milano e inserito dal Ministero tra i primi quattro itinerari di eccellenza a livello nazionale.»

Un progetto vincente che adesso necessita di interventi promozionali e di valorizzazione per sfruttarne le potenzialità. «Il cammino di Santa Barbara può diventare uno straordinario strumento di promozione turistica del territorio – ha aggiunto Giampiero Pinna – occorre però intervenire su due fronti: definire una normativa organica sull’escursionismo e individuare le risorse (circa 500mila euro) per realizzare una segnaletica permanente e provvedere alla manutenzione di alcuni tratti del percorso».

Il presidente Lotto, sentiti anche i pareri favorevoli dei consiglieri di maggioranza e opposizione Pietro Cocco, Gianluigi Rubiu e Luigi Crisponi, ha assicurato l’impegno della Commissione per un intervento normativo: «Il Testo unico sul turismo è l’occasione per normare la materia. C’è la necessità di facilitare l’accesso degli escursionisti nei terreni privati e allo stesso tempo garantire i diritti dei proprietari – ha detto Luigi Lotto – per mettere tutti d’accordo serve uno specifico articolo di legge. Sulle risorse necessarie per le opere di manutenzione e la segnaletica, occorrerà invece valutare la disponibilità finanziaria in occasione dell’esame della prossima manovra di bilancio».

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Il commissario straordinario Andrea Abis ha illustrato alla V Commissione i dati della situazione economico-finanziaria del Consorzio di bonifica di Oristano.

«Stiamo ultimando le verifiche contabili – ha detto Andrea Abis – ma possiamo dire che il buco del Consorzio non sarà inferiore a 11 milioni di euro. L’Ente è in dissesto, il disavanzo è conclamato. Sarà certificato a giugno con l’approvazione del bilancio. Una situazione difficile dovuta a diversi fattori: l’andamento altalenate dei contributi pubblici e il ritardo nell’erogazione delle risorse, la mancata riscossione dei ruoli (istituzionali, manutenzione e uso irriguo) e l’assenza di un sistema di controllo efficiente per il monitoraggio dei consumi idrici in agricoltura. Per porvi rimedio serve un intervento di sostegno pubblico agganciato a un serio piano di risanamento.»

Il commissario straordinario ha poi risposto alle domande dei consiglieri sulle ultime cartelle esattoriali emesse al Consorzio e notificate agli agricoltori. «Si tratta di ruoli per l’uso irriguo – ha spiegato Abis – la somma complessiva è di 4,3 milioni di euro e riguarda i conguagli per il periodo 2006-2008. Il Consorzio ha emesso le cartelle per evitare la prescrizione ma ci sono ulteriori crediti per altri 11 milioni di euro (ruoli istituzionali e per la manutenzione) che l’Ente difficilmente riuscirà a recuperare perché ormai inesigibili».

I ruoli sono stati recapitati a 3.856 aziende, 2.175 dovranno pagare meno di 100 euro, altre 100 hanno invece un debito di oltre 10mila euro con picchi di 80mila. La maggior parte dei debiti è a carico del sistema Arborea.

«Per anni il Consorzio non ha fatto pagare i ruoli istituzionali – aggiunto Andrea Abis – a questo si aggiunge l’esiguità dei contributi pubblici negli anni 2005-2010. La situazione ora è molto grave. Se ne esce solo garantendo al Consorzio liquidità, in modo da abbattere gli oneri finanziari per le anticipazioni di cassa che pesano sul bilancio per oltre un milione di euro e consentire all’ente di lavorare a un piano di risanamento. Servono circa 10 milioni di euro, non necessariamente da incassare in un’unica soluzione. Con questa garanzia credo che il piano di risanamento potrebbe essere portato a termine nel giro di cinque anni. Un Consorzio efficiente poi dovrà puntare a potenziare il sistema di controllo dei consumi con contatori a ogni stazione di sollevamento e presso tutti i ripartitori, senza dimenticare la vertenza con Enel per la gestione delle centrali idroelettriche. La soluzione di questa partita rappresenterebbe un grande vantaggio per il Consorzio.»

Il presidente della Commissione Luigi Lotto ha preso atto dei dati illustrati dal Commissario e annunciato un’iniziativa della Commissione: «C’è la necessità di approfondire il tema e analizzare la questione in tutti i suoi aspetti. Nei prossimi giorni la Commissione sentirà gli assessori dell’Agricoltura e dei Lavori pubblici».

 

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Riprende da domani, martedì 7 febbraio, il lavoro delle commissioni consiliari. Alle 16.00 è convocata la commissione “Bilancio” presieduta da Franco Sabatini. Il parlamentino sentirà in audizione le compagnie barracellari sui contributi regionali erogati annualmente per l’espletamento delle attività istituzionali. La commissione esaminerà anche la proposta di risoluzione sul tema degli accantonamenti disposti dallo Stato a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti alla Regione e il documento n. 18 (Documento di economia e finanza regionale 2017 – DEFR 2017), il  disegno di legge n. 393/S (Legge di stabilità 2017) e disegno di legge n. 394 (Bilancio di previsione triennale 2017-2019). I lavori proseguiranno nei giorni successivi.

La commissione “Attività produttive”, presieduta da Luigi Lotto, si riunisce alle 17.00. E’ prevista l’audizione dei sindaci dei Comuni di Arborea, Uras e San Nicolò d’Arcidano sulle problematiche legate ai ruoli irrigui del Consorzio di bonifica dell’oristanese. Seguiranno le audizioni del Commissario straordinario del Consorzio di bonifica dell’oristanese sulle problematiche legate ai ruoli irrigui e alla situazione economica complessiva del Consorzio e del Presidente della Fondazione “Cammino minerario di Santa Barbara” sulle attività svolte dalla Fondazione. La commissione esaminerà anche il Testo unificato “Norme in materia di turismo”. I lavori proseguiranno anche mercoledì dalle ore 10,30.

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Il Consiglio regionale, riunitosi dopo la conclusione della manifestazione di agricoltori, allevatori e pescatori sotto il Palazzo di via Roma, si è riunito ed ha approvato la risoluzione della Quinta Commissione sulla crisi del comparto ovicaprino nella sua versione originaria.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con l’elezione di tre segretari dell’Assemblea.

Prima dell’inizio delle operazioni elettorali, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione dell’assessore dell’Industria sulla mobilitazione dei lavoratori Eurallumina perché, ha affermato, «un boiardo di Stato rappresentante dei Beni Culturali, ha bloccato l’iter di una conferenza di servizi che si auspicava positiva per la ripresa dell’attività dello stabilimento». Non si può subire un ennesimo rinvio, ha sostenuto, «con motivazioni incredibili, per cui sollecito l’assessore ad intervenire in tempi rapidi per la soluzione della vertenza». Pittalis, rivolgendosi poi all’assessore del Lavoro, ha ricordato la complessa vicenda dei lavoratori Ati-Ifras, «per i quali c’è il problema di non aver ancora ricevuto le spettanze di dicembre e gennaio; un incontro si può anche rinviare di qualche giorno ma queste due mensilità del 2016 devono essere saldate, anche perché mi risulta che l’azienda abbia provveduto agli adempimenti di propria competenza».

