29 April, 2024
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«I risultati positivi raggiunti fino a oggi dalla Regione Sardegna nella lotta alla peste suina rischiano di svanire in meno di un anno se la Giunta non adotterà immediatamente nuove misure di contrasto alla peste suina africana che, seppur in misura minore rispetto agli anni precedenti, ancora attanaglia gli allevatori sardi. Come denunciato dal deputato sardo del M5S Alberto Manca l’immobilismo attuale è deleterio.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, che ha promosso un’interrogazione (sottoscritta anche dai colleghi del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi) sulla necessità di pianificare nuovi e necessari abbattimenti per contrastare la peste suina.

«Ci troviamo in una pericolosissima situazione di stallo, poiché da marzo 2019, a seguito dell’insediamento della Giunta Solinas, gli abbattimenti degli animali allo stato brado e infetti sono stati interrotti. Ma c’è di più: attualmente ancora non risulta l’esistenza di un documento programmatico volto a pianificare le necessarie attività di abbattimento – aggiunge Michele Ciusa -. Come già denunciato da Alberto Manca questa situazione rischia di compromettere l’evoluzione del percorso virtuoso portato avanti negli anni e tradire l’aspettativa di totale eradicazione della peste suina dei maiali e dei cinghiali nell’arco di uno al massimo due anni, come previsto.»

Così, la battaglia portata avanti da Alberto Manca a livello nazionale, condivisa dai consiglieri Michele Ciusa, Desirè Manca, Alessandro Solinas e Roberto Li Gioi (M5S) è approdata con rinnovato vigore in Regione grazie all’atto promosso da Michele Ciusa (M5S).

A rischio anche le attività di export: «Certi che anche la maggioranza in Consiglio intenda tutelare le aziende sarde ed evitare serie ripercussioni di carattere economico nelle filiere suinicole e di trasformazione isolane, chiediamo che i controlli sui capi di bestiame riprendano al più presto possibile, e che riprendano subito anche le necessarie attività di abbattimento».

Michele Ciusa chiede al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu se siano a conoscenza dell’incremento della popolazione di suini tenuti illegalmente al pascolo brado e quali iniziative intendano intraprendere «per evitare che l’inerzia della Regione possa pregiudicare l’eradicazione della Peste Suina Africana». Ma anche, «di potenziare il supporto logistico offerto dalle forze di polizia agli operatori impegnati nelle relative attività di controllo in modo da velocizzare e semplificare i procedimenti burocratici necessari».

gianluigideidda@gmail.com

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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, chiede alla collega Elena Fancello, passata al gruppo Misto, di rispettare gli elettori sardi e rassegnare le dimissioni.

«”Ho avuto l’onore di essere stata selezionata dagli attivisti e votata dai sardi che credevano in me e nella nostra offerta politica”. Queste sono soltanto due righe del lungo discorso della consigliera Elena Fancello con il quale ha motivato la sua scelta di passare al gruppo Misto. Due righe oltremodo significative a mio avviso – sostiene Desirè Manca -. Due righe che racchiudono in sé un concetto fondamentale: la consigliera Fancello ha avuto l’onore di essere stata selezionata non da un gruppo di cittadini sardi vicini a un partito qualsiasi, bensì dagli attivisti del Movimento 5 Stelle. La consigliera Fancello non è stata votata dai sardi che credevano in un’offerta politica generica, ma ha avuto l’onore di poter far parte della massima Assemblea sarda grazie al voto di tanti cittadini convinti di aderire ad un’offerta politica ben precisa, quella del Movimento 5 Stelle.»

«Indubbiamente la sua elezione è strettamente collegata ai valori, ai risultati ottenuti e alle battaglie portate avanti dal Movimento 5 Stelle negli anni. Indubbiamente è legata al simbolo del Movimento 5 stelle. Un simbolo che, in questo caso, parrebbe essere stato utilizzato come un grande bacino utile al solo scopo di raccogliere le preferenze necessarie all’ottenimento di una poltrona in Consiglio regionale – aggiunge Desirè Manca -. È in nome dell’onestà nei confronti degli elettori che chiedo le dimissioni dal Consiglio regionale di Elena Fancello, a nome mio e dei consiglieri regionali Alessandro Solinas, Michele Ciusa e Roberto Li Gioi.»

«Per coerenza, per onestà, ma soprattutto per rispetto di tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle e dei suoi portavoce chiedo alla consigliera Fancello di fare un passo indietro e compiere un atto dovuto: rassegnare le dimissioni subito – conclude Desirè Manca -. Il voto rappresenta la volontà del popolo, tradire questo mandato significa non avere rispetto di quello che è un esercizio democratico.»

Nel suo intervento, la capogruppo del M5S parla esprime una posizione condivisa da altri tre consiglieri pentastellati. Desirè Manca non cita Carla Cuccu, consigliera iglesiente eletta nella lista circoscrizionale di Cagliari. Carla Cuccu che, viceversa, è stata citata da Elena Fancello nella nota in cui ha annunciato la sua decisione di abbandonare il M5S e di aderire al gruppo Misto. Nello specifico, Elena Fancello ha tenuto a sottolineare che  «l’unica, insieme a me, a firmare la proposta di modifica della legge riguardante l’apprendistato professionalizzante, elaborata dagli attivisti del “tavolo lavoro” durante la scrittura del programma regionale, è stata la collega Cuccu».

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Il conigliere regionale del M5S Alessandro Solinas ha presentato una mozione (firmata anche da Desirè Manca, Roberto Li Gioi e Michele Ciusa) che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad attivarsi su tutti i fronti per la valorizzazione e la promozione del sito archeologico di Mont’e Prama e di tutti i reperti rinvenuti. L’obiettivo è far sì che le preziose statue dei Giganti e tutti i reperti, attualmente distribuiti tra i musei Nazionale di Cagliari e Civico di Cabras, tornino nella loro terra d’origine, a Cabras, nella Penisola del Sinis.

«Il sito di Mont’e Prama deve diventare un luogo capace di raccontare l’identità dei territori sardi, inserito in un contesto tematico e archeologico capace di attrarre un alto numero di visitatori da tutto il mondo, e perché questo sia possibile è necessario l’impegno della Regione Sardegna.»

«Governatore e Giunta – questa la prima richiesta contenuta nella mozione – devono fornire garanzie sulla necessaria conclusione del periodo di temporaneità dell’esposizione frammentata delle sculture originali di Mont’e Prama iniziato nel 2011, garantendo il massimo impegno per far sì che il polo museale di Cabras abbia la maggiore preminenza, sia per quanto riguarda la redistribuzione che la valorizzazione delle opere. Il rilancio di Mont’e Prama è un progetto ambizioso al quale non mancano le potenzialità perché si generi una concreta ricaduta economica e di immagine sull’intero territorio regionale, anche nell’ambito di un rilancio dello sviluppo della Sardegna coerente con l’approccio della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sugli adempimenti conseguenti all’ordinanza della Corte di Cassazione sulla richiesta di referendum abrogativi ed il bilancio consolidato.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, alcuni consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il consigliere di Udc-Cambiamo Giorgio Oppi, auspicando che si possa mettere ordine nel disordine, ha ricordato la recente riunione dei capigruppo per consentire al Consiglio di operare in modo più spedito ma, ha osservato, tale volontà appare vanificata dalla decisione di convocare la quinta commissione per la giornata di giovedì, per cui è opportuno lo spostamento della riunione

Laura Caddeo, dei Progressisti, firmataria di una mozione presentata il 10 ottobre scorso per discutere le linee guida dal Piano di ridimensionamento scolastico, ha raccomandata la sollecita discussione dell’argomento perché, nel frattempo, l’assessorato ha convocato Comuni e dirigenti scolastici in assenza delle linee guida.

Il presidente ha recepito la richiesta.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ripercorso un suo intervento nella precedente seduta, finalizzato al rispetto della legge che prevede per i consiglieri regionali la disponibilità delle delibere di Giunta. Questo ancora non avviene, ha lamentato, e si tratta di un diritto che va salvaguardato.

Il presidente ha preso atto delle richiesta.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto l’inversione di ordine del giorno per trattare prioritariamente gli argomenti legati al bilancio che rivestono carattere di urgenza.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto 10 minuti di sospensione proprio in considerazione delle novità intervenute nel contenuto di alcuni documenti di provvedimenti di bilancio.

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha invitato la maggioranza a riflettere sulla necessità di assicurare il numero legale in presenza di provvedimenti che richiedono una maggioranza qualificata; occorre a suo avviso una regola chiara perché l’opposizione è stanca di coprire le assenze della maggioranza.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha ribadito che la richiesta di sospensione è dovuta soltanto alla necessità di approfondire il contenuto di alcune norme e spiace, ha aggiunto, che l’opposizione intervenga strumentalmente per far rilevare una presunta mancanza del numero legale che invece c’è.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha protestato contro quello che ha definito un teatrino che non va bene. Bisogna dire le cose come stanno, ha aggiunto, e cioè che il motivo della sospensione è dovuto alla la delibera di modifica di referendum presentato dalla Lega che richiede la maggioranza qualificata, cosa che adesso non c’è.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, ha chiesto l’autorizzazione ad allargare la pausa dei lavori per poter incontrare il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova sul prezzo del latte, paventando che forse la seduta riprenderà di pomeriggio.

Il presidente ha sospeso la seduta per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 98 (Giagoni e più) “sugli adempimenti conseguenti all’ordinanza della Corte di Cassazione sulla richiesta di referendum abrogativi.

Illustrando il provvedimento, il consigliere Dario Giagoni ha affermato che occorre dare seguito alle osservazioni dell’ufficio competente della Corte di Cassazione, con riferimento sia alla formulazione del quesito che va integrato con la trascrizione dei testi di cui si richiede l’abrogazione, che alla modifica della denominazione della richiesta referendaria. Quindi, ha concluso, è necessario anche cambiare il testo della mozione approvata dal Consiglio il 25 settembre scorso.

