17 December, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato due emendamenti alla Quarta variazione di bilancio 2019/2021 presentati dai consiglieri del M5S Alessandro Solinas, Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi.

Il primo emendamento prevede lo stanziamento di un milione di euro in favore dell’Avviso regionale “Tutti a Iscol@”, che tra le diverse finalità previste comprende quella di contrasto al fenomeno dell’abbandono scolastico. Il secondo prevede invece un finanziamento di 300mila euro e rappresenta un importante passo in avanti nel processo di reintegro dei 37 lavoratori ex APA che a seguito del progetto di accorpamento delle associazioni provinciali degli allevatori avevano perso il lavoro.

«Grazie all’importante risultato ottenuto oggi dal M5S, i laboratori didattici regionali contro la dispersione scolastica finanziati dalla Regione Sardegna attraverso il progetto “Tutti a Iscol@” potranno finalmente ripartire. Nello specifico – spiegano i consiglieri Alessandro Solinas, Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi – un milione di euro è stato destinato alla prosecuzione della cosiddetta ‘Sottolinea B1’ del bando, che prevede l’organizzazione di attività didattiche extracurriculari con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’offerta formativa attraverso l’organizzazione di laboratori e l’apertura delle scuole al di fuori dell’orario di attività didattica ordinaria. Una buona notizia per migliaia di studenti sardi che, contrariamente a quanto paventato sinora, potranno beneficiare anche per il biennio 2019/2021 di numerose attività extra (laboratori di educazione civica, lingue straniere, musica, cinema, teatro, danza e cura dell’ambiente) e per le centinaia di professionisti (psicologi, pedagogisti, mediatori culturali) delle associazioni che hanno fornito i corsi.»

Questa particolare linea di finanziamento del progetto Tutti a Iscol@, per il biennio 2019-2021, rischiava di restare al palo con pesanti conseguenze. Una questione sollevata in Consiglio dal consigliere del M5S Alessandro Solinas, che già lo scorso ottobre aveva presentato un’interrogazione volta a sollecitare lo sblocco dei fondi dedicati all’Avviso regionale.

Anche la situazione dei lavoratori dell’ex Apa è stata al centro di un’interrogazione del M5S, presentata dai consiglieri Michele Ciusa e Desirè Manca lo scorso luglio.

«Quello compiuto oggi è un primo importante passo verso il reintegro dei 37 lavoratori ex Apa tagliati fuori – concludono Alessandro Solinas, Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi -. Un primo impegno da parte della Regione che dovrà poi proseguire nel tempo. Intanto, arriva una boccata d’ossigeno per questi lavoratori da tanti mesi senza stipendio, ma soprattutto questo provvedimento fa sì che non si disperda questo prezioso patrimonio di professionalità utilissimo ai tanti allevatori sardi.»

gianluigideidda@gmail.com

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«Il 24 novembre scorso all’ospedale Brotzu di Cagliari per la prima volta non era disponibile un’equipe medica di Urologia per il prelievo dei reni da un donatore di Sassari. La motivazione di questa grave carenza di personale è dovuta al fatto che il progetto attraverso il quale viene finanziata l’attività dei trapianti è scaduto lo scorso aprile.

Da allora i medici del Brotzu, l’unico ospedale sardo in cui vengono eseguiti i trapianti (di rene, pancreas, cuore, fegato), stanno lavorando senza ricevere alcun compenso, ovvero senza ricevere i dovuti incentivi previsti per questo tipo di attività extra. I nostri professionisti d’eccellenza per mesi hanno continuato a lavorare senza compenso e a salvare la vita dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto, svolgendo nel contempo l’attività chirurgica ordinaria.

La Regione Sardegna è chiamata a porre rimedio con urgenza a questa situazione. La vita dei cittadini non può essere messa a rischio per assenza di interessamento e programmazione.»

Questo l’intervento della capogruppo del M5S Desirè Manca, che, appresa la notizia del trapianto rimandato a causa dell’irreperibilità dei medici, ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale indirizzata al presidente della Giunta Christian Solinas e all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu.

«Formalmente – si legge nell’interrogazione – non esiste un contratto che tuteli i medici nello svolgimento di un’attività ad alto rischio che esula da quella istituzionale. Il servizio sanitario della Sardegna risulta oggi impoverito a causa del reclutamento di numerosi medici e infermieri d’eccellenza da parte della sanità privata insediatasi di recente nella nostra isola. Sanità privata – sottolinea Desirè Manca – sovvenzionata dalla Regione Sardegna con decine di milioni di euro.»