Successivamente, il presidente del Consiglio ha insediato il seggio elettorale per l’elezione di tre segretari dando inizio alle operazioni di voto. Al termine dello scrutinio sono risultati eletti i consiglieri per il gruppo Cps Antonio Gaia (33 voti), per i Riformatori Michele Cossa (19) e per il Psd’Az Marcello Orrù (13).

Subito dopo il presidente ha insediato il seggio per l’elezione di una componente della commissione Pari opportunità, in sostituzione di una dimissionaria. Al termine dello scrutinio è risultata eletta Erika Floris, con 31 voti.

Il presidente del Consiglio ha quindi chiesto all’on. Satta (Upc) se la mozione sulla crisi del settore lattiero caseario a sua firma sia da intendersi ritirata. L’on. Satta ha replicato dicendo che la sua «mozione aveva l’obiettivo di anticipare i problemi ai quali si dovrà dare comunque risposta. E per questo, siccome l’obiettivo di discutere di questi temi è stato raggiunto come testimoniano i lavori di oggi dell’Aula, ritiro la mozione».

Il Consiglio regionale ha poi affrontato la risoluzione 20 sulla grave situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario ovicaprino regionale. La risoluzione è stata votata nei giorni scorsi dalla commissione Agricoltura e illustrata dal suo presidente, on. Luigi Lotto (Pd).

Per l’oratore «era necessario elaborare il tema, anche con audizioni, e per questo la commissione ha lavorato in queste settimane, sentendo tutte le parti sociali. Il latte è il comparto che da solo rappresenta il 40 per cento del settore agricolo e rappresenta il maggior export agricolo della Sardegna. Peraltro la pastorizia è praticata in quasi tutta l’Isola con la speranza di un reddito adeguato, anche grazie alla redditizia produzione del pecorino romano».

L’on. Lotto ha aggiunto che «per uscire da questa crisi ciclica, che si ripete da anni, abbiamo bisogno che il Consorzio del pecorino romani operi al servizio dell’intero comparto. Abbiamo anche bisogno di dati certi sulla produzione, per monitorare i flussi del mercato. Nella risoluzione affrontiamo anche il tema del pegno rotativo per migliorare le condizioni di accesso al credito per i produttori: dobbiamo rimettere i pastori in condizione di tornare in banca e di avere il prestito di campagna. C’è anche un accordo con le banche, nella risoluzione che abbiamo votato, per consentire l’intervento di anticipazione dell’intero importo. L’altro tema è accelerare le procedure di pagamento del “benessere animale” anticipando a febbraio una gran parte del pagamento. Questo significa mettere liquidità nelle casse delle imprese agricole. Insieme, dobbiamo attivare con il ministero la filiera del settore ovicaprino, del quale ancora non conosciamo i dati reali».

L’on. Lotto ha poi suggerito la necessità di «utilizzare tutti i fondi comunitari e attivare con il ministero gli interventi per la vendita del pecorino romano in emergenza».   

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto che «sia distribuito a tutti i consiglieri il documento che ci è stato consegnato dalla delegazione della Coldiretti e dei sindaci nell’incontro che abbiamo avuto insieme agli altri capigruppo». Il presidente Ganau ha concordato.

Per l’on. Cherchi (Forza Italia) «il vero problema è che l’assessora non solo non c’è ora ma non era presente nemmeno quando c’era. E questi sono i risultati. La risoluzione della commissione Agricoltura la condivido ma non è altro che un elenco di programmi e azioni che dovranno essere messi in campo nel tempo.  In realtà tutto questo la Regione avrebbe dovuto metterlo in piedi tre anni e mezzo fa, non oggi. E oggi per questo è sceso in piazza il mondo agricolo insieme ai sindaci. Compreso il sindaco di Cagliari che sta dalla parte degli allevatori e critica dunque questa vostra maggioranza. Ora tocca al Consiglio regionale dare la risposta e dare un aiuto diretto, 30 milioni di euro, che devono andare direttamente alle aziende sulla base del numero di capi posseduto». L’on. Cherchi, che era stato assessore all’Agricoltura della precedente giunta Cappellacci, ha ricordato come l’attuale esecutivo «abbia operato per porre nel nulla i risultati raggiunti dal precedente assessore».

Ha poi preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), secondo cui «è davvero comprensibile lo sfogo del collega Cherchi, che è stato assessore all’Agricoltura. Non dobbiamo inventarci nulla. Dobbiamo solo far voltare la politica dalla parte delle imprese, con l’umiltà necessaria per ascoltare cosa ci dicono le imprese e i lavoratori. E la vostra risposta è rappresentata emblematicamente dal fatto che da due mesi siamo senza assessore dell’Agricoltura e voi non lo nominate perché non vi accordate».

Per la Base ha preso la parola l’on. Ledda, che ha detto: «Io sono per i pastori e per chi munge: non sono di nessuna impresa agricola e di nessuna organizzazione, nonostante quello che si dice ad arte. E dunque posso parlare liberamente di questi problemi partendo dal prezzo del latte, che è il primo problema: mezzo euro in cooperative; 0,60 nelle industrie. Abbiamo un’urgenza in un settore primario: ci sono circa 50 mila quintali di pecorino romano in eccesso, che valgono circa 30 milioni di euro. Si ritira se i produttori si impegnano contestualmente a pagare il latte 0.80 euro al litro. Ma se la risoluzione rimane così io non la voto, lo dico ora: il primo punto per salvare il comparto è sollevare il prezzo del latte».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha ricordato che «non è da un giorno che si parla di questa crisi e in questi mesi il governo regionale non ha mosso un dito. Giusto due giorni fa, fuori tempo massimo, il ministro Martina ha garantito a parole un intervento ma il risultato è che la manifestazione di oggi è stata ulteriormente potenziata. Se poi aggiungiamo che da due mesi il comparto agricolo sardo è comunque del tutto senza un governo si comprende la portata del disastro che viviamo».

