28 March, 2024
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Antonio Achenza s’è dimesso da presidente della Consulta anziani di Iglesias. Lo ha fatto con una lettera indirizzata ai componenti della Consulta anziani Mario Baraglia, Cesare Bonadeo, Antonio Congia, Giancarlo Dalmonte, Vincenzo Gallo, Anna Maria Landis, Eugenio Lenzu, Salvatore Loru, Alberto Pinna e Giorgio Virdis; al sindaco di Iglesias, Mauro Usai; all’assessore delle Politiche sociali, Angela Scarpa; ai segretari del sindacato pensionati; SPI CGIL – FNP CISL – UIL UILP; al presidente dell’Associazione Amici della Vita; al presidente dell’Università della Terza Età; al presidente dell’AUSER.

Di seguito il testo integrale.

«Carissimi,
con la conclusione della legislazione del Consiglio comunale è terminata anche la durata dell’incarico dei componenti della Consulta Anziani, ciò nonostante il Regolamento prevede che l’organismo rimane in carica fino alla nomina dei successori.
I tempi di transizione, da maggio 2023, stanno diventando troppo lunghi e incidono sull’attività della Consulta che, senza programmazione, è ridotta ai minimi termini. Pertanto, non ci sono più le condizioni per poter svolgere a pieno titolo le funzioni previste.
Per queste ragioni, nell’interesse della Consulta, comunico le mie dimissioni dall’incarico di presidente della Consulta comunale anziani a decorrere dal 1 novembre 2023.
Sicuramente sono stati cinque anni di grande impegno e intenso lavoro ma allo stesso tempo pieni di soddisfazioni e molto gratificanti. Voglio in primo luogo sottolineare che il contributo, il sostegno e il plauso che abbiamo ricevuto dalle organizzazioni sindacali, dalle Associazioni e dai cittadini è stato molto importante e ci ha stimolato e incoraggiato a dare continuità alla nostra attività.
Per me è stata una bellissima esperienza che mi ha fatto crescere umanamente e ha consolidato i valori sociali.

Anche se è stata la prima volta che è stata istituita la Consulta comunale anziani di Iglesias e quindi per noi la prima esperienza, tuttavia da subito, siamo riusciti a instaurare uno stretto e proficuo rapporto con gli Amministratori comunali.
Le nostre locandine che abbiamo affisso nelle vie della città e pubblicato sui social e i nostri comunicati, hanno suscitato sempre grande interesse nell’opinione pubblica. Gli anziani nostri concittadini ma anche di altri paesi vicini hanno partecipato numerosi alle iniziative, alle manifestazioni e agli spettacoli che abbiamo organizzato in questi anni e hanno seguito costantemente i post della nostra pagina facebook.
Non ci siamo limitati solamente alle attività socio-culturali ma abbiamo ripetutamente denunciato sui media le difficoltà e i disagi degli anziani in modo particolare i disservizi e le criticità della sanità.
L’elenco di tutto quello che è stato fatto sarebbe troppo lungo e forse potrebbe essere interpretato come autocelebrativo per cui evito di farlo. Mi limito solamente a sottolineare un punto importante. Siamo stati un laboratorio di “partecipazione democratica” del territorio.
Abbiamo finalizzato il nostro ruolo a un duplice compito, propositivo/operativo, per essere più incisivi e più concreti nei confronti dell’Amministrazione comunale. Siamo stati un punto di riferimento per la comunità sulle tematiche sociali e ci siamo adoperati per consolidare un fronte unitario di azione con le associazioni e le organizzazioni sindacali dei pensionati.
La Consulta anziani ha sicuramente dato un impulso allo sviluppo delle attività che riguardano l’invecchiamento attivo degli anziani della nostra città.
Colgo l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento;
– al vice presidente e a tutti i componenti della Consulta per la preziosa collaborazione e per la fiducia e l’aiuto che mi sono stati dati;
– al sindaco e agli sssessori per l’ottimo e cordiale rapporto che c’è stato e per l’accoglimento delle nostre proposte e progetti;
– alle organizzazioni sindacali dei pensionati SPI-CGIL FNP-CISL UILP-UIL, all’AUSER, agli Amici della Vita, all’Università della Terza età, per essere stati solidali e aver aderito e partecipato alle nostre iniziative.
Auspico che si provveda in tempi brevi alla nomina dei componenti della prossima Consulta anziani e all’elezione del nuovo presidente e vicepresidente. Auguro al nuovo organismo, infine, di proseguire e accrescere il lavoro che è stato intrapreso per gli anziani della nostra città.»

