26 September, 2023
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Giorgio Serci & Friends” in concerto venerdì 18 agosto, alle 21.30, alla Corte di Casa Mereu di San Gavino Monreale per l’ultimo appuntamento dell’Estate 2023 firmata CeDAC Sardegna nel Medio Campidano: quasi un (auto)ritratto d’artista in musica con il recital dell’affermato chitarrista, arrangiatore e compositore sangavinese, docente all’Academy of Contemporary Music di Guildford e alla Royal Holloway University di Londra nonché visiting professor alla Guildhall School of Music & Drama nella capitale britannica. Sul palco insieme con Giorgio Serci (chitarra) e con Pierpaolo Sedda (percussioni), si alterneranno gli Specials Guests della serata: la cantante Irene Serra, il famoso suonatore di launeddas Bruno Loi e il violinista Simone Pittau, alle prese con un programma che include, accanto alle composizioni originali di Giorgio Serci, tra cui “Primavera”, “Campidano”,“Momentum”, “Kite” e “Samba Di Else”, anche le cover di brani celebri da “English Man in NY” di Sting a “Corcovado” di Tom Jobim, l’aria pucciniana “Nessun Dorma” e “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, oltre a pezzi dei Led Zeppelin e dei Beatles, di Michael Jackson, Cyndi Lauper e Pino Daniele.

Dal 18 al 23 luglio, a Carloforte, si terrà la la 17ª edizione della rassegna “Creuza de Mà – Musica per cinema”, manifestazione ideata e diretta dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzata dall’associazione culturale Backstage.

Sei giorni per raccontare il rapporto tra musica e cinema, esplorando le molteplici sinergie e influenze reciproche tra questi due linguaggi artistici in una location dall’incredibile fascino come l’isola di San Pietro, nel sud della Sardegna.

Momento d’incontro per registi, musicisti, compositori e appassionati di cinema e musica, Creuza de Mà rappresenta una piattaforma con proiezioni, incontri con ospiti, masterclass e musica live al fine di promuovere un dialogo creativo tra le due arti. Sarà come sempre l’isola di San Pietro, tesoro del Mediterraneo, location unica ed eccezionale, a fare da scenario alle sei giornate della manifestazione, Carloforte rappresenta un contesto unico per l’esplorazione artistica e la contemplazione.

Carloforte è dove Creuza de Mà è nato nel 2007 e in cui affonda le sue radici. Il nome del festival è preso in prestito dal titolo della nota canzone di Fabrizio De André: un modo per rendere omaggio al grande cantautore genovese così legato alla Sardegna, ma anche alle radici liguri di Carloforte, fondata nel 1738 da una colonia di pescatori di Pegli. U paise sull’isola di San Pietro, dove quelle origini sono ancora così vive nella parlata dei suoi abitanti. I caruggi con la loro architettura tipica e i paesaggi che l’isola offre, rendono Carloforte una location straordinaria e il festival Creuza de Mà un evento unico nel suo genere, permettendo agli ospiti e al pubblico di immergersi in un’atmosfera magica, in cui l’arte e la bellezza della natura si fondono in un connubio perfetto.

I numerosi appuntamenti in cartellone saranno nei due storici cineteatri dell’isola, Cavallera e Mutua, che ospiteranno le proiezioni, gli incontri e le masterclass, ma saranno coinvolte numerose location sull’isola tra cui le piazze, la magia nascosta del Giardino di Note ancora una volta dedicato agli appuntamenti notturni. E ovviamente non potrà mancare uno degli appuntamenti più attesi della manifestazione ovvero il concerto al tramonto alle “Ciassette”, scenario mozzafiato con le sue rocce a picco sul mare che come ogni anno saprà offrire un’incredibile esperienza sonora nella natura.

Tanti gli ospiti che si daranno appuntamento sull’isola, artisti che con il loro talento hanno contribuito in modo significativo alla creazione in grado di unire musica e cinema, tra cui: Mauro Pagani, Pivio, il regista Paolo Pisanu con il compositore Riccardo Gasparini, Ondanueve String Quartet, Gatto Ciliegia contro il grande freddo, Alessandro Pieravanti e molti altri.

Creuza de Mà torna anche con il “CAMPUS musica e suono per il cinema e per l’audiovisivo”, progetto di alta formazione ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu e realizzato da Creuza de Mà con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Scuola Nazionale di Cinema con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission. Il progetto è diventato negli anni un elemento centrale per Creuza de Mà, uno sguardo rivolto alle generazioni di cineasti e compositori di domani. I ragazzi che partecipano al campus residenziale, provenienti dal CSC ma anche da altre realtà formative, avranno la possibilità di interagire con docenti qualificati, professionisti del settore ed esperti di cinema attraverso workshop, seminari, proiezioni e sessioni di lavoro pratiche nel corso delle quali lavoreranno alla progettazione delle colonne sonore dei cortometraggi.

