3 May, 2024
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Interrogazione di Emanuele Cani (PD) sul progetto di Terna che prevede la chiusura del Centro di controllo di Quartucciu.

Emanuele Cani 79 copia

Il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani ha presentato come primo firmatario un’interrogazione a risposta in Commissione sulla questione relativa a Terna, ossia al progetto di ristrutturazione della rete elettrica nazionale, dove è prevista la chiusura del Centro di controllo di Quartucciu – Cagliari, che oggi governa e mantiene in equilibrio l’intera rete elettrica isolana di Alta tensione.

«Terna ha deciso che la rete sarda sarà governata dal Piemonte (insieme all’intera rete del nord ovest d’Italia) – spiega Emanuele Cani – prevedendo lo spostamento a Torino del citato Centro di controllo della rete di Alta tensione; il Centro di controllo di Cagliari, che attualmente impiega 23 lavoratori altamente specializzati,  è strategico per la risoluzione delle problematiche della rete elettrica insulare anche alla luce della particolarità della stessa, in quanto è lì che arrivano tutti i dati relativi a guasti e malfunzionamenti delle centrali sarde ed è da lì che partono gli interventi necessari; i tecnici del centro di controllo studiano la sicurezza elettrica della rete sarda, collaborano alla predisposizione dei piani di difesa, dei piani di riaccensione in caso di blackout.»

«Un’ulteriore peculiarità del Centro di Quartucciu-Cagliari – aggiunge il deputato sardo – è data dall’interazione con la Protezione Civile per la gestione della rete elettrica in caso di incendio sul territorio, attività che necessita di comunicazioni chiare e rapide per consentire agli operatori di lavorare in sicurezza con l’apertura, la chiusura o lo spostamento di interconnessioni da una linea elettrica all’altra, e che quindi presuppone una profonda conoscenza sia del territorio che delle infrastrutture esistenti.

La decisione di Terna di accorpare le sale controllo sembra in contrasto con il rapporto della commissione di indagine “Black-out del sistema elettrico italiano del 28 settembre 2003″, e benché venga giustificata da una possibile innovazione tecnologica, sembra conseguire solo obiettivi di mera riduzione dei costi e del personale attraverso la chiusura di sedi, invece di rafforzare in Sardegna la  struttura “Anti Black-Out” come dichiarato dall’Azienda stessa.»

«Per questo motivo – conclude Emanuele Cani – è necessario capire se il ministro sia a conoscenza di quanto sta avvenendo e di conoscere quali iniziative intenda porre in atto per arrivare a una soluzione che non penalizzi la Sardegna in termini di sicurezza e equilibrio della rete elettrica, di efficienza e stabilità della fornitura della stessa e di salvaguardia dell’occupazione e delle competenze esistenti.»

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