26 April, 2024
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I 23 sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente hanno chiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy la convocazione urgente di un tavolo di confronto sulle criticità delle vertenze dell’area industriale di Portovesme. Questa sera hanno inviato una nota al ministro Adolfo Urso, al sottosegretario Fausta Bergamotto, al presidente della Regione Christian Solinas e, per conoscenza, al prefetto di Cagliari, nella quale scrivono che, vista la nota del 7.02.2024 della Società Sider Alloys SpA con la quale si convoca una riunione con le organizzazioni sindacali territoriali del Sulcis Iglesiente per l’apertura della Cassa Integrazione; preso atto delle dichiarazioni del MIMIT che in più occasioni ha confermato il pieno sostegno per il riavvio delle attività produttive dell’Area Industriale di Portovesme (Sider Alloys, Eurallumina, Portovesme Srl) ritenute strategiche a livello nazionale; valutati i ritardi registrati nelle attività di riavvio produttivo, dell’erogazione dei finanziamenti programmati e della realizzazione delle infrastrutture indispensabili per la vita stessa di qualsiasi attività economica del territorio; ricordato, infine, il grave disagio socio-economico del Sulcis Iglesiente, ormai esasperato dalle tante promesse e tanti progetti mai realizzati, chiedono la convocazione urgente da parte del MIMIT di un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali regionali e del Sulcis Iglesiente per una diretta e corretta informazione sulle criticità riguardanti le varie vertenze dell’Area Industriale di Portovesme.

All’indomani del vertice tenutosi al ministero per le Imprese e del Made in Italy, per la vertenza della Portovesme SRL, che vede coinvolti i due stabilimenti di Portovesme e di San Gavino, siamo fortemente preoccupati per quella che sembra ormai essere una vertenza che, per i circa 1.500 lavoratori coinvolti, non vede via d’uscita, si chiude, infatti, senza un nulla di fatto anche il quarto incontro di ieri 4 luglio.

È inaccettabile, che dopo due mesi di tavoli tecnici, si chiuda una vertenza di tale rilevanza per l’intero comparto industriale Sardo con un arrivederci e grazie, senza che nessuna delle parti citate in causa, Governo e Glencore, siano state in grado di portare soluzioni anche tampone che avrebbero potuto garantire ai lavoratori, nel periodo transitorio, il traghettamento per la completa riconversione degli impianti senza creare un dramma sociale come quello che si sta verificando.

Non è accettabile che ad incontri di tale rilevanza, ben due su quattro, non si sia presentato al tavolo il sottosegretario Fausta Bergamotto, colui che è la massima figura politica delegata dal governo per seguire la delicata vertenza, atteggiamento questo che lascia trapelare un certo disinteresse nei confronti del futuro di tantissime famiglie che meritano il rispetto e la massima attenzione da parte di tutte le forze politiche, ancor più da chi ha il compito di presiedere ai tavoli ministeriali.

Se da una parte si vedeva uno spiraglio con la ripartenza della linea zinco, dopo ieri anche questa ipotesi sembra esser ormai tramontata, il Governo ha dichiarato che al momento non esistono soluzioni o accordi commerciali che possano calmierare il prezzo dell’energia, questa era l’unica soluzione che avrebbe permesso un possibile riavvio della linea con il coinvolgimento di diversi lavoratori in regime di cassa integrazione guadagni ormai da mesi.

Va sottolineato che il piano di riconversione proposto dalla multinazionale interesserà un lungo periodo, circa 4 anni, e verso il quale noi continuiamo a manifestare un forte interesse, sempreché, sia chiaro, sia ambientalmente e socialmente sostenibile, debba necessariamente chiarire e avere un concreto piano di come impiegare le maestranze in questo lasso di tempo. E’ impensabile che si scarichi sempre il peso di ogni singola decisione o cambiamento sulla pelle dei lavoratori, cosa che ad oggi risulta essere l’unica certezza di questa triste vertenza.

