14 December, 2025

Il 6 settembre 2025 per la comunità di Masainas è una data che non sarà facile dimenticare. Alle 13.54 l’olivastro monumentale di via Dante – via Roma (piazza Chiesa) s’è spento, piegandosi su se stesso.

«Alle ore 13 e 54 del 6 settembre 2025 il tempo, a Masainas, si è fermatoha scritto il sindaco Gian Luca Pittoni su facebook -. Uno schianto, uno schiaffo, un tormento. Il simbolo di Masainas – il centro della vita di generazioni – cade. Un albero diventato monumentale e poi dichiarato monumento. Protetto, forse troppo protetto. Questa è la notte più buia per ciascuno di noi: una notte silenziosa, carica di rabbia, di pensieri, di dolore. Per secoli ha offerto riparo dal sole e dal vento. Ha custodito segreti, sguardi e parole. Il suo ricordo ha fatto sentire a casa chi era lontano, anche lontanissimo. Ha dato identità, radici, forza agli abitanti di Masainas. Dobbiamo – e possiamo – restituirgli ciò che ci ha dato, in tutti questi anni in cui ha retto un peso troppo grande, anche per un colosso come lui. Lo aiuteremo a riprendere vigore. Il nostro simbolo deve tornare a vivere. Uniti possiamo farcela.»

Nell’ambito della ricerca promossa dal Consorzio Ausi e dal comune di Iglesias, finalizzata al restauro del busto in bronzo di Erminio Ferraris, storicamente ospitato nel giardino di Palazzo Bellavista, a Monteponi, è stato individuato l’autore che nel 1938 realizzò la scultura. Si tratta dello scultore torinese Edoardo Rubino.

Attivo in Italia e all’estero tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, come Giuseppe Sartorio, Edoardo Rubino era stato allievo di Odoardo Tabacchi all’Accademia Albertina e, successivamente, di Leonardo Bistolfi, importante esponente del Simbolismo Italiano.

Le sculture di Edoardo Rubino qualificano ancora oggi diversi spazi pubblici nazionali e internazionali: tra le sue opere si ricordano il monumento a Edmondo De Amicis in piazza Carlo Felice a Torino, il monumento equestre a Bartolomé Mitre a Buenos Aires e le sculture della Vittoria alata sui rostri dell’Altare della Patria a Roma.

Il restauro della statua e l’individuazione del suo autore rappresentano un ulteriore passo avanti nella riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale della città di Iglesias e del territorio.

Caro Direttore di “La Provincia del Sulcis Iglesiente”,

mi chiamo Mirco Gatti e ho scelto di villeggiare nel Vs. bellissimo territorio, con moglie e cagnolino proveniamo dalla provincia di Bologna e, per nostra ignoranza, non sapevamo che quasi tutte le spiagge del Vs. territorio sono interdette ai cani anche di piccola taglia con guinzaglio e museruola il che rende impossibile la fruizione. Mi permetto di segnalare che anche da noi in Riviera Romagnola fino a pochi anni fa vigeva lo stesso regolamento, ma in primis gli operatori economici del comparto turistico hanno chiesto ed ottenuto dagli Organi delle Amministrazioni comunali, provinciali, di area Metropolitana e regionali, di modificare i regolamenti per permettere ai possessori di pet di fruire delle spiagge e quindi aumentare l’indotto economico che, con la proibizione precedente e l’aumento esponenziale di vacanzieri con pet al seguito, limitava cospicuamente le entrate.
Mi rivolgo a Lei in qualità di Direttore di testata per approfondire il tema con la speranza che in una nostra prossima vacanza ci sia un nuovo regolamento che ci permetta di fruire delle bellissime spiagge che vi appartengono con il nostro pet.
Grazie
Mirco Gotti

