29 March, 2024
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Spettacoli e arte visiva. Lungo questi binari corre “L’Altro Volto del Teatro”, il mini festival teatrale in programma a Monserrato da giovedì 7 a domenica 10 dicembre.  Lo organizza al MoMoTI (in via 32 marzo 1943 n 20), per la sua quattordicesima edizione, la compagnia Is Mascareddas.

Giovedì 7 dicembre, la serata inaugurale si apre alle 19.30 con il taglio del nastro di due mostre: da una parte “Impensamentadas, Ognuno ha la sua vita”, sculture di Donatella Pau, delle figure femminili, come scrive il critico Marco Peri, «appena abbozzate tra le quali si instaura un discreto dialogo di sguardi e rimandi visivi, quasi una narrazione che si rivela con dettagli minimi nelle pose serene. La costruzione assembla materie diverse: pezzetti di stoffe, legni ritrovati, ferro, lamine metalliche ma sembrano piuttosto fatte di sogni e di poesia»; dall’altra “Un passo in avanti, due passi indietro” di Cristina Papanikas . Esposte le tavole pittoriche dell’artista cagliaritana che hanno illustrato la raccolta poetica “Per Amore, solo per Amore” di Pietro Marongiu e le opere dedicate alle interazioni tra musica e pittura.

A seguire, ancora un momento dedicato all’arte con “Ritratto contemporaneo”, di Lello Porru, pittore e scultore, specializzato nella ceramica e terracotta. Primitivismo e sintesi formale contraddistinguono suoi rilievi, facilmente riconducibili alla serie di terrecotte realizzate da Costantino Nivola negli anni Settanta, ma che sembrano conservare memoria anche dei pregiati dittici eburnei alto medievali.

Alle 20.30 spazio al teatro di figura con l’attore di Ravenna Vladimiro Strinati, nello spettacolo di narrazione con burattini, oggetti e figure “La trafila di Garibaldi”, diretto da Danilo Conti: la rocambolesca fuga dell’”Eroe dei due mondi” nella terra romagnola, tra paludi, canali e zanzare, con la moglie Anita morente e gli austriaci alle calcagna.

Chiusura di serata alle 21.30 con Tonino Murru che si cimenta in un “Dialogo con la Morte”, animando un personaggio chiave del teatro di burattini.

L’indomani (venerdì 8 dicembre) il sipario del MoMoTI si alza alle 20.30  su “Contessa dei muschi”, performance di teatro d’ombre dell’artista romana Karly Bergmann. Vincitore del contest Cantiere 2017 al Festival Incanti di Torino, lo studio di spettacolo narra una “fiaba storica” basata su eventi nella vita della Contessa Elisabetta Fiorini, botanica romana che studiò veramente i muschi, e che fu una delle poche persone che si opposero alla “pulizia” del Colosseo nel 1874.

Alle 21.30  i padroni di casa son di scena con “Venti Contrari”.  Lo spettacolo di pupazzi manovrati a vista è un dedica alle sorelle cagliaritane  Giuseppina e Albina Coroneo, due straordinarie esponenti dell’alto artigianato artistico sardo del secolo scorso. In scena Donatella Pau e Cristina Papanikas animano, sulle musiche originali Tomasella Calvisi, le riproduzioni dei pupazzi-autoritratto delle artiste cagliaritane e con loro altri personaggi costruiti dalla sorelle Coroneo. La regia della pièce è di Karin Koller.

Sabato 9 dicembre alle 19.30 apre la serata il classico di Is Mascareddas “Le storie di Leo”, le fiabe del genio del Rinascimento raccontate da Donatella Pau con l’animazione di pupazzi da tavolo.

Alle 20.30 fa arrivo “L’irresistibile leggerezza di Betti”,  con la narratrice Betti Pau e le sue storie in parte autobiografiche, legate ad oggetti, stati d’animo e azioni che si compiono nel quotidiano, e i loro retroscena simbolici ed esistenziali.

