22 December, 2025
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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu (sindaco di Perdaxius) e i sindaci di altri 14 Comuni (Calasetta – Antonio Vigo, Carbonia – Paola Massidda, Giba – Andrea Pisanu, Masainas – Ivo Melis, Narcao – Danilo Serra, Nuxis – Pier Andrea Deias, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Piscinas – Mariano Cogotti, Portoscuso – Giorgio Alimonda, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Santadi – Elio Sundas, Sant’Anna Arresi – Teresa Pintus, Sant’Antioco – Ignazio Locci, Tratalias – Marco Antonio Piras, Villaperuccio – Antonello Pirosu), hanno inviato una lettera al prefetto di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, sul «grave stato di dissesto e di pericolo delle strade provinciali e statali del Sulcis».

«Illustrissimo sig. Prefetto – esordisce la nota – siamo ad illustrarLe il gravissimo stato di dissesto in cui versano le strade provinciali 77, 78 e 80, nonché la Strada Statale 293, che comporta la loro quasi impercorribilità. Vista la riunione svoltasi ieri 5/10/2017, presso l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Autonoma della Sardegna, dove la provincia del Sud Sardegna, nonostante l’invito, non ha partecipato alla riunione; l’ANAS, attraverso i suoi funzionari non ha assolutamente dato alcuna risposta sugli assi viari indicati; si chiede, pertanto, il Vostro immediato ed urgente intervento affinché, tramite un incontro presso la prefettura con la provincia del Sud Sardegna, l’ANAS ed anche con il coordinatore del Piano Sulcis, si possa addivenire ad un’immediata e non più procrastinabile messa i sicurezza dei tratti di strada che oggi, si ripete, sono impraticabili.»

«In difetto, tutte le Amministrazioni comunali – concludono i Sindaci – saranno costrette ad adottare atti che incidono sull’utilizzo delle dette strade, onde evitare la messa in pericolo di tutti i cittadini che le percorrono.»

  

 

          

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Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale, l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha organizzato un incontro dibattito sul tema: “Aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali extra-agricole nelle zone rurali”. L’evento, rientrante nel PSR 2014-2020, Sottomisura 6.2, si terrà venerdì 6/10/2017, a partire dalle 18.30, presso la sala congressi del Comando Polizia Municipale di Sant’Antioco (via Iglesias, 3).

Il programma dei lavori prevede l’introduzione del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, dell’assessore comunale alle Attività produttive Renato Avellino e della consigliera comunale Roberta Manunza. Seguiranno gli interventi della consigliera delegata delle Politiche per lo Sviluppo economico Roberta Manunza; degli esperti PSR dott.ssa Federica Caria ed ingegner Vittorio Addis, nonché dell’agronomo Beppe Bullegas. Dopo le relazioni si aprirà il dibattito.

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Prende il via il progetto di videosorveglianza nei punti nevralgici del centro di Sant’Antioco. Questa mattina, in piazza Italia, è stata installata una telecamera di ultima generazione, attiva tutti i giorni, 24 ore su 24. 

«All’obiettivo primario, consistente nel garantire maggiore sicurezza ai cittadini e contrastare gli atti di vandalismo e di microcriminalità, si accosta una precisa e ragionata funzione preventiva: la collocazione di dispositivi di videoripresa, secondo questa Amministrazione – spiega il sindaco, Ignazio Locci -, può essere un concreto deterrente al verificarsi di episodi di inciviltà nel centro cittadino. Così come risponde a una precisa volontà preventiva l’installazione, attualmente in corso, degli appositi pannelli di segnalazione dell’area videosorvegliata. E, aspetto non meno rilevante, garantisce un ausilio concreto al lavoro di controllo del territorio garantito dalle forze dell’ordine impegnate a Sant’Antioco.»

«Il dispositivo montato questa mattina consentirà non soltanto di offrire una panoramica su piazza Italia, ma estenderà il proprio raggio visivo fino a via Perret, via Roma e via Belvedere. Si tratta del primo intervento di un progetto ben più ampio – conclude Ignazio Locci -, che mira a coprire tutti i punti sensibili della città: gradualmente, infatti, procederemo con l’installazione di analoghi apparati anche in Piazza Umberto, in Piazza Ferralasco e sul Ponte che sormonta l’istmo.»

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«L’ambito unico di gestione della risorsa idrica ha fallito: lo dicono i numeri e gli utenti, lo conferma la politica. Bisogna puntare al miglioramento dei servizi al cittadino mettendo mano alle dimensioni degli ambiti territoriali. Questa è la scommessa in cui credere per fare in modo che i sardi beneficino di un servizio funzionale ed efficiente basato su un rapporto gestore-utente corretto, affidato a personale capace e cortese.»

