19 April, 2024
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La seconda commissione (Lavoro, Cultura) presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) ha proseguito il lungo ciclo di audizioni sulla finanziaria con l’intervento dei rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo.

A nome della Fersaco, associazione che raggruppa le corali, il presidente Antonio Azzena ha messo l’accento sul ruolo svolto dalle corali nella diffusione della musica e della cultura che, in Sardegna, conta circa 6000 unità, aggiungendo che «il mancato pagamento dei contributi del 2014 e l’incertezza per il 2015 lascia le associazioni in uno stato di grave crisi, anche per l’impossibilità di programmare la loro attività».

Per il presidente della sezione sarda dell’Unione folkloristica italiana Beniamino Meloni, inoltre, «i circa 300 gruppi folk attivi nell’isola sono particolarmente penalizzati per un taglio di risorse che impedisce la loro partecipazione ad eventi che si svolgono fuori dal territorio regionale».

Da Luigi Scalas, vice presidente nazionale della Federazione tradizioni popolari è arrivato poi un forte appello alla Regione perché impedisca «la chiusura di una lunga storia iniziata negli anni ’50, fatta di grandi testimonianze culturali e di un profondo radicamento nella comunità sarda».

Anche Maria Concetta Vacca, in rappresentanza delle bande musicali (80 orchestre bandistiche, 4000 aderenti fra musicisti e volontari, 300 maestri) ha invitato la Regione a riflettere con attenzione su quanto sta succedendo «in un mondo, di cui fanno parte associazioni che esistono da più di un secolo, che ha saputo avvicinare alla musica quei settori della popolazione che non hanno la possibilità di assistere ai grandi eventi delle star super pagate; non chiediamo solo contributi ma anche regole uguali per tutte, una nuova legge, la creazione di un Albo delle associazioni, il ripristino dello stanziamento che ci consentiva l’accesso ai fondi europei».

Da parte di Federcultura, Agis e Assoartisti, Marco Benoni ha annunciato un coordinamento delle principali associazioni di categoria dello spettacolo: «E’ utile affrontare i problemi del nostro settore con una visione unitaria, ricordando che siamo attività produttive, che la cultura è anche lavoro sia pure con la sua specificità e che alla nostra attività fanno capo circa 2000 buste-paga».

Benoni si è poi soffermato sul forte taglio dei contributi della Regione per il settore, passati in pochi anni da 10 milioni a poco più di 7. «Comprendiamo la complessità del momento e siamo pronti a misurarci con nuove opportunità come quella dei fondi europei, che richiede progetti di grande qualità – ha aggiunto – ma chiediamo di essere considerati come una vera realtà produttiva, non possiamo continuare ad indebitarci per contributi che non arrivano, a restare fuori dalla programmazione nazionale perché non possiamo programmare, a lavorare con un quadro normativo vecchio e superato: il prossimo 31 gennaio avremo un confronto a tutto campo con l’assessore della Cultura Claudia Firino e speriamo che sia per noi un nuovo inizio».

Il presidente Gavino Manca, in conclusione, ha sottolineato la precisa volontà, espressa da tutta la commissione, di ascoltare tutti i protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo che operano in Sardegna. «In questa fase – ha precisato – ci siamo limitati necessariamente alle problematiche di carattere finanziario ma ci riserviamo un confronto più articolato e di sistema sia perché il quadro generale della finanza regionale ci impone scelte di contenimento della spesa, sia perché siamo convinti che la cultura sia parte del problema del lavoro nella nostra Regione e va affrontato con strumenti nuovi e legge nuove».

«Dopo la finanziaria – ha aggiunto l’on. Manca – potremo operare senza i vincoli del patto di stabilità e questo ci consentirà di eliminare certe lungaggini burocratiche dando agli operatori più certezze, fermo restando il nostro impegno per cambiare e migliorare la normativa di settore.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia