29 April, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc), ha approvato all’unanimità l’emendamento della Giunta che stanzia 5 milioni di euro annui aggiuntivi a favore delle associazioni onlus e le cooperative sociali convenzionate con il Servizio emergenza-urgenza del 118. I fondi saranno garantiti in modo strutturale da quest’anno dopo che Disegno di legge 36 (Seconda variazione di bilancio. Disposizioni in materia sanitaria) otterrà il via libera dal Consiglio regionale.

Nel disegno di legge 36 era stato eliminato il comma che prevedeva 5 milioni una tantum, approvato nella scorsa legislatura, da erogare alle associazioni e cooperative sociali soltanto in caso di risparmi dell’Ats. Nella seduta della scorsa settimana gli assessori della Sanità, Mario Nieddu, e del Bilancio, Giuseppe Fasolino, avevano spiegato che l’eliminazione era stata necessaria per evitare problemi dal punto di vista normativo e avevano comunque garantito la volontà di trovare le risorse, ma per renderle strutturali e consentire alle associazioni e alle cooperative di programmare spese, investimenti e assunzioni. Oggi gli esponenti dell’Esecutivo hanno presentato l’emendamento che ha l’obiettivo di rendere organico l’incremento annuale dei 5 milioni di euro riconosciuto proprio alle associazioni e cooperative sociali convenzionate con l’Areus.

La Commissione ha approvato all’unanimità anche l’emendamento presentato da Stefano Schirru (Psd’Az), che prevede lo stanziamento di un milione di euro per contribuire ai costi delle prestazioni sanitarie nelle terme della Sardegna. Via libera anche all’emendamento, prima firmataria la consigliera della Lega, Annalisa Manca, che aumenta a 1,3 milioni lo stanziamento previsto per «il reclutamento di professori di ruolo dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione delle Facoltà di Medicina e Chirurgia di Sassari e Cagliari». Il testo prevede un incremento di 300mila euro a favore dell’Università di Sassari, in quanto ha attivato nuovi corsi di laurea. L’emendamento, sottoscritto anche dal presidente Domenico Gallus, ha ottenuto il via libera del parlamentino con il solo voto contrario del consigliere Francesco Agus (capogruppo Progressisti) e l’astensione della consigliera del M5S, Carla Cuccu, che hanno chiesto di poter sentire i Rettori delle Facoltà prima di esprimersi sul testo. La Commissione si riunirà nuovamente per il via libera definitivo al disegno di legge 36, dopo il parere finanziario della Terza commissione, che si è riunita questo pomeriggio.

Nella variazione di bilancio è prevista, inoltre, la copertura finanziaria per la medicina generale, l’emergenza sanitaria territoriale, la pediatria di libera scelta, ma anche per l’assistenza integrativa extra-Lea a favore dei pazienti affetti da patologie irreversibili, per l’abbattimento delle liste d’attesa con l’incremento della specialistica ambulatoriale, oltre a un finanziamento per la guardia medica temporanea dell’Isola dell’Asinara, garantita dall’Ordine di Malta finora gratuitamente.

La Commissione è stata convocata per domani mattina alle 9,30 per l’approvazione definitiva del disegno di Legge 36 (Seconda Variazione di Bilancio. Disposizioni in materia sanitaria).

 

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E’ durissimo il giudizio di Articolo UNO sul progetto di riforma sanitaria presentato qualche giorno fa dalla Giunta regionale.

«Sulla riforma sanitaria il governo regionale dà i numeri: cinque ASL, tre sub commissari, e via discorrendo. Il caldo di agosto evidentemente fa male e alla maggioranza di centrodestra, le idee si confondono in modo drammatico – attacca Bruno Palmas, responsabile regionale del Dipartimento Sanità di Articolo UNO -. Nonostante tutti i proclami elettorali sono passati sette mesi e l’unico parto di questa Giunta è stato il Commissario dell’ATS, dopo aver tentato di imporre un nome della galassia leghista. Noi abbiamo più volte ribadito che la Riforma Sanitaria di Luigi Arru fosse da cambiare, ma questo Assessore non sa da dove cominciare e propone assetti campati in aria.»

Bruno Palmas critica anche la proposta di Domenico Gallus, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale di nominare (oltre le 5 ASL previste) i subcommissari per accontentare i territori residui: «Ridicola e offensiva. Evidentemente Gallus pensa davvero che esistano territori e cittadini di seria A e di serie B. Noi pensiamo che siano tutti di serie A, e ci dovranno essere quindi tutte le ASL che servono. Quanto alle proposte sulla riduzione delle liste d’attesa noi pensiamo che si debba fare in modo molto diverso, agendo in modo forte sulla qualità delle prestazioni offerte e sulle adeguatezze della richiesta di tali prestazioni. Siamo convinti che occorra investire in modo forte sulla medicina di famiglia e sulla medicina specialistica ambulatoriale pubblica, innovando le strutture e aumentando e migliorando la disponibilità dei servizi, anche e soprattutto portandoli dove servono sul territorio e dove sono oggi fortemente carenti. Ma ci sembra che – conclude Bruno Palmas – questa Giunta Regionale guardi di più verso il privato convenzionato, al quale destinare maggiori risorse da spolpare. Mater Olbia docet».

Articolo UNO convocherà, quindi, per i primi giorni del mese di ottobre un incontro pubblico con associazioni dei malati, cittadini, sindacati e associazioni di categoria per discutere ed approfondire lo stato della sanità pubblica del Sistema Sanitario Regionale.

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La Prima commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Pierluigi Saiu (Lega) è stata convocata per domani, 11 settembre, alle 11.00. All’ordine del giorno il Parere 6 (Contributo alle Associazioni fra Enti locali. L.R. 27.8.1972, n. 28 e s.m.i., L.R. 4.6.1988, n. 11, art. 124. Proposta ripartizione della somma di euro 200.000 per l’anno 2019. Capitolo SC01.1077, UPB S01.06.001) e la programmazione dei lavori.