Il progetto CAMPUS sarà anche protagonista dell’appuntamento autunnale di Creuza de Mà, che avrà luogo a novembre a Cagliari. Le date e il programma saranno annunciati successivamente.

Creuza de Mà quest’anno renderà un doppio omaggio al cantautore genovese a cui il festival da sempre si ispira: innanzitutto con la presenza di Mauro Pagani, coautore del disco che dà il nome al festival, ma anche con una mostra dedicata proprio a Fabrizio De Andrè organizzata in partnership con Associazione Saphyrina e Isola dei libri.

 

Torna Creuza de Mà – Musica per Cinema, la manifestazione ideata e diretta dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzata dall’associazione culturale Backstage, la cui diciassettesima edizione si svolgerà dal 18 al 23 luglio in una location dal fascino unico come Carloforte, nel sud della Sardegna.

L’appuntamento sull’isola di San Pietro sarà ancora una volta un momento in cui raccontare l’incontro tra due arti come la musica e il cinema e avviare insieme a registi, musicisti, studenti e appassionati una riflessione su questo connubio, in un luogo magico che con la musica ha un rapporto privilegiato.
Le atmosfere di Carloforte, i suoi vicoli, gli scorci e gli scenari incantevoli che ospitano numerosi appuntamenti, i “sentieri che conducono al mare” del brano di Fabrizio De André che dà il nome alla manifestazione, contribuiscono a creare la magia che un appuntamento come Creuza de Mà ha saputo consolidare negli anni.

Tra i primi ospiti annunciati dell’edizione 2023, sarà a Carloforte Mauro Pagani, figura chiave della storia della musica italiana nonché autore di numerose colonne sonore per autori tra cui Gabriele Salvatores, Davide Ferrario, Roberta Torre.
L’omaggio a un maestro come Mauro Pagani, la cui carriera è contraddistinta dal sodalizio artistico con Fabrizio De André con cui scrisse a quattro mani Creuza de Mà, non è ovviamente casuale. Mauro Pagani sarà celebrato con la cittadinanza onoraria di Carloforte, sarà protagonista di un incontro dedicato alla sua carriera e regalerà a Creuza de Mà la sua unica data estiva con uno speciale concerto in Piazza della Repubblica.

 

 

Da martedì 19 a domenica 24 luglio, a Carloforte, la 16ª edizione del festival Creuza de Mà, uno dei pochi festival nel panorama nazionale e internazionale a incentrarsi esclusivamente sul rapporto tra musica e cinema. Un rapporto da esplorare attraverso la consueta formula: proiezioni di film e documentari, concerti e altri momenti di musica dal vivo, incontri e masterclass con registi, attori, musicisti, tecnici del suono. Tra gli ospiti di spicco, i registi Giuseppe Tornatore, Roland Sejko, Bonifacio Angius, Giulia Giapponesi e i musicisti Mauro Pagani, Pivio, Pasquale Catalano, Max Viale.

Preso in prestito dal titolo della nota canzone di Fabrizio De André, il nome del festival rende omaggio al grande cantautore genovese, che alla Sardegna ha legato una parte importante della sua vita umana e artistica, ma anche alle radici liguri di Carloforte, fondata nel 1738 da una colonia di pescatori di Pegli. Il paese sull’isola di San Pietro, dove quelle origini sono ancora così vive, e dove il festival è nato nel 2007, farà dunque da cornice alla prima parte di Creuza de Mà, mettendo ancora una volta a disposizione i suoi due cineteatri, il “Mutua” e il “Cavallera” per le proiezioni e gli incontri con gli ospiti, ma anche lo spazio dei Giardini di Note per gli appuntamenti della notte, e lo spettacolare scenario naturale delle “Ciasette”, con le sue rocce sul mare, per l’immancabile concerto al tramonto che caratterizza ogni edizione del festival.

L’appuntamento per la seconda parte del festival è invece a ottobre (date e programma verranno annunciati in seguito) a Cagliari, dove Creuza de Mà è impegnata in particolare sul suo versante didattico. A Cagliari già nei mesi scorsi sono andate avanti le attività del Campus Musica e Suono per il cinema e l’audiovisivo, progetto in partenariato di Creuza de Mà e la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Scuola Nazionale di Cinema con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission: un progetto di alta formazione sulla composizione musicale e suono per il cinema ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu, che nei prossimi giorni a Carloforte impegnerà gli allievi in un campus residenziale; lavoreranno alla progettazione delle colonna sonore dei cortometraggi, e parteciperanno agli incontri con gli ospiti del festival che racconteranno, dai rispettivi punti di vista, il lavoro del cinema, il rapporto del regista con musicisti, montatori e la costruzione del suono in un film.

