5 May, 2024
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«Ancora una volta, grazie a un impegno corale, siamo riusciti ad attivare sinergie in grado di dare risposte alle emergenze.»

L’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, esprime soddisfazione per la scongiurata chiusura dell’Unità di Medicina Interna dell’ospedale Delogu di Ghilarza. «La carenza di medici sta mettendo a dura prova i nostri presidi su tutto il territorio. In questo caso specifico il quadro si è complicato a causa di alcune assenze per malattia. Una situazione che, al momento, non consentirà di garantire la continuità al servizio di pronto soccorso, ma che non ci ha fatto desistere dal mettere in campo ogni strumento a disposizione, tra cui un piano delle emergenze per il reclutamento di personale attraverso contratti libero professionali. Oggi, evitando la chiusura temporanea del reparto di Medicina Interna, riusciamo a dare una risposta positiva ai cittadini e continueremo a cercare soluzioni per anticipare la riapertura del pronto soccorso. Il mio ringraziamento va a chi si è impegnato in prima persona per la soluzione di questa emergenza, al presidente della commissione Sanità, l’on. Domenico Gallus, al direttore dell’AOU Sassari, Nicola Orrù, al commissario del Brotzu, Paolo Cannas, e ai direttori delle strutture complesse da cui arriveranno i rinforzi al presidio di Ghilarza, al direttore dell’Assl di Oristano, Mariano Meloni, e ai direttori degli ospedali San Martino e Delogu, Sergio Pili e Serafino Ponti, nonché a tutti i medici che presteranno servizio per garantire la copertura dei turni».

Un segnale importante non solo per Ghilarza, ma per tutti i comuni del Guilicier e del Barigadu. «Le criticità che stiamo affrontando in ambito sanitario sono profonde. Scontiamo i problemi di una pesante eredità – precisa l’assessore della Sanità – ma l’attenzione per il territorio resta alta. Dopo aver scongiurato l’interruzione delle attività dei reparti di Ortopedia e Ginecologia dell’ospedale di Lanusei e della Neurochirurgia, a Nuoro, rispondiamo ancora una volta con lavoro e impegno per garantire i diritti dei cittadini sardi. Oggi interveniamo per tamponare le emergenze, ma siamo già al lavoro per portare quelle risposte strutturali che consentano di non dover rivivere più situazioni come quelle che la sanità sarda sta attraversando oggi».

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«I sopralluoghi della Commissione Sanità del Consiglio regionale negli ospedali della Sardegna sono il presupposto per creare quella riforma del settore tanto attesa dai sardi che, per essere efficace, deve essere improntata sulle reali esigenze dei pazienti.»

Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Michele Pais che, questa mattina  ha partecipato, insieme alla Sesta commissione, alla visita nel Presidio ospedaliero Santissima Annunziata di Sassari.

Michele Pais ha ringraziato il presidente della commissione Domenico Gallus ed i componenti della stessa per il grande lavoro di monitoraggio della situazione dei nosocomi isolani e ha confermato  il pieno e totale sostegno da parte della Presidenza del Consiglio nei confronti di questa iniziativa.

«L’attenzione del Consiglio regionale – ha aggiunto il presidente Michele Pais – è massima. In Sardegna vogliamo una sanità che superi le attuali criticità e che offra al paziente cure all’avanguardia. Quindi, grande attenzione dell’Assemblea, di concerto con l’assessore Mario Nieddu, alle necessità  dei singoli territori.»

Sulla situazione specifica della sanità sassarese il presidente Pais è stato chiaro: 1Sono necessarie più risorse economiche e l’acquisizione di nuovo personale medico e paramedico. E’ necessario incrementare le scuole di specializzazione di 6 o 7 unità perché Sassari sia a livello degli altri Atenei d’Italia, potenziando anche gli Hospice e le strutture di lungodegenza post acuzie. E’ urgente inoltre prevedere  posti letto di riabilitazione e neuro-riabilitazione  fino ad ora assolutamente insufficienti».

