6 May, 2024
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Nasce una nuova offerta turistica, con un unico grande parco metropolitano da Molentargius a Santa Gilla, con i due stagni attraversati da battelli. Questa mattina la “traversata” inaugurale con il vicepresidente della Regione ed assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano e il sottosegretario del ministero dell’Ambiente, Silvia Velo. «La traversata di oggi ha un valore fortemente simbolico – dice il vicepresidente Paci -. I sindaci dei sette Comuni coinvolti – Cagliari, Quartu Sant’Elena, Selargius, Quartucciu, Assemini, Elmas, Capoterra – oggi invitano la Regione a fare insieme questo percorso verso la costituzione di un parco regionale più ampio e importante che abbracci anche la Sella del Diavolo e il Colle di Sant’Elia per la piena valorizzazione di queste zone umide. Le risorse ci sono: entro l’anno la Regione farà tutto quanto di sua competenza per far nascere il Parco, e siamo certi che anche tutte le altre istituzioni collaboreranno al raggiungimento di questo traguardo. La Sardegna è ricca di aree umide, quindi la nostra idea è di costruire un grande progetto coinvolgendo tutti gli assessori competenti e i territori coinvolti all’interno della programmazione unitaria. La zona da Molentargius a Santa Gilla è un importante esempio, ma ne abbiamo altri nelle zone di Oristano, Sulcis, Ogliastra, Olbia. Sono vere e proprie ricchezze naturali all’interno delle quali vogliamo sostenere l’attività dei pescatori – conclude il vicepresidente -. Possono dare nuovi posti di lavoro, rafforzare fortemente l’attività dei pescatori e contribuire a migliorare la nostra economia avendo però come prima regola la salvaguardia ambientale. Pensiamo a quanto i turisti sono disposti a spendere per poter fare un giro in battello, vedere i fenicotteri, dedicarsi all’ittiturismo, ed è su questo che dobbiamo puntare fortemente».
«Esiste una grande potenzialità tecnica e politica per affrontare in maniera unitaria le esigenze di tutela ambientale e valorizzazione delle zone umide. Un Parco unico sarebbe lo sbocco naturale dell’area metropolitana di Cagliari» ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, che ha sottolineato la multifunzionalità dei sistemi quale punto fondamentale nelle nostre politiche ambientali.
La traversata in battello è stata seguita dal convegno “La valorizzazione del sistema ambientale dell’area cagliaritana nel contesto della strategia nazionale di tutela delle zone umide”, organizzato da Legambiente nel teatro comunale di Elmas con il sottosegretario Velo e amministratori nazionali, regionali e locali. Presente al dibattito anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu.
«L’istituzione della Città metropolitana di Cagliari, ente di governo e di programmazione strategica – sottolinea l’assessore Erriu – è la novità che consentirà un deciso passo in avanti del raggiungimento dell’obiettivo della gestione del compendio lagunare Molentargius-Santa Gilla, che potrà contare su una dotazione finanziaria e di immobili utili ad una gestione integrata di tutte le potenzialità ambientali, produttive e turistiche del compendio stesso.»
Cagliari Molentargius 45 copia

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Palazzo del Consiglio regionale A

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il presidente della commissione Governo del territorio, Antonio Solinas (Pd) e l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, hanno salutato con soddisfazione il varo della legge forestale, approvata ieri in Consiglio regionale con i voti dei soli rappresentanti del centrosinistra e con i gruppi di minoranza fuori dall’Aula, per protestare contro l’approvazione dell’articolo 48 che ha confermato l’attuale inquadramento contrattuale dei dipendenti dell’ex Ente foreste. Un atteggiamento che il capogruppo dei democratici ha definito “stucchevole” mentre Antonio Solinas non ha mancato di sottolineare come, sull’inquadramento degli operai forestali, dai banchi della minoranza abbia protestato anche chi «nella scorsa legislatura era alla guida dell’assessorato del personale».

«Una buona legge e una norma necessaria che segna un momento storico per la Sardegna – hanno sottolineato – perché allinea l’Isola al resto dell’Europa sul tema chiave della tutela e la valorizzazione del sistema forestale pubblico e privato.»

Il presidente della IV commissione ha ricordato i numeri dell’Ente che con Forestas si è trasformato in agenzia (6.500 dipendenti, 7 dirigenti, circa 400 amministrativi, 300 sedi dislocate in tutta l’Isola e 1.613 stagionali a tempo indeterminato da trasformare in full time) ed ha affermato che l’inquadramento di tutto il personale ex Ente Foreste nel comparto dei regionali con l’applicazione della legge 31 (così come auspicato dalla minoranza consiliare) avrebbe comportato, per il bilancio regionale,  oneri aggiuntivi e “non sostenibili” per oltre 17 milioni di euro e che molte delle assunzioni sono state fatte senza l’espletamento di concorsi pubblici (requisito necessario per l’accesso alla pubblica amministrazione).

«Assunzioni trasparenti» promettono per il futuro l’assessore e gli esponenti del Pd che escludono (così come denunciato dall’opposizione nel dibattito in Consiglio) un ridimensionamento del ruolo degli Enti Locali. «Con l’istituzione del comitato territoriale, di cui faranno parte anche quattro rappresentanti indicati dal Cal, scelti tra i sindaci in carica nei Comuni in cui siano presenti terreni amministrati da Forestas, garantiamo ruolo e funzioni agli Enti locali» hanno assicurato l’assessore Spano e il capogruppo Pietro Cocco, che hanno anche rimarcato la possibilità, per i Comuni, di stipulare convenzioni con Forestas per utilizzare il personale dell’agenzia per le manutenzioni, gli interventi urgenti anche di Protezione civile e a salvaguardia dei siti archeologici.

Ulteriori sottolineature positive hanno riguardato l’istituzione dell’albo delle imprese forestali, la certificazione forestale per i prodotti, la valorizzazione delle filiere di produzioni legnose e di quella del sughero a cui la legge riconosce valore strategico nell’ambito della politica forestale, nonché misure di semplificazione per le autorizzazioni e la cancellazione del consiglio di amministrazione dell’ex Ente foreste.

Pietro Cocco ha escluso inoltre penalizzazioni per le strutture ricettive («le norme previste dalla legge regionale sulle prescrizioni antincendi sono meno severe di quelle nazionali che, senza il provvedimento approvato ieri, avrebbero trovato piena applicazione in Sardegna e quindi le proteste dell’associazione degli albergatori sono parole fuori luogo») ed insieme con l’assessore Spano ed il presidente della commissione, Antonio Solinas, ha rassicurato circa i rischi per i premi Ue destinati al comparto agricolo. «Il rischio (denunciato in Aula da consiglieri del gruppo di maggioranza Sdl che non ha votato l’articolo 4 della legge Forestas) non sussiste – hanno dichiarato assessore, capogruppo e relatore di maggioranza – perché la definizione di bosco (superficie minima di 2mila metri quadrati con copertura del suolo pari ad almeno il 20%, determinata con la proiezione delle chiome sul piano orizzontale) e i criteri con i quali si procede alla determinazione dei premi Ue per il comparto agricolo sono gli stessi che vengono utilizzati dal 2001».