«Chiedo pertanto al Governatore e all’assessore – conclude Desirè Manca – quali azioni intendano intraprendere per far sì che le necessità degli ospedali pubblici del nostro territorio non vengano messe in secondo piano, e perché i nostri ospedali non vengano lasciati privi di mezzi in favore di grandi colossi ospedalieri, tra l’altro finanziati con fondi pubblici regionali.»

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«Nello svolgimento del mio mandato ho chiesto di poter visionare e quindi effettuare un sopralluogo nell’impianto di potabilizzazione di Pedra Majore. Un importante impianto di potabilizzazione che serve tutto il territorio dell’Anglona fino ad arrivare in Gallura. Inaugurato nel 2007 e che in teoria doveva essere tecnologicamente all’avanguardia, in pratica versa in condizioni ben differenti: sono numerosi e di diverso tipo i disservizi che mi sono stati segnalati, tra cui lo sversamento di fanghi nei terreni attigui con grave rischio di inquinamento ambientale. A giudicare dalle immagini inquietanti, quasi allarmanti, l’impianto sembrerebbe completamente abbandonato, privo dei dovuti controlli ed interventi di manutenzione e in condizioni igieniche precarie. I sistemi tecnologi che dovevano gestire in automatico le fasi di potabilizzazione, inoltre, non funzionano più da anni. Le condizioni di evidente trascuratezza dell’impianto di Pedra Majore sono inquietanti considerando che l’acqua che sgorga da quelle condotte arrugginite e infangate viene bevuta dai cittadini. Esistono tutti i presupposti per ottenere l’autorizzazione ad un sopralluogo urgente, ciò nonostante i dirigenti di Abbanoa non hanno ancora risposto alla richiesta che ho presentato circa un mese fa.»

Questo l’aappello della capogruppo del M5S Desirè Manca alla Regione, ancora in attesa di risposte da parte del gestore idrico della Sardegna.

«Com’è possibile – chiede Desirè Manca – che dopo aver speso più di 21 milioni di euro di fondi pubblici per la realizzazione di questo impianto, nato come uno dei più moderni del Nord Sardegna, sia stato abbandonato in queste condizioni di incuria più totale? È necessario – conclude Desirè Manca – poter garantire la sicurezza sia della potabilità dell’acqua sia della salvaguardia dell’ambiente circostante-»

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«Nessuna proroga alla Sinergest per la gestione della stazione marittima e delle aree portuali di Olbia che, a partire dal nuovo anno, ritorneranno in capo esclusivamente all’”Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna” che opererà tentando di coinvolgere i lavoratori della ormai ex concessionaria, partecipata al 51% da Moby, dal comune di Olbia (circa 20%) e da altri operatori privati.»

È questa, in sintesi, la posizione espressa dal presidente della Port Authority, Massimo Deiana, nel corso della audizione davanti alle commissioni Lavoro e Trasporti, riunite in seduta congiunta, per approfondire la situazione creatasi nello scalo marittimo gallurese all’indomani della mancata partecipazione all’”avviso esplorativo di sollecitazione al mercato per proposte di finanza di progetto”, bandito lo scorso 10 giugno. L’ex assessore dei trasporti nell’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru nella passata Legislatura, ha quindi ribadito la volontà dell’ente di ricercare “proposte progettuali di parternariato pubblico-privato” ma ha sottolineato che le eventuali proposte di project financing dovranno essere in linea con “i parametri indicati nell’avviso esplorativo” e rispettare le disposizioni in materia ad incominciare da quelle che riguardano i cosiddetti diritti di porto che, al contrario di quanto è accaduto all’Isola bianca (sono incassati da Sinergest e quindi trasferiti in minima parte all’autorità portuale) dovranno essere direttamente introitati dall’Authority. Il professor Massimo Deiana ha inoltre spiegato che per la gestione dei servizi di interesse generale ai passeggeri e dei parcheggi, non è escluso, a partire dal Primo gennaio 2020,  il coinvolgimento di operatori esterni e, sollecitato anche dagli interventi dei consiglieri Roberto Li Gioi e Desirè Manca (M5S), Giuseppe Meloni (Pd) e Antonio Piu (Progressisti), ha confermato però l’impegno a salvaguardare il futuro occupazionale dei lavoratori della Sinergest («si tratta di personale formato e competente nel lavoro in banchina»).

