15 May, 2024
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Ultime due giornate dense di eventi oggi e domani, al trentunesimo festival “Time in Jazz”, in corso dall’8 agosto tra Berchidda ed altri sedici centri del Nord Sardegna.

Oggi, giornata di Ferragosto, al festival diretto da Paolo Fresu, si vive per tradizione nella campagna appena fuori Berchidda, con una serie di appuntamenti in programma tra le chiesette campestri di San Michele e Santa Caterina dal mattino fino al tardo pomeriggio. Si comincia alle 10.00, con la “Passeggiata nel bosco con Gufo Rosmarino”, un racconto itinerante nella natura intorno alla chiesetta di Santa Caterina con l’attore Giancarlo Biffi: regista, attore e autore, Biffi è direttore artistico del Cada Die teatro e del Centro di Arti Sceniche “La Vetreria” di Cagliari. Nella sua carriera ha messo in scena, scritto e in alcuni casi interpretato più di quaranta opere teatrali, dedicandosi anche alla letteratura per l’infanzia, dove è autore delle favole dell’intrepido e coraggioso gufetto Rosmarino, tutte curate dalle Edizioni Segnavia; in questa occasione porterà in scena “Rosmarino e i corvi farlocchi” (pubblicato nel 2017 e illustrato da Valeria Valenza), accompagnato dalla tromba di Paolo Fresu, dal violino di Sonia Peana e dalle voci di Catia Gori e Ada Montellanico.

Stessa ambientazione, alle 11.00, per l’incontro “Fatto trenta facciamo trentuno. La bellezza dei numeri che creano vita”, con il giornalista, conduttore radiofonico e scrittore Emilio Casalini: padovano, classe 1969, dopo un decennio di reportage al servizio della RAI, anche in teatri di guerra, nel 2010 inizia la collaborazione con “Report” e nel 2012 vince il Premio giornalistico televisivo “Ilaria Alpi” con il reportage “Spazzatour”. Nel 2014 pubblica l’ebook “Fondata sulla Bellezza”, in cui riflette sul potenziale di rinascita dell’Italia grazie al suo patrimonio culturale; sulla stessa linea ideale realizza e conduce su Radio2 il programma radiofonico “Bella Davvero” (2015-2016) e nel 2016 pubblica “Rifondata Sulla Bellezza – Viaggi, racconti e visioni alla ricerca dell’identità celata” (Spino Editore).

A seguire, musiche e ritmi con la Fanfaraï Big Band, la scatenata formazione già protagonista nei giorni precedenti dei concerti a bordo della nave Corsica Ferries – Sardinia Ferries e a Cheremule, e in parate per le strade di Berchidda, che più tardi, in serata, sarà sul palco di piazza del Popolo (con ospiti a sorpresa) per guidare le danze dell’immancabile festa di ferragosto di Time in Jazz.

Trasferimento, quindi, alla vicina chiesetta di San Michele per il consueto pranzo a base di piatti tipici della cucina locale; i tagliandi, a 15 euro, si possono acquistare all’infopoint del festival a Berchidda oppure direttamente in loco. Nell’occasione, in linea con il progetto Green Jazz, saranno utilizzate stoviglie in materiali biodegradabili e compostabili, per ridurre la produzione di rifiuti e l’impatto del festival sul territorio. 

Nel tardo pomeriggio, alle 18.00, sempre alla chiesetta di San Michele, torna lo spazio dedicato dal festival alla musica tradizionale sarda, con “Jazz e tradizione popolare tra passato e futuro”, a cura di Fabio Calzia, che vedrà in scena l’organettista Pierpaolo Vacca, noto per le sue interpretazioni in cui si fondono tradizione e sperimentazione: originario di Ovodda, discende da una famiglia di suonatori e ballerini, tra cui il famoso Peppe Cuga. Il suo percorso musicale l’ha portato a elaborare uno stile originale, dato da uno strumento a 3 file e 18 bassi, e arricchito dall’uso dell’elettronica.

Per chi invece rimane a Berchidda, sarà ancora possibile visitare alla Casara (dalle 15.00 alle 21.00) la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz, mentre al Cinema Santa Croce, alle 17.30, si chiude la rassegna di film e documentari di Time in Jazz curata e presentata da Gianfranco Cabiddu: sullo schermo “L’innesto, padre e figlio”, un documentario che racconta il passaggio generazionale di valori e tradizioni nel dialogo (in lingua sarda) tra Paolo Fresu e suo padre Lillino, contadino e poeta, nonché primo e assiduo fan di Time in Jazz.

