20 December, 2025
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La cancellazione delle pluriclassi continua a far discutere le forze politiche e l’utenza scolastica.

Sinistra sarda, in una nota diffusa stamane, invita la Giunta alla cautela ed auspica maggiore concertazione sui temi dell’istruzione ed in particolare per quelli che attengono il piano del dimensionamento scolastico e la prevista cancellazione delle pluriclassi, in una serie di piccoli centri dell’Isola.

«La cancellazione delle pluriclassi è una scelta politica che non condividiamo», ha dichiarato la responsabile dell’istruzione di Rifondazione comunista, Laura Stocchino, nel corso dell’incontro con la stampa tenutosi questa mattina in Consiglio regionale, insieme con il segretario regionale del Prc, Giovannino Deriu ed al consigliere regionale, Alessandro Unali.

I vertici della sinistra hanno ribadito l’urgenza di una legge regionale per «affrontare la riorganizzazione del sistema scolastico e dell’alta formazione in Sardegna» ed hanno sottolineato la validità delle indicazioni contenute nel disegno di legge approvato nel 2006 dalla Giunta guidata da Renato Soru, su proposta dell’allora assessore Maddalena Salerno (“Principi e norme per l’educazione, l’istruzione e la formazione professionale”).

«Aggredire il fenomeno della dispersione scolastica – ha spiegato il segretario Deriu – è un compito al quale non possiamo sottrarci e le iniziative da adottare non possono essere in contrasto con la lotta allo spopolamento dei piccoli paesi, dove dovrà essere sempre garantito un presidio di cultura e conoscenza». Il riferimento alla paventata chiusura delle pluriclassi è stato ripreso da Laura Stocchino nel richiamare l’opportunità di un’intesa con il Governo perché si «riaffermino le prerogative dell’Autonomia e si scongiuri l’applicazione nell’Isola delle rigide disposizioni ministeriali». L’esempio di successo citato dalla Sinistra sarda è quello della Regione Puglia, dove nell’arco di un quinquennio, a seguito di un apposito accordo siglato con lo Stato, si è ridotto di circa dieci punti in percentuale il tasso di dispersione scolastica.

«Non conosciamo su quali dati si basi l’affermazione che la dispersione scolastica si possa ridurre con l’eliminazione delle pluriclassi», hanno proseguito gli esponenti della sinistra che, con il consigliere Alessandro Unali, hanno concluso con un invito rivolto alla Giunta «perché apra un dibattito pubblico che coinvolga istituzioni, sindacati, famiglie e associazioni studentesche, per promuovere una legge che riaffermi la specialità sarda e chiarisca cosa intende l’esecutivo Pigliaru per diritto all’istruzione in Sardegna».  

Con la scusa della riorganizzazione dell’assessorato regionale del Lavoro, la Giunta Pigliaru dà il ben servito alla Formazione professionale, sia pubblica che privata. Nell’ambito del piano di riordino dell’Assessorato si stabilisce la dismissione di alcuni Centri regionali di formazione professionale, tra i quali potrebbero figurare anche Carbonia e Sant’Antioco. Si preannuncia così una nuova stagione di passione per i lavoratori sopravvissuti (ex legge 42) alla mannaia di Renato Soru del 2006.

Con tale decisione si cancella quasi definitivamente la formazione professionale in Sardegna e si impedisce ai centri nel mirino dell’assessorato del Lavoro di assolvere al ruolo di sedi decentrate della Regione nel territorio. Inoltre non si capisce perché questa Giunta continui imperterrita a tagliare i servizi nelle periferie sarde, così come ha fatto con la sanità. Anziché garantire quelli essenziali per ridare speranza ai territori dimenticati che attraversano momenti di estrema difficoltà come il Sulcis Iglesiente, Pigliaru e i suoi professori, armati di calcolatrice, paraocchi e tappi per le orecchie, cancellano tutto senza farsi alcuno scrupolo. Il centrosinistra, poi, non solo intende estinguere la formazione pubblica, ma non esprimendosi sul futuro della formazione di tipo privato dà a intendere che un suo rilancio non rientri nei progetti.

