13 May, 2024
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Grande festa questa mattina, in una piazza Roma baciata dal sole di inizio gennaio e dalla presenza di centinaia di bambini accompagnati dai loro genitori, per la seconda edizione della discesa della Befana dal Campanile della chiesa di San Ponziano, organizzata dall’associazione culturale “Simpatiche Canaglie”, con il patrocinio del comune di Carbonia.

L’evento è stato preceduto dalla celebrazione della Santa Messa, alle 10.00, cui sono seguiti prima l’arrivo degli aiutanti della Befana con la slitta di Babbo Natale, poi quello dei Re Magi con la distribuzione delle caramelle ai bambini. A mezzogiorno l’arrivo degli aiutanti della Befana in moto, quindi la discesa della Befana con una corda dal campanile, preceduta dal saluto del parroco di San Ponziano Amilcare Gambella e, al termine, la distribuzione delle calze piene di doni a tutti i bambini presenti.

Alleghiamo un ricco album fotografico e i filmati dell’arrivo degli aiutanti della Befana in moto e l’intera discesa della Befana dal campanile.

          

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«Sulla “Questione Zona Franca”, esprimiamo disponibilità a sostenerne i giusti principi contenuti nella rivendicazione e indirizzati verso la difesa e la tutela dei diritti di tutti i Sardi in materia fiscale e non solo. Impegneremo sin da ora le nostre strutture affinché vengano avviati incontri chiarificatori su questo importante tema, da approfondire e chiarire ulteriormente, al fine di sensibilizzare il nostro corpo elettorale e per far si che alla “Questione Zona Franca” venga data concretezza.»

Lo scrive, in una nota, Tore Piana, responsabile regionale di Energie Per l’Italia.

«Esprimiamo una valutazione positiva per la questione zona franca esprimendo solidarietà al sindaco del comune di Giave Maria Antonietta Uras che ha avuto il coraggio civico e politico di  rilanciare, in termini globali, questo importante tema che dovrà vedere tutte le forze politiche in campo assumere delle posizioni chiare di fronte agli elettori – aggiunge Tore Piana -. Energie Per L’Italia Sardegna affronterà la questione Zona Franca Sardegna  come una questione certamente da approfondire e da attuare nei confini previsti dalla normativa nazionale e comunitari per garantire perequazione tra cittadini e imprese sarde che sostengono il gravoso onere costituito dai costi manifesti e occulti  derivanti dall’insularità e quelli che questo peso non lo sostengono.»

«La Sardegna troppo spesso viene vista dal Governo Nazionale come terra di conquista – sottolinea ancora Tore Piana – calpestando l’autonomia regionale, abbiamo la più alta percentuale di territori gravati da servitù militari, abbiamo quasi la totalità  nelle carceri della Sardegna dei reclusi di mafia con il 41 Bis, vorrebbero utilizzare il territorio della Sardegna per lo stoccaggio delle scorie nucleari, Lo Stato deve obbligatoriamente  concedere alla Sardegna benefici fiscali e strutturali maggiori, come appunto la Zona Franca. Da Oggi costituiremo un gruppo di lavoro all’interno del partito di Energie Per l’Italia che si occupi di sviluppare tutti gli approfondimenti  necessari. Esprimiamo forte rammarico e delusione nei confronti del presidente Pigliaru e della Giunta regionale – conclude Tore Piana – per la totale assenza di rivendicazioni nei confronti del Governo Nazionale e della Unione Europea sulla questione Zona Franca.»

