19 December, 2025
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Il turismo sintesi delle politiche di sviluppo dell’Isola e un assessorato che sia realmente dell’Artigianato e del Commercio ma che, soprattutto, sappia integrarsi con il resto degli assessorati della Regione sarda. È l’obiettivo strategico enunciato dall’assessore Barbara Argiolas nel corso del suo intervento nella V commissione del Consiglio regionale, presieduta da Luigi Lotto, convocata per l’illustrazione del programma di mandato della neo assessore.

Tra le priorità evidenziate dal già responsabile delle politiche per il Turismo al comune di Cagliari: la definizione di un modello di governance regionale del turismo che abbia alla base una DMO (destination management organization) regionale capace di mettere a sistema pubblico e privato e le progettualità territoriali; la riprogrammazione degli interventi e delle risorse destinate alle manifestazioni di grande interesse turistico (la legge n. 7 del 1955); interventi nel comparto dell’artigianato (sono disponibili circa 3.5 milioni di euro) ed in particolare dell’artigianato artistico (si ipotizza una biennale per l’artigianato artistico); il rilancio dei centri commerciali naturali («possono essere partner privilegiati delle amministrazioni locali»); un complessivo miglioramento della tempestività dei dati sull’andamento turistico («la piattaforma informatica, il SIRED ha già degli upgrade importanti di sistema di rilascio dati giornalieri, ma è necessario  che anche gli albergatori facciano la loro parte e garantiscano i dati nei tempi e con le modalità concordate»).

«Obiettivi – ha dichiarato l’assessore Barbara Argiolas – che devono però fare i conti anche con la criticità rappresentata dalla scarsità dell’organico dell’assessorato che può contare solo su 75 impiegati». Ed è proprio sui problemi riguardanti la dotazione del personale che il consigliere Gianmario Tendas (Pd) e il presidente Luigi Lotto, insieme a Piero Comandini (Pd) ed Antonio Gaia (Upc), hanno rimarcato come la questione riguardi anche altri assessorati, ad iniziare da quello dell’Agricoltura, ed hanno quindi assicurato opportune sollecitazioni nei riguardi del competente assessore Filippo Spanu. «Resta il fatto – ha aggiunto Piero Comandini – che deve trovare piena applicazione la legge approvata dal Consiglio che stabilisce il passaggio del personale ex Ept all’assessorato del Turismo».

L’assessore ha approfondito, dunque, una serie di temi che sono stati oggetto di specifici quesiti posti dai diversi consiglieri regionali intervenuti ed in particolare ha precisato che per ciò che attiene la legge n. 7 che, come è noto,  ha una programmazione triennale degli interventi, si ravvisa l’opportunità di una verifica del programma così da valutare anche una rimodulazione delle risorse («si consideri che dagli undici grandi eventi  identitari originariamente previsti si è arrivati oggi a circa 53 manifestazioni»). A questo proposito l’assessore ha specificato che le domande ricevute per l’annualità 2016 sono state circa 400 a fronte di una dotazione complessiva tra triennale e risorse libere di circa  6.7 milioni di euro e che per le domande relative al 2016 restano da istruire soltanto 30 pratiche caratterizzate da un particolare livello di complessità.

Il consigliere Antonio Gaia (Upc) ha posto in evidenza la crisi del comparto dell’artigianato artistico e il proliferare del cosiddetto “lavoro in nero” avanzando l’ipotesi della defiscalizzazione per le attività del settore, mentre Fabrizio Anedda (Misto) ha invitato l’assessore a concentrare i suoi sforzi «sull’artigianato che crea produzione ed in particolare per quell’artigianato di trasformazione dei prodotti dell’agroalimentare che devono poter contare su opportune politiche di commercializzazione».

L’assessore, interrogata in proposito sul futuro della Fiera di Cagliari ha quindi affermato: «Il centro fieristico dovrà avere un futuro e reputo improbabile che possa diventare “altro” perché è in una posizione strategica ed è impensabile che la Regione rinunci ad avere uno spazio espositivo e congressuale, seppure ridimensionato».

Sui cosiddetti “spazi ex Isola” l’assessore Argiolas ha dichiarato che «dovranno reggersi nei costi e nelle attività e come tali dovranno operare in un contesto di attrattività» confermato quindi una serie di richieste per la riapertura del punto ex Isola di Porto Cervo.

Un’ulteriore domanda ha riguardato il futuro del marchio Isola sulle maglie del Cagliari calcio anche per il prossimo campionato della serie A e l’assessore non ha nascosto la preferenza per  l’impiego di un altro messaggio che espliciti in maniera più efficace e appropriata la promozione dell’artigianato sardo.

A conclusione dell’audizione, il presidente della commissione Luigi Lotto ha quindi annunciato un nuovo confronto in commissione con l’assessore Barbara Argiolas sul testo della proposta di legge unificata in materia di Turismo, così da introdurre eventuali proposte migliorative prima dell’approvazione definitiva in commissione della proposta di legge che fa sintesi di 14 Pl e che conta, al momento, 52 articoli. 

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

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Sarà convocata, appena conclusa l’istruttoria, la Conferenza dei servizi per la realizzazione della nuova discarica degli scarti industriali della Portovesme Srl. Entro il mese di maggio l’assessorato all’Ambiente porterà a compimento la procedura di valutazione di impatto ambientale.
Lo ha annunciato questa mattina l’assessore all’Ambiente Donatella Spano sentita in audizione, insieme all’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dalla V commissione del Consiglio regionale. Senza un nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione, lo stabilimento del Sulcis sarebbe costretto a chiudere i battenti. A rischio, tra dipendenti diretti e indotto, ci sono circa 1.500 posti di lavoro.

«La Regione sta seguendo con la massima attenzione l’iter del procedimento – ha detto Donatella  Spano – siamo consapevoli del ruolo che l’azienda ricopre nel territorio. Proprio per questo, lo scorso ottobre la Giunta regionale ha deliberato l’ampliamento della vecchia discarica di Genna ’e Luas in attesa di definire il nuovo intervento. C’è l’impegno della Giunta a comprimere i tempi e arrivare rapidamente ad una soluzione positiva.»

