19 May, 2024
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Prosegue la 3ª edizione della rassegna internazionale di danza contemporanea “Sulle Orme – Il Mediterraneo Il Corpo Il Viaggio”, diretta da Simonetta Pusceddu per Tersicorea, e nata con l’obiettivo di sostenere e promuovere il lavoro dei giovani artisti emergenti con una particolare attenzione al rapporto con il territorio attraverso progetti di formazione, produzione e coproduzione, residenze artistiche, dialoghi condivisi.

Domenica 11 giugno, nello spazio teatrale T.off, all 21.00, la prima nazionale della creazione “Mefisto” di e con Elien Rodarel (Monaco di Baviera/Germania). Un progetto multidisciplinare tra la danza, il circo, la musica e il teatro, in cui la forma tradizionale del cabaret viene trasformata e riadattata. Il cabaret tradizionale è un susseguirsi di numeri. Nel progetto ogni breve numero solleverà un problema, susciterà una curiosità, una conclusione, una riflessione. Il personaggio servirà da moderatore, collegando ogni immagine. “Mefisto” vuole essere una biografia senza esserlo, un modo per raccontare la propria storia senza descriverla, senza spiegarla, ma semplicemente ispirandosi per dare vita ad un personaggio “mefistoliano”

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«Ancora non sono a disposizione i testi definitivi del decreto legge per il Mezzogiorno, approvato ieri dal Consiglio dei ministri con la formula “salvo intese” (significa che su alcuni dettagli tecnici si devono pronunciare alcune amministrazioni), il quale contiene norme per l’istituzione in Italia di Zone Economiche Speciali. Dall’interlocuzione diretta con il ministro Claudio De Vincenti, posso affermare che esse saranno individuabili anche in Sardegna.»

Lo scrive in una nota il deputato del Partito democratico Francesco Sanna.

«Il decreto stabilisce l’ossatura e la cornice normativa delle ZES, aree in cui saranno possibili pacchetti combinati di vantaggi fiscali all’investimento, incentivi all’insediamento ed al funzionamento delle imprese, esenzione da dazi, forte semplificazione burocratica ed amministrativa.  In esse potrà essere attivata una Zona Franca e dovrà essere ricompresa almeno una significativa infrastruttura portuale – aggiunge Francesco Sanna -. Le ZES saranno individuate, su proposta delle Regioni al Governo, una volta notificato il provvedimento all’Unione Europea, ed all’esito del negoziato che verifichi la coerenza dello strumento con i trattati comunitari.»

«Nel decreto legge, le regioni istituibili alla presenza di una Zona Economica Speciale – conclude Francesco Sanna – sono tutte quelle italiane ricomprese negli obiettivi “convergenza” e “transizione” e, dunque, a pieno titolo, anche la Sardegna, che ha il vantaggio della previsione nel proprio Statuto Speciale, della creazione di “punti franchi” sul suo territorio.»

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Forse qualcuno ha chiuso per un attimo gli occhi pensando di essere Vladimir Vasiliev o Lorella Cuccarini e di ballare in un grande spettacolo televisivo. Mercoledì scorso, al PalaGiacomoCabras di Sant’Antioco, pieno di musica e di applausi, è andato in scena il saggio degli alunni delle scuole elementari di via Bologna che hanno presentato il lavoro di fine anno dal titolo: «Quando la Tv cantava”.

Ad esibirsi davanti a genitori e parenti entusiasti, sono stati i 150 alunni che compongono le sette classi della scuola che hanno concluso nel migliore dei modi l’impegno profuso in cinque mesi del laboratorio scolastico “Fare, creare e vedere la danza”, guidato dalla maestra di danza Romina Deidda che ha plasmato gli artisti in erba coinvolgendoli in diversi modi di corporeità e motricità attraverso dinamiche relazionali diversificate.

«Si sono applicati tantissimo mettendo a frutto questa fase scolastica offerta dal laboratorio», ha spiegato Romina Deidda. Per due ore i piccoli ballerini si sono esibiti, entusiasmando i presenti che non hanno lesinato gli applausi, presentando due balli per ogni classe con le musiche più rappresentative  delle più importanti sigle televisive degli ultimi trent’anni.