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A Milano, nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre 2017, presso l’auditorium della storica Casa Manzoni  (Via Gerolamo Morone 1), il Centro Nazionale di Studi Manzoniani, in collaborazione con la F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia), ha organizzato un incontro dal titolo “Ritrarre in forme plastiche la vita” per commemorare i 90 anni  del Premio Nobel per la Letteratura a Grazia Deledda, unica donna italiana ad essere insignita della prestigiosa  benemerenza,

Significativa la data dell’iniziativa culturale (esattamente a 90 anni dalla consegna materiale alla scrittrice sarda del massimo riconoscimento letterario a livello mondiale, avvenuta a Stoccolma il 10 dicembre 1927, anche se il Premio si riferì all’anno 1926, in cui non era stato assegnato dall’Accademia svedese per mancanza di candidature meritevoli). Nota: anche se in un diffusissimo strumento di consultazione come è l’enciclopedia libera Wikipedia è ben precisato che «il 10 dicembre 1927 venne conferito alla Deledda il premio Nobel per la letteratura 1926 (non vinto da alcun candidato l’anno precedente, per mancanza di requisiti)», sono stati innumerevoli coloro che hanno preso la cantonata di collocare il conferimento del Premio nella data errata del 10 dicembre 1926. Ne cito uno per tutti: ha scritto il “Corriere della Sera” dell’11 dicembre 2017: «Nel giorno della consegna dei Nobel, il 10 dicembre, quando anche lei ricevette 91 anni fa, nel 1926, quello per la Letteratura, Grazia Deledda è stata omaggiata da Google. Il motore di ricerca l’ha celebrata ieri con un doodle, versione speciale del logo di Google per commemorare anniversari ed eventi».

Il titolo dell’incontro ha voluto riprendere le parole della motivazione espressa dalla Giuria in occasione del Premio Nobel alla Deledda: «Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita qual è nella sua appartata isola natale e che con profondità e calore tratta problemi di generale interesse umano».

Di fronte a un folto pubblico, composto in gran parte di giovani, Angelo Stella, presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, ha introdotto i lavori ricordando che nella biblioteca personale del Manzoni figuravano opere di autori sardi che lui aveva sicuramente letto dato che le pagine sono risultate non più intonse: 1) di Vincenzo Raimondo Porru il Nou Dizionariu universali sardu-italianu (1834) «che era nello scrittoio di Alessandro Manzoni quando morì, e ancora vi si conserva» secondo una testimonianza del 1879 del poeta vicentino Giacomo Zanella; ed il Saggio di grammatica sul dialetto sardo meridionale dedicato a sua altezza reale Maria Cristina di Bourbon infanta delle Sicilie duchessa del genevese dal sacerdote Vincenzo Raimondo Porru (1811); 2) dello storico Giuseppe Manno la “Storia di Sardegna”, opera suddivisa in quattro volumi scritti tra il 1825 ed il 1827.

La relazione di Mauro Novelli (docente di Letteratura e cultura nell’Italia contemporanea e Letteratura italiana otto-novecentesca presso l’Università degli studi di Milano) ha offerto un ritratto avvincente della personalità eccezionalmente determinata della Deledda ed un cenno alle sue opere più importanti sia quelle ambientate nei suoi luoghi natii e valorizzanti il patrimonio di abitudini e mentalità della gente sarda sia quelle di ambientazione “continentale”.

Giuliana Nuvoli, professore di Letteratura italiana presso l’Università degli studi di Milano, che vanta diversi saggi sui rapporti fra letteratura e cinema, ha messo in evidenza come l’origine della vicenda drammatica al centro delle pagine di Canne al vento sia stata trascritta sullo schermo dal regista Mario Landi nello sceneggiato televisivo prodotto nel 1958 dalla Rai. Sono stati illustrati efficacemente i differenti modi di approccio della scrittrice e del regista.

