8 October, 2024
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Porto Cervo Wine Festival

Il Porto Cervo Wine & Food Festival conferma la sua vocazione: offrire ai piccoli e medi produttori sardi l’opportunità di promuovere l’azienda al di fuori dei confini regionali. La rassegna che apre la stagione turistica in Costa Smeralda è in grado di connettere i produttori di nicchia con la distribuzione di livello mondiale. Evelin Hansson è una buyer internazionale, rappresentante del brand Pernod Ricard. Ed è una sommelier: «Ho scoperto un vino molto interessante, il Vermentino di Gallura. Ha una mineralità particolare, non riscontrabile in nessun altro vino bianco». Presente, al Festival, anche Eataly con una nuova iniziativa, il “Progetto Fico” spiegato da Sebastiano Sardo: «Stiamo costruendo il più grande mercato italiano dell’agroalimentare, all’interno saranno ospitate le migliori imprese del settore, una o più per Regione, che avranno la possibilità di produrre e vendere direttamente in loco».

Tra gli stand, è possibile scoprire inediti modi di interpretare cibi e bevande tradizionali: il tipico formaggio di pecora viene lavorato assieme alla birra artigianale, oppure il miele che viene da Sennariolo e che ha conquistato l’empireo dell’accoglienza nell’isola. C’è anche il Cannonau di Sardegna, creato appositamente per celebrare la longevità. Piccole e grandi storie si intrecciano e si incontrano negli spazi del Conference Center e del Tennis Club, dove è in corso (si concluderà domani) la rassegna.  

Un esempio è la Cantina Argiolas, una realtà consolidata del settore vinicolo che ha scelto il Porto Cervo Wine Festival per presentare per la prima volta il nuovo vino Senes ai consumatori sardi. Spiega Elia Onnis, marito di Valentina Argiolas e  responsabile commerciale dell’azienda: «Senes è un Cannonau di Sardegna affinato 12 mesi in barrique, 12 mesi in vasche di cemento e 6 mesi in bottiglia, per un totale di due anni e mezzo. È un omaggio alla longevità tipica della Sardegna: gli studi effettuati sulle abitudini dei centenari sardi rivelano che per tutta la vita hanno bevuto un calice di vino a pasto. Il messaggio che scaturisce è semplice: “Bevi Cannonau e campi cent’anni”».

Dagli alberghi Starwood della Costa Smeralda fino a Villasimius, l’arte del miele imprime il suo marchio di valori genuini. L’azienda Brisi ha una storia di oltre 70 anni:  «Mio padre è nato nel ’40 e dopo la guerra è emigrato in Svizzera. Lì il destino gli ha fatto incontrare un appassionato di apicoltura ed è iniziata la sua seconda vita» racconta Davide Brisi, seconda generazione dell’azienda di famiglia. Dai cantieri della rete ferroviaria Milano-Monaco, alle arnie di Sennariolo. Ora nuove sfide. L’idea è quella di produrre una confettura, mantenendo inalterate le caratteristiche di un miele che non si può dimenticare.

Un anno e mezzo fa, due amici di Macomer, Luciano Sogos e Gavino Guiso, hanno scelto di abbandonare i rispettivi lavori e hanno deciso di lanciarsi nel mercato del caseario fondando la Mac Formaggi. L’idea: produrre formaggio alla birra. Utilizzando non bionde qualsiasi ma birra artigianale, made in Sardinia. «Abbiamo pensato di fare un prodotto che non esisteva sul mercato e quindi abbiamo unito il latte di pecora biologico con la birra artigianale Sella del Diavolo e questi sono gli unici ingredienti che usiamo – spiega Luciano Sogos – il risultato è un formaggio molto apprezzato soprattutto come supporto per piatti di carne e pesce».