L’assessorato all’Urbanistica, intanto, ha completato l’istruttoria per il rilascio del parere di competenza da parte dell’Ufficio tutela del paesaggio. «Il documento è pronto – ha detto l’assessore Cristiano Erriu – sarà a disposizione della prossima Conferenza dei servizi».

Prima dei due assessori della Giunta Pigliaru, la commissione Attività produttive ha sentito, in mattinata, anche i vertici della Portovesme Srl e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil schierati su un unico fronte con la richiesta di tempi certi sulle procedure autorizzative. «Il gruppo Glencore vuole continuare ad operare in Sardegna – ha detto l’amministratore delegato della Portovesme Srl Carlo Lolliri – abbiamo presentato un piano quinquennale che prevede centinaia di milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie. La realizzazione della nuova discarica è però indispensabile per poter proseguire l’attività produttiva. Non chiediamo soldi ma risposte chiare sui tempi. Il rischio è che la burocrazia fermi gli impianti. Abbiamo accolto tutte le osservazioni al Piano, entro venerdì presenteremo alla Provincia gli ultimi chiarimenti richiesti su alcuni aspetti non sostanziali. Successivamente, l’ente intermedio trasmetterà tutti i documenti alla Regione per la convocazione della Conferenza di Servizi». Passaggio confermato dal dirigente della Provincia del Sud Sardegna Fulvio Bordignon: «I ritardi sono dovuti in gran parte al passaggio di consegne tra la vecchia Provincia di Cagliari e la nuova del Sud Sardegna – ha detto – ora però siamo pronti. La prossima settimana consegneremo alla Regione la documentazione richiesta. Una volta che l’assessorato approverà il VIA noi procederemo con l’Autorizzazione integrata ambientale».

«Non cerchiamo scorciatoie ma chiediamo che si proceda secondo la legge nel rispetto delle norme ambientali. bisogna liberarsi da visioni personalistiche e preconcette – hanno detto i rappresentanti di Cgil (Tore Cappai), Cisl (Fabio Enne e Francesco Garau) e Uil (Francesca Ticca) – lo stabilimento della Protovesme Srl è l’unico attivo nel Sulcis, il territorio non può sopportare un’altra emergenza occupazionale».

Giudizio condiviso dai consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Piero Comandini che hanno chiesto con forza un’accelerazione dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni: «Siamo di fronte a un’emergenza, chiediamo che la si affronti con procedure straordinarie visto che ormai siamo fuori tempo massimo – hanno detto Cesare Moriconi e Piero Comandini – la vecchia discarica sta andando ad esaurimento. Ancora pochi mesi e la Portovesme Srl dovrà fermare la produzione con pesanti conseguenze sociali». Ai consiglieri di maggioranza si sono uniti anche quelli di minoranza Giorgio Oppi e Gianluigi Rubiu che hanno ribadito l’importanza dello stabilimento per il Sulcis e chiesto un intervento forte della Commissione nei confronti della Giunta: «I tempi del mondo del lavoro non sono quelli della burocrazia – hanno detto i due consiglieri regionali dell’Udc – occorre recuperare il ritardo. L’idea che la Portovesme Srl possa scappare dal Sulcis ci fa rizzare i capelli».

Al termine delle audizioni, il presidente Luigi Lotto ha preso atto delle rassicurazioni della Giunta e ha assicurato l’impegno della Commissione perché si giunga presto ad una soluzione positiva della vertenza: «La situazione è delicata. Ognuno di noi è obbligato a fare tutti i passi necessari per arrivare a chiudere la pratica in tempi rapidi – ha detto Luigi Lotto – c’è la consapevolezza che occorre agire velocemente senza perdere nemmeno un minuto. La Commissione seguirà con attenzione i prossimi passaggi».

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«Con il disegno di legge di riforma della giustizia, all’ordine del giorno della Commissione Giustizia in Senato, che prevede l’abolizione dei Tribunali per i Minorenni e l’istituzione delle Sezioni specializzate per la famiglia presso i Tribunali ordinari, si rischia di perdere di vista quelli che sono i diritti per i minori e la famiglia, così come previsto anche dalla Convenzione ONU sui diritti dei minori.»

A sostenerlo è Piero Comandini, consigliere regionale del Partito democratico.

Nei mesi scorsi si è creato un movimento, sia a livello nazionale che regionale, contro la riforma per l’abolizione dei tribunali per i minorenni ma, nonostante tutti gli addetti ai lavori, dai magistrati alle associazioni di educatori operanti nel settore socio – educativo si siano espressi contrari, la commissione Giustizia al Senato sta continuando senza prendere in considerazione l’opportunità di creare un momento di confronto aperto a tutte le parti interessate.

Stamattina anche Cagliari ha deciso di far sentire la propria voce e, presso il Seminario Arcivescovile, il momento di confronto è stato forte e deciso, all’unisono, magistrati, educatori, famiglie, assistenti sociali, il Presidente del Tribunale per i Minori di Cagliari Marina Polo e il Procuratore della Repubblica dello stesso tribunale Anna Cau, nonché altre autorevoli presenze, hanno detto NO all’annullamento dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Piero Comandini è il primo firmatario di un’interpellanza che verrà discussa in Consiglio regionale in tempi brevissimi, presentata insieme agli esponenti del gruppo del Partito democratico della maggioranza in Consiglio regionale.

«Nonostante la riforma della giustizia sia necessaria – si legge nell’interpellanza – non si può prevedere, per la specificità e autonomia che i Tribunali per i Minorenni hanno, l’accorpamento presso i Tribunali Ordinari, che dovrebbero occuparsi di tutte le controversie in materia civile, perché, così facendo, il minore perderebbe quella posizione centrale che oggi gli viene riconosciuta perdendo la titolarità dei diritti prioritari.»