Al contempo, non sono chiare le posizioni nei confronti dello stabilimento di San Gavino che, ad oggi, continua a stare chiuso con i lavoratori tutti in regime di cassa integrazione guadagni, e sul quale non esiste attualmente nessuna prospettiva futura che possa dare un minimo di speranza ad un territorio ormai martoriato da decenni di chiusure, e che ormai assiste all’azzeramento di un intero comparto industriale.

Alla luce di tutto questo, possiamo permetterci ancora una volta che l’intero territorio sardo venga così drammaticamente sfregiato? Crediamo di no e continuiamo a ribadire che l’industria possa e debba ancora avere un ruolo fondamentale nella nostra economia.

In tutta Europa è in atto una grande sfida industriale che vede gli stati più lungimiranti portare avanti politiche industriali nuove ed importanti, questo consentirà loro di avere la leadership in settori strategici, contribuendo attivamente a rendere le industrie e le imprese più competitive, promuovendo la creazione di nuovi posti di lavoro e la crescita economica mediante un contesto favorevole alle imprese.

In conclusione possiamo dire che il nostro futuro dipenderà, in gran parte, da quanto le Politiche Industriali sarde saranno competitive così da essere il volano per la crescita sostenibile e l’occupazione, ma l’esito dell’incontro di ieri al MIMIT, fa registrare l’ennesimo fallimento.

Il Partito Democratico della Sardegna continua a manifestare forte preoccupazione per quella che sembra ormai una storia già scritta triste e vissuta dal popolo sardo, che parla di decenni di crisi e di fallimenti, ribadiamo a gran voce l’importanza del rilancio economico e sociale, che deve passare anche per una nuova politica industriale, dei territori che rischiano lo spopolamento e l’impoverimento.

Alessio Frau – Responsabile Politiche industriali PD

Piero Comandini – Segretario regionale PD

«La Regione Sardegna, supportata dal Governo nazionale, sta lavorando alacremente per trovare la soluzione definitiva alla crisi della ‘Portovesme Srl.’ e affinché sia preservata l’importanza strategica dei siti industriali del Sulcis e del Medio Campidano. I problemi da affrontare e risolvere sono tanti e il piano di riconversione presentato oggi dall’Azienda contiene ancora troppe variabili, che, se superate, possono rappresentare una prospettiva per l’intero comparto industriale. Si è trattato di un primo incontro che, ovviamente, necessita di ulteriori approfondimenti.»
Lo hanno detto gli assessori regionali dell’Industria e della Difesa dell’ambiente, Anita Pili e Marco Porcu, che, nel pomeriggio, alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto con delega alle imprese in crisi, hanno incontrato al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), insieme alle rappresentanze sindacali, i dirigenti della Portovesme Srl. e della Glencore, che hanno illustrato le loro proposte progettuali.

«È necessario che l’Azienda concretizzi il suo impegno, perciò abbiamo chiesto la tempistica di questi progetti hanno sottolineato gli assessori Anita Pili e Marco Porcu -. La Società ha assicurato che durante la prossima settimana, i primi documenti verranno depositati in Regione. Inoltre, abbiamo sollecitato una soluzione adeguata anche per lo stabilimento di San Gavino, che va assolutamente recuperato.»

«Se dovesse concretizzarsi l’avvio di nuove linee produttiveha aggiunto l’assessore dell’Industriasarà necessario mantenere una configurazione che consenta di salvaguardare l’occupazione delle risorse umane finora impiegate nelle linee in marcia o nell’aggiornamento professionale.»

«Gli uffici dell’assessorato dell’Ambiente sono pronti, appena riceveranno i progetti, ad esaminarli per dare le necessarie risposte nel più breve tempo possibile», ha concluso l’assessore dell’Ambiente.