Ma l’aspetto forse più grave, sintomo della distanza assiderale tra la Giunta e i sardi, è che sebbene l’esecutivo Pigliaru si appresti a eliminare alcuni centri regionali non dice una parola sul futuro dei lavoratori che prestano servizio in queste strutture. Che intenzioni ha la Giunta? Vuole forse cancellare la cosiddetta “Lista ad esaurimento ex legge 42”?

Il Governatore rimetta mano al Piano di riassetto dell’assessorato regionale del Lavoro con l’obiettivo irrinunciabile di salvare la formazione professionale, in quanto ancora oggi un utile strumento per la preparazione di futuri tecnici, impiegati, operai qualificati. Ma soprattutto Pigliaru chiarisca quale sorte spetta ai lavoratori che con la chiusura dei centri si troveranno senza occupazione, benché, di fatto, dipendenti della Regione Autonoma della Sardegna.

Infine, un appello ai colleghi consiglieri regionali eletti nel Sulcis Iglesiente affinché si uniscano in questa battaglia e lottino per evitare che ancora una volta il territorio più povero d’Italia venga penalizzato da una politica poco attenta alle reali esigenze dei cittadini.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia

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I consiglieri regionali del Centro Democratico Anna Maria Busia e Roberto Desini plaudono all’interessamento del segretario regionale del Partito Democratico sardo, Renato Soru, per l’istituzione dell’agenzia sarda dei tributi.

«Apprendiamo con piacere che il segretario regionale del Pd, Renato Soru, abbia raccolto l’invito lanciato dal Centro Democratico Sardegna con una proposta di legge presentata poco più di un mese fa, e abbia riacceso i riflettori sulla necessità di istituire un’agenzia sarda per la riscossione e l’accertamento dei tributi», hanno detto Busia e Desini, che rilanciano sui tempi e modi di affrontare la discussione a livello istituzionale.

Nel mese di novembre il gruppo consiliare Centro Democratico ha presentato una proposta di legge che, se approvata, rivoluzionerebbe le modalità di accertamento e riscossione dei tributi statali di pertinenza della Regione in Sardegna, delegando tutte le funzioni necessarie a una specifica agenzia regionale. La legge, composta di sei articoli, prevede il rafforzamento del ruolo della Regione in materia di accertamento e riscossione delle entrate tributarie statali di spettanza regionale e l’istituzione di un’autonoma Agenzia per l’accertamento e la riscossione delle entrate regionali locali. Con la nuova norma il Centro Democratico si propone quindi uno strumento che consentirebbe alla Regione e ai sardi di gestire in maniere più veloce e precisa i fondi che lo Stato deve corrispondere alla Sardegna in virtù delle entrate tributarie. In pratica, con la nascita di un’agenzia regionale delle entrate o con l’attribuzione di una delega che autorizzi la Regione a riscuotere e accertare direttamente il prelievo fiscale, la cassa dei tributi statali versati dai sardi resterebbe nell’Isola. In questo modo si potrebbero abbattere i tempi di rientro dei soldi nei forzieri regionali, garantendo allo stesso tempo che l’ammontare di quei denari sia quantificato con certezza assoluta. Cancellando il passaggio intermedio dei tributi nelle casse dello Stato, la Regione si metterebbe inoltre al riparo dal rischio di vedersi attribuire, erroneamente, minori entrate, come è avvenuto negli ultimi anni.

Per accelerare l’iter che porterà all’istituzione di un’agenzia tributi sarda, Busia e Desini, si augurano che, «la problematica relativa all’agenzia regionale delle entrate sia inserita nella discussione di questa Finanziaria».

Il tema dell’individuazione dei siti sui quali costruire i depositi per lo stoccaggio dei rifiuti e scorie radioattive che riguarderebbe anche la Sardegna sta scatenando la reazione preventiva del mondo politico isolano, sia di maggioranza sia di opposizione.