Lo sostiene, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«Abbanoa – aggiunge Ignazio Locci – è percepita come un ente farraginoso, distante dalle reali esigenze dei cittadini ma sempre pronto a rivendicare i pagamenti delle fatture. Quanto sottolinea il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Roberto Deriu, è condivisibile. Non possiamo girare la faccia dall’altra parte e far finta che Abbanoa funzioni: il comune di Sant’Antioco accoglie quotidianamente cittadini alle prese con il gigante Abbanoa. Ed è un rapporto impari, in cui i cittadini finiscono sempre per soccombere.»

«Sono molteplici gli obiettivi da raggiungere per garantire agli utenti un servizio accettabile e far sì che Abbanoa non venga vista come un “mostro”. In Sardegna c’è bisogno, infatti, di servizi territoriali ottimali e degni di essere chiamati tali, di uffici puliti ed accoglienti, di risposte agli utenti corrette e certe. Ma per ora abbiamo assistito all’incessante chiusura di uffici periferici, a costanti slacci delle utenze, a fatturazioni irregolari responsabili di cifre esorbitanti nelle bollette. E l’insieme di questi fattori concorre a delineare il quadro di un ente dalla struttura confusa, incapace di essere vicino agli utenti e alle loro esigenze e colpevole della gestione di un servizio inefficiente. Si lavori, dunque, per garantire prestazioni oneste e adeguate alle aspettative dei cittadini. È necessario partire dalla riorganizzazione del territorio, al fine di creare una suddivisione ottimale degli ambiti e superare il concetto dell’ambito unico. Solo partendo da qui – conclude Ignazio Locci – potremo creare un servizio realmente a misura di utente.»

 

 

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La modalità di attuazione delle politiche di reimpiego nei Comuni dei lavoratori dell’area Parco Geominerario provenienti dall’ex bacino “Ati-Ifras”, rischia di trasformarsi in una polpetta avvelenata in mano agli stessi Comuni. Enti locali che senza alcun dubbio vorrebbero dare una mano d’aiuto a queste maestranze espulse dal mondo del lavoro, ma che si trovano a fare i conti con una disciplina ferrea che limita gli spazi finanziari a disposizione delle Amministrazioni comunali. Sussistono, infatti, in capo agli Enti locali, gravi problemi nel rispettare le spese dedicate all’assunzione di nuovo personale, anche nel tempo determinato. Nel caso specifico, così come prospettato dalla Regione, la presa in carico dei lavoratori ex “Ati-Ifras” verrebbe conteggiata nel costo generale del personale, originando non pochi problemi alle casse comunali.

Esiste, tuttavia, una soluzione che assicurerebbe da una parte maggiore margine di azione ai Comuni, e dall’altra toglierebbe oneri alla Regione, alleggerendole il carico di responsabilità: si tratterebbe di inquadrare i cantieri dell’area Geoparco nell’ottica dei “cantieri verdi” a valenza ambientale. Questa opportunità offrirebbe agli Enti locali la possibilità di tenere fuori dal conto generale questa spesa. Ma non solo: i Comuni avrebbero così l’occasione per impiegare i lavoratori ex “Ati-Ifras” per più tempo. Altra soluzione: la Regione potrebbe accollarsi i costi di assunzione del personale per poi trasferirlo ai Comuni.

La disciplina varata dalla Giunta regionale, invece, si delinea come una vera e propria scorrettezza istituzionale, in quanto abbandona i Comuni a lottare contro politiche della spesa inflessibili, di fronte a lavoratori che quotidianamente chiedono di essere assunti in Comune. In verità il problema sta proprio nelle scelte sbagliate della Regione. Per questo faccio un appello all’assessore regionale degli Affari Generali Filippo Spanu, al presidente della Regione Francesco Pigliaru, e al direttore dell’Aspal Massimo Temussi, affinché valutino la mia proposta e rivedano queste specifiche politiche del lavoro: non possono scaricare nuovi oneri sui Comuni senza garantire gli strumenti per la loro gestione.

Ignazio Locci

Sindaco del comune di Sant’Antioco

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Fino alla scorsa settimana il motivo di scontro tra minoranza e maggioranza del Consiglio comunale di Sant’Antioco erano le mancate dimissioni di Ignazio Locci dalla carica di consigliere regionale, incompatibile con quella di sindaco. Ieri, dopo che Ignazio Locci ha ufficializzato il suo “addio” all’Aula regionale di via Roma, ad accendere i fuochi è stata una mozione sulle opere del Piano Sulcis (Ponte e Circonvallazione) presentata dal consigliere di Sant’Antioco attiva Massimo Melis, “bocciata” dai consiglieri del gruppo di maggioranza.

