27 April, 2024
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Confartigianato Trasporti Sardegna sosterrà, gratuitamente, gli autotrasportatori sardi che vorranno chiedere i danni alle compagnie Volvo/Renault, Man, Daimler/Mercedes, Iveco, DAF e Scania, già sanzionate 2 anni fa dalla Commissione Europea, per aver danneggiato le imprese con un “cartello” che, tra il gennaio 1997 e lo stesso periodo del 2011, gonfiò i prezzi degli autocarri.

Grazie alla class action che l’Associazione Artigiana porterà avanti, attraverso un importante studio legale europeo specializzato in queste vertenze nel tribunale di Amsterdam, le imprese potranno essere risarcite gratuitamente e sollevate da eventuali oneri, che verranno detratti dalle somme recuperate. Se l’iniziativa non dovesse avere esito positivo, nessun costo sarà imputabile alle imprese aderenti.

«Potranno aderire tutte le imprese che avessero acquistato nel periodo indicato (da gennaio 1997 a gennaio 2011) autocarri delle marche citate – commenta Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – e di peso superiore alle 6 tonnellate, sia in conto terzi che in conto proprio

In Sardegna sono migliaia le imprese potenzialmente coinvolte, e non si parla solo di aziende di autotrasportato con mezzi adibiti a trasporto conto terzi ma anche, ad esempio, di imprese edili, metalmeccaniche, del legno proprietarie di camion ad uso proprio superiori ai 60 quintali.

«L’azione legale non comporta nessun costo e nessun rischio – aggiunge Giovanni Mellino – e per facilitare l’adesione stiamo per lanciare una piattaforma on-line su misura attraverso la quale gli autotrasportatori e le imprese interessate. Con il sostegno delle nostre associazioni territoriali in tutta la Sardegna – conclude il presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – potranno facilmente caricare i propri dati e i documenti a supporto del proprio possibile diritto risarcitorio

Le modalità e i termini di adesione saranno comunicati nelle prossime settimane, a cura di tutti gli ufficio Confartigianato in tutta l’Isola, che forniranno alle imprese tutta la necessaria consulenza ed assistenza.

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Quasi 6mila imprese e 9mila posti di lavoro. In Gallura, seppur a regimi ridotti, il motore artigiano dell’economia gira ancora. Edilizia e impiantistica, lapideo e cura del verde, trasporti e autoriparazione ma anche, e soprattutto, servizi, ospitalità e ristorazione.

Un comparto, quello delle micro e piccole attività produttive, che nel nord est della Sardegna rappresenta il 24% delle 26.600 realtà imprenditoriali, in un territorio di 26 comuni, 160mila abitanti e quasi 75mila famiglie. Quindi, l’artigianato di Olbia-Tempio “combatte e resiste” anche se risente ancora dell’onda lunga della crisi (il 2017 si è chiuso con -81 imprese registrate all’Albo Imprese Artigiane della CCIAA), duramente colpito dai prestiti bancari sempre più asfittici (-5,9% confronto tra trimestre settembre 2017 e giugno 2017), da una fiscalità che ha superato il 60%, da una burocrazia ancora pesante, nonostante le nuove leggi regionali ne abbiano ridotto l’impatto, da inconcepibili sprechi, da riforme vessatorie, inutili o mai attuate, da un sistema socio economico ancora seriamente compromesso dalla disoccupazione, mitigato solo dalle occupazioni stagionali, e da un reddito pro-capite ancora basso (10.656 euro pro capite l’anno).

Sono questi i numeri sul tessuto produttivo della Gallura, che emergono dal dossier realizzato dall’Osservatorio sulle MPMI di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati UnionCamere e Istat di fine 2017, ha analizzato la struttura imprenditoriale di ogni singolo comune dell’ex provincia Olbia-Tempio.