E’ stata pubblicata sull’albo pretorio del sito aziendale la manifestazione di interesse per soli titoli finalizzata al conferimento di un incarico provvisorio di lavoro autonomo nell’ambito dell’assistenza primaria. L’incarico riguarda attività ambulatoriali e visite domiciliari da svolgersi presso l’ambulatorio della ASL all’interno del comune di Portoscuso, con l’obiettivo di garantire la continuità delle cure ai cittadini residenti, rimasti senza medico di medicina generale dopo il pensionamento del dott. Medda.
L’incarico sarà affidato secondo quanto previsto dall’art. 7, comma 6, del D.lgs. n. 165/2001, che consente alle pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di lavoro autonomo in situazioni straordinarie, per far fronte a necessità urgenti e indifferibili.
«Garantire l’assistenza sanitaria in tutti i territori è per noi una priorità sottolinea la direzione della ASL Sulcis Iglesientel’obiettivo è assicurare la presenza di un professionista che possa rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.»
Nell’avviso sono indicati i requisiti richiesti, le modalità e il termine per la presentazione delle domande (entro il 12 settembre 2025)

Sabato 6 settembre 2025, il servizio di Guardia Medica di Carbonia non potrà essere garantito nella fascia oraria dalle ore 10.00 alle ore 20.00.

Per eventuali necessità negli altri orari è possibile rivolgersi ai seguenti punti di Guardia Medica:
San Giovanni Suergiu – Via Bellini, 1
Bacu Abis – Piazza Lamarmora, 1
Sant’Antioco – Via della Rinascita, 23
Resta sempre attivo il numero unico 118 per le emergenze sanitarie.

Il 14 settembre, alle 16.00, scatta il campionato di Eccellenza: l’Iglesias gioca in casa con il Calangianus, il Carbonia sul campo della matrioola Tortolì. Sette giorni dopo, prima in casa per il Carbonia con il Taloro Gavoi e prima trasferta per l’Iglesias a Ossi, sul campo di una delle grandi favorite per la promozione in serie D, dove un anno fa si impose con un goal di Artur Sagitov, giocando il secondo tempo in dieci per l’espulsione di Fabrizio Alvarenga. Sabato 27 settembre l’Iglesias in casa con la Ferrini, il Carbonia sul campo del Sant’Elena, a Settimo San Pietro. Il 5 ottobre Carbonia in casa con la matricola Buddusò, l’Iglesias in casa con l’Ilvamaddalena, squadra retrocessa dalla serie D e attrezzata per cercare di tornarvi subito. Il 12 ottobre, alla quinta giornata, primo scontro di fuoco per il Carbonia a Tempio, mentre l’Iglesias giocherà al Tonino Frogheri di Nuoro con la Nuorese. Il derby è in programma alla 12ª giornata, il 30 novembre a Iglesias, il 4 aprile a Carbonia.

Nel girone d’andata non sono previste soste. Vacanze di Natale e fine anno dal 21 dicembre al 3 gennaio 2026, con ritorno in campo il 4 gennaio. Seconda pausa il 24 gennaio, la terza e ultima il 20 marzo.

 

