5 May, 2024
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La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo), riprenderà i suoi lavori giovedì 14 maggio alle 10.00 con le audizioni dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, del commissario straordinario Ats Giorgio Steri, del direttore generale dell’Areus Giorgio Lenzotti, dei rappresentanti dei Centri riabilitativi e del Coordinamento dei centri antiviolenza.
All’ordine del giorno il disegno di legge 127 che, in materia sanitaria, modifica la legge regionale n. 10 del 2020 (Legge di stabilità) e le linee guida sull’accoglienza ed il sostegno alle donne vittime di violenza.
La seduta proseguirà nel pomeriggio alle 15.30 con l’esame del disegno di legge 112 (riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia) e della proposta di legge 121 (disposizioni di adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale).

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«Il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu riferiscano all’aula se sia stata verificata la possibilità annunciata dal presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, agli specializzandi biologi durante la loro audizione, di utilizzare i fondi POR Sardegna FSE 2014/2020 per finanziare le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline non mediche di area sanitaria, delle Università degli studi di Cagliari e Sassari, in riferimento a tutti gli anni accademici per ciascun indirizzo di corso.»

Lo chiede con un’interrogazione la segretaria del Consiglio regionale Carla Cuccu (M5S), in merito alla discriminazione degli specializzandi non medici di area sanitaria dall’assegnazione di una borsa di studio, che meritano la stessa attenzione e diritti normativi degli specializzandi delle Scuole di medicina.

Con L.R. del 6 marzo 2020, n. 6, è stata autorizzata per l’anno 2020 la spesa di euro 5.000.000 al fine di garantire ai professionisti sanitari di area medica l’accesso ad adeguati percorsi di formazione.

«Si sottolinea a tal proposito osserva Carla Cuccu che è risaputo l’impegno dell’attività delle Scuole di specializzazione e che il contratto di formazione specialistica per tale motivo è obbligatorio per legge, nonostante gli specializzandi medici non siano considerati normativamente “lavoratori dipendenti”, bensì specializzandi in formazione.»

«I sacrifici ed impegno prestati dagli specializzandi di area sanitaria non sono certamente meno importanti di quelli dei medici specializzandi e, non essendo anch’essi considerati né precari, né lavoratori, non hanno ricevuto nemmeno alcun sostegno economico rientrante nelle misure regionali previste per le difficoltà economiche causate dal Covid-19conclude Carla Cuccu -. Eppure i biologi, ad esempio, hanno svolto un ruolo essenziale nella lotta a questa pandemia, considerata la loro preziosa attività nei laboratori di analisi e diagnostica e gli onori ricevuti per essere stati protagonisti del primo isolamento del Coronavirus in Italia.»

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«Abbiamo rafforzato la rete territoriale contro la violenza domestica per dare risposte e un aiuto concreto a tutte le persone vittime di abusi che vivono situazioni familiari difficili e che, in conseguenza alle limitazioni adottate per l’emergenza, rischiano di trovarsi isolate e senza punti di riferimento.»

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, esprimendo soddisfazione per il provvedimento con cui la Giunta ha approvato le ‘Linee guida per la gestione delle situazioni familiari problematiche derivanti anche dalla prolungata condivisione degli spazi in seguito all’emergenza Covid-19‘.

«Grazie al massimo coinvolgimento delle istituzioni su tutto il territorio, abbiamo strutturato la retespiega Mario Niedduin modo da poter monitorare i casi ‘critici’, stabilire linee di intervento e segnalare le situazioni in cui dovessero emergere profili di reato. Sotto questo ultimo aspetto, un contributo importante arriva dalle Procure della Sardegna che, in raccordo con tutti i soggetti impegnati su questo fronte, hanno messo a disposizione di operatori e cittadini specifici canali di comunicazione dedicati.»

«Dall’inizio dell’emergenzaaggiunge l’assessore regionale della Sanità si registra una diminuzione delle denunce per maltrattamenti. Il nostro obiettivo è impedire che la condizione di isolamento possa costituire un freno alle richieste d’aiuto e, allo stesso tempo, portare alla luce tutte quelle situazioni di grave disagio e violenza dove a farne le spese sono le persone più fragili, le donne, i minori, i disabili e gli anziani.»

Fra i servizi istituiti e operativi per l’ascolto e il supporto delle vittime di violenza, il numero verde Filodiretto Psicologico Coronavirus 800.197.500, attivo tutti i giorni dalle 14.00 alle 20.00, il numero verde 800.630.622 istituito dal Dipartimento di Salute mentale dell’Ats, attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, ed il numero nazionale Antiviolenza donne 1522.

