19 April, 2024
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Il gruppo Interazione, in commemorazione delle vittime di ogni olocausto, nel rispetto del Giorno della Memoria, si è riunito presso la Chiesa di Scientology della Sardegna nella serata di sabato 26 gennaio, al cospetto di un pubblico che per tutta la serata ha vissuto la profondità dei concetti espressi in religioso e interessato silenzio.

La serata è stata introdotta con la proiezione di un video tratto dal documentario “Psichiatria: un industria di morte”, prodotto dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, grazie al quale l’attenzione è stata immediatamente focalizzata sugli orrori studiato dagli psichiatri dell’Eugenetica e messi in pratica dai folli nazisti. Eugenetica che, comunque, vive ancora ai giorni nostri nelle menti di quelle frange psichiatriche che sostengono che il disagio mentale si tramanda geneticamente dal genitore al figlio.

Sono intervenuti l’on. Tocco, Mohamad Doreid membro dell’Unione Culturale Libanese nel Mondo, il dott. Mahmoud Subho in rappresentanza del popolo Palestinese, don Ettore Cannavera responsabile della comunità La Collina e Jo’Hán Chánt’Ney nativo d’America appartenente al popolo Dine-Navajo.

La serata si è conclusa con la lettura di un breve brano tratto dal libro “La Creazione della Capacità Umana” di L. Ron Hubbard, tramite il quale si voluta riporre attenzione sull’osservarci, rispettarli ed essere portatori di pace affinché qualunque olocausto, tanto voluto dai propagandistici slogan della psichiatria eugenetica, rimanga solo una pagina buia nella storia dell’umanità che i nostri giovani possano studiare affinché non accada mai più.

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Si è celebrato nella cappella della Chiesa di Scientology della Sardegna, a Cagliari, il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Davanti ad un pubblico attento e partecipe, erano presenti ospiti di diversa estrazione culturale, religiosa e politica, che hanno arricchito il dibattito con interessanti osservazioni ognuno dal ruolo e dalle esperienze che gli competono.

Tutti hanno convertito sul fatto come i Diritti Umani siano da considerarsi per tutti come una bussola nelle azioni quotidiane e come quando non si prendono nella giusta considerazione, i rapporti tra le persone e tra i popoli vadano a deteriorarsi.

Sono intervenuti Edoardo Tocco, consigliere regionale e vice presidente della commissione Sanità; Gian Paolo Soddu, rappresentante in Sardegna della comunità BAHA’Ì; Judistira Dasa, rappresentante regionale della comunità Hare Krishna; e, infine, Mohamad Doreid, mediatore culturale e presidente dell’associazione Sardegna-Libano.

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Ieri, 10 dicembre, come ogni anno da ormai sessantotto anni, è stata celebrata la prima pubblicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Anche a Cagliari sono state svolte attività volte a celebrare questo documento.

L’organizzazione “Uniti per i Diritti Umani” e la Chiesa di Scientology della Sardegna, hanno voluto ricordare questo importantissimo documento con una serata nella quale potessero ricevere un premio coloro che nella nostra area si sono distinti per le attività effettuate affinché i diritti siano uguali per tutti.

La location è stata la sala consiliare di Palazzo Regio a Cagliari e, dopo un’introduzione musicale da parte del gruppo Girò Acustic accompagnati da Cristiano Sarigu al sax, si è entrati nel vivo della serata. Il primo dei premi consegnati è stato uno speciale elogio per Francesco Pandolfi e Dolores Corona, autore del libro “Uscire dalla Violenza si Può” il primo e sua stretta collaboratrice la seconda, si sono distinti per il grande lavoro atto a divulgare una cultura nella quale cessi la violenza sulle donne.

Ha fatto seguito un intervento del presentatore televisivo Gennaro Longobardi il quale ha voluto sottolineare che dovremmo essere più disponibili verso i bisogni degli altri e imparare a mettere da parte le gelosie, essere felici di condividere le nostre fortune con gli altri e nel contempo avere uno spirito più comprensivo nei confronti degli altri. Gennaro Longobardi ha poi consegnato i premi “Eroe per i Diritti Umani”. Il rimo a riceverlo è stato don Ettore Cannavera il quale, oltre a ringraziare e spiegare quanto ritenga importante il rispetto nei confronti di chi vive situazioni difficili, ha detto che lui si occupa dei detenuti «perché criminali non si nasce, si diventa. Perciò possiamo sempre riportare una persona, caduta in questo tipo di errori nella vita, a ripristinare la propria onestà». Inoltre ha proseguito mostrando un lato triste di una serata come questa «il mondo è in ritardo! Sono passati 68 anni e ancora dobbiamo incontrarci per incentivare il rispetto reciproco e la conoscenza dei diritti umani. L’uomo dovrebbe svegliarsi».

Il successivo e ultimo premio è stato consegnato a Mohamad Doreid il quale ha regalato ai presenti un momento di assoluta emozione chiamando la moglie al centro della sala e dicendo che il premio doveva essere consegnato a lei per quanto lo aiuti e sostenga in ogni attività che svolge. Nel suo discorso ha posto l’accento sulla necessità di fare rispetto all’apparire ma commuovente è stato il momento in cui ha sollevato la manica sinistra e mostrato quelli che considera i suoi trofei: semplicissimi bracciali di stoffa che gli sono stati regalati da migranti che lui ha aiutato i quali gli hanno chiesto che ogni volta che vedrà quei bracciali, ricordi di aver salvato la loro vita.