E di questi dati, e delle prospettive del territorio, si è parlato dell’Assemblea elettiva di Confartigianato Gallura che ha riconfermato presidente l’uscente Giacomo Meloni (imprenditore edile olbiese di 52 anni), che nel prossimo quadriennio verrà affiancato dal direttivo composto da Salvatore Delrio (comparto nautica), Agostino Pirina (movimento terra), Simone Ballo (impianti), Luigi Dettori (impianti), Marina Manconi (agroalimentare), Pietro Pattitoni (movimento terra e trasporti), Giacomino Maludrottu (metalmeccanica) e Loredana Derosas (lavorazione lapidei), supportati dal collegio dei sindaci composto da Piermario Pirina (lavorazione legno), Giovanni Mellino (autotrasporto merci) e Gianluca Stara (tinteggiature e rifiniture edili).

Giacomo Meloni, alla platea, ha ricordato il dialogo quotidiano dell’associazione con la Politica e le Istituzioni, per la crescita del territorio, per la ricostituzione della Provincia, per l’abbattimento della burocrazia, per la concessione dei crediti e dei finanziamenti, per l’approvazione della legge Urbanistica e per lo sviluppo del turismo.

Troppo spesso i nostri interlocutori politici hanno tentato di metterci nell’angolo – ha detto il rieletto presidente – ma il dialogo con loro sta cambiando perché hanno capito che sottovalutare la forza di 6mila imprese, come spesso hanno fatto, non è servito a nessuno: ne’ a loro, ne’ al sistema produttivo che si è ribellato perché scavalcato da logiche e ragionamenti incomprensibili. Per questo a tutti, in più occasioni, abbiamo fatto capire che siamo impostanti per la crescita del territorio e che con questa nostra rivendicazione andremo avanti. Non ci basta più essere ascoltati esclusivamente quando si tratta di votare».

Giacomo Meloni ha poi affrontato la questione dell’autonomia e ricostituzione della “Provincia Olbia Tempio”: «Il nostro sistema produttivo deve rivendicare uno spazio di autonomia politica e amministrativa, oltre che economica, nel quadro regionale, con la consapevolezza che non ci sarà nessuno che ci concederà nulla che non saremo capaci di conquistarci da soli». Su questo argomento ha lanciato un allarme: «Presto dovremo confrontarci con un sistema politico, burocratico, amministrativo che vuole togliere ancora di più dai territori il potere decisionale e pianificatorio per metterlo in mano a soggetti che non possono cogliere tutte le differenze e le sensibilità territoriali: questo non possiamo concederlo a nessuno»”.

Ha poi puntato l’indice contro l’eccessiva tassazione e burocrazia: «Quando le aziende, per poter pagare le tasse sono costrette ad accendere un finanziamento, questo è un punto di non ritorno Siamo tutti consapevoli come questi 2 fattori stiano penalizzando la piccola e media impresa; tutti gli adempimenti, spesso inutili che ci sono, e il costo della macchina amministrativa, il fisco, il costo del lavoro con il cuneo fiscale sono temi sentiti e importanti e sappiamo bene che molte delle questioni che ci affliggono non vengono dal livello locale. Abbiamo il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri politici locali perché portino le questioni che ci riguardano a livello regionale o governativo. Dobbiamo agire anche a livello nazionale per cambiare questi due fattori negativi».

Infine il passaggio più atteso dagli imprenditori su turismo e urbanistica: «Presto ci saranno le regionali ed è necessario far sapere a chi ci rappresenterà che servono norme urbanistiche che ci consentano di svolgere e sviluppare la nostra economia, la nostra società e il nostro territorio, che sono “naturalmente” e fortemente orientati verso il turismo, secondo quello che anche il mercato ci chiedeVoglio essere preciso – ha aggiunto Giacomo Meloni – e dire chiaramente che siamo favorevoli alla proposta dell’assessore Cristiano Erriu e all’incremento delle volumetrie con regole chiare per le strutture ricettive anche all’interno della fascia dei 300 metri. Questo non significherebbe, come non lo è stato finora, deturpare l’ambiente o fare colate di cemento indiscriminate, ma dare risposte concrete alle necessità di un turismo, che per un certo target di clientela chiede servizi adeguati e camere con degli standard adeguati alle sue aspettative. Non ci sono motivazioni per sostenere che non si possono fare cambiamenti su strutture che già esistono e fare modifiche in assoluto. Quindi ci vuole un piano urbanistico adeguato».