«In questa fase, particolarmente delicata sotto il profilo sanitario e sociale, è fondamentale stabilire e mantenere un contatto con tutte le situazioni critiche o potenzialmente critiche per poter intervenire tempestivamente anche con l’individuazione di alloggi, strutture o soluzioni, come il Reddito di Libertà, che consentano di allontanare o comunque proteggere le vittime da una condizione di pericolo e disagioconclude Mario Nieddu -. La rete costituisce la base per un sostegno stabile a favore delle vittim.»», conclude l’assessore.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge per il rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi.

Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta e dopo le comunicazioni di rito sulle proposte di legge e sulle interrogazioni presentate ha sospeso i lavori per consentire ai capigruppo una breve riunione.

Alla ripresa il presidente del Consiglio regionale ha aperto la discussione generale ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento sulla proposta di legge 139 del 30 aprile 2020 intitolata: “Rinvio del termine per lo svolgimento delle elezioni comunali previste per il 2020”, firmata da tutti i capigruppo.

Prima, però, ha preso la parola sull’ordine dei lavori l’onorevole Daniele Cocco (Leu), che ha sollecitato il presidente della Regione a dare risposte alle richieste delle famiglie che chiedono di poter incassare l’indennità previste dalla legge 12 approvata durante l’inizio dell’emergenza Covid dal Consiglio  regionale. «I sindaci ci stanno sollecitando e non  hanno più risposte da dare ai cittadini».

L’on. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che «a nulla è servito chiedere l’accesso agli atti venti giorni fa ma credo che attendere trenta giorni per un consigliere regionale per avere documenti sia davvero troppo». L’oratore è tornato sul tema della legge 12 introdotto dal collega Cocco e ha chiesto che l’interpretazione normativa sia «fornita con legge e non con atti di rango inferiore come quelli che stiamo notando in queste settimane».

Anche l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha sollecitato un intervento sulla legge 12 mentre l’on. Massimo Zedda, dello stesso gruppo, ha detto: «Sarebbe stato più opportuno che il presidente Conte fosse passato in Parlamento sin da principio, questo penso. Ma lamentarsi del fatto che il presidente Conte non lo abbia fatto e poi emanare ordinanze regionali senza coinvolgere in nessun modo il Consiglio regionale sembra solo a me una cosa strana? Tutto questo contrasto tra le norme sta generando una grande confusione e questa mattina a Cagliari, a Marina Piccola, la Capitaneria di porto si è trovata in difficoltà con l’applicazione delle norme. Sarebbe giusto, per rispetto dei sardi, non attivare confusione a danno delle persone. Probabilmente è necessario che da subito si mettano al lavoro per correggere provvedimento che sono capaci di mettere in difficoltà migliaia e migliaia di sardi».

Della stessa opinione l’on. Desirè Manca, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: «Dove sono finite le proposte di legge a sostegno delle imprese sarde? Sono passati 48 giorni dalla promessa fatta dalla Giunta e ancora nulla. Avete capito o no che molte imprese ormai non riapriranno?». Per l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, «gli assessori competenti stanno valutando la possibilità di aumentare le risorse e la platea di beneficiari della legge di aiuto alle famiglie. Ma a chi oggi si lamenta vorrei dire che l’atto di coraggio del presidente Christian Solinas, che inaugura la fase Covid 2, è stato sollecitato anche da voi sui media. Certo che ci sono cose da chiarire, come il diritto di andare a pesca anche a favore di chi non è residente nei comuni costieri. Serve un po’ di coraggio e ci abbiamo messo un po’ di coraggio».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha preso la parola e «a nome dei migliaia di cassintegrati in deroga che ancora attendono quanto loro dovuto» ha chiesto al presidente del Consiglio regionale «se si può occupare del pagamento del contributo negli sportelli del Banco di Sardegna». Il presidente Michele Pais ha promesso il suo impegno.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di legge di rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi all’autunno 2020 (in una domenica ricadente nel periodo compreso tra il 24 ottobre e il 29 novembre) a causa dell’emergenza Covid-19 in deroga alla disciplina ordinaria contenuta nell’articolo 2 della legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (Indizione delle elezioni comunali e provinciali).

Il presidente Michele Pais ha chiarito che la legge non ha relatore perché è arrivata in Aula in base all’art.102 del regolamento con l’accordo di tutti i capigruppo, ed ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere. A nome dell’esecutivo, l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna ha espresso parere favorevole.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Il presidente ha aperto quindi la discussione sull’art. 1 e gli emendamenti collegati.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che in occasione dell’approvazione della legge sugli amministratori straordinari delle Province, poi impugnata dal Governo, era stato fissata la loro scadenza per il primo luglio per cui sarebbe necessaria la correzione del testo in esame.

