26 April, 2024
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25 novembre: c’è tanto da fare per combattere e vincere un fenomeno di inciviltà che lede la dignità e la libertà delle donne – di Nadia Pische

Da 1° gennaio al 21 novembre 2021, in Italia sono stati registrati 263 omicidi, con 109 vittime donne, 93 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 63 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (fonte Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale – 22 novembre 2021).

Questo bilancio drammatico del fenomeno criminale, purtroppo, è cresciuto del 2% rispetto al 2020, quando nello stesso periodo gli omicidi furono 257 e le vittime di genere femminile hanno registrato un incremento ancora maggiore, pari all’8% (nell’analogo periodo dello scorso anno erano state 101).

Sono in crescita anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo (+5%) che passano da 130 a 136; le vittime di genere femminile, da 87 nel periodo 1° gennaio – 21 novembre 2020, hanno raggiunto le 93 nell’analogo periodo dell’anno in corso (+7%).

Nello stesso periodo dell’anno in corso, le donne vittime del partner o ex sono passate da 59 a 63 (+7%).

E’ sconvolgente il bilancio registrato nella settimana 15-21 novembre 2021 con 11 omicidi, 9 dei quali commessi in ambito familiare/affettivo; 6 le vittime di genere femminile, 3 delle quali uccise da partner o ex.

Con la sopraggiunta pandemia, si sono ulteriormente inaspriti i toni e sono notevolmente aumentate le chiamate al 1522, del 71,7%, mentre le richieste d’aiuto tramite chat sono passate da 829 a 3.347. Tante le leggi varate: la 66 del 15 febbraio 1996, la 134 del 29 marzo 2001, la 154 del 4 aprile 2001, la 38 del 29 aprile 2009, la Convenzione di Istanbul del 2011, la 77 del 27 giugno 2013, le modifiche al dl n. 119 del 2013, la legge 93 del 14 agosto 2013. Nonostante tutti questi provvedimenti legislativi varati, nel XXI secolo le donne uccise in Italia sono state 3.344.

Occorre un intervento di sensibilizzazione nei confronti dei giovani. È stato fatto molto, ma resta ancora tanto da fare per combattere e vincere questo fenomeno di inciviltà, che va a ledere la dignità delle donne, prevaricandole con soprusi inauditi, in un mondo che si professa civile. Ma se le lacune legislative sono da colmare, ci vuole un intervento di sensibilizzazione che presenti la denuncia da parte delle donne come fondamentale. Una cultura che vinca l’indifferenza e che possa restituire ad ogni donna il diritto alla libertà per poter essere pienamente se stessa. Educare al rispetto della non violenza in generale, per costruire la società inclusiva e non violenta che contrasti la violenza maschile sulle donne, in virtù della costruzione dei rapporti che si basino sulla parità e sulla valorizzazione delle differenze. Ė importante che sin dalla tenera età, in famiglia e poi a scuola, si proceda con l’estirpazione degli stereotipi di genere che influenzano i pensieri ed il comportamento, incentivando dinamiche di rapporti sbagliati. E ricorda “uomo”, “amare” non significa “possedere”!

Nadia Pische

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