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Prosegue, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge 218/A “Legge forestale della Sardegna”. La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art.1 e, non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’articolo, che il Consiglio ha approvato. A seguire è arrivato anche il voto favorevole dell’Aula sull’art. 2 (finalità), integrato da due emendamenti proposti dalla maggioranza, il n. 67 (Solinas Antonio e più) ed il n. 68 (Solinas Antonio e più). Con il primo si prevede il potenziamento della sentieristica, delle attività di guida e dei punti di ristoro a conduzione pubblica privata o mista nel quadro di una gestione ottimale del patrimonio forestale. Con il secondo viene aggiunto il riferimento alla “ricaduta economica delle attività legate alla valorizzazione ed allo sfruttamento del sistema forestale”.

Successivamente è stato approvato anche l’art. 3 (funzioni).

Sull’art. 4 (definizione di bosco e delle aree assimilate) il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha definito il testo «una delle piccole perle della legge, fuori dal tempo e dallo spazio, con si attribuisce la definizione di bosco anche ad un appezzamento di terreno pari ad una piscina olimpionica di 2.000 metri quadri con relativa tutela; su questo punto una riflessione bisogna farla, noi comunque non possiamo accettare tesi minimaliste come ha fatto notare lo stesso Cal, ricordiamoci che in Sicilia la dimensione minima è di 10000 metri quadri e noi non possiamo definire bosco un campo da calcetto».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, nel condividere le argomentazioni del consigliere Tedde, ha parlato di «misure ridicole per definire un bosco, superfici pari ad un giardino di casa, questo dimostra che la legge è punitiva e penalizzante, fatta non per i sardi ma da qualcuno che ha studiato sui libri ma non conosce la realtà della nostra terra; siamo i primi in Italia per superficie boscata e vogliamo tutelare questo patrimonio ma con misure chiare ed equilibrate».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha invitato i colleghi dell’opposizione e non dimenticare il passato, «quando vennero nominate figure apicali che non distinguevano campagne da boschi, mentre oggi la situazione è molto diversa e ci sono le idee chiare». Tuttavia, ha riferito, «su questo punto ci sono sensibilità diverse sia all’interno della maggioranza che nell’opposizione, per cui è opportuno rinviare l’esame dell’ art. 4 al primo pomeriggio per trovare una sintesi unitaria».

La richiesta è stata accolta. Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli 5 (Pianificazione forestale) e 6 (Piano forestale ambientale regionale).

Sull’art. 7 (Piano forestale territoriale di distretto) il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha presentato, con un emendamento, la proposta di abolire la Consulta istituita dal testo sostituendola con l’organismo di controllo già previsto dalla legge. «Il nostro suggerimento – ha affermato – è di buon senso ed ha un fondamento tecnico, perché immaginare un piano territoriale di 10 anni non esiste, considerato anche che il taglio del sughero si fa ogni 5, periodo che consente sia agli organismi di controllo che ai privati ed alla Regione di intervenire sulla prevenzione; poi sarebbe meglio eliminare i passaggi che riguardano enti ed assessorati che non hanno competenze dirette sulla materia ma appesantiscono iter autorizzazioni».

Messo ai voti, l’emendamento proposto dal consigliere Rubiu è stato respinto. Subito dopo il Consiglio ha approvato sua l’art. 7 che l’art. 7 bis (Viabilità forestale) e gli articoli 8 (Piano forestale particolareggiato), 9 (pianificazione, gestione ed attività dei siti della Rete Natura 2000), mentre l’art. 10 è stato soppresso.

Sull’art. 11 (Documento esecutivo di programmazione forestale) è stato proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) ed approvato un emendamento, il n. 69, che prevede, nell’ambito della programmazione forestale, sia il riferimento alle entrate provenienti da fonti nazionali, regionali e comunitarie, che quello relativo alle entrate proprie dell’Agenzia.

Sull’art. 12 (Consulta regionale per le politiche forestali) il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto fra l’altro che «il compito del Consiglio è quello di fare leggi funzionali, semplici e soprattutto utili alla Sardegna, mentre qui si mette in piedi una consulta regionale pletorica ed esagerata con 10 componenti, quasi una conferenza di servizi; noi proponiamo invece i comitati territoriali già previsti dall’art 44 formati dall’assessore e da 4 sindaci per rappresentare davvero i territori».

Messa ai voti la proposta del consigliere Rubiu è stata respinta. Subito dopo il Consiglio ha approvato gli art. 12, 13 (Sistema informativo forestale) e 14 (Cartografia e inventario forestale della Sardegna).

Annunciata la discussione e la votazione del Titolo III “Gestione del patrimonio forestale”, Capo I, articolo 15 “Definizione di patrimonio forestale pubblico”, il presidente ha proceduto con la votazione che ha avuto il seguente risultato: favorevoli 29 contrari 17. Quindi, il relatore della maggioranza, Antonio Solinas (Pd), ha dichiarato parere contrario per tutti gli emendamenti presentati all’articolo 16 e la Giunta ha espresso parere conforme. Il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 40 ( 17 sì e 27 no); n. 41 (18 sì e 27 no); n. 43 (18 sì e 29 no); n. 42 (18 sì e 29 no) e n. 44 (17 sì e 30 no). Posto in votazione il testo dell’articolo 16 (Patrimonio forestale della Regione) è stato approvato con 30 favorevoli e 17 contrari.

Il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, è intervenuto sulla discussione dell’articolo 17 (Riconsegna dei terreni tenuti in occupazione temporanea) ed ha invitato alla riflessione sulle disposizioni del comma 3 laddove si stabilisce che il personale che presta servizio nei terreni riconsegnati ai privati potrà lavorare in cantieri allestiti in altri comuni. Il consigliere della minoranza ha proposto la soppressione del comma 3 ma l’Aula ha proceduto con l’approvazione del testo dell’articolo 17 (25 favorevoli e 18 contrari).

Antonio Solinas, su invito del presidente Ganau, ha dichiarato il parere contrario all’emendamento n. 16 che propone la parziale sostituzione dell’articolo 18 (Affidamento di beni) a cui è seguito il parere contrario della Giunta. Il Consiglio non ha approvato con 28 contrari e 15 a favore l’emendamento n. 16 ed ha invece dato disco verde al testo dell’articolo 18, con 28 sì e 17 no.

Relatore e Giunta hanno dunque dichiarato parere contrario a tutti gli emendamenti all’articolo 19 (Trasformazione del bosco e interventi selvicolturali) e il Consiglio non ha approvato gli emendamenti n. 45 (17 sì e 29 no) e n. 46 (18 sì e 29 no) e n. 47 (18 sì e 30 no) sul quale il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, era intervenuto per illustrare la richiesta di un coinvolgimento della commissione e del Consiglio per ciò che attiene gli adempimenti posti in capo solo alla Giunta di cui al comma dell’articolo 47. L’Aula, con 29 favorevoli e 19 contrari ha approvato l’articolo 19 e il relatore Antonio Solinas ha dichiarato, seguito dalla Giunta, parere contrario per tutti gli emendamenti presentanti all’articolo 20 (Vincolo idrogeologico) tranne che per l’emendamento aggiuntivo n. 75 (Solinas Antonio, Cocco Pietro) che abroga il comma 2 dell’articolo 61 della legge regionale n. 9\2006 (conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) e stabilisce che le unioni dei comuni trasferiscono al Corpo forestale e di vigilanza ambientale i procedimenti di propria competenza già avviati all’entrata in vigore della legge. Posti in votazione, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 48 (18 sì e 29 no) e n. 49 (18 sì e 29 no) mentre ha approvato il testo dell’articolo 20 (32 favorevoli e 16 contrari) e successivamente l’emendamento aggiuntivo n. 75 (31 favorevoli e 17 contrari).