Per l’on. Tendas (Pd) «mancano dati univoci sulla produzione del comparto e questo certo non aiuta, come non aiuta la mancanza di un osservatorio del comparto. Non è possibile pianificare il futuro senza numeri, al di là dell’attuale emergenza. Piuttosto che riprendere i 13 punti della risoluzione, mi limito a dire che l’Organizzazione interprofessionale va sostenuta da tutto il Consiglio perché funzioni e nasca così la filiera, in un modo definito e organizzato».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Luigi Crisponi: «La discussione dellac commissione Agricoltura ha partorito il topolino perché non diversamente può definirsi il testo della risoluzione. E’ uno schiaffo alle aspettative del mondo produttivo agricolo e fa solo sorridere che chiediate la nascita di una nuova direzione generale quando ancora manca pure l’assessore all’Agricoltura. Da nessuna parte c’è traccia di un vostro intervento per fermare la caduta libera del prezzo del latte. Avete il dovere della serietà e non sulla spinta della piazza».

Il capogruppo Fabrizio Anedda (Misto) ha ricordato quanto emerso nelle audizioni in commissione Agricoltura circa le emergenze del prezzo del latte e la sovra produzione di formaggio tipo pecorino romano (una domanda da 240mila di quintali contro un’offerta di 350mila quintali). L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato le altre penalizzazioni che affliggono il comparto soprattutto in  riferimento alla mancanza di liquidità per industriali e allevatori.

Anedda ha definito “apprezzabile” la risoluzione ed ha reclamato maggiore attenzione al comparto ovino evidenziandone le trasformazioni e i cambiamenti intervenuti nel corso degli anni.

Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha posto l’accento sul fattore “tempo” per affermare che “l’emergenza del mondo delle campagne non concede alla politica neppure un giorno in più”. L’esponete della minoranza ha affermato, rivolgendosi ai banchi della Giunta: «La vostra presenza o la vostra assenza è indifferente per la risoluzione dei problemi ed è questo che caratterizza l’attuale situazione».

Tunis ha lamentato la mancata programmazione degli interventi ed ha sottolineato come gli allevatori siano schiacciati dai produttori e da chi commercializza i formaggi. «I pastori – ha affermato il consigliere Fi – sono i responsabili della nostra tradizione produttiva e del nostro patrimonio ovicaprino ed è per questo che non possiamo chiedergli di diventare manager, perché spetta alla politica correggere e colmare lo svantaggio che provoca il mercato ai nostri pastori».

Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, ha affermato di condividere la risoluzione e il cosiddetto pegno rotativo ma lo ha definito “non sufficiente perché serve contingentare la produzione 2017 di pecorino romano a 220.000 quintali”. L’esponete della maggioranza ha auspicato un maggior impegno contro i falsi nelle produzioni tipiche e nelle azioni per incentivare la diversificazione produttiva.

Piermario Manca ha quindi riaffermato l’esigenza di istituire l’organismo pagatore sardo ed ha proposto che sia la Regione ad anticipare i soldi dovuti agli agricoltori, insieme con il riordino di Argea e Laore e con la semplificazione burocratica, la revisione del Psr e il riordino fondiario.

L’ulteriore richiesta formulata dal consigliere Pds è stata il finanziamento immediato della continuità territoriale delle merci.

Il consigliere regionale di Fi, Ugo Cappellacci, ha fatto riferimento alla richiesta di collaborazione formulato dalla maggioranza per confermare la disponibilità della minoranza ma ha invitato la giunta e gli esponenti del centrosinistra ad un cambio di approccio e atteggiamento: «Basta con l’atteggiamento sbnob da parte di chi si sente in cattedra,  perché c’è sempre da impare se si ha la capacità di ascoltare».

L’esponente della minoranza ha quindi ribadito il senso di responsabilità delle forze di opposizione e ha ricordato gli allarmi gridati da Coldiretti un anno fa «e rimasti inascoltati da chi invece doveva intervenire». «Siamo a un punto di non ritorno – ha dichiarato l’ex governatore del centrodestra – l’agricoltura è alla fame e rischia di perdere anche la dignità, per questo affermo che servono sostegno al reddito e non è un problema di di assistenzialismo ma l’esigenza di trovare soluzioni».

Cappellacci ha quindi affermato che come minimo sono necessari 30 milioni in finanziaria ed ha concluso con un invito alla Giunta: «Scendete in piazza con la gente perché oggi ha vinto il mondo delle campagne che era in piazza».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dapprima fatto i complimenti alla Coldiretti per la manifestazione e poi ha duramente polemizzato con lo stesso Cappellacci e l’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi («Il problema non è iniziato oggi né otto anni fa è un problema che da sempre ci riguarda e credo che in questi mesi qualche passo in vanti si sia fatto»).

«La commissione agricoltura ha fatto un buon lavoro – ha affermato l’esponente della maggioranza – ma forse serve invertire le priorità perché il punto centrale è la diversificazione del prodotto, è inutile, infatti, continuare produzione in esubero di pecorino romano».

Antonio Solinas ha dunque proposto di condizionare gli interventi della Regione alla diversificazione del prodotto.

Emilio Usula (Rossomori-Misto) ha definito la risoluzione una presa d’atto della crisi del comparto lattiero caseario ed ha affermato che i contenuti della risoluzione sono in linea con gli impegni e i programmi avviati dall’ex assessore Elisabetta Falchi.

Il consigliere passato all’opposizione dopo le dimissioni dell’assessore Falchi non ha nascosto amarezza “per gli ostacoli frapposti da chi invece doveva agire in sintonia con l’assessore allora in quota Rossomori, anziché in contrasto”.

Usula ha invitato tutti all’impegno e alla chiarezza ed ha ricordato le criticità del comparto, dalla cronica assenza di programmazione delle produzioni casearie, alla conflittualità tra industria e allevatori e dalla dipendenza da un unico prodotto e da un unico mercato dell’intera filiera del latte.

«Le buone politiche hanno bisogno di adeguate risorse in finanziaria – ha concluso Emilio Usula – e questo impegno è ancora insufficiente e manca anche nella legge di stabilità in discussione nelle commissioni del Consiglio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta ha auspicato l’unanimità del Consiglio per ricercare le migliori soluzioni per il comparto agricolo. «Perché gli agricoltori hanno manifestato sotto il Consiglio? – ha dichiarato l’esponente della minoranze – mancano forse leggi o strumenti per consentire alla giunta di operare?». «La risposta – ha spiegato il capogruppo – è nella risoluzione che di fatto boccia la giunta, perché  ben undici punti riportano leggi e provvedimenti che la giunta doveva rendere operativi ed attuare».

«Non manca l’assessore all’Agricoltura – ha incalzato Carta – manca la Giunta ed ecco perché gli agricoltori sono qui in Consiglio».

Il capogruppo Psd’Az ha quindi differenziato le responsabilità che stanno in capo alla maggioranza e alla minoranza ma ha confermato disponibilità nella ricerca di soluzioni efficaci.