Per il presidente di Confartigianato Gallura il tema dei servizi a supporto del turismo, che consentirebbero una fruibilità del territorio tutto intero quello costiero e quello interno, è un argomento molto caldo. «E’ necessario realizzare delle infrastrutture adeguate che rendano accessibile l’intero territorio – ha aggiunto – strutture che mettano veramente in relazione l’intera Gallura. Solo così potremo superare una diatriba che non ha più senso tra costa e interno perché continuiamo a chiamare interno anche territori che si possono collegare con massimo trenta minuti di percorrenza in una strada decente e che eviterebbero lo spopolamento dei paesi, la possibilità per chi ci visita in una stagione più lunga di quella balneare di fruire di tutte le nostre possibilità e delle nostre attrattive che devono essere messe in vetrina e rese fruibili».

L’ultima parte del discorso di Giacomo Meloni è stata dedicata anche all’export: «Siamo consapevoli di quanto sia importante accedere a nuovi mercati per i nostri settori tradizionali dell’agroalimentare, come hanno dimostrato i progetti di promozione, ma siamo altrettanto consapevoli di quanto siano necessari sia il supporto economico, sia la collaborazione tra imprese”.

Poi la riflessione finale: «Il mondo sta cambiando e dobbiamo farlo anche noi – ha concluso – dobbiamo prendere atto di questo cambiamento, anche per una piccola impresa locale ormai i competitors sono globali, ma lo sono anche le opportunità. Lavoriamo per valorizzare quello che abbiamo di originale e di unico che sono le nostre radici e il nostro modo di fare le cose, a regola d’arte con quei valori che sono tipici dell’artigianato, del made in Italy».

Dal dossier emergono altri dati importanti.

A livello settoriale si osserva che il 64,4% delle 1.743 imprese del Manifatturiero, pari a 1.123 unità, sono artigiane; il 56,5% delle 4.277 imprese delle Costruzioni, pari a 2.416 unità, sono artigiane e il 16,2% delle 12.589 imprese dei Servizi, pari a 2.036 unità, sono artigiane. In tutti e tre i macro-settori l’artigianato, nel periodo 2016-2017, registra una perdita: di -37 unità nel Manifatturiero, di -32 unità nelle Costruzioni e di 11 unità nei Servizi.  Nell’artigianato del territorio lavorano 8.928 addetti, di cui il 47,1%, pari a 4.202, sono dipendenti e gli altri 52,9%, pari a 4.726, sono indipendenti.

Nell’area territoriale in esame si contano 14.133 micro imprese con meno di 10 addetti che rappresentano il 96,7% del tessuto imprenditoriale dell’intero territorio e occupano 26.946 addetti, pari al 66,7% del totale.  Mentre le micro-piccole imprese con meno di 50 addetti sono complessivamente 14.565 e rappresentano il 99,7% del totale e danno lavoro a 34.226 addetti pari all’84,7% dell’occupazione del territorio.

Tra i comuni con il più alto tasso di imprenditorialità troviamo Olbia con 9.497 imprese, seguita da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e San Teodoro. Tra quelli maggior vocazione artigiana sempre Olbia in prima fila (2.098) seguita sempre da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e Santa Teresa Gallura. L’incidenza maggiore dell’artigianato sul totale delle imprese la troviamo a Sant’Antonio di Gallura (35,1%), seguito da Luras, Calangianus, Padru e Budoni. Infine il più alto reddito pro-capite (imponibile) è registrato a Loiri Porto San Paolo (12.164 euro), seguito da Golfo Aranci, La Maddalena, Palau e Aglientu.

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E’ stato rinviato a settembre il fermo dei Tir e delle merci che Confartigianato Trasporti ed altre sigle datoriali, avevano programmato per i primi giorni di agosto. Nel frattempo dal Ministero arrivano 33 milioni di euro per ammodernare i mezzi per rendere le imprese più competitive.