Alle 21.30 i riflettori del palco di Piazza del Popolo si accendono per l’ultima serata di musica: il primo set vedrà il gradito ritorno a Time in Jazz di Dhafer Youssef, il cantante e virtuoso dell’oud (il liuto arabo) tunisino, alla guida del suo quartetto con Isfar Rzayev Sarabski al piano, Matt Brewer al basso e Ferenc Nemeth alla batteria, con cui porterà in scena il progetto del suo ultimo album, “Diwan of Beauty and Odd”. Cinquant’anni compiuti lo scorso novembre, Dhafer Youssef è stato un pioniere nel riuscire a affrancare l’oud dal suo ruolo più tradizionale per connetterlo ad altri generi musicali contemporanei, coniugando in modo originale musica araba e jazz, con ulteriori sfumature conferite dall’elettronica. Nel suo cammino artistico ha condiviso esperienze e collaborazioni con artisti di vari ambiti e provenienze musicali, come Markus Stockhausen, Paolo Fresu, Nguyen Lê, Nils Petter Molvaer, Bugge Wesseltoft, Eivind Aarset, Zakir Hussain, Tigran Hamasyan, Ballake Sissoko, tra gli altri, comprese due “leggende” del jazz come Herbie Hancock e Wayne Shorter in occasione dell’International Jazz Day del 2015. Nel 2017 è stato insignito del prestigioso Dutch Edisson Award.

Poi, nella seconda parte della serata, tolte poltroncine e transenne dalla piazza e aperte le porte al pubblico con ingresso gratuito, via alla consueta festa di Ferragosto che quest’anno si affida alla coinvolgente miscela di suoni e ritmi della Fanfaraï Big Band, formazione multietnica che mescola raï, chaabi, musica gnawa, gli ottoni jazz, afro-cubani o tzigani. Sul palco, a menare le danze, Samir Inal (percussioni, oud e cori), Patrick Touvet (tromba) Guillaume Rouillard (tromba), Abdelkader Tab (percussioni, gumbri e canto), Antoine Giraud (tuba o trombone), Didier Combrouze (basso o chitarra), Olivier Combrouze (sax tenore, baritono e cori), Bouabdellah Khelifi (violino e canto), Emmanuel Le Houezec (sax alto, flauto e cori), Mehdi Chaib (sax soprano, kerkabou e cori), Maximilien Helle-Forget (tastiere) e Hervé Le Bouche (batteria), con la partecipazione di ospiti a sorpresa.

Al termine, la festa continua nell’attigua piazzetta con il groove e le ritmiche africaneggianti, hip-hop e scratch che caratterizzano il consueto spazio dopofestival di “Time is over”, affidato a Gianluca Petrella, in un ultimo e speciale evento che prevede la presenza anche di Paolo Fresu e altri guest.

Domani, giovedì 16 agosto, tre diversi appuntamenti accompagnano Time in Jazz all’epilogo della sua edizione numero trentuno. A Berchidda, alle 15.00, ultimo incontro del progetto “Periferie Urbane”, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”: chiudono la serie i giovanissimi componenti di Plus 39, ovvero il gruppo dei migliori allievi dell’edizione 2017 del seminario di Nuoro Jazz, che saranno anche protagonisti in serata, al Museo del Vino, del concerto conclusivo del festival.

Alle 18.00, nel suggestivo scenario dello stagno di San Teodoro, sulla costa orientale, si rinnova l’incontro in musica tra il caldo timbro della tromba e del flicorno di Paolo Fresu con l’inconfondibile canto e le sonorità dell’oud di Dhafer Youssef: un legame artistico e umano ultraventennale, quello tra il musicista sardo e il tunisino, che ha dato vita a pagine importanti traendo linfa dalla comune radice mediterranea dei due.

Sipario finale sul festival alle 22.00, al Museo del Vino di Berchidda con i Plus 39, sestetto giovanissimo, composto da Fabiana Manfredi e Federica Muscas alla voce, Luca Zennaro alla chitarra, Vittorio Esposito al pianoforte, Stefano Zambon al contrabbasso e Francesco Parodi alla batteria, alle prese con un repertorio di brani originali dove la matrice jazzistica moderna rimane ben presente ma viene affiancata da influenze soul e r’n’b.

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Uno dei sassofonisti più rappresentativi della scena jazzistica contemporanea tiene banco questa sera a Berchidda, nella settima giornata di Time in Jazz: Steve Coleman è il grande protagonista della serata in programma in piazza del Popolo (inizio alle 21.30), “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale e in altri sedici località del nord Sardegna. Il musicista nato a Chicago nel 1956 ritorna all’ombra del Limbara a dieci anni di distanza dalla sua precedente apparizione, alla testa dei Five Elements, la storica formazione con cui porta avanti dai primi anni Ottanta le sue principali attività, con un organico quasi completamente diverso rispetto a quella precedente occasione: accanto al suo sax alto e alla tromba di Jonathan Finlayson ci saranno, infatti, la voce di Kokayi, Anthony Tidd al basso elettrico e Sean Rickman alla batteria.

Steve Coleman è senza dubbio tra gli artisti che meglio hanno ereditato e sviluppato in senso logico la lezione dei grandi maestri del passato. Con una sintesi che ha combinato la pulsazione swing con i ritmi del funk e dell’hip-hop, ha esteso la sua indagine alle tradizioni africane, asiatiche e cubane, creando gruppi e progetti in cui interagiscono musicisti di jazz e cantanti rap, percussionisti latinoamericani e vocalist asiatici, oltrepassando lo steccato prettamente jazzistico per esondare in territori più vasti ma sempre coinvolgenti. L’intento di Steve Coleman nei recenti tour è quello di suonare nel modo più spontaneo possibile rimanendo comunque ancorato ad una forma ed una struttura. Con i suoi Five Elements è riuscito a sviluppare questa abilità istintiva e telepatica in una serie di concerti negli Stati Uniti e in Europa come testimoniato dal recentissimo album dal vivo registrato al Village Vanguard.