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi ha dichiarato voto a favore dell’emendamento aggiuntivo n. 7 che però non è stato approvato con 25 contrari e 22 favorevoli. Su proposta del capogruppo dell’Udc, Rubiu, l’esame dell’articolo 21 (Interventi compensativi) è stato invece sospeso e rinviato, così come l’articolo 4, alla seduta pomeridiana e l’Aula ha proceduto con l’approvazione dell’articolo 22 (Prevenzione degli incendi boschivi) con 29 favorevoli e 17 contrari; e dell’articolo 23 (Piano regionale antincendi) con 30 favorevoli e 16 contrari.

Sull’articolo 24 (Prescrizioni antincendi, divieti e sanzioni) il relatore Antonio Solinas ha dichiarato (seguito poi dalla Giunta) parere contrario per tutti gli emendamenti ed ha chiesto al presidente una breve sospensione dei lavori prima della votazione del testo dell’articolo. Il consiglieri, Luigi Crisponi (Riformatori) e Marco Tedde (Forza Italia) hanno auspicato che la sospensione richiesta dal relatore derivi dalla volontà di sopprimere il comma il comma 5 dell’articolo 24 che – a loro giudizio – prevede sanzioni spropositate per le imprese turistiche e agrituristiche in caso di violazione dei precetti antincendio. Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha chiesto la votazione per parti del testo dell’articolo e il presidente ha quindi proceduto con la messa in votazione degli emendamenti n. 53 e n. 54 che non sono stati approvati, il primo con 30 contrari e 17 favorevoli e il secondo con 30 contrari e 17 favorevoli.

Il capogruppo dell’Udc, Rubiu, ha auspicato una valutazione “attenta” del contenuto dell’emendamento n. 55 e il presidente del Consiglio, come da accordi, ha sospeso i lavori dell’Aula. Alla ripresa il relatore Antonio Solinas, ha fatto osservare che le norme statali sono ancor più, in termini di sanzioni ma ha evidenziato che non fanno riferimento alle aziende agrituristiche e pertanto, Solinas, ne ha proposto la cancellazione del testo lasciando solo il riferimento alle imprese turistiche.

I consiglieri Crisponi (Riformatori) e Tedde (Fi) hanno criticato tale proposta ed il presidente Ganau ha proceduto con la messa in votazione dell’emendamento n. 55 che non è stato approvato (25 no e 16 sì) e quindi del testo dell’articolo 24, modificato come proposto dal relatore, che è stato approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

Antonio Solinas ha quindi dichiarato il parere contrario per l’emendamento n. 12, presentato all’articolo 25 (Sistema regionale antincendi) con parere conforme della Giunta e l’Aula, prima non ha approvato l’emendamento n. 12 (30 no e 15 sì) e successivamente ha dato il via libera al testo dell’articolo 25 con 30 voti favorevoli e 18 contrari.

Si è quindi passati all’esame del Titolo V della legge (promozione dell’economia e della ricerca forestale). Il presidente ha messo in discussione l’articolo 26 “Albo delle imprese forestali”. Non essendoci iscritti a parlare si è proceduto alla votazione dell’articolo che è stato approvato con 31 voti a favore e 17 contrari.

L’aula ha quindi approvato, in rapida successione, gli articoli 27 “Forme associative di gestione”, 28 “Promozione delle attività selvicolturali”, 29 “Certificazione forestale” e 30 “Valorizzazione della filiera di produzioni legnose”.

Sull’articolo 31 “Valorizzazione della filiera foresta-sughero il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento sostitutivo parziale n. 82 che proponeva di trasferire il Servizio Ricerca per la tecnologia del sughero e delle materie prime forestali da Agris all’Agenzia Forestas, ferme restando le condizioni contrattuali del personale. La richiesta è stata accolta dal consigliere Giuseppe Meloni (Pd), primo firmatario dell’emendamento. «Mi riservo di riproporre la questione quando si parlerà di personale – ha detto l’esponente della maggioranza – ai dipendenti Agris, che verranno trasferiti all’Agenzia Forestas si applica la legge 31 differentemente al personale dell’Ente Foreste. C’è una disparità di trattamento su cui occorre riflettere».

Il consigliere Meloni, rivolgendosi all’assessore all’Ambiente Donatella Spano, ha poi auspicato che la struttura pubblica di riferimento per la ricerca e l’assistenza tecnica in materia di sughericoltura, da individuare con delibera di Giunta, diventi realmente operativa. «Finora Agris non ha svolto il ruolo che doveva svolgere – ha concluso Meloni – in futuro occorrerà occuparsi concretamente di questo settore trainante per l’economia isolana». Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 31 che è passato con 31 sì e 18 no.

Subito dopo l’Aula ha approvato anche gli articoli 32 “Valorizzazione delle filiere foresta-prodotti non legnosi e delle risorse silvo-pastorali, 33 “Vivaistica forestale”, 34 “Promozione della ricerca forestale, trasferimento tecnologico e assistenza tecnica”.

Si è quindi passati all’esame del Titolo VI della legge “Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna”. Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 35 “Istituzione dell’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna” e dei relativi emendamenti. Approvato il testo dell’articolo con 32 voti a favore e 17 contrari, si è aperta la discussione sull’emendamento aggiuntivo  n. 56 (Tatti e più) che proponeva di portare la sede dell’Agenzia Forestas a Campu Longu, nell’Oristanese.

«Da decenni si parla di trovare una sede idonea per l’Ente Foreste – ha detto il consigliere dell’Udc Gianni Tatti – in passato si sono acquistati terreni a Campu Longu, lì si è costruita una struttura all’avanguardia. Conosciamo tutte le difficoltà che ci sono nella sede attuale dell’ente Foreste dove gli spazi sono insufficienti, ora c’è la possibilità di trasferirla a Campu Longu. Sarebbe una bella risposta per le zone interne della Sardegna e l’oristanese in particolare. La Giunta dice di voler decentrare, questa è un’occasione unica per far sì che questo avvenga. In quel compendio sono stati spesi molti soldi, si valuti seriamente la possibilità di avvicinare la Regione alle popolazioni».

Il presidente della Quarta Commissione Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato di volere considerare l’emendamento come un auspicio e un indirizzo politico. «Mi auguro anch’io che si arrivi ad individuare Campu Longu come sede dell’Agenzia Forestas. Oggi però questa decisione non può essere presa, è necessario fare ulteriori approfondimenti. Ciò non toglie che siamo d’accordo sulla dislocazione degli uffici regionali nel territorio. Oristano è al centro della Sardegna, lì si è deciso di portare la sede di Argea, in futuro potrà essere fatto anche per Forestas».