Il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto se la proposta di Agus deve intendersi come emendamento orale.

Francesco Agus ha replicato chiarendo di aver voluto intervenire nella discussione sull’art.1 segnalando una incongruenza che a suo avviso dovrebbe essere corretta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha presentato un emendamento orale per una correzione di dettaglio del testo.

Il presidente ha messo dunque in votazione l’art. 1 con gli emendamenti collegati, che sono stati approvati, e a seguire gli articoli 2 e 3 della legge. In sede finale, la legge è stata approvata all’unanimità con 50 voti.

Dopo lo scrutinio, la seduta è stata sospesa per una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato l’intervento del Consiglio per chiarire i problemi di applicabilità della legge sul sostegno alle famiglie approvata l’8 aprile scorso. Sappiamo, ha ricordato Giorgio Oppi, di una serie di incontri fra gli assessori Mario Nieddu e Giuseppe Fasolino, i sindacati ed i Comuni ma occorre fare piena luce sulle procedure e spianare la strada all’applicazione della legge. In particolare, ha aggiunto Giorgio Oppi, è necessaria una risposta chiara sia sulla compatibilità dell’intervento della Regione con quello del Governo, sia sulle risorse necessarie perché rispetto allo stanziamento di 90milioni i Comuni sostengono che ne servirebbero 135, però sta di fatto che i cittadini sono senza risposte e, se occorre, il Consiglio deve provvedere ad una interpretazione autentica.

Il presidente, nel condividere l’intervento del consigliere Giorgio Oppi, ha sostenuto la necessità di una interpretazione univoca della norma che ne garantisca la piena applicazione. Sono problemi, ha detto, dei quali si stanno occupando gli assessorati, anche con una circolare ma, se non dovesse essere sufficiente, il Consiglio è pronto a fornire una interpretazione autentica.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, ha detto che Giorgio Oppi ha ragione e che l’annunciata circolare sarebbe del tutto inefficace. Occorre invece, a suo giudizio, l’interpretazione autentica della norma del Consiglio, per cui si può troviamo subito una data utile per approvarla, dicendo basta una volta per tutte al blocco degli assessorati ed alle faq che non chiariscono: lavoriamoci come capigruppo per dare ai sardi i benefici di cui hanno diritto e non perdiamo altro tempo.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni si è occupato invece della vertenza dei lavoratori Air Italy di fatto oscurata dall’emergenza sanitaria, col rischio che la Regione arrivi troppo tardi e a cose fatte, nonostante gli impegni assunti dal Consiglio e dal presidente della Regione. Giuseppe Meloni ha parlato di una lettera dei liquidatori della compagnia ai sindacati per un incontro in calendario per il 7 maggio prossimo al quale le due Regioni interessate, Lombardia e Sardegna, non sono state nemmeno invitate. La richiesta, ha concluso, è che Governatore ed assessore dei Trasporti riferiscano quanto prima al Consiglio.

Il consigliere Stefano Tunis, riprendendo il problema della legge a sostegno delle famiglie sarde, ha detto di condividere la necessità di una precisazione in modo che le norme perché producano effetto nel modo più efficace possibile anche perché la nostra Regione è la prima in Italia per l’investimento di risorse proprie e la prima per la cifra pro capite. Tuttavia, ha osservato, dobbiamo fare una interpretazione generale ed astratta e andare avanti caso per caso che sarebbe lo stesso di fare una nuova norma. Lavoriamo sui principi, ha suggerito, e seguiamo le buone pratiche del passato, quando si è intervenuti sulla struttura amministrativa.

Il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha auspicato una verifica puntuale sull’entità del fabbisogno senza però restringere le maglie del provvedimento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, ha tolto la seduta del Consiglio annunciando la riconvocazione a domicilio e convocando una nuova conferenza dei capigruppo.