A Ploaghe, dalle 18.00, al Convento dei Cappuccini, tiene banco Gegè Munari, decano dei batteristi jazz italiani, alla guida di un quartetto con Ettore Carucci al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Francesco Lento alla tromba e al flicorno; un nuovo coinvolgente progetto che spazia dal bebop all’hard bop, con standard rivisitati e arrangiati in chiave moderna. Attivo dai primi anni Sessanta, quando ha iniziato ad accompagnare musicisti americani di passaggio ed italiani come Nunzio Rotondo e Romano Mussolini, il batterista campano conta tra le numerose collaborazioni della sua lunga carriera quelle con Gato Barbieri, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Martial Solal, Lee Konitz, Enrico Pieranunzi; Gegè Munari ha anche inciso musica per film sotto la direzione di maestri del calibro di Ennio Morricone, Bruno Canfora, Ritz Ortolani, Piero Piccioni, Pino Calvi ed Armando Trovajoli.

A Berchidda parte alle 19.45 la consueta parata della Fanfaraï Big Band per le vie del paese, che farà da prologo al concerto di Steve Coleman and Five Elements sul palco di Piazza del Popolo, dopo il quale, intorno alla mezzanotte nello spazio antistante, si accendono luci e amplificatori di “Time is over”, il momento “dopofestival” curato da Gianluca Petrella; protagonisti, domani notte, dj Gruff (voce e giradisco) insieme allo stesso trombonista; due nomi che descrivono due mondi: un rap che da trent’anni continua a segnare la storia dell’hip-hop italiano con basi, parole e dischi, e un trombonista tra i più noti che pare aver perfettamente compreso l’evoluzione multi-direzionale del suo genere madre, il jazz; rap e scratch incontrano note e improvvisazione, beat, elettronica e rime in un prezioso e imperdibile mix.

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“Time in Jazz” entra nel vivo della sua 31ª edizione con una quinta giornata ricca di musica e eventi dal mattino a notte fonda domani (domenica 12), tra Berchidda, paese natale del suo ideatore Paolo Fresu, e altri sedici centri sparsi nel nord Sardegna.

Si comincia in mattinata a San Teodoro (alle 11.00, nella chiesa di San Teodoro) con l’ensemble Seacup, composto da un quartetto d’archi – Ilaria Lanzoni al violino, Clara Garcia Barrientos alla viola, Naomi Berrill al violoncello e alla voce, e ancora Gabriele Evangelista al contrabbasso – arricchito dalla presenza creativa di batteria, elettronica e voce di Stefano Tamborrino, principale artefice dell’opera di composizione, e dalle ance (sassofono e clarinetto) dell’americano (ma ormai trapiantato in Italia) Dan Kinzelman. L’attenzione al suono e un’eccezionale capacità di legare il repertorio con grande coerenza sonora, sono il filo conduttore che permette a questi musicisti di mescolare continuamente le carte in gioco senza risultare mai privi di un obiettivo comune tra le linee un impianto architettonico mai sottomesso a precisi schemi accademici.

Si resta sul versante orientale del nord Sardegna per l’appuntamento pomeridiano: alle 18.00 il festival, infatti, fa tappa a San Pantaleo, frazione di Olbia, nella chiesa di San Pantaleo, per il concerto di TriApology, formazione sotto la cui insegna si riconoscono il sassofonista Vincenzo Saetta, il chitarrista Michele Penta e dil batterista Ernesto Bolognini. Un sodalizio nato dall’esigenza di sperimentare un sound ibrido, avvalendosi dell’elettronica come baricentro sonoro, mantenendo il suono di origine acustica del trio senza basso. L’anno scorso a maggio è uscito per la Tŭk Music l’album d’esordio, “Rockinnerage”, dove i tre propongono un repertorio di matrice rock ma con un approccio jazzistico, spaziando fra grandi hit di gruppi come Nirvana, Coldplay, Led Zeppelin e Police, dando forma a un sound contemporaneo che parte dal passato per fondersi con il suono elettrico della nostra era.

Tanti gli appuntamenti in programma a Berchidda. Nel primo pomeriggio, alle 15.00, nuovo incontro della serie “Periferie Urbane”, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”: domenica spetterà al chitarrista Francesco Diodati condividere la propria professionalità, creatività ed esperienza con la voce dei migranti, della popolazione locale e del pubblico del festival. 

Sempre alle 15.00, negli spazi della Casara, edificio di recente restaurato e trasformato nella sede dell’associazione Time in Jazz, apre i battenti la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz, un’esposizione della collezione permanente di opere degli artisti sardi e internazionali frutto delle donazioni raccolte dall’associazione Time in Jazz nei suoi trent’anni di festival. La mostra sarà visitabile fino al 16 agosto, dalle 15.00 alle 21.00.