Oscar Cherchi (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha chiarito che la sua non è una scelta campanilistica. «In passato, quando nacquero le agenzie Argea, Agris e Laore si decise di distribuire le sedi a Oristano, Sassari e Cagliari. Cosa c’è di strano nel dichiarare oggi la volontà di portare a Campu Longu la sede di Forestas? E’ un’operazione a costo zero – ha detto Cherchi – se ci fossero costi capirei, qui si tratta solo di stabilire che la sede sarà Campu Longu. Mi auguro che i consiglieri oristanesi votino compatti a favore dell’emendamento».

Proposta non condivisa dal capogruppo di Sel Daniele Cocco: «La sede dell’Ente Foreste doveva essere istituita a Nuoro, questo non è avvenuto per una serie di motivi – ha ricordato Cocco – per la sede di Forestas ci sono diverse alternative. Una di queste è la struttura di Foresta Burgos che ospita attualmente la scuola di polizia a cavallo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha sottolineato la necessità di definire in modo chiaro ruoli, competenze e strumenti dell’Agenzia Forestas. «Quando si istituisce un nuovo soggetto e si va ad iscriverlo al registro delle imprese si conoscono statuto, patrimonio, competenze, organi, etc. Con il comma 5 di questo articolo  si rinvia invece tutto allo statuto e alle decisioni della Giunta. La sede, che è un requisito fondamentale, non è definita».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, dopo aver giudicato “poco interessante” il dibattito, ha rimarcato l’esigenza di ragionare sulle vere emergenze dell’Isola. «La Sardegna dell’interno continua a spopolarsi e non si presta nessuna attenzione – ha detto Dedoni – l’emendamento che chiede di portare la sede di Forestas nell’oristanese non va contro Nuoro ma mira a trovare una soluzione per tutti. Il Consiglio, pur di non decidere, rimette tutto nelle mani della Giunta. L’Ente continuerà a premiare Cagliari oppure Sassari a discapito delle zone interne».

Il consigliere Antonio Gaia (Ups) ha annunciato il suo voto contrario e definito “irrilevante” il contenuto della proposta. «Se volessimo rispettare criteri perequativi la sede dell’Agenzia Forestas dovrebbe andare a Nuoro. La questione però è di lana caprina – ha detto Gaia – la sede legale di Abbanoa è attualmente a Nuoro ma il capoluogo barbaricino non ne ha beneficiato».

Secondo Salvatore Demontis (Pd) la presenza di diverse alternative impone un ulteriore riflessione. «Non è opportuno individuare oggi la sede di Forestas – ha detto Demontis – meglio farlo con lo statuto dopo discussioni più approfondite».

Mario Tendas (Pd) si è detto d’accordo con la proposta del consigliere Oscar Cherchi di portare la sede di Forestas a Campu Longu. «Chi conosce quei locali sa quanto sono ben strutturati – ha sottolineato Tendas – oggi però occorre capire se ci sono le condizioni ottimali per garantire servizi migliori.  Quando si deciderà la sede sarà doveroso valutare l’opportunità di portare Forestas a Campu Longu».

Il vicepresidente del Pd Roberto Deriu ha respinto le critiche della minoranza sull’impianto della legge. «Non è vero che il Consiglio non decide – ha detto Deriu – la riforma degli enti locali è una legge che dà un orientamento generale. La Sardegna viene divisa in ambiti territoriali strategici. Il decentramento devrà tenere conto delle attitudini e delle vocazioni dei territori». Messo in votazione, l’emendamento n.56 è stato respinto con 28 voti contrari e 19 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 36 “Ambiti di intervento che è stato approvato con 32 sì e 19 no.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 37 (Funzioni dell’Agenzia) integrato dall’emendamento n. 83 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) con cui si consente all’Agenzia di stipulare convenzioni con gli Enti locali per l’utilizzo di proprio personale in attività come manutenzione e pulizia delle strade e manutenzione dei siti di importanza storico-culturale.

A seguire sono stati approvato gli art. 38 (Programma delle attività) e 39 (Sistema contabile), quest’ultimo integrato dall’emendamento n. 80 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio è più) in cui viene inserito il riferimento “ai servizi resi” dall’Agenzia e “delle relative entrate”.

Successivamente è stato approvato l’art. 40 (Indirizzo e controllo).

Sull’art. 41 (Organi dell’Agenzia) il consigliere Gianni Tatti dell’Udc, ha denunciato il fatto che «l’Ente foreste è stato commissariato senza una legge e senza una motivazione, solo con un disegno di legge che non è nemmeno arrivato in Aula, senza rendere conto a nessuno: una cosa gravissima». Ribadisco poi, ha concluso, che «quella dell’amministratore unico affiancato dal direttore generale è una struttura di governo che non esiste in nessun altra Agenzia della Sardegna, mentre occorre dare risposte soprattutto ai Comuni».

Messo ai voti, l’art 41 è stato approvato, come il 42 (Amministratore unico).

Nell’esprimere il parere sugli emendamenti, il presidente della commissione Antonio Solinas ha annunciato il ritiro delle proposte relative al secondo comma perché la sua approvazione, di fatto, consentirebbe al direttore generale di percepire compensi maggiori di quelli dell’amministratore unico.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha ricordato l’atteggiamento «abbastanza disponibile» sulla riforma che «anche per noi è importante pur con molti punti critici; uno di questi è certamente l’emendamento della maggioranza con cui si elimina la procedura selettiva ad evidenza pubblica per l’amministratore, così è una finta riforma in cui si introduce una discrezionalità assoluta, ed allora non c’è differenza rispetto allo schema precedente dove c’era un Cda espresso da vari soggetti, l’emendamento è da ritirare».

L’assessore degli Affari Generali Gianmario Demuro ha precisato che «nessuno vuole eliminare la procedura selettiva perché tale procedura ad evidenza pubblica è comunque prevista nella pubblica amministrazione; c’è però una differenza fra l’amministratore unico ed il direttore che è una figura tecnica».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto che «le osservazioni dell’assessore non sono condivisibili, c’è una dissonanza evidente anche rispetto alla forma giuridica dell’Agenzia, la verità è che si vuole mettere sotto schiaffo l’amministratore unico con una scelta dirigista ed accentratrice, basta ricordare che gli Ersu hanno 5 componenti con un personale pari all’1 o al 2% di Forestas mentre nuova Agenzia ha 6.000 dipendenti».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato la lunga discussione in commissione sul punto, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. 42, integrato dall’emendamento n. 81 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) con cui si introduce fra gli obiettivi assegnati all’amministratore unico anche il riferimento ai “ricavi derivanti dalle attività economiche” dell’Agenzia.

A seguire è stato approvato l’art. Art 43 (Revoca dell’amministratore unico).

