21 December, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio le norme di attuazione dello Statuto per la tutela della lingua sarda e la proposta di legge per la realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna attraverso le società sportive.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau, il quale ha comunicato l’adesione del consigliere Alessandro Collu al gruppo di Soberania e Indipendentzia e del consigliere Edoardo Tocco al gruppo di Forza Italia Sardegna.

Il presidente ha poi aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: lo “Schema di norme di attuazione n. 3/XV/A. Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione”.

Il testo approvato dalla Prima commissione, con il parere favorevole della Seconda, prevede che lo Stato trasferisca alla Regione le funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze sarde e catalane, in modo da avere autonomia legislativa, pur nel rispetto delle norme nazionali generali.

Un provvedimento importante ha affermato il relatore, Roberto Deriu (Pd), che deve far gioire il Consiglio, vista l’importanza di un tema così centrale per la Sardegna. Con l’articolo 4, ha spiegato il relatore, viene liberato il legislatore da ogni vincolo per poter attuare l’articolo 3: inserire l’uso della lingua sarda negli uffici e presso il giudice di pace, la distribuzione dei finanziamenti, ma anche l’utilizzo della lingua della minoranza nella scuola dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo grado. Per Deriu è importante che la Sardegna attui appieno lo Statuto speciale.

Per Marco Tedde (Fi) è un giorno parzialmente felice, perché secondo il consigliere la Giunta Pigliaru ha avuto una battuta d’arresto, dopo il duro lavoro portato avanti negli ultimi 10 anni per la tutela e la valorizzazione della lingua sarda, ma anche del tabarchino, del catalano di Alghero e del gallurese. Battuta d’arresto che si è manifestata nell’incapacità della maggioranza di tutelare le minoranze linguistiche sarde e che ha visto la bocciatura dell’emendamento dell’on. Luciano Uras (Sel) in Senato che prevedeva l’inserimento della lingua sarda nelle trasmissioni della Rai.

Tedde ha affermato che avrebbe preferito che negli articoli 3 e 5 fosse stata fatta una distinzione tra il sardo e il catalano algherese.

Per Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) «è nostro dovere votare a favore dello schema di attuazione». Secondo Zedda, che ha svolto tutto il suo intervento in sardo, sono fondamentali gli articoli 3 e 4  perché consentiranno alla Regione di avere l’autorità e la capacità di legiferare per tutelare appieno la cultura e la lingua sarda. Per il consigliere è molto importante l’insegnamento del sardo nelle scuole e lo stanziamento delle risorse. Ma la strada è ancora lunga, ha affermato, riferendosi a quanto accaduto in Senato con la bocciatura dell’emendamento dell’on. Uras. «Un fatto grave, gravissimo», ha detto, ricordando che il Consiglio regionale aveva espresso chiaramente la sua volontà con l’approvazione dell’ordine del giorno 36 (Paolo Zedda e più), il 10 marzo scorso, che chiedeva al Parlamento «di garantire un’effettiva salvaguardia delle lingua sarda e del catalano di Alghero prevedendo, all’interno della Carta, un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell’insegnamento e dell’informazione; di procedere con ogni consentita urgenza a completare l’iter parlamentare per la ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie».

Per Angelo Carta (Psd’Az) «la bocciatura dell’emendamento presentato dall’on. Uras in Senato è la bocciatura della possibilità di parlare con la lingua dei nostri padri». Il consigliere sardista ha confermato la volontà di approvare l’ordine del giorno sullo schema di attuazione, ma ha affermato che non si può parlare di testo unitario perché è stato sottoscritto solo da alcuni partiti. Carta avrebbe preferito che venisse inserito nel testo il rammarico per quanto accaduto in Senato e ha auspicato che il presidente Pigliaru difenda la Sardegna davanti al premier Renzi.

Il presidente Ganau ha poi dato la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino. Per la prima volta, ha affermato l’esponente della Giunta, la regione sarda  può disciplinare la tutela e la valorizzazione della cultura e della lingua sarda attraverso una politica linguistica che coinvolga, soprattutto, le nuove generazioni. Anche per Firino questo è un giorno felice perché si è raggiunto un risultato importante ricercato e perseguito da tanto tempo. L’assessore ha poi condiviso la gravità della bocciatura da parte del Senato dell’emendamento che inseriva la lingua sarda nelle trasmissioni regionali Rai e ha annunciato dure prese di posizione nei confronti del Governo.

Il presidente Ganau ha poi annunciato all’Aula che è pervenuto un ordine del giorno (Agus e più) che esprime parere favorevole sullo schema di norme di attuazione dello Statuto speciale per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela delle lingua e della cultura sarda.  I consiglieri sardisti Solinas e Carta hanno chiesto una piccola sospensione dei lavori per valutare se ci fossero le condizioni per arrivare a un ordine del giorno unitario.