Si inaugura invece alle 17.30, al Cinema Santa Croce, la rassegna di film e documentari di “Time in Jazz” curata e presentata da Gianfranco Cabiddu, che quest’anno, fino a mercoledì 15 (sempre alle 17.30), propone un suo percorso personale attraverso i film e documentari girati con materiali d’archivio del festival: primo titolo in visione, domenica 12, “Passaggi di Tempo – Il Viaggio di Sonos ‘e Memoria”, del 2006, diario di bordo di un’avventura umana e artistica, che, a partire dal ritrovamento di filmati d’epoca inediti sulla Sardegna, hanno portato all’incontro tra il regista e il trombettista Paolo Fresu: da qui nasce pian piano il concerto-spettacolo “Sonos ‘e Memoria” che da anni viene replicato in Italia e nel mondo.

Alle 19.00, al Bar Centrale, nuovo appuntamento con le presentazioni editoriali di Winebook: protagonista Severino Salvemini con il suo libro “Le liste degli altri. La musica amata da 139 italiani” (Le Polene, 2018), in cui indaga sulle passioni musicali di oltre un centinaio di personaggi famosi, che raccontano i brani musicali che hanno accompagnato (e segnato) la loro vita.

Dopo la prima parata musicale della Fanfaraï Big Band per le vie del paese (ore 19.45), si accendono finalmente i riflettori sul palco centrale di Time in Jazz allestito, come sempre, in piazza del Popolo. Alle 21.30, il concerto inaugurale segna un collegamento ideale con la passata edizione del festival: è infatti Enrico Rava l’atteso protagonista del concerto già in programma l’anno scorso ma che il trombettista dovette cancellare poco prima per un imprevisto impedimento di salute. Autentica icona del jazz italiano, da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, Enrico Rava (classe 1939) è apparso sulle scene a metà degli anni Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti esponenti del jazz europeo. La sua schiettezza umana e artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni; la sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una grande freschezza d’ispirazione, risaltano in tutte le avventure musicali del suo lungo percorso artistico costellato di dischi, concerti e tournée, collaborazioni prestigiose, riconoscimenti importanti. Il gruppo Tribe, con cui ha registrato l’omonimo album per l’ECM nel 2011, riunisce accanto alla sua tromba alcuni dei migliori talenti della scena jazzistica nazionale, ognuno con la propria storia e personalità stilistica: il trombonista Gianluca Petrella, il pianista Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria.

Terminato il suo impegno con Rava Tribe sul palco di piazza del Popolo, Gianluca Petrella presenta nello spazio adiacente il primo dei quattro appuntamenti dopo concerto che, sotto il titolo “Time is over”, accompagneranno le notti berchiddesi con proposte ricche di groove e ritmiche africaneggianti ma anche hip-hop e scratch. Apre la serie il live set del batterista, compositore, dj e producer Andrea Benini con il vibrafonista Pasquale Mirra, l’uno creatore, l’altro elemento stabile del combo Mop Mop.

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Due diverse produzioni originali nel palinsesto della quarta giornata di Time in Jazz, il festival in pieno svolgimento (da mercoledì 8 fino a giovedì prossimo, 16 agosto) tra Berchidda, il paese natale del direttore artistico Paolo Fresu, ed altri sedici centri del nord Sardegna. La prima, alle 11.00, nella chiesa di San Giovanni Battista nelle campagne di Mores, vede in azione il vibrafonista Pasquale Mirra ed il chitarrista Gabrio Baldacci (già impegnati due giorni prima nei ranghi del quartetto di Gabriele Evangelista nel sito archeologico Sa Mandra Manna nei pressi di Tula), stavolta in compagnia del sassofonista Vincenzo Saetta.

La seconda produzione del giorno è invece a Olbia, alle 18.00 nella Chiesa di San Paolo, ed è tutta nel segno di un dialogo tra contrabbassi: quelli di Matteo Bortone (protagonista il giorno prima col suo trio ClarOscuro a Bortigiadas), e di Marco Bardoscia (reduce a sua volta dal concerto col progetto “Lumină” al Museo del Vino di Berchidda); nel curriculum di quest’ultimo tre album a suo nome, una quarantina come sideman, progetti importanti come il B.A.M. con il quartetto d’archi Alborada e Rita Marcotulli, oltre a collaborazioni di rilievo jazzisti come Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Perico Sambeat e Bojan Z, tra gli altri. Un nuovo concerto della serie “Mediterranea”, il progetto che coinvolge musicisti under 35.

Fra i due concerti, alle 15.00, a Berchidda, nello spazio davanti alla Biblioteca Comunale, appuntamento giornaliero con il progetto “Periferie Urbane” organizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. I giovani musicisti under 35 del festival incontrano i migranti, la popolazione ed il pubblico in un dialogo all’insegna dell’arricchimento culturale e, insieme, umano; di scena in questa occasione il batterista Emanuele Maniscalco (anche lui “in prestito” dall’organico di “Lumină”).

Chiusura di giornata alle 21.30 nella necropoli di Museddu, nei pressi di Cheremule, tappa ormai abituale del festival, che farà da suggestiva cornice alla prima uscita in terraferma (dopo il “concerto navale” del giorno prima a bordo del traghetto della Corsica Ferries-Sardinia Ferries da Livorno ai Golfo Aranci) della Fanfaraï Big Band. Con due album all’attivo ed un terzo in lavorazione, questo gruppo tesse i legami tra culture e continenti differenti, fra tradizione e contemporaneità. Dalla strada al palco, la formazione è maturata grazie alla sua ricerca di un suono potente e al suo lavoro scenico, preservando tuttavia una forte capacità di unire e coinvolgere il pubblico. Rivisitando i patrimoni musicali arabo-andaluso, gnawa, berbero o chaâbi, Fanfaraï fa dialogare gli strumenti tradizionali di diverse provenienze – darbouka, guellal, karkabou, oud e guembri magrebini, congas cubane – con una solida sezione di ottoni, basso, e batteria.

