20 April, 2024
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La Seconda commissione consiliare ha svolto l’audizione dei rappresentanti dell’associazione degli editori sardi, Simonetta Castia (presidente) e Paolo Sorba, per raccogliere le osservazioni dell’Aes in ordine alla partecipazione della Regione e degli editori sardi alla trentaduesima edizione del Salone internazionale del libro, tenutasi a Torino lo scorso maggio.

I vertici dell’associazione che rappresenta gli editori che operano nell’Isola hanno contestato duramente la scelta «ostile» della passata amministrazione regionale di affidare, attraverso un bando ad evidenza pubblica con il criterio del massimo ribasso, l’organizzazione degli spazi espositivi nel centro fieristico il Lingotto, dove si è svolta la più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria. Simonetta Castia e Paolo Sorba hanno evidenziato come il servizio, affidato con un ribasso di oltre il 40% ad una società privata sassarese, non sia stato perfettamente corrispondente alle richieste specificate nel bando di gara ed abbia penalizzato l’editoria sarda, attestato che la quasi totalità delle case editrici della Sardegna hanno partecipato al salone del libro negli spazi espositivi gestiti e organizzati direttamente dall’Aes.

L’associazione degli editori ha quindi chiesto alla commissione presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi) di verificare i margini politici ed amministrativi per una rinnovata collaborazione tra la Regione e l’Aes, considerato che quest’ultima dal 1988 ha sempre supportato l’azione della Regione nella partecipazione al Salone del libro di Torino. L’ulteriore auspicio formulato dagli editori ha riguardato la modifica della legge del settore, la legge n. 22 del 1998.

A seguire, la seconda commissione ha ascoltato i rappresentanti degli “stabilizzandi Enas” (Giovanni Ledda e Roberta Schiffino) che hanno riproposto l’annoso tema della mancata stabilizzazione di dodici lavoratori che prestano la loro opera negli uffici dell’Ente acque della Sardegna e che vengono retribuiti dietro presentazione di fattura. «Siamo delle finte partite Iva – hanno affermato Giovanni Ledda e Roberta Schiffino – e le nostre prestazioni sono rese in un regime perfettamente assimilabile a quello del lavoro subordinato». A sostegno della loro tesi, gli stabilizzandi Enas hanno ricordato come nel sistema Regione altri lavoratori con partita Iva siano stati stabilizzati nell’ambio del relativo programma conclusosi nella scorsa legislatura. Il presidente della commissione ha quindi ricordato la risoluzione adottata dalla Seconda commissione l’11 dicembre 2018 ed in particolare l’esortazione rivolta ai dirigenti dell’Enas a “riesaminare la situazione di coloro che hanno prestato attività lavorativa presso l’ente, con modalità assimilabili al rapporto di lavoro subordinato, assicurandosi di applicare criteri uniformi e omogenei volti ad evitare disparità di trattamento tra gli stessi”.

Su sollecitazione dei consiglieri Stara (Progressisti), Comandini (Pd), Desiré Manca (M5S) e Agus (Progressisti), il presidente del parlamentino del lavoro ha quindi preannunciato la convocazione in commissione, per un’audizione, dell’assessore del Personale e dei vertici dell’Enas.

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La commissione Lavoro, presieduta da Piero Comandini (Pd), è stata impegnata alla presenza dell’assessore Virginia Mura e dei dirigenti dell’assessorato, in un ciclo di audizioni dei lavoratori precari del sistema Regione, in vista dell’imminente discussione della Finanziaria 2019.

La prima delegazione ascoltata dalla commissione è stata quella dei “lavoratori in utilizzo” (circa 350 persone impiegate nelle autonomie locali e nella sanità) rappresentata da Angela Caddeo, che ha sollecitato 3 interventi: la continuità dei progetti, la possibilità per le amministrazioni di utilizzare i fondi residui del 2018 in modo da avviare i programmi a ridosso dell’approvazione della prossima legge Finanziaria, ed uno stanziamento adeguato a garantire ai precari un periodo lavorativo di 12 mesi l’anno.

Il presidente Piero Comandini, dopo aver ricordato l’impegno del Consiglio sulle politiche attive del lavoro e l’aumento della dotazione finanziaria da 4 a 7 milioni di euro, ha annunciato diverse novità. La più importante riguarda la programmazione triennale 2019-2021 dei progetti, che darà più certezze ai lavoratori e più capacità al sistema Regione di utilizzare al meglio le risorse umane e finanziarie disponibili. Inoltre, ha proseguito, sarà possibile contare sia sui fondi residui del 2018 che su quelli degli anni precedenti, in quest’ultimo caso con una norma specifica introdotta nella prossima Finanziaria.