Il presidente ha accolto la richiesta e sospeso i lavori per cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha annunciato la presentazione di un altro ordine del giorno, firmato dai consiglieri sardisti Angelo Carta, Christian Solinas e Marcello Orrù che «impegna la Giunta ad attivarsi con i parlamentari sardi per modificare alla Camera il testo approvato in Senato».

Il presidente ha messo in votazione il primo testo (Agus e più) che è stato approvato con 39 voti favorevoli e due voti contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame di un altro punto dell’ordine del giorno, la proposta di legge n.237/A, che ha come primo firmatario il consigliere Roberto Desini (Sdl) ma è stata sottoscritta da altri consiglieri di maggioranza ed opposizione, relativa alla “Realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna”.

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore, il consigliere di Sdl Roberto Desini. Nel suo intervento Desini ha affermato che «con il provvedimento si intende fare chiarezza in un contesto caratterizzato dal confine molto sottile fra sponsorizzazioni e sostegno alle società sportive; scopo della legge quindi è consentire alla Regione di avviare campagne pubblicitarie attraverso società sportive professionistiche, ottimo veicolo di una comunicazione articolata che non si limita alla citazione di un brand ma si estende ad una serie di attività collaterali». «Si tratta di una legge semplice e snella che fra l’altro – ha concluso Desini – assegna alla Giunta il compito di definire le modalità concrete ed i criteri di attuazione della stessa legge e prevede, per il 2015, un investimento di oltre 2 milioni di euro».

Il consigliere Mario Floris ha detto che la proposta appare rivolta ai soggetti più capaci di attrarre attenzione ed investimenti ma, in realtà, «consiste in un provvedimento tappabuchi che sana solo in parte una situazione che era sfuggita di mano; sarebbe invece necessaria una riflessione più ampia sul turismo sardo ed una visione strategica del settore». Se l’obiettivo qualificante della legge, ha sostenuto ancora Floris, «è quello di destagionalizzare i flussi turistici è condivisibile ma occorre spingersi più avanti se si vuole guardare alla Sardegna del futuro, ad una Sardegna in grado di proporsi per tutto l’anno con natura arte e tradizioni uniche al mondo; la pubblicità, sotto questo profilo, è una sorta di campo minato, un terreno da azzeccagarbugli, perché il convitato di pietra è la capacità della Regione di essere se stessa ed attrarre flussi turistici ed investimenti». In questi anni, a giudizio di Floris, «la Regione ha perso smalto ed il riordino degli enti di settore si è rivelato deludente, perché si è cancellato tutto (compresa l’agenzia Sardegna promozione) accorpando ogni competenza sull’assessorato con risultati molto scadenti e velleitari rispetto alle ambizioni». Nel merito, ha concluso il consigliere, «la proposta è insufficiente rispetto alle progettualità che avrebbe dovuto esprimere».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che la condivisione della proposta da parte del gruppo di Forza Italia «nasce dalla necessità di promuovere la Sardegna attraverso le società sportive professionistiche, in particolare il Cagliari calcio e la Dinamo Sassari; si tratta di una iniziativa meritoria e tuttavia abbiamo formulato con due emendamenti alcune proposte a favore dello sport e degli atleti sardi che primeggiano nelle varie discipline come il velista Andrea Mura, anche per ovviare alle lacune della legge 17».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), ha dichiarato che «quello della legge è un intento nobilissimo che mette in luce il ruolo delle società sportive professionistiche ma in realtà non è cosa molto diversa dalle campagne di co-marketing svolte in precedenza, anzi è una specie di auto-goal perché preleva risorse dal sistema turistico già abbondantemente saccheggiato, visto che non è stato emanato un bando degno di nota, e si ripete la commistione con l’assessorato allo sport che ha compiti completamente diversi». «Il problema dell’attrattività della Sardegna come sistema – ha aggiunto Crisponi – è un problema enorme che non si può risolvere con uno stanziamento così esiguo e limitato, con una leggina che in realtà è sotto-dimensionata se vuole dare una risposta forte all’esigenza di richiamare nuovi flussi turistici nazionali ed internazionali verso la Sardegna». «Se vogliamo rilanciare l’economia regionale – ha proseguito Crisponi – non possiamo trascurare il turismo che sta dando oltretutto buoni risultati ma dobbiamo farlo con strumenti e risorse adeguate».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso chiaramente il suo parere contrario alla legge, «una legge sostanzialmente inutile che aggiunge surretiziamente risorse all’assessorato al turismo che già dispone di fondi per interventi istituzionali, non ultimo l’abbinamento della Dinamo Sassari con i Giganti di Mont’Prama». Sarebbe stato meglio, a suo avviso, «lasciare inalterato lo spazio esistente presso l’assessorato per interventi specifici su singoli obiettivi, mentre va detto anche che per quanto riguarda la distinzione fra sponsorizzazione e comunicazione pubblicitaria il problema esiste ma non basta una legge regionale a risolverlo; anzi, con la legge si alimenteranno nuovi equivoci non molto diversi da quelli registrati con Sardegna Promozione, senza dimenticare che, sotto un altro aspetto, si introducono nuove spese obbligate che non appaiono in linea con una corretta politica di intervento pubblico nello sport». «Non è nemmeno etico –  ha continuato Ruggeri – spendere risorse pubbliche per comporre il budget della società sportive o pagare parte degli ingaggi degli atleti; era ed è giusto intervenire ma con strumenti del tutto diversi».

