16 May, 2024
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La Giunta regionale ha approvato ieri, su proposta dell’assessora del Lavoro Virginia Mura, le linee di indirizzo del progetto “Politiche di Flexicurity nell’Area di Crisi Industriale Complessa di Portovesme”, dell’importo complessivo di circa 5 milioni di euro. Il Piano è rivolto alla presa in carico e riqualificazione di 916 lavoratori (di cui 420 diretti Alcoa, 282 indotto Alcoa, 77 ex-Ila, e 137 indotto Eurallumina). Il progetto, che si svilupperà nell’arco temporale di almeno due anni, si articolerà in un sistema integrato di misure di politica attiva del lavoro. ll soggetto attuatore è individuato nell’Aspal che eroga, attraverso i Centri per l’impiego (CPI), i servizi per il lavoro come disciplinati dalla recente L.R. n. 9/2016.
Il provvedimento porta a compimento l’azione politica del presidente Pigliaru e della Giunta, per il riconoscimento del Polo Industriale di Portovesme quale Area di crisi industriale complessa, portata a termine con successo con l’emanazione del decreto del ministro dello Sviluppo economico del 13 settembre 2016. Il Piano, che verrà avviato entro la fine dell’anno, è complementare all’estensione degli ammortizzatori sociali in deroga per le annualità 2016 e 2017, resa possibile dal Governo con il decreto correttivo del Jobs Act (D.Lgs. n. 185/2016), che ha previsto l’ampliamento del potere della Regione di autorizzare tali trattamenti oltre i limiti precedentemente posti dal legislatore nazionale.
Con l’approvazione di ieri vengono messe in sicurezza le risorse ministeriali destinate alla Regione Sardegna per l’annualità 2016 per politiche attive del lavoro. Non solo: a seguito degli impegni assunti dal ministro Carlo Calenda in occasione della visita in Sardegna del 1° dicembre scorso e delle successive interlocuzioni intervenute tra l’Assessorato del Lavoro ed i vertici di INVITALIA, è imminente la sottoscrizione di un Accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo economico per il finanziamento di specifiche misure a sostegno della ricollocazione dei lavoratori della filiera dell’alluminio dell’Area di Crisi Complessa di Portovesme. In particolare il MISE, nel rispetto della vigente normativa comunitaria, riconoscerà una addizionalità agevolativa alle imprese che realizzeranno una percentuale del loro incremento occupazionale tramite ricollocazione dei lavoratori della filiera dell’alluminio.
Il Piano è funzionale al riavvio delle produzioni ed all’accesso alle opportunità occupazionali che deriveranno dal concreto avvio delle azioni del Piano Sulcis, e punterà alla qualificazione dell’offerta ed a ridurre il più possibile gli effetti della lunga permanenza fuori dal mercato del lavoro dei destinatari. Le misure saranno coerenti con il nuovo approccio dell’assessorato del Lavoro che, negli ultimi anni, ha introdotto politiche ispirate ai principi della flexicurity, secondo la logica della personalizzazione degli interventi, in coerenza con la riforma nazionale del lavoro.
I lavoratori destinatari del Piano saranno accompagnati al reingresso nel mondo del lavoro attraverso percorsi strutturati di inserimento lavorativo o indirizzati ad un percorso di auto impiego e creazione d’impresa o inseriti in attività di social work experience. L’intervento sarà in più fasi e si comporrà di varie misure. Accanto agli strumenti di tipo formativo (voucher formazione di massimo 3.500 euro, tirocinio di sei mesi per un massimale di 6.000 euro), si farà ricorso a bonus occupazionali, graduati a seconda della distanza del soggetto dal mercato del lavoro, in favore delle imprese che assumono a tempo determinato o indeterminato; al ‘voucher impresa’ di 3.000 euro per i costi del tutoraggio, al ‘mentoring d’impresa’ rivolto alle start-up, con un massimale di 6.000 euro. Un ulteriore elemento di novità è costituito dall’affidamento dei soggetti meno distanti dal mercato del lavoro (e quindi con un alto livello di occupabilità) ad operatori o agenzie accreditati, mediante la stipula di un Contratto di ricollocazione, facendo tesoro della sperimentazione attualmente in corso dello strumento con il progetto regionale CRIS.