«Inoltre – prosegue Piero Comandini – si perderebbe la figura del Giudice Onorario, una perdita importante in quanto, per la sua specifica professionalità nel campo minorile, è in grado di garantire un giudizio multidisciplinare, si perderebbe anche il ruolo importantissimo dei servizi sociali, che appare chiara l’intenzione di volergli attribuire un ruolo di mero controllo. Le situazioni, molteplici e varie, vanno valutate per la loro specificità, e il contributo dei servizi sociali è spesso basilare per aiutare il Giudice a coniugare l’esigenza di aiuto e sostegno alla crescita del minore con quella di giustizia e sicurezza sociale. I rischi dell’applicazione di tale riforma sarebbero devastanti per il settore minorile, perciò chiediamo al presidente Pigliaru e, ai parlamentari che rappresentano la Sardegna nelle istituzioni capitoline – conclude Piero Comandini -, di intervenire in Commissione Giustizia, non solo per evitare l’abolizione dei Tribunali per i Minorenni ma anzi rafforzare il loro ruolo e autonomia, in parallelo si auspica la costituzione di un gruppo di lavoro per studiare e superare le criticità ed eventualmente elaborare un disegno di legge di riforma della Giustizia Minorile che tenga conto delle specificità del settore.»

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Domani mattina, alle ore 10.30, il Partito democratico presenterà nella saletta conferenze stampa del Consiglio regionale, una proposta di nuova regolamentazione per le strutture ed i servizi educativi della prima infanzia.

L’iniziativa, che ha come primo firmatario il consigliere Piero Comandini, è collegata alla riforma del regolamento di attuazione dell’art. 43 della legge regionale 23 del 2005.

All’incontro interverranno il presidente del gruppo del Partito democratico Pietro Cocco, il primo firmatario Piero Comandini ed altri consiglieri regionali del partito.

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Il Consiglio regionale ha respinto (20 sì, 32 no) la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n° 285 (Pittalis e più) sulla sfiducia all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ai sensi dell’art. 118 del regolamento.

Il presidente ha dato la parola al primo firmatario della mozione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per illustrarne il contenuto.

Pietro Pittalis, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, è entrato nel merito della mozione citando un messaggio, carico di disagio, inviato dal sindaco di Fonni nel pieno dell’ondata di maltempo, che faceva riferimento fra l’altro a mezzi spazzaneve fermi a Cagliari, mezzi Anas parcheggiati nei pressi di una casa cantoniera, un mezzo dei Vigili del Fuoco preso d’assalto dai pastori disperati. «Quelle del sindaco di Fonni – ha sostenuto Pittalis – sono le stesse parole di tanti Sindaci della Sardegna che sono stati abbandonati a se stessi, senza risorse e senza mezzi, addirittura additati come capri espiatori, e a volte trattati senza nemmeno il dovuto riguardo». «La mozione quindi – ha aggiunto – riporta all’attenzione del Consiglio e dell’opinione pubblica quanto accaduto in quelle settimane e la Regione non può continuare a nascondere la verità di disservizi e ritardi sui quali non può cadere il silenzio; spero perciò che l’assessore eviti la solita autodifesa e che la maggioranza non si presti ad una difesa d’ufficio, perché non possiamo dimenticare quanto accaduto soprattutto per evitare che i fatti di allora si ripetono». «Noi riteniamo – ha detto il capogruppo di Forza Italia – che le strutture della Regione siano inadeguate per ruoli, funzioni e capacità gestionale; i fatti sono incutibili e tutti abbiamo avvertito che la Giunta e l’assessore non hanno trovato di meglio che scaricare colpe e responsabilità senza una parola di autocritica, ricordiamo tutti l’imbarazzo sulla comunicazione relativa alle strade transitabili, poi ritrattata, e le immagini grottesche dell’assessore e del vice presidente della Regione nelle centrali operative della protezione civile». «Le nostre critiche alla struttura di vertice – ha detto Pietro Pittalis – sono oggettive perché non si è mostrato in grado di fronteggiare le situazioni più difficili, ed ha anzi ignorato forti elementi di preoccupazione come quelli espressi dal comandante della forestale che, il 13 gennaio scorso, comunicava che per tutto l’inverno non si potevano utilizzare i mezzi perché privi delle zavorre e quindi devono restare fermi». «Insomma – ha concluso Pietro Pittalis – il governo regionale è apparso distinto e distante dal mondo reale; noi non vogliamo che ai disastri naturali seguano i disastri sociali e siamo convinti che non bisogna dichiarare guerra alla natura ma alle istituzioni che non si dimostrano responsabili; l’unica strada percorribile, per noi, è quella delle dimissioni dell’assessore per manifesta incapacità».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa, dopo aver espresso le sue felicitazioni per la guarigione del presidente Pigliaru, ha parlato di un «problema gigantesco per le implicazioni che ha sulla vita delle persone e dei beni pubblici e privati della nostra Regione, perché siamo convinti che un sistema di protezione civile degno di questo nome deve garantire sicurezza di persone e cose uscendo dalla logica dell’adempimento e del trasferimento del cerino, come abbiamo visto dal 18 gennaio in poi». Michele Cossa ha poi criticato «gli allerta meteo incomprensibili, gli amministratori locali messi sulla graticola dall’assessore dell’Ambiente come ultimo anello della catena, quello più debole, quello che resta con il cerino in mano». «Inoltre – ha aggiunto – è mancata chiarezza delle comunicazioni, nei manuali operativi che bisognerebbe leggere per capire come mai l’allerta gialla riversi la responsabilità della sua corretta interpretazione sui Sindaci». «Oggi – ha concluso – servono scelte diverse e di qui nasce la mozione».