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L’epidemia Covid ci ha insegnato che gli ospedali e tutte le comunità assistenziali possono essere percepiti come un luogo insicuro. In questo periodo gli accessi ai Pronto Soccorso della Sardegna sono ridotti del 70%. Migliaia di sardi attendono prestazioni ospedaliere che sono state rinviate, non si sa bene a quando.
E’ possibile ritornare alla normalità che conosciamo (e che non ci soddisfaceva)?
E se invece provassimo a sfruttare l’opportunità?
Se provassimo a pensare ad una “diversa normalità” del sistema sanitario della nostra Regione, riscrivendo il ruolo degli Ospedali, del territorio e dell’emergenza, utilizzando la potentissima leva di cambiamento della sanità digitale?
Già oggi con il nostro smart watch noi possiamo attivare il coaching sugli stili di vita, sull’alimentazione. Possiamo calcolare parametri cardiaci, respiratori. Possiamo usare il telemonitoraggio per inviare “allarmi” se qualcosa non funziona…
La Telemedicina, ma anche l’intelligenza artificiale (AI) e l’internet delle cose (IOT), possono radicalmente cambiare il sistema sanitario sardo, invertendo lo schema che oggi non funziona più. Il cittadino non deve più andare verso “i luoghi di cura”! Al contrario, è la prestazione sanitaria che deve andare direttamente a casa del cittadino!

Se ne parla in webinar mercoledì 6 maggio dalle ore 18,30 alle ore 19.30. Approfondirà il tema Pierpaolo Vargiu, del Centro Studi dei Riformatori sardi. Seguirà un dibattito al quale parteciperanno tra gli altri Paolo Cannas, Franco Meloni Giambenedetto Melis, Giorgio Sorrentino e l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

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«Tanti proclami ma pochi fatti. La Regione cavalca l’onda della glorificazione degli infermieri, e di tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea nella battaglia al Covid-19, ma non si adopera realmente per individuare le strutture alberghiere, nelle città di Sassari, Nuoro e Cagliari dove sono operativi i Covid Hospital, per far trascorrere il periodo di isolamento a positivi asintomatici, e a chi deve rispettare la quarantena ma non può rientrare nel proprio domicilio per il pericolo di entrare in contatto con i familiari: ovvero infermieri e medici.»
A denunciare la situazione che si protrae ormai da 50 giorni è Christian Cugusi, dirigente sindacale NurSind dell’AOU di Cagliari.

Il pericolo dell’isolamento domiciliare. «Le statistiche parlano chiaro – ha proseguito Christian Cugusi l’isolamento nel proprio domicilio non funziona, anzi espone i congiunti a un grave rischio di contagio, e presuppone l’utilizzo di un bagno riservato, nonché la sanificazione continua degli ambienti comuni, di biancheria, stoviglie e indumenti, e tutto viene ulteriormente complicato dalla presenza di bambini che spesso sfuggono al controllo dei genitori. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate – da parte degli infermieri – le richieste di aiuto in tal senso, senza ottenere risposta da parte delle Amministrazioni delle Aziende sanitarie.»

Nessun alloggio per il personale sanitario. «Dopo tutte le promesse fatte dal presidente della Regione Christian Solinas e dall’assessore della Sanità Mario Nieddu, ancora oggi – prosegue il dirigente sindacale – alla richiesta di alloggio da parte del personale sanitario, l’amministrazione dell’AOU di Cagliari, risponde di non avere a disposizione nessun locale idoneo a tal fine, asserendo di aver richiesto alla presidenza della regione Sardegna la disponibilità di almeno 30 alloggi senza aver ricevuto alcuna risposta. Ancora, sono stati vani i tentativi di ottenere rassicurazione da parte della protezione civile, che si è limitata ad acquisire i nominativi e i recapiti telefonici dei richiedenti, senza poi contattarli. Ancora una volta, gli stessi infermieri che venivano osannati quali eroi e salvatori della patria, oggi sono stati dimenticati ed abbandonati dalla politica, regionale e nazionale che ci ha riservato la misera elemosina di 100 euro a dipendente, quale gratificazione per il servizio svolto nel mese di marzo, e neppure mai intascati dagli operatori.»

Il caso del policlinico di Monserrato. «Emblematico l’episodio verificatosi il 28 aprile nel Policlinico di Monserrato, quando una paziente è stata confermata positiva all’interno del reparto di chirurgia del blocco G. Il personale sanitario che è entrato a contatto con la paziente – racconta Christian Cugusi – è stato prontamente messo in isolamento domiciliare fiduciario, e questo fino all’esecuzione del tampone, che non potrà avvenire prima del quarto giorno dal contatto, per una maggiore attendibilità dell’esame. Si capisce allora che potrebbero essere ben più gravi le conseguenze – per infermieri ed operatori sanitari sottoposti a isolamento preventivo per quattro giorni – qualora venissero confermati positivi al Covid-19: per loro scatterebbe inevitabilmente la quarantena obbligatoria per almeno 14 giorni in alloggi di fortuna, per preservare la salute e l’incolumità dei propri familiari. Chiediamo per questo un tempestivo intervento della Regione, perché non si può attendere oltre.»