A nome della Giunta, la vice presidente Alessandra Zedda ha annunciato la rimessione all’Aula.

Per dichiarazione di voto il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ribadito le argomentazioni sostenute nella seduta precedente.

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20), favorevole, ha detto che i recenti fatti della politica richiedono ancora di più un rapporto sempre più stretto fra istituzioni e cittadini, superando alchimie incomprensibili. La proposta referendaria farà molto bene al dibattito ed alla comunità che sarà messa nelle migliori condizioni per comprendere compiutamente le scelte che la riguardano. Un segnale in questa direzione, ha concluso, è arrivato in modo molto forte dalle recenti elezioni regionali dell’Umbria.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha ricordato che il testo della mozione precedente, come aveva sostenuto l’opposizione, era scritto male, tanto è vero che la stessa Cassazione ha introdotto modifiche significative.

Messa ai voti, la mozione n.98 è stata approvata con 35 voti favorevoli

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del Documento n. 3 riguardante il bilancio consolidato della Regione per il 2018.

Il consigliere del Psd’Az Stefano Schirru, relatore di maggioranza, ha ricordato che il documento comprende il risultato economico patrimoniale e finanziario del sistema Regione inserito nella riforma normativa per il controllo della finanza pubblica, che va approvato entro il 30 settembre con riferimento all’anno precedente. Dal consolidato, ha proseguito, manca la relazione dei Revisori dei Conti il cui collegio non è stato ancora completato, ma l’elemento più significativo riguarda la visione incompleta dei dati relativi ad Enti ed Agenzie perché non tutti hanno trasmesso la prescritta relazione in tempi utili. Per questo, ha concluso, è auspicabile l’adozione di provvedimenti adeguati e di direttive che consentano sia un indirizzo più incisivo della capogruppo-Regione, che una maggiore efficienza in tema di governance e controlli.

Il consigliere Massimo Zedda, relatore di minoranza, ha sottolineato alcuni aspetti preoccupanti del consolidato, sia per quanto concerne la sottovalutazione degli obblighi delle partecipate nei confronti della capogruppo-Regione, fatto che determina una vistosa carenza di dati numerici, riferibili a ben 15 soggetti su 32 che non hanno trasmesso documenti, indebolendo di fatto il consolidato in termini di programmazione controllo ed intervento in caso di inefficienze. A nostro giudizio, ha aggiunto, il documento presenta anche una sottovalutazione degli effetti delle assunzioni effettuate dalle partecipate che si riflette sulla capacità assunzionale della capogruppo e non deve andare fuori controllo. Zedda ha infine proposto che, all’atto della nomina degli amministratori, siano introdotte in un quadro di indirizzi più stringenti, misure sanzionatorie con il taglio dei premi di produzione, per quanti non presentino in tempo i documenti di bilancio.

Il presidente ha dato la parola all’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Fasolino, il quale ha condiviso  l’analisi fatta dal consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, e ha affermato di ritenere utile avere uno strumento che consenta di intervenire sull’amministratore o il commissario dell’ente. Per Fasolino sarebbe necessario che gli obblighi venissero estesi anche a quelle società, seppur piccole, che non rientrano nel bilancio consolidato, ma che incidono sul bilancio della Regione.

L’Aula ha poi approvato gli allegati 1, 2, 3 e, infine ha dato il via libera al documento con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha aperto la discussione sul successivo punto all’ordine del giorno: il Disegno di legge 22/A “Riconoscimento di debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettere a) ed e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), e successive modifiche ed integrazioni, e autorizzazione di spese non rientranti tra i debiti fuori bilancio di cui all’articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011”.

Ha preso la parola il relatore di maggioranza, Stefano Schirru (Psd’Az), il quale in apertura ha ringraziato il vice presidente della Commissione bilancio, Cesare Moriconi, e la struttura della Commissione per il lavoro svolto.

Il provvedimento in esame, ha spiegato Stefano Schirru, prevede due tipologie di debiti fuori bilancio: quelli derivanti dalle sentenze esecutive e quelli per l’acquisizione di beni e servizi in assenza di un preventivo impegno di spesa. Poi all’articolo 3 è presente un elenco di spese non rientranti tecnicamente nei debiti fuori bilancio: si tratta dei contributi obbligatori dovuti all’Anac in occasione della pubblicazione di gare e spese di notifica di verbali per violazione del codice della strada. L’articolo 4 prevede la copertura finanziaria e infine l’articolo 5 l’entrata in vigore. Il testo del disegno di legge, ha continuato il relatore, è correlato da una dettagliata relazione nella quale, come chiarito dall’assessore alla Programmazione, ciascun assessorato interessato, dopo aver ricostruito l’iter di formazione dei debiti in esame ha attestato la sussistenza degli stessi. I dati sono poi stati verificati dall’assessorato della Programmazione.

Stefano Schirru ha poi spiegato che l’assessore, in Commissione, ha anche illustrato i due emendamenti proposti dalla Giunta: un emendamento aggiuntivo all’articolo 2 per ulteriori debiti dovuti all’acquisizioni di beni e servizi da parte degli assessorati, e un emendamento articolo 4 che ricalcola il totale delle risorse necessarie per la copertura anche dell’emendamento all’articolo 2 (1,945 milioni per il 2019 e 5.937 euro per il 2020). La commissione Bilancio ha approvato, nella seduta del 16 ottobre 2019, il Disegno di legge in esame come modificato e integrato dagli emendamenti, ha concluso Schirru, con i voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e l’astensione dei gruppi di opposizione.

Come relatore di minoranza è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha ringraziato anche lui per il lavoro svolto il vice presidente Cesare Moriconi e referendari consiliari. Il consigliere di opposizione ha esaminato nel dettaglio due punti. Il primo è stato quello relativo alla “realizzazione di un sistema di monitoraggio elettronico e di sistemi di comando per la prevenzione degli incendi nelle zone boschive individuate dal piano regionale ex legge 1 marzo 1975 n. 47”, per cui il Servizio vigilanza e coordinamento tecnico della Direzione generale del Corpo forestale, in data 4 giugno 2008, non aveva approvato la relazione e il certificato di collaudo presentato, ritenendo che gli atti fossero affetti da abbondanti sintomi di inidoneità per verificare se il sistema di monitoraggio elettronico fosse eseguito secondo le prescrizioni tecniche prestabilite ed in conformità al contratto e agli atti aggiuntivi successivi. Nella stessa data veniva revocato l’incarico ai collaudatori e successivamente negato il pagamento degli onorari.  Con sentenza del Tribunale di Cagliari, pubblicata il 20 novembre 2018, la Regione è stata condannata al pagamento degli onorari e delle spese. Massimo Zedda ha chiesto di capire cosa avesse originato nel 2008 l’opposizione della Regione e se quel sistema di monitoraggio contestato ha poi funzionato.

Il secondo debito fuori bilancio di cui si occupato il relatore di minoranza è stato quello relativo alla vicenda di Tuvixeddu, quando, ha spiegato Massimo Zedda, due legislature fa la Regione Sardegna scelse la via dell’arbitrato. Gli arbitri, ha ricordato il consigliere, avevano stabilito che la Regione dovesse risarcire 84 milioni di euro. Un anno fa si è scoperto, ha continuato Massimo Zedda, che la Regione deve 1 milione di euro. Il consigliere dei Progressisti ha chiesto di capire quali azioni e motivazioni siano state presentate per ottenere questo stravolgimento e quali azioni la Regione stia intraprendendo per riottenere gli 83 milioni di euro già erogati. Massimo Zedda ha, infine, dichiarato il voto di astensione.

Il presidente Pais ha dato quindi la parola alla Giunta. L’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Fasolino, ha ritenuti esaustivi gli interventi dei due relatori e ha affermato che, come assessore del Bilancio, ha il ruolo di riconoscere i debiti fuori bilancio in base all’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42). Giuseppe Fasolino ha poi affermato che per entrare nel merito delle vicende che hanno portato ai debiti fuori bilancio riconosciuti è opportuno fare riferimento agli assessorati competenti.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che è stato approvato con 28 voti favorevoli e 20 astenuti. L’Aula ha poi approvato gli articoli 1 e 2 con 32 voti favorevoli e 21 contrari.

Sull’articolo 3, il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha presentato un emendamento aggiuntivo orale per recepire una norma nazionale e consentire agli operatori che hanno concessioni demaniali di poter mantenere le strutture montate fino al 31 dicembre 2020, in attesa dell’approvazione di una norma regionale specifica. Contro l’emendamento si è pronunciato il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus. Sono poi intervenuti Giovanni Satta (Psd’Az), Massimo Zedda (Progressisti), Angelo Cocciu (FI) e Giuseppe Meloni (Pd). (eln)

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha invitato il presidente del Consiglio a dichiarare prima della discussione l’eventuale ammissibilità o meno degli emendamenti presentati: «Posto che la materia debba essere affrontata con un provvedimento organico noi non vogliamo entrare nel merito della questione, ponevamo solo una questione di opportunità».

Il consigliere Roberto Li Gioi (M5S) si è detto dispiaciuto per la decisione del gruppo dei progressisti di opporsi all’emendamento orale «fondamentale per tutelare una categoria di imprenditori che ha bisogno di certezze».

Il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha ribadito la sua posizione: «La nostra posizione è chiara: la norma statale può e deve essere applicata. Se non c’è competenza della Regione sul demanio vuol dire che la competenza è dello Stato. Alcune norme statali possono essere recepite automaticamente, per altre occorre farlo espressamente. In questo caso, l’assessorato all’urbanistica non vuole prendersi responsabilità. Non si può chiedere al Consiglio di esprimersi su una materia sulla quale non ha competenza. Si rischiano contenziosi che potrebbero trasformarsi in un danno per i lavoratori. La mia contrarietà è dovuta anche a questioni di metodo, credo che il tema meriti una seria istruttoria. Devono essere sentiti tutti: direttori dei servizi, direttori generali e assessori».

