6 May, 2024
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La seconda ondata da Covid, le sue conseguenze e le implicazioni sul sistema sanitario sardo, le azioni adottate per fronteggiare la crisi e le strategie in campo per combattere la pandemia, la riconfigurazione di alcune importanti strutture sanitarie, le attese al Pronto soccorso e le nuove terapie intensive, il reclutamento del personale e i modelli organizzativi da sperimentare, lo stress degli ospedali e quello di medici e pazienti, con l’obiettivo dichiarato di garantire cure e assistenza in tutta l’Isola: sono stati questi, in sintesi, i temi al centro delle audizioni nella commissione Salute del Consiglio regionale. Nel parlamentino presieduto da Domenico Gallus (Udc), i vertici della sanità in Sardegna – con in testa l’assessore regionale, Mario Nieddu; il direttore generale dell’assessorato, Marcello Tidore; il commissario straordinario Ats, Massimo Temussi; la direttrice della Assl di Nuoro, Grazia Cattina; la direttrice della Assl di Oristano, Valentina Marras; il direttore della Assl di Lanusei, Antonio Demontis; il direttore della Assl di Cagliari, Carlo Murru; il direttore della Assl di Sanluri, Maurizio Locci; il direttore della Assl di Sassari, Flavio Sensi; il commissario della Aou di Sassari, Antonio Spano; il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino ed il commissario dell’Azienda ospedaliera Brotzu, Paolo Cannas – non si sono sottratti ai quesiti, alle richieste di chiarimento e neppure alle sottolineature critiche ed ai suggerimenti dei consiglieri di maggioranza ed opposizione.

«Nessuno di noi – ha esordito l’assessore Mario Nieddu – poteva immaginare che la seconda ondata del virus avesse in Sardegna una portata quattordici volte superiore rispetto alla prima, passando in pochi mesi da 1.390 positivi a circa 20mila contagiati (19.288).»

«Alla data del 24 novembre – ha proseguito il responsabile della sanità – contiamo 12.562 positivi; 6.319 guariti; 407 decessi (età media 79 anni, il più giovane aveva 31 anni, il più anziano 100 anni); attualmente 11.962 sono le persone in isolamento domiciliare, 527 i ricoverati, dei quali 73 in terapia intensiva.»

I posti in terapia intensiva, complessivamente disponibili in tutta l’Isola sono 75, ed il dato rende meglio l’dea di ciò che l’assessore ha inteso quando, nel corso del suo intervento, non ha negato “lo stress cui sono sottoposte le strutture ospedaliere” insieme con l’urgenza di attivare nuove realtà in grado di reggere l’urto dei ricoveri.

«Si incomincia però – ha aggiunto Mario Nieddu – ad intravedere un rallentamento della curva dei contagi e l’indice Rt è fermo a 0.84.»