Recentemente, in una cittadina del Sulcis, le campane hanno suonato “a morto” per la Sanità. In realtà la Sanità non è morta. E’ stata trasformata e il suo funzionamento suscita perplessità.
Nella nostra ASL 7 il percorso in discesa iniziò alla fine degli anni ‘90. Un esperto economista, di formazione bocconiana, parlando al popolo riunito dei dipendenti della ASL 7, nell’aula “Velio Spano” di Carbonia, spiegò che gli ospedali, nati per produrre “sanità”, avrebbero iniziato ad essere gestiti esattamente come si gestiscono le fabbriche che producono “bulloni”. Secondo le direttive, che stavano arrivando dagli esperti del Governo, i nuovi direttori delle ASL avrebbero dovuto ottenere risultati di “efficienza ed efficacia” attraverso metodi di tipo manageriale. Con questo significava che si doveva ottenere gli stessi risultati già ottenuti spendendo di meno e risparmiando sul numero dei dipendenti (medici, infermieri, amministrativi, tecnici) e sui posti letto. L’altra parola chiave per capire il nuovo metodo di gestione fu “accentramento”: i servizi distribuiti nei territori dovevano venire accentrati e unificati in un’unica sede. Ciò venne fatto e la Sanità “concreta” che avevamo fino ad allora conosciuto, fatta di malati, medici e infermieri, ridotti di numero col blocco delle assunzioni, cominciò a sciogliersi.
La Sanità ospedaliera di Carbonia ed Iglesias venne sminuita progressivamente e avvenne un fenomeno simile a quello che avviene ad un blocco di ghiaccio che si scioglie: divenne sfuggente come un “liquido” che sfugge tra le dita delle mani.
Il metodo di “liquefazione” dei servizi e della stessa struttura sociale non si limitò al campo sanitario. Stava avvenendo uno scambio di valori in molti settori del vivere comunitario. I nuovi economisti avevano invertito la scala di precedenza dei due scopi del lavoro umano: la soddisfazione dei bisogni dell’uomo e l’arricchimento. Il primo posto venne dato all’arricchimento, il secondo venne dato alla soddisfazione dei bisogni umani. L’inversione modificò radicalmente lo scopo per cui esistevano gli Ospedali. Non più la soddisfazione del bisogno dei singoli richiedenti assistenza ma il risparmio e l’incasso. I medici vennero obbligati a fare corsi per imparare a incassare di più con i DRG (metodi di pagamento delle prestazioni). Si iniziò a spendere di meno per il Welfare-state e si ridussero le risorse ad esso necessarie. Il metodo ignorava il fatto che, comunque, i bisogni dell’uomo sono insopprimibili e che, prima o poi, ottengono soddisfazione, ma a costi maggiorati. Il professor Zygmunt Bauman, sociologo, filosofo e professore all’Università di Leeds nello Yorkshire, venne incuriosito da questo nuovo metro dato ai valori umani e definì la nuova società che si stava formando “società liquida”.
Così definiva la precarietà delle istituzioni in continuo mutamento, e le relazioni umane divenute assolutamente instabili. Secondo Zygmunt Bauman l’instabilità del contesto sociale, in cui la solidarietà perde peso, consente lo sviluppo dell’individualismo dilagante. In tale contesto la perdita di fiducia nelle relazioni viene peggiorata dalle nuove tecnologie che alimentano una paradossale forma di isolamento digitale. Gli effetti della “modernità liquida”, come descritti da Zygmunt Bauman, si manifestano diffusamente nei rapporti con il lavoro, con la politica e i servizi sociali, e perfino nei rapporti all’interno dalla stessa famiglia e della coppia (la “coppia liquida”). Ne è conseguita anche la crisi progressiva dei partiti politici e dei sindacati, anch’essi progressivamente “liquefatti” e sfuggenti. I rapporti sociali finiscono per sfuggire al controllo dei cittadini, sia come singoli che come comunità all’interno delle grandi strutture sociali, come la sanità pubblica, e diviene molto difficile sovvenire sia ai propri bisogni che a quelli degli altri.