Il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu (Forza Italia) si è pronunciato a favore dell’emendamento chiedendo alla maggioranza di andare avanti nella discussione.

Il proponente Franco Mula (Psd’Az) ha ribadito: «Non votare un emendamento per una questione di metodo mi sembra davvero singolare. Non lo chiedo per me ma per chi ha problemi in tutta la Sardegna. Si tratta solo di recepire una legge nazionale».

Giorgio Oppi (Udc), rivolto all’on. Cocciu, ha ricordato le disposizioni del regolamento sulla presentazione di emendamenti orali in aula: «Stiamo perdendo tempo, quando un solo consigliere si oppone l’emendamento decade, non c’è oggetto di discussione».

Sulla stessa linea il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, che però ha avanzato una proposta: «Visto che non c’è unanimità sull’emendamento perché non fare un ordine del  giorno per chiedere all’assessore di applicare la normativa nazionale? Se la norma esiste va applicata, altrimenti si danneggiano le persone che lavorano costringendole a spendere inutilmente i pochi soldi che hanno guadagnato d’estate».

Di diverso avviso Massimo Zedda (Progressisti): «Abbiamo già affrontato questo tema delle concessioni balneari discutendo la mozione presentata da Dario Giagoni (Lega). Il problema nasce perché la norma sta cedendo davanti ai tribunali e c’è difficoltà di applicarla da parte degli uffici, anche a livello nazionale. Ci sono dubbi di legittimità. Se a questo si aggiungono i nostri problemi con i piani di utilizzo dei litorali si capiscono i timori degli uffici. Serve chiarezza, finora i tentativi di risolvere in modo differente le varie  situazioni sono andati a sbattere contro un muro. Continuare ad affrontare in questo modo la questione rischia di arrecare danno a chi opera nei litorali».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha contestato la linea dell’opposizione: «Presenteremo una proposta di legge. La gente però deve sapere che l’emendamento non è passato per questioni di lana caprina».

Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato non ammissibile l’emendamento orale per la contrarietà di una parte della minoranza e ha messo in votazione l’articolo 3 “Autorizzazione alla copertura di spese non rientranti tra i debiti fuori bilancio di cui all’articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011” che è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento aggiuntivo n.1 che riconosce un debito fuori bilancio di 315 euro a favore dell’Anac (contributo obbligatorio per l’espletamento di alcune gare).

L’Aula ha poi  approvato l’emendamento n.2, sostitutivo totale dell’art.4 (Copertura finanziaria), l’articolo 5 “Entrata in vigore” e la Tabella allegata.

Il testo finale del provvedimento è stato, infine, approvato con 31 voti a favore. 23 gli astenuti.

Successivamente, il presidente Michele Pais ha messo in discussione il terzo punto all’ordine del giorno: Variazione del bilancio del Consiglio regionale. Ad illustrarla il questore Antonio Piu (Progressisti): «Si tratta di circa 10 milioni di euro di avanzi di amministrazione. Soldi non spesi dal Consiglio regionale che adesso vengono liberati. Abbiamo avanzato all’assessore al bilancio una proposta di utilizzo della somma». Posto in votazione il documento è stato approvato con con 45 voti contrari e tre astenuti.

Il presidente Michele Pais ha quindi annunciato la richiesta di rinvio in commissione “Bilancio” della Risoluzione n.1 sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra Stato e Regione.

Sul punto ha preso la parola il consigliere Cesare Moriconi (Pd): «Prendo atto dell’orientamento del Consiglio vorrei però che si capisse il senso dell’iniziativa discussa e approvata con urgenza dalla Commissione – ha affermato Cesare Moriconi – quel documento si riferiva a una data precisa, il 15 luglio, termine in cui il Governo doveva decidere sulla misura degli accantonamenti da inserire nella legge di stabilità.

Questa risoluzione puntava a una mobilitazione generale e alla convocazione straordinaria del Consiglio. Non è una ricerca di responsabilità politica. Oggi c’è ancora il rischio che la Sardegna continui a dover contribuire pesantemente al risanamento della finanza pubblica nazionale. Se non si interviene entro la definizione della prossima legge di stabilità il rischio aumenta. Serve una battaglia unitaria di tutto il Consiglio. Tutti i parlamentari sardi devono impegnarsi nella prossima legge di stabilità. Ecco perché credo che un ulteriore rinvio sia un errore. Chiedo che in commissione si acceleri la revisione del dispositivo approvato».

Il presidente Michele Pais si è detto d’accordo con Moriconi e ha auspicato che i lavori della commissione “Bilancio” si concludano nel più breve tempo possibile. «Questo – ha detto Michele Pais – è il tema dei temi. Serve una soluzione rapida». Posta in votazione la richiesta di rinvio in commissione della Risoluzione n.1 è stata approvata per alzata di mano.

Il presidente ha quindi dichiarato conclusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 5 novembre.

 

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La Seconda e la Quarta commissione, riunite in seduta congiunta per un primo confronto sul tema dei cambiamenti climatici, hanno audito due studenti aderenti al “Fridays for future”, il grande movimento globale ispirato dalla svedese Greta Thunberg e che, anche in Sardegna, ha riportato nelle piazze migliaia di giovani per richiamare l’attenzione, di opinione pubblica e istituzioni, sui temi dell’ambiente e l’ecologia.

Ismail Samed ed Alice Beccari hanno illustrato i principali argomenti all’attenzione del movimento e ribadito l’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici insieme con la volontà di proseguire, ancor più convintamente, nelle diverse iniziative finalizzate a favorire efficaci azioni di mobilitazione individuale e collettiva.  Sollecitati anche dagli interventi dei consiglieri dei Progressisti (Massimo Zedda, Maria Laura Orrù, Laura Caddeo); del Movimento 5 Stelle (Desirè Manca e Roberto Li Gioi); da Ignazio Manca (Lega), Francesco Mura (FdI) e Piero Comandini (Pd), i due studenti non si sottratti dall’offrire un punto vista sulle questioni di attualità nell’Isola ed  in particolare su quelle che attengono l’energia, lo sviluppo industriale e i trasporti.

Ismail Samed e Alice Beccari hanno dichiarato ferma contrarietà all’ipotesi dell’utilizzo del metano in Sardegna e più in generale «a qualunque forma di utilizzo dei combustibili fossili» esprimendosi a favore soltanto delle cosiddette “energie rinnovabili”. Un fermo no, dunque, alla dorsale sarda, agli impianti di rigassificazione, ai collegamenti con il tubo sottomarino ed anche alle centrali a carbone attualmente operanti nell’Isola. Non piace agli studenti del “Friday for future” neppure l’ipotesi di un rilancio dell’industria in Sardegna («gli annunci di questi giorni sembrano quelli fatti in altre epoche quando si propagandava l’industrializzazione con i piani di rinascita che sono poi stati un fallimento») mentre si auspica «il varo di un nuovo piano energetico alternativo rispetto a quello approvato nella passata legislatura». «Ascoltare e coinvolgere i giovani – è stato il messaggio finale degli studenti – nelle scelte che condizionano il futuro e considerare l’emergenza climatica e ecologica come reale e soprattutto come questione centrale nelle decisioni politiche».

A seguire, la Seconda commissione si è riunita, sotto la presidenza di Alfonso Marras (Riformatori sardi), per l’audizione dell’assessora del Lavoro e del direttore dell’Aspal sulla cosiddetta “vertenza articolo 58” che riguarda l’inquadramento del personale transitato, per effetto di due leggi regionali, dalle amministrazioni provinciali all’Aspal. Come è noto, i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Sadirs, non concordano sull’ipotesi di accordo formulata dall’amministrazione e, ad esclusione della Cgil, hanno però mostrato segnali di apertura, nella trattativa che li contrappone all’assessorato e all’agenzia, per ciò che attiene “la decorrenza della parte economica” (gli arretrati spettanti ai lavoratori).

L’assessora Alessandra Zedda ed il direttore Aspal, Massimo Temussi, hanno ribadito la difficoltà nell’applicazione delle norme regionali per il corretto inquadramento del personale (comporterebbero costi troppo elevati rispetto alle coperture finanziarie) ma, preso atto delle disponibilità dichiarate dalle tre sigle sindacali e raccogliendo l’invito dei componenti la commissione consiliare, hanno accettato di procedere in tempi rapidi con una rivisitazione dei contenuti e delle tabelle, precedentemente formulate, nella proposta di accordo.

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L’on. Desirè Manca (M5S) è la prima firmataria di una mozione tesa a favorire la somministrazione delle cure per la sclerosi multipla nell’Isola.

La Sardegna è l’area geografica più colpita al mondo dalla sclerosi multipla. Nell’isola, ogni 100mila abitanti sono 337 quelli colpiti dalla patologia, a fronte di 193 su 100mila del resto d’Italia. Le donne sono colpite maggiormente rispetto agli uomini.

«Oggi la ricerca ha fatto innumerevoli passi avanti nella cura della malattia e grazie a terapie adeguate il suo avanzamento può essere progressivamente rallentato, consentendo alle persone che ne sono colpite di vivere in maniera dignitosa nonostante le limitazioni – spiega Desirè Manca -. L’efficacia delle cure dipende dal rispetto di una rigorosa cadenza temporale nella somministrazione dei farmaci. Un aspetto fondamentale che purtroppo per i malati sardi, soprattutto per quelli residenti nel Nord e nel Centro Sardegna, non è sempre semplice da rispettare, data la carenza di strutture dedicate. In Sardegna – aggiunge Desirè Manca – è possibile beneficiare di tutte le principali tipologie di cura della patologia e delle cure sperimentali soltanto nelle strutture sanitarie della città di Cagliari. In tutti i presidi ospedalieri del resto dell’isola le cure a disposizione sono molto limitate, questo nonostante le disposizioni dettate dalle più recenti leggi regionali improntate ad assicurare modelli organizzativi omogenei su tutto il territorio regionale.»