Segnale incoraggiante se unito alle due slide illustrate dal commissario Ats, Massimo Temussi, che hanno evidenziato «una diminuzione della pressione in entrata nei pronto soccorso, insieme ad una riduzione degli accessi per febbre e dispnea». I numeri dei tamponi hanno certificato invece la mole di lavoro che si è abbattuta sui laboratori del sistema pubblico: «Il totale dei tamponi eseguiti è pari a 352.678 e solo negli ultimi sette giorni sono stati 21.869, con una media di 3.124 tamponi\giorno per 2.770 casi di positività che fanno 395 positivi di media settimanale». L’onda d’urto dei contagi e la ricerca di nuovi spazi per le terapie intensive ha rivoltato ospedali e corsie (il Marino e il Binaghi di Cagliari sono gli ultimi in ordine di tempo) tanto che «entro sessanta giorni potrebbero essere attivati (ma alcuni sono già disponibili) ulteriori 68 posti letto con l’ossigeno: 18 all’Aou di Sassari, 9 al San Martino di Oristano, 15 al San Francesco di Nuoro, 6 al Santissima Trinità, 12 al Binaghi e 8 al Marino di Cagliari». La cosiddetta area medica e sub intensiva conta in tutta l’Isola 527 posti letto al momento occupati, su un totale di 591 attivi. I nuovi posti letto attivabili nell’arco delle prossime settimane sono 578: 46 al Marino di Alghero, 15 a Ghilarza, 2 al San Martino di Oristano, 42 al San Francesco di Nuoro, 25 a Bosa, 70 Marino di Cagliari, 100 al Binaghi a Cagliari, 40 al San Giuseppe di Cagliari; 24 al Santissima Trinità a Cagliari, 25 a Iglesias, 22 alle cliniche di Sassari e 147 al Santissima Annunziata a Sassari. «In totale – ha affermato l’assessore a conclusione dell’elencazione di ospedali, paesi, città e numeri – avremo oltre mille posti Covid che rappresentano un quarto del totale dei posti letto complessivamente disponibili nel sistema sardo».
Non sono mancati i richiami al potenziamento delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) e dal governo regionale non si è negata tale opportunità: «Ne abbiamo attivate venti che hanno in carico 2.737 pazienti e altre tre sono in via di attivazione». Il problema sottinteso è quello del reclutamento di medici, infermieri e personale amministrativo e l’assessore Mario Nieddu ha replicato con l’illustrazione del contenuto di un altro foglio Excel: «Abbiamo reclutato in totale 1.075 unità: 185 medici, 233 specializzandi, 478 infermieri, 45 professionisti della sanità, 105 operatori socio sanitari e altri 29 operatori»«Per potenziare il cosiddetto tracciamento – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo Solinas – è in corso il bando della Protezione Civile per assicurarci le prestazioni di 8 medici, 13 assistenti sanitari, 33 tecnici della prevenzione, per un totale di 54 nuove unità» «Mentre dei 379 medici del bando cosiddetto “dei 500”, 242 hanno già restituito il contratto firmato, 163 sono stati sottoposti alle visite e 67 hanno già preso servizio (4 a Cagliari, 25 a Sassari, 14 a Carbonia, 10 a Oristano, 5 a Nuoro, 1 a Olbia e 8 a Lanusei)».
La strettoia, i tempi lunghi e i difficili contatti con l’ufficio igiene e sanità pubblica è un altro tema che più volte è stato evidenziato dagli interventi dei consiglieri e il direttore dell’assessorato, Marcello Tidore, ha aperto uno spiraglio per un possibile alleggerimento delle incombenze che pesano su quegli uffici: «Lavoriamo ad una soluzione che consenta anche i medici e non soltanto ad un ufficiale della sanità pubblica di poter attestare la guarigione, trascorsi i 21 giorni (almeno sette dei quali da asintomatico) dalla positività, così come stabilito lo scorso ottobre dal ministero». I medici di famiglia sono chiamati in causa anche quando si è parlato della possibilità che possano eseguire i test antigenici rapidi («ne abbiamo acquistati 1.100.000 – afferma Massimo Temussi – ed un altro milione è stato ordinato») e non poteva mancare il riferimento alla vaccino antinfluenzale. La Regione ha firmato un contratto per 530mila dosi (lo scorso anno in totale erano state 220mila) ma ne sono state consegnate solo 318mila e la multinazionale del farmaco Sanofi sembra intenzionata a non rispettare l’accordo per la fornitura, nonostante le penali («sono pronto a denunciare l’azienda farmaceutica – ha dichiarato l’assessore – ed auspico un intervento del governo nazionale perché sia fatta piena luce sulla vicenda e siano garantite le dosi per il vaccino contro l’influenza»).
Gli interventi del presidente della commissione, Domenico Gallus, dei consiglieri Daniele Cocco (Leu); Gianfranco Ganau (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Francesco Mura (FdI); Michele Ciusa (M5S); Rossella Pinna (Pd); Alessandro Solinas (M5S) e Desirè Manca (M5S) hanno riportato all’attenzione dei commissari e dei direttori generali le emergenze vissute in questi mesi nei diversi territori, insieme alla rabbia di tanti cittadini per qualche disservizio di troppo e per le risposte negate o ricevute con colpevole ritardo. La fila delle ambulanze al pronto soccorso, le lunghe attese, i percorsi sporchi e puliti negli ospedali, le cure mancate per chi soffre dei mali che non sono Covid, i timori che gli spazi dati ai ricoveri per il virus non ritornino alla loro originaria funzione, la difficoltà nelle comunicazioni con i positivi e con i sindaci, i macchinari contesi per poter processare qualche tampone in più, le assicurazioni per i medici appena reclutati, i Dpi che non ci sono o che non sono in quantità adeguata, gli spazi per il ristoro e la vestizione dei volontari del 118: sono questi alcuni dei paragrafi del libro delle doglianze della seconda ondata Covid in Sardegna.