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La Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis ha sollecitato il governo regionale ad adottare misure specifiche a sostegno dei minori che, per diversi motivi, si trovano ancora più esposti agli effetti negativi, diretti ed indiretti, dell’emergenza sanitaria.
In una lettera inviata al Governatore Christian Solinas ed all’assessore della Sanità Mario Nieddu, in particolare, Grazia Maria De Matteis si è soffermata sulla difficile situazione dei minori ospiti e/o in arrivo presso le comunità di accoglienza del territorio regionale. «Si tratta di adolescenti ha ricordato -, che in alcuni casi sono figli di genitori risultati positivi e senza familiari di riferimento per un affido temporaneo. Per questi e per tutti i minori in comunità, vanno attivati percorsi specifici così come si raccomandano sia la distribuzione dei Dpi che la riorganizzazione degli spazi nelle strutture, ove si rendesse necessaria. E’ inoltre importante ha concluso -, che tutti gli interventi siano realizzati in un quadro di coordinamento efficace del sistema pubblico, regionale e non, che deve vedere coinvolti i sanitari di medicina generale, i pediatri di libera scelta ed i servizi sociali comunali.»
Altro argomento sollevato dalla Garante, è quello delle conseguenze profonde che l’epidemia Covid-19 ha avuto ed ha sul diritto allo studio degli adolescenti sardi e sui loro rapporti con il sistema educativo regionale. L’introduzione della “didattica a distanza” ha aperto senz’altro prospettive nuove ed interessanti ma in questa prima fase, secondo Grazia Maria De Matteis, presenta importanti criticità nella sua applicazione concreta su tutto il territorio regionale e “lascia indietro” proprio minori appartenenti a famiglie già socialmente ed economicamente fragili. Per questo la Garante, che ha scritto agli assessori della Pubblica istruzione, degli Affari generali ed all’Anci, auspica un intervento articolato della Regione e dei Comuni (per lo sviluppo delle reti wi-fi). I problemi fin qui emersi (sia dalle rilevazioni dell’Ufficio scolastico regionale che dell’associazione Save the Children) riguardano infatti la disponibilità di Pc e/o Tablet e di connessioni efficienti, la “copertura” di alcune realtà marginali e la difficoltà per molte famiglie ad accompagnare gli alunni nell’utilizzo dei nuovi strumenti.

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«La Regione ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie ad affrontare l’emergenza con l’unico scopo di tutelare la salute dei sardi. Questo è ciò che abbiamo fatto sin dall’inizio per preparare il nostro sistema sanitario ad un’epidemia dagli sviluppi imprevedibili, che avrebbe potuto avere un impatto ben peggiore di quello che registriamo oggi.»

Lo ha detto, questa sera, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

«L’inserimento delle strutture convenzionate Mater Olbia e Policlinico Sassarese nella rete dei Covid hospital, a sostegno e supporto degli ospedali pubblici, è stato deciso in quest’otticaaggiunge l’assessore regionale della Sanitàe la loro attivazione è avvenuta in un momento in cui l’epidemia a livello nazionale era in forte crescita e l’andamento dei contagi non poteva essere previsto. Chi contesta questa impostazione dimostra non solo di non conoscere i protocolli di gestione dell’emergenza a livello nazionale, ma anche i termini delle convenzioni e i numeri, alimentando, in malafede, una polemica strumentale, con l’unico scopo di generare dissenso e destabilizzare attraverso la disinformazione.»

«Nell’emergenzaspiega ancora Mario Nieddu la Regione non ha stanziato un euro in più rispetto ai tetti di spesa già previsti per l’acquisto di prestazioni dalle strutture private per l’attività ordinaria. Le indennità di servizio stabilite per i Covid hospital non riguardano solo i posti letto, ma il fatto che le intere strutture siano state messe a disposizione del servizio pubblico, come per altro avvenuto in diverse Regioni, e i costi rientrano comunque nei budget già approvati.»

«I piani per contrastare l’epidemia sono serviti ad anticipare e prevenire eventuali crisi e noi abbiamo agito nei tempi giustiprecisa l’assessore della Sanità -. I due ospedali convenzionati si trovano fuori dalla rete dell’emergenza-urgenza, indicarli come centri Covid ci ha consentito di non dover stravolgere il sistema dei pronto soccorso e del 118 e di poter continuare a garantire l’assistenza nelle strutture pubbliche per tutte le patologie, che, è bene ricordare, il Covid-19 non ha cancellato dal nostro territorio.»