Personalmente ho ricordato che l’accoglienza non favorevole ricevuta dai suoi primi romanzi convinse la Deledda a cercare di migliorare la conoscenza della lingua italiana seguendo i consigli di Antonio Scano, che la invitò a dedicarsi alla lettura di autori classici italiani (Metastasio, Goldoni, Manzoni, Guerrazzi, Capuana, Verga, Fogazzaro, D’Annunzio e, in generale, gli autori della letteratura regionale di impostazione naturalistica). In una lettera del 10 ottobre 1892 proprio ad Antonio Scano (che la pubblicò in Viaggio letterario in Sardegna, Foligno-Roma, Campitelli, 1932), la Deledda confessa: «Ora non faccio nulla. Cioè, studio soltanto e, secondo il suo consiglio, cerco di studiare la lingua, perché la fantasia non mi manca. […] E ho afferrato il Manzoni, il Boccaccio ed il Tasso, e tanti altri classici che mi fanno sbadigliare e dormire!… Dio mio! È inutile! Io non riuscirò mai ad avere il dono della buona lingua, ed è vano ogni sforzo della mia volontà. Scriverò sempre male, lo sento, perché l’abitudine di scrivere così come mi viene è radicata ormai nella mia povera penna».

Se leggiamo il romanzo Cenere (1904) vediamo però che nella parte seconda la Deledda usa un evidente stilema di derivazione classica tratto dai Promessi Sposi del Manzoni. Riferendo i pensieri di Anania, scrive: «Addio, addio, terra d’esilio e di sogni! Anania rimase immobile, appoggiato al parapetto del piroscafo, finché l’ultima visione di Capo Figari e delle isolette, sorgenti azzurre dalle onde come nuvole pietrificate, svanirono tra i vapori dell’orizzonte; […]».

Questi pensieri non possono non farci venire in mente quelli accorati di Lucia (capitolo VIII dei Promessi Sposi) mentre la barca che trasporta lei – fuggitiva dai luoghi natii, insieme con Agnese e Renzo, per sottrarsi alle grinfie dei “bravi” di don Rodrigo – andava avvicinandosi alla riva destra dell’Adda: «Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! […]».

Per quanto riguarda  il contributo concreto che la F.A.S.I. ha inteso dare alla celebrazione dell’Anno Deleddiano (90 anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 1926 e  80 anni dalla morte), per rendere onore alla grande scrittrice sarda, ho citato il bando per  premi che saranno riconosciuti a tesi di laurea sulla Deledda che saranno discusse nell’anno accademico 2017-2018 nei dipartimenti di studi letterari delle Università fuori della Sardegna: si veda questo link: http://www.fasi-italia.it/index.php/2-non-categorizzato/880-padova-12-giugno-2017

Rosa Muggianu, originaria di Atzara (Nuoro), socia del CSCS-Centro Sociale Culturale Sardo di Milano, ha letto sia il discorso pronunciato dalla Deledda nel momento in cui ha ritirato il Premio sia la traduzione in sardo di Nuoro che la Deledda operò del brano dei Promessi Sposi con la narrazione di fra Galdino sul  “miracolo delle noci”. Questa traduzione fu pubblicata nel volumetto, commissionato da Paravia a Ciro Trabalza, che uscì nel 1917 col titolo “Dal dialetto alla lingua. Nuova  grammatica italiana per la IV, V e VI elementare con XVIII versioni in dialetto d’un brano dei “romessi Sposi”.

Giovanni Cervo, presidente del CSCS di Milano, con un gruppo di collaboratori ha coordinato l’offerta ai numerosi uditori di un buffet a base di prodotti sardi, concluso con un “brindisi alla Sarda” (nei due significati: alla maniera sarda; in onore della grande scrittrice sarda).

Paolo Pulina

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«Caro sindaco, abbiamo appreso dalla stampa del gravissimo atto intimidatorio. Un atto ignobile, certamente figlio della strategia dell’offesa seriale e all’istigazione all’odio nei Social che, a lungo andare, riesce a trovare qualcuno disponibile a passare alle vie di fatto.»

Inizia così la breve lettera di solidarietà inviata da Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente, al sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo.

«Un atto vigliacco ancora più grave ed allarmante in questo momento delicatissimo della vita del territorio e del Paese, soprattutto perché rivolto contro il massimo rappresentante dell’istituzione più vicina ai cittadini – aggiunge Roberto Puddu -. Un atto sul quale esprimiamo la più ferma indignazione e condanna, che va a discapito della tua persona, della famiglia e dell’Amministrazione tutta e che, insieme a voi, ferisce tutta la collettività civile e democratica dell’intero territorio. Atto, per il quale, senza tante parole – conclude Roberto Puddu – ti vogliamo rappresentare la nostra totale solidarietà.»

