29 March, 2024
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Nel primo pomeriggio di martedì 21 gennaio c’è stato un irrefrenabile e doloroso tam-tam ideale che, nei territori del Goceano, Marghine e Nuorese, annunciava la morte di tziu Gasparru Mele di Orotelli, proprio alla soglia dei 109 anni. La notizia rimbalzava veloce, prima tra la ristretta cerchia di amici e paesani, e successivamente inondava i social.

Tziu Gasparru, decano dei poeti sardi, era una persona autentica di estrema sensibilità ed umanità; come i grandi patriarchi era il custode e cultore dell’alto genuino senso dell’ospitalità ed amicizia. I poeti, quelli autentici, sono un dono raro. E pensando a tziu Gasparru, vengono alla mente le parole di Moravia alla morte di Pasolini, che aveva affermato: «Abbiamo perso soprattutto un poeta e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo…». Per quanti lo hanno stimato e frequentato mancherà soprattutto l’uomo e il saggio riferimento nell’universo poetico sardo. Il lascito di tziu Gasparru va oltre i versi, perché ha caratterizzato il suo vivere quotidiano con valori ideali e culturali universali; pensava che i significati di giustizia, di comprensione e dialogo avrebbero dovuto alimentare la società e l’umanità tutta. Un messaggio testamentario ed insegnamento etico e morale che ha vigorosamente perseguito anche nella stesura della sua opera poetica “Sa vida de Juanne Battista Selenu – Romanzu in ottadas”. L’opera di oltre 360 strofe era stata completata e pubblicata alla soglia dei 90 anni. Tziu Gasparru ha seminato versi a piene mani e ha percorso la lunga esistenza “Con passo leggero da viandante,/ Senza paure e ansie/ Per lo scorrere divino del tempo./ Amen!//”.

Un pensiero affettuoso ai figli e familiari tutti.

Cristoforo Puddu