Ha quindi preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha rimarcato la ratio della norma: sostenere le attività sportive che contribuiscono a diffondere l’immagine della Sardegna in Italia e all’estero. «Abbiamo ben presente la differenza tra sponsorizzazione e pubblicità – ha detto Tedde – qui si parla di soggetti che sono in grado di calamitare l’attenzione del mondo nei confronti dell’Isola che ha una grande necessità di essere promossa. Molti non conoscono ancora la Sardegna ma solo la Costa Smeralda, se questo è vero non ci possiamo dimenticare delle squadre che partecipano a campionati nazionali e contribuiscono a promuovere gli attrattori e i prodotti dell’Isola».

Il consigliere azzurro ha poi annunciato il voto favorevole all’emendamento presentato da alcuni esponenti di Forza Italia (primo firmatario Ignazio Locci) con il quale si propone di finanziare anche atleti e squadre che, pur non svolgendo attività professionistica, partecipano a campionati e manifestazioni di rilevanza nazionale e internazionale.

Forti perplessità sull’impianto della proposta di legge ha espresso Christian Solinas (Psd’Az). «Ho votato contro la copertura finanziaria di questa legge in Commissione. Anziché affrontare le emergenze e risolvere i nodi della crisi della Sardegna ci intratteniamo in argomenti di scarsa rilevanza – ha affermato Solinas – qui si stanziano 2,1 milioni di euro senza conoscere la reale situazione di cassa della Regione».

Il consigliere sardista ha poi ricordato la drammatica situazione del bilancio della Sanita, con circa 350 milioni di deficit, e la possibilità «che a settembre non si riesca a sostenere le spese ordinarie». Al termine del suo intervento, Solinas ha invitato l’Aula a interrompere la discussione del provvedimento: « Forse – ha concluso l’esponente dei Quattro Mori – sarebbe meglio impegnare il nostro tempo ad esaminare il consuntivo della Regione e a delineare una prospettiva di sviluppo per la Sardegna».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rimarcato la necessità di restituire dignità alle politiche per il turismo e al ruolo dell’assessorato competente. «L’industria delle vacanze ci permette di attenuare gli effetti devastanti della crisi che ha colpito la nostra Isola – ha detto Carta – l’assessorato al Turismo ha sempre svolto un’azione di supporto fondamentale. Nel disegno di legge non basta parlare di attrattori per nascondere il fatto che stiamo sminuendo il ruolo dell’assessorato al Turismo, ormai ridotto a un mero esecutore di ordini».

Il capogruppo sardista ha infine auspicato la bocciatura del provvedimento: «Non si può dire all’assessorato al Turismo come deve utilizzare le risorse per poi sottrargli 3,7 milioni di euro dal settore dell’artigianato per trasferirli al trasporto locale. La proposta di legge va cassata ed eliminata dalla discussione»

Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda ha aperto il suo intervento annunciando il voto contrario al provvedimento. «Stiamo snaturando il ruolo dell’assessorato al Turismo – ha detto Rubiu – si vuole dare denaro a chi ha già denaro, in legge per correttezza si dovrebbero indicare anche i nomi delle società professionistiche a cui andranno le risorse».

Secondo l’esponente dell’opposizione «lo sport va sostenuto ma non si può pensare solo alle società professionistiche. Ci sono atleti e squadre che hanno necessità di denaro e vengono sistematicamente ignorate. Avete idea di quanto costa una trasferta a una squadra non professionistica – ha affermato Rubiu – la maggior parte vive grazie all’autofinanziamento delle famiglie e dei sostenitori. Con questa legge si regalano due milioni di euro, non c’è rispetto per i ragazzi che portano il nome della Sardegna nel mondo. Occorre cassare il termine “professionistiche” e aprire a tutti la possibilità di accedere ai finanziamenti».

Il presidente  Ganau ha quindi dato la parola all’assessore al Turismo Francesco Morandi per la replica.