«Quella di oggi è stata una visita importante, abbiamo incontrato le eccellenze della sanità della città di Sassari – ha detto Domenico Gallus (Udc), presidente della commissione Sanità -. Abbiamo ascoltato le problematiche e le criticità anche della sanità di Sassari, dopo quelle riscontrate nel Medio Campidano, nel Sulcis Iglesiente, nell’Oristanese e nei presidi ospedalieri del Sassarese. Abbiamo raccolto informazioni importanti che utilizzeremo per la riscrittura del Piano sanitario regionale che non può fare a meno della complementarietà tra il territorio e gli ospedali. Questi sopralluoghi e questi incontri – ha concluso il presidente Gallus – sono stati importanti per ricordare a tutti noi l’importanza che riveste la medicina territoriale.»

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Proseguono i sopralluoghi della commissione Sanità del Consiglio regionale negli ospedali della Sardegna. Lunedì, 5 agosto, il Parlamentino, presieduto da Domenico Gallus (Udc) sarà a Sassari per visitare i presidi ospedalieri della città e capire quali criticità ci siano. I sopralluoghi inizieranno dal Presidio ospedaliero Santissima Annunziata alle 10,30.

«Andiamo a prendere visione di quello che doveva essere il secondo Dea di secondo livello della Sardegna. Lo facciamo prima delle ferie estive – ha detto il presidente Domenico Gallus – perché entro settembre abbiamo la necessità di concludere le visite a tutti i presidi dell’Isola per avere un’idea concreta della situazione degli ospedali sardi quando si affronterà il tema della Rete ospedaliera.»

«Stiamo proseguendo nel programma definito appena insediati – ha aggiunto il vice presidente della commissione Sanità, Daniele Cocco (Leu) – per verificare le criticità esistenti negli ospedali sardi. Sassari rappresenta per la Sardegna, e per me in particolare, una realtà importante dove ci risultano diverse criticità che vorremo verificare di persona, senza dimenticare che c’è anche la sede dell’Ats. Tra le criticità segnalate ci sono le liste d’attesa di Chirurgia, soprattutto per quanto riguarda le patologie della mammella.»

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L’Ordine degli Psicologi della Sardegna ha espresso forte preoccupazione sulle dichiarazioni dell’on.le Domenico Gallus, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, contro il diritto degli psicologi ad accedere alla direzione dei centri di salute mentale. «Spero che si tratti di un’opinione personale dell’on.le Domenico Gallus – ha dichiarato Angela Quaquero, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna – opinione che peraltro non è assolutamente condivisibile. Lo psicologo, così come lo psichiatra, è un professionista della salute mentale, con una posizione riconosciuta in tutta Italia, come sancito, inoltre, da importanti sentenze ai diversi livelli amministrativi.»
Per fare chiarezza in merito, l’Ordine degli Psicologi, insieme l’AUPI regionale (sindacato autonomo Psicologi) e con il Servizio di Psicologia dell’ATS, ha chiesto un’audizione urgente nella VI Commissione. Urgenza dettata dalla volontà espressa dall’on.le Gallus di chiedere all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu il blocco dei bandi del 19 luglio scorso, che consentono la partecipazione anche agli psicologi per il concorso alla direzione dei centri di salute mentale.

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«Chiederemo all’assessore Mario Nieddu di bloccare i bandi del 19 luglio scorso che consentono sulla carta anche agli psicologi di dirigere i centri di salute mentale. Con tutto il rispetto per questa importante professione riteniamo che ci debba essere uno psichiatra al vertice di strutture come queste. E lo dico da medico, prima ancora che da presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale che si sta occupando di tracciare il riordino della materia, in stretta collaborazione con l’assessore. Questa è una commissione che sino a oggi ha lavorato unita per affrontare i problemi, non ha fatto parti politiche.»

Parole dell’on. Domenico Gallus, a capo del “parlamentino” della Sesta commissione che ieri ha audito la professoressa Liliana Lorettu (direttrice della Clinica psichiatrica dell’Università di Sassari), Graziella Boi (Direttrice del centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici correlati ad alcol e gioco d’azzardo, Cagliari) e Chicco Trincas (direttore del servizio psichiatrico del sud Sardegna.