Il consigliere Luigi Crisponi, sempre dei Riformatori, si è associato agli auguri al presidente Pigliaru, osservando sulla mozione che «è inutile riprendere a recitare il rosario dell’inadeguatezza della macchina della protezione civile». «Piuttosto – ha sostenuto – quello della protezione civile è un problema che, come altri, viene da lontano; mi riferisco al dibattito del 29 settembre in Consiglio con cui si censurò la campagna antincendi su cui era emerso un problema serio per la mobilitazione dell’apparato difforme sul piano temporale da quanto indicato dal governo regionale, con la conseguenza che restarono scoperti i mesi di ottobre e novembre». «Ebbene – ha sintetizzato – da quegli errori non si è imparato nulla, anzi assistiamo ancora ad una grave disorganizzazione ed al profondo scollamento fra Regione e amministrazioni comunali; alcuni esempi di questa realtà sono la mancanza di comunicazione fra la protezione civile di Oliena, che ha comunicato cessazione dell’attività e il Sindaco manco lo sapeva, alla scuola del corpo forestale per la formazione degli operatori di cui non si sa più nulla».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una «situazione veramente delicata che dovrebbe spingere l’assessore a porsi tre domande, nello spirito di una la mozione che non personalizza ma chiede attenzione su un problema di grandissima importanza che tocca da vicino la vita delle popolazioni: se il sistema di protezione civile è stato in grado di gestire le emergenze, se il sistema di allerta funziona, se l’organizzazione dei nuclei di intervento è efficiente». Secondo Fasolino «bisogna ripartire daccapo partendo dalla certezza che non si può scaricare tutto sui Sindaci, perché molte cose non vanno e bisogna correggerle, partendo per esempio dagli avvisi che richiedono presenze h24 ma nessuno ne copre i costi, o dall’impossibilità per i Sindaci di comprare perfino un gruppo elettrogeno, pur avendo i soldi in cassa».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha dichiarato che «non è con piani dei Comuni né con rapporto migliore con il vertice regionale della protezione civile che si possono cambiare le cose che non vanno, è invece la catena di comando delle responsabilità (anche penali) riversate sui Sindaci che va profondamente riformata, altro che stare attenti alle carte ed alle comunicazioni formali». I Sardi, secondo Locci, «percepiscono che la protezione civile sarda non è all’altezza in tutte le sue componenti e, sotto questo profilo, bisogna avere il coraggio di non tenere in disparte le Forze Armate che in questi anni hanno dimostrato di essere l’unica istituzione pubblica di stare sul campo con efficienza e professionalità; ed è sbagliato che in Sardegna non ci sia un rapporto stabile con gli enti militari che sarebbe un grande valore aggiunto per la comunità regionale uscendo dal rivendicazionismo su entrate e servitù».

Roberto Desini, del Partito dei Sardi, ha rivolto in apertura un bentornato al presidente Pigliaru e, quanto alla mozione, l’ha definita «fuori luogo nei tempi e nei contenuti e lo dico al di là delle difese d’ufficio e sulla base dell’esperienza di Sindaco quando ho potuto verificare il significato della presenza dell’assessore e e del direttore della protezione civile; per queste ragioni non ci sto ad assistere alla deriva populista del discredito delle istituzioni e del qualunquismo». «Sulla base dei numeri che spesso non raccontano quantità e qualità del lavoro della protezione civile – ha aggiunto Desini – bisogna riconoscere che nevicate come quella che si è abbattuta sulla Sardegna non si verificavano dal ‘56 ed erano prevedibili solo in parte; lo stesso sito del Comune di New York riportava l’eccezionalità dell’ondata di maltempo, con la cancellazione di ben 3000 voli ma non c’era nessuna mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco». Va ricordato invece, ha continuato il consigliere, «che la Regione sarda è stata l’ultima Regione a istituire il centro regionale di protezione civile, il 1° gennaio 2015, mentre doveva nascere dal 2004; questa Giunta ha fatto quanto doveva, fermo restando che si può sempre migliorare ma senza gettare la croce sulla istituzioni, confrontiamoci piuttosto sulle cose concrete e pensiamo al bene comune».

Stefano Tunis, esponente di Forza Italia, ha detto che «qui nessuno sta cercando di addossare all’assessore colpe che non ha, il punto centrale è che bisogna superare l’interpretazione burocratica della protezione civile, con le montagne di carte che nascondono qualunque dimensione umana, con i Sindaci che hanno avuto sulle loro spalle un livello di responsabilità enorme senza nessuno strumento per affrontarle, con i cittadini che hanno vissuto la paura di non potersi sentire sicuri nemmeno all’interno della propria casa». «In questo periodo – ha detto poi Tunis – si sta facendo il rimpasto, un contesto in cui non ci si può nascondere dietro atti amministrativi, mentre sarebbe molto più utile una seria autocritica sull’approccio immateriale ad una settore delicatissimo come la protezione civile; per svolgere un ruolo ci vogliono attitudini e non solo conoscenze scientifiche e non è possibile che ci si sia resi conto dell’inadeguatezza del sistema regionale di fronte alle circostanze».

Il consigliere di Sel Francesco Agus, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, ha annunciato il voto contrario alla mozione, «sia per i temi che per lo strumento utilizzato, ricorrendo ancora una volta alla gogna pubblica per fini personalistici, pur riconoscendo che il sistema ha storture che sopravvivono a diverse legislature». Non si può però parlare di negligenze, ad avviso di Agus, «ma i tempi sono connessi alla sicurezza ed alla salute dei sardi e queste domande devono avere risposte; è vero che il sistema non è il migliore possibile ed occorre una profonda revisione di meccanismi di previsione, di allerta e di comunicazione in effetti troppo gergali nella consapevolezza che non si possono cambiare agli enti naturali». Per cui le criticità sono evidenti ma al tempo stesso superabili, ha affermato Agus, auspicando che «avere indicazioni in questo senso in sede di replica, dimenticando che la protezione civile si nutre di fiducia e funziona se opera in un clima di fiducia e questo meccanismo virtuoso in Sardegna non è scattato, nemmeno nella città di Cagliari». Dico no, ha concluso Agus, «alla cessione di responsabilità verso chi non ha mezzi ed auspico che si possa operare in un rinnovato clima di fiducia rifacendosi a buone prassi».