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E’ stato firmato ieri il progetto della Renovo Bioedil inserito nel Piano straordinario per il Sulcis. Prevede un investimento di quasi 25 milioni di euro da realizzare a Iglesias. Il progetto rientra tra i dieci nuovi Contratti di Sviluppo firmati a Roma dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
«È un investimento importante, coerente con Industria 4.0, e con un grande impatto nel campo dell’efficientamento energetico – dice il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi -. L’intervento, tra l’altro, porterà un’occupazione aggiuntiva di 29 persone.»

Per quanto riguarda la dotazione finanziaria, sono previsti 8 milioni e 800mila euro di contributo a fondo perduto e un finanziamento agevolato da altri 8 milioni e 800mila euro, in parte coperti da cofinanziamento regionale. Il progetto ha come obiettivo la realizzazione di un nuovo stabilimento per la produzione di pannelli isolanti destinati alla bioedilizia. La Renovo Bioedil di Iglesias è un’azienda operante nel settore della produzione di materiali per bioedilizia e risparmio energetico e si rivolge in particolare al mercato dei prodotti di isolamento termoacustico per la costruzione e la ristrutturazione di edifici civili. La produzione prevede l’utilizzo di materie prime rinnovabili disponibili in loco, in particolare legno e sughero. Il decreto del Mise, infine, taglia i tempi per accedere alle agevolazioni previste e favorisce la partecipazione di tutte le amministrazioni interessate

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Una delibera approvata ieri dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, prevede l’avvio della costituzione del tavolo tecnico sulla tutela della panificazione e delle tipologie da forno tipiche della Sardegna, in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale 4 del 21 marzo 2016.

L’organismo ha il compito di elaborare strategie di intervento per agevolare, assistere e incentivare i produttori locali che intendano accedere al regime delle denominazioni di origine protetta, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite. «Si inizia così a dare attuazione alla disciplina regionale che tutela la produzione e la vendita di pane fresco – ha detto l’assessore Morandi -, il tavolo accompagnerà le imprese allo scopo di valorizzare l’intera filiera produttiva, nella quale sono impegnate oltre 1500 aziende. L’avvio delle attività del tavolo tecnico asseconda un’esigenza dei produttori, in vista del raggiungimento di traguardi importanti, per la tutela delle specialità tipiche, a cominciare dal pane carasau, anche attraverso il riconoscimento di Dop e Igp.»

Il tavolo è convocato, coordinato e presieduto da un componente nominato dall’assessore dell’Artigianato. Ne fanno parte un componente nominato dall’assessorato del Turismo, uno dall’assessorato dell’Agricoltura, uno di AGRIS, uno di LAORE, due esperti designati dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative nel settore della panificazione appartenenti al comparto artigiano e un esperto indicato dalle associazioni del Commercio.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha approvato l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti.

«Il Piano risaliva al 2008 e occorreva un aggiornamento migliorativo per rispondere ai più ambiziosi obiettivi di economia circolare, nel rispetto della normativa europea e a beneficio della Sardegna – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru sull’aggiornamento del documento -. Con il Piano, che è rigorosamente fondato sulla gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, mettiamo la Regione nelle condizioni di fare la propria parte per contribuire in Europa alla transizione verso un’economia verde e a basse emissioni. Nello stesso tempo promuoviamo le filiere del riciclo a partire da un’efficiente raccolta differenziata sino ad arrivare alla produzione di materie e prodotti riciclati – ha concluso il presidente Pigliaru -, favorendo la nascita di mestieri verdi e occasioni di lavoro per i sardi.» 