A dare il via a Creuza de Mà, alle 21.30, all’Arena all’aperto delle Scuole Elementari, sarà il tradizionale concerto di musiche da film della Banda Città di Carloforte, che in questa occasione si avvale dell’arrangiamento di inedite partiture per banda firmate da due compositori del calibro di Pivio e Pasquale Catalano: un appuntamento che vede sempre una grande partecipazione dei carlofortini, e un’occasione per portare dal vivo la musica nata per “servire” le immagini.

Style: “pagani”

Marco Belpoliti con il romanzo “Pianura” (Einaudi) ed Alessandro Rivali con la raccolta di poesie “La terra di Caino” (Mondadori) sono i “supervincitori” della trentaseiesima edizione del Premio “Giuseppe Dessì”. La proclamazione e la premiazione sono avvenuti questa sera (sabato 25 settembre) a Villacidro, nel corso della consueta cerimonia, affidata quest’anno alla conduzione di Neri Marcorè, con gli interventi musicali del duo Fantafolk di Vanni Masala all’organetto ed Andrea Pisu alle launeddas, e le letture di Emilia Agnesa e Giacomo Casti di pagine tratte dalle opere finaliste affidate.
Nel corso della serata sono stati consegnati anche i due premi speciali che affiancano il concorso letterario: il Premio Speciale della Giuria alla scrittrice, saggista e sceneggiatrice Dacia Maraini e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna al compositore e pianista Nicola Piovani.
Oltre all’onore degli allori, i vincitori delle sezioni letterarie – Narrativa e Poesia – si aggiudicano un premio in denaro del valore di cinquemila euro, mentre vanno in dote 1.500 euro agli altri quattro finalisti: Eugenio Baroncelli con “Libro di furti. 301 vite rubate alla mia” (Sellerio) e Antonio Franchini con “Il vecchio lottatore e altri racconti postemingueiani” (NN Editore) per la sezione Narrativa; Franca Mancinelli con “Tutti gli occhi che ho aperto” (Marcos Y Marcos), Francesca Mazzotta con “Gli eroi sono partiti” (Passigli) per la sezione Poesia.
«Marco Belpoliti è un saggista, giornalista, curatore tra i più acuti e incisivi del panorama italiano di oggi»: così è definito nelle motivazioni della Giuria del Premio Dessì lo scrittore, critico e professore all’Università di Bergamo, nato a Reggio Emilia nel 1954; «ma qui (nrd nel romanzo “Pianura) abbandona la sua cifra più tipica per lasciare briglia sciolta alla scrittura e incontrare, senza remore e paure, la letteratura tout court. Nel suo libro più intenso, commosso, stupefatto e meditato, Belpoliti ricorre all’ibridazione dei temi e della scrittura per ottenere un condensato che non risulta definitivo: la nebbia, che è presenza obbligata del paesaggio, invade alla fine anche la pagina: e lascia tutto in sospeso, in attesa di altre narrazioni. Non a caso, l’ultima parola del libro è una riapertura: “Eccetera”. (…) Belpoliti in “Pianura” è riuscito nel difficile compito di farci sentire tutti parte di un paesaggio, pur non cedendo mai alla propria identità e riconoscibile vicenda biografica. È quello che la letteratura sa fare, e al massimo livello: dichiararci in una appartenenza. Siamo un po’ tutti di “Pianura”, dopo avere letto il suo libro e la Pianura è una chiave di lettura anche delle nostre esistenze anche se, geograficamente, stiamo da altre parti. Proprio per averci ricordato che uno dei doni della scrittura e della letteratura è quella di costruire un “noi” credibile e sentito e per il fatto che davvero, con Pianura, Belpoliti attraversa per noi e con noi il paesaggio naturale e umano, che rivive in immaginazioni, storie, memorie, contorni, radici, orizzonti e insomma, coincide con la vita, il suo libro vince, con pieno merito e convinzione, il Premio Dessì Narrativa 2021».
«La terra di Caino è il libro della piena maturità poetica di Alessandro Rivali», spiega la Giuria nelle motivazioni del premio assegnato al poeta genovese, classe 1977. «Tenuto a lungo sul telaio (il precedente, La caduta di Bisanzio, risaliva infatti al 2010) (ndr. volume selezionato nella terna dei finalisti dieci anni fa, alla ventiseiesima edizione del Premio Dessì), esso rivela una profonda unità d’ispirazione e una straordinaria coerenza espressiva. L’opera ha il respiro delle grandi visioni che aleggiano sui tempi e sui luoghi della storia, riportando ogni accadimento all’archetipo stringente di una scena originaria, passibile di infinite repliche. E l’archetipo, nella fattispecie, è quello biblico di Caino che uccide il proprio fratello, dando l’avvio a una sequenza interminata di spargimenti di sangue, di morti cruente, di vittime innocenti, che vanno, per intenderci, da Ötzi, la mummia dell’età del rame restituita dal ghiacciaio del Similaun, alla bomba atomica sganciata su Hiroshima. In questo senso, La terra di Caino allude senz’ombra di dubbio al ruolo dominante che la violenza ha sempre avuto nella storia umana. (…) Ma se Caino è l’archetipo della storia, vuol dire che anche per la storia è possibile un riscatto. La terra di Caino è, alla fine, una meditazione cristiana sulla storia, sospesa tra l’iniquità e la salvezza. (…) Opera visionaria e insieme escatologica, epigrafica e simbolica, colta e accattivante in ogni passaggio, La terra di Caino è un grande libro di poesia, che sa tenere insieme le analogie, le ellissi e le scorciatoie proprie della lirica con la narratività leggendaria caratteristica dell’epica. Per questo la giuria lo proclama vincitore del premio Dessì 2021 per la poesia».
I due superfinalisti sono stati selezionati tra le 321 pubblicazioni iscritte quest’anno al premio (197 per la narrativa e 124 per la poesia) dalla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Luigi Mascheroni, Gino Ruozzi, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci. Oltre ad aggiudicarsi il premio di cinquemila euro (agli altri finalisti vanno in dote millecinquecento euro) Marco Belpoliti e Alessandro Rivali iscrivono i loro nomi nell’albo d’oro del Premio Dessì accanto a quelli delle trentacinque edizioni precedenti: un prestigioso elenco che comprende, tra gli altri, scrittori come Giulio Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, Giulio Angioni, Sandra Petrignani, Andrea Vitali, Francesco Permunian, Melania Mazzucco e, tra i poeti, Patrizia Valduga, Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone , Alberto Bertoni e Maurizio Cucchi.