I tre professionisti, anche in rappresentanza di un vastissimo numero di colleghi sin sono rivolti alla commissione Sanità per segnalare «l’enorme difficoltà di funzionamento del servizio» e hanno denunciato «accorpamenti effettuati senza criterio con gravissimi disagi per i pazienti e per le loro famiglie». In questo scenario «la Sardegna conta il più alto numero di suicidi in Italia rispetto alla popolazione mentre in mancanza di strutture territoriali i pazienti arrivano in emergenza al Servizio psichiatrico, con evidente e pericoloso sovraffollamento».  

In commissione Sanità sono stati auditi anche i medici di famiglia che fanno parte del Simeg e del Sigm, rappresentati dal dottor Carlo Piredda.

A seguire, l’associazione Audiente Onlus con la presidente Luisa Guarenti, che ha portato all’attenzione dei commissari il problema della riabilitazione dei bambini sardi affetti da sordità (una ventina di casi ogni anno) e ha ricordato l’importanza dello screening neonatale e della diagnosi precoce. «Il rischio – ha detto Alfio Desogus, presidente Fish Sardegna – è che la sordità non curata provochi il mutismo e quindi l’handicap. Il diritto alla parola è costituzionalmente garantito e deve essere assicurato a tutti.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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La disabilità non può essere omologata: si deve mettere al centro il paziente e non il risparmio economico. Ne sono convinti i rappresentanti della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa) e della Fioto (Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche), sentiti stasera in audizione dalla commissione Attività produttive, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) e la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc), riunite in seduta congiunta. Nel corso dell’incontro Giovanni Moi, tecnico ortopedico e presidente regionale della Fioto, ha spiegato ai commissari che nel 2016 è stata fatta dall’Ats una gara d’appalto per l’acquisto di ausili ortopedici, che ha privilegiato il risparmio e ha creato grossi problemi ai pazienti. Non solo, questa decisione dell’Ats ha portato alla chiusura di tante piccole officine ortopediche sarde, che creavano una rete capillare sul territorio e che sono passate da 48 nel 2016 a 17 nel 2019.

I medici del Simfer, Raffaella Gaeta e Mauro Piria, assieme a Giovanni Moi hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico permanente che definisca le modalità di erogazione dei dispositivi medici ed elabori un Nomenclatore tariffario regionale «secondo un “Accordo quadro”, previsto dal codice degli appalti, all’art 54 del 50/2016 e successive modifiche, tra gli operatori economici regionali accreditati secondo le disposizioni concordate per l’accreditamento tra gli stessi operatori economici regionali».

Un tavolo tecnico che consenta di dare nuova vita alle officine ortopediche della Sardegna e che metta al centro il paziente, senza cercare di omologare le disabilità. Ogni malattia, ogni disagio, ogni paziente è diverso dagli altri e necessita di un’attenzione e una presa in carico che sia in grado di migliorare la sua qualità di vita.

«Il rapporto che si instaura tra tecnico ortopedico e paziente – ha spiegato il presidente Gallus – è un rapporto speciale e personale. Ritengo quindi che non si possa procedere con un appalto unico, ma che sia importante privilegiare il rapporto che si crea tra portatore di disabilità e tecnico.»

Domenico Gallus, parlando a nome della commissione Sanità, ha garantito la massima attenzione alle richieste portate davanti ai parlamentini, sottolineando che «l’obiettivo è di arrivare a una sanità che dia priorità alla qualità delle prestazioni e alla qualità di vita da garantire ai pazienti. Non è giustificabile – ha concluso – sacrificare sull’altare di un presunto risparmio la qualità di vita di persone già di per sé svantaggiate».

D’accordo anche il presidente Piero Maieli, il quale ha garantito la massima attenzione da parte della commissione Attività produttive e ha chiesto agli auditi la loro collaborazione per trovare insieme azioni e provvedimenti legislativi capaci di rendere di nuovo capillare la presenza delle officine ortopediche nelle diverse aree della Sardegna.

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Quattro consiglieri regionali dell’UDC, primo firmatario Giorgio Oppi, hanno presentato un’interpellanza sui disservizi nei reparti dell’ASSL di Olbia.