Sono queste le due notizie che gli autotrasportatori sardi attendevano con interesse e urgenza.

La prima riguarda l’incontro interlocutorio che l’Associazione Artigiana ha avuto con il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che non ha soddisfatto le richieste degli autotrasportatori.

«Abbiamo illustrato al Ministro le problematiche del settore – annuncia Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – prima fra tutte il taglio alle deduzioni per le spese documentate. Il Titolare del Dicastero ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto con la nostra categoria, per individuare soluzioni da attuare in tempi brevi nell’interesse degli autotrasportatori e dell’economia del Paese”. “A fronte di questo impegno – aggiunge Giovanni Mellino – abbiamo deciso il differimento all’ultima settimana di settembre del fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci previsto dal 6 al 9 agosto

La seconda notizia, migliore della prima, riguarda direttamente anche le 2.476 imprese dell’autotrasporto sardo, di cui 1.647 artigiane, che potranno fruire di 33,6 milioni di euro, per acquistare nuovi veicoli a metano, rimorchi, semirimorchi e casse mobili oppure radiare o rottamare i veicoli ormai obsoleti, che il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha messo a disposizione a livello nazionale.

I decreti sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale il 16 luglio e quindi i fondi sono già fruibili. Pertanto fino al 15 aprile 2019, per le imprese è possibile effettuare gli acquisti e fare la domanda per ottenere gli incentivi.

Per gli investimenti sono destinati questi importi:

a) 9,6 milioni di euro per acquisizione di autoveicoli, nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate a trazione alternativa a metano CNG, gas naturale liquefatto LNG e elettrica (Full Electric);

b) 9 milioni di euro per radiazione per rottamazione di veicoli pesanti di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 11,5 tonnellate, con contestuale acquisizione di veicoli nuovi di fabbrica conformi alla normativa euro VI di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 11,5 tonnellate;

c) 14 milioni di euro per acquisizione di rimorchi e semirimorchi, nuovi per il trasporto combinato ferroviario rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di dispositivi innovativi volti a conseguire maggiori standard di sicurezza e di efficienza energetica;

d) 1 milione di euro per l’acquisizione di 8 casse mobili e 1 rimorchio o semirimorchi portacasse, così da facilitare l’utilizzazione di differenti modalità di trasporto in combinazione fra loro, senza alcuna rottura di carico.

«I fondi messi a disposizione – commenta Giovanni Mellino – non basteranno per soddisfare tutte le richieste ma rappresentano, in ogni caso, un passo in avanti per l’ammodernamento delle flotte”. “Purtroppo, da anni, nell’isola, il settore non riesce a ripartire – continua – nonostante incentivi e contribuiti, manca ancora la svolta che sarebbe necessario attendersi per una concreta ripresa. E’ necessario ricordarsi sempre che sul comparto si scaricano tutti i problemi delle imprese sarde – conclude il presidente Mellino – e se la manifattura, o l’edilizia, non ripartono, o se alle famiglie mancano le condizioni economiche, ovviamente i mezzi rimangono fermi. Tutto ciò si riverbera in modo principale su occupazione e crescita dei territori.»

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In Sardegna, da ormai un decennio, l’autotrasporto viaggia con il freno a mano tirato.

«Il parco mezzi vetusto, il crollo della domanda, i costi di esercizio record, l’abusivismo, la concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri, i pagamenti sempre più dilatati nel tempo – afferma Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – il tutto unito alla cronica carenza di infrastrutture e alla condizione geografica, ne hanno fiaccato la tenuta

Secondo un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat, nella nostra regione dall’inizio della crisi a oggi si contano quasi 900 realtà in meno, che hanno lasciato senza un’occupazione circa 3mila addetti. Si è passati dalle 3.073 imprese del 2009 alle circa 2.200 del 2017; di queste 1.722 sono artigiane.

Un settore, quello del trasporto merci su strada, che distribuisce l’85,4 per cento delle merci che viaggiano nell’Isola, contro una media dell’Ue a 28 di 10 punti inferiore.