La Terza commissione (Bilancio), presieduta dal vice presidente Cesare Moriconi (Pd), si riunirà domani alle 16.00. All’ordine del giorno: l’elezione del presidente e di un segretario ed il parere finanziario sul disegno di legge 36 (Seconda variazione di bilancio. Disposizioni in materia sanitaria. Modifiche alla legge regionale 11 gennaio 2018, n. 1 (Legge di stabilità 2018) e alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019) qualora pervenuto.

Alle 10.00 di domani si riunirà anche la Sesta commissione (Sanità), presieduta da Domenico Gallus (Udc), per l’esame del disegno di legge 36 (Legge di stabilità 2018) e alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (legge di stabilità 2019) e audizione degli assessori del Bilancio, Giuseppe Fasolino, e della Sanità, Mario Nieddu.

Sempre per domani, alle 17.00, è convocata anche la commissione d’Inchiesta sul perdurare dello stato di insolvenza economica dell’Aias, presieduta da Gianfranco Ganau (Pd), per la Programmazione dei lavori.

 

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Ammonta a 7,7 milioni di euro la “Seconda variazione di Bilancio. Disposizioni in materia di sanità”, presentata oggi in Sesta commissione (Sanità), presieduta da Domenico Gallus (Udc). Gli assessori della Sanità, Mario Nieddu, e del Bilancio, Giuseppe Fasolino, hanno illustrato il disegno di legge n. 36 che, con queste risorse, ha l’obiettivo di assicurare la copertura finanziaria per la medicina generale, l’emergenza sanitaria territoriale, la pediatria di libera scelta, ma anche per l’assistenza integrativa extra-Lea a favore dei pazienti affetti da patologie irreversibili, per l’abbattimento delle liste d’attesa con l’incremento della specialistica ambulatoriale, per supportare i corsi universitari della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Cagliari e Sassari, oltre a un finanziamento per la guardia medica temporanea dell’Isola dell’Asinara, garantita finora gratuitamente dall’Ordine di Malta.

Polemiche in Commissione sul comma 6 che prevede l’eliminazione del finanziamento una tantum di 5 milioni di euro a favore delle cooperative sociali del 118. Parere contrario è stato espresso da Gianfranco Ganau (capogruppo Pd), Carla Cuccu (M5S), Stefano Schirru (Psd’Az), ma anche da Franco Mula (capogruppo Psd’Az), Antonello Peru (FI) e dallo stesso presidente della Commissione, Domenico Gallus, che hanno sottolineato l’importanza del lavoro che quotidianamente svolgono gli operatori delle cooperative e dei volontari del 118. Gli esponenti dell’Esecutivo hanno spiegato che non c’è alcuna volontà di danneggiare o mortificare le cooperative sociali, che svolgono un lavoro importante per la sanità sarda, e hanno garantito la volontà di trovare tali risorse e di inserirle nel Bilancio in maniera stabile e non come provvedimento una tantum, che invece crea problemi dal punto di vista normativo. L’assessore Mario Nieddu ha chiesto, però, alla Commissione di dare tempo all’Assessorato di mettere ordine in un settore che presenta criticità e problematiche serie che hanno bisogno di essere approfondite. L’esponente della Giunta ha anche reso noto alla Commissione che è stato aperto un tavolo di confronto con le associazioni di categoria.

Il testo di legge in esame è composto da 3 articoli, il primo dei quali suddiviso in 9 commi in cui sono definiti i singoli interventi. Il comma 1 prevede 1,65 milioni di euro per finanziare gli accordi integrativi regionali per la medicina generale, per la pediatria di libera scelta e per l’emergenza sanitaria territoriale. Il comma 2 prevede 300mila euro aggiuntivi per la fornitura straordinaria di prestazioni di assistenza extra-Lea a favore dei pazienti affetti da patologie irreversibili che non usufruiscono delle cure domiciliari, mentre il comma 3 prevede un incremento di 850mila euro per il finanziamento degli accordi integrativi regionali per la medicina specialistica ambulatoriale interna. Al comma 4, poi, sono previsti 3,5 milioni destinati alle prestazioni aggiuntive del Servizio sanitario regionale per l’abbattimento delle liste d’attesa. Il comma 5 prevede 1 milione di euro per il reclutamento dei professori di ruolo dei corsi di laurea a e delle scuole di specializzazione delle Facoltà di Medicina e Chirurgia di Cagliari e Sassari, oltre a 400mila euro previsti al comma 7 per il finanziamenti delle docenze dei corsi di laurea in professioni sanitarie. Infine, il comma 9 prevede un concorso di 15mila euro per lo svolgimento del servizio sanitario temporaneo di assistenza medica sull’Isola dell’Asinara.

La commissione Sanità è stata aggiornata e si riunirà mercoledì prossimo per proseguire l’esame del Dl 36.

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Domenico Gallus.

La commissione “Salute e politiche sociali” presieduta da Domenico Gallus si riunirà giovedì 5 settembre, alle ore 10.00. All’ordine del giorno il DL 36 “Seconda variazione di bilancio. Disposizioni in materia sanitaria. Modifiche alla legge regionale 11 gennaio 2018, n. 1 (Legge di stabilità 2018) e alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019)”.  Saranno sentiti in audizione gli assessori della Programmazione, Giuseppe Fasolino, e della Sanità, Mario Nieddu.

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«La riapertura del Pronto soccorso dell’ospedale Delogu è una buona notizia, non solo per la città di Ghilarza, ma per tutti gli abitanti del Guilcer e del Barigadu.»

Così l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, commenta la ripresa delle attività del Pronto soccorso del nosocomio.

«L’intero sistema sanitario regionale – aggiunge l’assessore della Sanità – è in sofferenza per la carenza di medici specialisti. Una situazione che, nell’immediato, ci sta obbligando a tamponare le emergenze per ridurre i disagi ai cittadini. In particolare, per affrontare il periodo estivo, abbiamo aperto alla possibilità di reclutare medici attraverso contratti liberi professionali. Per garantire la continuità dei servizi al Delogu questo non è stato sufficiente, ma non abbiamo mai smesso di cercare alternative e grazie a una collaborazione su più fronti siamo riusciti prima a scongiurare la chiusura del reparto di Medicina interna e ora a riaprire anche il pronto soccorso, con due settimane di anticipo rispetto alla prospettiva iniziale.»

