26 April, 2024
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Ultimo step per “Ampliacasa: l’Acisjf per il co-housing”, il progetto ideato dalla Federazione Nazionale Acisjf e sostenuto da Fondazione Con il Sud. Dopo due anni di lavoro in tre regioni – Sardegna, Sicilia e Calabria – e in tre città – Cagliari, Messina e Reggio Calabria – i volontari delle reti di accoglienza del Sud Italia si sono ritrovati ad Arbus per l’ultima sessione di progettazione partecipata, al fine di individuare un modello di co-housing innovativo e sostenibile da sperimentare alla Casa della Giovane “Ettore Desogus” inaugurata un anno fa (23 marzo 2018).

Questa mattina, i partecipanti all’incontro nazionale hanno dialogato con le istituzioni locali presso la Casa della Giovane “E. Desogus” di Arbus. Presenti alla conferenza gli amministratori di Guspini, Arbus, Pau e Villacidro. A raccontare le principali fasi di sviluppo del progetto di co-housing, Nelly Sarlo, socia dell’Acisjf di Reggio Calabria e responsabile del progetto e Carla Serpi, presidente di Acisjf Cagliari: «I nostri amici della Sardegna hanno tutti gli elementi per aprire le porte della Casa della Giovane alle prime ospiti. Abbiamo affrontato insieme la definizione di un modello coabitativo sostenibile, analizzando gli aspetti dell’autonomia e della proattività economica. Adesso presentiamo il nostro lavoro alle istituzioni e siamo pronte ad operare in rete».

Il sindaco di Arbus, Antonello Ecca, ha ringraziato l’Acisjf per l’importante contributo offerto: «Per Arbus è fondamentale avere un luogo dove accogliere donne in difficoltà. Come Comune spesso non abbiamo capacità e mezzi per ospitare le persone che hanno bisogno. A distanza di un anno dall’inaugurazione oggi Casa della Giovane è un punto di partenza».

Durante l’incontro è intervenuta Simona Saladini, presidente nazionale dell’Acisjf: «La casa pronta, i volontari ci sono, ora bisogna ragionare sulla sostenibilità economica. È necessario confrontarsi con la rete delle istituzioni». Grazie all’esperienza alla guida del Comune di Cernobbio per due mandati, la presidente Simona Saladini ha proposto alcune buone prassi da attivare nel Medio Campidano, istituzionalizzando la rete che comprende Comuni, Terzo Settore, scuole, Ospedali, Forze dell’Ordine; un protocollo d’intesa e l’istituzione di un Fondo di Solidarietà da costituirsi per quota di abitanti. Saladini ha rilevato che per l’inclusione sociale auspicata dalla legge regionale 23/2005 sui PLUS (Piani Locali Unitari dei Servizi alla persona) sono presi in considerazione soggetti fragili come giovani e anziani, senza alcun riferimento alle donne.

Alberto Lisci, vicesindaco di Guspini, ha manifestato la disponibilità del Comune capofila a dialogare con Acisjf per rispondere al disagio abitativo: «Sono tanti i bisogni con cui un Comune deve confrontarsi ma l’emergenza casa è in cima alla lista delle problematiche a cui far fronte. Trovo interessante l’idea del Fondo di solidarietà, m’impegno a sottoporre al PLUS la proposta oggi presentata».

Anche Marta Cabriolu, Sindaco di Villacidro, e Alessia Valente, assessore alle Politiche Sociali di Pau, hanno espresso vivo interesse per la sperimentazione di co-housing della Casa della Giovane “E. Desogus” di Arbus.

Il proficuo incontro odierno si chiude con la possibilità di accogliere da subito la prima ospite della Casa della Giovane “Ettore Desogus”.

Virginia Mura 7

Le varie emergenze nel mondo del lavoro sono state al centro dell’audizione dell’assessore, Virginia Mura, nella commissione Lavoro presieduta da Gavino Manca.