«L’obiettivo comune di Regione e Governo è quello di salvaguardare l’occupazione e garantire la ripresa di tutte le produzioni, strategiche per il Paese.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, intervenuto al tavolo ministeriale che ha visto coinvolti Regione e Sindacati sulla vertenza Portovesme srl.

Entro il 30 giugno una commissione chiamata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà valutare il progetto relativo al futuro dei siti produttivi e, di fronte alla rigida posizione di Glencore, il Governo e la Regione fanno fronte comune per garantire, come sottolineato anche dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, una soluzione che sia funzionale alla salvaguardia di un territorio che reclama il proprio diritto alla salvaguardia dell’occupazione e alla tutela ambientale.

«Governo e Regione stanno portando avanti un lavoro comune nell’interesse dell’aziendaha rimarcato Christian Solinas -. In questo è stato fondamentale anche il contributo delle forze sociali nel gestire una situazione molto complessa in cui i lavoratori hanno dimostrato, nonostante le sofferenze causate dalle molteplici difficoltà, un grande senso responsabilità mantenendo in perfetta efficienza lo stabilimento e gli impianti. Nell’ottica della individuazione di Portovesme come sito di interesse nazionale, all’esame del Governo, la Regione ritiene che il ragionamento debba comprendere l’intero polo della metallurgia non ferrosa, che comprende anche Sider Alloys e Eurallumina. C’è senza dubbio un interesse nazionale a salvaguardare tutta la metallurgia non ferrosa, le cui produzioni sono fortemente richieste dal sistema produttivo italiano.»

«Il progetto di riconversione annunciato da Glencore ha sottolineato il presidente Christian Solinas è profondamente diverso rispetto a quello che l’azienda stessa sta portando avanti nel resto d’Europa: negli stabilimenti sardi pare possa essere riservato l’onere di trattare materie particolarmente delicate sotto il profilo ambientale e della salute pubblica. Sappiamo infatti che le black mass sono un rifiuto pericoloso, tanto che al momento il trattamento di lisciviazione viene effettuato solo in Cina. Manca una normativa nazionale e comunitaria che dia indicazioni sulla gestione delle fasi di trattamento e smaltimento degli scarti di lavorazione del litio.»

«In queste settimane ha aggiunto ancora il presidenteè emerso con chiarezza che il tema dell’energia, che accomuna tutte le industrie italiane ed europee, è stato utilizzato per coprire una strategia industriale evidentemente diversa da quella illustrata dall’azienda: sappiamo bene che la produzione dello zinco è stata incrementata in Spagna, a sfavore di Portoscuso, e che lo stesso è avvenuto in Germania con il piombo. Il tema principale resta la tutela dei lavoratori di Portovesme e di San Gavino, il cui ciclo produttivo potrebbe ancora sostenersi dal momento che i lavorati della Fonderia sono richiesti sul mercato, a dispetto del fatto che lo stabilimento non venga citato nel piano di riconversione ad oggi prospettato. Ecco perché – ha concluso il presidente della Regione richiamiamo l’azienda, ancora una volta, alle proprie responsabilità.»

«Dopo decenni di impegno delle istituzioni, in termini di risorse finanziarie e tutela ambientale, non possiamo accettare che le scelte della multinazionale condannino un polo strategico alla scomparsa, e con esso migliaia di lavoratori alla disperazione.»

Il presidente della Regione Christian Solinas esprime con queste parole profonda delusione e preoccupazione per l’intransigenza mostrata da Glencore, che nel vertice a Roma con la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto «ha opposto un reiterato rifiuto alla richiesta di riavvio degli impianti di Portovesme e San Gavino Monreale, pur in presenza di ampie garanzie di sostegno rappresentate dalle misure in vigore per l’abbattimento dei costi energetici».

«Appare chiaro, come avevamo temuto aggiunge il presidente Christian Solinas -, che il fattore energia non fosse in realtà quello decisivo. Altre motivazioni di strategia industriale e commerciale incombevano sulla vertenza e orientavano fin dall’origine l’atteggiamento di Glencore, dalla quale ci attendevamo parole chiare che non sono ad oggi arrivate.»