I rinforzi al Delogu arrivano da San Gavino e Carbonia. «La nostra sanità – spiega Mario Nieddu – raccoglie un’eredità pesante in cui la riorganizzazione si è fatta solo con i tagli. Nei territori, specie nelle aree rurali, le difficoltà che stiamo attraversando alimentano il senso di abbandono ed è per questo che il segnale che diamo ogni acquista un significato ancora più forte. Stiamo lavorando per dare risposte strutturali il più rapidamente possibile, ma nell’emergenza non lasceremo indietro nessuno. Non posso che ringraziare, ancora una volta, chi si è speso in prima persona per conseguire questo risultato, in particolare il presidente della commissione Sanità, l’onorevole Domenico Gallus, il direttore dell’ospedale San Martino, Sergio Pili e tutti i medici che hanno dato la propria disponibilità a coprire i turni, nonché tutto il personale sanitario del Delogu.»

Una notizia, quella di Ghilarza, che fa il paio con la riapertura del reparto di Rianimazione a Iglesias.

«Dopo la chiusura del vecchio reparto ospitato al Santa Barbara – conclude l’assessore Mario Nieddu – ormai mancano pochi giorni alla riapertura della Rianimazione al CTO. Una risposta importante alle tante preoccupazioni dei cittadini di Iglesias, anche nel Sulcis si continua a lavorare con la massima attenzione alla sicurezza dei pazienti, nel rispetto dei diritti e con l’obiettivo di migliorare l’offerta dei servizi.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la terza variazione del bilancio 2019/2021.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato, in occasione della giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, la tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 nostri connazionali. Il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.

L’Assemblea ha poi ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 39/A – Giunta regionale (Terza variazione di bilancio 2019-2021).

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che la legge in esame è un testo soggetto alle disposizioni della legge 24 del 2016 che prevede sia una analisi tecnico normativa che verifica sia la compatibilità del testo sia con la legislazione vigente che l’impatto sul sistema produttiva. Sono dati indispensabili, ha concluso, che nonostante la procedura di urgenza di questo provvedimento vanno tenuti nella massima considerazione per il futuro.

Dopo aver aperto la discussione generale, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az). Nel suo intervento Giovanni Satta si è soffermato sui punti principali della legge, dalle entrate tributarie gli accantonamenti, alla rimodulazione prevista dall’art.4 in base alla recente sentenza 6 della Corte Costituzionale che impone la cessazione dei prelievi dello Stato dal 2014 (285 milioni l’anno) in poi per il risanamento della finanza pubblica, specificando che il nuovo contributo per il 2019 dovrà essere stabilito da intesa Stato Regione. Da mettere in evidenza, ha aggiunto Giovanni Satta, anche i 244 milioni a copertura del disavanzo del sistema sanitario, l’inserimento nel bilancio di altri tributi ingiustamente incamerati dallo Stato ma spettanti alla Regione, la copertura dei costi della continuità territoriale aerea per 18 milioni fino ad aprile 2020 al netto del contributo dello Stato.

Il relatore di minoranza Cesare Moriconi (Pd) ha messo l’accento sul fatto che la variazione di bilancio contiene alcune parti amministrative approvate all’unanimità dalla commissione ed altre di chiaro significato politico che hanno suscitato un marcato dissenso fra maggioranza ed opposizione, soprattutto per quanto riguarda i rapporti fra Stato e Regione in materia di entrate ed accantonamenti. Assistiamo da tempo, ha lamentato Moriconi, ad una azione dello Stato contro la Sardegna, e questa poteva e doveva essere l’occasione per mettere in moto una forte azione politica innalzando l’asticella del confronto con lo Stato, invece introduciamo temi di enorme portata introduciamo timidamente in una variazione di bilancio, ignorando l’opportunità di una grande mobilitazione per la Sardegna. Il parlamento, ha poi spiegato il consigliere, discute di una di autonomia differenziata voluta dal nord e temuta sud dal per un evidente problema di risorse, mentre noi discutiamo mozioni ed altre cose di minore importanza tralasciando l’unico grande tema politico. In pratica, ha detto infine, lo stesso art.4 senza la risoluzione su entrate ed accantonamenti si riduce a ben poca cosa, per cui è urgente che la risoluzione torni subito in Aula.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha parlato di un passaggio tecnico che contiene norme urgenti su accantonamenti e continuità ma, giustamente, la commissione non si è limitata ad un dibattito tecnico ma lo ha esteso al campo politico. Negli ultimi 10 anni, ha sostenuto, c’è stato il progressivo arretramento delle posizioni della Sardegna nei confronti dello Stato e questa volta niente fa prevedere una eccezione almeno nel breve periodo. Concretamente, ha proseguito, dopo esserci occupati molto a lungo di vertenza entrate, patto di stabilità ed accantonamenti, ora rischiamo di ripartire daccapo e per giunta con meno risorse, muovendoci su scale mobili che marciano in direzione contraria. Agus ha poi criticato il presidente della Regione Christian Solinas «che per l’ennesima volta ha evitato ascolto del Consiglio», perché problema non sono solo gli accantonamenti ma quanto si sta discutendo in parlamento, non solo sull’autonomia differenziata ma anche sulla cosiddetta flat tax che ridurrà le nostre entrate, e quelle degli enti locali sardi (Comuni e Province) che già oggi sono meno finanziati degli altri del territorio nazionale per circa 200 milioni. Discutiamo di questi grandi temi nella commissione speciale sull’insularità che stiamo per istituire, ha concluso, e lavoriamo anche ad un osservatorio sulle decisioni del governo che riguardano la Sardegna.