Punto cardine nell’aggiornamento del Piano una puntuale e attenta progettazione di raccolte differenziate ad alta efficienza, che consentano di intercettare già a livello domiciliare frazioni di rifiuto (frazione organica, carta, cartone, plastica, vetro, alluminio e legno) a basso grado di impurità, da inviare direttamente al riciclo.

«Si tratta di un aggiornamento virtuoso con obiettivi molto sfidanti e assai coerente con le normative europee. Miriamo innanzi tutto a diminuire i quantitativi prodotti e la pericolosità dei rifiuti e ad accrescere il riutilizzo dei rifiuti urbani, oltre che il riciclaggio – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano -. Non meno importante è il raggiungimento della minimizzazione degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti e la creazione di mestieri verdi in Sardegna. L’Isola ha dimostrato di essere virtuosa nel panorama nazionale della raccolta differenziata posizionandosi al settimo posto con il 56,4 per cento. Grazie all’attenta progettazione fatta sarà invece possibile raggiungere a fine 2022 più alti obiettivi di raccolta differenziata, fissati alla soglia dell’80 per cento. Sul fronte della vigilanza, non verrà meno l’attenzione degli organismi di controllo agli impatti prodotti da ogni impianto perché uno sviluppo è davvero sostenibile se rispetta l’ambiente. Lo faremo – ha concluso Donatella Spano – anche nel caso delle filiere dello smaltimento.» 

Gli scenari non prevedono un terzo termovalorizzatore in Sardegna e, per il periodo transitorio, si farà ricorso ai soli impianti esistenti di Macchiareddu e Tossilo, con tendenza a ulteriore riduzione del fabbisogno di termovalorizzazione. Sulla base delle elevate percentuali di raccolta differenziata da raggiungere, infatti l’aggiornamento del Piano regionale minimizza ulteriormente l’apporto dello smaltimento a una quota ridotta del rifiuto urbano. Nello specifico le analisi eseguite evidenziano che la frazione secca residua potrà essere direttamente sottoposta a termovalorizzazione, riducendo il conferimento in discarica – destinate a scomparire per la normativa europea – ai rifiuti non recuperabili energeticamente e non valorizzabili.

Sono molteplici gli scopi contenuti nel piano, a partire dalla riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti. Si punta all’aumento sia del riutilizzo che del riciclaggio dei rifiuti urbani e alla riduzione degli smaltimenti in discarica. Quindi alla minimizzazione del recupero energetico dai rifiuti residuali, degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti. Per raggiungere gli obiettivi è previsto un ventaglio di azioni che vanno dal completamento della transizione delle raccolte dei rifiuti verso il porta a porta, per limitare i conferimenti impropri di rifiuti speciali nel circuito dei rifiuti urbani, a una serie di iniziative di informazione sensibilizzazione sulla prevenzione della produzione dei rifiuti (compresa la riduzione dello spreco alimentare, l’incentivazione del riutilizzo di beni prima che diventino rifiuti). Si continuerà il percorso virtuoso degli acquisti pubblici ecologici e si passerà finalmente dalla tassa alla tariffa puntuale.

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Marco Cullurgioni Giba e Carbonia sono le finaliste della fase locale della 54ª Coppa Santa Barbara. Le due squadre si sono qualificate superando in semifinale rispettivamente l’Isola di Sant’Antioco per 3 a 1 e l’Antiochense per 2 a 0. La finalissima è in programma lunedì 26 dicembre, alle 10.00, sul campo Santa Barbara di via Giovanni Maria Angioy. Si tratta della rivincita della finalissima dello scorso anno che vide la Marco Cullurgioni Giba imporsi, a sorpresa, con il punteggio di 2 a 1. E sarà la settima finale tra il Carbonia e la Marco Cullurgioni Giba. Tre volte ha vinto il Carbonia (nel 2003/2004 2 a 1 nella fase regionale; nel 2012/2013 1 a 0 nella fase locale e 2 a 0 nella fase regionale); tre volte ha vinto la Marco Cullurgioni Giba (nel 2003/2004 1 a 0 nella fase locale, nel 2006/2007 3 a 1 nella fase regionale e nel 2015/2016 2 a 1 nella fase locale).