La mozione, sottoscritta dai consiglieri del M5S (Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi) e dai consiglieri di minoranza e maggioranza (Moro, Marras, Deriu, Ganau, Cocco, Salaris, Maieli, Piu, Piano, Satta, Sechi), punta a ottenere che i protocolli di cura della sclerosi multipla siano diffusi in tutta la Sardegna.

«Conosciamo le criticità della rete dei trasporti in Sardegna e l’inadeguatezza della viabilità, per questo riteniamo fondamentale che ogni area della nostra isola, molto estesa geograficamente, sia coperta dai servizi di cura di una patologia per la quale la costanza nelle cure è un elemento fondamentale. Attraverso questa mozione intendiamo quindi impegnare il presidente della Regione e l’assessorato regionale della Sanità ad adottare i provvedimenti necessari per far sì che tutti i protocolli e i percorsi terapeutici siano resi praticabili, con uniformità di trattamento, anche nel centro e nel nord Sardegna – conclude Desirè Manca -, potenziando le strutture esistenti, e dando concreta attuazione al diritto di cura di tutti i malati sardi.»

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Il Consiglio regionale ha esaminato il disegno di legge n° 51/A contenente “Disposizioni in materia di enti locali”. La seduta, stamane, è stata aperta dal presidente Michele Pais. Ha chiesto la parola il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale ha lamentato l’impossibilità di avere informazione sulle delibere approvate dalla Giunta per i ritardi nella pubblicazione sul sito della Regione. Francesco Agus ha, inoltre, riferito di aver presentato, in base all’articolo 105 del Regolamento “Diritto all’informazione”, due richieste di accesso agli atti 15 giorni fa e di non aver ottenuto risposta. Francesco Agus ha chiesto al presidente Michele Pais di informarsi se il presidente della Regione ha opposto il segreto d’ufficio sugli atti. Se così non fosse, Francesco Agus ha annunciato che domani mattina si presenterà negli uffici per ritirare la documentazione richiesta.

E’ poi intervenuto il consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta, che ha chiesto al presidente Michele Pais di sollecitare l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, affinché convochi urgentemente il tavolo tecnico che va a monitorare il percorso terapeutico dei pazienti affetti da sclerosi multipla, una malattia, ha spiegato che «riguarda 356 casi su 100.000 abitanti in Sardegna». Gianfranco Satta ha ricordato di aver presentato un’interrogazione, la numero 131, come ci sono stati anche gli interventi delle colleghe, Desirè Manca (capogruppo del M5S) e dalla consigliera Carla Cuccu (M5S).

Annalisa Mele (Lega) è poi intervenuta per esprime «sentimento di un orrore che ci ha invaso alla notizia che l’attivista curda per i diritti delle donne, Henvir Khalaf, è stata brutalmente trucidata in Siria con altre otto persone». La consigliera della Lega ha poi aggiunto che «tanta barbarie ci disgusta e ci rafforza nelle convinzioni che sovranità dei popoli come quello curdo è un valore inviolabile nella società moderna», criticando l’incapacità dell’Europa di esprimere una minimo di politica estera coerente e ferma sul Medio Oriente. Mele ha concluso affermando che la Lega «propugna la sovranità delle nazioni perché crede nella sovranità della persona, donna, uomo, di ogni colore. Tutti siamo figli di un Dio che ci ha creato uguali».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha chiesto una sospensione di dieci minuti per una conferenza dei capigruppo per definire in che modo andare avanti con i lavori.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, si è detto d’accordo con la richiesta di sospensione, ma ha ricordato ai colleghi la necessità di essere puntuali e presente in Consiglio regionale e nelle Commissione per consentire l’esecuzione dei lavori. Mula ha proposto di modificare il Regolamento.

Il Consiglio è sospeso per dieci minuti ed è stata convocata la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione sul punto all’ordine del giorno, disegno di legge 51/A “Disposizioni in materia di enti locali” e ha dato la parola al relatore di maggioranza, Pierluigi Saiu (Lega), presidente della commissione Autonomia.

«L’esame del disegno di legge n. 51, trasmesso dalla Giunta regionale il 18 settembre e inserito all’ordine del giorno della prima Commissione il 23 dello stesso mese, è iniziato nella seduta immediatamente successiva del 26 a seguito dell’illustrazione del provvedimento da parte dell’Assessore competente in materia di enti locali convocato in audizione. I gruppi di maggioranza condividono le ragioni alla base del provvedimento oggi in discussione in Assemblea. Esse sono essenzialmente fondate – ha affermato Pierluigi Saiu – sulla natura fiduciaria del rapporto tra gli amministratori straordinari e l’organo politico competente oltre che sulla esigenza di proseguire un regime transitorio nelle more della definizione di una legge di riforma del sistema degli enti locali della Sardegna, riforma la cui necessità è avvertita in maniera stringente da tutta la Commissione.»

Il presidente Pierluigi Saiu ha poi proseguito: «Detta riforma dovrà tenere conto della necessità di una disciplina organica, capace, cioè, di ricondurre nella stessa sede quelle materie che oggi non sono normate, oppure la cui disciplina appare incompleta o frammentata». E ha aggiunto che: «Il testo, licenziato a maggioranza nella seduta del 2 ottobre, è il risultato di un accordo raggiunto in Commissione che ha visto il ritiro di oltre 150 emendamenti presentati dai gruppi di minoranza, alcuni dei quali evidentemente inammissibili, e 2 emendamenti presentati invece da un gruppo di maggioranza. Contiene, poi, alcune modifiche rispetto al testo del proponente con riferimento all’articolo 1». Si tratta di modifiche che corrispondono, in larga misura, alle indicazioni contenute nella Relazione di analisi tecnico normativa (ATN).

«In particolare, da un punto di vista formale, sono stati approvati emendamenti finalizzati a migliorare la redazione del testo rendendolo più coerente con il dettato della legge regionale n. 2 del 2016 (riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna), attraverso: il riferimento alle “Province” e non alle “circoscrizioni provinciali”; l’esplicitazione dei richiami normativi per evitare inutili duplicazioni di norme; l’eliminazione del rinvio alla disciplina della legge regionale n. 15 del 2013.»

Il presidente Pierluigi Saiu ha poi sottolineato: «Da un punto di vista sostanziale, i gruppi di maggioranza e di minoranza hanno condiviso l’esigenza di inserire un termine finale relativamente alla durata in carica degli amministratori straordinari al fine di rendere la relativa gestione maggiormente rispondente ai principi costituzionali in materia. Anche in questo caso, infatti, la Commissione ha accolto un’indicazione formulata in sede di analisi tecnico normativa e coerente con la giurisprudenza costituzionale in materia».

Per Pierluigi Saiu è apprezzabile «la scelta della Giunta regionale di inserire le disposizioni di cui sopra in apposito disegno di legge, rinunciando alla tentazione di inserire le stesse norme in provvedimenti di natura diversa, come avvenuto, invece, nella scorsa legislatura con l’articolo 2, comma 13, lettera b), punto 1) della legge regionale n. 5 del 2017. In quella sede il legislatore regionale sostituì il comma 7 dell’articolo 24 della legge regionale n. 2 del 2016, consentendo agli amministratori straordinari di restare in carica fino al 31 dicembre 2017. Quella disposizione, contenuta nella legge n. 5 del 2017, da un lato appare estranea alla materia disciplinata dalla legge di stabilità; dall’altro riduce enormemente gli spazi di critica politica al testo in esame per quelle forze che, maggioranza nella scorsa legislatura, oggi sono all’opposizione. Spazi di critica politica che possono apparire pretestuosi se consideriamo, infatti, che quelle stesse forze politiche nella precedente legislatura hanno approvato altri due distinti testi normativi (legge regionale n. 5 del 2018 e legge regionale n. 39 del 2018), recanti entrambi “disposizioni urgenti in materia di elezione dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali” dirette a introdurre ulteriori rinvii. Gli altri articoli approvati dalla Commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel testo del proponente».

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al relatore di minoranza, Roberto Deriu (Pd). Il consigliere della minoranza ha affermato: «Non rinunciamo a esprimere la nostra contrarietà al provvedimento, che è stato presentato nella Commissione dall’assessore degli Enti locali come l’inizio anticipatore di una grande riforma degli enti locali della quale però noi non troviamo traccia in questo disegno di legge. Questo disegno di legge – ha aggiunto Roberto Deriu – nella sua relazione afferma che ci sono i segni premonitori che annunciano la nascita di questo redentore degli enti locali però poi l’unico provvedimento sostanziale contenuto in questo disegno di legge è la sostituzione di tre amministratori straordinari e dei loro sub commissari. Abbiamo tentato in Commissione di soccorrere la Giunta sotto l’aspetto formale e siamo stati ringraziati» e ha aggiunto: «In aula, nella Conferenza dei capigruppo, abbiamo raggiunto un accordo su un civile confronto che, però, non ci esime dall’esporre le nostre ragioni, rappresentate da una serie di emendamenti politicamente significativi che sono all’attenzione di quest’aula: 51, 54, 18, 24, 30, 36». Deriu ha chiesto all’Aula e al presidente della Commissione Pierluigi Saiu di valutare anche l’ultimo blocco di emendamenti presentati a firma del collega del Pd, Piero Comandini.