Paolo Truzzu, consigliere del gruppo Misto-Fdi, ha dichiarato che «non è facile intervenire quando sono gioco sicurezza e salute della comunità e qualcuno può pensare ad operazioni opache dell’opposizione, mentre è auspicabile che la discussione sia davvero utile a non nascondere la polvere sotto il tappeto». Se a Fonni ci fosse stato l’aeroporto, ha proseguito Truzzu riferendosi all’intervenendo del collega Desini, «avremmo sentito che le piste erano libere, per cui certi fatti non possono essere ignorati ed un assessore politico, di fronte a situazioni del genere, avrebbe subito rassegnato le dimissioni». Tutti i Sindaci, ha poi ricordato Truzzu, «stanno dicendo che il sistema di allerta non funziona e ignorare questo dato significa non incidere sul sistema dimenticando fra l’altro che i nostri Sindaci ascoltano i bollettini dell’Aeronautica e non quelli della protezione civile regionale; detto questo è certo che l’assessore non è un metereologo ma il problema esiste e non affrontarlo compiutamente è una sua responsabilità, come è stata sua responsabilità assicurare che le strade erano libere salvo poi rettificare dopo qualche ora senza chiedere scusa ed anzi scaricando su Sindaci, così come è stata responsabilità del direttore affermare che la nevicata di Fonni non era colpa sua, un fatto inaccettabile che giustifica le richiesta delle dimissioni».

Per i Rossomori Emilio Usula, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una mozione «con qualche forzatura che, però, è senz’altro l’occasione per migliorare una gestione della protezione civile poco coerente e inadeguata rispetto alle esigenze della nostra Regione, pur non volendo speculare su eventi naturali eccezionali». Sul piano più generale, Usula ha preso spunto dai temi della mozione per affrontare altre contraddizioni dell’assessorato dell’Ambiente, «come le gravi incoerenze sulla gestione dei rifiuti, le scelte in aperto contrasto con il programma elettorale della maggioranza, un piano dei rifiuti che ancora non c’è e crea disuguaglianze a scapito dei più virtuosi, la gestione ostinata ed ottusa di impianti come quello di Tossilo, sostenuta con supponente indifferenza rispetto a posizioni più volte espresse da forze politiche, amministrazioni e cittadini, dallo stesso Consiglio regionale, il sostegno ad impianti industriali a carbone in grave contraddizione con gli impegni dichiarati». Per questo, ha concluso Usula, «annuncio il mio voto di astensione».

Dopo l’on. Emilio Usula ha preso la parola l’on. Fabrizio Anedda, che ha salutato il rientro in Aula del presidente Pigliaru e ha detto: «Il maltempo non è colpa dei politici né degli amministratori locali ma è loro responsabilità gestire le emergenze. Oggi gli ovili sono attrezzati, non si fa più la transumanza  e il maltempo avrà di sicuro creato disagio ma non facciamo demagogia. Il mio voto verso questa mozione, offensiva verso l’assessore, è un no».

Per l’on. Giuseppe Meloni (Pd) la mozione Pittalis e più «ha il solo merito di aver portato l‘attenzione sul tema delle emergenze nell’ambiente e su questo sono d’accordo: il sistema dei codici di allerta va migliorato e a oggi non è certamente utile. Va organizzato con maggiore efficacia. In occasione dell’alluvione del 2015 noi amministratori locali non abbiamo dormito per giorni ma in quei momenti non abbiamo pensato manco per un attimo di attaccare altre istituzioni. Il mio comune è rimasto tre giorni senz’acqua mentre quello accanto contava purtroppo i cadaveri».

Dopo aver salutato il presidente Pigliaru, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato: «Erano decenni che mancava dalla Sardegna una nevicata così forte e ogni sistema di protezione civile sarebbe stata messa in crisi.  Certo che la nostra Protezione civile può migliorare e bene farebbe il Consiglio regionale a suggerire efficientamenti a una struttura abbastanza giovane. Certo, sulle allerta meteo abbiamo molto da ricevere e l’assessore Spano lo sa. All’amico Pietro Pittalis dico che il suo intervento è stato a dir poco ingeneroso».

«Bentornato al presidente della Regione», ha detto l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha aggiunto: «Noi non abbiamo l’abitudine di denigrare i predecessori, come invece ha fatto l’assessore Spano di recente, parlando male del nostro lavoro. La Protezione civile è stata istituita da noi nel 2009 e se la gara per la sala operativa è andata deserta è solo per la vostra incapacità. Noi siamo riusciti a istituire i parchi, cosa che nessuno era mai riuscito a fare prima, al di fuori della legge 31. E non avevamo questo rapporto critico con il personale dell’assessorato, come lo avete voi».

Per l’Upc ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta, che ha detto: «Non ci sono vittime in questa calamità delle scorse settimane, ed è importante. Cogliamo questa occasione per un confronto di merito sulla protezione civile, non per fare polemiche. L’incolumità dei nostri cittadini è la prima cosa che ci sta a cuore ma abbiamo anche il paesaggio e un grande patrimonio animale da tutelare. Per questo è necessario potenziare e migliorare la nostra protezione civile. Dovremmo prendere in considerazione il modello dei volontari dei vigili del fuoco del Trentino – Alto Adige, presenti in ogni comune».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «l’assessore non esiste ma esistono i doveri dell’assessorato e quello che non è stato fatto in queste settimane. Partiamo da un dato: il metro e mezzo di neve nel Nuorese. Ma quando ci si organizza, non lo si fa per gestire la normalità ma per gli eventi straordinari come questo che è appena capitato. Non facciamo paragoni con altre Regioni e Paesi, dove le nevicate sono molto più abbondanti, come gli Usa».

Per l’on. Angelo Carta (Psdaz) «chiedere la revoca di una delega all’assessore non è certamente un atto ordinario. Però in casi straordinari è possibile. Non è possibile invece il contrario: che la Giunta sfiduci il Consiglio regionale. L’ordine del giorno sul termovalorizzatore di Macomer, ad esempio, è stato del tutto disatteso e voi avete del tutto sfiduciato la maggioranza e il Consiglio, con il vostro atteggiamento. L’assessore Spano è andata in un crescendo di sordità arrivando al culmine in occasione dei disagi provocati da questa nevicata. E’ suo preciso compito tutelare le popolazioni del Nuorese e invece le avete lasciati completamente sole. Ancora una volta avete dimostrato di non avere a cuore il centro della Sardegna, ridotta ormai a cenerentola della Sardegna. Per questo chiedo che l’assessore si dimetta e sia rimosso il direttore della protezione civile».