Sempre per i Progressisti, anche il consigliere Massimo Zedda ha attaccato il presidente della Regione Solinas che, «dopo 3 mesi di assenza dall’Aula ha fornito numeri già noti che non aiutano la Sardegna, per cui o si cambia passo a cominciare dal presidente e dalla Giunta o andiamo a sbattere dato che i ricorsi dicono che abbiamo ragione ma poi le risorse che ci spettano non arrivano». Dobbiamo invece ragionare, ha proposto Massimo Zedda, sulla nostra capacità di produrre buone norme di attuazione cominciando a potenziare le strutture del Consiglio, replicando la positiva esperienza del Trentino-Alto Adige che ha cominciato da decenni a percorrere questa strada costituendo uffici appositi e formando specialisti. Purtroppo in Sardegna, ha lamentato, non vedo passione ed interesse su questi argomenti, eppure l’insularità ci costa 630 milioni e l’energia 400, per non parlare di accise ed accantonamenti. Dopo aver ricordato la grande manifestazione contro il governo Prodi (dello stesso colore politico della Giunta regionale di allora), Massimo Zedda ha affermato che «oggi siamo in una situazione ben peggiore, perché l’autonomia rivendicata dalla sola Lombardia significa scuola, sanità, ambiente, rifiuti, protezione civile, commercio estero, rapporti con la Ue e molto altro, con quella Regione che potrebbe trattenere tutte le risorse necessarie a svolgere quelle funzioni. Di fronte a tutto questo, ha concluso, «la nostra vertenza è niente ed è niente anche rispetto al disegno di Bossi dell’indipendenza: qui sono in ballo decine di miliardi, per cui o alziamo davvero la voce o saremo sopraffatti». (Af)

Dopo l’on. Massimo Zedda ha preso la parola per la Giunta l’on. Giuseppe Fasolino, assessore al Bilancio, e ha detto: “Questo disegno di legge affronta tematiche tecniche ma anche qualche punto politico come l’impegno che stiamo prendendo sugli accantonamenti. Quella con lo Stato è una vertenza che può rappresentare una soluzione ad alcuni grandi problemi della nostra isola, perché i diritti dei nostri concittadini sino a oggi non sono stati sempre riconosciuti dallo Stato, come affermato anche da chi mi ha preceduto. Alla base dell’articolo 4 del nostro disegno di legge c’è il riordino di tutti gli accantonamenti nel bilancio della Regione a seguito della sentenza 6/2018 della Corte costituzionale.  Le entrate certe 2018, certe perché c’è la declaratoria della Consulta, sono state messe nel bilancio 2019 mentre il resto sarà oggetto di trattativa con il Governo nazionale.

Ancora, con le norme dell’articolo 4 abbiamo consentito ai Comuni sardi di spendere milioni di euro di somme sino a oggi vincolate. Abbiamo anche inserito le somme di copertura per gli oneri derivanti dalla continuità territoriale, 18 milioni di euro. E abbiamo inserito anche 27 milioni di euro per completare il fabbisogno della legge 162 consentendo alle famiglie che hanno una disabilità di avere con certezza il sostegno. Dico questo per smentire che la nostra giunta sia ferma o sia timida: noi facciamo tutto quel che possiamo, con umiltà e concretezza”.

Conclusa la discussione generale l’Aula è passata all’esame dell’articolato di legge e subito l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha chiesto “come mai, nonostante abbiamo preso l’impegno a non presentare emendamenti, sono invece comparsi emendamenti della maggioranza”. L’on. Cesare Moriconi (Pd) è intervenuto come vicepresidente della commissione Bilancio e ha detto: “Abbiamo preso tutti l’impegno in commissione a non presentare emendamenti e spero che quell’impegno sia mantenuto perché altrimenti viene meno il rapporto di leale collaborazione tra noi”. La Giunta ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti e anche l’on. Desirè Manca (Cinque stelle) ha reiterato la richiesta di ritiro degli emendamenti “come da accordi presi. Altrimenti anche noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di presentare emendamenti”.

L’on. Stara (Progressisti) ha chiesto una sospensione dei lavori per valutare ma l’on. Domenico Gallus (Udc) ha comunicato: “Non ritirerò l’emendamento perché non si possono mandare a casa 35 lavoratori e abbiamo voglia a parlare di contrasto allo spopolamento se poi non agiamo in concreto per frenarlo”. Il presidente Michele Pais, dunquem, ha sospeso il Consiglio e ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha aperto la discussione sull’articolo 1 “Aggiornamento fondo di cassa al 1° gennaio 2019”. La norma ridetermina in 379 milioni e 299mila euro la dotazione finanziaria del fondo. Non essendoci iscritti a parlare il testo dell’articolo è stato messo in votazione e approvato con 38 voti a favore e 6 astenuti.

Approvati in rapida successione anche l’articolo 2  “Uffici territoriali di protezione civile. Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 36 del 2013” (44 sì e 5 astenuti) e 3 “Ufficiale rogante. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale n. 8 del 2018” (41 sì e 7 astenuti).

Il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha invitato il presidente Michele Pais ad aprire la discussione degli articoli prima di chiamare la votazione. «In Aula c’è tanta confusione. Prima alcuni colleghi non hanno nemmeno potuto esprimere il voto. Chiedo, anche se si tratta di un testo condiviso, di avere il tempo di capire trattandosi pur sempre di una legge di bilancio».

Sull’art. 4 “Disposizioni in materia di entrate tributarie e accantonamenti a carico della Regione titolo di concorso alla finanza pubblica. Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti): «E’ meglio chiarirci sul contenuto degli articoli altrimenti gli sforzi fatti in commissione saranno inutili. L’art. 3, appena approvato, toglie soldi al fondo unico degli enti locali e quindi, in percentuale, a comuni, province e città metropolitana. Sull’articolo 4 la minoranza deciderà come votare. Occorre chiarire che si tratta di una norma che decide di iscrivere a bilancio il taglio degli accantonamenti sancito dalle sentenze della Corte Costituzionale. Si tratta però di un approccio sbagliato – ha detto Massimo Zedda – a livello nazionale si discute di una riforma molto pericolosa per la Sardegna: la riforma delle autonomie locali caldeggiata dalla Lega». Secondo Massimo Zedda, nel confronto con lo Stato si possono seguire due strade: quella della contrapposizione politica o quella del dialogo tecnico. Si può anche decidere di combinare le cose. Se però mancano questi elementi si rischia di rendere vana ogni battaglia legale. La Corte Costituzione non può ogni volta sostituirsi alla politica. In alcune questioni la Consulta si sta schierando a difesa dello Stato e non delle Regioni perché pensa che molte questioni si possano risolvere attraverso le norme di attuazione. Ho dubbi che la strada seguita dalla Giunta sugli accantonamenti sia quella giusta. Non basta evidenziare i crediti verso lo Stato, bisogna anche saperli recuperare».