«Ne ipotizziamo anche una terza – ha concluso l’assessore Mario Nieddu – e confidiamo di sconfiggere il virus grazie anche al nuovo vaccino ma è fin troppo evidente che il clima politico e quello generale con il quale si sta affrontando la “fase due” della pandemia è assai diverso rispetto a quello collaborativo e solidaristico che la Sardegna ha dimostrato in occasione del primo manifestarsi del Coronavirus nell’Isola.»

Quando nel 2007 ho trascorso alcuni giorni a Buenos Aires, ho visitato il quartiere del Boca e nei pressi del mitico stadio della “Bombonera”, mi sono imbattuto su una palazzina imbiancata con i colori giallo-blu, gli stessi della squadra per la quale Diego Armando Maradona ha giocato tre campionati: il primo da giovane, nella stagione 1981/1982 (prima dell’arrivo in Europa, per vestire la maglia del Barcellona) nel corso della quale realizzò 28 goal in 40 partite; gli altri due, a fine carriera, nelle stagioni 1995/1996 e 1996/1997. Osservando la terrazza di quella palazzina, ho capito quale fosse l’amore di Buenos Aires per Diego Armando Maradona: la sua statua era esposta con quelle di Juan Domingo ed Evita Perón…Diego Armando Maradona è stato e resterà per sempre, un eroe, un mito, per Buenos Aires, per l’Argentina e…per NAPOLI!

Giampaolo Cirronis

Ieri sono stati accertati tre nuovi casi positivi al Covid-19 tra i residenti a Gonnesa. Lo ha comunicatoil sindaco, Hansel Cristian Cabiddu.

«Cari concittadini e care concittadine, Ats mi ha comunicato che 3 cittadini di Gonnesa sono risultati positivi al Covid-19. La rete dei contatti è stata tracciata. Allo stesso tempo 5 cittadini positivi sono guariti. Ad oggi i cittadini di Gonnesa positivi al Covid-19, comunicati ufficialmente dalle autorità competenti, sono 18. Nel ricordare il rispetto delle norme igieniche e sanitarie di sicurezza previste dai Dpcm per arginare la diffusione del Covid-19, invitiamo i cittadini ad avere comportamenti prudenti e rispettosi della salute propria e di quella altrui.»

Sedici candeline per Passaggi d’Autore – Intrecci mediterranei, il festival del cortometraggio organizzato da Circolo del cinema – “Immagini” (F.I.C.C.) di Sant’Antioco con la direzione artistica del regista bosniaco Ado Hasanovicda giovedì 3 a martedì 8 dicembre ritorna l’appuntamento dedicato ai cortometraggi dell’area mediterranea; un appuntamento che si rinnova dal 2005 nella cittadina sul mare nell’estremo sud-ovest della Sardegna, ma che quest’anno, per via dell’emergenza sanitaria in corso, si svolgerà necessariamente in rete. Una modalità inedita per questo festival che si presenta comunque alla sua sedicesima edizione con un ventaglio di proposte come sempre ampio e variegato: in visione, gratuitamente online sulla piattaforma Festival Scope, oltre sessanta cortometraggi, per metà provenienti da quindici paesi diversi, tutti in lingua originale e sottotitolati in italiano e in inglese; e poi, fruibili sulla pagina Facebook e il canale YouTube del festival, un focus sul nuovo cinema italiano e una vetrina sulla produzione sarda, un omaggio a Federico Fellini nel centenario della nascita, una selezione di videoclip d’autore, un approfondimento sulle webserie, interviste e incontri con i registi e altri ospiti, masterclass, workshop e il consueto concerto conclusivo. Novità di questa edizione, in virtù della sua inedita modalità in streaming, le dirette ideate dal regista e autore televisivo Pietro Mereu; saranno due al giorno: una mattutina condotta dall’attore Lorenzo Melini che si collegherà da un luogo ogni volta diverso di Sant’Antioco, dialogando a distanza con i registi dei corti in programma che, a loro volta, si mostreranno in diretta dalle rispettive località; e una diretta serale affidata invece alla conduzione di Chiara Nicoletti di FRED film radio, che presenterà eventi e incontri con gli ospiti del festival.
Taglio del nastro giovedì 3 dicembre, alle 18.00.