Sull’art. 44 (Comitato territoriale) il consigliere Gianfranco Congiu (Sdl) ha proposto un emendamento orale sul primo comma del testo, per introdurre tre modifiche: l’aumento dei componenti del comitato (presieduto dall’assessore dell’Ambiente) a 10 unità, la indicazione di alcuni di questi a cura del Cal, scelti fra i sindaci dei Comuni con maggiori superfici cedute all’Agenzia, ed una quota di tre membri ciascuno assegnati al Consiglio ed alla Giunta: «Un assetto più equilibrato con il giusto rilievo alle amministrazioni locali che hanno interessi prevalenti in materia».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha affermato che potrebbe essere d’accordo «se venisse eliminato il riferimento alle maggiori superfici».

Registrando una posizione contraria, il presidente ha dichiarato la proposta di emendamento orale non accoglibile.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps) ha proposto una breve sospensione della seduta, ritenendo necessario un approfondimento sull’emendamento orale del consigliere Congiu.

Il presidente ha ribadito che la proposta non può essere discussa.

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha detto che, a suo avviso, non è stata manifestata una posizioni contraria alla proposta Congiu.

Il presidente ha confermato ancora che la posizione contraria del gruppo Udc è stata esplicitata.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli nn. 44, 45 (Collegio dei revisori) e 46 (Struttura organizzativa dell’Agenzia).

Sull’art. 47 (Direttore generale) il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha osservato che «sarebbe opportuno consentire alla commissione una maggiore riflessione, perché non viene detto nel testo che chi propone la nomina al presidente della Giunta deve anche definire requisiti speciali del profilo richiesto; anche senza malizia risulta imbarazzante spiegare all’opinione pubblica perché si fanno determinate scelte, se lo fa la struttura amministrativa cui fanno capo due assessori è un conto, altrimenti siamo nell’area della discrezionalità assoluta».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento con cui si sopprimeva il ricorso alla procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del direttore.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. n. 47.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 16.00.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 218 “Legge forestale della Sardegna”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.218/A – Giunta regionale – Legge forestale della Sardegna. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza della legge, il presidente della quarta commissione (Governo del territorio) Antonio Solinas, del Partito Democratico.

Solinas, dopo aver ricordato il lungo commissione che da circa un anno ha approfondito i vari temi confrontandoli con i portatori di interessi, ha sottolineato che «finalmente si colma un vuoto legislativo unico in Italia nel settore forestale, con una legge che presenta alcuni punti qualificanti: la soppressione del Cda sostituito da un amministratore unico affiancato da direttore generale, la previsione di un comitato territoriale di indirizzo composto da 5 persone (l’assessore dell’Ambiente affiancato da quattro sindaci). Rispetto ad altre agenzie, ha osservato Solinas, «emerge la diversità di Forestas, che ha 6500 dipendenti, 300 sedi in tutta la Sardegna e solo 7 dirigenti ciascuno con 7/800 persone da coordinare, proporzione impossibile rispetto al resto del sistema Regione». Per quanto riguarda il contratto, ha concluso il consigliere del Pd, «che ora si articola su una parte nazionale più un integrativo regionale privatistico, si sono confrontare diverse proposte ma, alla fine, ha prevalso il mantenimento del modello attuale, sia per problemi di bilancio che di inquadramento normativo professionale, come per le categorie degli impiegati e dei lavoratori semestrali».

Per il relatore di minoranza, il consigliere Gianni Tatti (Udc Sardegna) ha evidenziato che il voto di astensione espresso dai consiglieri dell’opposizione significa in realtà «un giudizio ampiamente negativo, fatta eccezione per il riordino della materia forestale in cui la Sardegna aveva effettivamente un vuoto normativo». Non convince, ha affermato Tatti, « il nuovo modello di governance basato sull’Agenzia, che però nell’esperienza regionale è un organismo snello con una missione prevalentemente tecnica, per cui non si comprende perché nel nostro caso ci si voglia affidare ad un tandem formato da amministratore unico e direttore generale». Mi sembra, ha precisato, «una proposta ambigua, poco chiara e non adatta al raggiungimento dei risultati sperati; infatti lo stesso assessore aveva indicato inizialmente la necessità di un organo di indirizzo politico da affiancare al direttore generale salvo poi contraddire questi buoni propositi, dando vita invece ad una Agenzia regionale come ennesimo ente pubblico perciò inutile». Sarebbe stato meglio, secondo il consigliere dell’Udc, «mantenere l’attuale forma giuridica eliminando inutili costi di modifica e cambiando, invece, quello che c’era davvero da cambiare, cioè il contratto, perché ora si vuole perpetuare l’anomalia della legge istitutiva, che consente di non applicare la disciplina del pubblico impiego ma un regime privatistico; in poche parole, una riforma così mal congegnata si traduce in una mera operazione gattopardesca che cambia tutto senza cambiare niente».

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha definito la relazione di maggioranza «molto ambiziosa ma poco aderente alla realtà, perché non si affronta il nodo vero, quello di trasformare l’Ente foreste da uno stipendificio ad un soggetto capace di auto sostenersi e produrre utili, con l’unica foglia di fico dell’eliminazione del Cda peraltro non in linea con la normativa nazionale che ne prevede il mantenimento in considerazione del numero dei dipendenti». Lo stesso Cal, ha ricordato Floris, «ha detto nel suo parere che si tratta di una riforma solo di facciata che senza toccare mentalità, obiettivi e risultati, risulta priva del necessario collegamento con scuola ed università per sviluppare nuova cultura ambientale e col settore turistico per integrare il tradizionale filone estivo». Viene poi totalmente disatteso, ha rilevato Floris, «il vero problema del personale, sottoposto a due contratti di cui uno solo sottoscritto in ambito regionale; in altri termini si sceglie di non scegliere, smentendo i tanti proclami di voler unificare il sistema Regione, e si ignorano le prospettive di un soggetto che dovrebbe diventare il motore economico delle zone interne, lo strumento migliore per difendere il territorio dal rischio idro-geologico per attuare una politica incisiva in materia di protezione civile». La politica, ha auspicato Floris, «deve quindi fare un passo avanti nel senso pubblicistico perchè non si può dire che il contratto di lavoro è prevalentemente agricolo, con tutto ciò che comporta; ora spendiamo 200 milioni ed arriveremo a 300 con un contratto fatto a Roma e pagato in Sardegna a piè di lista, mentre con il rinnovo dello stesso contratto è prevedibile una impennata incontrollata o dei conti o del contenzioso, in conclusione non siamo davanti ad una riforma ma ad un po’ polvere negli occhi, utile magari per trovare il solito docente universitario che non conosce la campagna».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha affermato che la legge contiene «alcuni punti apprezzabili però non mancano i punti critici a cominciare dal piano forestale ambientale in cui si lascia ogni decisione alla Giunta eludendo le competenze del Consiglio, competenze che invece deve mantenere perché già ora decide su tutti gli altri atti di pianificazione territoriale». Quanto all’amministratore unico, a giudizio di Tocco «occorre evitare il pericolo di un eccessivo accentramento, magari su un professore senza esperienza di gestione aziendale né specifica; sulla contrattazione, inoltre, si è persa una buona occasione per incidere positivamente sul contenzioso e su problemi che si trascinano da anni». Questi ed altri punti, ha concluso, «devono essere ulteriormente approfonditi per trovare la soluzione migliore».