Il presidente dell’Autorità portuale ha quindi comunicato di aver avuto un incontro con i sindacati ed ha confermato l’appuntamento del prossimo 28 novembre richiesto dalla Sinergest: «La società resterà fuori dalla gestione dello scalo ma siamo pronti ad ascoltare eventuali proposte progettuali, allo stesso modo di come valuteremo quelle di altri operatori, in vista di ulteriori procedure ad evidenza pubblica».

A conclusione dell’audizione del professore Massimo Deiana, le due commissioni, sempre in seduta congiunta, hanno ascoltato il direttore facente funzioni dell’agenzia Forestas, Salvatore Mele, che ha ribadito le difficoltà nell’attivazione delle procedure per la chiamata dei cosiddetti trimestrali nei cantieri ricadenti nei territori dei comuni di Bono, Bottida, Alà dei Sardi e Monti. Contrariamente a quanto sostenuto dai sindaci dei quattro paesi nel corso di una precedente audizione, il dottor Mele ha escluso la possibilità di un ricorso ai trimestrali, per effetto della sentenza emessa dal tribunale di Nuoro lo scorso agosto che, riferendosi ai lavoratori semestrali, ha stabilito “l’illegittimità dei contratti a termine nei contratti di lavoro” stipulati da Forestas.

A conclusione degli interventi dei presidenti Giuseppe Talanas e Alfonso Marras e dei consiglieri, Francesco Stara (Italia Viva), Daniele Cocco (Leu), Giuseppe Meloni (Pd), Desirè Manca (M5S) e Giovanni Satta (Psd’Az) si è ipotizzato un intervento normativo ad hoc, così da consentire il ripristino delle chiamate a tempo determinato.

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«Le strutture balneari sulla spiaggia attualmente amovibili diventano fisse, i chioschi si trasformano in ristoranti sul mare, e i parcheggi a pagamento prossimi alle spiagge restano aperti tutto l’anno. Attraverso alcune modifiche-scempio alla legge regionale numero 45 del 2 dicembre 1998 è questo lo scenario futuro che la Giunta Solinas ha come obiettivo. Ed è questo che accadrà se le modifiche normative proposte della Giunta otterranno il voto favorevole del Consiglio. Quello che ci aspetta è la reintroduzione del “chiosco selvaggio” e una sorta di condono per gli abusivi che comprometterà seriamente il territorio costiero della Sardegna. La Giunta vorrebbe autorizzare la distruzione delle nostre spiagge, la costruzione di ecomostri fronte mare, e privarci del privilegio di vivere in un’isola Paradiso.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali del M5S Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Desirè Manca e Roberto Li Gioi, a seguito di un’attenta lettura della “Quarta variazione di Bilancio 2019/2021 e disposizioni varie”.

«Tra le norme introdotte nella quarta variazione di bilancio, balzano agli occhi le cosiddette ‘disposizioni varie’, nel caso specifico quelle relative alla sanatoria degli stabilimenti balneari, che vengono inseriti di diritto tra gli edifici autorizzati attraverso il Pul.  Ma saranno interessate dalle nuove norme anche le strutture balneari che ricadono in aree in cui il Pul non è stato approvato, anche queste potranno essere autorizzate all’apertura tutto l’anno – aggiungono i 4 consiglieri del M5S -. Utilizzando come motivazione pretestuosa il fatto di configurarsi come esercizi per attività sportive e ludico ricreative direttamente connesse all’uso del mare, la Giunta estende il periodo di esercizio e rende permanenti le strutture che attualmente possono essere montate dal primo aprile e devono essere smontate il 31 ottobre. Tutto ciò che dovranno fare i titolare degli stabilimenti balneari per essere in regola è presentare una semplice dichiarazione e indicare in quali mesi e per quanti giorni resteranno aperti. Di fatto i chioschi potranno occupare per tutto l’anno la porzione di spiaggia sulla quale insistono.»

«Chi non aveva la possibilità di avere una cucina e offrire servizi di ristorazione lo potrà fare con evidenti problemi di carattere igienico-ambientale. Ma anche chi già aveva iniziato a farlo senza alcuna autorizzazione non incorrerà in sanzioni. Tutto ciò a discapito di chi fino ad oggi ha sempre rispettato le norme – concludono Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Desirè Manca e Roberto Li Gioi -. Ci rendiamo conto che le norme talvolta sono state piuttosto restrittive ma ritornare al far west ci sembra eccessivo e da evitare a ogni costo. Capiamo che la burocrazia è stata asfissiante ma non dobbiamo permettere la totale deregolamentazione, bensì garantire norme più semplici capaci di tutelare allo stesso tempo il lavoro degli operatori del settore e l’ambiente incontaminato della Sardegna.»