In chiusura alle 21.30 alla ribalta Meridiano Zero con “Adda passà a nuttata”, primo passo della trilogia shakespeariana trash che la compagnia sassarese dedica a Macbeth, giocato continuamente fra alto e basso, fra immaginario splatter e poesia, di e con Marco Sanna e Francesca Ventriglia.

Domenica 10 dicembre, infine, open day al Teatro MoMoTI: dalle 11.00 alle 18.00 è in programma “Eppur si muove”, performance/conferenza sull’arte del teatro di burattini e insieme visita guidata nella sede di Is Mascareddas.  

 

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Collages, ritaglio, pittura con acquerelli, stoffe, carta, decorazione di cartamodelli e l’Art Déco di due grandi artiste sarde del Novecento. Lo IED di Cagliari apre per la prima volta le porte ai bambini dai 3 ai 5 anni con il laboratorio “Moda e artigianato – workshop ispirato alle sorelle Coroneo” per trasmettere ai “piccoli designer” in erba i segreti dell’arte applicata. Un percorso creativo, formativo e ludico che si terrà nel 3° circolo didattico “Santa Maria” di Olbia e si articolerà intorno a specifiche tematiche progettuali, finalizzato alla conoscenza del patrimonio culturale dell’isola nella convinzione che si possano sin dalla tenera età porre le basi di una forte identità, ma anche una opportunità per dare libero sfogo all’immaginazione dei bambini e per sviluppare le loro potenzialità creative e coltivare il talento artistico.

Promossa, in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design di Cagliari, dalla scuola dell’infanzia olbiese, l’iniziativa parte da uno sfondo progettuale che prende in esame la storia delle cagliaritane Giuseppina e Albina Coroneo, straordinarie protagoniste del design e dell’espressione artistica del XX secolo.

Il corso vedrà il coinvolgimento di centoquindici bambini dell’asilo, divisi in cinque gruppi, e si articolerà in due fasi. Nella prima verranno presentate le due artiste sarde attraverso una storia affascinante, che narra la vita e le loro opere. I contenuti del racconto avvicineranno così i bambini all’arte e all’artigianato che ha promosso nel mondo lo stile sardo. A questi temi apparentemente complessi si inserirà successivamente una sapiente mediazione didattica con l’intervento di esperti competenti dell’Istituto Europeo di Design: Cristiana Arangino, docente IED di disegno tecnico per il fashion design, e la direttrice IED Cagliari Monica Scanu.

Attraverso la manipolazione di carta, cartoncino, stoffe, tessuti, passamanerie, fili di lana, bottoni, colla, vinavil, pitture, colori e cartamodelli giganti, i bambini si cimenteranno nel taglio delle stoffe per creare abiti e giocare con i vari elementi decorativi da applicare, accompagnati in questo viaggio fantastico dai professionisti IED e dalle maestre della scuola. L’abito quindi come parte fondamentale del processo creativo: un foglio bianco da “pasticciare” (e decorare) con il linguaggio della propria fantasia, ispirandosi a delle grandi e sensibili artiste-artigiane della Sardegna che conquistarono la scena nazionale con i semplici manufatti di ago e filo ed una singolare abilità nel creare figure di carta e stoffa e racconti sorprendenti, facendo uso dei materiali di recupero. Un suggestivo e stimolante ambiente di apprendimento in cui «offrire ai bambini modelli di vita e di arte, semplici e raffinati come le due artiste cagliaritane, una scoperta per me folgorante», sottolinea la coordinatrice della Scuola d’Infanzia Santa Maria di Olbia, Chiara Firinaiu.

Un laboratorio emotivo ed esperenziale che esplora l’universo delle affascinanti protagoniste del quadro delle arti applicate italiane del Novecento le cui opere si ispirano al mondo spensierato della quotidianità femminile e domestica, così come della cultura e della tradizione sarda, ma anche a un mondo non più di sole bambole, ma di vecchiaia e sofferenza che ha perso la leggerezza infantile, come i pupazzi umani, tragici e commoventi, delle sorelle Coroneo.