«Per noi conclude il presidente della Regione -, può esserci un solo esito possibile: il mantenimento delle attività e di tutti i livelli occupazionali fino all’avvio di un processo di riconversione industriale del quale attendiamo di conoscere il progetto, e per il quale non possiamo che confermare il nostro sostegno in presenza di solide garanzie.»

«La Regione parteciperà agli incontri programmati nei prossimi giorni, a garanzia dei lavoratori ma anche in difesa di un polo industriale vitale per il Sulcis e strategico per la Sardegna e per l’Italia.»

Il presidente della Regione Christian Solinas segue gli sviluppi del confronto in corso al Ministero con Glencore in costante contatto con la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto.

«Attendiamo con molta apprensione e con fiducia dice il presidente  della Regione -, l’esito di un confronto che per noi può avere un solo esito: il mantenimento delle attività e di tutti i livelli occupazionali fino all’avvio di un processo di riconversione industriale del quale attendiamo di conoscere il progetto, e per il quale non possiamo che confermare il nostro sostegno in presenza di solide garanzie.»

«Da Glencore aggiunge il presidente Christian Solinas -, attendiamo parole chiare e precise sui propri progetti, a garanzia dei lavoratori ma anche di un polo industriale vitale per il Sulcis e strategico per la Sardegna e per l’Italia. Riteniamo che le misure in atto, e recentemente confermate, relative all’abbattimento dei costi energetici siano una efficace garanzia per il riavvio e il mantenimento delle attività a Portovesme e a San Gavino. La conferma anche per i prossimi mesi del credito d’imposta e il fondo da 2 milioni per le imprese energivore dei territori insulari sono una base solida, accettata peraltro dalle altre realtà industriali energivore in tutta Italia.»

«Insieme agli operai in lottaconclude il presidente Christian Solinas, che ieri ha incontrato i lavoratori a San Gavino – attendo, dunque, di conoscere le reali intenzioni della multinazionale, confermando la piena, totale disponibilità della Regione a fare la propria parte e, soprattutto, il fermo intendimento di schierarsi sempre dalla parte dei lavoratori, qualunque sia l’esito della vertenza, a tutela del loro futuro.»

«Sono stupito che il deputato del Pd Silvio Lai non trovi niente di meglio che difendere la direzione della Glencore e della Portovesme quando potrebbe chiedere all’ex viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde, del Movimento 5 stelle, le responsabilità della crisi e le reali intenzioni dell’Azienda e di come siamo arrivati a questo punto.»
Lo ha detto questa sera Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia.
«Non si può scaricare sulla politica e sul Governo le scelte dell’Amministrazione Glencore – ha aggiunto Salvatore Deidda -. Non da oggi, infatti, le stesse scelte sembrano dettate dalla volontà di disimpegnarsi ma senza avere il coraggio di dichiararlo. Spero di essere smentito ma il sottosegretario Fausta Bergamotto è impegnata giorno e notte per trovare le soluzioni sulla Portovesme srl, su Eurallumina e Sanac. Il Governo, la Regione Sardegna ugualmente. Dobbiamo forse pagare la Glencore per farla rimanere? – ha concluso Salvatore Deidda -. Oggi ci siamo confrontati con il ministro Fitto, non solo sulla Portovesme ma sul polo del Sulcis e in generale sulla Sardegna. La pazienza è finita su chi gioca sulla pelle dei lavoratori, nel Sulcis come nel resto d’Italia.»

«Governo e Regione Sarda hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per offrire all’azienda certezze e prospettive. Ora non è più tempo di rinvii: Glencore deve fare chiarezza e dichiarare apertamente quali sono le sue reali intenzioni sugli stabilimenti di Portovesme e di San Gavino. Approvo pienamente, dunque, la decisione del Governo, annunciata dal sottosegretario Fausta Bergamotto, di convocare l’Azionista al Ministero.»