Il vice presidente Piero Comandini ha dato la parola a consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta. Il consigliere dell’opposizione ha evidenziato che si tratta di una maggioranza “degli annunci e dei proclami”, che rispetto al ragionamento complessivo di una riforma necessaria e complessa delle autonomia locali, presenta un disegno di legge a cui, secondo Gianfranco Satta, andava almeno cambiato il titolo. «In realtà – ha affermato il consigliere – tratta di disposizione e implementazioni di poltrone in materia di enti locali. E’ chiaro che l’obiettivo della maggioranza è di superare il Referendum del 4 dicembre 2016, a ragione o torto»” e intervenire il ruolo delle province di ente intermedio, con la capacità di avere autorevolezza nel confronto della Regione e di rappresentare anche i piccoli Comuni. Gianfranco Satta ha sottolineato di aver presentato un emendamento, insieme al collega Antonio Piu (Progressisti), per l’istituzione della Città metropolitana di Sassari. «Dispiace che questo emendamento non è stato accolto». Per Gianfranco Satta si prospetta un’approvazione di un Ddisegno di legge che andrà incontro a seri dubbi di legittimità costituzionale. E ha ricordato che nel 2018 la legge regionale della Sicilia, n. 168, che prevedeva l’elezione a suffragio universale per le Province è stata dichiarata illegittima. Secondo Satta bisogna ridate il governo delle province ai sindaci.

Dopo l’on. Gianfranco Satta per il Pd ha preso la parola l’on. Salvatore Corrias, sindaco di Baunei, che ha detto: «Il ddl circoscrive il raggio d’azione a un ambito assai ristretto ed è curioso leggere nella relazione della Giunta di un alto tasso di improvvisazione attribuito al legislatore nazionale. L’improvvisazione è invece qui, perché questa non è una riforma degli enti locali ma una povera dichiarazione di intenti. Quale sarebbe la vostra riforma? Quale sarebbe la vostra visione se non un patriottismo posticcio e romantico? Non si coglie nulla e ci sono voluti 60 giorni per i sindaci del mio territorio per ottenere un’audizione in commissione». L’oratore ha proseguito: «La Corte costituzionale ha già detto con chiarezza che i commissari sono a termine, per loro natura, ed è necessaria una riforma di sistema che pure tutto il sistema degli enti locali ha caldeggiato. Dovete fare una riflessione in prima commissione, sentendo davvero il parere dei territori. Ecco perché voteremo contro.»

Per l’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) «l’unica cosa che interessa alla Giunta sono le nomine dei commissari, non le province. Questo mi sembra evidente e nel dirlo faccio tesoro di tutti gli esempi e di tutte le esperienze. Siamo esasperati per questa spartizione di posti, per la vostra invenzione di questi sub commissari finalizzata a non lasciare nessuno senza sedia. Vedrete che la Consulta avrà da dire su questo. Se non vi basta il buon Cencelli provate con il buon senso: non riuscite da mesi nemmeno a nominare il nuovo presidente della commissione Bilancio, dopo le dimissioni del sindaco Paolo Truzzu. State perseguendo meri istinti di conservazione: noi di Cinque stelle le poltrone le tagliamo e voi le aumentate».

L’on. Maria Laura Orrù (Progressisti) ha esordito affermando che «questo testo non ha nulla a che fare con i problemi dei territori e con una riforma degli enti locali. Invece è proprio dai piccoli paesi che nasce la storia del nostro popolo, i piccoli centri dove tutto, dalla scuola ai trasporti, è più difficile. Sono queste le zone della Sardegna che dobbiamo maggiormente ascoltare nella redazione di una autentica proposta di riforma».

Il sindaco di Escolca, on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola invitando anche «i colleghi della maggioranza a esprimersi, non a fare silenzio. Vorrei che fosse chiaro che questa non è una riforma degli enti locali ma una semplice sostituzione con legge degli attuali commissari con commissari più graditi. Tutto qui, nonostante il Consiglio delle autonomie locali ha già detto no a questa ipotesi di riforma. Ma siamo d’altronde nel periodo in cui l’assessore agli Enti locali non va all’assemblea dell’Anci e scatta selfie in giro per la Sardegna con il suo direttore generale. Siamo in un momento storico in cui vi trincerate nelle stanze del potere e provate a distribuirvi tutti gli incarichi possibili: basta guardare la composizione della Giunta regionale per trarre le giuste conclusioni». L’esponente di Leu ha proseguito: «Con questi comportamenti  è evidente che si allontanano i cittadini, sapete parlare giusto di commissari e sub commissari. Non c’è un’idea di questa terra, destinata a continuare a dividersi: siete in stato confusionale».

Per la Lega l’on. Pierluigi Saiu, presidente della commissione Autonomia, ha detto: «Voi dite che nel testo di legge non c’è una vera riforma e io rispondo che non c’è nessuno in quest’Aula che sia disposto a riconoscere che la vostra passata riforma degli enti locali del 2016 debba essere difesa. Siete voi i primi a dire che quella legge va riformata e che non va bene. Dunque, siamo consapevoli che questo nostro testo di legge serve  soltanto a disciplinare una situazione transitoria per consentire di scrivere la vera riforma e consentire che siano i sardi a scegliere chi deve governare i loro territori. Non ci stiamo inventando poltrone ma il ruolo dei sub commissari è già previsto nella vostra riforma del 2016: a volte basta leggere per non fare brutte figure. I Sardi vi hanno tolto la fiducia proprio perché non avete fatto quel che il popolo si attendeva: non avete davvero il diritto di fare lezioncine, abbiate il buon gusto. Aggiungo: i sindaci facciano i sindaci e abbiamo gli strumenti per farlo bene. Non è giusto che facciano i presidenti della provincia né gli amministratori straordinari».

Per il Movimento Cinque stelle l’on. Roberto Li Gioi ha replicato all’on. Pierluigi  Saiu: «Noi le normative le conosciamo e sappiamo che non fate altro che aggiungere poltrone alle poltrone, in ossequio alla tradizione della peggiore politica, priva del minimo afflato di vicinanza ai cittadini. Il vostro cambiamento è esattamente questo: poltrone e amministratori straordinari per dare sfogo agli appetiti. Poco importa poi se non vi presentate nelle commissioni, se sospendete e poi annullate le sedute del Consiglio».

A seguire per i Progressisti ha preso la parola l’on. Massimo Zedda: «Il testo che ci avete sottoposto era pieno di corbellerie grammaticali e giuridiche, in tutti gli ambiti del diritto escluso il diritto canonico. Perfino il titolo che avete proposto parlava di “collegi provinciali” invece che di province, l’unico organo costituzionale. Abbiamo audito i due docenti di diritto costituzionale di Cagliari e Sassari ed entrambi hanno affermato che si possa andare a elezione diretta del presidente della Provincia: piaccia o meno ma quella scelta è nella disponibilità della legge statale, non della legge regionale. Questo deve essere chiaro e deve essere detto con chiarezza. Suggerirei anche di rileggere il parere del Cal, che non hanno bisogno di interpreti: parlano di vulnus democratico e di demagogia delle vostre norme. Mi sembrano concetti abbastanza chiari. Se è stato un errore non indire le elezioni prima non si capisce perché oggi vogliate reiterare l’errore, con una follia giuridica visto che la prossima primavera saranno rinnovati tantissimi Comuni sardi. Questa vostra riforma non mi convince perché non è una riforma e perché se davvero tenete al funzionamento delle province dovete mettere mano alla riforma della Regione, delegando i poteri ai territori. Mi rendo conto che sia il contrario esatto del vostro neo centralismo».

Sull’ordine dei lavori l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, ha chiesto al presidente Pais di proseguire la seduta a oltranza. L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è detto contrario e ha chiesto la sospensione di un’ora: «L’oltranza si concorda prima, non dopo». Per la Lega l’on. Dario Giagoni si è detto favorevole alla posizione dell’on. Giorgio Oppi così come l’on. Francesco Agus (Progressisti), che ha suggerito «di riunire la commissione alle 15.00per un parere compiuto».

Il presidente ha comunicato che gli iscritti a parlare sono ancora quattro, prima dei capigruppo,  quindi ha proposto una brevissima sospensione al termine degli interventi dei consiglieri consentendo nel frattempo alla commissione di esaminare gli emendamenti senza sospendere i lavori dell’Aula.

Successivamente è proseguita la discussione generale con l’intervento del consigliere Giuseppe Piu, dei Progressisti. Piu ha sottolineato che il tema degli Enti locali tema che ha inciso molto nella campagna elettorale dopo che la riforma approvata nella precedente legislatura aveva oggettivamente determinato molto malessere, ben cavalcato dal centro destra. Ora però, ha proseguito, è passato molto tempo ma dalla maggioranza non è arrivata alcuna proposta ad eccezione di discorsi vaghi sulla Provincia Gallura, la Città metropolitana di Sassari o l’istituzione di un numero imprecisato di nuove Province. Intendiamoci, ha riconosciuto, è legittimo cambiare i commissari ma sarebbe stato meglio soffermarsi su competenze e funzioni degli Enti locali allargando il campo ai rapporti delle autonomie con la Regione, le agenzie regionali e le società in house. Noi, ha concluso, sosterremo un nostro emendamento sulla Città metropolitana di Sassari, anche perché in Sicilia ne sono state fatte tre e la Giunta deve dire cosa pensa.

Sempre per i Progressisti il consigliere Diego Loi ha ricordato il confronto in commissione sul provvedimento, definito l’avvio di un percorso di riforma degli Enti locali della Sardegna ma, ha osservato, se questo è vero allora bisogna essere più concreti parlando di contenuti, di competenze e funzioni degli Enti e di rapporto con la Regione, tutte cose che dalla maggioranza non abbiamo sentito. Molto più onesto, a questo punto, parlare di legittima esigenza della maggioranza di avvicendare i commissari dei vari territori. Sul piano dei principi, ha detto infine, tutti siamo favorevoli all’elezione diretta dei presidenti di Provincia ma un tale principio non c’entra nulla con la sostituzione degli amministratori straordinari e semmai elude ancora una volta il cuore della riforma.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha sostenuto che dopo tante chiacchiere questa sarebbe stata l’occasione giusta per approvare una riforma organica degli Enti locali ed invece, ad otto mesi dall’inizio della legislatura, si riesce a malapena a presentare un testo blindato con dentro alcune nuove poltrone; in altre parole la montagna ha partorito un topolino per giunta molto affamato. Nella legislatura precedente, ha ricordato, si è vissuta una fase attraversata dalla legge Delrio, la costituzione della provincia del Sud che non ho votato, ed il dal referendum costituzionale che ha riportato in piedi le Province. Il mio emendamento sulla provincia del Nord Est, ha aggiunto, non è una provocazione ma è identico alla proposta di legge respinta nella passata legislatura; non ho niente contro lo “spoil system” ma la riforma non c’è e sospetto che il termine del 2020 nasconda con un’ulteriore proroga e l’ennesimo rinvio della riforma.