Oscar Cherchi, sempre di Forza Italia, ha parlato di «un tentativo di riforma perché in materia di tutela del patrimonio ambientale la legge non propone contenuti innovativi ma si esaurisce nella delega attuativa di molti aspetti alla Giunta, passaggio che indebolisce l’impianto complessivo del provvedimento e rappresenta un modo surrettizio per togliere competenze al Consiglio e portarle nell’ambito della Giunta». La stessa trasformazione in Agenzia lascia molto perplessi, ha detto ancora Cherchi, «perché la gestione successiva si complicherà di molto a cominciare dal personale per il quale tutto rimane come era, senza nemmeno una garanzia di stabilità».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, in apertura, ha fatto i complimenti al relatore di minoranza che ha individuato «i veri nodi irrisolti della legge, ha messo a nudo le crepe da cui rischia di venir fuori l’ennesimo mostro giuridico, a conferma di un iter già iniziato male nel 2014, quando la Giunta approvò un disegno di legge per invitare il Consiglio ad approvare indirizzi generali in vista di nuovo disegno di legge per disciplinare la materia, la classica situazione del serpente che si morde la coda». Poi, ha ricordato Tedde, «una lunga serie di passi indietro fino ad arrivare allo schema attuale, molto simile al punto di partenza; ne è venuto fuori un pasticcio molto diverso dalla riforma vera di cui l’ente ha bisogno anche in campo culturale e sociale, un pasticcio che non cambia nulla, una rinfrescatina della materia che lascia le cose come stanno». Bisogna rivedere in modo radicale, ad avviso di Tedde, «la forma organizzativa e giuridica dell’ente, eliminando il tandem con cui la Giunta vuole mantenere un controllo assoluto sulla struttura con la solita logica accentratrice ed autoritaria, mentre il Governo nazionale dice che ci vuole un Cda in realtà complesse con organici di grandi dimensioni e, quanto alla Regione, basta ricordare i casi degli Ersu che con l’1 o il 2% dei dipendenti dell’ente foreste hanno i Cda di 5 membri ciascuno». Il parere negativo del Cal, ha concluso l’esponente di Forza Italia, «dice le cose come stanno ed auspica senza mezzi termini il ritiro della legge, certificando che soprattutto sul personale è mancato il coraggio di una vera riforma con equiparazione agli altri dipendenti della Regione, rimandando ad una contrattazione agricola cui la Regione non partecipa rinunciando a qualunque scelta».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha segnalato il rischio di un trasferimento di competenze dal Consiglio alla Giunta. «La potestà regolamentare passa, di fatto, dall’organo legislativo a quello esecutivo – ha detto Locci – delegare la materia alla Giunta è una scelta autonoma del Consiglio regionale perché su questo punto non esiste alcun riferimento normativo».

Secondo Locci, il rischio è che si svuoti l’Assemblea di competenze: «A questo punto possiamo decidere di autoregolamentarci e di snellire alcune procedure, evitando di richiedere pareri a organi come il Cal – ha proseguito il consigliere di minoranza – io credo invece che non si deve perdere di vista il quadro normativo generale e occorra difendere la dignità dell’Aula»

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di riforma “pasticciata” che replica quella che portò alla trasformazione dell’Azienda Foreste Demaniali in Ente Foreste.

«Da un prima lettura sembra non si possa parlare nemmeno di riforma – ha detto Crisponi – mancano i riferimenti all’educazione ambientale e all’attività didattica. Non c’è  un raccordo tra le filiere produttive e un collegamento con la parte imprenditoriale». Secondo Crisponi la legge porterà ad un ulteriore appesantimento delle procedure burocratiche per le autorizzazioni: «Fa specie che in molti articoli si chiami in causa il Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale – ha sottolineato il consigliere dei Riformatori – questo ha un ruolo di polizia ambientale, l’Ente Foreste dovrebbe poter decidere in autonomia anche un processo autorizzativo».

Da rivedere, secondo Crisponi, anche la norma che prevede la sospensione delle licenze alle aziende turistiche e agrituristche per il mancato rispetto di alcune prescrizioni antincendio: «E’ una sanzione in eccesso – ha affermato Crisponi – la norma non tiene conto che tutte le attività turistiche sono già sottoposte all’autorizzazione antincendi». Crisponi ha poi fatto notare la difficile attuazione della disposizione che assegna a Forestas il compito di provvedere al decoro degli spazi verdi pubblici. «Mi dite un paese dove l’Ente Foreste ha contribuito ad abbellire e ingentilire i luoghi? Dove si può ammirare un filare di alberi, un prato verde, uno spazio ombreggiato realizzati dall’Ente?».

L’esponente della minoranza ha poi concluso il suo intervento invitando l’assessore a tenere conto dei costi per i nuovi simboli da mettere sui mezzi e sugli equipaggiamenti che passeranno dall’Ente Foreste a Forestas. «Quanto costerà la riproposizione del nuovo logo di Forestas su giubbetti, automezzi e tutta una segnaletica che accompagna attualmente l’Ente Foreste – ha chiesto Crisponi  – ci vorrà tanto denaro, una parte la si destini alla valorizzazione del simbolo della Sardegna che oggi manca totalmente nei mezzi del Corpo forestale e di vigilanza ambientale».

Secondo Gigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, il disegno di legge è “restrittivo, sanzionatorio e punitivo, in altre parole inapplicabile”.

«La soppressione dell’Ente Foreste a favore di Forestas viene fatta in nome della razionalizzazione della spesa e dei principi di efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione – ha detto Rubiu – le vere intenzioni sono invece l’accentramento e il totale controllo degli spazi finora gestiti dagli enti regionali».

Rubiu ha poi criticato la decisione di commissariare l’Ente Foreste: «Sfugge ancora oggi la ragione di quel provvedimento – ha proseguito Rubiu – così come non si capisce la mancanza di investimenti sul personale. L’attuale contratto è inadeguato sia dal punto di vista salariale che da quello normativo».

Bocciata infine la composizione della Consulta regionale per le politiche forestali (art. 12): «E’ costituita da dieci elementi, otto dei quali nominati dalla politica e quindi controllabili – ha concluso Rubiu – questo è il disegno di legge dei buoni propositi che non entra mai nel merito e non indica le risorse finanziare da destinare all’Agenzia».

Conclusi gli interventi, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha difeso l’impianto del provvedimento: «Ho sentito con attenzione la relazione della Commissione e tutti gli interventi – ha esordito Spano – non tutto è stato colto del contenuto e dell’importanza del Dl. Ho notato in alcuni interventi anche momenti di confusione quando si è parlato di Ente Foreste e Corpo Forestale. Sono due entità diverse che il Dl mette insieme sinergicamente. La nuova disciplina per l’Agenzia Forestas crea un ruolo di coesione ed efficienza con le altre strutture della Regione».