«Anche sui numeri occorre fare chiarezza, al 23 di aprile i pazienti Covid ricoverati al Mater Olbia erano nove, otto in terapia subintensiva e uno in terapia intensiva, mentre al Policlinico Sassarese gli stessi erano trentaquattro, di cui ventidue in degenza ordinaria, otto in subintensiva e quattro in intensiva. Un totale di quarantatré ricoveri, cifre ben diverse da quanto sostenuto da chi ha affermato che fossero appena nove in totale. Chi oggi lamenta che queste strutture siano rimaste sottoutilizzate rispetto agli scenari più gravi, ipotizzati nel piano dell’emergenza, forse si augurava una Sardegna messa in ginocchio dal virus come accaduto altrove? Abbiamo messo in campo ogni strumento a nostra disposizione per impedire la circolazione del Covid-19 ed i numeri oggi ci stanno dando ragione. Lunedì 27 il Mater Olbia uscirà dalla rete degli ospedali Covid, ma sarà pronto a rientrarci nel caso lo scenario dovesse mutareconclude l’assessore regionale della Sanità -. Le polemiche non ci faranno mai abbassare la guardia.»

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Si è riunita oggi la commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la situazione sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus e gli interventi di contrasto e prevenzione messi in atto dalla Giunta regionale. 

Partirà entro questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima l’indagine epidemiologica sulla diffusione del Covid-19 in Sardegna. Si baserà su test rapidi per l’individuazione del virus. L’indagine regionale affiancherà quella promossa dal ministero della Salute a livello nazionale. A disposizione della Sardegna, 5mila test sierologici dei 150mila programmati. Lo ha confermato l’assessore della Sanità Mario Nieddu sentito in audizione.