Il consigliere del Pd Luigi Piano ha dichiarato che è difficile dare una valutazione sulla riforma perché la riforma non c’è ma il tema non può essere eluso perché la Sardegna ne ha davvero molto bisogno, partendo da una riflessione sulla legge 2 del 2016 che deve essere cambiata ma non buttata via, senza dimenticare che è nata in un contesto politico che non comprendeva più le Province. Ora, ha continuato, il nostro compito è mettere in piedi una proposta nuova che valorizzi tutti i territori della Regione a cominciare dai più deboli partendo dal principio cardine del coinvolgimento dei Sindaci, magari dopo una sorta di stati generali, per farla nascere veramente dal basso. Se occorre, ha terminato, possiamo anche prenderci un po’ più di tempo anche perché a fronte nella necessità di dare vita ad organi democratici eletti col suffragio universale bisogna prendere atto che ciò è impossibile nel quadro normativo attuale.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le ore 15.00.

Alla ripresa dei lavori il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo Leu, Daniele Cocco, che ha lamentato il mancato rispetto dell’accordo assunto in conferenza capigruppo per la prosecuzione a oltranza dei lavori dell’Aula («ormai si adottano metodi insopportabili sia in Aula che nelle commissioni») ed ha denunciato le troppe assenze tra i banchi del Consiglio. L’esponente della minoranza ha quindi rivolto apprezzamento per il comportamento dell’ex commissario della Provincia di Sassari per essersi dimessosi in quanto nominato nella precedente legislatura: «Se tutti avessero fatto così, la maggioranza ci avrebbe evitato questo disegno di legge che serve solo a fare nuove nomine».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, dopo aver definito “poco decorosa” l’assenza della maggioranza in Aula, ha invitato il presidente Pais ad una “valutazione”. Il presidente del Consiglio, non ha nascosto l’imbarazzo per le assenze e ha sospeso i lavori per dieci minuti.

Alla ripresa il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è ritornato sul mancato rispetto degli accordi per l’andamento dei lavori («mi passa persino la voglia di difendere questa maggioranza e il gruppo non sarebbe stato in aula se il disegno di legge non fosse proposto da un assessore del Psd’Az»)ed ha replicato con accenti polemici ai consiglieri della minoranza ed in particolare agli onorevoli Lai e Orrù. Nel merito del disegno di legge, l’esponente della maggioranza, ha ammesso la volontà di procedere con le nomine di nuovi commissari ma soprattutto di voler dare il via al riordino degli Enti locali e consentire l’elezione diretta degli amministratori provinciali.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha rinunciato all’intervento, mentre il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha dapprima replicato alle accuse “del voler cercare nuove poltrone” fatte dall’esponente del M5S Li Gioi nel corso del suo intervento in sede di dibattito, e poi ha  ribadito l’opportunità dell’elezione diretta degli organi delle Province e rilanciato sull’istituzione della provincia Gallura.

Dopo una breve sospensione dei lavori, accordata da presidente Pais su richiesta del capogruppo Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, che con toni perentori a invitato la giunta e la maggioranza a presentare la proposta di riordino degli Enti locali che preveda l’istituzione della nuova provincia Gallura, prima della sospensione dei lavori per le vacanze natalizie («non accettiamo più ritardi né di essere presi in giro»).

L’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, ha dunque ribadito la volontà di procedere con la legge di riforma degli Enti Locali e con la previsione dell’elezione diretta di presidenti e dei Consigli provinciali («era una promessa fatta agli elettori e la manterremo»). L’esponente dell’esecutivo regionale ha quindi affermato l’opportunità di procedere con «una riforma che parta dal basso e che sia condivisa” e si è detto «disponibile ad accogliere eventuali indicazioni, proposte e suggerimenti da parte delle forze della minoranza». Quirico Sanna ha dunque rivolto parole di apprezzamento e riconoscenza all’ex commissario dell’amministrazione provinciale di Sassari («le sue dimissione sono state un gesto di buona politica») ed ha riaffermato il ruolo centrale del Consiglio nei processi di riforma («ma non faremo mai una legge di riordino che vada contro le volontà dei territori»). Sull’introduzione del voto per l’elezione degli amministratori delle province, l’assessore si è detto «pronto a sfidare anche il Governo». Quirico Sanna ha quindi concluso il suo intervento auspicando l’approvazione del disegno di legge n. 51.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha chiesto una sospensione dei lavori per una riunione dei consiglieri della maggioranza ed il presidente del Consiglio ha acconsentito.

Alla ripresa dei lavori, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per poter tenere una riunione dei gruppi di minoranza. La richiesta è stata accolta.

Dopo la sospensione, il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha sollecitato la convocazione della commissione per valutare gli emendamenti.

Il presidente ha chiesto al relatore di riferire su un accordo del quale però ha constatato il mancato perfezionamento ed ha quindi chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Per dichiarazione di voto il consigliere di Leu Eugenio Lai ha affermato che lo spettacolo della giornata dà la misura del senso di responsabilità della maggioranza di fronte a riforme di grande portata per la Sardegna. Il consigliere ha poi sollecitato l’esame degli emendamenti da parte della commissione, compito che non può essere svolto dal solo relatore di maggioranza. Eugenio Lai, infine, ha assicurato il contributo del suo gruppo, fermo restando il voto negativo, attraverso una serie di emendamenti.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S, respingendo le critiche della maggioranza,  ha ribadito il voto contrario del gruppo e la sua posizione già espressa nella discussione generale secondo cui la legge ha il solo scopo di aumentare le poltrone.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha chiesto l’applicazione dell’art. 84 del regolamento – 15° comma.

Il presidente ha chiarito che solitamente la norma richiamata è stata sempre interpretata nel senso di evitare il passaggio in commissione, tuttavia se la si vuole interpretare per appesantire i lavori non si può che applicarla formalmente. Michele Pais ha chiesto poi al Consiglio di chiarire l’orientamento prevalente, cioè se procedere col voto sul passaggio agli articoli e poi convocare la commissione per gli emendamenti.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che, a suo avviso, il regolamento va interpretato nel senso che sia le dichiarazioni di voto che lo scrutinio sul passaggio agli articoli sono sospese, per il tempo strettamente necessario alla commissione per l’esame degli emendamenti.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, assumendosi la responsabilità del mancato accordo con l’opposizione, ha annunciato la conferma di tutti gli emendamento della maggioranza e della Giunta.

Il presidente, dopo aver ricordato che per prassi la riunione della commissione si tiene dopo il voto sul passaggio agli articoli, ha sospeso la seduta per 30 minuti, convocando nello stesso tempo la commissione.

Alla ripresa dei lavori l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha ribadito i limiti della scelta dei commissari: «Sono contrari al dettato della legge nazionale e delle pronunce della giurisprudenza. Deve essere chiaro questo».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha chiamato in causa il compagno di partito, on. Roberto Deriu, autore di un fortunato romanzo: «Dopo la <Pantera di Bultei> è necessario che l’onorevole Roberto Deriu scriva <Il topolino di Monti>, perché scorrendo questo testo di legge viene da ricordare a tutti che si vota ogni cinque anni non perché lo diciamo noi ma perché lo dice la Costituzione. Nel testo non c’è traccia di riforma degli enti locali ma soltanto il desiderio di modificare persone di vostra fiducia, come è nelle regole del gioco tra maggioranza e opposizione. Avete seminato aspettative nella gente ma la verità è che nei vostri primi sei mesi avete superato cento nomine».

Per il gruppo Leu l’on. Daniele Cocco ha detto: «Ogni nostro impegno è stato assolto ma tocca a noi l’onere di questa leggina di proroga. Perché altro non è. Mi auguro che le nomine che farete siano di buon livello o almeno che siano nominate persone competenti nei ruoli di commissario o sub commissario».

Dall’opposizione ancora è arrivato l’annuncio  di voto negativo da parte dell’on. Gigi Piano (Pd): “Questa legge non è di riforma”. Stessa opinione da parte dell’on. Laura Caddeo (Progressisti)  mentre  l’on. Diego Loi (Progressisti) ha ribadito: «Ci troviamo davanti a una chiusura sulle nostre proposte. Denunciamo anche il fatto che siamo da un mese alle prese con questa leggina, tra lavori di commissione e di Aula. La Sardegna ha bisogno d’altro».

Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni si è espresso contro il passaggio agli articoli del disegno di legge e rivolto al presidente Michele Pais ha detto: «Vorrei sapere che destino avranno alcuni emendamenti a firma mia e dell’on. Gianfranco Satta».

Voto negativo è stato annunciato anche dall’on. Francesco Agus: «Non ci stupisce che la maggioranza voglia cambiare i commissari, sono favorevole anche io allo spoil system e fa parte del mandato di governo cambiare i rappresentanti. Più che altro, così come è scritta, questa legge ha la certezza di essere impugnata.  Ma mi stupisce il fatto che ancora una volta la maggioranza stia cercando di usurparci il ruolo e renda con i suoi litigi impraticabile quest’aula».

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha ribadito le motivazioni della contrarietà a questo provvedimento: «Non tenete nemmeno la parola e non prendete in considerazione tutti i suggerimenti che vi diamo. Non chiederemo sospensioni ma vi suggeriamo una profonda riflessione per arrivare a una nuova proposta di legge». Sempre per il Pd l’on. Valter Piscedda ha ribadito che «siamo all’inizio della legislatura e già non mantenete la parola. Quanto ci vorrà per tirare fuori un provvedimento organico? Aspetteremo fiduciosi». Contrario anche il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau: «Avete impiegato sei mesi per arrivare a questo e con questo provvedimento andremo ancora una volta a bloccare le elezioni. Abbiamo ritirato gli emendamenti e agevolato il percorso legislativo ma voi siete una maggioranza divisa che cerca di limitare i danni sospendendo i lavori. Questo ci costringe a ripresentare tutti i nostri emendamenti e a discuterli».