«Vestiti con l’abbigliamento delle sigle televisive proposte, hanno saputo regalare uno spettacolo accattivante e divertente – ha sottolineato soddisfatta la coordinatrice scolastica Simonetta Campodonico – che ha riscosso una particolare approvazione da parte del pubblico presente.»

Tito Siddi

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E’ in programma domani, domenica 11 giugno, l’evento “Il sentiero delle fate: da S’adde ‘e Asile a Mesu ‘e Montes” un’affascinante escursione con visita guidata alle Domus de Janas di S’adde ‘e Asile a Mesu ‘e Montes, riproducenti le particolarità strutturali delle abitazioni prenuragiche arricchite da segni e simboli a carattere sacro legati al rituale funerario. L’escursione partirà, domenica mattina, dalle domus de janas di S’Adde ‘e Asile, necropoli che consta di 11 domus de Janas. Si visiteranno le domus più particolari: la Tomba delle Clessidre, Tomba con Coppella, Tomba Maggiore, Tomba dell’Ovile per i motivi decorativi di gusto architettonico rilevabili negli ambienti interni.

La visita proseguirà, nel pomeriggio, alla necropoli di Mesu ‘e Montes che comprende 18 domus de janas pluricellulari, divise in due gruppi da un antico tratturo dal quale si gode di una suggestiva panoramica dell’intero sito. Di questo sito si visiteranno, per le loro caratteristiche architettoniche e decorative, le tombe I, II, III, V e X.

Durante l’escursione si potrà godere di un momento conviviale e di una lettura speciale dedicata alle Janas.

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Ancora un appuntamento da non perdere questa sera, a Cagliari, per il Festival Echi lontani. Alle 21.00, nella chiesa di Santa Maria del Monte (via Corte d’Appello), musica e danza barocca si intrecciano per “Suites de danses”: coreografie di Louis-Guillaume Pécour e Raoul Auger Feuillet per un tuffo indietro nel tempo alla riscoperta di danze e musiche antiche suonate su strumenti d’epoca.

Protagonista sarà l’ensemble La Girometta, composta da Ilaria Sainato (danza barocca), Marco Rosa Salva (flauti dolci), Pietro Prosser (arciliuto). La serata proporrà “Coreografie da stampe francesi e inglesi  del primo Settecento”. E’ proprio il 1700 quando a Parigi Raoul-Auger Feuillet pubblica “Chorégraphie, ou l’art de décrire la dance par caractères, figures et signes démonstratifs”, un trattato nel quale illustra un innovativo sistema di notazione della danza. Questo sistema di scrittura, sviluppato nell’ambito della corte di Luigi XIV, egli stesso grande appassionato di danza, ebbe grandissima fortuna, rimanendo per almeno cinquant’anni il principale sistema di scrittura per la cosiddetta danza barocca. E’ grazie a questo che oggi si conoscono, con buon grado di esattezza, molte delle coreografie eseguite durante le rappresentazioni teatrali e gli intrattenimenti reali dell’epoca.

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Nella seduta di ieri il Consiglio dei ministri ha impugnato la Legge di stabilità appena approvata dalla Regione e nella maggioranza di centrosinistra si leva forte la protesta del Partito dei Sardi, la forza politica dell’ex assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, dimessosi 10 giorni fa.

La contestazione riguarda una norma sull’attribuzione del salario accessorio del personale operante presso la Centrale regionale di committenza. Secondo l’interpretazione del CdM, la Finanziaria regionale viola l’art. 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione, che riserva alla competenza dello Stato l’ordinamento civile e, quindi, i rapporti di diritto privato regolabili dal Codice civile (contratti collettivi). Un’altra norma, prevedendo autorizzazioni di spesa prive di copertura finanziaria, viola l’articolo 81, terzo comma, della Costituzione.

«Adesso basta, abbiamo bisogno di altre conferme per battere finalmente un colpo decisivo ed energico con Roma? – tuona Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale -. È giunto il momento di assumere una posizione più ruvida con chi non fa altro che ricordare, a colpi di impugnazioni, chi è lo Stato e chi il suddito. Tanto più che quando a Roma si parla di Sardegna si usano sempre due pesi e due misure. Il Consiglio dei ministri non ha dimostrato ieri altrettanta solerzia nei confronti della legge finanziaria del Friuli, passata indenne all’esame del Governo Gentiloni.»