 

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Terza giornata di musica e altro ancora, domani, venerdì 10 agosto, a Time in Jazz, il festival diretto da Paolo Fresu che fino a giovedì 16 celebra la sua edizione numero trentuno tra la sua Berchidda ed altri sedici centri del nord Sardegna.

Si comincia alle 11.00, nella suggestiva cornice della stazione ferroviaria di Tempio Pausania, dove risuoneranno le note del piano del pianista svedese Jan Lundgren con la produzione originale “Biasi’s Lands”: una dedica a Giuseppe Biasi, uno dei nomi di spicco della pittura sarda del Novecento, che ha impreziosito con la sua arte alcuni ambienti della stazione inaugurata nel 1931. Il concerto sarà dunque un’occasione per ammirare i dipinti dell’artista nato a Sassari nel 1885, e per vedere, nella sala officine, alcuni macchinari ferroviari e un vagone d’epoca.

Mettendo sempre la sua straordinaria tecnica al servizio della musicalità, Jan Lundgren (classe 1966) è capace di integrare nel suo pianismo le più disparate influenze: che si tratti di musica classica contemporanea, dell’inesauribile tradizione del folk nordico o del pulsante ritmo del jazz, sa guidare l’ascoltatore in un viaggio alla scoperta – ora rilassata, ora di grande energia – dei suoi personalissimi paesaggi sonori. Il suo concerto alla stazione di Tempio Pausania si inserisce nell’ambito del progetto “JazzRail – I Luoghi del Jazz” sostenuto dal MIBACT che vede coinvolte in partenariato sette realtà associative no profit operanti nel settore della promozione del jazz in Italia: Ancona Jazz (Associazione Spaziomusica, Ancona), Fabbrica Europa (Fondazione Fabbrica Europa, Firenze), Il Volo del Jazz (Circolo culturale Controtempo, Cormòns), Locomotive Festival (associazione culturale musicale Locomotive, Sogliano Cavour), Novara Jazz (associazione culturale Rest-Art, Novara), Vicenza Jazz (associazione culturale Musica Moderna, Thiene) e Time in Jazz, appunto, come capofila.

Nel frattempo, a diverse miglia al largo delle coste isolane, si starà svolgendo un altro appuntamento che è ormai un “classico” del festival: il concerto a bordo della motonave della Corsica Ferries-Sardinia Ferries in viaggio da Livorno (partenza alle 8.00) verso Golfo Aranci (arrivo previsto alle 14.30), che si rinnova per la tredicesima volta grazie alla collaborazione della compagnia delle navi gialle. Ad accompagnare i passeggeri nella traversata del Tirreno, quest’anno, è la musica trascinante della Fanfaraï Big Band composta da musicisti francesi, algerini e marocchini che mescolano raï, chaabi, musica gnawa, ottoni jazz, afro-cubani e tzigani, riunendo nord e sud in una festosa traversata delle sponde del Mediterraneo. Una coinvolgente miscela di ritmi e suoni che la formazione di dodici elementi farà dilagare l’indomani sera (sabato 11 alle 21.30) a Cheremule, e nei giorni successivi alle 19.45 in parata nelle strade di Berchidda, prima di salire sul palco di piazza del Popolo, mercoledì prossimo, per la consueta festa di Ferragosto.

Nel primo pomeriggio di domani, venerdì 10 agosto, a Berchidda (ore 15.00), terzo appuntamento del progetto “Periferie Urbane” organizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. I giovani musicisti under 35 del festival incontrano i migranti, la popolazione e il pubblico in un dialogo all’insegna dell’arricchimento culturale e, insieme, umano; questa volta, protagonista e animatore dell’incontro sarà il contrabbassista salentino Marco Bardoscia.

Alle 18.00, il festival approda a Bortigiadas, nella chiesa di San Nicola, con il trio ClarOscuro di Matteo Bortone, contrabbassista che si sta affermando a livello nazionale, e non solo, come strumentista ma anche come compositore e leader, in particolare dopo esser stato eletto miglior nuovo talento italiano del 2015 all’annuale referendum della rivista Musica Jazz. Con Enrico Zanisi al pianoforte e Stefano Tamborrino alla batteria, musicisti di forti capacità interpretative, il trio esplora il mondo delle risonanze, delle timbriche e dei ruoli delle voci, dando vita a una musica intimista, che si svela poco a poco, ora delicata, ora energica, ma sempre attenta all’interazione e all’ascolto.