«Da oltre cinque anni i cittadini di Tempio Pausania e della Gallura lamentano e denunciano anche con manifestazioni di protesta eclatanti lo stato di abbandono dell’ospedale Paolo Dettori con la chiusura di diversi reparti e nell’insieme tutta la negativa gestione sanitaria dell’Assl di Olbia – si legge nell’interpellenza -, a conferma di tali disservizi, suscita clamore e indignazione, la notizia che nei giorni scorsi ha avuto ampio risalto nei mezzi di stampa, relativa alla storia della  donna 92enne di Tempio Pausania che aveva chiesto aiuto alla Assl per la sostituzione di una Peg difettosa, in quanto intrasportabile, perché costretta a letto e aiutata nella respirazione da un respiratore artificiale; parrebbe che dall’azienda ospedaliera hanno chiesto ai familiari di portare la donna presso una adeguata struttura sanitaria, rifiutando di fatto un pronto intervento domiciliare per una semplice rimozione della cannula intra gastrica che permette alla paziente l’essenziale nutrizione.»

«La notizia pubblicata sui giornali e nei social attira l’attenzione di un medico motociclista laziale che si trova in vacanza con la sua moto nel nuorese, che risponde immediatamente all’appello dei familiari della paziente tempiese e si reca a casa della donna per sostituire la Peg deteriorata e mettere la nuova – si legge ancora nell’interpellanza -; la storia è emblematica per evidenziare la preoccupante situazione in cui versano alcuni reparti dell’Assl di Olbia e in particolare, il caso descritto, l’urgente necessità di riaprire al più presto il reparto di Chirurgia dell’ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania.»

I quattro consiglieri regionali dell’Udc chiedono di interpellare il presidente della Regione e l’assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza del caso di malasanità avvenuto nell’ASL di Olbia e come intendano intervenire per scongiurare altri casi analoghi;

2) quali provvedimenti intendano intraprendere nei confronti di chi dirige tali strutture ospedaliere al fine di favorire l’efficientamento gestionale e amministrativo delle aziende sanitarie e ospedaliere della Sardegna;

3) quali provvedimenti intendano intraprendere per riaprire al più presto il reparto di Chirurgia dell’ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania.

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«La vicenda dei lavoratori AIAS, oltre a colpirmi sul piano umano in quanto è inconcepibile che dei padri e delle madri debbano restare per mesi e mesi senza la possibilità di sostentare le proprie famiglie e vivere una vita dignitosa, rafforza in me la convinzione che è giunto il momento di chiarire una volta per tutte le diverse responsabilità insite nella vertenza e che negli ultimi anni, in particolare con la precedente giunta regionale di centrosinistra, non sono state, evidentemente, individuate.»

Il consigliere regionale del PSd’Az Fabio Usai ha iniziato così, ieri, il suo intervento nella “commissione di inchiesta” sull’AIAS.

«E’ arrivato il momento di fare piena chiarezza senza più ricorrere a sotterfugi, perdite di tempo o inutili scappatoie che non risolvono da una parte le problematiche dei lavoratori e dall’altra non concorrono a migliorare la qualità della prestazione sanitaria ai pazienti gravi in carico all’associazione – ha aggiunto Fabio Usai -. È preciso dovere dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, ovvero di colui che presiede il tavolo tecnico di ricognizione sui debiti-crediti dell’AIAS, ha affermato Usai, intervenire in maniera netta per fare finalmente chiarezza sui contenziosi economico-giudiziari che da anni contrappongono l’associazione di assistenza agli spastici all’azienda sanitaria e dunque all’amministrazione regionale.
Se è necessario, e sono certo che lo sia, il tavolo tecnico istituito per stabilire le rispettive responsabilità, nonché i crediti e debiti realmente dovuti, venga rafforzato con tutte le competenze umane necessarie per arrivare a questo scopo. È necessario rafforzare l’organismo con le migliori competenze umane e tecniche, onde evitare che lo stesso diventi un contenitore vuoto impossibilitato a compiere reali accertamenti sulle migliaia di documenti da analizzare e si ripetano gli errori del passato quando agli interventi (evidentemente) di facciata non hanno mai corrisposto risultati concreti.»