Per l’on. Daniele Cocco (Sel) «anche questa richiesta di dimissioni di un assessore cadrà nel vuoto. Preoccupiamoci di costruire una protezione civile migliore per la Sardegna, prendendo ad esempio modelli come la Toscana e recependo le proposte che sono giunte dal Consiglio. Non è possibile che il 70 per cento della forza di Forestas d’inverno sia in cassa integrazione: nei gironi delle grandi calamità quel personale sarebbe stato utilissimo al lavoro nei Comuni».

Per il Partito dei sardi ha preso la parola l’on. Congiu secondo cui «questa discussione avrebbe dovuto svolgersi in un modo normale. Stiamo dimenticando l’unico vero dato di questa vicenda: la neve è in Barbagia e isola il centro Sardegna ed è per questo che dovremmo dislocare nel centro della Sardegna tutti i mezzi antineve a disposizione nell’Isola. Questa è l’unica cosa che dovremmo imparare da questa vicenda».  

Per il Pd ha parlato il capogruppo, on. Pietro Cocco, che ha detto: «E’ vero che se l’assessore fosse andata sul posto avrebbe magari rassicurato le popolazioni ma non avrebbe cambiato i numeri della vicenda. I mezzi della Protezione civile erano tutti impegnati nel Nuorese e così tutte le organizzazioni di volontariato. Sono intervenuti circa 1.500 uomini». Pietro Cocco ha parlato anche dei  bollettini dell’allerta meteo e ha aggiunto: «Certo che il servizio va migliorato ma certo voi non siete in grado di dare lezioni a nessuno».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha dato al presidente Pigliaru «un sincero in bocca al lupo ma senza sconti» e ha aggiunto nel merito del dibattito: «L’assessore Spanu è totalmente inadeguata a svolgere le funzioni che ricopre. Persino il capogruppo del Pd ha censurato l’assenza dell’assessore nei luoghi del disastro quando sarebbe stata utile proprio quella presenza delle istituzioni. Avete raccontato favole».

Per la Giunta ha replicato l‘assessore Spano, che ha riaffermato i dati della vicenda: «Intanto, i sindaci sono parte del sistema di protezione civile regionale, non sono un corpo separato. Molti sindaci ci ringraziano e non si sono sentiti soli: soltanto alcuni hanno avuto da dire. Già a inizio dicembre 2016 avevamo diramato le modalità di intervento e assegnato i propri mezzi spazzaneve e spargisale ai Comuni. Al momento della eccezionale nevicata i mezzi erano già sui territori e c’erano anche i mezzi delle associazioni di volontariato e di Forestas. Il coordinamento con le prefetture ha funzionato e così con le protezioni civili dei Comuni. Abbiamo messo a disposizione 1493 persone, molti dei quali richiamati dalla cassa integrazione».

Sui bollettini e gli avvisi di criticità, l’assessore ha detto: «Si tratta di documenti ufficiali, non di burocrazia. Siamo passati da 178 avvisi nel 2013 a 67 nel 2015 fino ai 33 del 2016. Questo significa risparmio di forze e di risorse da parte dei comuni e della Regione. Non dovete credere a chi dice che è possibile fare previsioni al metro quadro. Stiamo migliorando il sistema con investimenti infrastrutturali sulla rete idropluviometrica e degli igrometri. Stiamo finanziando anche la rete radio regionale. Insomma, stiamo lavorando e dobbiamo farlo in sinergia con i Comuni».

Il presidente Francesco Pigliaru ha ringraziato per gli auguri ricevuti e ha esordito dicendo: «Sarebbe stato più utile un dibattito aperto su come migliorare quello che è stato fatto finora.  Noi riteniamo di aver fatto tutto per avere la migliore protezione civile della Sardegna. Dobbiamo capire qual è il nostro livello del servizio e non mi interessa chi ha fatto e chi non ha fatto nel passato. Va a detto però a merito dell’assessore Spano che il centro funzionale decentrato in nove mesi è stato messo in funzione e oggi gestisce i rischi degli eventi meteo. Qualche complimento, onestamente, lo abbiamo avuto dai sindaci che hanno riconosciuto un netto miglioramento rispetto al passato. Possiamo e dobbiamo continuare a migliorare senza deresponsabilizzare i sindaci, che hanno i loro doveri».

Poi ha proseguito: «Ora abbiamo anche un manuale operativo e non è poco: magari da migliorare ma lo abbiamo. Non è accettabile però che noi facciamo sentire ai sardi che nulla è stato fatto in questi anni perché non è vero. Quando c’è stata la grande bufera di vento a Cagliari c’era un codice giallo: dobbiamo evidentemente migliorare la comunicazione e far capire a tutti, in tempo reale e con chiarezza, quando è in pericolo la sicurezza. Piena fiducia all’assessore Spano, del quale ho profondissima stima».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, nel suo intervento di replica ha definito l’intervento del presidente Pigliaru «un’autodifesa dettata da colleganza con l’assessore Spano e da ragioni di natura politica». «Chi ha responsabilità su ambiente e protezione civile – ha proseguito Pittalis – non può relegare le problematiche evidenziate nel corso del dibattito come eventi occasionali, non utili cioè a misurare capacità e adeguatezza dell’assessore». Il capogruppo ha accusato i consiglieri della maggioranza di «dare ragione ai sindaci che protestano contro l’assessore, quando sono sul territorio, e di difendere invece l’assessore quando sono seduti in Consiglio».

«Non serve – ha proseguito l’esponente della minoranza – far finta che nulla è accaduto, bisogna capire, infatti, cosa non ha funzionato nella macchina degli interventi e non si può solo affermare che i macchinari che non funzionano sono quelli acquistati nella passata legislatura.»

Pittalis ha quindi auspicato la fine della politica degli annunci da parte della Giunta ed ha evidenziato la carenza di fondi in bilancio per far fronte ai danni.