In serata si torna a Berchidda per un fine di serata all’insegna di Calici di Stelle per la Notte di San Lorenzo al Museo del Vino, in cui è atteso alle 21.30 “Lumină”, progetto ideato e prodotto da Paolo Fresu con la sua etichetta Tŭk Music, che vede in scena cinque giovani musicisti: Carla Casarano alla voce, Leila Shirvani al violoncello, Marco Bardoscia al contrabbasso, William Greco al pianoforte e Emanuele Maniscalco alla batteria e alle percussioni. “Lumină” – come suggerisce il titolo – ruota intorno al tema della Luce, declinato in dieci composizioni musicali diverse, ognuna col titolo “Luce”, appunto, nelle diverse lingue del mondo. Fanno parte del progetto anche quattro testi originali sullo stesso tema, scritti da Erri De Luca, Lella Costa, Marcello Fois e Flavio Soriga, oltre a una poesia di Emily Dickinson. Il concerto (con biglietto a pagamento di 10 euro, che include anche una consumazione) è organizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.

Jan Lundgren

 

 

 

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Time in Jazz edizione numero trentuno ai blocchi di partenza: mercoledì (8 agosto) prende il via il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, ma che come sempre abbraccia tanti altri centri del nord Sardegna, incluso il capoluogo di provincia, Sassari, che apre la lunga serie di concerti con un’anteprima domani sera (martedì 7).

Nel fitto calendario spiccano artisti internazionali come Steve Coleman and Five Elements, il tunisino Dhafer Youssef, gli svedesi Jan Lundgren e Nils Landgren, la Fanfaraï Big Band, accanto a una folta e variegata rappresentanza del jazz italiano che abbraccia diverse generazioni di musicisti: Enrico Rava alla guida del suo gruppo Tribe (Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista, Fabrizio Sferra), Gegè Munari, Greta Panettieri, Gabrio Baldacci, Luca Bulgarelli, Pasquale Mirra, Francesco Lento, Vincenzo Saetta, Enrico Zanisi, William Greco, Emanuele Maniscalco, Carla Casarano, Matteo Bortone, Marco Bardoscia, Stefano Tamborrino, Francesco Diodati, il giovane batterista berchiddese Giovanni Gaias e i Plus 39, ovvero il gruppo composto dai migliori allievi della scorsa edizione del Seminario Nuoro Jazz.

A questi nomi si aggiungono quelli dei protagonisti di “Time is Over”, appuntamento “dopo concerto” curato da Gianluca Petrella: Mop Mop (Andrea Benini) con Pasquale Mirra, il progetto “Aforemention” di Tommaso Cappellato, dj Gruff con lo stesso Petrella, e altri ospiti a sorpresa, tra groove e ritmi africaneggianti, hip-hop e scratch. A fare da scenario alle nove giornate del festival, spazi e ambienti che variano dai boschi montani agli scorci marini, dalle stazioni ferroviarie alle chiesette di campagna, dalle piazze agli altri luoghi notevoli dei sedici comuni che, insieme a Berchidda, costituiscono il “circuito” del trentunesimo Time in Jazz: Arzachena, Bortigiadas, Cheremule, Erula, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Ozieri, Ploaghe, Posada, San Teodoro, Sassari, Sorso, Telti, Tempio Pausania e Tula. Accanto alla musica, trovano spazio come sempre varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, presentazioni di novità editoriali e la selezione di documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu, la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz e i laboratori creativi di strada, questi ultimi all’interno del progetto “Mediterranea” realizzato con il contributo del Bando “Sillumina 2018 – Periferie Urbane – Migranti” (sostenuto e promosso da SIAE), con il coinvolgimento di cittadini stranieri e di artisti under 35.

 

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Uno dei più importanti ristoratori d’America, affermato conduttore televisivo e autore di libri di successo, incontrerà il re incontrastato dei cocktail, interprete eclettico e innovativo della mixology contemporanea: Joe Bastianich e Mario Hofferer saranno i protagonisti di uno degli eventi più attesi del calendario estivo targato Waterfront Costa Smeralda.

Giovedì 2 agosto, dalle 19,45, sul palcoscenico del salotto di Smeralda Holding, Bastianich, anche temutissimo giudice del programma televisivo Masterchef, racconterà la sua esperienza nel mondo della ristorazione e dell’imprenditoria e la sua passione per la sperimentazione in campo enologico e culinario.  Al suo fianco ci sarà il campione incontrastato del cocktail, Mario Hofferer, recentemente insignito del titolo “International Bartender of the Year” dall’associazione mondiale dei baristi. Hofferer racconterà della vittoria conquistata al “Cocktail World Champion 2017-2018” dove ha prevalso su selezionati campioni provenienti da 61 differenti nazioni. Il suo asso nella manica? La capacità di trasformare la creazione di un cocktail in un’esperienza unica in cui sono racchiuse le chiavi della sua bravura: la preparazione tecnica, lo stile e la profonda conoscenza degli ingredienti.

Due personaggi coraggiosi, entrambi ritenuti degli innovatori nei loro rispettivi settori e sicuramente due uomini di grande successo.

Colonna sonora dell’incontro e della preparazione live dei cocktail di Hoffer saranno i virtuosismi del musicista sardo Moses Concas, genio dell’armonica a bocca e del beatbox e vincitore, nel 2016, del famoso reality televisivo “Italia’s Got Talent”.