Carta ha proposto alla centrosinistra di “cancellare le marchette dalla legge di stabilità e di mettere mettiamo 40 milioni di euro per il comparto agricolo”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ricordata la discussione della mozione Satta e più per evidenziare che a distanza di dieci giorni nulla è cambiato se non che è stata proposta una risoluzione della commissione che però “non soddisfa le attese del mondo delle campagne”.

Dedoni ha ricordato le penalizzazioni del comparto ed ha invitato il Consiglio a “dare al mondo delle campagne la possibilità di salvarsi”.

L’esponente della minoranza si è detto favorevole alla soluzione de minimis e alla programmazione delle produzioni del pecorino.

«Dobbiamo ricreare il sistema agricolo sardo – ha concluso Dedoni – e dico a Paci che non è vero ciò che afferma quando dice che 40 milioni di euro per il comparto agricolo sardo sono troppi».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha rimarcato l’esigenza di risposte ai problemi drammatici del mondo delle campagne ed ha ringraziato Coldiretti per “essere venuta qui a ricordarci le nostre responsabilità”. Daniele Cocco ha riconosciuto ritardi nelle risposte all’agricoltura ma ha escluso colpe per chi ha governato in questi ultimi anni.

«Dobbiamo essere seri – ha affermato il capogruppo Sel – e dire quali sono le risorse che mettiamo a disposizione con la finanziaria regionale e chiedo la convocazione immediata delle commissioni Agricoltura e Bilancio per aprire il confronto con il sistema bancario».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che, in apertura del suo intervento, ha chiesto alla politica di essere conseguente rispetto alle considerazioni fatte nei dibattiti precedenti: «Se è vero che l’agropastorizia è il settore trainante dell’economia sarda si  individuino gli interventi da fare – ha detto Rubiu – mi sembra invece che oggi si stia perdendo tempo. Stiamo assistendo a una lezione di filosofia, la paura è che non si produca nulla o si partorisca un topolino». Secondo Rubiu, la risoluzione approvata dalla Quinta Commissione non basta: «Forse non abbiamo capito la gravità della situazione. Serve una Commissione d’Inchiesta regionale che controlli l’andamento del mercato. Si verifichi se le quantità del latte prodotto e del formaggio venduto sono reali».

Rubiu ha quindi indicato una soluzione: «Basta stanziare l’un per cento del bilancio regionale per aiutare il settore. Non sono d’accordo nel dare 2000 euro ad azienda. Oggi Coldiretti non è venuta a chiedere l’elemosina ma a chiedere dignità per il settore. Si decida di stanziare l’1% che potrebbe soddisfare sia le misure de minimis che il ritiro delle giacenze di pecorino romano dal mercato».

Rubiu si è infine soffermato sulle lentezze dei bandi del Psr 2014-2020 in particolare quello per il primo inserimento in agricoltura. «I ritardi hanno di fatto escluso dai bandi i giovani che avevano investito su un progetto tre anni fa e che oggi hanno superato i 40 anni di età».

Anche Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi, ha ricordato che già alcuni mesi fa, nel settembre del 2016, erano state presentate mozioni e proposte per mettere ordine nel settore agropastorale. «Siamo stati i primi a portare nel dibattito pubblico il tema del refresh – ha detto Congiu – allora qualcuno guardava con dileggio queste iniziative e oggi si accorge dell’importanza del problema. Da tempo abbiamo segnalato i ritardi dei bandi ma non è il momento dei processi. Tutto questo ha origine da una struttura inadeguata. Il primo intervento strutturale è quello di implementare le strutture dell’assessorato. Uno dei problemi è non avere interlocutori. Occorre separare il settore ittico da quello zootecnico creando due diverse direzioni».

Secondo l’esponente del Pds, la risoluzione non può affrontare e risolvere il problema. «La Quinta Commissione ha fatto un lavoro serio e onesto, ma il dibattito non può essere anestetizzato con una risoluzione ben fatta. Occorre tener viva l’attenzione, bisogna tutelare il comparto attraverso la tutela dei prodotti, combattendo i tentativi di contraffazione (caso pecorino romano del Lazio). Così difendo il mercato e metto in pratica buone politiche che generano un buon prezzo del latte. Una delle proposte da seguire è quella dell’anticipazione bancaria dei premi comunitari».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco non serve oggi fare polemica ma lavorare a soluzioni serie, concrete e immediate. «Oggi c’è stata una grande manifestazione di popolo, è stata portata in piazza una protesta che abbiamo il dovere di ascoltare. Occorre intervenire rapidamente, ho ascoltato molto bene le rivendicazioni dei pastori e dei sindaci. Il comparto ovicaprino è un settore strategico, la risoluzione propone alcuni punti come il pegno rotativo, il rispetto dell’accordo con Abi per le anticipazioni, il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi – ha detto Cocco – bene anche la proposta di un’anticipazione bancaria dei premi del Psr con la Regione che garantisce sui fondi da trasferire agli allevatori». 

Cocco, dopo aver ringraziato la Commissione per il buon lavoro svolto, ha posto l’accento sulla richiesta di Coldiretti di un aiuto per garantire liquidità alle aziende agropastorali. «L’associazione di categoria propone il de minimis come misura immediata. Non so se questa sia la soluzione, ma sono pronto a discuterla – ha affermato il capogruppo del Pd – giudico più percorribile la proposta dell’on. Ledda per il ritiro dal mercato delle giacenze di pecorino romano condizionata dalla stipula di un patto tra trasformatori e pastori. Su questo fronte potrebbero essere messi in campo 20 milioni di euro per un’operazione che mira a far risalire il prezzo del latte».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  ha definito il dibattito surreale. «Si fa la ricognizione dei problemi passati ma, a parte l’intervento di Cocco che propone una misura residuale e inadeguata. non ho sentito dalla maggioranza un’indicazione sul da farsi. E’ un elenco di ovvietà su cose che la Giunta avrebbe dovuto fare da tempo. Ci vuole la pazienza del mondo agropastorale per sopportare la chiacchiera».

Pittalis ha quindi annunciato che la minoranza non voterà la risoluzione. «Vi pare che un’opposizione seria debba sottoscrivere un documento che anziché impegnare la Giunta invita ad accelerare gli interventi già attivati. Ci sono adempimenti di carattere amministrativo che hanno necessità della politica. Ai funzionari e agli impiegati qualcuno deve dire di fare in fretta. Non si può parlare di cose future senza considerare le inadempienze pregresse come i premi degli anni scorsi ancora da pagare. Questo è il modo di dare risposte a chi oggi si è messo in marcia verso Cagliari?».