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato la convocazione della Quinta e della Seconda commissione per domani, giovedì 23 febbraio, alle 11 ed ha concesso la parola per dichiarazione di voto.

Ignazio Locci (Fi) ha preannunciato voto a favore («Serve riorganizzare la protezione civile e non basta che la Regione risponda al telefono alle richieste di aiuto», stessa dichiarazione da parte del suo collega di gruppo e di partito, Marco Tedde («Vi siete difesi con argomenti non pertinenti, l’assessore doveva ammettere le sue responsabilità») e da parte di Paolo Truzzu (Misto-Fdi): «L’assessore non mi ha convinto: dovete prendere atto di ciò che è accaduto e chiedere scusa»).

Mario Tendas (Pd) ha dichiarato voto contrario alla mozione («Davanti agli eventi eccezionali bisognerebbe evitare di accusarsi reciprocamente ma fare un’analisi seria per affrontare e risolvere i problemi dell’emergenza»), seguito da Piero Comandini (Pd): «Sono molte le discussioni che alimentano l’antipolitica e dico che la protezione civile va tolta dalla politica perché va oltre le istituzioni e la politica».

Contrario anche Luigi Lotto (Pd): «Non si fa marketing sull’emergenze non si fa speculazione e promozione politica su queste cose».

A favore, invece, Attilio Dedoni (Riformatori): «Auspico un confronto vero sul funzionamento della protezione civile in Sardegna» e Ugo Cappellacci (Fi) («Siete qui da tre anni, dite che la responsabilità del tutto è di Cappellacci, vi chiedo allora cosa avete fatto voi in questi tre anni nei quali governate la Sardegna»).

Favorevole anche Luigi Crisponi (Riformatori): dall’assessore abbiamo ascoltato un intervento debole e scoordinato, bene invece il presidente Pigliaru quando afferma che non servono contrapposizione su questo tipo di eventi.

Il presidente ha quindi proceduto con la votazione per appello nominale, il cui scrutinio ha dato il seguente risultato: favorevoli alla sfiducia dell’assessore dell’Ambiente 20, contrari, 32.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno giovedì 2 marzo, alle ore 16.00, con una seduta congiunta assieme al Consiglio delle Autonomie Locali in cui saranno affrontati i temi della Legge di Stabilità e dei rapporti Regione-Enti locali.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau al termine della seduta di questa mattina. La conferenza ha messo a punto anche la scaletta della riunione, suddividendo in modo paritario gli interventi dei rappresentanti del Cal e dei capigruppo del Consiglio.

Per quanto riguarda l’elezione dei Revisori dell’Ersu di Sassari, altro argomento che figurava all’ordine del giorno della seduta di questa mattina, il presidente Ganau eserciterà i poteri sostitutivi, tenendo conto delle indicazioni dei gruppi.

La Legge di Stabilità 2017, infine, comincerà il suo percorso in Consiglio una volta definiti i passaggi tecnico-giuridici relativi all’esercizio 2016 che si sono resi necessari a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale.

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«Un milione e mezzo di euro in più rispetto ai tre milioni di euro previsti nella legge di stabilità per il 2017». È questo, in sintesi, l’impegno assunto dal presidente Franco Sabatini (Pd), a nome della commissione Bilancio del Consiglio regionale, a conclusione dell’audizione dei rappresentanti delle compagnie barracellari della Sardegna.

Giuseppe Vargiu (Unione barracelli), Leonardo Pischedda (Compagnie barracellari) e Giovanni Chessa (Sindacato autonomo barracelli), nel corso dei rispettivi interventi, hanno illustrato ai componenti il parlamentino delle Finanze la difficile situazione delle 160 compagnie che impegnano 5.600 barracelli in compiti e funzioni strategiche per la tutela del territorio, la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente, soprattutto nelle zone interne e nelle aree rurali.

A preoccupare i barracelli è la riproposizione del taglio delle risorse rispetto al 2015 (lo stanziamento era stato di 4.5 milioni di euro)  che di fatto compromette la sopravvivenza di gran parte delle compagnie che hanno registrato, nell’ultimo anno, anche l’ulteriore riduzione del cosiddetto “premio” che ha raggiunto cifre tali – così hanno affermato Vargiu, Chessa e Pischedda – da far sì che il servizio dei barracelli goda di un premio pari a 16 centesimi di euro l’ora.

I barracelli hanno inoltre denunciato la presunta volontà della Protezione civile regionale di procedere con la cancellazione delle compagnie barracellari e di favorirne la progressiva marginalizzazione a vantaggio dei cosiddetti gruppi di protezione civile, la cui costituzione è in crescita nei diversi centri dell’Isola.

I rappresentanti dei barracelli sardi hanno quindi formalizzato la richiesta di intervento della commissione per incrementare lo stanziamento 2017, portandolo da 3 a 4.5 milioni di euro, nonché hanno sollecitato un intervento per accelerare la revisione della legge istitutiva del corpo di polizia locale e rurale (legge n.25 del 15 luglio 1988) e l’approvazione del disciplinare delle uniformi («da due anni giace senza esiti negli uffici dell’assessorato dell’Ambiente»).

Senza risposte adeguate i barracelli escludono la firma del protocollo di collaborazione con il Corpo forestale e la protezione civile regionale per il concorso nella campagna antincendi 2017.

A sostegno delle ragioni delle compagnie barracellari sono intervenuti nel corso dei lavori in commissione il capogruppo di Sel, Daniele Cocco («la riduzione degli stanziamenti ai barracelli è immotivata e incomprensibile»), il consigliere del Pd, Alessandro Collu («le compagnie barracellari sono insostituibili»), il consigliere Pd, Piero Comandini («serve ripristinare gli stanziamenti del 2015 e procedere spediti con la revisione della legge 25/88»), il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda e il consigliere della Base, Gaetano Ledda («con i fondi previsti nelle legge di stabilità 2017 le compagnie barracellari cesseranno di esistere, serve aumentare le risorse di almeno 1.5 milioni di euro»).

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«Vendere la casa dello studente per fare cassa sarebbe un grande sbaglio, non possiamo solo e sempre agire in termini meramente ragionieristici.»