Giuseppe Meloni (Pd) ha lamentato la mancata apertura di una discussione sugli accantonamenti: «Ieri in Aula ha parlato solo il presidente Solinas e non c’è stato dibattito. Il tema si sta sottovalutando. L’opinione pubblica è distratta da leggi antidemocratiche e liberticide approvate dal Parlamento, nel frattempo succedono altre cose. Il disegno di riforma dell’autonomia è una secessione delle regioni ricche, quel provvedimento fortemente voluto dalla Lega si sta sottovalutando, invece deve diventare centrale in quest’Aula perché sarà decisivo per le sorti della nostra Regione. Cosa succederà alla Sardegna se quella legge passerà?».

Cesare Moriconi (Pd) ha ribadito, in apertura del suo intervento, perché l’opposizione ha votato a favore dell’articolo 4 in Commissione: «Contiene previsioni che noi stessi nella precedente legislature abbiamo inserito nella legge di bilancio. Voglio richiamare però l’attenzione sul fatto che lo Stato sleale non è un’entità astratta. In Parlamento siedono anche i parlamentari eletti nella nostra Regione che hanno votato la legge di stabilità 2019 all’interno della quale ci sono parametri al di fuori dei principi sanciti dalla Costituzione. Il senso della risoluzione presentata ieri era quello di chiamare a raccolta tutte le forze politiche e sociali in difesa dei diritti dei sardi. Ieri si è persa un’occasione per cercare di accelerare il processo di unione».

Messo in votazione l’articolo 4 è passato con 44 voti a favore e sei astenuti.

Sull’art. 5 “Disposizioni in materia di enti locali e politiche territoriali. Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Gian Franco Satta (Progressisti): «E’ un articolo che dovrebbe occuparsi di opere territoriali ma in realtà si occupa solo della caserma dei carabinieri di Tempio con uno stanziamento di 400mila euro – ha detto Gian Franco Satta – non ci sono risorse per i comuni che hanno un indice di disoccupazione altissimo, un tessuto produttivo fragile e soffrono, più di altri, il dramma dello spopolamento. Da quei territori provengono i sindaci che in questi anni hanno subito vili attentati. A loro diamo la solidarietà ma solo a parole. I fatti vanno in direzione opposta. Ho chiesto di finanziare i Gruppi di azione locali che oggi vedono dimezzate le risorse. Sarebbe un segnale importante a territori che negli anni hanno dimostrato di sapersi organizzare mettendo insieme lavoratori, imprese ed enti locali a favore della crescita. L’impegno è stato quello di aggiornare la discussione a settembre, mi auguro che diventi una priorità. Solo così si potrà dare una risposta ai territori interessati».

Massimo Zedda (Progressisti) ha criticato il metodo scelto dalla maggioranza: «In Commissione si è auspicato di operare puntando sulla programmazione anziché sugli interventi ad hoc – ha detto Massimo Zedda – se si interviene singolarmente senza tener conto dell’interesse di tutti si dà ad intendere che l’assenza di assessori in rappresentanza di alcuni territori determina la mancata distribuzione di risorse. Su una tematica come questa mi sarei aspettato un’interlocuzione con l’Arma dei carabinieri per capire quali sono le priorità di intervento. Magari avrebbero indicato altre località. Qui si interviene su una singola caserma per una nostra scelta che non mi convince. Così si dà ragione a chi pensa che per ottenere qualcosa occorra rivolgersi al politico di turno. E’ un modo sbagliato di operare».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione l’art.5 che è stato approvato con 44 voti a favore e 6 astenuti.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art. 6 “Disposizioni in materia di ambiente, territorio e trasporti. Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 48 del 2018”.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Eugenio Lai chiedendo il rispetto del Regolamento consiliare: «Si sta verificando che alcuni consiglieri stiano fuori dall’aula durante la discussione e poi rientrino per votare. Questo non si può fare».

Sul testo dell’art.6 è intervenuto ancora Massimo Zedda (Progressisti): «Riguarda il finanziamento del piano regionale dei trasporti . Va bene, ma occorrerebbe sapere che Piano si intende adottare. Occorre capire cosa si vuol fare. Ormai il Piano non si calcola esclusivamente su costi e benefici sul singolo passeggero trasportato ma ci sono altri parametri che riguardano l’impatto ambientale, la mobilità degli studenti e dei pendolari etc. Servono risorse per finanziare gli obiettivi individuati. Occorre pianificare, il piano dei trasporti è strettamente collegato allo spopolamento dei comuni. Le difficoltà di accesso ad alcuni territori è direttamente proporzionale al decremento demografico».

Sulla stessa lunghezza d’onda Gian Franco Satta (Progressisti): «L’ultimo piano dei trasporti è datato 2008. In quel piano si parlava di possibili effetti positivi nel 2021. Se l’approccio è innovativo non deve essere tale da anticipare anche l’anno. I trasporti rappresentano un settore che, insieme alla sanità, agli enti locali e al funzionamento della macchina amministrativa regionale, è una delle voci di spesa più importanti del bilancio regionale. Il Consiglio deve occuparsene per capire quale sarà la rete dei trasporti, come saranno organizzati i servizi che incidono, come ha detto Massimo Zedda, sullo spopolamento. Non capisco quale sia l’atteggiamento dell’assessore su questo tema. O ha le idee talmente chiare o non si capisce perché chieda ulteriori 300mila euro rispetto alle risorse (120mila)  stanziate nella precedente finanziaria».

A Gian Franco Satta ha replicato l’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino: «Non si tratta di risorse aggiuntive ma di una rimodulazione dei fondi già stanziati spostandoli da un esercizio finanziario all’altro perché non si è riusciti a spenderli».