Nel corso della cerimonia sono stati consegnati anche gli altri due riconoscimenti abituali dell’appuntamento villacidrese. Il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro) è andato alla scrittrice, saggista e sceneggiatrice Dacia Maraini che aggiunge così il suo nome nell’albo d’oro a quelli Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei, Ernesto Ferrero, Claudio Magris e Luciano Canfora.
«La singolarità del percorso di Dacia Maraini comincia da lontano, da una famiglia nella quale talento e originalità, cultura e scrittura sono sempre state dominanti» scrive la Giuria nelle motivazioni del Premio Speciale: «Basti ricordare la figura del padre, Fosco Maraini, grande antropologo, etnografo, orientalista. I suoi studi lo avrebbero portato in Giappone, dove Dacia trascorse l’infanzia, per passare poi in Sicilia, in una villa di Bagheria cui avrebbe dedicato uno dei suoi romanzi (mentre da un quadro ritrovato in quella casa nobiliare sarebbe nato uno de suoi libri più fortunati, non a caso vincitore del Supercampiello: La lunga vita di Marianna Ucrìa). La giovinezza l’avrebbe vista invece a Roma, dove avviò i contatti con un ambiente letterario nuovo e vivace che sarebbe sempre stato suo; con amici d’eccezione come Maria Bellonci, Elsa Morante, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini; con autrici “madri” più volte indicate da lei come modelli: oltre la Morante, la Romano, la Ortese, la Banti, la Ginzburg…. La collaborazione precoce a riviste di punta, l’ingresso nel mondo teatrale avrebbero rafforzato la sua passione civile, la sua capacità di leggere e condannare le storture della società (dalla mafia alla discriminazione, alla violenza). Davvero importante il suo impegno a favore della condizione femminile: figure indimenticabili di donna sono al centro di romanzi e racconti di grande successo, della poesia, dei testi teatrali, di libri inchiesta. Di notevole importanza anche la sua presenza sui mezzi di comunicazione di massa, le sue riflessioni sulla scrittura, il suo lucido ribadire che in ogni caso non esiste “uno stile femminile”, ma un inevitabile “punto di vista”, una “soggettività storica”, sovente fatta di sofferenza, che porta la donna che scrive ad avere un’acuita attenzione per un mondo troppo spesso dimenticato ove a campeggiare sono figure femminili capaci di ribellione, coraggio, tenacia. Riconoscendole all’unanimità il suo Premio Speciale 2021, la Giuria del Dessì ha voluto sottolineare il significato del suo percorso letterario, il valore del suo impegno nel mondo della cultura, la rilevanza della passione civile che l’ha guidata, facendone un sicuro punto di riferimento anche per le più giovani generazioni».
Il compositore e pianista Nicola Piovani ha ricevuto, invece, il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna che nelle passate edizioni è stato riconosciuto a Vinicio Capossela, Giacomo Mameli, i Tenores di Neoneli, Carlo Ossola, Massimo Bray, Vittorino Andreoli, Ferruccio de Bortoli, Lina Bolzoni, Tullio Pericoli, Renata Colorni ed Andrea Kerbaker. Le motivazioni: «Il premio viene assegnato a Nicola Piovani – un artista che ha saputo dare voce al nostro tempo guardando sempre al futuro ma sapendo ascoltare la lezione dei maestri del passato – per aver contribuito, con la sua vasta e varia produzione artistica, ad affermare la musica italiana nel mondo e a promuoverne la conoscenza tra le nuove generazioni, di cui ha colto sempre desideri, sogni, ansie e speranze. Il punto più alto nella illustre carriera del maestro – tra i nostri più bravi e prolifici compositori – è la stata conquista nel 1999 dell’Oscar per le musiche del film La vita è bella di Roberto Benigni. Per esperienza, stile ed eclettismo è tra i massimi compositori contemporanei, e non solo per il cinema: oltre a numerose colonne sonore di film di grande successo, ha composto per il teatro, per la televisione e per la musica pop: Piovani – anche se non sempre viene ricordato – ha infatti lavorato come arrangiatore per molti artisti ed è coautore di due album di Fabrizio De Andrè. L’esordio nel mondo del cinema avviene, nel periodo delle lotte studentesche, con lungometraggi sperimentali. Uno dei quali attira l’attenzione del regista Marco Bellocchio, che nel 1972 gli affida la colonna sonora del suo film Nel nome del padre: da lì comincia una lunga collaborazione. La profondità e la capacità evocativa dei suoi suoni attira l’attenzione dei registi più importanti di quegli anni: collabora con artisti come Federico Fellini, Mario Monicelli, i fratelli Taviani, Giuseppe Tornatore, Nanni Moretti. La sua invidiabile e colorita visione dei suoni e della musica gli permette di cambiare sovente pelle e di adeguarsi alle più svariate esigenze, dal film drammatico alla commedia al film d’azione. Compositore instancabile, Piovani lavora in teatro e firma spettacoli per Luca De Filippo, Vittorio Gassman, Maurizio Scaparro e commedie musicali come I sette re di Roma di Garinei con Gigi Proietti. Non solo. Forma un sodalizio con Vincenzo Cerami e crea una nuova forma di teatro musicale dove la musica acquista pari dignità rispetto alla parola e fonda così “La Compagnia della Luna”. Personaggio tra i più quotati della scena internazionale e popolarissimo presso il grande pubblico, nel 2013 Piovani, a conferma della sua versatilità e della sua popolarità, è stato Presidente della giuria di qualità del Festival di Sanremo. La cultura italiana gli è grata per i contributi che ha dato e continuerà a fornire».