L’evento, gratuito e in lingua inglese, proseguirà al Nikki Beach, dove eccezionalmente sarà possibile degustare i leggendari drink che il campione dei bartender ha ideato appositamente in occasione della serata al Waterfront.

L’attesissimo appuntamento del ricco palinsesto di eventi di Waterfront – che andrà in scena fino al prossimo 8 settembre – rientra nel concept denominato ICONIC TALES, interviste che si svolgono con la formula del background entertainment –in un’atmosfera da dietro le quinte intima e coinvolgente, in cui conduttore e ospite si scambiano i ruoli presentandosi al pubblico nella loro veste più naturale e spontanea – e che ruotano intorno a quattro grandi temi: Taste, Music, Innovation e Active. Rivivere emozioni del passato e anticipare le nuove tendenze, in una costante ricerca di interesse per un pubblico competente ed appassionato.

Il progetto, commissionato da Smeralda Holding a Filmmaster Events – che nasce per incrementare qualitativamente l’offerta di intrattenimento della Costa Smeralda – oltre a ospitare le più grandi firme del lusso internazionale, sarà un “palcoscenico di idee e contenuti” con una fruizione del tutto gratuita e un programma molto intenso che coinvolgerà scrittori, personaggi dello spettacolo, sportivi, artisti italiani e stranieri. Tra i prossimi eventi previsti: 12 agosto Beppe Severgnini e Karim Rachid; 23 agosto Fabio Caressa e Gianluca Vialli; 27 agosto Neri Marcorè e Paolo Fresu e 8 settembre Joe Bastianich con Cristina Bowerman.

Disegnate dal raffinato design dell’architetto Gio Pagani le eleganti strutture di Waterfront Costa Smeralda costeggiano il molo del Porto Vecchio, lungo l’ormeggio degli yacht fino al ristorante “Quattro Passi al Pescatore”. L’area è composta da 10 pop-up store, 5 piazze espositive, il cocktail bar e lounge Nikki Beach e un palco per le esibizioni. Waterfront è il luogo ideale dove trascorrere qualche piacevole ora di relax o l’intera serata assistendo a uno degli spettacoli del programma estivo.

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Paolo Fresu _2015 (ph © Roberto Cifarelli1905)

Ultimi preparativi per la trentunesima edizione di Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma da mercoledì 8 a giovedì 16 agosto a Berchidda, paese natale del trombettista, e vari altri centri e località del nord Sardegna, compreso il capoluogo di provincia, Sassari, che apre la lunga serie di concerti con un’anteprima martedì 7.

È un’edizione che, abbandonando per una volta la consuetudine di ruotare intorno a un tema caratterizzante, sceglie come titolo un numero: XXXI. «Ciò che vogliamo fare per i prossimi 3 anni – spiega Paolo Fresu nelle sue note di presentazione – è giocare sui numeri romani XXXI, XXXII, XXXIII perché ci appassiona ed è stimolo per nuove connessioni artistiche e creative. Del resto, se abbiamo fatto 30 possiamo fare 31 e, dopo l’edizione del 2020, proveremo a ‘dire 33’ per comprendere se lo stato di salute di Time in Jazz è buono. Perché lo sia continueremo ad impegnarci come abbiamo fatto in questi primi 30 anni. Con passione e dedizione. Mettendoci all’ascolto di quelle che sono le novità della musica contemporanea in campo internazionale ma senza dimenticare il jazz italiano che, sempre di più, è presente in seno al programma del nostro festival».

Su queste coordinate si svilupperanno dunque le nove giornate della prima metà di agosto in terra sarda; un calendario come sempre fitto di proposte differenti, con il consueto occhio di riguardo per il jazz italiano e in particolare per i suoi giovani esponenti (alcuni dei quali, riprendendo la positiva esperienza dell’anno scorso, saranno coinvolti anche come volontari nelle varie branche dell’organizzazione del festival): un vasto e variegato cast che abbraccia diverse generazioni di musicisti e – come già annunciato già dalla conferenza stampa di presentazione dello scorso marzo – comprende i nomi di Enrico Rava con il suo gruppo Tribe (Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista, Fabrizio Sferra), Gegè Munari, Greta Panettieri, Enrico Zanisi, William Greco, Emanuele Maniscalco, Carla Casarano, Matteo Bortone, Vincenzo Saetta, Gabrio Baldacci, Francesco Lento, Pasquale Mirra, Marco Bardoscia, Stefano Tamborrino, Francesco Diodati, Luca Bulgarelli, oltre ai quasi esordienti Plus 39, ovvero il gruppo composto dai migliori allievi della scorsa edizione del Seminario Nuoro Jazz, e al batterista berchiddese Giovanni Gaias.  

Accanto agli italiani, una qualificata pattuglia di artisti internazionali: il sassofonista americano Steve Coleman con i Five Elements, il suonatore di oud e cantante tunisino Dhafer Youssef, la formazione franco-algerina-marocchina Fanfaraï Big Band e, in arrivo dalla Svezia, il pianista Jan Lundgren ed il trombonista Nils Landgren con i rispettivi progetti.