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Manlio Brigaglia, storico, saggista, docente prima al Liceo e poi all’Università, preziosissimo curatore dell’editing e promotore di decine di volumi di scrittori e ricercatori sardi. E giornalista. Scomparso il 10 maggio dell’anno scorso è stato ricordato in numerose iniziative culturali che hanno messo in risalto il valore della sua attività di ricercatore storico, di accademico e di “facitore” di libri, come amava definirsi. Ora, per iniziativa dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, verrà ricordata anche la sua attività giornalistica. A Cagliari (venerdì 1° marzo, dalle 14.00 alle 17.00, presso la sala “Giorgio Pisano” in piazza Unione Sarda) e a Sassari (sabato 2 marzo, dalle 10.00 alle 13.00, nell’Aula Magna del Dipartimento di Storia Università, in via Zanfarino 62). “Manlio Brigaglia giornalista e l’informazione in Sardegna ai tempi di Rovelli” è il titolo dell’iniziativa e sarà anche l’occasione per presentare l’ultimo libro di Sandro Ruju “La Nuova Sardegna ai tempi di Rovelli. Piombo, petrolio e Monopolio. Vicende, protagonisti e retroscena dall’Unione Sarda a TuttoQuotidiano”
All’incontro di Cagliari, dopo l’introduzione di Marco Milanese, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, Francesco Birocchi, presidente Ordine dei giornalisti della Sardegna, e Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, interverranno: Guido Melis, (storico dell’Università “La Sapienza” di Roma), Sandro Ruju (storico e saggista), Gianni Filippini (giornalista già direttore de L’Unione Sarda), Paolo Fadda (storico e giornalista), Romano Cannas (giornalista, già direttore della Sede regionale Rai per la Sardegna) ed Alberto Pinna (giornalista, già inviato del Corriere della Sera).
A Sassari, il giorno successivo, dopo l’introduzione di Marco Milanese, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, Francesco Birocchi, presidente Ordine dei giornalisti della Sardegna, e Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, interverranno: Guido Melis, (storico dell’Università “La Sapienza” di Roma), Sandro Ruju (storico e saggista), Antonio Di Rosa (direttore de La Nuova Sardegna), Romano Cannas (giornalista, già direttore della Sede regionale Rai per la Sardegna), Gabriele Satta (economista) ed Alberto Pinna (giornalista, già inviato del Corriere della Sera).
Manlio Brigaglia nei confronti del giornalismo ha nutrito, fin da giovanissimo, un’autentica passione. Dopo un’esperienza a “Il Corriere dell’Isola” e alla “Gazzetta Sarda” è stato per molti anni autorevole collaboratore de L’Unione Sarda e poi, dal 1994 de La Nuova Sardegna. E’ stato direttore de  “Il Lunedì della Sardegna” e collaboratore di alcuni quotidiani nazionali. Ha collaborato per moltissimi anni ai programmi della Sede regionale Rai per la Sardegna ed ha curato la redazione di numerose riviste di prestigio come “Ichnusa”, “Autonomia cronache”, “Il Democratico”, i “Quaderni sardi di storia”. Giornalista pubblicista, è intervenuto spesso nelle problematiche dei giornalisti, curando il volume “L’informazione in Sardegna” ed ha fatto parte degli organismi di categoria come il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa sarda ed il Consiglio nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Ai giornalisti partecipanti al corso verranno assegnati tre crediti formativi.   

E’ stato ricordata ieri in Consiglio regionale la figura del giornalista Vindice Gaetano Ribichesu.

«Le esperienze professionali e le scelte di Ribichesu valgono più di qualsiasi considerazione» ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, aprendo l’incontro che, per iniziativa del Corecom Sardegna, il Consiglio regionale ha voluto dedicare al giornalista Vindice Gaetano Ribichesu ad un mese dalla sua scomparsa.

Gianfranco Ganau ha ricordato fra l’altro le idee riformatrici di Ribichesu, che negli anni ’60 fu il promotore di una cooperativa di giornalisti che pubblicò per la prima volta “La Nuova Sardegna” del lunedì, e le sue scelte coraggiose di quando rifiutò la direzione del quotidiano sassarese allora di proprietà dell’industriale Nino Rovelli che possedeva, in Sardegna, le industrie più importanti, il Cagliari Calcio ed il Brill Cagliari. «Vindice Ribichesu – ha proseguito il presidente Ganau – fu anche, nella sua veste di capo ufficio stampa del Consiglio, il direttore di Sardegna Autonomia, rivista del Consiglio che fra breve tornerà a vivere in una nuova versione on line».

Citando alcuni passaggi di uno scritto del giornalista sassarese sul tema dell’autonomia regionale, che veniva inquadrato in un contesto di marcata specialità derivante «dalla sua posizione strategica nel Mediterraneo occidentale ma in Europa», Ganau ne ha sottolineato la “estrema attualità” cui deve fare riferimento la classe dirigente della Sardegna per dare un significato forte alla battaglia «in difesa dell’Autonomia e della specialità».