“Melocoton” di Jasmine Trinca Alba Rohrwacher e Maayane

Sono 351 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati in Sardegna nelle ultime 24 pre, 3.877 i tamponi eseguiti. Salgono a 19.639 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. Dei 351 nuovi casi, 166 sono stati rilevati attraverso attività di screening e 185 da sospetto diagnostico.

Si registrano 6 decessi (413 in tutto): tre uomini e tre donne in un’età compresa fra i 69 e i 94 anni. Le vittime: tre residenti nella Città Metropolitana di Cagliari, due nella provincia del Sud Sardegna e una nella provincia di Sassari.

In totale sono stati eseguiti 356.555 tamponi. Sono 515 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (dodici in meno rispetto al dato di ieri), 76 (+3) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.106. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 6.459 (+197) pazienti guariti, più altri 70 guariti clinicamente.

Sul territorio, di 19.639 casi positivi complessivamente accertati, 4.095 (+79) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 3.139 (+42) nel Sud Sardegna, 1.601 (+16) a Oristano, 3.471 (+123) a Nuoro, 7.333 (+91) a Sassari.

«Con questa riunione, innanzitutto, abbiamo voluto formalizzare il passaggio di consegne del coordinamento del ‘Piano Sulcis’ dalla Presidenza della Giunta all’Assessorato dell’Industria, così da inaugurare una nuova fase operativa per ripensare il Piano e dare impulso a nuovi progetti di investimento nel territorio.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, aprendo i lavori della videoconferenza sul Piano Sulcis, che si è svolta questa mattina in collegamento con sindaci, rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico, dei sindacati, di Confindustria e di Confapi.

«Un recente monitoraggioha aggiunto l’assessore Anita Piliha evidenziato che sono tante le risorse dei bandi non utilizzate e stiamo dialogando col Mise con l’obiettivo di impegnare queste risorse in progetti funzionali alle imprese ed allo sviluppo socioeconomico di quel territorio. Per questo motivo abbiamo coinvolto anche i partecipanti al tavolo di ‘Agenda Industria’, così da sfruttare al meglio il lavoro condiviso e propositivo fin qui svolto con parti sociali e datoriali.»

«È stato un incontro proficuo, ricco di spunti. Ora, insieme alle Amministrazioni comunali individueremo le priorità, le migliori soluzioni e gli obiettivi per i prossimi investimenti, che dovranno dare finalmente risposte concrete all’intera area del Sulcis. Progetti da sottoporre all’attenzione del tavolo tecnico che a breve sarà costituito», ha concluso l’assessore regionale dell’Industria.

Mercoledì 25 Novembre, in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, alle ore 10.00, in sala polifunzionale si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di un nuovo importante servizio, il “Centro Antiviolenza” di via Filzi, e la consegna simbolica delle chiavi della struttura al gestore, l’associazione di volontariato “Donne al Traguardo”.

Il nuovo Centro Antiviolenza di Carbonia, che sorge nello stabile dell’ex Scuola Materna di via Filzi, a Serbariu, sarà la sede principale che coordinerà tutti gli sportelli operativi nei Comuni del territorio.

L’obiettivo del Centro è garantire protezione, sostegno psico-sociale, ascolto e consulenza alle donne vittime di stalking e violenza. Fenomeni che purtroppo hanno raggiunto dimensioni consistenti anche nel nostro territorio. L’apertura del nuovo Centro Antiviolenza conferma l’azione messa in campo dall’Amministrazione comunale di Carbonia per assicurare un impegno concreto e incisivo verso le donne in difficoltà, realizzando nel contempo attività di sensibilizzazione, informazione e prevenzione su un problema sociale che richiede una massiva attenzione da parte della nostra società e delle istituzioni.

La consegna delle chiavi del nuovo Centro Antiviolenza si svolgerà in sala polifunzionale nel rispetto delle misure restrittive imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Saranno presenti il sindaco Paola Massidda, l’assessore ai Servizi sociali Loredana La Barbera, la presidente dell’Associazione “Donne al Traguardo” Silvana Migoni e la referente territoriale Maria Mameli, la vicepresidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità e assessore dei Servizi sociali del comune di Iglesias Angela Scarpa.