Secondo Spano la riforma consentirà di coprire un vuoto legislativo: «La Sardegna si mette al passo delle altre regioni con una legge che si basa sui principi della normativa comunitaria e nazionale – ha detto l’assessore – questo non significa che non si è tenuto conto delle specificità del patrimonio sardo e di ciò che consente di fare lo Statuto di autonomia in materia»

Spano ha poi ricordato che in Sardegna ci sono un  milione e 200mila ettari di foresta, un valore superiore alla media nazionale. «Si tratta di terreni pubblici e privati con un modello di gestione esclusivamente pubblico. Questo modello non è in grado di garantire l’efficacia e l’efficienza delle risorse. Si punta a un mutamento culturale e sociale. L’obiettivo è la tutela del pubblico e la promozione del privato».

L’assessore ha poi evidenziato alcuni aspetti che, a parere della Giunta, introdurranno elementi innovativi come la pianificazione e la programmazione forestale e la semplificazione delle procedure autorizzative a favore dei cittadini.

Altro aspetto positivo riguarderà la lotta agli incendi: «Il Dl – ha concluso l’assessore – chiarisce la composizione del sistema regionale per coordinare meglio le attività di prevenzione e di contrasto degli incendi. La Regione Sardegna, prima in Italia per superfici forestate, punterà sul concetto di multifunzionalità del bosco».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti a favore e 17 contrari.

Il presidente ha dichiarato tolta la seduta ed ha convocato il Consiglio per domani, mercoledì 20 aprile, alle 10.30, mentre la Quarta commissione si riunirà domani alle 9.30 per il parere sugli emendamenti.

 

 

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Si è conclusa questa mattina, al Centro Servizi Losa di Abbasanta, la prima parte della giornata dedicata alla Protezione civile. L’iniziativa, organizzata dalla Regione Sardegna, è indirizzata ai Comuni sardi e alle associazioni di volontariato, in assemblea nel pomeriggio per l’approvazione delle disposizioni sulla Rappresentanza regionale del volontariato di Protezione civile. Due gli eventi della mattina: la presentazione delle nuove Linee guida per tutte le Amministrazioni comunali, dopo il passaggio fatto con l’Anci, e il confronto con i Comuni della costa sui criteri di funzionamento del piano di salvamento balneare. «Stiamo portando avanti la costruzione di una Protezione civile più forte per l’Isola, lavorando al Piano regionale di Protezione civile Sardegna e restando accanto ai sindaci» ha spiegato l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano, che nel pomeriggio ha salutato e ringraziato i volontari delle 163 associazioni sarde. «Il vostro lavoro è fondamentale, lo fate con grande professionalità e grandi benefici per tutta l’Isola: tutta la Giunta esprime il ringraziamento per ciò che fate. Siamo qui – ha aggiunto l’assessore Spano – per dare il benvenuto a questa nuova fase che vedrà le associazioni sempre più integrate all’interno del complesso Sistema di Protezione civile».
L’assessore, che ha anche espresso solidarietà e vicinanza agli amministratori comunali vittime di intimidazioni, ha sottolineato l’importanza dei piani comunali di protezione civile: «Abbiamo sviluppato le Linee guida per la pianificazione comunale in modo da consegnare agli amministratori un valido supporto tecnico alla redazione. I piani sono infatti il principale strumento per agire nelle situazioni di emergenza». L’esponente dell’Esecutivo ha invitato i Comuni a lavorare in sinergia, a livello intercomunale, sia nella redazione dei nuovi piani che nell’aggiornamento. «Avere cultura di protezione civile significa innanzitutto avere cultura di prevenzione e autoprotezione» ha detto Donatella Spano ripercorrendo le tappe che hanno portato al sistema attuale da una situazione di partenza poverissima, sottolineando come la sicurezza del territorio e la prevenzione e gestione dei rischi siano priorità fondamentali della strategia di sviluppo regionale. «La Sardegna ha cambiato passo in tema di protezione civile e questo deve essere chiaro. Per il resto massima disponibilità a lavorare insieme ai Comuni, anche al di là del fatto che ci sia già stato un confronto con l’Anci sulle Linee guide».
I piani comunali di protezione civile costituiscono il principale strumento per agire nelle situazioni di emergenza adottando i provvedimenti necessari per far fronte alle operazioni di primo soccorso, di utilizzo del volontariato, di informazione alla popolazione delle situazioni di rischio, organizzando le procedure di intervento da parte dell’Istituzione comunale nei confronti dei propri cittadini. A supporto dei comuni, la Giunta ha deliberato le Linee guida, che tengono conto anche conto delle indicazioni di febbraio del Dipartimento nazionale della Protezione civile con la Direttiva Temporali.
Spazio alle 73 Amministrazioni della costa, nella seconda parte della mattinata, per affrontare il tema del salvamento a mare. «Dobbiamo usare in modo razionale le risorse affinché i nostri luoghi di balneazione siano più sicuri», ha detto l’assessore Donatella Spano, che ha invitato le Amministrazioni a inviare quanto prima le informazioni per completare la banca dati e procedere con i criteri di assegnazione, sui quali ci si sta confrontando con gli amministratori. La Giunta ha destinato 800mila euro per il salvamento a mare. È il doppio della cifra dell’anno scorso grazie all’integrazione, per la prima volta, delle risorse regionali con quelle statali. Un’altra importante novità: le risorse non transiteranno dalla Regione alle Province per poi arrivare ai Comuni ma saranno erogate direttamente a questi ultimi. «In questo nuovo scenario possiamo considerare il 2016 come un anno di sperimentazione per trovare assieme le migliori soluzioni possibili».
Donatella Spano 6

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Nuraghe Losa Abbasanta 2 copia

Il presidente della Regione il 15 aprile parteciperà, ad Abbasanta, ad una giornata dedicata alla Protezione civile in Sardegna.
«Abbiamo puntualmente lavorato per costruire una Sardegna più sicura e non rinunciamo al confronto con le Amministrazioni comunali, alle quali siamo sempre accanto, e con il sistema del volontariato che opera con grande dedizione per la salvaguardia delle persone», ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano che parteciperà assieme al direttore della Protezione civile regionale, Graziano Nudda.
I lavori, al Centro servizi Losa, iniziano alle 10.00, con l’incontro dei sindaci per la presentazione delle linee guida per i piani comunali di protezione civile. Sempre in mattinata il secondo appuntamento per parlare di salvamento a mare con gli amministratori dei comuni costieri.
«Con anticipo sulla stagione balneare abbiamo destinato 800 mila euro per il salvamento a mare, il doppio della cifra dell’anno scorso, integrando per la prima volta con risorse regionali quelle statali», ha ricordato l’esponente della Giunta Pigliaru. Saranno illustrate le modalità di utilizzo e valutate le osservazioni di Anci Sardegna e dei comuni costieri.
Nel pomeriggio, alle 15.00, attesa l’assemblea regionale delle associazioni di volontariato di Protezione civile per l’approvazione delle Disposizioni sulla Rappresentanza regionale del Volontariato di Protezione civile.
«Abbiamo stanziato risorse per oltre un milione di euro nella volontà di fornire supporto tecnico alle 162 organizzazioni di volontariato della Sardegna – conclude l’assessore Spano -. La riunione con tutti i volontari sarà l’occasione per definire la Rappresentanza e avere un unico soggetto di raccordo e consulenza per tutti i temi che riguardano il Volontariato di Protezione civile.»