Lo afferma Piero Comandini, esponente del Partito Democratico, in risposta alle affermazioni dell’assessore alla Pubblica Istruzione Claudia Firino.

«L’Università Cagliaritana che nella classifica dei migliori Atenei, curata del Censis – la Repubblica 2016/2017, si è posizionata al 6° posto tra le 15 valutate, merita sicuramente di più, i nostri ragazzi meritano maggiori servizi e maggiori opportunità – aggiunge Piero Comandini -. Circa il 50% degli iscritti risulta essere fuori sede, e l’Ersu, seppur tra le tante difficoltà, mette a disposizione circa 1000 alloggi di cui una parte riservata agli studenti con disabilità.

Davanti a questi numeri dobbiamo e possiamo solo ragionare in termini di potenziamento dei servizi, è di fondamentale importanza poter garantire un congruo numero di alloggi per gli studenti fuori sede, e lo diventa ancora di più se si considera che la maggior parte di essi proviene da famiglie monoreddito. Garantire servizi come il campus, le case dello studente, gli spazi di aggregazione, le biblioteche, le mense, i collegamenti pubblici, vuole dire creare i presupposti per una buona organizzazione e di conseguenza contrastare efficacemente la dispersione scolastica e permettere a tutti il raggiungimento dei più alti gradi di istruzione.»

«E’ assolutamente necessario – sottolinea ancora Comandini -, che la casa dello studente di via Roma si possa recuperare o in alternativa arrivare ad una permuta così da aumentare l’offerta dei posti letto. Altrettanto importante è fare in modo che il Campus universitario, per il quale l’Accordo di Programma è stato firmato nel lontano 2014 (ma le attività propedeutiche sono molto più lontane) non rimanga un miraggio – conclude il consigliere regionale del Partito democratico – e che presto possano iniziare i lavori, visto che i problemi tecnici che avevano bloccato l’inizio degli stessi pare siano stati superati.»

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Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Si è svolto ieri a Roma un incontro tra il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, il senatore Giuseppe Luigi Cucca e i consiglieri Regionali Piero Comandini e Franco Sabatini, un incontro, come l’hanno definito i rappresentanti della Sardegna, positivo e costruttivo dove il ministro si è dimostrato attento e sensibile alle problematiche illustrate.

Lo scopo dell’incontro è quello di risollevare l’economia del mondo agro-pastorale dell’isola, hanno detto i rappresentanti dei sardi, al ministro Martina sono stati esposti, oltre la situazione ormai grave del mondo agro-pastorale, la gravosa situazione del comparto lattiero-caseario con la crisi sul prezzo del latte che ha ormai toccato i minimi storici, problema che si sta affrontando anche nella competente commissione consiliare.   

Il ministro ha subito assunto impegni precisi ed importanti, e già oggi si potrebbero conoscere i particolari degli interventi che potrebbero essere attuati già dal mese di febbraio ormai alle porte.

In sintesi gli impegni a favore della Sardegna sono principalmente tre:

  • Le liquidazioni, da parte dell’organismo pagatore AGEA,  dei contributi e degli incentive del PSR 2014/2020, riferiti all’annualità 2015, per quanto riguarda le misure forestali, agroambientali e il miglioramento del benessere animale;
  • L’inserimento del pecorino sardo fra le “derrate alimentari che l’Unione Europea acquisterà e distribuirà alle persone indigenti” (finora il nostro prodotto era escluso da questo mercato), e questo sarà una sorta di volano per il mercato sardo;
  • Attivare le linee di intervento per favorire lo sviluppo sostenibile del patrimonio zootecnico-ovino.

Gli esponenti del Partito Democratico, Comandini e Sabattini, si ritengono pienamente soddisfatti dell’incontro col ministro Martina, un accordo quello siglato in data odierna che ha sicuramente raggiunto l’obiettivo, si tratta infatti di interventi importanti in grado di risollevale le sorti di un intero comparto che rappresentate gran parte dell’economia sarda.

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Il consigliere regionale Piero Comandini (PD) è il promotore di un’interrogazione urgente sulla politica di razionalizzazione delle sedi Sky che, per il momento, interessa il trasferimento, dalla sede di Sestu – Cagliari alla sede di Milano, di un reparto formato da dieci persone ma, in generale, i dipendenti ricevono proposte di trasferimento volontario verso il polo milanese, seppur con forti incentivi.

Sky, presente in Sardegna dal 2003, ha creato un grande numero di posti di lavoro, attualmente sono circa 1.000 dipendenti, usufruendo però di investimenti e incentivi pubblici sotto forma di sgravi fiscali e contratti agevolati, ciò che crea preoccupazione è la politica che da tempo Sky sta attuando, delocalizzare le attività lavorative e esternalizzare i servizi; l’ultima notizia, data dall’amministratore delegato, risale a questi giorni scorsi e riguarda la possibile chiusura della sede romana, che potrebbe avere ricadute negative anche nella sede sarda.

La politica aziendale, prosegue l’esponente PD, sembrerebbe puntare tutto sul dimensionamento delle varie sedi a vantaggio della sede Milanese che diventerebbe così l’unico polo produttivo Sky e, visto che i conti aziendali non registrano passivi la decisione sembrerebbe dettata con l’unico obiettivo di aumentare i profitti, naturalmente tutto a discapito dei lavoratori;

«E’ assolutamente necessario – afferma Comandini – con fermezza e decisione, che l’azienda mantenga gli impegni assunti nel lontano 2003 con responsabilità sociale e d’impresa, la conclusione è una sola: I dipendenti e i sindacati auspicano un serio e tempestivo impegno da parte dell’azienda affinché si eviti il lento e graduale dimensionamento della sede di Sestu – Cagliari che porterebbe alla chiusura con il conseguente licenziamento del personale. Al Presidente dell’esecutivo chiediamo di valutare la possibilità di istituire un apposito tavolo interlocutorio con l’azienda, le organizzazioni sindacali e i lavoratori, affinché si valutino tutte le strategie possibili a tutela dei lavoratori.»