La formazione della Marco Cullurgioni Giba.

La formazione della Marco Cullurgioni Giba.

La formazione del Carbonia.

La formazione del Carbonia.

La formazione dell'Antiochense.

La formazione dell’Antiochense.

La formazione dell'Isola di Sant'Antioco.

La formazione dell’Isola di Sant’Antioco.

 

 

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L’assessorato regionale della Sanità ha approvato l’istruzione operativa per la certificazione di carni suine, di preparati e di prodotti a base di carni suine e di tutti gli altri prodotti costituiti da o contenenti carni suine ai fini della spedizione in deroga fuori dal territorio della Regione Sardegna.

La certificazione deve essere effettuata per le partite destinate:
– alla spedizione verso altri Stati membri Ue;
– alla spedizione verso altre regioni italiane;
– alla movimentazione tra stabilimenti della regione Sardegna in possesso del decreto ministeriale di autorizzazione nelle fasi di produzione, immagazzinaggio e trasformazione;
– alla spedizione verso l’area sterile di aeroporti e porti del territorio della Sardegna.

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La Giunta regionale mette in campo la prima deliberazione attuativa della legge regionale sulla panificazione. Su proposta dell’assessore regionale dell’Artigianato Francesco Morandi viene istituito il tavolo tecnico finalizzato alla tutela dei pani tradizionali della Regione Sardegna, così come previsto dal comma 4 dell’articolo 7 della suddetta legge.

«Con questa deliberazione – dice Daniela Forma, prima firmataria e relatrice della L.R. n. 04/2016 – vede finalmente la luce quel “luogo fisico» dove tecnici della Regione Sardegna, esperti del settore e rappresentanti delle associazioni del settore della panificazione potranno lavorare insieme per «agevolare, assistere ed incentivare i produttori locali nell’accesso al regime delle denominazioni di origine protetta (DOP), delle indicazioni geografiche protette (IGP) e delle specialità tradizioni garantite per le specialità da forno titpiche della tradizione della Sardegna».

Questo provvedimento si inserisce quindi nel disegno più ampio di valorizzazione delle nostre specialità panarie e nella valorizzazione del prodotto finale passando per la valorizzazione dell’intera filiera: dagli agricoltori ai produttori, dai panificatori ai molitori, dai rivenditori al consumatore finale.

«Ringrazio l’assessore Francesco Morandi – conclude Daniela Forma – per l’impegno profuso in questi mesi e per le rassicurazioni ricevute circa una nuova delibera attuativa della legge sulla panificazione che istituirà a breve il contrassegno regionale che attesti la vendita del pane fresco da mettere nella disponibilità di tutti i panifici artigianali.»

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Nuovo intervento del consigliere regionale di Sinistra, Ecologia e Libertà Luca Pizzuto, sulla situazione della Polar di Piscinas,

«Apprendiamo con grande sconcerto una nuova e negativa notizia sulla vertenza Polar – dice Luca Pizzuto -. Dopo aver licenziato tredici lavoratori nel 2015, dopo aver smantellato la fabbrica diminuendo drasticamente la produzione, dopo aver trasferito illegittimamente la sede a Genova, dopo essere stata costretta a reintegrare in fabbrica i lavoratori precedentemente licenziati, ora la proprietà si accinge ad un nuovo gravissimo passo: un nuovo licenziamento dei lavoratori. Le motivazioni sarebbero riconducibili, secondo l’azienda, all’impossibilità di impiegare i dipendenti nelle mansioni precedentemente svolte. Questa azione, arriva successivamente all’altro grave fatto già denunciato: il trasferimento di cinque lavoratori a Genova.»