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Prosegue il confronto tra la Giunta regionale e i rappresentanti di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil sul tema del contratto del personale dell’Ente Foreste. All’incontro sono intervenuti gli assessori dell’Ambiente e degli Affari generali Donatella Spano e Gianmario Demuro. E’ stata affrontata, in un clima costruttivo, la questione fondamentale dei due livelli contrattuali: la contrattazione collettiva che si svolge a livello nazionale e quella integrativa gestita dalla Regione attraverso il Coran. I due assessori hanno assunto l’impegno di avviare, su questa tematica, in tempi rapidi e in sinergia con altre Regioni, una interlocuzione con il Governo per individuare soluzioni normative, a livello nazionale, affinché il contratto collettivo possa essere pienamente applicato. Una posizione condivisa dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali che hanno partecipato all’incontro. Le parti hanno ribadito il valore strategico dei lavoratori dell’Ente Foreste, che svolgono un’attività di pubblico interesse per conto della Regione.

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Quindici regioni, tra le quali vi è la Sardegna, hanno firmato oggi al ministero dell’Ambiente, un importante protocollo d’intesa in materia di sostenibilità ambientale.

«La Sardegna – ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano – giocherà una partita importante assieme alle altre regioni costiere per dare una risposta di sostenibilità per le nostre coste in chiave sistemica, affinché possiamo preservarle dai fenomeni di erosione e dalle conseguenze dei mutamenti climatici e proteggere la ricca biodiversità che le caratterizza.»

Con la sigla del documento, le regioni interessate (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Veneto, Sardegna e Sicilia) si impegnano a collaborare alla definizione di linee guida nazionali per la difesa della costa dai fenomeni erosivi e dagli effetti dei cambiamenti climatici, al fine di individuare procedure comuni per una corretta e sostenibile gestione della fascia costiera. Il protocollo istituisce un apposito tavolo nazionale dove si dovranno tenere in conto tutte le attività nazionali e internazionali che hanno prodotto risultati rilevanti in materia. I documenti del tavolo odierno dovranno contribuire a inquadrare e affrontare la problematica dell’erosione costiera in forma coordinata e integrata. In questa sede verranno formulate le linee guide in cui porre a confronto le varie problematiche di erosione costiera con le possibile soluzioni di riequilibrio e protezione o adattamento in base anche ai cambiamenti climatici. Prioritari nei lavori anche gli aspetti della biodiversità, alla luce del fatto che la costa mediterranea si caratterizza per paesaggi di grandissimo valore naturalistico e da un elevato numero di habitat significativi in termini di biodiversità.

Donatella Spano 6

 

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha definito su proposta del presidente Francesco Pigliaru, le aree di intervento in cui impiegare prioritariamente l’assistenza tecnica a sostegno delle imprese del Piano Sulcis, affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, Invitalia. Si tratta di attività avviate grazie alle risorse (3 milioni) della delibera CIPE n.31 del 20 febbraio 2015, finalizzate al supporto ed accompagnamento alle imprese, animazione e orientamento del territorio, istruttoria economica e finanziaria, verifica della rendicontazione delle imprese, studi di fattibilità, realizzazione di specifici report ricognitivi.
L’Esecutivo ha confermato l’Autorità di audit per lo svolgimento dell’attività di revisione contabile indipendente sui fondi di solidarietà che l’Unione Europea ha devoluto per le alluvioni. L’Autorità, con alcune integrazioni, verrà potenziata attraverso la collaborazione con l’agenzia Argea.
Approvata su proposta dell’assessore Luigi Arru l’attivazione dello screening neonatale della fibrosi cistica, che avrà come riferimento regionale l’ospedale Pediatrico Microcitemico “A. Cao” dell’Azienda Ospedaliera Brotzu, con il compito di eseguire i test a tutti i nuovi nati della Sardegna. Il laboratorio di Genetica e Genomica del Microcitemico si occuperà anche dell’analisi molecolare nella conferma diagnostica dello screening neonatale della Fibrosi Cistica (esami di II Livello). Per quanto riguarda la sanità animale, è stato assegnato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sassari il compito di acquistare, tramite procedura aperta a valenza regionale, vaccini veterinari per la prevenzione della febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue) da fornire alle Asl.
Nominato, come proposto dall’assessore Virginia Mura, il Direttore del Servizio Lavoro dell’assessorato Rodolfo Contu, quale rappresentante della Regione nel Comitato Regionale Inps per la Sardegna.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, che ha preso atto del lavoro della commissione di valutazione sui candidati, la Giunta regionale ha nominato Roberto Zurru nuovo direttore generale dell’Agenzia Agris, di cui era già dirigente.
La Giunta, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e in attesa del riordino normativo del legislatore nazionale, ha aggiornato le direttive regionali in materia di inquinamento acustico ambientale sui requisiti acustici passivi.

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Donatella Spano 3

La Giunta regionale, nella seduta odierna, ha approvato il Piano regionale d’ispezione ambientale delle installazioni soggette ad autorizzazione integrata ambientale (AIA). «Per la prima volta la Regione – ha affermato l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano – si è dotata di uno strumento di pianificazione che stabilisce i criteri di priorità nelle ispezioni delle installazioni industriali. In questo modo, tramite un approccio integrato, è possibile programmare in maniera più efficace il controllo delle emissioni industriali”.

La Regione Sardegna è tra le prime regioni italiane ad adempiere all’obbligo normativo nazionale. Attraverso il piano, stabilisce un criterio di priorità nelle ispezioni, in modo da garantire un maggior controllo di legge. Il Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente riceve il mandato di provvedere al periodico aggiornamento del Piano regionale d’ispezione ambientale.

Braccio operativo è l’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, a cui spetta la valutazione del rischio emissivo delle singole installazioni industriali. L’Agenzia esegue le verifiche ispettive sulla base del programma stilato sui criteri del Piano, effettua i necessari campionamenti e constata il rispetto delle prescrizioni di legge. I controlli ispettivi ambientali sono orientati infatti alla verifica delle emissioni di sostanze inquinanti nel contesto specifico dei processi produttivi. «Il Piano d’ispezione ambientale – prosegue l’esponente dell’Esecutivo Pigliaru – tende ad assicurare un alto livello di protezione del territorio, perché adotta un approccio metodologico uniforme dell’attività ispettiva a livello regionale e un nuovo approccio, di tipo integrato, per verificare l’impatto dell’installazione sull’ambiente, in relazione al processo industriale».

Sul territorio regionale risultano in esercizio 75 attività soggette ad AIA, di cui 65 di competenza delle amministrazioni provinciali, le quali si avvalgono Arpas, per l’accertamento del rispetto delle condizioni di esercizio prescritte nell’autorizzazione integrata. Le restanti dieci sono di competenza statale e in questo caso l’autorità deputata all’accertamento del rispetto delle condizioni di esercizio è l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.