«A nome mio e del Gruppo del Partito Democratico che rappresento in Consiglio regionale – denuncia il consigliere regionale Pietro Cocco – esprimo la più netta contrarietà ad accoglierle. Vigileremo ed intraprenderemo tutte le azioni possibili per evitarlo, facendo valere le decisioni dei territori e difendendo i nostri diritti, come già dichiarato dal presidente Francesco Pigliaru e dal segretario regionale del PD Renato Soru.»

«La battaglia a difesa dell’isola dall’insediamento militare – aggiunge il capogruppo del Partito Democratico – è un prerogativa storica della sinistra sarda, ci sono ragioni importanti a sostegno della nostra contrarietà, dimostrate anche recentemente con le richieste al Governo Nazionale per la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale e con la richiesta forte che si ritrovi un riequilibrio con le altre Regioni italiane. Vanno bene le dichiarazioni di tutti coloro che esprimono contrarietà, anche quelle dei convertiti dell’ultima ora (che oggi abbracciano le spinte autonomiste e negli anni in cui hanno governato l’isola hanno amministrato appiattiti sulle posizioni del governo “amico”), a patto che evitino di lasciarsi andare ad affermazioni avventate e fuori luogo.»

«Ognuno di noi ha la sua storia e personalmente posso rivendicare con forza di avere sempre combattuto su questo tema anche quando da sindaco del comune di Gonnesa nel novembre del 2008, manifestai la netta contrarietà e indisponibilità ad eventuali decisioni sfavorevoli del Governo nazionale, approvando col Consiglio comunale, all’unanimità, un ordine del giorno che rifiutava categoricamente qualsiasi possibilità che venissero costruite nell’ambito territoriale di propria competenza e nel sottosuolo centrali elettriche con reattori nucleari o che gallerie di miniera potessero ospitare scorie di altri impianti», dichiarando pertanto Gonnesa comune denuclearizzatoNon pensino gli estensori del bando nazionale per l’individuazione del sito unico di stoccaggio – sottolinea ancora Pietro Cocco -, di incantarci con le sirene dei centri di ricerca e dei posti di lavoro perché non cederemo su nulla. Faremo fino in fondo la nostra parte coi Sardi e in difesa dei Sardi – conclude Pietro Cocco – perché vogliamo e dobbiamo essere noi gli artefici della linea di sviluppo per la Sardegna.»

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Happy Birthday Carbonia, City of Mines, Art and Culture!

To know the origins of my beloved city, you need to go back a good 76 years.

It was in 1936 that Benito Mussolini consented to the setting up of a city within the mineral basin of Sulcis, and he had the brilliant idea of building the city with the goal of obtaining the maximum possible from the coal reserves. In just two years, a workers’ village in the ‘mouth of a mine’ attracted labourers from various parts of Sardinia plus mainland Italy. During the first phase, temporary workers constructed the city, but subsequently, many workers decided to settle in Carbonia and work in the mines. The realization of the city was initially taken care of by the engineer Gustavo Pulitzer, but then given to the engineer Cesare Valle, plus the architect Ignazio Guidi, who was assisted by, then replaced by, Eugenio Montuori. A city was born with ordered architecture, simple houses and few decorative elements, iron and trachyte featuring in the main.

To co-ordinate everything, “the regime” decided to create the Italian Coal Office – L’Azienda Carboni Italiani.

For sure, at the beginning, there were more than a few problems… a predominantly male presence, many different dialects, and a sense of isolation.

The work in the mines, however, bonded the workers, making many feel less lonely. Together they ‘gave life’ to the mines which were utilized during the entire Second World War, and the post-war period; but then declined in importance until their closure in 1964.

Unfortunately, at that time, the mines were abandoned. Buildings, machinery and tools with which people had ‘given their all’ remained forgotten, until, under the auspices of the council administration run by Antonangelo Casula, a restoration plan was formulated, finances for it arriving from the European Community. The site became an object of intense interventions, of reconstruction and of re-working. It became a reality with the birth of the ‘Italian Centre for Coal-related Culture’, inaugurated on 3rd November 2006 in the presence of The Speaker of the House of Deputies, Fausto Bertinotti, the President of the Region of Sardinia, Renato Soru, the President of the Carbonia-Iglesias Province, Pierfranco Gaviano, and the Mayor of Carbonia, Salvatore Cherchi. The mine today is ‘a treasure’ utilized under the umbrella of culture, tourism, instruction and science.