L’esponente della Giunta ha difeso la proposta di legge e invitato l’Aula ad esprimere un voto favorevole. «Si tratta di una proposta interessante – ha sottolineato Morandi – già nel titolo sono chiari gli obiettivi. Vogliamo utilizzare alcuni canali privilegiati per promuovere i prodotti e le bellezze della Sardegna così come fanno altre regioni italiane».

Nessun rischio, secondo l’assessore, di sostenere finanziariamente società professionistiche. «Si tratta di pubblicità – ha affermato Morandi – in legge vengono definiti con chiarezza mezzi, strumenti e tempi delle procedure. Non c’è sostegno alle società ma si parla solo di pubblicità attraverso soggetti con un’elevata potenzialità di diffusione del messaggio promozionale, in grado di raggiungere un pubblico ampio e diversificato».

Al termine del suo intervento, Morandi ha assicurato che «l’assessorato non verrà privato della possibilità di definire gli strumenti per la promozione turistica».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 e dell’unico emendamento presentato alla legge.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha posto in votazione il primo articolo che ha ottenuto il via libera dal Consiglio.

L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento. Il primo firmatario, Ignazio Locci (Forza Italia), ha chiarito l’obiettivo della sua proposta: sostenere atleti non professionisti che partecipano a manifestazioni sportive di grande rilevanza internazionale come il velista Andrea Mura che viene escluso da questa norma.

Edoardo Tocco (Forza Italia), firmatario della proposta di legge, ha espresso un giudizio positivo sull’emendamento «che consente di inserire società non professionistiche in senso stretto ma che hanno un ruolo fondamentale nei campionati nazionali. Non sono tantissime, si tratta di trovare la formula giusta per consentire a queste società di continuare ad operare».

Favorevole all’emendamento anche il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. «Una sua approvazione mitigherebbe gli effetti negativi della legge – ha detto Carta – prevedere un sostegno anche agli atleti non professionisti eviterebbe una destinazione specifica della legge, sarebbe un buon segnale da parte del Consiglio».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che, senza una correzione, dai benefici della legge sarebbero esclusi campioni come il velista Gaetano Mura e il pugile Alessandro Goddi, entrambi vincitori di numerose manifestazioni nazionali e internazionali. «Si tratta di personaggi che da anni portano in giro nel mondo una bella immagine della Sardegna. A questi atleti orgogliosi occorre dare il sostegno della Regione. Basta un semplice sì all’emendamento».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento che è stato bocciato con 27 voti contrari e 18 a favore.

Subito dopo il voto, il consigliere Ignazio Locci ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge.

Si è poi passati alla votazione dell’articolo 2 per il quale il capogruppo di Area Popolare Sarda Gianluigi Rubiu ha chiesto il voto a scrutinio segreto. La norma è stata approvata con 24 sì e 21 no.

Via libera anche all’articolo 3 (a scrutinio palese), mentre per la votazione al testo finale della legge è stato richiesto ancora una volta lo scrutinio segreto. Questo l’esito del voto: votanti 45, favorevoli 24,  contrari 21.

Al termine della votazione è stata convocata la conferenza dei Capigruppo.Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori a domani alle 10.30.

Consiglio regionale 2 copia

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«Basta con la proroga dei commissariamenti nelle Asl della Sardegna. La Giunta regionale rispetti la legge, proceda con la nomina dei Direttori generali e abbandoni le scorciatoie.»

A dirlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’esecutivo di Francesco Pigliaru – aggiunge Locci – sarebbe infatti intenzionato a chiedere un’ulteriore proroga, benché la disciplina imponga un commissariamento di quattro mesi più quattro: e poiché ad agosto scadrà il secondo mandato, va da sé che la Giunta risulti obbligata ad avviare una nuova fase di gestione delle Aziende Sanitarie Locali il cui comando, questo è l’auspicio, sia affidato a professionisti qualificati in possesso dei titoli previsti dalla legge (attualmente non tutti i commissari dispongono dei requisiti richiesti).»

«Inutile perseverare sull’intricata strada della terza proroga – sottolinea ancora Locci -: molto meglio assumersi le proprie responsabilità e indicare una rosa di nomi in grado di gestire le Aziende sanitarie. È arrivato il momento – e lo ribadisco: lo dice la legge – di normalizzare il quadro e di mettere ordine al sistema di governo delle Asl. I commissari, infatti, dispongono di poteri limitati e, vista la situazione di difficoltà in cui versa il sistema sanitario, sarebbe il caso che si andasse avanti verso la nomina di organigrammi titolati a norma di legge.»

«E qualora la Giunta non dovesse riuscire a ottenere un’altra proroga, vuol dire che le Asl verrebbero affidate ai Direttori sanitari. Nell’eventualità ce ne faremmo una ragione: si risparmierebbero gli stipendi dei commissari – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – e per la Giunta sarebbe l’occasione per tagliare ulteriormente la spesa. Del resto ci ha preso la mano e non dovrebbe incontrare difficoltà.»