«Non c’è più un minuto da perdere – ha concluso Fabio Usai – i lavoratori attendono, legittimamente, risposte così come le famiglie dei pazienti, e in generale le attendono i cittadini stanchi di assistere a questo stillicidio di polemiche, accuse e proteste in una vertenza che da tempo ha assunto un carattere sociale di rilevanza regionale. Solo con l’accertamento delle rispettive responsabilità sarà possibile intervenire in modo puntuale sulla vertenza e normalizzare una situazione ormai diventata ingestibile. Innanzitutto, partendo dal riconoscimento degli stipendi dovuti ai dipendenti e la garanzia sul loro pagamento puntuale.»

Fabio Usai, al centro, tra il presidente della commissione d’inchiesta Gianfranco Ganau ed il presidente della commissione Salute e Politiche sociali Domenico Gallus.

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Un pronunciamento deciso e fermo delle commissioni Lavoro e Salute del Consiglio regionale per sospendere l’efficacia delle delibere dell’Ats che, a fare data dal 1 agosto 2019, revocano l’affidamento dei servizi alle imprese del Polo sanitario della Sardegna centrale (Pssc), società di progetto e gestore dell’ormai noto project di Nuoro, annullato in autotutela nel dicembre 2016 dall’allora commissario Asl, Mario Palermo, perché ritenuto illegittimo in quanto troppo esoso per la pubblica amministrazione. È questa, in sintesi, la principale richiesta degli imprenditori e dei tecnici avanzata, nel corso delle rispettive audizioni, alle commissioni Seconda e Sesta, riunite in seduta congiunta sotto la presidenza di Alfonso Marras (Riformatori sardi) e Domenico Gallus (Udc).

Gli ingegneri Bonaventura Meloni e Gianfranco Muggianu hanno illustrato il progetto strategico a suo tempo individuato per il rilancio della sanità nella Sardegna centrale ed hanno ribadito la regolarità delle procedure adottate insieme con l’efficacia del Project nuorese.

«Nel complesso – ha affermato l’ingegnere Gianfranco Muggianu – abbiamo realizzato il 61,50% del progetto che merita di avere un futuro nell’interesse dei cittadini e dell’intera Isola». Concetti ribaditi dal direttore del Pssc, Giuseppe Soddu, che ha ripercorso le tappe della delicata vicenda e ha ricordato i significativi interventi strutturali e nei servizi avviati e conclusi a partire dal 2007 («proprio in questi giorni attiveremo a Nuoro una nuova tac e una nuova centrale di sterilizzazione»).

«Non abbiamo mai ricevuto – ha spiegato Giuseppe Soddu – contestazioni per le opere pubbliche di nostra competenze ed è dunque difficile comprendere il perché del blocco dei lavori con la risoluzione del contratto.»

«Dal dicembre 2016 ad oggi – ha aggiunto il direttore – abbiamo continuato a ristrutturare immobili e ambulatori, così come abbiamo fatto con le guardie mediche in diversi centri della provincia ed invitiamo, dunque, la commissione Sanità a verificare, attraverso un apposito sopralluogo, ciò che abbiamo realizzato e ciò che resta da fare.»

Sui rischi per il futuro occupazionale dei circa 500 lavoratori impiegati dalle imprese che erogano i servizi nelle strutture sanitarie del nuorese sono intervenuti i titolari delle aziende che dal 1 agosto saranno formalmente esentate dalle prestazioni. Anna Giuntini, a nome della “Ph facility srl”, la società che si occupa delle pulizie, ha parlato di «piccole contestazioni senza però possibilità di contradditorio» da parte dell’allora Asl ed ha ricordato il credito di oltre due milioni di euro vantato dalla sua azienda («ci hanno decurtato una serie di fatture con contestazioni strumentali e mai l’Asl prima e l’Ats dopo hanno tenuto in considerazione il sensibile aumento di superfici da pulire, rispetto alle iniziali indicazioni»). Antonio Esposito per la “Aep Multiservizi” (servizi di portierato negli ospedali e negli uffici) ha già avviato le procedure per il licenziamento collettivo mentre la società subentrate, nel frattempo, ha già dichiarato esuberi e un taglio delle retribuzioni del 30%.