The mineshafts, lamp rooms, and equipment rooms bear witness to the history of all those who in the tunnels worked, suffered, and often, lost their lives. The museum has collected a vast array of objects and documents which, “from coal-covered” and “sweaty, injured hands”, come to us, not to be forgotten, but to be remembered by ‘the elders,’ and to be made known to ‘the youngsters’, along with the origins of Carbonia…

… a city that ‘today’ is trying to rise again… a city where the young cannot find work… where the workplaces suffer and often slam shut their gates…where unemployment assumes a character truly alarming… where family poverty is steadily increasing… where the natural beauty of the surrounding land should save us from ‘a slow, certain death”…

A gift for your 76th birthday?

I know you would like to receive certain things: a warm embrace from your citizens, who, together, for you, could do so much, dedicating a little of their time to re-evaluating every corner of the city, just like they did in the past, when friendly hands lovingly looked after you, without asking anything in return, just for the pleasure of seeing you smile. Let’s appreciate you again.

Nadia Pische (traduzione di Elisabetta Basciu)

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Il Duce inaugura CarboniaIl Duce inaugura Carbonia 2Inaugurazione di Carbonia Arrivo Fausto Bertinotti 1 Bertinotti 0 Bertinotti 675  Bertinotti in miniera 3 Cocco-Bertinotti 1 Fausto Bertinotti 2 Fausto Bertinotti 3 Murgia-Bertinotti 1 Murgia-Bertinotti-Cherchi Bertinotti in miniera 2IMG_5582

Buon compleanno Carbonia, città mineraria, d’arte e cultura!

Per conoscere le origini della mia amata città bisogna tornare indietro di ben 78 anni…

Era il 1936 quando Benito Mussolini constatò l’esistenza di un bacino minerario nel Sulcis ed ebbe così la brillante idea di edificare la città, al fine di ottenere il massimo rendimento dai giacimenti carboniferi. In soli due anni nasce un villaggio operaio “a bocca di miniera” che attira a sé masse di lavoratori provenienti da altre parti della Sardegna e da diverse regioni italiane. Nei primi periodi la manodopera viene utilizzata per costruire la città ma successivamente molti degli operai decidono di stabilirsi a Carbonia e lavorare in miniera. L’ideazione della nuova città, inizialmente curata dall’ingegner Gustavo Pulitzer, viene poi affidata all’ingegner Cesare Valle e all’architetto Ignazio Guidi, coadiuvati e poi sostituiti dall’architetto Eugenio Montuori. Nasce una città dall’architettura ordinata, con abitazioni semplici e pochi elementi decorativi, ferro e trachite rossa la fanno da padroni.

Per coordinare il tutto, “il regime” decide di costituire l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani).

Certo i disagi iniziali non sono pochi… una presenza maschile molto forte… una varietà linguistica che propone un ventaglio di dialetti diversi… dilaga così un sottile filo di solitudine…

Il lavoro in miniera però unisce gli operai, in alcuni casi dà loro conforto facendoli sentire meno soli. Insieme “danno vita” ad una miniera che verrà poi sfruttata durante tutto il periodo del secondo conflitto mondiale e nel periodo post-bellico, per poi pian piano vedere decrescere il suo prestigio sino ad arrivare alla chiusura, nel 1964. Purtroppo, da quel momento la miniera viene abbandonata… edifici… impianti e macchinari che tanto avevano “dato”, rimangono lì dimenticati da tutti… fino a quando per volere dell’Amministrazione comunale guidata da Antonangelo Casula, viene ideato il progetto di recupero, dall’Unione Europea arrivano ingenti finanziamenti ed il sito diventa oggetto di poderosi interventi di ristrutturazione e rifunzionalizzazione, e diventa definitivamente realtà con la nascita del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC), inaugurato il 3 novembre 2006, alla presenza del presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, del presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, del presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Pierfranco Gaviano, e del sindaco di Carbonia, Salvatore Cherchi. La miniera è oggi un “tesoro” fruibile sotto il profilo culturale, turistico, didattico e scientifico.