Alle 2.200 realtà presenti sul territorio, va aggiunto un numero sempre più crescente di unità prive di automezzi, almeno 1.500, che svolgono quasi esclusivamente attività d’intermediazione, avvalendosi sempre più spesso di vettori stranieri.

«E’ un parco mezzi datato, quello che circola nelle arterie viarie regionali – sottolinea Giovanni Mellino – che non contribuisce alla ripresa del settoreInfatti – aggiunge il presidente – secondo recenti dati, nell’isola il “sistema circolante degli autocarri” risulta il secondo più vecchio d’Italia. Tra quelli pesanti, oltre 16 tonnellate, si arriva ai 19 anni mentre per quelli di portata inferiore, tra le 3,5 e le 16 tonnellate, l’età si aggira sui 21 anni

A queste criticità si sommano i costi di esercizio più elevati d’Europa, a causa di troppe tasse, e un deficit infrastrutturale che costa all’intero sistema economico sardo centinaia di milioni di euro l’anno.

«Senza contare che il settore – continua Giovanni Mellino – è costretto a sostenere delle spese ingiustificate per la copertura assicurativa degli automezzi, per l’acquisto del gasolio e, quando viaggiano nella Penisola, anche di pedaggi autostradali

Per Confartigianato Trasporti tutto ciò si è tradotto in un dumping molto pericoloso, con una “guerra” dei prezzi che sta spingendo fuori mercato molti piccoli padroncini.

Pur di lavorare, sempre più frequentemente i Tir italiani viaggiano sottocosto mentre trasportatori, come quelli dell’Est, avendo costi fissi molto inferiori, e spesso violando le norme sui tempi di guida e le disposizioni sul cabotaggio, propongono prezzi inferiori. Con questa disparità di prezzo, molti autotrasportatori sono stati costretti a gettare la spugna.

Oltre a tutto questo, c’è da sommare il continuo calo della domanda e i pagamenti che non arrivano mai. La crisi di questi ultimi anni ha contratto la domanda aggregata e conseguentemente anche la produzione industriale. L’effetto di tutto ciò ha dato origine a una forte riduzione delle merci trasportate.

Nonostante qualche timido segnale di ripresa, rimane ancora un grosso problema farsi pagare dai committenti entro tempi ragionevolmente brevi. Una situazione che ha messo in seria difficoltà la stragrande maggioranza dei padroncini da sempre sottocapitalizzata e a corto di liquidità.

«Il Governo – precisa il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – più volte, è intervenuto a supporto del sistema con soluzioni incentivate per favorire l’aggregazione, la fusione o la collaborazione di più imprese del settore, rinnovare e adeguare il parco veicolare, per acquistare nuovi veicoli a metano, rimorchi, semirimorchi e casse mobili, rottamare i mezzi ormai obsoleti e, infine, acquisire beni strumentali per il trasporto intermodale

Giovanni Mellino.

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

E’ caos nel mondo dell’autotrasporto della Sardegna: la chiusura delle province sta causando gravissimi disagi agli imprenditori dei trasporti che per revisionare il proprio automezzo, o vedere modificata la propria posizione nell’albo di settore, dovranno attendere anche 1 anno.

Lo denuncia il presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna, nonché vicepresidente nazionale, Giovanni Mellino che ha scritto ai quattro prefetti isolani, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, per far conoscere la situazione, mentre il Deputato cagliaritano Andrea Vallascas ha inoltrato una interrogazione al Ministro Del Rio per capire come il Governo intenda agire.

«La situazione in Sardegna è gravissima e siamo a rischio paralisi – afferma Mellino – dopo la cancellazione delle Province, un Decreto del Presidente del Consiglio, dal 4 maggio ha trasferito i servizi di tenuta degli Albi provinciali degli Autotrasportatori (principalmente revisioni dei veicoli e variazioni delle iscrizioni agli albi) dalle ormai ex Amministrazioni Provinciali alle Motorizzazioni. Queste, di conseguenza, sono state letteralmente “sommerse” dalle pratiche dei trasportatori conto terzi nella Motorizzazione di Sassari, per esempio, abbiamo notizie di revisioni che potranno essere effettuate solo fra 12 mesi.»

Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri in questione è quello dell’8 gennaio 2015 (“Trasferimento di funzioni in materia di tenuta degli Albi provinciali degli autotrasportatori dalle province agli uffici periferici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi dell’articolo 1, comma 94 della Legge n. 147/2013 (Legge di stabilità 2014″), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 4 maggio 2015.

«I danni che si stanno venendo a creare sono gravissimi – sottolinea Mellino – sia per gli autotrasportatori che sono costantemente a rischio sanzione o sequestro del mezzo, per le revisioni non effettuate, sia per gli operatori delle Motorizzazioni che, avendo già un organico sottodimensionato, sono stati costretti a dei gravosissimi servizi aggiuntivi.»

In Sardegna, alla fine del 2014 il settore ha chiuso con 2.726 imprese registrate, che hanno dato lavoro a 6.554 addetti. Negli ultimi 5 anni chiuse 531 aziende, il 16,3% di tutto il comparto.

«La nostra preoccupazione è che con questo provvedimento si allontanino ancora di più i servizi dai territori e quindi dalle imprese – continua Mellino – soprattutto quelle piccole che nei territori ancora resistono, non essendo presente una rete diffusa in maniera capillare di motorizzazioni capaci di coprire le esigenze concrete di servizio dell’utenza e non riuscendo, tali imprese, a vedere soddisfatte le proprie richieste di servizio.»

Per il presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna una soluzione, ripresa anche dal deputato Andrea Vallascas, potrebbe essere quella di «affidare ad altri uffici periferici almeno la possibilità di raccogliere una parte delle pratiche utili all’attività di trasporto e lasciare aperta la possibilità per sedi periferiche diverse dalla Motorizzazioni, come gli uffici delle ex province, di esercitare le competenze amministrative ed operative sulle iscrizioni variazioni e cancellazioni, concentrando nelle Motorizzazioni competenze di carattere più organizzativo e gestionale degli albi».

Questa, e altre proposte, verranno sottoposte al ministro Graziano Delrio in una interrogazione che il Parlamentare cagliaritano presenterà nei prossimi giorni alla Camera dei deputati.

Confartigianato Trasporti Sardegna, in conclusione, auspica un interessamento di tutte le forze politiche e istituzionali a tutela dei diritti delle imprese dell’autotrasporto, di quelle sarde in particolare che già, per via dei problemi legati alla continuità territoriale, soffrono di numerose altre criticità.

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Giovanni Mellino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti, interviene sulla vicenda del Sistri, il sistema della tracciabilità dei rifiuti.

«Dopo sette anni, l’ennesima beffa – spiega Mellino -. Il Decreto Milleproroghe contiene l’obbligo per le imprese (per fortuna resta l’esclusione per quelle con meno di 10 dipendenti) di pagare entro il primo febbraio i contributi per un sistema obsoleto che, è dimostrato, non garantisce in alcun modo la tracciabilità dei rifiuti. Non solo. Alla scadenza del primo febbraio si aggiunge anche quella del 30 aprile, per il pagamento del contributo 2015.»

«Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla volontà del Governo di superare il Sistri – continua Mellino – pareva si fosse scritta definitivamente la parola fine su questa esperienza fallimentare. Non è così! Ora si chiede di pagare per un sistema la cui operatività è stata differita di un anno e che non è mai diventato effettivamente operativo, tanto che nei prossimi mesi sarà archiviato in maniera definitiva. Se il Governo ha compreso l’inutilità di questo sistema, non obbligando più le imprese a servirsene – aggiunge Mellino – non rinuncia, però, a pretendere i soldi dalle imprese a fronte di un servizio inesistente.»