«Sarà un’indagine mirata, basata su criteri severi e stringenti per accertare la reale entità della circolazione del virus nell’Isola – ha detto l’assessore della Sanità – riguarderà in particolare quei paesi dove finora non sono stati registrati casi di Coronavirus. Servirà a capire se realmente il Covid-19 non ha colpito alcuni centri o se, invece, sono presenti soggetti asintomatici. La Fase 2 si avvicina, ma se vogliamo procedere a una graduale riapertura delle attività lo dobbiamo fare su dati certi. Se dovessimo accertare la presenza del virus in zone ritenute immuni lo scenario cambierebbe radicalmente.»
L’assessore ha confermato i dati confortanti sull’andamento dell’epidemia in Sardegna: «Il numero dei positivi si riduce ha affermato Mario Niedduieri a Sassari è stato raggiunto il contagio zero. Questo vuol dire che le misure adottate hanno funzionato».
La Regione, intanto, conferma la volontà di potenziare l’attività di assistenza e controllo nei territori. «Abbiamo firmato il protocollo d’intesa con i sindacati per l’istituzione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, contiamo di attivarle al più tardi entro le prossima settimana. Si tratta di risolvere alcuni problemi organizzativi che riguardano, in particolare, l’individuazione delle sedi.»
Sulle polemiche riguardanti la fornitura dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari, Mario Nieddu ha ammesso qualche difficoltà dovuta ai massicci ordini provenienti dagli Stati Uniti che hanno influito negativamente sull’offerta globale: «In ogni caso i dispositivi nelle strutture Covid non sono mai mancati». Rispondendo a una sollecitazione del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla differenza, in molti casi marcata, dei costi affrontati dai diversi ospedali per l’acquisto di mascherine e tute, l’assessore ha detto: «In alcuni casi abbiamo dovuto acquistare a prezzi più alti, ma eravamo in stato di necessità, si comprava ciò che si trovava sul mercato». Nessuna novità invece sulla messa a disposizione di alberghi per ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali che devono affrontare un periodo di quarantena. «In questo caso c’è qualche difficoltà di natura finanziaria – ha detto Mario Nieddu occorrerà adeguare la nostra capacità di spesa».
La Commissione ha poi sentito il responsabile dell’Ats Sardegna, Giorgio Steri, ed il neo commissario dell’Aou di Sassari Giovanni Maria Soro. Entrambi hanno espresso ottimismo per l’andamento dell’epidemia in Sardegna invitando comunque alla cautela: «E’ proprio in questo momento che non bisogna abbassare la guardiaha detto Giorgio Steri – le misure di contenimento hanno consentito di frenare la diffusione della malattia. Lo confermano i dati sui tamponi effettuati nella prima fase della comparsa del virus e quelli disposti dopo la chiusura delle attività commerciali e di intrattenimento. Nel primo periodo la percentuale dei positivi era del 12% sul numero dei tamponi effettuati, oggi è scesa al 7%». Il commissario dell’Ats ha poi illustrato l’attività di monitoraggio sulle Rsa: «Dopo aver messo in sicurezza le strutture del Nord Sardegna, grazie anche al lavoro fatto dai medici militari nelle Rsa e case di riposo, contiamo entro la settimana di completare l’attività di screening in tutte le Rsa del Centro e Sud Sardegna. La prossima settimana crediamo di concludere anche il monitoraggio sulle carceri. Valuteremo poi se intervenire sulle case di riposo dove è più alto il rischio di un “inquinamento” esterno».
Il responsabile dell’Aou di Sassari ha invece fornito dati rassicuranti sulla situazione nel Nord Sardegna: «Oggi siamo in grado di processare circa 600 tamponi al giorno. Siamo arrivati a oltre 11mila tamponi effettuatiha detto Giovanni Maria Soroi risultati delle analisi confermano un trend in calo dei contagiati. Abbiamo effettuato circa 2800 tamponi sul personale ospedaliero: 87 sono risultati positivi ma 60 sono già rientrati al lavoro. Cala il numero dei ricoveri, attualmente abbiamo 33 pazienti nelle strutture Covid: 9 in terapia intensiva, 15 nel reparto di malattie infettive, 9 nell’area “grigi” riservata ai pazienti con tampone negativo ma con sintomi sospetti. La minor pressione ospedaliera ci consente di pensare a un riconversione delle terapie intensive. All’inizio dell’epidemia disponevamo di 68 posti letto, aumentati successivamente a 83. L’andamento dei dati potrebbe consentirci di riaprire in sicurezza le strutture per la cure di altre patologie che necessitano di assistenza».
Su questo punto è arrivata una segnalazione preoccupante dal consigliere dell’UDC Cambiamo! Antonello Peru: «A Sassari interi reparti sono fermi ha detto Antonello Peru dall’inizio dell’epidemia molti pazienti, per paura, non si ricoverano o rinunciano agli esami diagnostici. Si viaggia dalle 100 alle 150 disdette al giorno di visite specialistiche. Si rischia un’emergenza nell’emergenza. Si valuti l’opportunità di riaprire gradualmente i reparti e di procedere con gli esami ordinari».
Il commissario dell’Aou di Sassari ha poi segnalato la criticità più importante del sistema sanitario, condivisa con le altre aree dell’Isola: la sistemazione dei pazienti positivi dimessi: «In molti casi si tratta di persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuaha detto Giovanni Maria Sorosi pone il problema di trovare un luogo adatto alle loro condizioni. Spesso non possono rientrare nella propria abitazione né andare in una Casa di riposo. Occorre trovare una soluzione adeguata».
In chiusura di seduta la Commissione ha votato all’unanimità una risoluzione proposta del capogruppo di Leu Daniele Secondo Cocco e sostenuta dal presidente della Commissione Domenico Gallus che impegna la giunta regionale ad impartire ad Ats e aziende ospedaliere indirizzi specifici sulle assunzioni di nuovo personale. La copertura dei posti vacanti di infermiere e oss dovrà avvenire attraverso la stabilizzazione del personale che opera a tempo determinato o attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali. Anche su questo punto l’assessore Nieddu ha dato ampie garanzie: «Non ci sarà bisogno di prorogare al 2021 le graduatorie perché pensiamo di mandarle in esaurimento entro il 2020, anche quelle del 2017 relative alla sanità oristanese».
Soddisfatto il presidente della Commissione Domenico Gallus: «Abbiamo ricevuto oggi importanti rassicurazioni sulle azioni messe in campo per il contenimento del virus, anche le notizie che arrivano da Sassari sono confortantiha detto Domenico Galluspossiamo adesso cominciare a progettare un graduale ripresa delle attività economiche e sociali anche se dovremo attendere ancora qualche tempo per il pieno ritorno alla normalità».

Reparto Oncoematologia Oristano

A margine delle audizioni si è parlato anche della paventata chiusura del reparto di oncoematologia di Oristano. Rispondendo a una precisa domanda del presidente Domenico Gallus, l’assessore ha assicurato che l’attività del reparto riprenderà al più presto: «Abbiamo preso l’impegno per riconoscere ai malati oristanesi il diritto di essere curati nella propria città – ha detto Mario Nieddu – il reparto non sarà chiuso. Il disagio per i pazienti finirà con la fine dell’emergenza Covid-19».
«Finalmente si parla non più di mesi ma di settimane per la riapertura del reparto ha commentato il presidente della commissione Domenico Gallusavvicinare le cure ai pazienti è stato uno dei nostri mantra in campagna elettorale. Le parole dell’assessore Mario Nieddu confermano che si viaggia in questa direzione. Il reparto di oncoematologia sarà presto una realtà.»