L’esponente della minoranza si è detto infine d’accordo su alcuni provvedimenti di carattere finanziario come il pegno rotativo «ma – ha concluso – ci sono altre azioni che può fare il Consiglio ma sulle quali la Giunta si deve impegnare oggi. Sulla compensazione del reddito dei pastori prevista dalla legge 15 c’è l’impegno a stanziare 30 o 40 milioni di euro? Siete d’accordo a stanziare le risorse per dare serenità al comparto? Questi sono i fatti che contano e non la chiacchiera».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci per la replica.

«Abbiamo parlato altre volte di questo tema importante, oggi siamo davanti alla proposta di una risoluzione nelle quale si trovano misure immediate e altre strutturali che non risolvono il problema in modo definitivo – ha detto Paci – dobbiamo esserne consapevoli. Per questo è importante dare risposte concrete a chi sta attraversando una grave crisi. Se il tema è l’assenza di un assessore all’agricoltura lo si potrebbe risolvere immediatamente nominandone un altro, ma non è così».

Raffaele Paci ha poi invitato l’Aula a riflettere sui temi veri: «Siamo di fronte a un settore in cui la quantità di pecorino romano prodotta determina il prezzo. Se se ne produce troppo il prezzo crolla. Per uscire dalle crisi periodiche che colpiscono l’anello più debole della catena occorre stabilizzare le produzioni. Come? I cartelli non funzionano esiste l’organizzazione interprofessionale che finalmente è stato costituita dopo due anni. Questo è il soggetto che può legittimamente stabilire le quantità di pecorino romano da produrre. Quella è la soluzione del problema. Servono interventi strutturali per non doverci trovare tra qualche anno a parlare della stessa cosa. Questa è la strada maestra. Lavoriamoci tutti insieme – ha proseguito Paci – la Regione è pronta a dare supporto all’Oilos. Occorre fissare la quantità dei dop e delle produzioni primarie in modo che l’intera filiera abbia un’equa remunerazione».

Secondo il vicepresidente della Giunta un altro elemento importante è rappresentato dalla necessità di avere dati certi sulla produzione. «Ogni organizzazione dà i suoi numeri. E’ una cosa incredibile. E’ possibile gestire il più importante settore dell’economia sarda senza avere certezza sui dati? Ci deve essere l’obbligo di conoscere tutti i numeri del settore – ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo – occorre poi ricostruire un clima di fiducia nella filiera e accompagnare questo con gli strumenti indicati per favorire la diversificazione della produzione e la modernizzazione del settore».

Paci ha poi difeso l’operato della Giunta:  «Non si parte da zero, sarebbe ingeneroso nei confronti del precedente assessore. Sono stati pagati 138 milioni di premi Pac e Psr, entro marzo saranno pagati altri 100 milioni (26 dell’indennità compensativa, 30 del benessere animale, 6,4 di liquidazioni pregresse, 38 del premio unico). Ci sono poi altri strumenti creditizi operativi: il pegno rotativo porterà liquidità alle aziende di trasformazione e darà benefici anche ai pastori. C’è l’accordo con le banche per le anticipazioni dei premi Psr e il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi. Tutto questo non basta, servono anche interventi per affrontare le emergenze. Questi però non sono nella disponibilità dell’assessore. C’è una Finanziaria “aperta”, le misure possono essere discusse e individuate dalla Commissione Bilancio».

Sulle parole del vicepresidente Paci è intervenuto con toni polemici il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che è stato richiamato formalmente dal presidente Ganau.

Paci ha quindi concluso il suo intervento ribadendo che la Regione è disponibile ad ascoltare tutte le proposte: «Una in particolare riguarda il ritiro del prodotto invenduto per incidere sul prezzo del latte. Può essere una buona idea a patto che abbia ricadute sulla produzione primaria. Non siamo interessati a dare garanzie alle imprese di trasformazione. Ogni intervento deve andare a vantaggio di tutta la filiera della filiera con un prezzo del latte remunerativo per i pastori – ha detto Paci – riguardo al de minimis non ritengo che sia ciò che serve per aiutare il settore ma, se la maggioranza ritiene che questa sia la strada giusta, non sarà la Giunta ad opporsi. Non credo però che risolva il problema dello stock invenduto, il prezzo del latte rimarrà basso. Servono interventi per rialzare il prezzo e dare garanzia ai pastori per lo sviluppo delle aziende».

Dopo l’assessore Paci, in replica, è intervenuto  Luigi Lotto (Pd) che ha ricordato che proprio dalle audizioni sono scaturite le proposte contenute nella Risoluzione. «Nel documento  – ha detto – abbiamo tenuto conto di tutto quello che ci ha chiesto il mondo agro pastorale. In commissione è emersa la consapevolezza di valutare bene la situazione.  Serve una rivoluzione – ha concluso –nel mondo della trasformazione del latte. Il presidente della Quinta commissione ha  fatto un appello  a tutti i protagonisti della filiera: basta con le divisioni, dobbiamo raggiungere i risultati uniti. Nella filiera devono entrare tutti .  Il clima in aula è diventato molto teso e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto al presidente Ganau in base a quale  articolo del Regolamento le Risoluzioni vengono trattate come le mozioni».

Oscar Cherchi, per dichiarazione di voto, ha detto che riportare la calma dopo aver sentito l’assessore Paci è difficile. «Oggi – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia rivolgendosi al vicepresidente della Giunta – l’ho vista in imbarazzo perché i dati che le hanno dato non erano esaurienti».

Per Gianluigi Rubiu (Udc) questa Risoluzione è un elenco di buoni propositi.  Però – ha aggiunto ironicamente – l’assessore Paci ci rassicura perché ci dice che nel documento che andiamo a votare c’è il “pegno rotativo” o il “pecorino bond”. Rubiu chiede interventi concreti: deve essere la Regione a quantificare quanti soldi intende  destinare al settore

Giovanni Satta (Misto) ha rimarcato il ritardo con cui si affronta l’argomento. Siamo davanti all’eccezionalità – ha sottolineato –  bisogna trovare misure eccezionali. Per Satta è necessario nominare al più presto  l’assessore all’agricoltura.

Per Daniele Secondo Cocco (Sel) attaccarsi così in aula  è stucchevole. Questa Risoluzione non è un libro dei buoni propositi. La Giunta si deve impegnare a dare  risposte all’emergenza.

Luigi Lotto, presidente della Quinta commissione, è intervenuto per chiarire che nella Finanziaria si metteranno 18 milioni di fondi regionali per il comparto. Con i fondi statali si può arrivare a 22 milioni, e forse anche a  26 milioni.

Marco Tedde (Forza Italia) ha definito imbarazzante l’intervento dell’assessore Paci che è partito dal 2011 facendo la cronistoria di quello che è successo in passato. Per Tedde la Giunta deve risolvere i problemi attuali non fare una politica da Ponzio Pilato.