«Vogliamo che anche con la Sardegna sia utilizzato il metro che si usa per il Friuli nella spesa sanitaria, nella continuità territoriale, nei trasferimenti, nelle norme programmatiche sull’Agenzia Sarda delle Entrate che da noi vengono castigate ma, se le scrive il Friuli, sono tollerate – aggiunge Gianfranco Congiu -. Vogliamo che Ottana sia inserita nel SIN, bonificata e riconvertita.»

Il capogruppo del PdS si rivolge direttamente al presidente della Giunta regionale: «Caro presidente Pigliaru, mi sono chiesto ripetutamente quale potesse essere quel gesto forte che accompagnasse la tua risposta alle nostre quattro richieste di qualche giorno fa. Non penso più che sia sufficiente “saperti presente” sul tema degli accantonamenti, delle deroghe agli aiuti di stato, dell’iniquità di un modello elettorale che castra le possibilità di rappresentanza di un popolo. Batti un colpo serio e decisivo e chiedi a Gentiloni che apra nell’Isola, quel confronto sul caso Sardegna che non può più essere ridotto a una sorta di minuetto, tutto cipria e inchini, con gli uffici governativi romani. Anche perché per ballare il minuetto bisogna essere in due. E pare che il governo, finora, non abbia molta voglia di ballare».

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Adempimenti relativi all’istituzione dei due Tribunali Ecclesiastici Interdiocesani, l’annosa questione dei trasporti in Sardegna, presentazione dell’indagine sulla catechesi in Sardegna, possibili accorpamenti degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero, attività e prospettive pastorali per la Regione Ecclesiastica emerse dall’incontro dei Vescovi con gli Incaricati regionali dei diversi settori. È il corposo ordine del giorno della riunione della Conferenza Episcopale Sarda, radunatasi a Donigala Fenughedu il 6 giugno 2017.

In vista del G7 sui Trasporti che si terrà a Cagliari il 21 e 22 giugno, la Conferenza Episcopale Sarda ha voluto offrire una propria riflessione su alcuni dei più vistosi e preoccupanti problemi che investono la nostra Isola in questo delicato e determinante settore, perché possano trovare risposte adeguate nell’importante summit. I ritardi e le inadeguatezza collocano la Sardegna quale fanalino di coda anche rispetto a tutte le regioni del Sud Italia, con in più l’handicap dell’insularità. «Una delle nostre rivendicazioni, ormai ventennali – affermano i Vescovi – è il riconoscimento di una vera continuità territoriale a Roma come a Bruxelles. Al Governo si chiede di farsi primo portavoce a Bruxelles per definire adeguate norme di attuazione dell’articolo 74 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), proprio in quanto regione insulare e periferica. La Sardegna ha il diritto di accedere alle deroghe agli aiuti di Stato e alle compensazioni fiscali perché un cittadino sardo non potrà mai essere – sul fronte trasporti – uguale a un cittadino italiano ed europeo».

In attuazione delle recenti norme emanate da Papa Francesco per i procedimenti canonici in materia matrimoniale, volti a semplificare e rendere più vicine ai fedeli tali procedure, al posto dell’unico Tribunale Ecclesiastico Regionale Sardo (TERS), ogni Diocesi ha ora un proprio tribunale Diocesano per i così detti “processi più brevi”, presieduto dal Vescovo: sono i processi dove  insieme all’accordo tra le due parti (marito e moglie), sono anche molto evidenti le ragioni che rendono nullo il matrimonio. Per il processo ordinario, che in genere è in contradditorio e dove più complessa si presenta l’indagine circa la sussistenza delle ragioni di nullità, sono stati istituiti, invece, due Tribunali Interdiocesani: il Tribunale Interdiocesano della Sardegna per le Diocesi di Cagliari, Sassari, Oristano, Iglesias, Ales-Terralba, Nuoro, Ozieri e Tempio-Ampurias e il Tribunale Interdiocesano di Nuoro e Lanusei. Contestualmente, viene anche istituito il Tribunale Regionale di Appello, per la seconda istanza, che finora era quello del Vicariato di Roma. Come tribunale d’appello rimane sempre anche la Rota Romana.

Sono gli organismi che, in collegamento con quello Centrale, amministrano i beni e le risorse che concorrono ad assicurare un’integrazione mensile per i sacerdoti. Al fine di semplificare e ottimizzare l’efficienza degli stessi istituti, secondo le linee tracciate a livello nazionale, anche la Sardegna ha avviato una riflessione nel merito, che vedrà i primi risultati  all’inizio del prossimo autunno. Sono in campo due ipotesi: tre Istituti delle rispettive Metropolie (Cagliari, Oristano Sassari), o libere fusioni tra le Diocesi viciniori.

Su iniziativa della Commissione Catechistica Regionale, sotto la guida di Monsignor Ignazio Sanna e di don Paolo Pala, è stata promossa un’indagine su “Attori, strutture e culture della Catechesi nelle diocesi della Sardegna”. Ne è stato curatore il Prof. Luca Diotallevi, ricercatore e docente di sociologia presso l’Università Roma Tre, coadiuvato dalla dott.ssa Roberta Ricci. Ai Vescovi, presenti anche i Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani, è stata fatta in anteprima una presentazione dei risultati emersi dalle risposte di 207 parroci e di 1923 catechisti parrocchiali. Successivamente gli stessi risultati saranno presentati alla Facoltà Teologica della Sardegna e a tutti i Catechisti dell’Isola.

La Sardegna in vista del Sinodo dei Vescovi sui Giovani, che si terrà nell’ottobre del 2018. Nello spazio destinato all’annuale incontro dei Vescovi con tutti gli incaricati regionali dei diversi ambiti pastorali, l’attenzione si è soffermata soprattutto sulla Pastorale Giovanile, di cui si occuperà il Sinodo. Comincia a mettersi in moto un’azione congiunta sul piano regionale e nazionale volta a riavvicinare quella gran parte del mondo giovanile che non trova più nella Chiesa un punto di riferimento, un luogo di ascolto e di proposta di vita. È un’occasione che la Sardegna e le diocesi sarde non intendono perdere. Si tratta di adeguare atteggiamenti, contenuti, metodo e linguaggio. Nella consapevolezza che i giovani vanno innanzitutto ascoltati, capiti, amati e accompagnati.

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E’ stato ritrovato l’ottantenne di Monza, purtroppo senza vita, disperso nell’Isola di Tavolara da giovedì pomeriggio, durante una ricerca lungo le creste, in prossimità di Punta Cannone ad opera dei tecnici del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico).

E’ in corso la procedura di recupero della salma da parte dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna dell’escursionista ottantenne disperso giovedì scorso a Tavolara. L’uomo è stato ritrovato senza vita verso le 13.00 dai tecnici nelle creste dell’isola, in prossimità di Punta Cannone.

Non si conoscono ancora precisamente le dinamiche dell’incidente, ancora in fase di accertamento ad opera del medico legale. Il corpo dell’uomo è in una zona particolarmente impervia per cui per il recupero potrebbe essere necessario l’impiego dell’elicottero, diversamente si procederà tramite barella portantina.

Ottantenne originario di Monza, appassionato di attività outdoor e con un passato da arrampicatore ed escursionista, si trovava sull’isola in compagnia della moglie e di una coppia di amici. È stata proprio la moglie a lanciare l’allarme giovedì scorso contattando il 118, preoccupata del mancato rientro dell’uomo, allontanatosi nel sentiero di Punta Cannone per una passeggiata in solitaria.

Le operazioni di ricerca si sono protratte per 3 giorni e hanno coinvolto più di 40 tecnici provenienti dalle stazioni Alpina e Speleo di tutta la regione.