Ospedale Brotzu Cagliari2

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L’iniziativa che ha portato alla convocazione della riunione svoltasi venerdì sera nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu su proposta dei due parlamentari del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente Francesco Sanna ed Emanuele Cani, continua a raccogliere critiche. Dopo il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, un nuovo attacco arriva da Fabio Enne, segretario provinciale della Cisl.

«Al Sulcis servono risposte e non convegni passerella sulla “materia oscura” – attacca Fabio Enne -. Il Sulcis è sempre più una polveriera sociale; l’elenco delle emergenze produttive e occupazionali in questa fase si complica, con l’aggravante dei tagli nella sanità, nel sociale e la vertenza Province dove saltano posti di lavoro precario e sono a rischio anche gli stipendi dei dipendenti.»

«Dalla Carbosulcis a Igea, da Forgea all’Ati Ifras, ai progetti turistici fermi al palo – sottolinea ancora Fabio Enne -, per assenza di volontà e autorizzazioni, tutti esempi macro di situazioni gravi e compromesse, che condannano il Sulcis ad avere solo una prospettiva di crisi e grave disagio sociale. Per non parlare di Alcoa dove la parola “rinvio” deve essere sostituita dalla parola “soluzione” affiancata alle parole “lavoro” e “occupazione”. Il Piano Sulcis rimane una chimera vuota e lontana, nel mentre i vertici istituzionali sardi scelgono di impegnarsi in convegni, come ad esempio sulla ricerca e la caccia alla “materia oscura”. Iniziative che non corrispondono ad una adeguata soluzione tempestiva che il dramma sociale del Sulcis richiede.»

«La Giunta Pigliaru per il Sulcis ha scelto finora i confronti mordi e fuggi, quando invece occorre mettere in fila tutte le emergenze e assumere impegni e azioni, per ribaltare una china insidiosa e pericolosa. La tensione sociale cresce se la Giunta non sceglie il confronto ampio e nel merito delle vere problematiche e urgenze. Se c’è qualcosa di oscuro purtroppo – conclude Fabio Enne – è la reale volontà politica e istituzionale di impegnarsi concretamente per il Sulcis.»

Fabio Enne 58

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«Una riunione di partito mascherata da iniziativa istituzionale con l’aggravante che il tema all’ordine del giorno era l’aria fritta. Il Partito Democratico si è riunito nella Grande miniera di Serbariu per parlare del nulla mentre il Sulcis affonda colpito da una crisi senza precedenti e un governo della Regione che naviga a vista, senza idee e progetti concreti, ma solo grandi illusioni. E la risposta è stata una scarsa partecipazione, a testimonianza che di modelli basati sul niente non importa più a nessuno, nemmeno alla base del Pd.»

La dura critica all’iniziativa promossa dai due parlamentari sulcitani del Partito Democratico Francesco Sanna ed Emanuele Cani per la presentazione del “Progetto Aria”, arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Intanto del Piano Sulcis, questo sconosciuto, non ne parla più nessuno – aggiunge Locci -. E non sarà l’inaugurazione dell’Unità di assistenza tecnica a mettere in secondo piano la moltitudine di progetti fermi al palo per l’incapacità del centrosinistra e del Partito democratico (sempre più impegnato a occupare i posti di potere) di investire i milioni di euro stanziati per la ripartenza del Sulcis Iglesiente. Il Partito Democratico vuole raccontarci ancora le solite storielle su progetti camaleontici (la scelta del termine “Aria”, poi, la dice lunga sulla portata del disegno) che di concreto e nell’immediato non garantiscono alcunché in termini di occupazione e di rilancio del territorio. Dalla poltrona più alta della Regione fino alle risibili cabine di regia, sono tutti preoccupati della spartizione dei posti di comando. Ed è ben chiaro che questa amministrazione non ha conoscenza della situazione drammatica in cui versa il Sulcis. Purtroppo, ci stanno obbligando a guardare al futuro senza alcuna fiducia ma con puro terrore.»

«Basta, per l’amor del Cielo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, con i convegni sui progetti dal contenuto inesistente: si mettano invece al lavoro per ridare speranza al territorio investendo i milioni di euro, già disponibili, che realmente possono cambiare le sorti del Sulcis Iglesiente.»

Ignazio Locci 1 copia

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Divampano le polemiche sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso quattro consiglieri regionali.

«La vicenda processuale delle presunte decadenze (da accertare prossimamente nei Tribunali della Repubblica per legittimità e tempestività) – secondo Gaetano Ledda, consigliere regionale de La Base -, certifica che il Consiglio regionale è diventato come un’assemblea di condominio rissosa ed inconcludente dove l’unico interesse è quello di fare del male al proprio vicino di casa. La sentenza del Consiglio di Stato è (riconosciuto da tutti) una cosa abnorme che porterebbe in consiglio persino qualche passante che ha l’unico “merito” di aver proposto un ricorso magari su consiglio di un vecchio marpione asserragliato in un qualche municipio gallurese, espulso dalla politica ma voglioso di tornarci per mano giudiziaria. La verità, per il momento, è che in Consiglio regionale c’è La Base e che tutto il resto sono reminiscenze di un potere che non c’è più.»