Daniela Forma (Pd) ha detto che l’iniziativa della Coldiretti di questa mattina è stata molto utile, ora spetta al Consiglio accogliere positivamente gli imput che arrivano dal mondo produttivo. Per la consigliera Pd senza l’agricoltura e l’allevamento la Sardegna non si salva.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che la base può essere la risoluzione ma che il documento deve essere emendato con le richieste che arrivano dai lavoratori del comparto. Per Fasolino sarebbe opportuno ritirare il documento  e lavorarci per raggiungere un testo condiviso. 

Gaetano Ledda (Misto) ha aggiunto di essere deluso dall’intervento del capogruppo Pittalis. Io non sono d’accordo sul de minimis, si tratta di un’elemosina ridicola. Abbiamo bisogno di 30 milioni di euro. La politica, che deve rispondere all’emergenza, li deve trovare.

Per Angelo Carta (Psd’Az) nessuno vuol dare elemosine, ma quando si parla di diversificazione bisogna essere chiari. Se i soldi ci sono, Lotto ne ha già trovato 26 milioni, scriviamoli nella Risoluzione. Stasera dobbiamo andarcene non con un invito generico al presidente della giunta ma con l’impegno scritto di trovare i 30 milioni di euro.

Luigi Crisponi (Riformatori)  ha sottolineato la necessità di emendare la Risoluzione con le richieste del mondo agro pastorale. Oggi – ha concluso – dovevamo sancire l’apertura di un  tavolo di pacificazione tra il Consiglio e il mondo delle campagne. Così non è stato.

Attilio Dedoni (Riformatori )  ha detto che tutti sono d’accordo a voler risolvere il problema ma dobbiamo trovare una soluzione urgente. Il capogruppo dei Riformatori ha ribadito che non voterà  una Risoluzione che non dice nulla.

Fabrizio Anedda (Misto) voterà a favore della Risoluzione e ha detto che a volte della “de minimis” si parla a sproposito.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha ribadito che la Risoluzione deve essere integrata con le proposte fatte dalla Coldiretti e, soprattutto, va scritto quanti soldi vanno destinati al settore.

Pietro Cocco (PD) è intervenuto ancora una volta chiarendo le integrazioni da inserire nella Risoluzione. Prima di tutto cambiando la parola “invita” con “impegna” e poi integrando il punto 2 e il punto 4b. Inoltre, nella Risoluzione  si introdurrà un nuovo punto che prevede di inserire a favore del comparto (con un emendamento in Finanziaria) la somma di 14 milioni di euro.  

Per Pittalis la proposta di Pietro Cocco è un passo avanti  ma non risolve  il problema. «Vogliamo – ha concluso – un impegno chiaro che venga dalla giunta».

Dopo una breve sospensione, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto che ha illustrato le modifiche introdotte al testo della risoluzione: l’invito al presidente diventa “impegno al presidente” e al punto 2 si aggiunge dopo benessere animale “anche con apposite convenzioni del sistema del credito”; il punto 4b è sostituito parzialmente dalla dicitura “attivare un intervento con fondi regionali per facilitarne la ripresa del prezzo del latte”; è inserito un nuovo punto con la dicitura “ci si impegna presentare emendamenti per 14 milioni di euro per raggiungere gli obiettivi indicati nella risoluzione”.

Il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha dichiarato favore alle modifiche introdotte ed ha proposto a nome della minoranza l’inserimento della seguente dicitura: «Tutti gli  interventi sono finalizzati a far sì che prezzo del latte non sia inferiore agli 80 centesimi di euro al litro».

Luigi Lotto (Pd) si è detto favorevole ad introdurre ulteriori precisazioni e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha affermato di essere d’accordo nell’inserire la dicitura proposta dal capogruppo Pittalis ma ha riportato perplessità manifestate dagli uffici: «Nel caso sia possibile inserire l’indicazione degli 80 centesimi sono pronto a scriverla perché sono stato il primo a proporla».

E’ quindi intervenuto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci: «Ritengo opportuno aggiungere nuovi punti alla risoluzione – ha detto Paci – stanziare 14 milioni di euro è un impegno importante. Vorrei dire però che il prezzo del latte non lo stabiliamo noi. Possiamo dire che le misure sono finalizzate all’aumento del latte ma non ha senso indicare un prezzo. La Regione stanzia le risorse, il latte in futuro potrà essere pagato 80, 90 o un euro a litro. Questo non lo possiamo dire noi altrimenti prendiamo in giro la gente».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni ha chiarito le ragioni della minoranza: «Non si vuole stabilire un prezzo ma dire che tutte le misure sono finalizzate esclusivamente all’aumento del prezzo del latte ad almeno a 80 centesimi a litro. Altrimenti non votiamo la risoluzione».

Gaetano Ledda (La Base) ha invece ribadito che la somma necessaria per venire incontro ai pastori e riportare il prezzo del latte a un livello accettabile è di 30 milioni di euro. «Solo così si riesce a togliere il tappo della sovraproduzione – ha detto Ledda – non è vero che non possiamo scrivere il prezzo. L’Oilos lo può fare. La Regione stanzia i soldi a condizione che si paghi il latte a 80 centesimi a litro. In questo modo i soldi vanno direttamente ai pastori. Sono loro che stanno morendo».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha invitato l’Aula a procedere: «Ci sono due proposte in campo: una del presidente della Quinta Commissione Lotto e una della minoranza che chiede di scrivere in modo che tutti gli interventi devono essere finalizzati ad avere il prezzo del latte almeno a 0,80 centesimi a litro. Altrimenti non voteremo la risoluzione».

Luigi Lotto (Pd) ha chiarito che le integrazioni alla risoluzione puntano a garantire la  ripresa del prezzo del latte.

Il presidente Ganau ha sollecitato l’Aula ha dare una risposta agli emendamenti orali proposti da Lotto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito che la minoranza voterà una risoluzione con le integrazioni richieste.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece chiesto di avere chiarimenti sulle posizioni diverse assunte dal presidente della Commissione Agricoltura Luigi Lotto e dal capogruppo del Pd Pietro Cocco.

E’ quindi nuovamente intervenuto il presidente Ganau: «Le posizioni sono chiare se non c’è accoglimento degli emendamenti orali la risoluzione rimane quella originaria».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la maggioranza a fare uno sforzo arrivare a una posizione unitaria e scrivere che il prezzo deve aumentare. «Troviamo il modo di dire che troviamo congruo il prezzo di 0,80, ci stiamo avvitando sul tetto. Non vanifichiamo lo sforzo fatto finora. Altrimenti la responsabilità ricadrà su tutti. Non possiamo fissare il prezzo ma dire che l’obiettivo minimo è portare il prezzo a 0,80 centesimi a litro».