«Noi invece gli stipendi li abbiamo sempre pagati puntuali nonostante l’Ats debba ancora saldare fatture per circa cinque milioni di euro», ha affermato Giampaolo Di Festa che, con la “Consorzio nazionale servizi”, gestisce il servizio delle mense. «Abbiamo rinnovato a nostre spese macchinari e attrezzature per un investimento complessivo di un milione di euro – ha proseguito – ed è curioso scoprire che nel bando pubblicato dall’Ats per assegnare il servizio mensa non si consideri che i macchinari e le attrezzature sono ancora di nostra proprietà e non dell’Azienda della salute». Non è differente la situazione denunciata da Roberto Zedda (Arionline srl) per le forniture di software, hardware e gestione reti: «Oltre un terzo delle attrezzature è di nostra proprietà e non ho neppure ricevuto una comunicazione ufficiale che mi dica che dal 1 agosto dovrò cessare la fornitura di servizi essenziali per il funzionamento del sistema sanitario».

I consiglieri Talana (Fi), Cuccu (M5S), Caddeo (Progressisti), Stara (Progressisti),  Desiré Manca (M5S), Agus (Progressisti), Peru (Fi), Mula (Psd’Az) e Cocco (LeU) nel corso dei rispettivi e distinti interventi hanno concordato sulla necessità di interventi adatti a scongiurare “una così drammatica situazione”, almeno in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’annullamento del project nuorese. Auspici condivisi dai presidenti Alfonso Marras e Domenico Gallus che hanno mostrato favore anche per la proposta dell’apertura di un tavolo di confronto con le aziende cessanti e subentranti insieme con Ats e Regione.

A seguire le commissioni II e VI, sempre in seduta congiunta, hanno ascoltato i sindacati (Ugl e Fsi) ed i rappresentanti della società Secur, convocati per una serie di chiarimenti sulla ormai nota vertenza relativa al mancato completo assorbimento dei lavoratori ex Secur da parte degli aggiudicatari dei servizi di vigilanza armata e portierato nell’azienda ospedaliero universitaria (Aou) e nelle aree socio sanitarie locali (Assl) di Sassari.

Il confronto si è incentrato sull’attendibilità degli elenchi dei dipendenti ex Secur e sulla correttezza delle procedure adottate dagli aggiudicatari dell’appalto per il reclutamento del personale. Al termine di una serie di approfondimenti e di chiarimenti, sollecitati anche dagli interventi dei consiglieri Cocco (LeU), Ganau (Pd), Desiré Manca (M5S), Peru (Fi), Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi), Piu (Progressisti) Stara (Progressisti), Comandini (Pd), Oppi (Udc), i commissari dei parlamentini del Lavoro e della Salute hanno assunto come attendibile il dato confermato dal rappresentate Secur (Filippo Frisone) e dalla segretaria Ugl, Federica Bandinu, consistente in 145 lavoratori interessati dalle clausole di salvaguardia del cambio appalto e altri 30 addetti a tempo determinato impiegati nei servizi dell’antincendio.

«Ad oggi – ha affermato Federica Bandinu – risultano quindi 47 addetti al portierato non ancora assorbiti dalle aziende che si sono aggiudicate l’appalto per le forniture alla Aou e all’Ats.»

L’Ugl con Federica Bandinu e la Federazione dei sindacati indipendenti (Fsi) con Mariangela Campus hanno inoltre denunciato una serie di anomalie nel reclutamento del personale a discapito dei dipendenti ex Secur e, a questo proposito, hanno duramente contestato i parametri e i coefficienti utilizzati dalle ditte aggiudicatarie per giustificare la copertura dei turni di lavoro («non tengono conto di ferie e permessi, allo scopo di inserire surrettiziamente personale di nuova assunzione invece dei 47 lavoratori ex Secur»).