«Ciò che accaduto ieri, 18 settembre 2017, durante la votazione per la mozione da me presentata, il 5 di luglio due giorni dopo l’insediamento, sul tema Piano Sulcis, ha dell’incredibile, e la dice lunga su quello che sarà il modus operandi del sindaco Locci – attacca Massimo Melis -. Quello che chiedevo era una netta presa di posizione da parte di tutto il Consiglio rispetto alle opere – ponte alto e circonvallazione -ritenute dai più inutili e perfino dannose per lo sviluppo della nostra città, a vantaggio di una rimodulazione delle risorse del Piano Sulcis da destinare a soluzioni veramente utili per Sant’Antioco, quali la sistemazione del fronte mare, un molo pescatori attrezzato, la realizzazione di un porto turistico da affiancare a quello commerciale esistente rimpiazzando la vecchia baroid con un terminal per le navi da crociera, che stanno facendo le fortune del turismo in città come ad esempio Cagliari, Olbia, è notizia di questi giorni anche Oristano. Inoltre gli interventi per migliorare la viabilità per Calasetta in maniera poco invasiva e migliorare la viabilità per Carbonia.»

«Una volta illustrata la mozione, ho appreso con piacere, dagli interventi della stessa maggioranza (in conformità con le loro stesse linee programmatiche espresse nel punto precedente all’ordine del giorno), che essi stessi erano in linea con la posizione espressa dalla mia mozione – aggiunge Massimo Melis -. Quando siamo giunti alla votazione della proposta, però, il sindaco Locci, dopo un inspiegabile diverbio legato ad un incomprensione con un altro consigliere di opposizione ha repentinamente dichiarato con toni accesi il suo voto contrario, davanti agli sguardi attoniti e sbigottiti dei suoi stessi consiglieri che non hanno potuto far altro che esprimere a loro volta il medesimo voto.»

«Dopo averci, nei mesi precedenti, accusato ripetutamente di essere logorroici e parlare solo dell’incompatibilità del Sindaco oscurando le tematiche che riguardavano lo sviluppo del paese, alla prima occasione di confronto hanno respinto un’istanza che loro stessi condividevano solo per il fatto che non potevano fregiarsi della paternità – sottolinea ancora Massimo Melis -. Il sindaco si è dimostrato ancora una volta decisamente bizzarro e capriccioso, come per stessa definizione attribuitagli dal suo vice Eleonora Spiga nella precedente riunione di Consiglio. Ha palesato insofferenza per il fatto che la proposta arrivasse dall’opposizione, ha di fatto votato contro le sue stesse dichiarazioni di campagna elettorale, in cui, aveva manifestato parere negativo in merito al progetto  ponte e circonvallazione ritenendole opere calate dall’alto. Questo concetto è stato ribadito anche svariate volte nei comunicati in veste di consigliere regionale, talvolta con toni parecchio accesi.»

«Speriamo che la notte gli abbia portato consiglio, che il sindaco abbia riflettuto su quanto successo, e che torni sui suoi passi – conclude Massimo Melis -, prima di causare con le sue prese di posizione un grave danno alla città.»

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Giovedì 21 settembre il Consiglio regionale eleggerà il nuovo vicepresidente al posto del dimissionario Ignazio Locci. L’Aula si riunirà alle 10.00, con all’ordine del giorno anche la nomina del Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’esame della seconda variazione di bilancio 2017/2019.

Da domani 19 settembre torneranno invece al lavoro le commissioni permanenti.

Alle 16,00 si riunirà la Prima “Autonomia e ordinamento regionale” presieduta da Francesco Agus. In programma l’audizione dell’assessore al personale Filippo Spanu e dei sindacati sull’applicazione della legge 37/2016 sul superamento del precariato nel sistema Regione.

Per la mattinata di mercoledì 20 settembre sono invece convocate la Seconda e la Quinta Commissione.

Il parlamentino delle “Cultura”, presieduto da Gavino Manca, a partire dalle 10,30, proseguirà l’esame del Testo unico sulla lingua sarda mentre alle 11.00 si riunirà la Commissione “Attività produttive”, guidata da Luigi Lotto, per la programmazione dei lavori.

