26 April, 2024
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Elisabetta Fois: «La situazione emergenziale del territorio del Sulcis richiede responsabilità e competenza»

E’ iniziato ieri e si concluderà giovedì 29 aprile, online, il terzo meeting del Fondo di Transizione Equa (JTF, Just Transition Fund), organizzato dalle Direzioni generali per le politiche regionali e l’energia della Commissione Europea, a cui sono invitate le parti interessate delle regioni della stessa UE ad alta intensità di carbone, carbonio e combustibili fossili.
Questa terza riunione sulla piattaforma per una transizione equa giunge in un momento chiave, in cui gli Stati membri, in collaborazione con una più ampia comunità di parti interessate, stanno definendo i loro piani territoriali. In questo contesto l’evento consentirà un dialogo aperto tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali, le parti sociali, le organizzazioni non governative e le istituzioni dell’UE.
Gli uomini e le donne della lista civica “FrAzioni e Quartieri per Carbonia Coraggiosa”, si fanno portatori e portatrici di interessi sociali ed ambientali, utili a proporre una progettualità che nei contenuti faccia prevalere la specificità del territorio, come evidenziato all’interno dello stesso Regolamento per il Fondo di transizione equa, tenendo in adeguata considerazione la necessità di ottenere indicatori massimi nel sistema di valutazione per le schede dei progetti, facenti parte integrante del Piano territoriale del Sulcis.
A questo proposito, occorre rilevare che il Comune di Carbonia, come gli altri comuni del territorio, si trova davanti ad una sfida che richiede non solo contenuti coerenti con i punteggi massimi attribuibili alle tematiche dei progetti da presentare, ma una messa a sistema degli stessi progetti, traguardando il risultato di un’integrazione tra gli stessi, che permetta in tempi stretti, quali quelli necessari ad affrontare una situazione emergenziale che è sotto gli occhi di tutte e tutti. In quest’ottica risulterà fondamentale la progettazione sulle fonti rinnovabili per garantire un supporto alla risoluzione delle problematiche ambientali, sociali ed occupazionali, ma legandola alla specificità di Carbonia. La città poggia letteralmente sul bacino carbonifero, per cui, come proposto anche dal Comitato di Ricerca della Commissione europea (JRC), occorre sfruttare gli esempi virtuosi di altre cittadine aventi la stessa peculiarità, proponendo l’utilizzo della geotermia a bassa entalpia, da integrarsi con sistemi in cui si preveda anche un up grade degli impianti che trattano la FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti solidi urbani), valutandone l’opportuna integrazione con un’infrastruttura cittadina che possa, da un lato prevedere l’integrazione con altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, dall’altro che preveda l’utilizzo di biogas post cattura dell’anidride carbonica. La capacità progettuale deve essere tale da poter mettere a sistema non solo le stesse fonti rinnovabili, la mobilità elettrica e l’efficientamento energetico degli edifici, ma da farsi anche carico, nella valutazione degli impatti sociali, del ruolo fondamentale che in questo tipo di progetti rivestono il know how, le competenze, maturate nei decenni da ricercatori, sondatori, saldatori, addetti alle manutenzioni e all’impiantistica nel nostro territorio, puntando anche alla necessità di integrarle ulteriormente e di porre le basi per un sistema formativo che sia degno di percorsi 4.0. Ciò che ci caratterizza è un’estrema attenzione per le nuove generazioni, “costruttrici di futuro”, che meritano un ruolo fondamentale nei processi sopra descritti.
Il tema è, dunque, quanto mai attuale e prioritario. Chi lavora nel nostro territorio nelle realtà a maggior intensità di carbonio, come la miniera di carbone e la centrale termoelettrica, conosce la lunga gestazione del Meccanismo di transizione equa e del JTF, partito con la proposta del 14 gennaio 2020 e giunto alla modifica del maggio 2020, con la notevole integrazione (passando da 7,5 a 40 miliardi di euro) delle risorse economiche a disposizione del fondo, in seguito alla pandemia da COVID-19.
Sulla base di ciò, concludiamo evidenziando che, come già rilevato dal Comitato europeo delle Regioni, gli enti locali e regionali svolgono un ruolo cruciale nell’attuazione di questa importantissima misura, che non ha precedenti. Citiamo testualmente «abbiamo bisogno dei cittadini e delle cittadine affinché il JTF abbia successo, così come i nostri concittadini e le nostre concittadine hanno bisogno delle istituzioni per creare le condizioni appropriate per fare in modo che nessuno e nessuna sia lasciato indietro». Ci anima il civismo, che ci spinge a sostenere questo metodo, la sensibilità per le esigenze della comunità in cui viviamo è il nostro perno. Il tempo dell’emergenza non richiede proroghe, ma capacità e metodo condiviso e partecipativo.

Ing. Elisabetta Fois

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