Pozzi, Sale Argani e Lampisteria raccontano la storia di tutte quelle persone che, in quelle gallerie, hanno lavorato, sofferto e troppe volte perso la vita. Il Museo accoglie una vasta collezione di oggetti e documenti che… “da mani nere di carbone”, “da mani sudate e ferite”, sono arrivati a noi, per non far dimenticare, per ricordare ai “più grandi” e per far conoscere ai “più piccoli” l’origine di Carbonia…

… una città che “oggi” cerca di risorgere… una città dove i giovani non riescono a trovare un lavoro… dove le attività soffrono e troppo spesso ormai chiudono i battenti… dove la disoccupazione assume caratteri allarmanti… dove la povertà delle famiglie aumenta sempre più… dove le naturalezze del territorio circostante potrebbero salvarci da “morte lenta e sicura”

Un regalo per il tuo settantaseiesimo compleanno?

So per certo cosa ti piacerebbe ricevere… un forte e caloroso abbraccio dai tuoi cittadini, che insieme, per te potrebbero fare tanto… dedicando un poco del loro tempo a rivalorizzare tanti angoli della città… proprio come avveniva in passato, quando amabili mani ti curavano con amore… senza chiedere niente in cambio… solo per il piacere di vederti ridente… ridiamo lustro alla città…

Buon compleanno Carbonia!

Nadia Pische

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Il Duce inaugura CarboniaIl Duce inaugura Carbonia 2Inaugurazione di Carbonia Arrivo Fausto Bertinotti 1 Bertinotti 0 Bertinotti 675  Bertinotti in miniera 3 Cocco-Bertinotti 1 Fausto Bertinotti 2 Fausto Bertinotti 3 Murgia-Bertinotti 1 Murgia-Bertinotti-Cherchi Bertinotti in miniera 2IMG_5582

Il presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, Antonio Solinas, replica alle accuse del centrodestra sul Piano casa.

«Invece di una battaglia politica intrisa di demagogia – ha detto stasera Antonio Solinas -, ci aspettiamo che il centrodestra porti avanti lo spirito di collaborazione che ha finora dimostrato nei lavori della commissione, per arrivare quanto prima all’approvazione della legge che riordina l’edilizia in Sardegna.»

«Certuni esponenti dell’opposizione sono fuori strada: a differenza di quel che dicono loro, questo testo dà certezze e trasparenza a tutto il settore in Sardegna – aggiunge l’esponente del Partito democratico -. E non nasce dal nulla, ma dalla condivisione e dal confronto sia all’interno della maggioranza sia con le associazioni di categoria, i sindacati e la società. A tutti i cittadini è stata data la possibilità di inviare per via telematica le proprie osservazioni direttamente all’assessorato.»

«Al contrario della passata legislatura, non esistono interessi più o meno palesi da tutelare: in commissione stiamo lavorando per una legge a vantaggio di un settore importante per la nostra isola – dice ancora Solinas -. Anche sul peso più o meno presunto di Soru, i colleghi della minoranza vanno a vuoto: Renato Soru è il segretario regionale del Partito democratico, ma il presidente della Regione è e rimane Francesco Pigliaru. I gruppi consiliari lavorano nella totale autonomia e stanno discutendo ulteriori e possibili modifiche al ddl, alcune giunte anche dagli ordini professionali.»

«La nostra unica preoccupazione – conclude il presidente della IV commissione – è arrivare in tempi brevissimi all’approvazione di questo testo: l’economia sarda ne ha un grande bisogno.»

E’ scontro aperto tra i Riformatori sardi e la Fondazione Banco di Sardegna.