Giovedì 21 settembre, alle 15,00, in commissione Sanità ci sarà il confronto sulla riforma della rete ospedaliera richiesto dall’Anci. All’incontro saranno presenti i sindaci, i presidenti del Consiglio e della Giunta Gianfranco Ganau e Francesco Pigliaru, i presidenti dei gruppi consiliari di maggioranza ed opposizione e l’assessore della Sanità Luigi Arru.

  

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E’ durissimo il giudizio espresso dal sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, fino a due giorni fa vicepresidente del Consiglio regionale, sulla riforma della rete ospedaliera approvata lo scorso luglio dalla Giunta Pigliaru e dalla prossima settimana al vaglio del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

«Ora che il documento sul Riordino della rete ospedaliera è stato definito ed è pronto per approdare in Consiglio regionale per la definitiva approvazione, senza timore di smentita possiamo affermare che la Sanità del Sulcis Iglesiente ne esce con le ossa rotte – attacca Ignazio Locci -. I servizi sanitari intesi come prestazioni garantite a tutti i cittadini, soprattutto, alle fasce deboli, sono ormai un lontano ricordo. Questa riforma, infatti, ci dice chiaramente che soltanto i cittadini facoltosi potranno permettersi, pagando, una sanità rispondente alla domanda di salute. Tutti gli altri saranno costretti a subire le pene dell’inferno, confrontandosi con un sistema malato che di fatto non esiste più. I presupposti che, secondo l’assessore della Sanità Luigi Arru ed il super manager Fulvio Moirano, avrebbero dovuto ispirare la riforma (caratteristiche dei territori, densità abitativa, viabilità, etc.) sono stati tutti disattesi. Il risultato è un taglio generalizzato dei servizi che non tiene conto di nulla, né del territorio del Sulcis Iglesiente, né della densità abitativa, figuriamoci se si cura dei diritti dei cittadini. E ciò che più stupisce è che questa “riforma farsa” arriva con il beneplacito di quella parte politica che da sempre si riempie la bocca di enunciazioni sul sostegno dei più deboli e promette maggiore attenzione verso i cosiddetti ultimi.»

«Il Sirai di Carbonia e il CTO di Iglesias, che insieme dovrebbero costituire un ospedale di Primo livello, sono solo una brutta copia di quello che dovrebbe essere un vero ospedale di Primo livello. I reparti di Laboratorio, Trasfusionale, Otorino, Farmacia, Fisioterapia, Professioni sanitarie, sono stati infatti tutti ridimensionati, di fatto tagliati – aggiunge Ignazio Locci -. Attenendoci sempre ai documenti ufficiali, scopriamo che, al contrario, all’ospedale di Lanusei hanno conservato tutti i primariati, sebbene inizialmente i progetti fossero ben diversi. Evidentemente hanno prevalso logiche politiche a noi sconosciute, mentre nel Sulcis la mannaia del duo Arru-Moirano è stata semplicemente spietata. Il Riordino prospettato da Arru avrebbe dovuto mettere in relazione gli ospedali con le strutture territoriali. Ma le Case della salute e l’Ospedale di Comunità (il Santa Barbara di Iglesias) di fatto non esistono, sono rimaste solo le dichiarazioni di principio. Ma non finisce qui, perché a monte c’è il fatto che l’ASSL Carbonia funziona malissimo: chi la amministra non conosce minimamente il territorio; non esiste più alcun rapporto di confronto tra sindaci e struttura, nonché tra medici e struttura; il personale sanitario non ha più punti di riferimento.»

«Come sindaco di Sant’Antioco faccio un appello ai colleghi del territorio affinché ci si riunisca quanto prima nell’ambito della Conferenza Socio-sanitaria, con lo scopo di portare all’attenzione dell’ATS Sardegna i gravi problemi che insistono sul sistema locale. Purtroppo, ho scarsa fiducia sulla possibilità che possano ascoltare le nostre legittime rivendicazioni (anche il Cal si è aggiunto al lungo elenco di quanti hanno bocciato il Riordino, e in tutta risposta Luigi Arru ha fatto sapere che procederà comunque), ma cercheremo di fare il possibile per salvare la Sanità nel Sulcis Iglesiente. Non vogliamo essere costretti – conclude il sindaco di Sant’Antioco – a raggiungere il capoluogo tutte le volte che risultano necessarie cure mediche.»

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Mea culpa del sindaco Ignazio Locci per l’esclusione del comune di Sant’Antioco dai beneficiari dei fondi regionali per la mitigazione del rischio idrogeologico.