Messo in votazione l’articolo 6 è stato approvato con 43 sì e 6 astenuti.

Il presidente è passato all’esame dell’articolo 6bis “Norme in materia di politiche sociali”. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha voluto fare un ragionamento complessivo e ha affermato che è necessario adottare il Fondo unico dei servizi sociali, in modo da dotare i singoli Comuni di una dote di risorse per le politiche sociali.

Eugenio Lai (Leu) ha affermato che questo articolo va a incidere nella sfera degli enti locali e che avrebbe voluto sentire in Commissione, almeno informalmente, il Cal e l’Anci per capire se questo testo fosse condiviso dalle associazioni degli enti locali. Lai ha sottolineato di aver ricevuto alcuna risposta. Il presidente Pais ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato con 35 voti favorevoli e 14 astenuti.

Il presidente ha aperto la discussione sull’Articolo 7 “Sostituzione di allegati. Modifiche alla legge regionale del n. 49 del 2019”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha preso la parola per evidenziare che sarebbe meglio investire sul trasporto su rotaia, piuttosto che sul continuare a finanziare cantieri come quelli che nei decenni si sono susseguiti sulla Statale 131. Per Zedda si otterrebbero maggiori benefici per il traffico, la sicurezza stradale, i tempi di percorrenza e la lotta allo spopolamento di molte aree della Sardegna se i finanziamenti venissero destinati alla rete ferroviaria dell’Isola.

Ha quindi preso la parola il consigliere della Lega, Ignazio Manca, il quale, essendo anche componente della Giunta per il Regolamento, ha sottolineato “che i reiterati interventi di alcuni colleghi mettono in luce, non solo la preparazione dell’eloquio personale del singolo oratore, ma stanno creando un palese rallentamento dei lavori”. “Per questo motivo – ha aggiunto – anticipo fin d’ora una mia iniziativa in sede di Giunta del Regolamento: occorre regolamentare il numero massimo di interventi consentito su ogni punto all’ordine del giorno per ogni singolo consigliere, così da consentire non solo a ciascun consigliere di esprimersi, ma al Consiglio di procedere con maggior speditezza dei lavori”.  E ha concluso. “Ovviamente con il massimo rispetto verso i colleghi e tutta l’Aula e nulla nei confronti dell’onorevole Zedda, nei cui confronti nutro una sincera stima”.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi). Per dichiarazioni di voto è intervenuto Antonio Piu (Progressisti), il quale ha criticato le affermazioni del consigliere Manca e ha affermato che il principio del processo democratico deve essere tutelato, ancor di più da chi fa parte della Giunta per il regolamento. Piu ha ricordato che in Commissione si era raggiunto l’accordo di ritirare gli emendamenti per consentire di approvare un provvedimento che contiene interventi importanti. “Credo – ha affermato – che quello dell’on. Ignazio Manca sia stato un brutto scivolone da non ripetersi più”.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti), annunciando il voto di astensione, ha affermato che “ci sono molti modi di rallentare i lavori” e ha ricordato che il suo ruolo è quello di legislatore e non solo quello di spingere dei pulsanti. Agus ha ricordato anche che in altre occasioni i consigli e suggerimenti delle opposizioni hanno consentito di migliorare dei provvedimenti legislativi. Rivolgendosi al collega Ignazio Manca l’ha esortato a evitare tali scivoloni e che i regolamenti sono redatti a tutela delle minoranze e delle maggioranze.

Ha concordato con Agus anche Eugenio Lai (Leu), che ha annunciato l’astensione e ha ricordato che il modo migliore per rallentare i lavori è di provocare le opposizioni sui loro diritti essenziali. Ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere della Lega, Ignazio Manca, esortandolo a scusarsi e ricordando anche che la minoranza sta garantendo il numero legale e non sta facendo ostruzionismo sterile.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che se si pongono questioni di forma, di regolamenti, chi soccombe non è l’opposizione e che chi ha fretta di approvare le leggi è la maggioranza. Massimo Zedda ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere Manca, ricordando che la minoranza anche nelle Commissioni, spesso sta garantendo il numero legale e lo svolgimento dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha dichiarato il voto di astensione e ha ricordato al consigliere Ignazio Manca  che il suo non è il modo più corretto di agire, ricordando che mai nella scorsa legislatura la maggioranza si è sognata di avanzare proposte di questo tipo, neanche quando giungevano atteggiamenti di ostruzionismo. In conclusione Giuseppe Meloni ha detto: “Lo prendo come uno scivolone e una svista”.

E’ quindi intervenuto il presidente Michele Pais, il quale ha ricordato all’Aula che la variazione di bilancio in esame è giunta in Consiglio regionale grazie all’accordo tra maggioranza e opposizione “che io ringrazio”. Michele Pais ha affermato che “non c’è alcuna intenzione di censurare interventi di alcuno e sarà data la parola a chi la chiederà”.  Pais ha chiesto all’intero Consiglio di andare avanti con l’accordo tra galantuomini, grazie al quale il provvedimento è arrivato in Aula, perché si tratta di un provvedimento importante.

Giorgio Oppi (Udc) ha evidenziato che la minoranza sta facendo un’opposizione corretta. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che il Regolamento è stato già modificato e che favorisce l’opposizione. Ha esortato tutti a stare attenti a quello che si dice. Oppi ha poi proposto di “evitare lacerazioni e perdite di tempo”, rassicurando l’Aula che si sta arrivando a una conclusione in base a quell’accordo preso questa mattina e ha affermato che “adesso bisogna procedere speditamente”. Giorgio Oppi ha però ricordato all’opposizione che anche nella scorsa legislatura l’allora minoranza ha più volte garantito il numero legale nelle Commissioni.

Valter Piscedda (Pd) ha annunciato il voto di astensione e ha ricordato che gli accordi vanno rispettati. Rivolgendosi al consigliere Ignazio Manca ha affermato che si può anche sbagliare “ma la esorto a chiedere scusa”.

Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) ha annunciato il voto di astensione “ma non posso fare a meno di intervenire sulle dichiarazioni dell’on. Ignazio Manca che evidentemente vuol far saltare la votazione in giornata del provvedimento”. Ganau ha affermato che quello del consigliere Manca è stato un atto grave che mortifica le minoranze. Ganau ha fatto un appello alle minoranze di sospendere gli interventi nel caso di scuse da parte del consigliere Manca, affinché si possa  procedere spediti e approvare un provvedimento importante “grazie alla nostra presenza”.

Il Presidente Pais ha ribadito di farsi garante delle prerogative e dei ditti dei consiglieri. Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato il voto di astensione. Non mi stancherò mai – ha detto – di sostenere la democrazia. In un Consiglio dove per tutto il pomeriggio si è parlato di patto tra galantuomini  – ha concluso – voglio ricordare che  ci sono anche le consigliere che mantengono i patti.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha dichiarato l’astensione e ha espresso apprezzamento per l’intervento del Presidente Pais. L’esponente dei Progressisti ha parlato di “caduta di stile” da parte del consigliere Ignazio Manca. Questa opposizione – ha detto –  ha dimostrato tutta la collaborazione possibile. Ignazio Manca dovrebbe chiedere scusa a questa aula affinché il dibattito possa procedere e continuare con serenità

Il Presidente del Consiglio ha fatto un ulteriore appello all’aula per rispettare l’accordo.

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha affermato che il consigliere Manca dovrebbe chiedere scusa all’aula. I sistemi democratici devono essere sempre difesi. La democrazia sta alla base di ogni discussione. Noi siamo abituati a confrontarci. L’ascolto sta alla base di tutto. Invito tutti a una seria riflessione

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che è necessario riacquisire  le dinamiche dell’aula . Gli accordi tra galantuomini – ha aggiunto – si fanno tra i capigruppo, o in commissione, tra i componenti della commissione. Questo però non toglie a nessun consigliere di rinunciare ai propri diritti. Ognuno di noi rappresenta se  stesso, l’unico abilitato a esprimere la posizione del gruppo è il capogruppo.  Superiamo questa fase e andiamo avanti.

Pierluigi Saiu (Lega) ha richiamato l’appello fatto dal presidente Pais al buonsenso e al senso di responsabilità. Per il presidente della Prima commissione l’intervento del consigliere Manca non deve essere frainteso o strumentalizzato. Sono sicuro che Manca – ha affermato Pierluigi Saiu – non voleva  provocare né mettere un bavaglio a quest’Aula. Riconosco all’opposizione un grande senso di responsabilità – ha concluso – questo  provvedimento è arrivato in aula grazie anche al contributo delle forze di opposizione. Voterò a favore.

Piero Comandini (PD) ha detto che l’opposizione non ha bisogno di atti di riconoscimento. Siamo convinti che bisogna rispettare le regole e soprattutto non possiamo accettare il tono di avvertimento usato da Ignazio Manca nel suo intervento.

L’articolo 7 è stato approvato (presenti 51, votanti 30, 21 astenuti).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 8. Il relatore ha espresso il parere favorevole sull’emendamento Gallus riguardante il teatro di Paulilatino, mentre l’assessore Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta, si è rimesso all’Aula.

Francesco Mura (Fdi), ripercorrendo l’ampia discussione in commissione, ha condiviso nel merito la proposta perché spesso si parla di zone interne senza concretezza e senza individuare la priorità della cultura, come dimostra l’esempio emblematico del teatro di Paulilatino, oggetto di un impegno per la prossima occasione utile, per cui ha chiesto il ritiro dell’emendamento Domenico Gallus.

Massimo Zedda (Progressisti) dopo aver ricordato che le diplomazie delle forze politiche superarono in altre epoche la logica dei poli contrapposti, ha osservato nel merito che, la proposta sul teatro di Paulilatino vale oggi come qualche mese, mentre sarebbe meglio fare un discorso su tutti i teatri del territorio regionale molti dei quali hanno bisogno di investimenti. Massimo Zedda si è espresso infine in modo critico nei confronti del presidente della Regione Solinas, che avrebbe sostenuto alcuni emendamenti “puntuali”.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha preannunciato la sua astensione, criticando la previsione nel testo della voce “disposizioni varie”, che contiene per definizione tutto ed il suo contrario attraverso i cosiddetti emendamenti “spot”, sbagliati sempre ma soprattutto all’inizio della legislatura. Francesco Agus ha infine auspicato, nonostante il ritiro di alcuni emendamenti, che venga affrontato quanto prima il problema delle aziende colpite da calamità naturali.

Alla ripresa dei lavori, dopo la Conferenza dei Capigruppo, il presidente Michele Pais ha comunicato all’Aula che l’opposizione ha chiesto una presa di posizione della maggioranza in ordine alla volontà o meno di  modificare il Regolamento in termini restrittivi. E’ stato ribadito – ha detto il Presidente – che non è nelle intenzioni della maggioranza procedere in questo senso.

Gianfranco Ganau (PD) ha chiarito che l’opposizione ha chiesto alla Lega di dichiarare in Aula quale è sull’argomento la sua posizione.

Ha preso la parola Ignazio Manca (Lega) che ha detto di essere dispiaciuto di  aver scatenato in aula questa bufera. Non era mia intenzione – ha affermato –  offendere le opposizioni o i consiglieri che hanno parlato prima di me. La posizione da me espressa – ha detto Ignazio Manca –  è  mia personale quindi non riferibile al mio partito,  non intendevo limitare i diritti dell’opposizione.

Dopo questa dichiarazione sono stati approvati a voto palese: l’articolo 8, l’emendamento 1, e gli articoli 8bis, 9, 10, 11, 12.

L’emendamento n. 1 presentato all’articolo 8, approvato dall’Aula, autorizza per l’anno 2019 la spesa di 500.000 euro quale contributo straordinario in favore del comune di Sorso per l’acquisto e/o la messa in sicurezza, la riqualificazione e la valorizzazione del fabbricato già sede della storica stazione dell’Arma dei carabinieri di Sorso.