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«Il gap nei trasporti che ci divide dalle altre regioni italiane rappresenta per la nostra isola una mancanza strutturale mai risolta. Gli investimenti  per l’implementazione della rete ferroviaria e l’acquisto dei convogli sono ancora oggi ben lontani dal colmare il divario che ci separa dal resto d’Italia. La Regione non è in grado di garantire ai cittadini sardi l’effettivo godimento del diritto alla mobilità di persone e merci, tanto che appare ancora oggi un miraggio il miglioramento della qualità della vita dei pendolari. Impossibile immaginare l’integrazione delle aree interne dell’isola con il versante costiero, per contribuire a superare il fenomeno dello spopolamento e impoverimento delle aree interne.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, è la prima firmataria di una mozione che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta a risolvere le annose problematiche della rete ferroviaria, adeguandola ai modelli sperimentati con successo nelle altre regioni italiane e in Europa.

«La rete ferroviaria sarda,  che si estende per circa 1.038 km, di cui circa 430 km a scartamento ordinario e 608 km a scartamento ridotto, risente di un forte divario strutturale e tecnico se paragonata alla situazione del resto d’Italia – aggiunge Desirè Manca -. In particolare, le linee a scartamento ordinario non hanno beneficiato di investimenti infrastrutturali significativi , ma soltanto di interventi circoscritti e frammentari, con la conseguenza che continuano a registrarsi gravissimi disagi a carico dei pendolari; migliaia di persone costrette a confrontarsi con disservizi quotidiani e con l’ormai non più tollerabile durata dei tempi di percorrenza della dorsale sarda.»

«La Regione deve programmare un piano di investimento adeguato. Come primo passo è necessario negoziare con il governo nazionale una più equa ripartizione delle risorse per ottenere un congruo incremento di quelle assegnate alla Sardegna. Presidente e Giunta regionale devono impegnarsi a mettere in atto un processo di ammodernamento e riqualificazione complessiva della rete ferroviaria della Sardegna – conclude la capogruppo del M5S -, con particolare riferimento alla dorsale sarda, che comprenda il raddoppio della linea e l’elettrificazione della rete.»

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La mancata attivazione dei progetti speciali per i cantieri Forestas e la conseguente mancata chiamata dei lavoratori trimestrali dei comuni di Bono, Bottida, Alà dei Sardi e Monti, cono state al centro della riunione congiunta delle commissioni Lavoro e Ambiente (presiedute rispettivamente da Alfonso Marras, Riformatori, e Giuseppe Talanas, Fi) che hanno svolto le audizioni dell’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda e del direttore Aspal, Massimo Temussi, oltreché dei primi cittadini dei quattro paesi interessati dal blocco delle attività.

Il capogruppo di Leu in Consiglio regionale e sindaco di Bottida, Daniele Cocco, ha illustrato, anche a nome dei suoi colleghi di Alà (Francesco Ledda), Bono (Elio Mulas) e Monti (Emanuele Mutzu) la situazione che allarma le comunità del Goceano e dell’Alta Gallura a causa della decisione, unilateralmente assunta dai responsabili dell’agenzia Forestas, di non procedere più con la chiamata dei lavoratori trimestrali sulla base di una contestata interpretazione della sentenza del tribunale di Nuoro che vieta il rinnovo dei contratti per i lavoratori semestrali impiegati nei cantieri di Forestas.

«La situazione dei trimestrali – ha spiegato Daniele Cocco – è completamente differente perché, mentre per i semestrali ogni anno si rinnova il contratto agli stessi lavoratori, per i trimestrali le graduatorie stilate per lo svolgimento dei progetti speciali e dunque per la chiamata in servizio degli operai, ricomprendono ogni volta persone diverse rispetto a quelle impiegate nei periodi precedenti.»

I primi cittadini di Bono, Alà e Monti hanno parlato di una “vera e propria bomba sociale” ed hanno auspicato un tempestivo e risolutivo intervento da parte del Consiglio per far cessare incongruenze e discutibili interpretazioni delle norme che regolano il reclutamento degli operai nei cantieri Forestas.

Il direttore di Aspal, Massimo Temussi, nel corso del suo intervento, ha anch’egli invocato l’approvazione di una norma chiarificatrice affinché il reclutamento e la gestione del personale impiegato nei cantieri possa essere garantito dall’applicazione di norme univoche e uguali in tutte le realtà della Sardegna.