«Sarà la Procura della Repubblica ad occuparsi della Fondazione Banco di Sardegna», ha dichiarato stamane l’avv. Roberto Frongia, componente del coordinamento regionale dei Riformatori sardi, annunciando l’iniziativa del partito dopo la lettera di diffida con richiesta di risarcimento danni, ricevuta il 20 novembre scorso da uno studio legale di Milano e indirizzata allo stesso Frongia ed al coordinatore provinciale sassarese del partito Michele Solinas.

Oggetto della diffida, alcune dichiarazioni riprese dalla stampa rilasciate da Frongia e Solinas sia sulla “contiguità” fra gli organi di governo della Fondazione ed il Pd che sulla gestione del patrimonio ad essa affidato.

«Le stesse cose che diciamo noi da tempo – ha osservato Frongia – le dicono pubblicamente anche autorevoli esponenti del Pd come Arturo Parisi ed il presidente della Regione Francesco Pigliaru, oltre ad economisti come Tito Boeri e Luigi Guiso, notoriamente vicini al Pd.»

«La verità – ha concluso l’avv. Frongia – è che hanno voluto colpire noi perché ci occupiamo di questi problemi dicendo le cose come stanno. Chiediamo da tempo trasparenza sulla Fondazione ed ora la chiediamo anche a Renato Soru, nuovo segretario regionale del Pd, su almeno tre punti: intreccio fra Fondazione, Banco di Sardegna e Partito democratico, operazione Sardaleasing, uscita della Fondazione dal Banco come prevede la legge.»

 

THotel Cagliari copia

Il prossimo 20 novembre Legacoop Sardegna celebra il suo 11° Congresso. L’appuntamento, in programma a Cagliari, presso il THotel, vedrà la partecipazione di 270 delegati provenienti da tutti i territori della Sardegna e, a partire dalle 9.30, durerà per l’intera giornata. Giunge a conclusione di sei assemblee territoriali che hanno visto confrontarsi e discutere nei diversi territori della Sardegna rappresentanti delle cooperative, delle istituzioni locali, della politica e delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali.

Parteciperanno ai lavori del congresso il Presidente Nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, il parlamentare europeo Renato Soru, il senatore Ignazio Angioni, il Vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai, il prof. Roberto Malavasi, dell’Università di Cagliari, insieme ai rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali.

Al centro del dibattito congressuale ci saranno i temi della crisi, nelle sue diverse articolazioni ed espressioni, in particolare con i suoi effetti negativi sul lavoro, e delle opportunità di sviluppo, del ruolo fondamentale che la cooperazione sta svolgendo e vuole svolgere, insieme ad altri, per una nuova rinascita della Sardegna.

Lo slogan del Congresso, “all’orizzonte UNA Sardegna”, è la sintesi della forte volontà espressa da Legacoop in direzione di una ricomposizione del dibattito tra le classi dirigenti di tutte le componenti economiche, sociali e politiche della nostra regione, con l’obiettivo di unire le tante idee della Sardegna del futuro che oggi coesistono, spesso fortemente contrastanti l’una con l’altra, e comunque incapaci di costituire una impalcatura ideale attorno alla quale ricostituire il tessuto sociale, economico e produttivo di questa regione.

 

Renato Soru 06

La docente universitaria Giannarita Mele, ex segretaria della Cgil Scuola, è la nuova presidente del Partito Democratico della Sardegna. E’ stata eletta oggi dall’assemblea regionale scaturita dalle primarie che il 26 ottobre hanno portato all’elezione a segretario dell’europarlamentare Renato Soru, riunitasi per la prima volta al Teatro Parco degli Scolopi, a Sanluri, alla presenza del nuovo segretario.

L’elezione di Giannarita Mele, espressa dalla componente del senatore Ignazio Angioni, 47 anni, secondo classificato alle spalle di Soru alle primarie, è scaturita da un accordo che ha riportato unità nel partito anche con la componente del terzo candidato alle primarie, l’ingegner Thomas Castangia, 39 anni, che ha espresso una delle due vicepresidenti, Sara Marrocu, capolista nel Sulcis. L’altra è Micaela Morelli, espressa dalla maggioranza.