Si è espresso così il presidente della Regione Christian Solinas, dopo l’incontro di oggi al Ministero, durante il quale, dice il Governatore, abbiamo dovuto ancora una volta constatare con rammarico come non sia emersa una posizione chiara sul futuro degli impianti.

«Non è accettabileha aggiunto il presidente della Regione -, che in presenza di condizioni oggettivamente favorevoli per la ripresa delle produzioni, quelle medesime condizioni che sono state accettate da altre realtà industriali energivore, Portovesme srl continui ad arroccarsi su argomenti superati o superabili e non a assumersi, pubblicamente, la responsabilità di dichiarare le proprie reali intenzioni. La Regione è al fianco dei lavoratori, e non li abbandonerà al proprio destino.»

C’è, dunque, una richiesta congiunta da parte di Governo, Regione e sindacati per il riavvio della produzione, ribadita dalla sottosegretaria del ministero delle Imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto e dagli assessori dell’Industria, della Difesa dell’Ambiente e del Lavoro, Anita Pili, Marco Porcu e Ada Lai.

Il prezzo dell’energia non è più la variabile chiave della vertenza che da un anno e mezzo coinvolge gli stabilimenti di Portovesme e San Gavino: l’azienda, ribadisce la Regione, in linea con il Ministero, non può continuare ad utilizzare le risorse pubbliche senza dare garanzie alle istituzioni e ai lavoratori che vivono una situazione già di per sé complessa.

«Il nuovo programma di riconversione ha detto l’assessore dell’Ambiente, Marco Porcudi cui ancora non si conoscono neppure i contenuti del progetto pilota, esclude comunque la fonderia di San Gavino. È inaccettabile che l’azienda chieda uno sforzo alle istituzioni, e soprattutto ai lavoratori, senza voler fare la sua parte, perché le scelte industriali del passato, talvolta sbagliate, in materia energetica, non possono ricadere solo sui lavoratori e sulla collettività. Del resto, oggi, la questione dell’insostenibilità energetica non è più giustificabile, anche alla luce delle misure messe in campo dal Governo e dal recente calo del prezzo dell’energia. Peraltro, il piombo non sparirà dallo scenario economico mondiale: del resto, è la stessa Glencore che in Germania sta scegliendo di non abbandonare questa produzione.»

«La crisi della Portovesme Srlha precisato l’assessore dell’Industria, Anita Pilidura da un anno e mezzo. Fin dall’inizio, la Regione ha chiesto all’azienda se davvero gli strumenti di incentivazione che calmierassero il costo dell’energia sarebbero serviti a scongiurare la chiusura degli stabilimenti. Già prima dell’approvazione dell’Energy Release l’azienda aveva confermato che, con questo strumento, non avrebbe fermato le linee produttive e anzi avrebbe ripreso in attività tutte le persone rimesse in cassa integrazione. Questo, chiaramente, non è avvenuto, forse il decreto attuativo dello strumento non ha soddisfatto le aspettative della Portovesme Srl. Dall’attenta analisi odierna, con il riscontro dei Dati forniti da Arera, si evince che il problema quindi non è costo dell’energia. Pertanto, la società dovrebbe dirci qual è il problema, e altresì dirci se nei suoi piani di riorganizzazione aziendale ci sia l’ipotesi di chiusura degli stabilimenti. È più che necessario restituire dignità a tutti i lavoratori che hanno creduto nella società. Noi assessori siamo saliti sulla ciminiera per ascoltarli, ma è ormai evidente a tutti che né la Regione né il Governo abbiano responsabilità di fronte alle scelte della società. Il governo nazionale e la Regione Sardegna ci sono, ci sono gli strumenti regionali, ma se mancano le condizioni di rispetto e responsabilità sociale da parte della Portovesme Srl, nessuno di noi può più andare avanti. L’azienda deve, qui, oggi, essere chiara con i lavoratori. Non si possono creare altre aspettative che poi verranno disattese, soprattutto in territorio come Sulcis che ha già pagato caro il costo della deindustrializzazione.»

