7 October, 2024
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Appuntamento a Cagliari con il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato e organizzato nel capoluogo sardo dalla cooperativa Vox Day, quest’anno alla sua edizione numero tredici: dopo la bella anteprima dell’altro sabato – 9 novembre – al Fabrik con Perry Frank e con Stuart Braithwaite, leader e chitarrista dei Mogwai, la manifestazione vive il suo clou in tre lunghe serate, da questo giovedì (21 novembre) a sabato 23, all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove fa base per la prima volta.

Tiene banco la musica, come sempre, spaziando tra i generi e gli stili con tredici diverse proposte della scena nazionale e internazionale: in arrivo dalla Penisola The Winstons, i Julie’s Haircut, La Luna e i C’mon Tigre, dall’Austria gli Alpine Dweller, da Malta The Ranch, dal Regno Unito la scozzese Emme Woods, l’inglese Joey Collins e il gallese Matthew Frederick, mentre a rappresentare il panorama sardo saranno La Città di Notte, il duo Nunc, La Pioggia ed il Luigi Frassetto Quartet.

Tanta musica, dunque, ma non solo, perché il Karel Music Expo è una vetrina multidisciplinare che promuove tutte le forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione; ecco, dunque, in cartellone, anche le installazioni dell’artista giapponese Makoto e del romano Daniele Spanò, le performance e le opere di Rugiada Cadoni, un incontro-dibattito di astronomia culturale con Agostino Piano, uno spettacolo formativo sulle dipendenze dalle nuove tecnologie, e una selezione di cortometraggi proposta in collaborazione con lo Skepto International Film Festival e la Fondazione Sardegna Film Commission; il tutto sotto un titolo caratterizzante, “Generazioni”, suggerito dall’imminente epilogo di questo decennio, come spiega il direttore artistico Davide Catinari: «Ogni decade giunge alla sua conclusione attraverso una rappresentazione che ne traccia la memoria, così che ogni epoca possa essere ricordata in accordo con tutto quello che ha prodotto e ogni generazione per ciò che ha espresso. (…) Ma la percezione dell’alternarsi di diverse generazioni, soprattutto durante il secolo appena trascorso, ha reso memorabili diversi passaggi di consegne, come quello tra le due guerre mondiali o la rivoluzione culturale, e giovanile, che dalla fine degli anni ’60 in poi ha contribuito a creare un immaginario immenso, denso di simboli, volti, oggetti, suoni, mode e modalità che hanno segnato gli ultimi cinquant’anni della storia di questo pianeta, trasformando per sempre l’idea stessa della nostra vita».