«Non è concepibile – ha rimarcato Massimo Temussi – che per i cantieri che insistono nei territori di Bono e Bottida (di competenza del centro per l’impiego di Ozieri) si utilizzino criteri per il reclutamento differenti rispetto a quelli utilizzati dal centro per l’impiego di Olbia a cui fanno riferimento i cantieri che ricadono nei territori di Alà dei Sardi e Monti.»

Le preoccupazioni degli amministratori e le richieste del direttore dell’Aspal sono state accolte dall’assessora del Lavoro che, sollecitata anche dagli interventi dei consiglieri Francesco Stara (Progressisti) e Desirè Manca (M5S), ha preannunciato la presentazione di un disegno di legge o di un emendamento in sede di approvazione della legge di Stabilità, per consentire la ripresa dei progetti speciali e la chiamata dei trimestrali Forestas nei Comuni di Bono, Alà, Bottida e Monti. Il presidente della Quarta commissione, Giuseppe Talanas,  in accordo con il suo omologo Alfonso Marras, ha quindi chiuso i lavori in seduta congiunta preannunciando la convocazione in audizione dei vertici dell’agenzia Forestas.

La Seconda commissione ha quindi proceduto con una nuova audizione dell’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, che ha annunciato l’accordo sulla vertenza degli ex articolo 58 dell’Aspal: «Abbiamo raggiunto l’intesa, con tutti i sindacati ad accezione della Cgil, su anzianità, ferie e inquadramento ma con la rinuncia, da parte dei lavoratori, al riconoscimento degli arretrati».  L’assessora ha inoltre rassicurato i commissari sulla positiva conclusione delle problematiche relative all’area di crisi di Ottana, con particolare riferimento alle vicende degli ex lavoratori del polo Energia e Polimeri ed anche per quelli dell’ex tessile («è necessario però un intervento in sede di assestamento per le necessarie coperture finanziarie»).

Nella riunione del mattino, invece, la commissione ha approvato all’unanimità la risoluzione sulla vertenza Auchan-Conad. Il documento che deve passare all’esame dell’Aula, impegna il presidente della Regione e la Giunta «ad adoperarsi affinché vengano mantenuti gli attuali livelli occupazionali nelle quattro strutture di vendita Auchan della Sardegna con il completo riassorbimento di tutti i 738 addetti»e a chiedere «l’istituzione presso il Mise di un tavolo regionale per la gestione e il monitoraggio della vertenza». 

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Anche il M5S in campo contro il rischio inquinamento ambientale lungo il tratto della statale 131 meglio noto come “Canale dei veleni”. Risale, infatti, a due giorni fa la mozione presentata dal consigliere regionale del M5S Michele Ciusa per sollecitare nuovi controlli e fare definitivamente chiarezza sulle condizioni dei terreni che costeggiano la strada lungo il tratto costruito con i materiali di risulta della miniera d’oro di Furtei.

«Oggi apprendiamo dalla stampa che L’Anas ha avviato l’iter per esaminare i terreni e le acque del canale sulla 131 alla ribalta delle cronache in questi giorni – dice Michele Ciusa -. Già due giorni fa ho presentato in Consiglio regionale una mozione in cui ho chiesto alla Giunta di pretendere dall’Anas nuove e scrupolose indagini per poter dare risposte certe ai cittadini residenti nella zona. Oggi, alla luce degli sviluppi della vicenda, guardo con favore alla tempestiva risposta dell’Anas e spero che i risultati possano arrivare in tempi brevi.»

«Nel frattempo non smetterò di vigilare e di chiedere di fare altrettanto alla Giunta – aggiunge Michele Ciusa -. Chi coltiva quelle terre, chi utilizza quell’acqua ha pieno diritto di sapere quali sostanze compongano la distesa di fango giallastro ben visibile sotto il cavalcavia della 131 all’altezza del Comune di Sardara. È necessario accertare la gravità del fenomeno e capire se siano presenti, e in quali concentrazioni, inquinanti come arsenico, cianuro, mercurio, acido solforico, cadmio e altri materiali pesanti usati come reagenti per l’estrazione dell’oro. Un pericolo che riguarda un tratto della statale di circa 11 chilometri.»

Questo l’intervento del consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, promotore di una mozione (presentata assieme ai colleghi M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi) sul cosiddetto Canale dei veleni sulla 131. Un atto che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta ad avviare senza ulteriore indugio ogni azione necessaria affinché l’Anas proceda ad effettuare le analisi sui terreni e sulle acque di falda.