Le operazioni svolte dai tecnici del Soccorso Alpino sono state pianificate e realizzate in coordinamento con tutte le altre forze in campo, ossia Aeronautica Militare, Guardia Costiera, Area Marina Protetta Tavolara, Carabinieri e Vigili del Fuoco.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, con l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu e Angela Quaquero, delegata dello stesso presidente alle questioni che riguardano i migranti, è intervenuto alla conferenza stampa in cui è stato presentato l’aggiornamento del Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.
«Per governare i flussi migratori serve la massima certezza su numeri e regole. Noi facciamo la nostra parte, ma pretendiamo il rispetto delle quote», ha detto il presidente Pigliaru, che ha proseguito annunciando per mercoledì 14 giugno l’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti richiesto alcune settimane fa. «Anche se i dati, nel calcolo della media, dicono che siamo dentro il 2,96% che ci spetta, dall’inizio dell’anno abbiamo registrato uno sforamento che non vorremmo diventasse una tendenza stabile. Affronteremo il tema e ribadiremo al Ministro la nostra ferma opposizione quando e qualora la quota stabilita venisse costantemente superata – ha spiegato Francesco Pigliaru -. Altro punto che porremo all’attenzione è il problema dell’immigrazione clandestina dall’Algeria: è un flusso diretto che sfrutta la debolezza del sistema e della posizione geografica. Vogliamo un’azione forte del Governo perché quel canale sia chiuso. L’accoglienza è un dovere, e per farla bene e in armonia con chi ospita, è fondamentale garantire ordine e sicurezza.»

Nell’incontro con il ministro Minniti, al quale parteciperanno anche Spanu e Quaquero, si discuterà anche sulla proposta del Viminale sull’apertura del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in Sardegna.
«L’obiettivo del piano – ha dichiarato l’assessore Spanu – è quello di consolidare il sistema di accoglienza di primo e secondo livello per far fronte in modo sempre più efficace ai crescenti flussi migratori, nel rispetto delle norme internazionali, assicurando azioni coordinate e massima solidarietà.»
L’esecutivo, nel 2016, si è dotato per la prima volta di un Piano di questo tipo, quale strumento di pianificazione interassessoriale per coniugare e integrare le diverse politiche, prestando attenzione alle specificità del contesto regionale. A un anno dall’approvazione del documento, si è ritenuto di dover procedere al suo aggiornamento sotto il profilo tecnico e finanziario, sulla base delle esigenze manifestate dai territori.
«Il Piano aggiornato – ha spiegato l’assessore Spanu – è in sintonia con l’intesa tra il Governo e l’Anci che, il 14 dicembre 2016, ha regolato la distribuzione equilibrata e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati tra le varie realtà locali. La Giunta Pigliaru – ha aggiunto – intende migliorare e potenziare il sistema di accoglienza diffusa nei territori e, per questo, ha instaurato un rapporto di collaborazione con l’Anci nel supporto ai Comuni per la predisposizione delle proposte progettuali sui Bandi Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. La Regione non ha una competenza primaria in materia di accoglienza di flussi migratori non programmati ma vuole fare la sua parte e si confronta con il Governo e con gli enti locali per individuare le migliori strategie di intervento.»
Angela Quaquero ha fatto il punto sui progetti Sprar: «80 comuni hanno presentato la domanda per partecipare ai bandi. Con lo Sprar facciamo un salto di qualità e passiamo a un’accoglienza micro-diffusa che non provoca squilibri nei territori e assicura ai migranti migliori opportunità di inserimento nel contesto sociale».
La Regione svolge inoltre un ruolo significativo nell’accoglienza dei minori non accompagnati: «Attualmente – ha aggiunto Angela Quaquero – le strutture dell’isola ospitano 800 minori. La stessa Regione contribuisce con risorse proprie alla quota destinata ai comuni che ospitano minori, sino a un massimo di 35 euro al giorno pro capite. Sono stati poi avviati progetti integrati di inclusione attiva per ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni ospiti in comunità residenziali».
Il nuovo Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati prevede in tutto 11 linee d’azione per perseguire i diversi obiettivi, divisi per settore, tramite azioni concordate con gli assessorati competenti. Si tratta di un percorso ben definito nei vari passaggi: dalla prima accoglienza alla tutela della salute dei richiedenti la protezione internazionale (comprendente le visite mediche di primo e secondo livello e l’assistenza sanitaria), fino all’integrazione e alla formazione dei migranti, anche tramite il rafforzamento della rete Sprar. Vengono individuate alcune aree di inserimento lavorativo come l’agricoltura sociale e altri ambiti in cui i migranti possano mettere a frutto competenze già acquisite. Di particolare rilievo, poi, il volontariato sociale (prestazione gratuita in settori di pubblica utilità). I primi progetti saranno attuati nelle aree urbane. A causa dell’attuale particolare situazione, risultano fondamentali soprattutto le prime due linee di intervento previste dal Piano: soccorso e prima assistenza nel punto di sbarco e seconda accoglienza a lungo termine e integrazione. Nel documento è previsto, col finanziamento di circa 2 milioni di euro, l’allestimento, nel porto canale di Cagliari, di punto di sbarco con strutture smontabili per garantire a chi arriva una migliore accoglienza e a tutti gli operatori spazi più funzionali. E’ stato portato a termine l’aggiornamento formativo dei gestori e degli operatori dei centri di accoglienza e dei mediatori culturali
Il Centro permanente per i rimpatri, la cui sede è ancora da individuare, è previsto dal decreto Minniti-Orlando. «Il Cpr, previsto in Sardegna, deve esser destinato – ha osservato l’assessore Spanu – ai migranti che arrivano in Sardegna con gli sbarchi diretti. La Giunta ha più volte sottolineato che la sede del Cpr sarà individuata sulla base di una piena condivisione degli enti locali. Sarà comunque uno dei temi al centro dell’incontro con il ministro Minniti a cui ribadiremo la necessità di garantire un maggior controllo lungo le coste algerine».
Sono previste iniziative di approfondimento sul tema delle migrazioni. Avviato un ciclo di incontri nelle scuole per un confronto e uno scambio di idee con gli studenti sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Al primo incontro, che si è svolto all’Istituto “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, hanno partecipato, oltre ai ragazzi e ai loro insegnanti, rappresentanti della Giunta, mediatori culturali e responsabili di centri di accoglienza.
È lo strumento più valido ed efficace per bloccare i flussi migratori. L’esecutivo, con l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, ha sottoscritto, nel corso di una recente missione in Senegal, un accordo con i rappresentanti istituzionali della Regione di Matam, per uno scambio di buone pratiche che sostiene la crescita di una delle aree più povere del paese sub-sahariano. E’ in corso, inoltre, un proficuo confronto con le autorità tunisine. Nell’ambito della Conferenza delle Regioni, la Sardegna svolge un ruolo di primo piano per dare impulso agli interventi a favore dei paesi da cui hanno inizio i disperati viaggi dei migranti.