E non si tratta di “spiccioli”. In questi anni, in Sardegna è costato a 15 mila aziende (il 60% delle quali artigiane) tra produttrici di rifiuti e gestori (trasporto e smaltimento), quasi 6 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 15mila chiavette usb e quasi 3mila black box  a fronte di un sistema che non ha mai funzionato. E non solo, oggi costa quasi 20mila euro all’anno alle aziende di trasporto coinvolte.

«E’ necessario, dunque, correggere questa misura al più presto – conclude il vicepresidente nazionale – e confermare la proroga complessiva, per operatività e pagamenti, del Sistri il tempo necessario a definire un sistema di tracciabilità dei rifiuti nuovo, efficace e condiviso con le associazioni di categoria.»

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Sostenere il comparto dell’autotrasporto, agevolare l’attività delle migliaia di imprese che vi operano e semplificare le procedure burocratiche.

E’ questo l’obiettivo dei 5 emendamenti al collegato della prossima legge di bilancio dello Stato, proposti ieri da Confartigianato Trasporti al Senato.

Gli interventi richiesti a Palazzo Madama riguardano i costi d’esercizio relativi alla sicurezza sociale, i requisiti di idoneità e capacità finanziaria, il mantenimento della corresponsabilità della filiera e l’azione diretta regole che rafforzano la legalità nel settore in sinergia con l’attività di controllo da parte dell’Albo e, per ultimo, l’istituto della conciliazione delle controversie sui rapporti tra vettori e sub vettori.

«Ai senatori abbiamo presentato alcune richieste di modifica dettate dal buonsenso e dalle attuali necessità delle aziende – afferma il vice presidente nazionale di Confartigianato Trasporti, Giovanni Mellino – anche se, da alcune fonti governative, ci risulta che l’Esecutivo abbia intenzione di accettare solo due emendamenti, tra l’altro quelli non fondamentali.»

«Per noi e per tutto il settore dell’Autotrasporto – prosegue il vice presidente – questa non sarebbe una condizione accettabile e che potrebbe portare a un fermo merci.»

«In ogni caso – continua Mellino – abbiamo provveduto già a contattare i senatori della Sardegna iniziando a informarli e a coinvolgerli per supportarli nelle scelte che dovranno fare a Palazzo Madama, e per spiegare come queste, in ogni caso, andranno a influire sulla condizione del settore.»

Confartigianato Trasporti auspica l’approvazione degli emendamenti per le ricadute positive che questi porterebbero alle migliaia di imprese e addetti.

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Confartigianato trasporti ha presentato una serie di misure per il sostegno al settore dell’autotrasporto di rifiuti che vanno dalla semplificazione burocratica alla riduzione degli oneri. Tali proposte, in settimana, verranno condivise con le altre associazioni e successivamente presentate al Parlamento.

«Mai come ora è necessario intervenire sulle norme e sulla riduzione dei gravami economici che pesano sugli autotrasportatori di rifiuti – sottolinea Giovanni Mellino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti – considerato il fatto che il ritiro della spazzatura sta incidendo notevolmente sulle finanze locali e sulle tasche dei contribuenti.»

Per Confartigianato trasporti i punti imprescindibili sono quelli di attuare una riduzione del diritto annuale per i trasportatori, e in generale di tutti i costi delle pratiche Albo, insieme all’abolizione della Tassa di concessione governativa Tcg per attività non professionali (2-bis e 3-bis), che non prevedono concessioni di autorizzazioni e/o licenze.

E’ poi necessario unificare le procedure di iscrizione alle categorie 2 bis e 3 bis ovvero prevedere un solo provvedimento amministrativo comportante l’abilitazione al trasporto sia di Raee sia di rifiuti prodotti e trasportati in conto proprio.

Occorrerà poi semplificare i requisiti della categoria 1 con il solo criterio della quantità di rifiuti e non della popolazione servita, prevedere la possibilità che gli iscritti all’Albo gestori ambientali possano servirsi di veicoli in disponibilità ex reg. CE 1071/2009 (noleggio, comodato, proprietà, usufrutto, patto di riservato dominio, riscatto e leasing) previa apposita attestazione tecnica o perizia ad essi relativa.