Sull’emendamento 2 (Gallus e più), che prevedeva la spesa di 1.200.000 come contributo per l’acquisto del teatro Deledda di Paulilatino, è intervenuto Domenico Gallus che con grande amarezza ha dichiarato di ritirarlo e ha ribadito di non aver mai cercato un tornaconto personale.

L’emendamento è stato ritirato.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli allegati e le tabelle collegate alla legge.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha illustrato un ordine del giorno con cui si chiede allo Stato il commissariamento delle opere pubbliche di competenza Anas attualmente bloccate per varie ragioni. Mula ha specificato che il documento dovrà essere trasmesso al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro delle Infrastrutture ed ai presidenti delle due Camere.

L’ordine del giorno è stato approvato.

Subito dopo è stato messo in votazione finale il disegno di legge n. 39.

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, riferendosi alla precedente dichiarazione del consigliere Domenico Gallus, ha affermato di essersi occupato a lungo di teatri, subendo anche 4 anni di processi, senza mai cedere alla tentazione di interventi particolari. Quello di Paulilatino, ha aggiunto, è un problema importante ma ce ne sono tanti altri in altri teatri della Sardegna, abbiamo solo chiesto un intervento di sistema. Massimo Zedda, infine, ha annunciato la sua astensione.

La legge è stata infine approvata con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.

Successivamente è ripresa la discussione della mozione n. 34 (Giagoni e più) sulla proroga delle concessioni balneari. Il proponente ha annunciato alcune modifiche del documento.

Il presidente Michele Pais ha invitato il consigliere a depositare la proposta.

Sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha eccepito la prassi irrituale di presentare emendamenti alle mozioni.

Il presidente Michele Pais ha ricordato che il regolamento lo consente, perché il dibattito è stato sospeso nella precedente seduta in fase di discussione generale.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che il collega Mula aveva chiesto di superare la mozione con un ordine del giorno, quindi la discussione generale sulla mozione era chiusa.

Il presidente Michele Pais ha ribadito che la discussione era sospesa ma non chiusa.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Michele Pais ha replicato che non si può chiedere nell’attuale fase dei lavori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che in alcune città si stanno danno interpretazioni discutibili della legge finanziaria nazionale 2018 che prevede la proroga delle concessioni e che la stessa legge riguarda anche commercio su aree pubbliche.

A nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna ha ribadito di essere impegnato per una soluzione a questo grave problema, soluzione che va perseguita con serietà, allineandosi alle decisioni del Governo nazionale attese per le prossime ore.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto di non aver capito il parere della Giunta, posto che sull’argomento ci sono forti dubbi di legittimità e sentenze di segno opposto.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha fatto rilevare la necessità di votare l’emendamento con scrutinio elettronico e dopo la mozione.

Il presidente Pais ha precisato che ci si trova in fase di dichiarazioni di voto sull’emendamento.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha osservato che la Giunta non ha espresso formalmente un parere.

L’assessore Quirico Sanna ha precisato che la Giunta intende rimettersi all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta per valutare l’emendamento che riguarda anche il commercio su aree pubbliche.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha annunciato il ritiro dell’emendamento, chiedendo però un impegno all’assessore Sanna perché la mancata certezza del diritto sta causando danni a molti operatori.

Giuseppe Meloni (Pd), a favore, ha detto però che il tema non può essere trattato in modo semplicistico creando illusioni, come emerge anche dalle posizioni differenti della maggioranza.

Giovanni Satta del Psd’az, a favore, ha parlato di argomento delicato e controverso con visioni diverse sulla proroga stabilita dalla finanziaria nazionale, attualmente in contrasto con una direttiva europea. Il governo chiarirà, ha concluso, ma per ora non c’è certezza e per il futuro è auspicabile più coesione nella maggioranza.

Giuseppe Piu (Progressisti) si è detto in imbarazzo anche per le contraddizioni nella posizione dell’assessore e la scarsa chiarezza dello stesso documento, molto simile ad una promessa priva di contenuto.

Valter Piscedda, del Pd, ha ricordato che ci sono state audizioni in commissione cominciando un percorso, ed ora si cambiata strada con scelta piuttosto irrituale ed una mozione molto generica nonostante si sia diffusa nell’opinione pubblica la convinzione che il problema dipenda solo dalla volontà politica del Consiglio ma non è così.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha annunciato che non parteciperà al voto, protestando per una decisione a suo giudizio vergognosa nei confronti degli operatori del settore. E’una follia, ha concluso, invitare la Giunta a fare una delibera mentre poi l’esecutivo si rimette all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha dichiarato che quello che è successo stasera non sarà più tollerato, allusioni e messaggi compresi. Spero che nell’Aula prevalga il buon senso e per questo mi appello al presidente. Nel merito, apprezzo la posizione dell’assessore che si è impegnato ad approfondire con rigore il problema in collaborazione col governo.

Angelo Cocciu (Forza Italia) si è detto favorevole perché si chiede alla Giunta di continuare a lavorare per risolvere un problema oggettivamente difficile, tanto è vero che il Comune di Olbia non ha prorogato le concessioni.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, a favore, ha evidenziato il paradosso di una mozione della maggioranza nei confronti della Giunta, frutto di un atteggiamento da campagna elettorale continua, condotta prevalentemente sui social media, senza alcuna concretezza.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda ha parlato di “doppio danno” per chi ha investito e per chi dovrà farlo, come ha riconosciuto anche Mula quando ha cercato di togliere dall’imbarazzo il “suo” assessore. Massimo Zedda ha annunciato che non parteciperà al voto.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha definito la mozione una “marchetta elettorale” che farà danni maggiori dei problemi che vorrebbe risolvere. La posizione espressa dall’assessore dimostra le perplessità enormi che circondano il tema. Mi rifiuto, ha concluso, di associarmi ad un pasticcio che potrebbe causare un disastro.

Infine la mozione è stata approvata con 26 voti a favore e 3 astenuti.

Al termine dello scrutinio il presidente ha dichiarato chiusa la seduta, annunciando la riconvocazione del Consiglio a domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.

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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.