Ha preso quindi la parola il giornalista Vito Biolchini, che ha portato la testimonianza di un giovane «che non sa bene come cominciare» ed incontra un persona come Ribichesu. «Era un uomo curioso che non faceva mai pesare la sua esperienza, capace anche di un normale eroismo dicendo NO ad uno come Rovelli» detto ancora Biolchini, suggerendo, infine, al Consiglio regionale, una ristampa antologica degli scritti più significativi del giornalista scomparso.

Alberto Pinna, per lunghi anni inviato del Corriere della Sera ed amico personale di Vindice Ribichesu ha parlato di lui come «un leader che non amava apparire, un professionista precursore del giornalismo investigativo e d’inchiesta promotore di grandi campagne di stampa».

Per il presidente dell’Ordine dei giornalista della Sardegna Francesco Birocchi, «Ribichesu incarnava il giornalismo con la sua storia esemplare, fatta di passione e di innovazione».

Il vice presidente della Fondazione Sardinia (di cui Ribichesu fu uno dei promotori e poi presidente) Piero Marcialis si è soffermato sulla sua capacità di tenere assieme un mondo «di provenienze, culture e idee politiche diverse» nel nome del bene della Sardegna. Fu, tra l’altro, uno degli ispiratori della legge istitutiva de “Sa Die de sa Sardigna”.

Gianfranco Murtas, infine, ha messo l’accento sulla solidità dei principi ideali ed etici che portarono Ribichesu, nei primi anni ’70, ad aderire alla Massoneria, frequentando le logge di Sassari e Cagliari. «Nella sua domanda di adesione che fu approvata all’unanimità – ha ricordato Murtas – esprimeva il desiderio di conoscere per conoscere gli altri e di comunicare con gli altri».

Commemorazione Getano Vindice Ribichesu 1 Commemorazione Getano Vindice Ribichesu 2

Domani, a Cagliari, nella sala del transatlantico del Consiglio regionale, a un mese dalla morte, verrà ricordato il giornalista Gaetano Vindice Ribichesu.

L’incontro, promosso dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) con il patrocinio della presidenza del Consiglio regionale, avrà inizio alle 16.

Ribichesu è stato capo ufficio stampa del Consiglio regionale dopo un lungo e lusinghiero percorso professionale nel campo della carta stampata.

Di grande rilievo l’esperienza nel quotidiano sassarese La Nuova Sardegna di cui fu prima redattore ordinario e poi capo servizio e capo redattore. Non raggiunse la direzione per il suo rifiuto di accettare le condizioni poste dall’editore Nino Rovelli, allora il vero dominus dei due quotidiani più importanti, La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda.

Vindice Gaetano Ribichesu ha ricoperto ruoli di primo piano nell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dell’Associazione della Stampa sarda. E’ stato primo presidente della Fondazione Sardinia ed un profondo conoscitore della storia e della cultura della Sardegna, anche attraverso articoli e saggi sull’autonomia ed il federalismo.

All’incontro, oltre al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e al presidente del Corecom Sardegna Mario Cabasino, interverranno Francesco Birocchi, Vito Biolchini, Salvatore Cubeddu, Piero Marcialis, Gianfranco Murtas, Alberto Pinna, Massimiliano Rais e Celestino Tabasso.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Palazzo del Consiglio regionale A

Il 26 giugno, a Cagliari, nella sala del transatlantico del Consiglio regionale, a un mese dalla morte, verrà ricordato il giornalista Gaetano Vindice Ribichesu. L’incontro, promosso dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) con il patrocinio della presidenza del Consiglio regionale, avrà inizio alle 16.00.

Gaetano Vindice Ribichesu è stato capo ufficio stampa del Consiglio regionale dopo un lungo e lusinghiero percorso professionale nel campo della carta stampata.

Di grande rilievo l’esperienza nel quotidiano sassarese La Nuova Sardegna di cui fu prima redattore ordinario e poi capo servizio e capo redattore. Non raggiunse la direzione per il suo rifiuto di accettare le condizioni poste dall’editore Nino Rovelli, allora il vero dominus dei due quotidiani più importanti, La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda.

Gaetano Vindice Ribichesu ha ricoperto ruoli di primo piano nell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dell’Associazione della Stampa sarda. E’ stato primo presidente della Fondazione Sardinia ed un profondo conoscitore della storia e della cultura della Sardegna, anche attraverso articoli e saggi sull’autonomia ed il federalismo.

All’incontro, oltre al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e al presidente del Corecom Sardegnas Mario Cabasino, interverranno Francesco Birocchi, Vito Biolchini, Salvatore Cubeddu, Piero Marcialis, Gianfranco Murtas, Alberto Pinna, Massimiliano Rais e Celestino Tabasso.