Negativo anche il voto annunciato dall’on. Massimo Zedda (Progressisti): «Si promettono cose irrealizzabile nell’assenza di idee. Altro che province: questo è un disegno di legge sul provincialismo. E’ stato così per la zona franca, per le Zes, per il goeoparco. Mai una scelta, per paura di scontentare».

Per l’on. Piu (Progressisti) «questo risultato fa capire che la maggioranza sarà pure ampia e solida come si dice da sola eppure non riesce a far passare un disegno di legge che cambia i commissari con altri commissari. Questo è un modo di lavorare che non porta a niente e peserà davanti a problemi ben più importanti».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato la maggioranza a una riflessione: «Governare – ha detto – significa assumersi le proprie responsabilità».

Giorgio Oppi (UDC) è intervenuto per respingere le accuse della minoranza: « Il centrosinistra ha fatto di peggio in passato. L’accordo prevedeva la presentazione di sei emendamenti e il ritiro di quelli della Giunta. Avete anche chiesto di approvarne uno, poi avete cambiato idea. Non potete fare processi a nessuno. Nella passata legislatura i lavori venivano interrotti continuamente, per ore. Avete concluso la legislatura in modo vergognoso facendo mancare il numero legale nella discussione della legge per l’istituzione della provincia Gallura».

Posto in votazione, il passaggio agli articoli è stato approvato con 30 voti a favore e 22 contrari.

Il presidente Michele Pais, dopo aver ottenuto il parere del relatore di maggioranza (negativo su tutti gli emendamenti presentati compresi quelli della Giunta) ha quindi messo in discussione l’articolo 1 con i relativi emendamenti. Negativo anche il parere della Giunta.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Francesco Agus: «Mi auguro che non si riammettano emendamenti intrusi come quelli sul personale. Ci sono emendamenti che presentano profili seri che meriterebbero da parte della maggioranza una riflessione altrettanto seria».

Il presidente Michele Pais ha rassicurato Agus ricordando che gli emendamenti nn. 56, 57 e 59 presentati dalla Giunta sono stati dichiarati inammissibili.

Ha quindi ripreso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha detto. «Quando ho visto il testo ho avuto la stessa reazione di Paolo villaggio dopo la visione del film “La corazzata Potemkin”. Non viene nemmeno rispettata la forma, si porta un testo che non può essere discusso in aula. La Giunta dispone di consulenti e assistenti legali, non è ammissibile che presenti testi che non stanno in piedi, a partire dal titolo – ha affermato Francesco Agus – il testo si apre con la locuzione “nelle more” frase con la quale abbiamo costruito, nel corso degli anni, una Regione provvisoria».

Secondo Diego Loi (Progressisti) gli accordi presi non sono stati disattesi dalla minoranza. «O il nostro emendamento ha un valore di carattere sostanziale o altrimenti non serve a nulla. Auspico che in tempi molto brevi che la commissione possa avere sul tavolo una proposta di riforma degli enti locali. Non si tratta di giochi tra maggioranza e opposizione ma del destino dei nostri comuni e di tanti sardi. Se si perde tanto tempo a ragionare su una parte minimale stiamo prendendo una direzione non corretta».

Massimo Zedda (Progressisti) ha espresso ancora dubbi sul Dl 51. «La discussione non mi ha convinto perché non mi ha convinto l’argomento principe. E’ giusto parlare di spoil system quando però si parla di qualcuno che deve interpretare gli indirizzi della maggioranza. Ora si discute invece delle province non come organi di pari grado costituzionale, ma come un braccio operativo della Regione. Le province non sono questo, sono istituzioni autonome di rango costituzionale. E’ il principio sbagliato. Così come è sbagliata tutta l’azione della Giunta che è arrivata a proporre un testo giudicato inammissibile».

Per Eugenio Lai (Leu) «chiamare riforma una leggina di questo genere lascia l’amaro in bocca. E’ una banale operazione di spoil system, di sostituzione di nomi. Ci si accusa di non aver consentito di istituire la provincia Gallura. Mi sembra che non ci sia accordo nemmeno nella maggioranza. Tranquilli, vi verremo in soccorso: noi siamo d’accordo sulla provincia Gallura, così come siamo d’accordo per l’istituzione delle province dell’Ogliastra, del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Serve un organo efficiente: basta pensare a cosa sta succedendo con il piano di dimensionamento scolastico. Suggerisco all’assessore di fare un monitoraggio che consenta di intervenire al meglio».

Gianfranco Satta (Progressisti), ha puntato sull’ironia: «Dopo l’accurato intervento dell’assessore Sanna sono stato tentato di dare il mio benestare al passaggio agli articoli. L’attenzione che lui rivolge alle comunità locali mi trova d’accordo. Ma questo Dl non si occupa di enti locali. Quando l’assessore dice che gli elettori sardi debbono avere la possibilità di votare gli organi di governo delle province mi trova d’accordo. In realtà non è così – ha detto Gianfranco Satta – ho presentato l’emendamento per far sostituire la parola “riforma” con “controriforma” perché quando si deroga alla legge n.2 si stravolge l’ordinamento. C’è un disegno chiaro: espropriare i comuni degli strumenti propri del governo degli enti locali».

Il capogruppo della Lega, Pierluigi Saiu, ha quindi chiesto una sospensione e la convocazione della Conferenza dei capigruppo per provare a verificare la possibilità di chiudere un accordo tra maggioranza e opposizione.

Alla richiesta si è opposto il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Meglio parlare del tema che abbiamo in discussione perché l’ultima volta che si è entrati in conferenza di Capigruppo senza la presentazione di un’istruttoria la conferenza è durata ore».

Il vicepresidente Piero Comandini che nel frattempo aveva assunto la presidenza dell’Aula ha replicato all’esponente della minoranza: «Capisco le ragioni dell’on. Francesco Agus, però la prassi dice che la sospensione è concessa quando a richiederlo è un capogruppo».

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha dato la parola al consigliere dei Progressisti Antonio Piu. Il consigliere di opposizione ha affermato che una discussione che va avanti in questa maniera non è dignitosa per quest’aula. Per Antonio Piu essendo quello in discussione un primo atto di riforma degli enti locali, bisogna parlare della governance dei territori, affrontando anche il tema della sanità e dei trasporti. Il consigliere ha ricordato che ha proposto un emendamento per l’istituzione della Città metropolitana di Sassari, non solo per dare dignità al territorio ma anche per fare in modo che i cittadini abbiano dei punti di riferimenti certi per i servizi. Antonio Piu ha proposto di fare un ragionamento armonico che comprenda tutti quei servizi e asset importanti per il territorio. L’esponente dell’opposizione ha infine ritenuto corretto che i commissari siano persone di fiducia della nuova maggioranza, anche se la precarietà del loro incarico non consentirà loro di lavorare come dovrebbero.

Per Maria Laura Orrù (Progressisti) nel titolo e nel testo sono state necessarie delle modifiche perché c’erano delle frasi in contrasto con quanto previsto dalla Costituzione. Probabilmente la fretta, secondo Orrù, ha messo in difficoltà l’assessorato. Per quanto riguarda le elezioni delle Province, Orrù ha ricordato che nelle elezioni di secondo livello i consiglieri comunali e sindaci eleggono i loro rappresentanti, ma gli stessi consiglieri comunali e sindaci sono eletti dai cittadini.

D’accordo con il collega Piu anche Gianluigi Piano (Pd), il quale ha affermato che quella di oggi è comunque un’occasione per parlare di riforme. Secondo Piano bisogna avere un disegno complessivo e «su questo costruire un nuovo sviluppo sostenibile della nostra Isola». Anche per il consigliere del Pd la riforma degli enti locali, che deve andare di pari passo con quella della sanità e dei trasporti. Per Piano la riforma deve essere coraggiosa, innovativa senza creare territori di serie A e serie B e prestando una particolare attenzione ai sindaci, per dare loro sostegno e risposte. Credo quindi – ha detto –  che la riforma sia indispensabile ed urgente.

Salvatore Corrias (Pd) ha affermato di non ritenere corretto parlare di riforma e ha ricordato che, già in commissione,  abbiamo rilevato l’inadeguatezza alcuni termini utilizzati nel testo della legge. Salvatore Corrias, anche come sindaco, ha espresso preoccupazione e ha evidenziato che c’è l’elevato rischio che la legge venga   impugnata.

Il vice presidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha affermato di credere nella necessità di una riforma degli enti locali che superare una stagione che è passata troppo per “la pancia dell’elettorato”. Ha affermato che bisogna garantire che non ci siano territori di serie A e di serie B e ha sottolineato di comprendere le aspettative della Gallura, ma ha anche evidenziati i disagi dei territori del Sud Sardegna. Comandini ha affermato che c’è la volontà delle forze di minoranza di scrivere insieme alla maggioranza una riforma degli enti locali che duri nel tempo, dia risposte ai territori e ai cittadini. «Siamo disposti a fare battaglie comuni per migliorare la vita dei cittadini sardi», ha concluso.

Daniele Cocco (capogruppo Leu) ha affermato che sarebbe meglio procedere all’elezione indiretta, per evitare che le province rimangano commissariate in attesa di una riforma. Daniele Cocco ha chiesto una conferenza dei capigruppo per decidere come procedere e rinviare a martedì, viste le numerose assenze in aula.