«Assessorato del Lavoro, Giunta e Consiglio regionale sono impegnati ad individuare in tempi molto brevi soluzioni concrete ai problemi dei lavoratori in mobilità, degli operatori del Geo parco e dei cosiddetti lavoratori “in utilizzo”» ha detto al termine dell’audizione il presidente della commissione.

La prima parte dei lavori della commissione, con l’assessore Mura trattenuta da impegni istituzionali e di Giunta, è iniziata con le relazioni del direttore generale dell’assessorato, Eugenio Annichiarico, e del dirigente Luca Galassi.

Per quanto riguarda i lavoratori con trattamento di mobilità in deroga (circa 12.000 in tutta la Sardegna) si è reso necessario un disegno di legge (di un solo articolo), ha spiegato Annichiarico, per intervenire sulla norma precedente che relativa solo al 2013 e consentire alla Regione di effettuare una anticipazione di 26 milioni in attesa dei 55 che dovrà erogare lo Stato. Il provvedimento, che la commissione dovrebbe esaminare martedì mattina, potrebbe poi arrivare in Consiglio nella sessione già convocata sempre per martedì ma alle 16.00.

Più complessa la situazione dei lavoratori del Parco Geominerario (550 in tutto), 160 dei quali alle prese con continui ritardi nel pagamento degli stipendi. Il direttore generale dell’Assessorato ha affermato che la crisi è dovuta ai conflitti interni all’associazione temporanea di imprese cui è affidata alla commessa della Regione. Nell’inadempienza di uno dei soci, ha sostenuto Annichiarico, «la Regione paga quanto dovuto in base al contratto alla capogruppo che poi anticipa ai lavoratori le retribuzioni di competenza dell’altra società; dal punto di vista giuridico è complicato intervenire in un contratto fra privati e si sta cercando una soluzione che tuteli in primo luogo la continuità degli stipendi dei lavoratori».

Nel tardo pomeriggio è intervenuta ai lavori della commissione l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, che ha riferito sulle problematiche dei cosiddetti lavoratori “in utilizzo”, personale che dovrebbe essere impiegato presso le amministrazioni locali e in parte nelle Asl nella realizzazione di progetti inseriti con le relative coperture nella recente legge finanziaria. «Il problema – ha dichiarato l’assessore – deriva sia dal fatto che i Comuni hanno tetti di spesa molto rigidi per la parte corrente destinata al personale ed inoltre dalla normativa vigente secondo la quale i progetti devono essere realizzati nei luoghi di residenza dei lavoratori».

«Anche in questo caso dunque – ha aggiunto l’assessore Mura -, potrebbe rendersi necessario un provvedimento di emergenza per cambiare la legge regionale nella parte relativa alla residenza e prevedere eventualmente un rimborso spesse per le unità lavorative distribuire in un territorio più ampio; occorre comunque intervenire al più presto, anche perché un breve periodo di lavoro consentirebbe poi l’accesso all’indennità Aspi erogata dall’Inps.»

A fine serata, la commissione ha poi ascoltato il sindaco di Arbus, Francesco Atzori, e il vice sindaco di Guspini, Alberto Lisci, i quali, dopo aver esposto la difficile situazione dei lavoratori sfociata anche in forti tensioni con il sindacato, hanno messo l’accento sulla mancanza di strumenti concreti di intervento e sollecitato un’azione incisiva della Regione.

Nell’ampio dibattito sviluppatosi su questi temi hanno preso la parola i consiglieri regionali Rossella Pinna, Pietro Comandini,  Gianmario Tendas ed Alessandro Collu del Pd, Paolo Truzzu di Fdi, Fabrizio Anedda di Sinistra sarda ed il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni.

Il presidente della commissione Gavino Manca, concludendo, ha dichiarato che «la problematica dei lavori in utilizzo è certamente molto complessa e le diverse soluzioni fin qui emerse vanno verificate; lavoreremo comunque a ritmo serrato in collaborazione con la struttura tecnica dell’Assessorato e, se si dovesse rendere necessario, chiederemo una deroga al presidente del Consiglio per portare anche questo argomento all’attenzione dell’Aula, con l’accordo dei capigruppo».