Celebrato il suo evento più atteso con la cerimonia delle premiazioni, la settimana villacidrese del Premio Dessì si chiude domani – domenica 26 settembre – con gli ultimi impegni in agenda: la mattina, alle 10.30 al Mulino Cadoni ritorna l’immancabile appuntamento con Quelli che il Premio, ovvero l’incontro con gli autori finalisti ed i vincitori. La conversazione sarà coordinata da Anna Dolfi, presidente della Giuria, con la partecipazione dei suoi componenti. Poi, in serata, alle 21.30 nel cortile di Casa Dessì, cala il sipario sulle note di Gavino Murgia al sassofono e alla voce, e di Rita Marcotulli al pianoforte, nel concerto “Il vento fra le corde”. Un duo di spessore assoluto e dal forte impatto emotivo per un incontro tra jazz e musica mediterranea, dove il vento del sax e le corde del pianoforte vanno a creare un suono d’insieme emozionante e coinvolgente.

 

Questa sera prendono il via, sulle note delle musiche di Fabrizio De Andrè, gli eventi della Rassegna Luci d’Estate a Normann. Ad esibirsi, alle ore 21.30, nel piazzale di Villa Stefani saranno gli Zirichiltaggia che suoneranno il loro tributo a Fabrizio de Andrè.

Domenica sera, lo splendido scenario del Villaggio Normann ospiterà una serata dedicata a Fernanda Pivano.  Sul palco, Enrico Rotelli (scrittore ed assistente di Fernanda Pivano) e Serena Danna (vicedirettrice di Open). Dialogano con gli ospiti Eleonora Carta e Claudia Aloisi. L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’Associazione Argonautilus.

Lunedì 19 luglio il prof. Giuseppe Italiano, docente di Computer Science presso la Luiss terrà una conferenza dal tema: “Algoritmi e Intelligenza Artificiale: Quale futuro”. Modera la serata Giampaolo Cirronis, direttore della Provincia del Sulcis Iglesiente.

Martedì il programma inizia con un’escursione targata Janas Escursioni alla scoperta del Villaggio Minerario di Normann tra miniere, villaggi e racconti che terminerà con un aperitivo al Belvedere.

Alle 21.30 nel piazzale di Villa Stefani andrà in scena il reading teatrale – “Era partito per fare la guerra” di e con Paolo Floris. A cura dell’Associazione Radici e Ali.  

Le iniziative sono realizzate in collaborazione con l’Associazione Villaggio Normann che con grande passione, da mesi, sta lavorando per la riqualificazione del Villaggio e la valorizzazione della sua memoria storica. A tutti i volontari il grazie dell’Amministrazione per questo grande lavoro a favore della nostra casa comune.
Programma completo su www.visitgonnesa.it.