Innovazione e tecnologia al servizio del settore terziario e di tutta la cittadinanza. Ieri, in sala polifunzionale, è stata presentata la nuova applicazione per smartphone realizzata dal Centro Commerciale Naturale “Carbonia Produce” con il contributo del comune di Carbonia e della Regione Autonoma della Sardegna.

La costituzione del nuovo Centro Commerciale Naturale di Carbonia, nato ufficialmente il 18 Dicembre 2018, in occasione dell’80° compleanno della città, è uno strumento voluto dall’Amministrazione Comunale – socio onorario – e dalle attività produttive che operano nell’intero territorio cittadino. Il CCN mira a dare nuovo impulso al tessuto del settore terziario cittadino attraverso politiche comuni a livello strategico, di comunicazione, marketing e pubblicità. La creazione della nuova APP è una di queste.

La nuova APP “Carbonia Produce” rappresenta un’opportunità per i commercianti, gli imprenditori della città e del territorio e uno strumento conveniente per tutti gli utenti.

Quali sono i vantaggi per le aziende cittadine?

Inserimento in un circuito con numerose altre imprese del territorio;
Fare rete;
Iniziative formative;
Strategie di marketing comuni;
Promozione dei propri prodotti sull’APP “Carbonia Produce”;
Fidelizzazione della clientela.

Numerosi sono anche i vantaggi per la cittadinanza:

Accesso a continue offerte promozionali e servizi coordinati che rendono convenienti gli acquisti presso le attività del circuito;
Attivazione di strumenti di fidelizzazione quali il cashback e le Gift Card;
Poter contare su assistenza post-vendita a km zero;
Innescare una dinamica virtuosa per uno sviluppo economico del territorio, con vantaggio per l’intero tessuto sociale.

La squadra di pronto intervento “5A” del distaccamento dei vigili del fuoco di Iglesias è intervenuta, intorno a mezzogiorno, in via Fratelli Bandiera a Iglesias, per soccorrere una donna caduta nel suo appartamento, ma con la porta di casa chiusa a chiave dall’interno.

Gli operatori sono saliti sul tetto della palazzina tramite il lucernaio del vano scala e, grazie all’ausilio delle attrezzature in dotazione alle squadre di soccorso e tecniche Saf, si sono calati tra un piano e l’altro per poi accedere all’appartamento per affidare la donna agli operatori sanitari inviati dal 118, che hanno provveduto al trasporto in ospedale per i controlli e le cure del caso. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Iglesias.

Antonio Caria

Il Muma Hostel di Sant’Antioco si è aggiudicato il Premio Ecolabel 2020 per la migliore interpretazione e applicazione dei principi ispiratori del marchio Ecolabel UE delle strutture ricettive.

Una struttura che ha formulato una proposta di turismo che coniuga accoglienza, educazione, sostenibilità e valorizzazione del territorio, ed in cui gli ospiti vengono accolti in un museo, il Museo del mare e dei maestri d’ascia e soggiornano in un Centro di Educazione Ambientale: con questa motivazione il MuMA Hostel di Sant’Antioco questa mattina ha ottenuto il premio Ecolabel 2020, l’ambito riconoscimento per la migliore interpretazione e applicazione dei principi ispiratori del marchio Ecolabel UE.

La cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina in diretta streaming sulla piattaforma di Zoom, in ottemperanza alle normative anti Covid-19, alla presenza del direttore generale Ispra Alessandro Bratti, del ministro dell’Ambiente, del Territorio e del Mare Sergio Costa, e di oltre 120 fra istituzioni, enti e aziende pubbliche e private. A rappresentare il MuMA, la direttrice dell’ecostello Alessandra Tore.

«La certificazione Ecolabel rappresenta perfettamente quella che è la filosofia della nostra piccola cooperativa nel sud della Sardegna ha commentato Alessandra Tore – che coniuga elementi legati alla vocazione turistica del territorio alla valorizzazione ambientale, attraverso un processo che è legato soprattutto all’istituzione dei CEAS, Centri di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità».

In Sardegna ad oggi sono 5 le licenze Ecolabel UE rilasciate alle strutture ricettive: oltre al MuMA Hostel, il Rio Molas a Muravera, il Cala Luna a Cala Gonone, il Domus de Janas a Bari Sardo e i Mistral 1 e 2 a Oristano.

livello nazionale le strutture ricettive con licenza Ecolabel sono 52.