«La Regioneha detto l’assessore del Lavoro, Ada Laigarantisce la sicurezza sociale dei lavoratori per non mettere a repentaglio il tessuto produttivo e sociale di un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto per le crisi industriali ed energetiche. La posizione della Regione Sardegna è la medesima, siamo a disposizione con tutti i nostri strumenti per tutelare il capitale umano e professionale e sostenere il rilancio dello stabilimento. Ma oggi l’azienda deve darci risposte concrete e chiarire le sue reali intenzioni. L’assessorato del Lavoro farà la sua parte, garantendo un sostegno al reddito dei lavoratori e delle loro famiglie. E’ stata, infatti, richiesta la firma, a breve, della cassa integrazione anche per i lavoratori della Fonderia di San Gavino. Un provvedimento che comunque deve essere assunto nella consapevolezza di un concreto progetto di ripresa.»

«Da oggi registriamo che a Portovesme esistono tutte le condizioni perché gli impianti produttivi riprendano l’attività. Ma è necessario che l’azienda, controllata dalla multinazionale Glencore Spa, faccia marcia indietro rispetto a una scelta unilaterale che ha messo a rischio i livelli produttivi e occupazionali.»

Si sono pronunciati così i vertici delle Segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, al tavolo convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, cui hanno partecipato i rappresentanti delle segreterie nazionali e regionali dei sindacati di categoria, quelli dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti della Regione Sardegna, istituzioni locali, azienda e parti sociali. La riunione è stata presieduta dal sottosegretario di Stato del dicastero stesso, Fausta Bergamotto.

«È inaccettabilehanno ribadito le segreterie nazionali dei sindacati di settoreche la proprietà si aspetti da parte del Governo ulteriori risorse pubbliche per ridurre il costo dell’energia, per sostenere gli ammortizzatori sociali, per garantire un’ipotetica riconversione industriale. La Portovesme Srl può godere di un prezzo accessibile dell’energia, della condizione energetica di interrompibilità, del mantenimento del regime agevolato del credito d’imposta. Il gruppo Glencore Spa e la società controllata in questione non hanno più alibi. Non possono che riprendere l’attività e riattivare la produzione. Solo su queste basi può riprendere il dialogo tra Governo, Parti sociali e Azienda. In caso contrario, il sindacato porrà in essere tutte le azioni di lotta a sostegno dei lavoratori.»
Il Governo ha sottolineato che riconvocherà nei prossimi giorni in sede ministeriale i vertici della Glencore Spa.

«Il sottosegretario all’Imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto aveva garantito massimo impegno e celerità nell’affrontare la vertenza che riguarda i siti industriali della multinazionale Glencore di Portoscuso e San Gavino Monreale. Prendiamo positivamente atto che questo Governo mantiene le promesse e dopo giorni di interlocuzioni il tavolo istituzionale aperto ai rappresentanti sindacali è riconvocato per il prossimo 24 marzo.»

Lo ha annunciato il deputato di Fratelli d’Italia Gianni Lampis.

«E’ importante affermare il principio secondo il quale la strategicità delle produzioni dei siti Glencore non possano comportare una diminuzione degli attuali livelli occupazionali sia diretti che dell’intero indotto ha aggiunto Gianni Lampis -. Uno scenario che comporterebbe devastanti conseguenze sociali nei territori del Sulcis e del Medio Campidano, già fortemente provati da una crisi economica che da anni logora queste comunità. Nel ribadire massima fiducia e apprezzamento nel lavoro sin qui svolto dal governo Meloni, è auspicabile ha concluso Gianni Lampis che tutte le parti coinvolte condividano un percorso proattivo e collaborativo scevro da qualsivoglia condizionamento ideologico o politico.»