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La Buona Novella di Fabrizio De André spegne 50 candeline. Ad omaggiare una delle più belle e suggestive opere di Faber in Sardegna sarà la voce di Antonella Ruggiero, genovese come il cantautore. Previste due sole date nell’isola per assistere all’evento: l’appuntamento è a Cagliari per il 13 marzo, a Sassari il giorno successivo, il 14 marzo.

Spettacolo a Cagliari, 13 marzo ore 21.00. Il concerto si terrà a Cagliari al Teatro del Conservatorio in Via Ottone Bccaredda. Lo spettacolo sarà diviso in due parti. Antonella Ruggiero canterà l’intera opera de La Buona Novella di De André, accompagnata dalla corale Santa Cecilia e dai musicisti dell’Ensemble Laborintus, entrambi di Sassari. La voce maschile sarà quella di Carlo Doneddu, mentre la voce recitante quella di Maria Antonietta Azzu, il direttore Matteo Taras, gli arrangiamenti a cura di Gabriele Verdinelli. Lo spettacolo proseguirà con la parte dedicata ai grandi successi di Antonella Ruggiero, ex voce dei Matia Bazar. Indimenticabili i brani “Vacanze Romane”, “Ti sento”, “Stasera che sera”, accompagnata da uno dei più virtuosi fisarmonicisti italiani, Renzo Ruggieri. E ancora il repertorio della Ruggiero solista, come “Amore lontanissimo”. L’esibizione della cantante sarà inoltre impreziosita, sul palco, dalle coreografie di due ballerini-acrobati di fama internazionale: Silvia Sarritzu (di Quartu Sant’Elena) e Paolo Ladisa (di Roma). Le coreografie sono state curate da parte di Claudio e Paolo Ladisa, che tra le tante collaborazioni vantano anche quella con il Cirque du Soleil.

Beppe Dettori. Tra la prima e la seconda parte dello spettacolo ci sarà l’esibizione di una delle più belle voci della Sardegna, quella di Beppe Dettori (ex voce solista dei Tazenda). Ricordiamo inoltre – tra le sue più significative collaborazioni – quelle con Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Ron, Renga, Grignani, Enrico Ruggieri, ecc.

Spettacolo a Sassari, 14 marzo ore 21.00. Lo spettacolo nella città di Sassari sarà al Teatro comunale in viale Trieste.

Dove acquistare i biglietti. Per i biglietti rivolgersi a Cagliari, Box Office Sardegna Viale Regina Margherita tel. 070657428, a Carbonia Biagetti Marco, Via Gramsci 111, a Oristano Closer, Via Tirso 148, Villacidro, Tabaccheria Aresti. A Sassari Le Ragazze Terribili, Via Tempio 65, tel: 079.2822015, Nuove messaggerie sarde, Piazza Castello 11, tel. 079.230028. Ad Alghero Pi Tre, Via Lo Frasso 14 tel. 079.953323. Tempio Pausania, Baffigo Via Roma 1. A Olbia invece rivolgersi al Bar Baraonda in via Mameli 13. Nuoro, Non solo MusicaVia La Marmora 153, tel. 0784.255060. Lanusei, Edicola la Rotonda in piazza Mameli, e Tortolì il Tabacchino di viale monsignor Virgilio 121.

Infoline: Aefe Music 3409638066.

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“Manlio Brigaglia”, l’inedito filmato di Peter Marcias, in chiusura della mostra del libro “Qui c’è aria di Cultura”, a Tempio Pausania, è stato come un tuffo al cuore. È stato come incontrare per un’ultima volta ancora questo personaggio di straordinaria cultura che per la sua capacità comunicativa era riuscito a farsi apprezzare ed amare da intere generazioni.

E lo stesso Peter Marcias, classe 1977, in apertura della serata alla Casa del fanciullo, ha raccontato al pubblico le curiosità e i retroscena del suo rapporto con questo grande intellettuale, prima, durante e dopo la realizzazione del docufilm “Uno sguardo alla terra”,  alla riscoperta del capolavoro di Fiorenzo Serra di cui Manlio Brigaglia era stato il protagonista nella stesura dei testi. La video-testimonianza, estrapolata da un elaborato di almeno tre ore, rappresenta una delle ultime interviste, forse l’ultima rilasciata dal “professore” prima della scomparsa, ed è ricavata dal contenuto extra del documentario distribuito da Istituto Luce Cinecittà, ancora in fase di produzione.