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Ieri a Roma, alla presidenza del Consiglio dei ministri, l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, alla presenza dei sindaci interessati, ha ribadito il no della Regione Sardegna all’impianto solare termodinamico da 55 MWe che riguarda i comuni di Gonnosfanadiga e Guspini. Il diniego era stato già espresso in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri da Francesco Pigliaru e in un’altra missiva indirizzata al ministro dell’Ambiente, dalla stessa Spano.

«Ho rimarcato il giudizio negativo espresso da tutta la Sardegna», ha affermato l’assessora Spano riferendo la contrarietà al progetto della Giunta, del Consiglio regionale – che ha impegnato il presidente e la Giunta a mettere in atto tutte le azioni per evitare l’intervento – e delle comunità locali.

Donatella Spano ha voluto ricordare il ruolo di coordinamento svolto dall’Assessorato regionale all’Ambiente, che ha raccolto le istanze e le osservazioni degli enti competenti in cui è chiaramente emersa l’incoerenza del progetto con il Piano energetico regionale e con il Piano paesaggistico, oltre che con la pianificazione urbanistica comunale. Sarebbe infatti compromessa una zona produttiva agricola sia per la fertilità del suolo che per l’allevamento.

«Non ci possono essere azioni compensative su agricoltura e, in questo caso, verrebbe consumato il suolo agrario di aree che vantano produzioni a marchio Igp e Dop – ha aggiunti l’assessore Spano -. L’economia agricola e agropastorale subirebbe perciò una perdita qualitativa, con un conseguente problema sociale.»

Tra le motivazioni contro il progetto, ricordato anche l’aspetto idrico e quello del benessere animale: “L’impianto richiederebbe ingenti quantità di acqua, per noi essenziale per l’agricoltura e per lo spegnimento degli incendi. Inoltre il progetto non fornisce certezza sugli elementi del microclima e sappiamo bene che un cambio di microclima porterebbe ricadute negative sul benessere degli animali allevati”, ha concluso Donatella Spano.