Sarà necessario anche responsabilizzare i professionisti rispetto alle perizie tecniche sui mezzi.

Per ultimo, anche se non meno importante, sarà l’utilizzo in automatico delle informazioni presenti nelle white-list (Prefetture, Regioni) per la certificazione antimafia nei procedimenti di iscrizione, variazione, modifiche ecc… da parte dell’Albo gestori.

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Un emendamento al codice della strada, in discussione in Parlamento, propone «l’opportunità di esentare per almeno tre anni dal pagamento della tassa di possesso quei veicoli che vengono trasformati a combustione mista gasolio/metano, dato che questa modifica consente di avere emissioni equiparabili alle categorie più ecologiche e più avanzate».

«E’ un’idea assolutamente valida – sottolinea Giovanni Mellino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti – soprattutto perché permetterebbe alle imprese, che in questo momento non riescono ad acquistare nuovi mezzi ecologici, di trasformare i loro vecchi “Euro 2” nei più moderni “Euro 6”. Tutto bene tranne per il fatto che in Sardegna c’è il “piccolo problema” che non esiste una rete di distribuzione metanifera.»

«E’ l’ennesimo atto di discriminazione da parte del Governo – aggiunge Giovanni Mellino – sia a livello regionale, sia al livello nazionale. Siamo pronti a spegnere i motori per l’ennesima volta per farci sentire: per questo abbiamo convocato le Assemblee territoriali per discutere e decidere sul da farsi. La necessità di essere rispettati è irrinunciabile anche se siamo sempre disponibili al confronto per tentare di risolvere insieme le problematiche.»

Gli incontri territoriali saranno l’occasione per dialogare con gli autotrasportatori della Sardegna degli aspetti legati all’inerzia del Governo, dopo la sentenza della #Corte Europea sui “costi minimi” che attribuisce all’Esecutivo il potere di determinarne l’ammontare; questo, infatti, non si è ancora espresso su tale argomento e soprattutto non ha ancora pubblicato le tabelle relative ai costi minimi della sicurezza sociale.

Altro argomento di discussione sarà quello relativo agli incentivi che erano stati accordati al settore nel novembre 2013: sempre il Governo sta mettendo in discussione il sostegno al settore legato alle accise, ai costi non documentati, alle trasferte e a tutti gli altri oneri.

«E’ impossibile continuare a lavorare così – conclude Giovanni Mellino – chiamiamo a raccolta tutte le imprese affinché la nostra voce possa sentirsi nell’Isola e, soprattutto, più forte a Roma.»

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Le associazioni di categoria dell’autotrasporto #Confartigianato Trasporti, #Conftrasporto e #Sna Casartigiani hanno annunciato la disdetta del Protocollo d’intesa del 28 novembre 2013, firmato con il Ministro Lupi, dopo una serrata trattativa che aveva scongiurato la paralisi del Paese.

«Abbiamo preso questa decisione dopo l’incontro con la dirigenza del Ministero dei Trasporti – afferma Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna, nonché Vicepresidente Nazionale – e dopo aver constatato l’incapacità del Governo di attuare la maggior parte dei 19 punti contenuti nel Protocollo”. “A questo si aggiungono le altre numerose inadempienze dell’Esecutivo – aggiunge Mellino – rispetto agli impegni assunti con la categoria nei dieci mesi trascorsi, non ultima la cancellazione di alcune misure a costo zero nel decreto Sblocca Italia.»

Confartigianato Trasporti, con le altre associazioni di categoria, hanno informato che avvieranno da subito un percorso di consultazione con gli operatori del settore sul territorio per valutare la situazione in atto e concordare le azioni più idonee a tutelarne gli interessi, non escludendo sin d’ora la proclamazione del fermo dei servizi di trasporto.

«Prendiamo atto che, nonostante la crisi devastante – conclude Giovanni Mellino – alcune associazioni delle piccole imprese non collaborano più alla tutela degli iscritti e del settore che rappresentano. Questa è una cosa molto grave e significa lasciare il campo libero a decisioni calate dall’alto a totale discapito degli autotrasportatori.»