Dopo tre giornate intense tra presentazioni, eventi, concerti e spettacoli con al centro l’editoria e le produzioni librarie dell’isola, la manifestazione organizzata dall’AES di concerto con l’amministrazione comunale tempiese e la collaborazione della libreria Bardamù, si è conclusa con il reading letterario a cura del Circolo Culturale Aristeo, dedicato a un’altra icona della cultura sarda, Enrico Costa, e al suo romanzo “Il muto di Gallura”, che più di tutti è ispirato al nord-est dell’isola. Il sipario sull’intera manifestazione è calato sulle ruvide narrazioni dell’attore Daniele Monachella, dalle quali sono scaturite le suggestioni della tremenda faida che dal 1850 al 1856 aveva sconvolto il territorio di Aggius.

Spigliato e brillante, un entusiasta Matteo Porru è stato invece il grande protagonista degli incontri con gli autori allo Spazio Faber, dove nel rispondere alle domande del giornalista Salvatore Taras ha raccontato la sua esperienza di fresco vincitore, a Venezia, del prestigioso Premio Campiello Junior. «È stato come diventare ciò che avevo sempre sognato di essere -ha dichiarato il giovane scrittore cagliaritano –. Ai giovani autori consiglierei tanta pazienza, non correre mai, anche se nel mio caso sembrerebbe un paradosso. È stata sicuramente una cosa che ti cambia la vita. Senza alcuna presunzione, cambia il modo di sentirti autore».

Tra storia e letteratura il romanzo “Eva Canta” di Maria Tiziana Putzolu, edito da Aipsa e presentato dall’autrice assieme ad Anna Maria Baldussi, è stato occasione per rievocare un momento difficile e controverso della storia italiana, quello coloniale. Tratto dalla storia vera di una famiglia di imprenditori ferraresi, il narrato si snoda su più spazi temporali, permettendo al lettore di calarsi in contesti che spaziano dall’avvento fascista sino alla fuga verso una Tripoli in cantiere. E quindi nel dopoguerra, in una Sardegna impoverita e proiettata verso le speranze del piano di rinascita.

Di assoluta originalità il volume “Carrasegare Design” realizzato da Mara Damiani per Arkadia Editore. Dopo aver riscoperto in Sardegna tanti spunti di ispirazione per il suo lavoro, rapita da Nivola e affascinata dalle opere di Tavolara, l’autrice ha fatto tesoro della lunga esperienza nel mondo della grafica e del design (che gli ha permesso di lavorare per la Disney), traducendo la sua folgorazione per i carnevali e le maschere della tradizione in un linguaggio costituito da elementi grafici essenziali ma dal forte impatto emozionale.

Dalla mostra del libro non poteva essere trascurato Fabrizio De Andrè, personaggio amato come pochi altri dai cittadini di Tempio Pausania. Alla libreria Bardamù, dopo l’inaugurazione della mostra artistica “Il mondo illustrato di Simone Sanna”, Giuseppe Pulina ha presentato il libro “Fratello senza peccato”, edito da Paolo Sorba, in compagnia dell’autrice Brunella Lottero e del protagonista Filippo Mariotti.

Una presentazione resa ancora più accattivante dalle interpretazioni canore dell’artista Daniela Pes. È la storia di un’amicizia divenuta fraterna tra il fattore dell’Agnata ed il padrone di casa, in cui sono rivelati i momenti della vita quotidiana nella tenuta, il rapporto con l’isola e con la Liguria, quello con i media, il dramma e i retroscena del sequestro fino agli aspetti più semplici della vita e le fragilità che forse sono state anche il motore ispirativo delle sue più indimenticabili canzoni.

Nel tracciare un primo bilancio dell’evento, la presidente AES Simonetta Castia ha evidenziato la mostra del libro di Tempio Pausania abbia centrato l’obiettivo di creare un dialogo tra la comunità gallurese e il mondo dell’editoria libraria sarda, suscitando interesse e curiosità: «Nondimeno ha permesso di fare emergere le criticità del settore – come evidenziato nel dibattito tra editori e librai – nella consapevolezza che sia opportuno presentare delle modifiche per una vera attualizzazione della legge regionale sull’editoria».

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La XVIII edizione del Premio Fabrizio De André registra il suo record di iscrizioni. Al 20 ottobre, data di chiusura delle iscrizioni online, il numero complessivo dei progetti artistici partecipanti al Premio Fabrizio De André 2019 è di ben1190, il maggiore di sempre per il Premio dedicato al grande cantautore genovese che quest’anno giunge alla sua diciottesima edizione. Per l’inatteso quanto vasto numero di iscritti, al fine di consentire alla direttrice artistica Luisa Melis di valutare con attenzione ogni proposta ricevuta, la fase di ascolto e selezione verrà quindi prolungata di qualche giorno. Gli artisti che accederanno alle semifinali del Premio Fabrizio De André 2019 verranno annunciati non più in data 4 novembre, bensì il prossimo 25 novembre.

Patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus, supportato da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, organizzato da iCompany, con la direzione artistica di Luisa Melis, il Premio Fabrizio De André ha come scopo quello di stimolare, presso autori, compositori, interpreti ed esecutori esordienti, una creatività sperimentale, libera da tendenze legate alle mode del momento, al fine di favorire l’originalità e di ricercare e promuovere nuove forme di cantautorato, scrittura e pittura contemporanea.

Le iscrizioni – totalmente gratuite – sono rimaste aperte da lunedì 15 luglio 2019 a domenica 20 ottobre 2019.

Le semifinali si svolgeranno a Roma nei mese di dicembre 2019, mentre la finale nazionale è fissata per il 16 gennaio 2020 all’Auditorium Parco della Musica, a Roma.

Il Premio Fabrizio De André si sviluppa in tre sezioni: Musica, Poesia, Pittura.

Faranno parte della giuria del Premio Fabrizio De André 2019:
Dori Ghezzi (Presidente di giuria), Luisa Melis (Direzione Artistica del Premio Fabrizio De André), Massimo Bonelli (iCompany e Concerto Primo Maggio), Dario Salvatori (giornalista e presentatore), Fausto Pellegrini (Rai News), Federico Durante (Billboard), Marco Gallorini (Woodworm), Marta Venturini (produttrice), Mattia Marzi (Rockol), Michele Moramarco (saggista, scrittore e autore musicale), Paolo Talanca (Il Fatto Quotidiano), Riccardo De Stefano (Exitwell), Silvia Boschero (Radio2), Vincent Messina (discografico, produttore), Diletta Parlangeli (giornalista), Enrico Schleifer (RadUni), Rossella Diaco (conduttrice RAI), Piero Cademartori (editore), Vincenzo Costantino Cinaski (poeta) e Roberto Sironi (pittore, musicista, scrittore).

Al vincitore assoluto della sezione Musica verrà attribuito il Premio SIAE Fabrizio De André che prevede la produzione di un brano e del relativo videoclip per la canzone che si sarà aggiudicata la vittoria.

Il vincitore avrà anche l’opportunità di siglare un contratto discografico con Sony Music Italia e riceverà un contributo da parte di Nuovo IMAIE (pari ad € 15.000,00) per la realizzazione di un live tour di almeno 8 concerti sul territorio nazionale.

Per le sezioni Pittura e Poesia la giuria sceglierà un adeguato numero di opere alle quali saranno date lettura e visibilità durante le diverse fasi del Premi.

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Venerdì 18 ottobre, alle ore 18.30, nella biblioteca popolare “L’albero del riccio”, a Cagliari, in via Doberdò 101, l’autrice Vanessa Roghi presenta “Piccola Città. Una storia comune di eroina” (Laterza, collana i Robinson) in dialogo con la sociologa Aide Esu. Un nuovo appuntamento della rassegna di letteratura sociale Storie in Trasformazione 2019, “le vie della gentilezza” organizzato con la collaborazione del Cagliari Film Festival e che come di consueto ospiterà le letture poetiche a cura di Alessandra Fanti, ambasciatrice di gentilezza.

Nelle mattine del 18 e del 19 ottobre, l’autrice incontrerà gli studenti e le studentesse delle scuole superiori di Cagliari all’interno del percorso YoungBook dove il libro di Vanessa Roghi sarà presentato da giovani studenti in dialogo con l’autrice di fronte ad una platea di pari. Un’attività che promuove la lettura a scuola con l’obbiettivo di rendere protagonisti gli studenti e che nel 2019 ha coinvolto oltre 1.000 studenti.

«Guardate questa bambina. Questa bambina sono io. Ho un buffo cappello di lana colorato, lo so perché c’è un’altra foto a colori che me lo dice. Sto con M. Deve essere il 1977. Sono felice. La città per me è ancora una soltanto. Nessun muro la divide in due. Per ora. Dopo non sarà mai più così.» Decine di migliaia di tossicodipendenti, una ‘generazione scomparsa’ su cui si è steso un velo di oblio. Un libro di storia, un memoir che squarcia un muro di silenzio e lo fa partendo dal punto di vista più difficile e doloroso: quello personale.

L’autrice, Vanessa Roghi è una storica del tempo presente e ricercatrice indipendente. Fa ricerca sulla storia della cultura: ha scritto di donne e preti, di Manzoni e Le Monnier, di diritto degli autori e della fatica di guadagnarsi da vivere con la scrittura. Ma il suo amore più grande è la storia della scuola. I suoi ultimi saggi sono “La lettera sovversiva” (Laterza 2016) e “Piccola città” (Laterza 2018). Le piace pensare che l’immaginario storico possa avere un posto nel dibattito storiografico, fa di tutto per portarcelo. Ha insegnato per anni alla Sapienza ma poi ha smesso. Fa documentari di storia per Rai Tre. Ha due figlie che si chiamano Alice e Anita. Pensava che dopo Nick Drake e Fabrizio De Andrè la musica avesse poco da dire poi meno male sono arrivati i Radiohead.