«Bene farebbe il Consiglio regionale – sottolinea ancora Gaetano Ledda – a chiedere la sospensione immediata della sentenza e la revoca di un provvedimento palesemente illegittimo e persino inapplicabile. Così si potrebbe riprendere immediatamente l’attività. Le sentenze si applicano sempre, ma attraverso gli istituti giuridici che nell’ordinamento italiano ne garantiscono l’effettiva e legittima applicazione (correzioni errori materiali, incidenti di esecuzione e, nel caso in questione, giudizio in ottemperanza).»

«Le responsabilità del presidente Ganau sono evidenti in questa vicenda – dice Modesto Fenu, del Movimento Popolare Sardo Zona Franca, uno dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti dalla sentenza del Consiglio di Stato -. Ormai appare chiaro che si rischia la paralisi dei lavori del Consiglio Regionale con grave danno per l’Isola e tutti i sardi. Il Presidente è anche il garante di tutto il Consiglio regionale, eletto da sardi e, pertanto, dal popolo sardo. E’ impensabile che un Presidente, nella sua posizione, preferisca rischiare di tenere l’assemblea bloccata ed ingessata per tentare di dare attuazione ad una sentenza che oramai, a furor di popolo, sa di “golpe” e nomina consiglieri regionali due persone che non hanno avuto i voti democraticamente per essere eletti, ma che si sono candidati e hanno semplicemente fatto ricorso.»

«Appare ormai evidente – aggiunge Fenu – che dei tre nominati dal Consiglio di Stato (due dell’Upc e uno del Partito dei Sardi), dai riconteggi che si stanno facendo in queste ore, solo uno risulterebbe avere diritto ad entrare nell’aula ma gli altri due verrebbero nominati consiglieri regionali per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato e non per meriti elettorali. Infatti, nel caso, questi verrebbero sostituiti da uno di Sel e uno in quota Pd. Di fronte a questa situazione, palesemente ingiusta che sta paralizzando il Consiglio regionale e rischia di annullare tutto il processo democratico delle elezioni, non si comprende per quale motivo il presidente Ganau e il Consiglio, a tutela dei sardi, si assumano la responsabilità di non chiedere la sospensiva e l’annullamento della sentenza, o quantomeno l’immediato ricorso per ottemperanza onde evitare il blocco dei lavori dell’aula e l’ingiusta attribuzione di seggi, in disprezzo alla legge elettorale sarda e senza che siano stati proclamati eletti dalla Corte d’appello di Cagliari, così come è stato per tutti gli altri Consiglieri Regionali Sardi. E’ assurdo essere vittima di decisioni che vanno contro la volontà espressa democraticamente dai sardi. Appare poi ormai chiara, in tutta questa vicenda, l’inserimento di altre logiche di riflessione.»

«Concludo col rinnovare la richiesta al presidente Ganau, a tutela del Consiglio che rappresenta il Popolo Sardo e la sua specificità anche in materia elettorale, a non limitarsi a dar seguito passivamente alla sentenza del Consiglio di Stato, di fatto inapplicabile e a richiedere immediatamente almeno il ricorso per ottemperanza, nonché la sospensiva e l’annullamento della sentenza. Inoltre, considerato lo scalpitio che qualcuno sta già manifestando nel volermi frettolosamente sostituire in Consiglio Regionale, pur nel rispetto del ruolo oltreché delle persone, nella figura del presidente Ganau e della Giunta per le elezioni, per il delicato lavoro che stanno svolgendo, mio malgrado mi trovo costretto a diffidarle dal sostituirmi in Consiglio Regionale con qualsiasi persona che di diritto non sia stata proclamata eletta dalla Corte d’appello di Cagliari.»

In serata Modesto Fenu ha diffuso una seconda nota, con la quale commenta la presa di posizione di Gianni Lampis (FdI), invitandolo ad evitare facili illusioni e a leggere molto attentamente l’articolo 12 della Legge Statutaria Elettorale n. 1/2013 che, testualmente, stabilisce che «sono esclusi esclusivamente dall’attribuzione i gruppi di cui all’articolo 1, comma 7”, che si traduce nel fatto che tutti gli altri gruppi sono inclusi e nessuno sbarramento va ad essi applicato da chiunque. Questa è la legge, di una chiarezza unica. Capisco che Fratelli d’Italia possa essere poco identitaria, ma mi permetto di ricordare che in materia elettorale la Regione Sardegna ha competenza primaria».