Michele Ciusa chiede alla Regione di provvedere ad un intervento di bonifica dei terreni e delle strutture interessate per scongiurare possibili pericoli per la salute dei cittadini e danni all’ambiente.

«La reazione tra il materiale utilizzato e l’acqua sembra aver prodotto un liquido altamente corrosivo. Nonostante i risultati delle ultime analisi fatte da Anas, che sembrerebbero escludere la contaminazione da metalli delle acque sotterranee, è urgente disporre nuovi controlli e nuove analisi. Rimandare non è più possibile. Quel percolato di dubbia composizione si trova a ridosso di terreni coltivati, oliveti e vigneti – conclude Michele Ciusa -. Il rischio contaminazione è altissimo, ed è da arginare prima che sia troppo tardi.»

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«A distanza di un mese dalla votazione per la risoluzione della Commissione speciale Aias, apprendiamo con rammarico che la situazione non è cambiata di una virgola.  Siamo piombati in una nuova fase di stallo, pericolosissima. I lavoratori lasciati allo sbando annunciano un altro sciopero e ancora non si capisce quale sia la volontà politica dall’assessore alla Sanità Nieddu. Non si capisce quali siano le azioni concrete delle quali abbiamo sentito parlare sino ad oggi. Discorsi magniloquenti e parole vuote non danno da mangiare alle 1.200 persone che attendono lo stipendio: lavoratori che si vedono persi, smarriti. Questa è una vera bomba sociale che coinvolge direttamente e indirettamente più di 4mila persone che aspettano risposte. Da una parte il dramma dei lavoratori, dall’altra quello dei malati che a poco a poco stanno perdendo il diritto di ricevere cure adeguate e costanti.»

I consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, intervengono con decisione alla luce dell’ennesimo lungo sciopero proclamato dai lavoratori Aias per domani.

«Il tavolo tecnico istituito in Assessorato tra le parti coinvolte, è stato sospeso a causa dell’assenza dei dirigenti Aias. Un fatto gravissimo. Dirigenti che, ricordiamo, in più di trent’anni hanno percepito fondi regionali per migliaia di milioni. Soldi nostri e di tutti i sardi, utilizzati a quale scopo? Tutti abbiamo il diritto di sapere che fine abbiano fatto. Ma, soprattutto, chiediamo a gran voce che chi ha scelto di governare la Sardegna si attivi immediatamente per garantire il diritto alla vita delle numerose persone coinvolte in questa vicenda. Sì, parliamo di diritto alla vita perché di questo si tratta. Dobbiamo renderci conto che negando lo stipendio stiamo negando il diritto alla vita: i lavoratori Aias e le loro famiglie faticano a fare a spesa, a mettere insieme il pranzo con la cena. Basta con le parole vuote di significato. L’assessore Nieddu parli quando saranno finalmente cessate le manifestazioni di protesta. Sino ad allora si continui a lavorare. Basta parole.»

«Quali sono le intenzioni di questa Giunta rimasta in silenzio per mesi? – concludono i consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa -. Da parte nostra, dai banchi dell’opposizione siamo certi che in assenza di risposte nell’immediato, troveremo il modo di far sentire la voce di chi non ha più soldi neanche per mangiare.»

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«La priorità in questo delicato momento è garantire continuità occupazionale ai trenta lavoratori della Sinergest che hanno già ricevuto le lettere di licenziamento. Non possiamo restare immobili davanti a una crisi dalle conseguenze drammatiche. Per questo in qualità di vicepresidenti delle Commissioni Lavoro (Desirè Manca) e Trasporti (Roberto Li Gioi) ne abbiamo chiesto la convocazione in via straordinaria in seduta congiunta. Chiediamo che vengano convocate in Regione tutte le parti interessate, comprese le organizzazioni sindacali e una delegazione di lavoratori.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere regionale Roberto Li Gioi (M5S), la prima in qualità di vicepresidente della II Commissione Lavoro e il secondo come vicepresidente della IV Commissione Trasporti, chiedono la convocazione straordinaria delle Commissioni in seduta congiunta per discutere della grave situazione in cui versano i lavoratori della società Sinergest, impiegati nella stazione marittima del porto Isola Bianca di Olbia.

«Abbiamo il dovere di tutelare ogni singolo posto di lavoro e speriamo di poter discutere al più presto le problematiche legate alla gestione dei servizi portuali che stanno mettendo a repentaglio il futuro dei dipendenti della stazione marittima di Olbia.»