Il presidente Michele Pais ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti, tranne che dell’emendamento n. 51 che raccoglie le osservazioni del Cal ed il presidente del Consiglio, Michele Pais, ha quindi dichiarata sospesa la discussione e la votazione sull’articolo 1 ed ha posto ai voti l’articolo 2 (clausola di non onerosità) che senza interventi da parte dei consiglieri è stato approvato con 28 favorevoli, 21 contrari e un astenuto. Posto in votazione, l’articolo 3 (entrata in vigore) è stato approvato con 29 favorevoli, 21 contrari ed un astenuto.

Il presidente del Consiglio ha quindi tolto la seduta ed ha annunciato la convocazione dell’Assemblea per martedì 22 ottobre, alle 12.00.

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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, prima firmataria di una mozione (sottoscritta dai consiglieri Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa) che punta ad assicurare continuità di servizio al pronto soccorso veterinario di Sassari, sollecitando l’intervento della Regione.

«Il Pronto soccorso veterinario – spiega Desirè Manca – è un’unità operativa dedicata alle emergenze, in cui vengono prestate le prime cure necessarie alla sopravvivenza degli animali, attivo 24 ore su 24 compresi i festivi, che assicura assistenza continua e immediata e un approccio tempestivo delle problematiche urgenti. La clinica è diventata punto di riferimento indispensabile nel territorio. Il numero delle prestazioni eseguite è cresciuto negli anni ma alla crescente mole di lavoro non è però corrisposto un proporzionale potenziamento organizzativo.»

«I vertici della struttura – aggiunge Desirè Manca – hanno da tempo denunciato la mancanza di supporto da parte dell’Università di Sassari lamentando l’impossibilità di occuparsi sia delle attività burocratico – amministrative che dell’attività professionale vera e propria di cura e assistenza agli animali. È necessario che la Regione intervenga per far sì che il servizio venga ripristinato al più presto e che gli utenti non siano costretti a raggiungere le cliniche veterinarie del centro e sud Sardegna.»

È proprio a causa di questo sovraccarico di lavoro e alla mancanza del necessario supporto che oggi l’ospedale didattico veterinario universitario ha dovuto sospendere le attività, fatte salve quelle riguardano alcune emergenze per gli animali randagi.

Attraverso una mozione in Consiglio, la capogruppo del M5S Desirè Manca impegna il presidente della Regione e la Giunta a porre in essere tutte le iniziative utili per l’immediato riavvio e la completa operatività dell’Ospedale Didattico Veterinario Universitario di Sassari, struttura di eccellenza della nostra Regione, punto di riferimento indispensabile nel territorio, nato per rispondere ai parametri indicati dall’EAEVE (European Association of Establishment of  Veterinary) come indispensabile strumento per l’attuazione di una didattica riconosciuta a livello europeo.

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«Quanto paventato già da tempo si sta purtroppo verificando. Air Italy sembrerebbe aver deciso di smantellare la base di Olbia mettendo a rischio oltre 500 posti di lavoro. Come si evince dal comunicato dei Cobas del Maintenance, infatti, i due hangar del Costa Smeralda sono stati completamente dismessi, per cui anche i lavori di routine sono stati spostati a Malpensa con affitto dell’hangar gestito da Lufthansa Technik con un ovvio e inaccettabile aggravio dei costi. I check più importanti sono stati spostati a Napoli dove opera la società Atitech che ha firmato un contratto per le manutenzioni con Air Italy. In tutta questa vicenda mi chiedo cosa stia facendo l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde, quale sia la sua idea di trasporto aereo e se abbia iniziato quantomeno a pensare quali criteri debba avere il nuovo bando di continuità territoriale. L’assessore venga immediatamente in Aula a riferire come intende affrontare questo problema fondamentale per il diritto alla mobilità dei cittadini e in generale per l’economia della nostra regione.»

Il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, è il primo firmatario di una mozione del 16 maggio scorso sull’emergenza Air Italy-Alitalia, uno dei primi atti presentati dall’esponente del M5S dal suo insediamento in Consiglio.

«La grande maggioranza dei tecnici del Maintenance – aggiunge Roberto Li Gioi – è stata mandata in missione a Malpensa per svolgere i compiti che avrebbe potuto svolgere a Olbia a costi inferiori. Se non viene data la dovuta importanza a tecnici di riconosciuta eccellenza professionale, è evidente che la compagnia non ha alcun riguardo nei confronti dei suoi dipendenti. Air Italy inoltre non sta sostituendo gli aeroplani che sta restituendo al termine del leasing con nuovi aerei, di conseguenza se ad aprile i Boeing 737 non saranno sostituiti, la compagnia non avrà più aeromobili a corto e medio raggio. Attualmente quelli operativi sono soltanto quattro, due a Malpensa e due ad Olbia.»

A preoccupare sono gli spostamenti previsti a breve e dovuti alla chiusura temporanea dell’aeroporto di Olbia: «Dai primi di gennaio del 2020 – sottolinea Roberto Li Gioi – l’aeroporto di Olbia sarà chiuso per 45 giorni per consentire i lavori di allungamento della pista. I voli verranno spostati ad Alghero, ma fatto gravissimo è che Air Italy, secondo quanto appreso da fonti riservate, sembrerebbe non aver partecipato al recente incontro tenutosi tra la Sogeaal, società che gestisce lo scalo algherese, e le compagnie che dovranno traslocare per la sottoscrizione degli accordi commerciali. Chiedo all’assessore ai Trasporti di accertarsi di questo fatto e di mettere in campo tutte le armi a sua disposizione per far sì che Air Italy voli da Alghero rispettando gli accordi presi. Qualora Air Italy disertasse Alghero ci sarebbe un sovraccarico per Alitalia, mentre in caso contrario si verificherebbe il paradosso dell’esistenza di una doppia tariffa sulla stessa tratta. Questo perché sulla base di quanto deciso dal Governatore Solinas, da Alghero e Cagliari si vola con il vecchio bando, mentre da Olbia i non residenti risulterebbero penalizzati da una tariffa più costosa».

«Assessore – conclude Roberto Li Gioi – perché non cercare di coinvolgere nell’operazione di rilancio di Air Italy la Geasar, società di gestione dell’aeroporto Costa Smeralda, soggetta al controllo dello stesso Gruppo, da anni notoriamente in attivo, e che potrebbe contribuire a rinsaldare i rapporti tra la compagnia aerea e lo scalo di Olbia?»

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La carenza di personale fa sì che negli ospedali di Olbia non sia possibile nemmeno effettuare un prelievo di sangue, eccezion fatta per alcune categorie “urgenti”. Attualmente nel Punto Prelievi del San Giovanni di Dio infatti possono essere serviti soltanto i pazienti con impegnativa che presenta la dicitura “urgente”, quelli muniti di un codice di esenzione e le donne in gravidanza. Tutti i “non esenti” sono invece esclusi. Costretti a rivolgersi altrove.

La denuncia arriva dal consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi.

«Questa scelta obbligata, oltre a creare un inaccettabile disagio per i pazienti, danneggia enormemente l’ATS in quanto, come sottolineato più volte in questi mesi dal primario dr. Flavio Lai, integra un danno erariale quantificabile in circa 2 mila euro al giorno. A conti fatti però si tratta di un paradosso: basti considerare che il costo complessivo di un tecnico di laboratorio ammonta a circa 100 euro al giorno, e quindi, in concreto, l’assunzione di personale comporterebbe non un costo, ma un cospicuo guadagno. Diametralmente opposto è invece l’assurdo quadro attuale, frutto di quegli scriteriati tagli lineari lontani anni luce dalla realtà lavorativa della sanità pubblica», attacca Roberto Li Gioi che, accompagnato dal primario dr. Flavio Lai, questa mattina ha visitato il Laboratorio Analisi di Olbia dell’Ospedale Giovanni Paolo II. Un sopralluogo che ha permesso all’esponente dei Cinque Stelle di toccare con mano le gravi criticità che coinvolgono pazienti e operatori sanitari, che presto verranno sottoposte all’attenzione della Giunta attraverso un’interrogazione in Consiglio regionale.

«Il Laboratorio Analisi – aggiunge Roberto Li Gioi – opera in condizioni di continua emergenza con un organico notevolmente ridotto rispetto alle esigenze. Nelle parole del dr. Flavio Lai ho riscontrato una grande amarezza dato l’elevato numero di posti vacanti per quanto riguarda il personale tecnico. Ma non basta: si deve aggiungere il fatto che tra gli operatori in forze, due hanno bambini piccoli e quindi sono esentati dal turno di notte. Per poter adempiere all’enorme mole di lavoro quotidiana per Olbia la dotazione minima è di 16 unità: una per la notte, due per il turno dalle 14 alle 20, sette per la copertura del turno mattutino. A queste bisogna sommare le unità di personale a riposo, il recupero ore dei turni notturni e festivi, le assenze per congedo ordinario e malattia.»

«Ho potuto constatare che in ematologia opera un solo tecnico per sei macchinari; nell’area del “siero 1” un operatore deve agire su quattro macchine; nell’area “siero 2” le macchine da seguire da una sola persona sono addirittura cinque; mentre nella preanalitica, fondamentale per l’avviarsi delle operazioni, non c’è nessun addetto, e il personale se ne occupa a rotazione quando ha la possibilità di allontanarsi dal proprio settore. L’emergenza non riguarda però soltanto i presidi olbiesi – conclude Roberto Li Gioi -. Nel nosocomio di Tempio a tre pensionamenti non sono corrisposte nuove assunzioni. L’organico è quindi ridotto a sei unità rispetto alle nove previste. Un quadro a dir poco preoccupante in un’area che solo ieri ha registrato 916 accettazioni. Considerando una media di otto esami prescritti a ricetta si arriva a circa 7.500 analisi quotidiane. Un numero impressionante a cui fanno fronte con grande abnegazione e altrettanta professionalità i tecnici a disposizione di dr. Flavio Lai, protagonisti di turni massacranti che nel periodo estivo divengono infernali. Dall’inizio di quest’anno inoltre la turnazione variabile a seconda dei carichi di lavoro introdotta dal Dr. Lai è stata cancellata causando ulteriori problemi. Occorre intervenire immediatamente.»