A questi nomi vanno poi aggiunti quelli dei protagonisti di “Time is Over”, l’appendice ai concerti in programma nelle quattro serate (quelle da domenica 12 a mercoledì 15) sul palco “centrale” del festival, quello allestito nella piazza del Popolo a Berchidda: un momento “dopofestival” curato da Gianluca Petrella, all’insegna di groove e ritmiche africaneggianti, hip-hop e scratch con ospiti di volta in volta diversi come Mop Mop (Andrea Benini) con Pasquale Mirra, il progetto “Aforemention” di Tommaso Cappellato, dj Gruff con lo stesso Petrella, e altri a sorpresa. Sono più di trenta gli eventi musicali che si succederanno nell’arco delle nove giornate del festival, dal mattino a notte fonda, come sempre in spazi e scenari differenti: dai boschi montani agli scorci marini, dalle stazioni ferroviarie alle chiesette di campagna, dalle piazze agli altri luoghi notevoli dei sedici comuni che, insieme a Berchidda, costituiscono il “circuito” del trentunesimo Time in Jazz: Arzachena, Bortigiadas, Cheremule, Erula, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Ozieri, Ploaghe, Posada, San Teodoro, Sassari, Sorso, Telti, Tempio Pausania e Tula.

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Il simbolo dei telecronisti italiani intervista il mito della vela mondiale, la voce più famosa del calcio incontra il più virtuoso interprete del linguaggio dei venti: Fabio Caressa e Dennis Conner, saranno loro i protagonisti dell’evento di venerdì 20 luglio, dalle 19,30, al Waterfront di Porto Cervo. Fabio Caressa racconterà l’epopea sportiva di un fuoriclasse della vela, Dennis Conner, americano di San Diego il cui mito nasce nel 1974, quando conquista la sua prima Coppa America come timoniere di partenza (a bordo di Corageous). Dal 1980 lega la sua carriera, in modo indissolubile, all’America’s Cup: da skipper, la vince nell’80 con Freedom, la perde nell’83 su Liberty e va a riprendersela in Australia, con Stars&Stripes, quattro anni dopo. E sempre a bordo del catamarano Stars&Stripes, nel 1988 difende la Coppa contro i neozelandesi. Un palmares da urlo: le 4 vittorie nel più famoso trofeo internazionale, due giri del mondo, un oro ai mondiali Etchelles e un bronzo olimpico Tempest. Fabio Caressa e Dennis Conner saranno gli attori di un momento di racconto e intrattenimento durante il quale il grande velista svelerà i suoi innumerevoli aneddoti sportivi, partendo dal suo famoso motto “No excuse to lose”. Cos’era l’America’s Cup vent’anni fa? Cosa è cambiato e cosa sta mutando oggi nella vela? Dennis Conner guarderà oltre l’orizzonte di questo affascinante sport.

L’attesissimo appuntamento del ricco palinsesto di eventi di Waterfront – che andrà in scena fino al prossimo 8 settembre – rientra nel concept denominato ICONIC TALES, interviste che si svolgono con la formula del background entertainment – in un’atmosfera da dietro le quinte intima e coinvolgente conduttore e ospite si scambiano i ruoli presentandosi al pubblico nella loro veste più naturale e spontanea – e che ruotano intorno a quattro grandi temi: Taste, Music, Innovation e Active. Rivivere emozioni del passato e anticipare le nuove tendenze, in una costante ricerca di interesse per un pubblico competente ed appassionato.

Il progetto, commissionato da Smeralda Holding a Filmmaster Events – che nasce per incrementare qualitativamente l’offerta di intrattenimento della Costa Smeralda – oltre a ospitare le più grandi firme del lusso internazionale, sarà un “palcoscenico di idee e contenuti” con una fruizione del tutto gratuita e un programma molto intenso che coinvolgerà scrittori, personaggi dello spettacolo, sportivi, artisti italiani e stranieri. Tra i prossimi eventi previsti : il 2 agosto, Joe Bastianich e Mario Hofferer; 12 agosto Beppe Severgnini e Karim Rachid; 23 agosto Fabio Caressa e Gianluca Vialli; 27 agosto Neri Marcorè e Paolo Fresu e 8 settembre Joe Bastianich con Cristina Bowerman.

Disegnate dal raffinato design dell’architetto Gio Pagani le eleganti strutture di Waterfront Costa Smeralda costeggiano il molo del Porto Vecchio, lungo l’ormeggio degli yacht fino al ristorante “Quattro Passi al Pescatore”: l’area è composta da 10 pop-up store, 5 piazze espositive, il cocktail bar e lounge Nikki Beach e un palco per le esibizioni. Waterfront è il luogo ideale dove trascorrere qualche piacevole ora di relax o l’intera serata assistendo a uno degli spettacoli del programma estivo.

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Gran finale, questo sabato 21 luglio, ad Alghero, per il festival JazzAlguer. Partito lo scorso 23 dicembre, il lungo cammino della rassegna organizzata dall’associazione culturale Bayou Club-Events, con la direzione artistica di Paolo Fresu, giunge alla sua tappa conclusiva con uno degli appuntamenti più attesi di tutto il cartellone: protagonista il sassofonista norvegese Jan Garbarek, in concerto con il suo gruppo a Casa Gioiosa, sede del Parco di Porto Conte, in località Tramariglio (a una ventina di chilometri da Alghero), con inizio alle 21,30.