Giorgio Oppi (Udc) ha invitato tutti a essere chiari: «Noi diciamo di scrivere 0,80 centesimi, se questo non c’è non votiamo».

Su richiesta della maggioranza il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo Pietro Cocco (Pd) ha proposto l’inserimento della dicitura degli 80 centesimi di euro quale prezzo minimo del latte nelle premesse della risoluzione.

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato: «La dicitura degli 80 centesimi di euro inserita nelle premesse della risoluzione non serve ma va inserita negli impegni della Giunta».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, preso atto della contrarietà agli emendamenti orali proposti da Lotto e Pietro Cocco ha posto in votazione la risoluzione nella sua versione originaria. L’Aula con 26 favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti ha approvato la risoluzione e il presidente Ganau ha annunciato la convocazione dell’Assemblea per oggi, giovedì 2 febbraio, alle 10.30.

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Il Consiglio regionale si riunirà lunedì 1° febbraio alle ore 16.00 in seduta ordinaria, come previsto dall’articolo 20 dello Statuto. Tra gli argomenti in discussione, All’ordine del giorno, l’elezione di alcuni segretari dell’ufficio di presidenza e la sostituzione di alcune componenti della Commissione regionale per le pari opportunità. Seguirà l’esame della risoluzione, approvata in Quinta commissione, sulla grave crisi del settore lattiero-caseario. L’Aula, infine, esaminerà la mozione 278 sul rischio chiusura del Centro sclerosi multipla dell’Ospedale Binaghi di Cagliari.

 Domani 31 gennaio torneranno invece al lavoro le commissioni permanenti.

In mattinata, alle 10.00, la Terza “Bilancio”, guidata da Franco Sabatini, proseguirà le audizioni sulla Manovra 2017. La Commissione sentirà i rettori delle Università di Cagliari e Sassari e i rappresentanti del Consorzio Universitario di Sassari e Nuoro e dell’Ausi.

Alla stessa ora è convocata la seduta della Sesta Commissione “Salute e politiche sociali” presieduta da Raimondo Perra. In programma l’audizione dell’assessore alla Sanità Luigi Arru sulle parti di competenza della finanziaria 2017-2019.

Alle 11,30, si riunirà la Seconda guidata da Gavino Manca per l’esame della parti di competenza della Manovra 2017-2019

Sempre martedì, ma nel pomeriggio, si riuniranno anche la Prima e Quinta.

Alle 15.30, il parlamentino delle “Attività produttive”, presieduto da Luigi Lotto, sentirà in audizione i rappresentanti del Consorzio per il pecorino sardo e del Consorzio “Fiore sardo” sullo stato di crisi del comparto lattiero-caseario. All’ordine del giorno anche il parere di competenza sulla manovra finanziaria 2017-2019 e l’esame del P/148 (ampliamento dell’area industriale della Gallura con zona artigianale del Comune di Padru).

Alle 16,00, infine, si riunirà la Commissione “Autonomia”, guidata da Francesco Agus. All’attenzione dell’organismo consiliare, la difficile situazione finanziaria delle province sarde. La Commissione farà le proprie valutazioni conseguenti all’audizione della scorsa settimana dell’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu. La Prima Commissione esaminerà successivamente le parti di competenza della Manovra finanziaria 2017 e il P/138 (Modifiche al sistema di valutazione dei dirigenti del sistema Regione e criteri attuativi dell’art. 8 bis – L.R. 31/1998) e il disegno di legge 281  (Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes).

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Questa mattina la commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha visitato la Portovesme srl, per toccare con mano la difficile situazione dello stabilimento, alle prese con i ritardi nella realizzazione della nuova discarica per lo smaltimento dei residui di lavorazione, l’incertezza sui costi dell’energia, l’assenza di un regime di continuità delle merci. Tre questioni che mettono a rischio il futuro della Portovesme srl, azienda leader nella metallurgia primaria, ultimo baluardo dell’industria pesante in Sardegna e realtà produttiva irrinunciabile per il Sulcis Iglesiente. Questioni da tempo all’attenzione della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale, i cui rappresentanti hanno prima incontrato le organizzazioni sindacali e, successivamente, l’amministratore delegato Carlo Lolliri. Agli incontri, oltre al presidente della Commissione, hanno partecipato i consiglieri regionali Cesare Moriconi (Pd) e Gianluigi Rubiu (Udc) il capogruppo del Pd Pietro Cocco e il presidente della Commissione Ambiente Peppino Pinna (Udc).

La priorità assoluta, secondo i sindacati, è rappresentata dalla necessità di realizzare una nuova discarica accanto a quella ormai esaurita di Genna ‘e Luas. «Chiediamo alla politica di riprendere in mano la situazione. Non è pensabile che in una partita così importante a prevalere sia la volontà dei funzionari dell’assessorato. Questa è un’azienda con 700 posti di lavoro diretti e 600 nell’indotto, è l’unica industria ancora in piedi in un territorio dove la disoccupazione raggiunge il 38%. Vogliamo davvero correre il rischio che chiuda per questioni burocratiche?»

Non meno importante, ma qui la partita si gioca su altri tavoli, è la questione energetica. «Il prossimo 31 dicembre scadrà il regime di superinterrompibilità per le aziende energivore della Sardegna – hanno ricordato i sindacati – serve un’azione forte nei confronti del Governo perché si arrivi a un accordo con Bruxelles».

Valutazioni condivise dall’amministratore delegato della Portovesme Srl, Carlo Lolliri, che ha illustrato nei dettagli alla Commissione le attività dell’azienda. «Siamo un sito strategico per la produzione metallurgica primaria a livello nazionale – ha detto Lolliri – oltre allo zinco (unica azienda in Italia) produciamo anche piombo, waelz, oro e argento. Non abbiamo problemi di mercato, chiediamo soltanto di poter lavorare nel rispetto delle norme». L’amministratore delegato ha spiegato che senza la realizzazione della nuova discarica gli impianti saranno costretti a fermarsi. «Nel 2015 abbiamo presentato il progetto per il nuovo sito di smaltimento degli scarti di produzione – ha affermato Carlo Lolliri – aspettiamo ancora una risposta. Con la vecchia discarica abbiamo dato un esempio virtuoso nel sistema del trattamento dei rifiuti e, allo stesso tempo, provveduto a bonificare un sito precedentemente compromesso dall’attività mineraria. Siamo da sempre attenti alla questione ambientale».