«Credo che non sia più tempo di ragionamenti e attese: occorre agire con urgenza ed efficacia per scongiurare l’ennesimo sopruso – aggiunge Luca Pizzuto -. L’Assessorato, a cui da tempo chiediamo un cambio di passo, deve in questo frangente chiedere chiarimenti ed esercitare con forza le proprie facoltà.  Il Basso Sulcis e i suoi lavoratori non possono ancora una volta accettare questa situazione incerta e di continuo declino. Non possiamo permettere che vi siano imprenditori che non capiscano la differenza tra lavoro e schiavitù: il Medioevo é finito da un pezzo e non accettiamo che vengano perpetrati questi metodi irrazionali di gestione della forza lavoro.»

«Per questi lavoratori e per la dignità di tutti – conclude Luca Pizzuto -, noi ci batteremo sempre e non smetteremo di dare voce ai diritti dei più deboli.»

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Il comune di Carbonia ha emesso un’ordinanza per vietare l’utilizzo di petardi, botti e artifici pirotecnici di qualsiasi genere nelle piazze e strade cittadine dal 24 dicembre 2016 al 7 gennaio 2017.

Ricordiamo che: ogni anno in Italia numerose persone subiscono infortuni, alcune volte gravi, a causa dei cosiddetti “botti di capodanno”; il forte rumore dei botti può causare problemi anche per gli animali, che possono spaventarsi, scappare e perdere l’orientamento, con il rischio di smarrirsi o essere investiti; numerosi cittadini e diverse associazioni chiedono di adottare provvedimenti che impediscano l’utilizzo dei petardi per prevenire i pericoli provocati da persone che non rispettano le precauzioni minime di utilizzo.

Il comune di Carbonia ha deciso di intervenire con l’ordinanza di divieto, proprio per evitare pericoli alle persone e agli animali, nei giorni in cui aumenta il numero di petardi utilizzati.

Il comune di Carbonia si appella al senso di responsabilità individuale e collettiva, affinché ciascun cittadino sia pienamente consapevole delle conseguenze negative dell’utilizzo di petardi, botti e artifici pirotecnici.

Il mancato rispetto dell’ordinanza comporta l’applicazione di una multa, da 25 a 500 euro, così come previsto dall’art. 7 bis del D.Lgs. 267 del 2000.

Anche per gli altri periodi, viene raccomandato di limitare e controllarne l’uso di petardi, spari, scoppi, lanci di fuochi pirotecnici, mortaretti e simili, evitando di  lanciare e far cadere oggetti pericolosi per l’incolumità delle persone e degli animali. Si esortano i genitori e i tutori di minori a vigilare affinché evitino che i minorenni raccolgano da terra ordigni inesplosi. E i proprietari di animali sono invitati a vigilare e ad attivarsi affinché il disagio degli animali, provocato dagli scoppi, non causi loro danni o incauti allontanamenti.

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«E’ assolutamente necessario impedire che l’intero comparto ovino e caprino arrivi al collasso, il crollo del prezzo del latte, arrivato ai minimi storici con 55 centesimi al litro, rischia di portare alla chiusura numerose aziende, con la conseguente fine di un territorio e il crollo dell’economia del settore.»

Piero Comandini e Alessandro Collu, consiglieri regionali del Partito democratico, hanno rivolto al presidente Pigliaru, un’interrogazione per rappresentare e rafforzare la loro vicinanza agli allevatori che stanno affrontando, ancora una volta, lo stato di crisi che ciclicamente si accentua e si allenta ma non è mai del tutto assente, creando una forte instabilità nel settore.

La forte crisi dovuta al crollo del prezzo del latte si sente pesantemente, ad oggi le aziende hanno deciso di unirsi per meglio rappresentarsi ad un tavolo di trattative per trovare, in sinergia con le competenti autorità, regole e programmi in grado di creare stabilità di mercato e dare così sicurezza all’intera filiera.

Piero Comandini e Alessandro Collu sollecitano una risposta, da parte del presidente Pigliaru, ma attendono soprattutto fatti in grado di consentire al comparto di fare il salto di qualità e passare dalla perenne instabilità a una seria organizzazione delle produzioni che veda finalmente le aziende sarde protagoniste nel mercato europeo.