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«Atti vili e indegni che rasentano la più becera azione nei confronti del prossimo.»

Fabio Enne, segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente si esprime così sull’atto intimidatorio compiuto la scorsa notte nei confronti del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo.

«Non si ricerchino colpe o responsabilità tra le solite ragazzate o tra episodi di mera ignoranza perché a volte gli adulti ed anche coloro che professano onestà, pur di arrivare allo scopo prefissato sono capaci di inventarsi simili bestialità pur di ingenerare dissensi verso il nemico. Caro Emilio, anche a nome della Cisl territoriale – conclude Fabio Enne –manifestiamo a te totale solidarietà e condanna verso queste logiche di inciviltà vergognosa.»

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Se davvero ci fosse l’urgenza di difendere i nostri figli da qualcosa, sarebbe evitare che nella nostra città prendano piede, più di quanto non l’abbiano già fatto, le idee (si fa per dire) propalate dai baldi militanti di Casa Pound, i quali, non avendo da queste parti a disposizione periferie degradate o ghetti di stranieri verso cui indirizzare le loro mefitiche attenzioni, hanno pensato bene di prendersela con i pazienti del Ser.D.: anzi, del “SERT”, perché nella loro becera e infinita ignoranza non sanno neppure che da anni la struttura di viale Trento non porta più quel nome. La “t” di “tossicodipendenze” è diventata la “d” di “dipendenze”: tutte, anche quelle dal tabacco e dal gioco. Ma essi, i coraggiosi camerati di Casa Pound che attaccano manifesti ridicoli e disgustosi nel cuore della notte, come i ladri, pensano al “tossico”, quello che scippa la nonnina, che spaccia fuori dalle scuole, che si buca sulla pubblica via e lascia la siringa sul muretto.
La tentazione di trattare questi soggetti come macchiette è forte ma non si può e non si deve. E assieme alla solidarietà che intendiamo esprimere ai pazienti del Ser.D e ai lavoratori di una struttura importante per la città e il territorio, non ci sottraiamo al dovere di respingere le provocazioni e di combattere le malsane prese di posizione di Casa Pound e i loro rigurgiti fascisti. Non solo con le parole ma con i fatti: cominciando dall’invitare l’amministrazione comunale, come fatto in altre realtà, a negare spazi pubblici alle iniziative di Casa Pound e di chiunque inneggi al fascismo e al disprezzo dei più deboli.
Movimento 5 Stelle 
Carbonia

 

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Solidarietà a Emilio Gariazzo arriva dai deputati PD Emanuele Cani e Francesco Sanna e dal segretario provinciale Pd Daniele Reginali.

«Esprimo ferma e dura condanna per l’episodio minaccioso contro il sindaco Emilio Gariazzo e la Giunta comunale di Iglesias a cui manifesto tutta la vicinanza e solidarietà. La politica non può mai trascendere. In un paese civile episodi come questo non possono essere ammessi in alcun modo – dice il deputato Emanuele Cani -. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine perché con le loro indagini possano arrivare a individuare al più presto i responsabili di questo gesto.»

«L’atto intimidatorio al sindaco di Iglesias è grave gesto da condannare fermamente – aggiunge il segretario Daniele Reginali -. Nell’auspicare una rapida risoluzione delle indagini con l’individuazione dei responsabili non posso che condannare, a nome di tutto il Partito Democratico di Carbonia Iglesias, il grave atto intimidatorio rivolto al sindaco e alla Giunta comunale di Iglesias. Simili gesti vanno condannati fermamente e non possono trovare alcuna minima giustificazione.»