Piero Comandini ha poi chiesto agli uffici dell’assessorato del Lavoro una ricognizione dettagliata dei residui per definire l’ammontare delle risorse necessarie a garantire il pieno impiego dei lavoratori: 30 ore settimanali per 12 mesi l’anno.

Successivamente Marco Campus ha portato all’attenzione della commissione la vicenda dei borsisti Agris, 20 unità specializzate che in questi anni hanno operato presso l’Agenzia di ricerca in agricoltura. «Si tratta – ha detto Campus – di professionisti con qualificate esperienze precedenti che hanno svolto attività di ricerca documentata da relazioni e pubblicazioni scientifiche, eppure ancora privi di una collocazione stabile solo perché “sprovvisti di cartellino”.»

Il presidente Piero Comandini ha assicurato l’impegno della commissione che, ha specificato, fornirà all’assessorato in tempi brevissimi e prima della Finanziaria una nota di dettaglio su tutte le situazioni dei lavoratori finora esclusi dalla stabilizzazioni, con particolare riferimento ai requisiti fissati dalla normativa nazionale e regionale, come continuità lavorativa di almeno 36 mesi e superamento di selezioni pubbliche.

Un’altra vicenda emblematica della presenza del lavoro precario nel sistema Regione quella di Enas, dove 9 lavoratori continuerebbero ad avere un trattamento da “autonomi” pur svolgendo di fatto mansioni proprie del lavoro subordinato. Tutte persone che hanno partecipato a suo tempo ad una selezione ad evidenza pubblica, ha lamentato il portavoce Giovanni Ledda, ed abbandonati nella zona grigia delle interpretazioni normative.

Davide Musinu, a nome del Comitato idonei graduatorie di Area, ha invece espresso la preoccupazione di 20 vincitori di concorso (tutte figure professionali tecniche) con graduatoria approvata nel 2016, che rischiano di vederla scadere il 31 dicembre di quest’anno, perdendo ogni possibilità di accesso nell’Agenzia.

In risposta il presidente della commissione ha detto di ritenere molto probabile, a livello nazionale, la proroga di tutte le graduatorie in scadenza che, in questo caso, avrebbero una validità estesa a tutto il perimetro pubblico, compreso ovviamente il sistema Regione.

La commissione ha infine esaminato anche le situazioni del centro anti insetti e dell’Associazione degli enti locali per le attività culturali e di spettacolo della ex provincia di Cagliari.

Per il centro anti insetti (nel quale operano in tutta la Sardegna circa 100 unità nelle Province più alcuni addetti di società in house delle stesse, con una spesa complessiva di 10 milioni annui a carico della Regione) il portavoce Luca Locci ha auspicato la costituzione di un organismo di controllo centralizzato, per evitare dispersione delle risorse, pianificazione settoriale degli interventi e miglioramento dell’efficienza nella lotta ai parassiti.

Per quanto riguarda le vicende dell’Associazione degli enti locali che opera nella cultura e nello spettacolo (84 Comuni iscritti) il presidente Stefano Delunas, sindaco di Quartu Sant’Elena, ha messo l’accento sulla costante diminuzione delle risorse anche a seguito della riforma degli Enti locali. Ed ora, ha aggiunto, abbiamo grossi problemi per tenere in vita un circuito pubblico che ha assicurato in questi anni manifestazioni ed eventi di qualità e, soprattutto, servizi per i piccoli Comuni che hanno avuto la possibilità di “emergere” con le loro iniziative.

Il presidente Piero Comandini, nelle conclusioni, ha riconosciuto l’importanza del ruolo svolto dall’Associazione in vent’anni di attività. «Un ruolo che contiamo di rafforzare – ha proseguito – sia nel breve termine intervenendo sul capitolo riservato alle associazioni, rifinanziato con 2.5 milioni, sia eventualmente con un contributo straordinario. Ma senza trascurare – ha concluso -, una visione di prospettiva che potrebbe portare o ad una legge “ad hoc” o alla costituzione di una fondazione, sul modello della Biblioteca Satta di Nuoro.»