«Ieri la Regione ha pubblicato l’elenco dei Comuni beneficiari dei fondi per la manutenzione dei corsi d’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico – scrive in una nota Ignazio Locci -. Ci duole tuttavia comunicare che Sant’Antioco risulta esclusa dalla ripartizione delle somme messe a bando dalla Regione. È evidente che non è stato fatto il possibile per sfruttare questa possibilità e, per questo, me ne assumo le responsabilità in quanto primo cittadino. Sono convinto che si tratti semplicemente di un “passo falso” sui cui questa Amministrazione dovrà riflettere attentamente con l’obiettivo di evitare il ripetersi di simili episodi.»

«Il Comune resta vigile e in prima linea nella lotta ai rischi idrogeologici: procederemo celermente alla verifica delle emergenze che insistono sul nostro territorio e, qualora la fase di studio richiedesse interventi mirati – conclude Ignazio Locci -, cercheremo di reperire i fondi attingendo dalle casse comunali.»

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Ieri sera il gruppo consiliare di minoranza Genti Noa ha diffuso una nota sulle dimissioni del sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, dalla carica di consigliere regionale.

«Apprendiamo che il nostro sindaco non è più consigliere regionale grazie alle dimissioni dalla stessa carica intervenute in data odierna – si legge nella nota dei consiglieri Alberto Fois, Daniele Dessena ed Ester Fadda –Eccoci allora, oggi 12 settembre 2017 Ignazio Locci non è più onorevole e, all’esito di un lungo braccio di ferro con le opposizioni del consiglio comunale di Sant’Antioco e del consiglio regionale della sardegna, ha lasciato il doppio incarico decidendo a tempo scaduto di rispettare la legge e gli impegni presi con i cittadini.»

«Che la legge vietasse ad un consigliere regionale di fare anche il sindaco lo si sapeva dal 1948, non doveva arrivare Ignazio Locci a mettere in discussione una norma concepita per garantire il buon governo dei comuni medio grandi e impedire l’accumulo degli incarichi elettivi – aggiungono i tre consiglieri regionali di Genti Noa -. E, infatti, con le osservazioni depositate in Regione prima e in Consiglio comunale poi, Ignazio Locci ha cercato di opporsi, sebbene inutilmente, alle procedure di decadenza, tentando di procrastinare il più possibile la sua incompatibilità. Le sue posizioni a dir poco fantasiose sulla ingiustizia della incompatibilità trascritte nelle suddette osservazioni sono state sonoramente respinte dall’assemblea dei sardi che quindi ha deciso di farlo decadere surrogandolo, come prevede la legge ed estromettendolo dal consiglio regionale.

La verità, quindi, non è che il nostro Ignazio ha deciso di dimettersi da consigliere regionale per puro spirito di liberalità, come oggi vorrebbe far credere, affermando addirittura di agire nel rispetto degli impegni, ma solo perché questo pomeriggio il Consiglio regionale lo avrebbe dichiarato comunque decaduto senza appello! Meglio tardi che mai, dunque, noi siamo soddisfatti di aver rimarcato dopo la campagna elettorale le stesse cose che abbiamo detto prima della stessa competizione. Coerenza talvolta vuol dire sincerità ed onestà intellettuale.»

«Cari concittadini, nei prossimi anni conservate la memoria di quanto è accaduto in questi mesi – sottolineano ancora Alberto Fois, Daniela Dessena ed Ester Fadda -. Non dimenticatevi che il nostro sindaco ha promesso di fare il sindaco e basta! Non dimenticatevi che alle prossime politiche che si terranno nel 2018 il nostro sindaco non si dovrà candidare a fare il parlamentare, ma dovrà restare a Sant’Antioco a risolvere tutti i problemi che si è candidato a risolvere; fare politica vuol dire servire i cittadini non fare campagne elettorali all’infinito.

Antiochensi, allora, non scordatevi mai che Ignazio deve mantenere le promesse sulla nautica, l’edilizia e il turismo che ha fatto in campagna elettorale. Noi saremo sempre presenti e non smetteremo di ricordarlo al sindaco ed alla sua maggioranza.»

«Ora ci rivolgiamo a lei caro Sindaco: siamo sicuri che per cinque anni non si ricandiderà, non cercherà di fare il senatore ed il sindaco insieme, non si rimangerà la parola, manterrà le promesse della campagna elettorale e anche quelle che fa spesso su Facebook risolvendo un sacco di annosi problemi – concludono Alberto Fois, Daniela Dessena ed Ester Fadda -. Noi la sosterremo ogni qualvolta penserà solo al bene della nostra amata Sant’Antioco.»