«Gli auguri di buon anno con pallottole cariche e teste di animale mozzate, recapitati presso la sede del comune di Iglesias e indirizzate alla Giunta, al Sindaco ed ai loro familiari, non possono  essere derubricati a bravata di un fesso – sottolinea il deputato iglesiente Francesco Sanna -. Forse qualche odiatore seriale ha deciso di passare da un profilo facebook alle vie di fatto, dalla offesa alla minaccia: uno stile ed un metodo che mai sono appartenuti alla tradizione democratica di Iglesias e che la città saprà respingere stringendosi attorno alle sue istituzioni. Solidarietà e vicinanza ad Emilio Gariazzo ed ai suoi collaboratori, quindi, impegnati ogni giorno nel difficile compito di amministrare la cosa pubblica. Ma anche ferma richiesta, alle forze dell’ordine e alla magistratura – conclude Francesco Sanna -, di utilizzare tutti gli strumenti consentiti dalla legge per scoprire gli autori della intimidazione.»

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, esprime solidarietà al collega di Iglesias Emilio Gariazzo, vittima di un grave atto intimidatorio.

«Esprimo, a nome di tutta l’Amministrazione comunale di Carbonia, solidarietà e vicinanza al sindaco Emilio Gariazzo e alla sua Giunta per l’atto intimidatorio subito – scrive in una nota Paola Massidda -. Un atto che colpisce non tanto per la sua efficacia minacciosa, quanto per la sua vigliaccheria e meschinità.»

«Purtroppo, negli ultimi tempi, diversi amministratori locali, che fanno perbene il loro lavoro, risultano costantemente sotto attacco, basti pensare a quanto accaduto recentemente a Dorgali e a Pula. Un’escalation di atti intimidatori a cui dobbiamo, con l’aiuto delle forze dell’ordine e della Prefettura, cercare di porre fine – conclude Paola Massidda -. Mi stringo al collega Emilio in un forte abbraccio.»

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Nuovo atto intimidatorio nei confronti del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo. Nei parcheggi sotterranei del centro direzionale di via Isonzo, questa mattina, alle 8.30, un dipendente del Comune ha trovato, infilata in una busta,una testa di capretto che aveva, infilata nella bocca, una cartuccia da fucile calibro 12 carica, una svuotata ed un biglietto di minacce: «Auguri sindaco, giunta e familiari». Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Iglesias che hanno effettuato i rilievi ed avviato le indagini per cercare di risalire agli autori.

L’episodio arriva a pochi mesi dalle elezioni per l’elezione del nuovo sindaco e del Consiglio comunale. Nel recente passato, a Iglesias, si sono registrati altri episodi di minacce nei confronti degli amministratori comunali, ma quello odierno è sicuramente il più grave e preoccupante.

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Anche la nuova formazione politica di sinistra Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente prende posizione sulla scritta “proteggiamo i nostri figli, spostiamo il S.E.R.T” firmata CasaPound, apparsa martedì mattina a Carbonia.

«Va loro ricordato che dagli anni ’80 ad oggi, il SertT prima e il SerD dopo, hanno aiutato centinaia di uomini e donne ad affrontare il gravissimo problema della dipendenza. I fascisti del terzo millennio invece, come d’altronde quelli del secolo scorso, fanno di tutto per far scomparire “il diverso da loro” dalla società – si legge in una nota di Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente -. Continuano a mascherarsi dietro  “belle azioni” (pulizia piazze o raccolta alimentare) ma il tutto è animato dal loro spirito di odio contro “l’altro” e dalla volontà di rinchiuderli in dei ghetti.»

«Sia ben chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di ricadere nei tragici errori del passato: sappiamo cos’è il fascismo e dobbiamo impegnarci tutti, nessuno escluso, perché non ritorni.  Carbonia ha già dimostrato di essere antifascista nel suo DNA. Il fascismo l’abbiamo cacciato una volta – conclude la nota di Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente -, lo faremo ancora usando gli strumenti di sempre: la democrazia, l’accoglienza, la solidarietà, il mutuo aiuto. etc.»