Vediamo gli interventi del presidente della commissione Domenico Gallus, di Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Daniele Secondo Cocco (LeU Sardigna) e Stefano Schirru (PSd1Az), registrati al termine dei lavori.

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La segreteria della Funzione pubblica CGIL e la segreteria generale dello SPI CGIL insorgono contro l’accorpamento dell’Urologia del Sirai alla Chirurgia per liberare spazi per la creazione dell’Area protesta Covid.

I segretari Giovanni Zedde e Carla Piana, hanno inviato una nota durissima all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri ed al direttore della ASSL di Carbonia Ferdinando Angelantoni, nella quale scrivono di aver esaminato il provvedimento adottato venerdì scorso dal direttore medico di Presidio ospedaliero, con il quale ha imposto nell’ospedale Sirai lo spostamento del reparto di Urologia all’interno di quello di Chirurgia, al fine di liberare spazi nei quali trattare eventuali casi sospetti Covid-19.

«Tale operazionescrivono Giovanni Zedde e Carla Piana -, ha comportato per entrambe le Unità operative una riduzione di posti letto per un totale di 14 unità (10 per la Chirurgia e 4 per l’Urologia). Non riteniamo ragionevole sgombrare un intero reparto per fare posto ad eventuali pazienti che devono essere ricoverati in attesa dell’esito del tampone, e che in caso di positività, dovranno essere trasferiti nelle strutture ospedaliere individuate per la cura di tale patologia. E’ tanto meno ragionevole quando questa operazione viene fatta in presenza di interi reparti vuoti come l’ex Ostetricia/Ginecologia ed il Nido.»

«Ci domandiamoaggiungono il segretario della Funzione pubblica CGIL e la segretaria generale dello SPI CGILcome si possano impartire delle disposizioni che comportano la concentrazione di pazienti e l’insieme dei dipendenti, medici, infermieri e Oss, contravvenendo alle indicazioni emanate dal ministero della Salute per il contrasto alla diffusione del virus. A tale fine, si ricorda che la norma di differire i ricoveri ospedalieri non urgenti ha anche la finalità di evitare condizioni di sovraffollamento nei reparti, le quali in questo modo vengono eluse. Quanto disposto non potrà che avere conseguenze negative per il funzionamento dei due Servizi che svolgono un’attività d’urgenza e di cura di patologie oncologiche, queste ultime preponderanti nel caso dell’Urologia, e individuate come prestazioni non differibili. E’ opportuno avere presente che le altre malattie non sono sparite e, purtroppo, non si muore solo di Covid-19.»

«Non intendiamo assistere inerti al taglio di ulteriori posti letto che sono già insufficienti e che ci vedono al di sotto dello standard nazionalesottolineano Giovanni Zedde e Carla Piana -. Considerata la diminuzione di posti letto della Chirurgia del Sirai, ci chiediamo dove la Direzione medica intenda trasferire gli eventuali pazienti della Chirurgia di Iglesias che non possono essere dimessi il venerdì, giorno di chiusura del reparto per via dell’organizzazione week surgery, forse nelle strutture pubbliche o private del Cagliaritano? Sollecitiamo ed attendiamo una risposta verosimile.»

«Troviamo assolutamente disdicevole il tentativo di portare a compimento l’accorpamento dei suddetti reparti utilizzando come pretesto le necessità derivanti dalla pandemia di Coronavirus, dando così seguito ad un progetto ereditato dalle Amministrazioni precedenti – concludono il segretario della Funzione Pubblica CGIL Giovanni Zedde e la segretaria generale dello SPI CGIL Carla Piana e chiediamo un deciso intervento dell’assessore regionale della Sanità, del commissario straordinario dell’ATS Sardegna e del direttore della ASSL di Carbonia, al fine di riportare la situazione allo stato precedente, restituendo la piena operatività delle Unità Operative interessate, in caso contrario, sarebbe palese la volontà di proseguire con la politica dei tagli e del ridimensionamento della Sanità pubblica nel nostro martoriato territorio e, pertanto, chiederemo una forte presa di posizione sia delle Istituzioni che della cittadinanza.»