«Il presidente Francesco Pigliaru – dice Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia – è preoccupato per la paralisi del Consiglio regionale, la cui responsabilità, è chiaro a tutti, è del centrosinistra? Teme che l’impasse amministrativa possa bloccare le diverse riforme, come la legge urbanistica e quella degli Enti locali? Allora colga l’occasione per mettere finalmente al lavoro il Governo della Regione, in ritardo su molteplici temi, dagli assegni di merito per gli studenti allo sblocco dei Bandi PIA, dalle opere pubbliche al Fondo unico per i Comuni. Il Governatore non sventoli il blocco della massima assemblea dei sardi per giustificare il ritardo inammissibile della Giunta.»

«Lavoro per gli assessori, al di là dello stallo del Consiglio regionale, ce n’è abbastanza. Si tratta semplicemente di dare concretezza agli impegni già presi e non ancora rispettati. Basta con le solite scuse e con la prassi ormai consolidata di questo governo di attribuire le colpe agli altri. E stia tranquillo, Francesco Pigliaru, perché appena il Consiglio potrà nuovamente lavorare non mancherà l’apporto delle opposizioni che da un anno e mezzo cercano (purtroppo invano, vista la presunzione della Giunta) di portare in aula le proprie proposte. E se necessario – conclude Ignazio Locci – non ci tireremo indietro neanche se fossimo chiamati a lavorare il giorno di Ferragosto.»

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Consiglio regionale 2 copia

Stamane il Consiglio regionale ha approvato i primi 5 articoli del Dl 202 della Giunta regionale sulla trasformazione in agenzia del Consorzio “Sardegna ricerche”.

Il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge istituito con legge regionale 21/85 (Istituzione di un fondo per l’assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell’art. 12 della Legge 268/74). Il presidente, Gianfranco Ganau, ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere di Sdl Pier Mario Manca.

Nella sua relazione, Manca ha ricordato l’esigenza più volte manifestata dalla Corte dei conti di trasformare il consorzio in Agenzia ed in effetti, ha sottolineato, «negli anni la struttura ha perduto la sua fisionomia originaria; il provvedimento, inoltre, appare in linea con l’esigenza di contenere i costi riordinando il contesto degli organismi di ricerca che fanno capo alla Regione senza spese aggiuntive». Su quest’ultimo punto, ha aggiunto Manca, «sono stati espressi in commissione alcuni rilievi per ciò che concerne il personale, rilievi manifestati in modo analogo anche dai consiglieri della minoranza».

Il consigliere Ignazio Locci, sull’ordine dei lavori, ha osservato che gli emendamenti al Disegno di legge non sono stati messi ancora a disposizione dall’Aula.

Il presidente Ganau ha assicurato che i documenti saranno messi a disposizione del Consiglio quanto prima. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di minoranza, il consigliere Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sardegna.

Gianluigi Rubiu ha ripercorso in apertura le vicende più significative di Sardegna Ricerche ricordato affermando che nel tempo la struttura ha assunto un ruolo crescente al servizio del sistema delle imprese. «Ma il provvedimento – ha lamentato – suscita non poche perplessità, la governance passa da gestione democratica ad una monocratica di diretta espressione della politica e ciò esprime la chiara volontà di creare un ennesimo ente regionale a disposizione della Giunta; sul personale, d’altra parte, non è specificato il tipo di contratto da applicare al personale dell’ente e manca ogni riferimento all’anzianità di servizio di molte figure professionale». Si tratta di una ambiguità che, ad avviso di Rubiu, «merita un rigoroso approfondimento giuridico, date alcune precedenti esperienze regionali di segno negativo; esiste insomma un concreto rischio di impugnazione di questa legge, con oneri aggiuntivi a carico della Regione».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha affermato che il problema può essere affrontato in modo burocratico, facendo riferimento alla trasformazione del consorzio 21, o capire opportunità contenute nel potenziamento di Sardegna Ricerche. «Questa è l’ottica giusta – ha dichiarato Comandini – per potenziare le funzioni di Sardegna Ricerche e valorizzare ruolo della struttura; quello di Pula è il primo parco tecnologico d’Italia con oltre 600 ricercatori, un fiore all’occhiello del sistema Regione, questa è l’idea della Giunta e della maggioranza».  «Siamo consapevoli – ha riconosciuto l’esponente del Pd – che certi modelli di sviluppo sono soggetti a dinamiche internazionali molto complesse ma, proprio per questo, quella di puntare su ricerca ed innovazione è una scelta vincente che consente alla Sardegna di essere un volano del sistema Italia; la legge, in definitva, contiene risposte ai quesiti della Corte dei conti ma politicamente conta di più la volontà di riordinare il sistema della ricerca nella prospettiva del rilancio dell’economia regionale».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az) ha premesso che «non è facile intervenire in questo clima,perché  la politica non può smarrire il proprio ruolo rispetto a quello che sta succedendo e lasciare che circolino tante voci sulla sentenza del Consiglio di Stato; le sentenze si rispettano ma un parlamento non può accettare senza dire nulla che un organo della magistratura disponga in materia della sua composizione, serve perciò un approfondimento in una sede da individuare, che potrebbe essere quella dei capigruppo, però procedere in queste condizioni non consente di svolgere il ruolo del parlamento sardo con serenità».