Fenomeni sociali come questo hanno bisogno di molti anni per maturare. Nel sistema sanitario-ospedaliero del Sulcis Iglesiente i passi della disgregazione liquefazione) del sistema sanitario sono avvenuti con una successione storica che è utile ricordare nel caso si volesse porvi riparo. L’ospedale Sirai, insieme all’intera città neocostruita di Carbonia, fino al 1946 era proprietà aziendale della ACAI e della Società Carbonifera Sarda. Quando la città divenne un Comune, l’ospedale passò sotto il suo controllo. Divenne Ente Ospedale Comunale, presieduto dal Sindaco, fino alla Grande Riforma di Tina Anselmi del 1978. Similmente avvenne con gli ospedali di Iglesias. Nacquero così la USL 7 (Carbonia) e la USL 16 (Iglesias). Gli Ospedali che erano allora proprietà dei Comuni divennero proprietà dello Stato ma vennero affidati alla amministrazione dei Comitati di Gestione, espressione di tutti i Comuni del Sulcis e dell’Iglesiente.
A dicembre 1992 il Governo legiferò producendo una nuova riforma sanitaria: la 502/1992 di Francesco de Lorenzo. Questa abolì i Comitati di Gestione eletti dai Comuni territoriali; trasformò le USL in “Aziende” e pose a dirigerle un “manager”. Figura monocratica nominata dalla giunta regionale. Le modifiche apportate da questa Riforma ebbero l’effetto di sottrarre del tutto, sia gli ospedali che la rete sanitaria territoriale, dal controllo dei Comuni. Fu il primo atto di dissociazione (liquefazione) del Sistema sanitario ospedaliero del Sulcis Iglesiente dal suo territorio. Nel 1999 la ministra Rosy Bindi, con la sua riforma n. 229/1999 confermò e rafforzò l’evoluzione in senso aziendale autonomo delle ASL. Per effetto di quella legge aumentava ulteriormente l’indipendenza aziendale e, contemporaneamente, i rappresentanti politici del territorio venivano radicalmente esclusi dal controllo della gestione sanitaria. Lo scopo virtuoso, dichiarato dal legislatore, era il mantenimento dell’equilibrio di bilancio. Gli effetti avversi collaterali che invece si produssero furono esattamente quelli previsti da Zygmunt Bauman: il controllo della Sanità sfuggiva dalle mani dei cittadini e dei loro rappresentanti politici. Oggi sia i sindaci che i cittadini non hanno più strumenti concreti per interferire a proprio vantaggio nella gestione della ASL. Il Sistema oggi è sotto il controllo totale di altri enti regionali (Assessorato e ARES) che hanno accentrato tutte le funzioni amministrative di programmazione, spesa e controllo.
Ai tempi degli Ospedali controllati dalle Amministrazioni Comunali locali, tra Carbonia e Iglesias esisteva una dotazione di 750 posti letto. Il Sirai di Carbonia ne aveva 384. La Chirurgia Generale del Sirai era dotata di 86 posti letto. La Medicina (I e II) ne aveva 130. Gli altri posti letto erano distribuiti tra Maternità, Pediatria, Ortopedia, Psichiatria, etc. Con le riforme che seguirono i posti letto ospedalieri vennero ridotti progressivamente a 24 in Chirurgia e a 30 circa in Medicina. La riduzione di posti letto (per acuti) ha comportato una minore necessità di Personale sanitario specializzato nei nostri ospedali. Il Personale ritenuto eccedente, una volta eliminato, non è stato più ripristinato; ciò rende impossibile riattivare i letti precedenti. Oggi i posti letto totali sono un centinaio a Carbonia e altrettanti ad Iglesias. Dai 750 posti letto dell’inizio di queste operazioni di “razionalizzazione” oggi ne mancano 550 circa. I pazienti non acuti finiscono nelle RSA o in altri ospedali, sia privati che pubblici di Cagliari e del Continente. Oltre alla diminuzione di posti letto è stata eseguita la soppressione funzionale di altri reparti come Pediatria, Ostetricia, Urologia, Traumatologia, Neurologia. Per alcuni di questi servizi specialistici è stato applicato il principio dello “accentramento” dei posti letto ad Iglesias. Ciò comporta certamente un risparmio economico nell’immediato. In futuro questo supposto risparmio si ritorcerà contro il bilancio della nostra ASL 7 perché quei pazienti che non hanno trovato posto si sono ricoverati presso altre strutture che dovranno essere ripagate. Alla fine dei conti, questa operazione avrà un costo molto alto. Abbiamo solo spostato il luogo dove si spendono i soldi: a Cagliari. I disagi conseguenti sono enormi.
Quelle leggi (Francesco De Lorenzo e Rosy Bindy) hanno avuto lo scopo di controllare la spesa sanitaria, in realtà hanno prodotto incertezza del servizio sanitario, delocalizzazione dei servizi, e mancate assunzioni (fenomeno dannoso quanto lo sono i licenziamenti).
Oggi ci troviamo con poco personale in pianta stabile e con molte convenzioni libero-professionali sia con medici dei Pronto Soccorso sia con agenzie interinali che ci prestano il loro personale per servizi come il CUP, le manutenzioni e altre attività essenziali.
Le cucine e la lavanderia vennero soppresse in passato e i loro servizi vennero dati in appalto a società esterne.
Tutto questo avrà pure degli ipotetici vantaggi ma sicuramente ha lo svantaggio di aver destrutturato un organismo complesso come quello dei nostri ospedali che erano completi e capaci di vita autonoma. Se i servizi esterni dovessero chiudere all’improvviso, per i motivi più disparati (immaginiamo uno stop ai servizi di cucina o di lavanderia) dovremmo chiudere gli ospedali. La precarietà strutturale in cui si trovano i nostri ospedali è stata ideata per un fine utile, necessario e aderente alla nuova modernità: tutto vero. Purtroppo, è anche vero che la struttura ideale di ospedale come unica entità autosufficiente, come fu in passato, e come dovrebbe essere in caso di grandi calamità o guerre, non esiste più. Oggi è una struttura che si trova in costante precarietà e instabilità, e suscita una motivata preoccupazione.
Se si ammette la fondatezza di queste osservazioni si deve concludere che il problema fondamentale del Sistema sanitario non sta nella mancanza di finanziamenti, o di medici e infermieri, ma sta soprattutto nell’instabilità strutturale, “liquida”, dell’intera organizzazione sanitaria.
Probabilmente abbiamo necessità di restituire agli Ospedali la loro struttura integrale nella dotazione di personale e servizi, caratterizzata da autonomia e autosufficienza.
Si potrebbe iniziare coll’assumere in pianta stabile tutto il personale precario, ma necessario. Si potrebbe continuare col ridare una funzione di controllo ai Sindaci all’interno della ASL. Così pure sarebbe auspicabile restituire ai primari la loro posizione gerarchica all’interno dell’apparato gestionale con funzioni di consulenti costanti della Direzione sanitaria, di quella Amministrativa e del Consiglio provinciale dei sindaci. Queste poche cose inizierebbero a restituire “concretezza” all’apparato sanitario ospedaliero pubblico.
Per quanto riguarda la Medicina di base esistono soluzioni già sperimentate.

