26 April, 2024
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Dall’emergenza sanitaria all’emergenza economica, il dramma provocato dalla pandemia

25 aprile 1945, a Milano gli uomini e le donne della resistenza guidano la rivolta. Resistenza, ossia capacità di sopportare condizioni avverse e contrarie, la capacità di sostenere la fatica, la capacità di aprirsi agli altri. Il Coronavirus è una situazione avversa e contraria che non ci permette di fare più le cose che facevamo sempre, quelle che davamo per scontato: incontrare gli amici, abbracciare i propri cari, riunirsi in compagnia. Anche restare a casa è una grande fatica da sostenere oppure vedere che ci sono persone che non rispettano le regole mentre noi le osserviamo…
Quel 25 aprile 1945 una popolazione intera si oppose alla II guerra mondiale. La guerra del nostro 25 aprile 2021 è diversa ma forse non più di tanto. Il nostro nemico è invisibile ma costantemente presente E’ potente. Può far del male a tutti. Non ha confini né preferenze Non possiamo ancora essere veloci e sicuri nel curarlo ma tanti medici lavorano costantemente, senza tregua, per realizzare vaccini sempre più efficaci e cure che lo debelleranno per sempre. Nel frattempo è necessario dare largo spazio alle situazioni lavorative di chi… “colpa del virus” non può più lavorare perché considerato dal DPCM una categoria di servizi “utili, importanti ma non di prima necessità”.
A questo proposito vi invito a seguire il video allegato, girato in questi giorni presso un “esercizio di NON PRIMA NECESSITÀ”. In coda al video, troverete delle dichiarazioni importanti di alcuni titolari di partite iva, tanto nominate e “bastonate” in questi giorni.
«Mi chiamo Fabio sono una partita iva, ho avviato un bar due anni fa a Iglesias, con tanti investimenti e tanti sacrifici. Il bar non è solamente un lavoro ma un modo di condividere tante realtà. Non c’è solo il fattore economico (anche se vivo di quello) ma il bar è anche un modo per stare insieme ed evadere dalle problematiche quotidiane. Allora, ci chiediamo come mai non possiamo lavorare con le distanze necessarie e tutte le normative vigenti? Invece, un supermercato o un tabacchino possono tranquillamente aprire? Noi nel centro storico non abbiamo neanche il problema dei mezzi pubblici e degli assembramenti, come mai non possiamo lavorare all’aperto? Come mai su un perdita del 70% mi viene rimborsato solo l’1%, tenendo tutte le tasse precedenti?»
«Io sono Maurizio Meridda e lavoro nel campo dell’informatica, a Iglesias. Si sta creando un impoverimento delle partite iva, delle piccole attività che messe insieme sono un importante ingranaggio nell’economia globale. Io sono tra i “fortunati” che possono tenere aperto, però lavoro anche con molte partite iva che non possono aprire che non possono lavorare perché questa iniquità? Perché alcuni possono aprire ed altri no? Perché i centri commerciali sì ed i piccoli no? La crisi è a “catena”. Se chiudi un ristorante, non lavora chi fa le pulizie, chi lava le tovaglie, i camerieri stanno a casa, i fornitori non consegnano; per cui vedremo tutti fermi. Se “togli il lavoro” non puoi pretendere che vengano rispettati i pagamenti. Tra i doveri ai quali adempiere, ci sono diritti imprescindibili sanciti dalla costituzione… dal “diritto al lavoro” deriva poi tutto il resto.»
«Mi chiamo Stefania Pianeta, ho 45 anni, 21 anni fa ho aperto il mio salone da parrucchiera a Villamassargia. Nonostante tutti gli adeguamenti per il Covid, oggi non posso lavorare e questo salone è l’unica fonte di sostentamento per la mia famiglia, vorrei sapere “perché” non posso esercitare la mia professione!!!»
Nelle foto in coda al testo di questo articolo, sono più che evidenti gli adeguamenti alle norme anti-Covid presenti nel salone Enzo e Daniela ad Iglesias, un salone che “solo” per i mq, due sale da circa 40 mq ciascuna, non dovrebbe avere nessun tipo di problema. Un salone dove le “distanze di sicurezza” possono essere un vero e proprio “fiore all’occhiello”. Resta sottinteso, comunque, che ad oggi tutti gli esercizi commerciali si sono adeguati alle norme ant-Covid e, pertanto, tutti hanno il sacrosanto diritto di esercitare la propria professione, nel totale rispetto delle norme vigenti e a prescindere dal servizio offerto o dal prodotto venduto.
A chi di dovere…. «Fate lavorare tutti… rendete a tutti la propria dignità!»
Nadia Pische
nadiapische@tiscali.it
La Scuola Camilla Gr
A Quartu Sant'Elena,

giampaolo.cirronis@gmail.com

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