Sul fronte dell’energia, Carlo Lolliri ha invocato chiarezza: «A oggi, non sappiamo quanto ci costerà l’approvvigionamento energetico nel 2017 e intanto aspettiamo ancora i rimborsi degli anni passati. La questione è fondamentale: in Italia il costo dell’energia è di 50/60 euro a MWh contro i 30 della Spagna, i 31 della Germania e i 32 della Francia. Con questi costi non siamo più competitivi sul mercato. La questione deve essere definita in tempi rapidi. Chiediamo alla Regione di spingere sul Governo per ottenere al più presto una risposta dall’Unione europea».     

Piena disponibilità a lavorare per arrivare a una rapida soluzione è stata assicurata dal presidente della Commissione Luigi Lotto: «La visita allo stabilimento ci ha permesso di conoscere da vicino un’eccellenza del panorama industriale nazionale – ha detto Luigi Lotto – la Portovesme srl è un’industria strategica per la Sardegna. In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo siamo più che mai interessati a salvaguardare ogni posto di lavoro e possibilmente a crearne dei nuovi. Non possiamo permetterci perdite di tempo. La questione della discarica va affrontata senza pregiudizi, per questo chiederemo all’assessore all’Ambiente di venire a riferire in Commissione. Sul fronte energetico, presenteremo le nostre valutazioni alla Giunta e chiederemo che vengano messe in campo tutte le azioni possibili per arrivare a un risultato positivo».

Pieno sostegno all’iniziativa è stato assicurato anche da Gianluigi Rubiu (Udc): «In questa partita non ci sono bandiere. La minoranza assicurerà il suo sostegno. Il territorio non può permettersi di perdere altri posti di lavoro». Soluzioni in tempi rapidi ha invocato anche Pietro Cocco: «C’è la volontà politica – ha detto Pietro Cocco – se i problemi sono tecnici si convochi un tavolo per risolverli». Cesare Moriconi, infine, ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto nella produzione metallurgica dalla Portovesme Srl: «Parliamo di un’eccellenza nel panorama nazionale ed europeo – ha detto Cesare Moriconi – un’azienda strategica che può fungere da stimolo per il rilancio delle politiche industriali in Sardegna».

  

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Settimana di lavoro molto intensa per le commissioni, impegnate nell’esame della Legge di stabilità 2017 in altri temi di grande attualità.

La commissione Bilancio, presieduta dall’on. Franco Sabatini, prosegue l’esame della Legge di stabilità 2017 domani (martedì 24 gennaio) alle 10.00, ascoltando le relazioni del direttore generale della Asl unica e dei responsabili dell’Azienda ospedaliera del Brotzu di Cagliari e delle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari.

Nel pomeriggio alle 16.00 sarà la volta del direttore regionale dell’Inps, del Direttore generale delle politiche sociali dell’assessorato della Sanità e delle associazioni del Terzo settore (Caritas, Associazioni dei disabili).

Sempre domani, alle 11.00, si riunirà la commissione Lavoro e Pubblica istruzione presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd). All’ordine del giorno il confronto sulla Legge di stabilità 2017 con gli assessori Claudia Firino (Pubblica istruzione) e Virginia Mura (Lavoro). La commissione proseguirà anche l’esame del Piano di dimensionamento scolastico per gli anni 2017-2018.-

Ancora per martedì, alle 16.00, la commissione Ambiente e Governo del territorio, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna (Udc), sarà impegnata in una audizione con l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano che riferirà sul nuovo statuto dell’Agenzia Forestas e la Legge di stabilità. Alle 17.00, la commissione si occuperà dell’Atto di indirizzo strategico della Regione in materia di trasporto aereo su cui dovrà esprimere il parere di competenza.

Mercoledì 25, alle 10.00, invece, ci saranno le audizioni degli assessori dell’Urbanistica Cristiano Erriu e dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda sulla Legge di stabilità 2017 ed infine, giovedì 26, alle 11.00, quella dell’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, sempre sulla Legge di stabilità. 

Domani, infine, con inizio alle 16.00, riunione della commissione Attività produttive presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd), sulla Legge di stabilità e la situazione del comparto lattiero-caseario. Mercoledì 25 alle 10.30 proseguirà la discussione sulla Legge di stabilità mentre, nel pomeriggio, alle 15.30, saranno sentiti gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Turismo Francesco Morandi.

Mercoledì 25, alle 9.30, giornata di audizioni per la commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi). Sono previsti gli interventi dei responsabili dei piani Plus, delle organizzazioni confederali ed autonome sulla situazione dell’Aias, dei rapprsentanti dei Centri anti-violenza, anti-stalking e delle case-rifugio e nuovamente dei sindacati confederali e autonomi sugli esuberi di personale a seguito della chiusura di alcuni punti-nascita.

Sempre mercoledì, alle 16.00, la commissione Autonomia presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel) ascolterà l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu e gli amministratori straordinari delle Province sulla situazione finanziaria e dei servizi dei diversi Enti territoriali.

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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha presentato insieme ai colleghi del centrosinistra Busia, Daniele Cocco, Collu, Comandini, Congiu, Cozzolino, Gaia, Lai, Lotto, Moriconi, Perra, Piscedda, Antonio Solinas, Tendas, Usula e Zanchetta un’interpellanza sui problemi legati allo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale che stanno bloccando l’intera filiera della carne, dall’allevamento alla vendita sui banchi delle macellerie, passando per i frigomacelli e gli stabilimenti di trasformazione e lavorazione delle carni. Contestualmente, i consiglieri regionali del centrosinistra si mobilitano per facilitare la risoluzione del problema.

«I problemi giudiziari dell’unico operatore regionale nel settore del trattamento degli scarti di macellazione e più in generale dei sottoprodotti di origine animale – dichiara Daniela Forma – stanno determinando di fatto la paralisi dell’intera filiera agro-zootecnica-alimentare, impossibilitata a conferire i propri scarti e quindi vincolata nella propria produzione e attività lavorativa quotidiana.

Il Consiglio regionale si è subito fatto carico del problema e, grazie ai presidenti delle Commissioni Sanità ed Agricoltura, Raimondo Perra (PSI) e Luigi Lotto (PD), è stata prontamente ricevuta giovedì sera una delegazione rappresentante l’intera filiera regionale della carne. Altrettanto attenta e disponibile la Presidenza della Regione che con il Direttore Generale, dott. Alessandro De Martini, ha partecipato all’incontro e si è subito attivato per garantire una soluzione nell’immediato che eviti l’emergenza e sblocchi la situazione, rappresentando nel contempo l’urgenza – condivisa da tutti gli operatori del settore e dai consiglieri regionali presenti: Fabrizio Anedda, Gianfranco Congiu, Lorenzo Cozzolino, Emilio Usula, Piero Comandini e Antonio Gaia – conclude Daniela Forma – di trovare insieme soluzioni strutturali che portino la Regione Sardegna ad avere un efficiente sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei sottoprodotti di origine animale in un contesto di virtuosa offerta economica.»