Mario Marroccu

Da venerdì 5 a domenica 7 settembre Iglesias e Carbonia ospitano il XII Vespa Raduno Nazionale del Sulcis Iglesiente.

Il programma.

Venerdì 5 (giornata dedicata a chi viene da fuori regione)

Ore 19.00 Accoglienza partecipanti in arrivo da fuori regione ed esposizione statica presso via Gramsci fronte civico 4, ad Iglesias, formalizzazione iscrizioni. Cena libera.

Sabato 6 (giornata dedicata a chi viene da fuori zona)

– Ore 10.00 incontro in via Roma ad Iglesias e trasferimento presso Grotta di Santa Barbara. Biglietto a carico del partecipante 8 €.

– Ore 13.00 trasferimento verso Masua e aperitivo facoltativo presso chiosco “Zio Lello” (15 €)

– Ore 16.00 visita Porto Flavia. Biglietto a carico del partecipante 8€. In alternativa spiaggia libera.

– Ore 19.00 accoglienza partecipanti e parcheggio in via Gramsci fronte civico 4 in prossimità del centro cittadino dove si tengono spettacoli di intrattenimento. Cena libera o giropizza (da definire).

Domenica 7 (aperto a tutti)

– Ore 8.00 Apertura segreteria organizzativa presso Chiostro di San Francesco ed esposizione statica presso il Parco dell’Associazione Mineraria Sarda. Formalizzazione iscrizioni.

– Ore 9.00 Visita libera ai musei cittadini (necessaria prenotazione) con accompagnatore

– Ore 11.00 esibizione sbandieratori e tamburini presso il chiostro di San Francesco, al termine aperitivo offerto dagli organizzatori

– Ore 12.00 visita al castello di Salvaterra ed dimostrazione di combattimento con armi storiche.

– Ore 12.45 partenza per ristorante Corte Rubia e pranzo. Durante il pranzo premiazioni e saluti.

– Ore 22.00 concerto gratuito di Francesco Renga presso Piazza Roma, a Carbonia, il Vespa Club Carbonia garantisce un parcheggio custodito per tutti i Vespisti.

Costi:
Aperitivo Masua 15 € (facoltativo)
Visita Grotta Santa Barbara 8 € (facoltativo)
Visita Porto Flavia 8 € (facoltativo)
Giropizza (costo da definire in base alle prenotazioni)
Iscrizione light (iscrizione, giri, aperitivo della domenica) 10 €
Iscrizione light premium (iscrizione, giri, aperitivo domenica, spettacolo, gadget esclusivo) 20 €
Iscrizione full (iscrizione, giri, aperitivo e pranzo della domenica) 40 €
Iscrizione full premium (iscrizione, giri, aperitivo e pranzo domenica, spettacolo, gadget esclusivo) 50 €

Menù pranzo
Antipasti: degustazione di salumi e formaggi, tris di verdure gratin, black angus affumicato con rucola e grana.
Primi: ravioli di chianina e cardoncello con salsa cardoncello, maccarrones de punzu alla campidanese.
Secondo: grigliata mista di carne
Bibite incluse, vino della casa Cantine Aru, caffè.

N.B.: Il programma potrebbe subire lievi modifiche che verranno comunicate ai capigruppo. Iscrizioni sul VespaPortal attraverso il proprio Vespa Club, conferma pranzo entro il 1° settembre. Info +393775949587.

Nella tarda la sindaca di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, ha ricevuto una telefonata dall’Ufficio di Presidenza della Regione Sardegna in merito al progetto dell’impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi.
«La Presidente Alessandra Todde, attraverso la sua portavoce, ha manifestato a me e alla comunità di San Giovanni Suergiu piena vicinanza e solidarietà per tutte le forme di protesta e di netta contrarietà che hanno messo in atto contro l’ubicazione nel loro territorio di una discarica di rifiuti specialiscrive in una nota Elvira Usai -. La Presidente Todde, fa sapere la portavoce, segue da vicino il lavoro dell’assessorato dell’Ambiente e la Regione Sardegna sarà garanzia del rispetto delle norme e delle volontà delle comunità locali coinvolte. Apprezziamo e ringraziamo la Presidente Todde per il suo interessamento e la sua solidarietà-, la sua vicinanza ai piccoli territori che combattono per salvaguardare la qualità della vita, dell’ambiente e il loro sviluppo economico ci aiuta a far valere il diritto ad autodeterminare il nostro futuro.»
«Non abbassiamo la guardia e attendiamo altri fatti concreti verso il no definitivo alla discarica conclude Elvira Usai –. Tra circa un mese durante l’inchiesta pubblica che si svolgerà in aula consiliare potremo ancora effettuare altre osservazioni tecniche in merito al progetto.»

Il gruppo consiliare Progetto Sardegna ha diffuso una nota sulla gestione della ZTL al comune di Iglesias.

«Abbiamo fin da principio ribadito come la gestione della ZTL al comune di Iglesias fosse nata male, secondo l’unica volontà di Sindaco e Giunta, e senza un’adeguata discussione consiliare e senza concertazione alcuna con i cittadini – scrivono Simone Pinna e Marco Loddo -. In primavera abbiamo chiesto che venisse aperto un tavolo permanente di confronto per migliorare le condizioni di residenti e lavoratori del centro storico, ottenendo risposte parziali e assai lontane dall’essere soddisfacenti, con la promessa di un aggiornamento in luglio che potesse definire i tanti punti rimasti in sospeso, quali doppio pass residenti, orari di apertura della ZTL, proprietari non residenti etc., – promessa rimasta lettera morta.»

«I provvedimenti assunti da Sindaco e Giunta durante l’estate – non ultimo l’impianto di paletti dissuasori che costituiscono un reale pericolo alla circolazioneaggiungono i consiglieri Simone Pinna e Marco Loddo hanno ancora una volta mortificato la speranza che si potesse almeno mitigare il fortissimo impatto sociale e urbanistico delle decisioni da essi prese. Siamo perciò costretti a ribadire la nostra posizione: la gestione della ZTL va riprogettata daccapo con il necessario apporto del Consiglio e di tutti gli attori interessati e, soprattutto, con uno studio particolareggiato a monte che chiarisca i fini perseguiti: si vuol trasformare il centro storico in un b&b o lo si vuole popolare anche di residenti? Vi è spazio per un commercio diverso dalla ospitalità e dalla somministrazione di cibo e bevande? Quale modello economico si persegue con le scelte urbanistiche? Si tratta di quesiti centrali che rendono necessaria una discussione che coinvolga il consiglio comunale, le commissioni e la Città tutta», concludono Simone Pinna Marco Loddo.