Il presidente ha ribadito che la sentenza non è pervenuta, confermando che se dovesse arrivare si procederà di conseguenza ma al momento, ha precisato, «i lavori del Consiglio possono continuare».

Riprendendo il suo intervento ed affrontando il merito, il consigliere Solinas ha osservato che «in parte il provvedimento risponde ai rilievi della Corte dei conti ma in un’altra parte procede in senso contrario acquisendo il personale in modo indiscriminato al sistema Regione; nei fatti, pur non discutendo le professionalità presenti all’interno di Sardegna Ricerche, il personale passerebbe da un contratto privato ad un pubblico e a questo punto occorre chiedersi cosa farà la Regione quando qualcuno dovesse chiedere la mobilità, con quale qualifica sarà considerato, come sarà possibile conciliare questa norma con quella sulla mobilità interna alla Regione». «Si determinerebbe poi – ha prospettato Solinas – un aumento di organico senza una programmazione a monte,  creando un problema peggiore di quello che si vorrebbe risolvere, senza dimenticare che lo stesso problema si riproporrà a breve con l’Ente Foreste che si sta trasformando in Agenzia». «E’ necessario insomma – ha concluso Solinas – un chiarimento complessivo sul mare magnum degli enti regionali perché altrimenti si procederà con una eccessiva discrezionalità che provocherà poi un contenzioso ingestibile».

Il presidente Ganau ha dato la parola a Marco Tedde (Forza Italia): «Si tratta di una legge che presenta molte zone d’ombra che incideranno su un ente strategico per la Sardegna». «L’azzeramento dei vertici – ha affermato Tedde – ci fa pensare alla volontà politica di mettere l’ente sotto lo stretto controllo della Giunta regionale». Il consigliere ha poi accusato la maggioranza di non aver portato avanti politiche a favore dell’innovazione e della ricerca, «diversamente da quanto fatto dalla Giunta Cappellacci fino al 2013 attraverso il finanziamento della legge 7 del 2007».

Per il vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la fretta porta a commettere errori. Il consigliere ha auspicato di rinviare la riforma dell’ente al progetto complessivo di riforma degli enti locali. Per Zedda non solo questa legge non porterà risparmi o miglioramenti di risultati, ma, se non verrà modificato l’articolo 8 sul personale, si «creerà un grande pasticcio».

L’esponente della minoranza ha chiesto alla Giunta di dire chiaramente se vuole investire ancora in ricerca e innovazione oppure no, ricordando all’assessore Paci che quando c’era la Giunta Cappellacci l’Università di Cagliari “aveva preteso” ingenti risorse per la ricerca di base.

Il vice presidente Eugenio Lai ha assunto la guida dell’Aula e ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, il quale ha sottolineato che le «turbolenze dovute alla sentenza del Consiglio di Stato creeranno qualche problema».

Per l’esponente della minoranza questa legge non darà un nuovo impulso all’attività di ricerca: «Credo che le riforme non debbano essere fatte a spezzatino come propone questa Giunta regionale». Secondo Dedoni bisogna avviare una riorganizzazione organica della Regione anche i benefici per la Sardegna.

Il vice presidente Lai ha poi dato la parola al consigliere Stefano Tunis (Forza Italia). Per l’esponente della minoranza non è comprensibile che si impegni il tempo del Consiglio regionale per modificare la natura giuridica di un ente, quanto l’Isola soffre una crisi mai vista. Per Tunis, visto che con tale modifica non cambia nulla, «si potrebbe pensare che alla base di questo provvedimento ci siano problemi politica e non di risultato». Il consigliere ha poi concluso affermando che la Giunta è interessata a occupare posti di potere.

Lai ha, poi, dato la parola all’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, il quale ha, da subito, sottolineato che non si tratta di occupare posti di potere, visto che non è neanche previsto un Cda. L’obiettivo della legge, ha affermato, è di riordinare un tema importante ridefinendo la natura giuridica di Sardegna ricerche, come chiesto dalla Corte dei Conti. Paci ha affermato di avere accolto diverse osservazioni, «soprattutto quelle degli onorevoli Rubiu e Zedda», e di averle inserite all’interno degli emendamenti della Giunta. L’assessore ha ribadito che non c’è alcuna volontà di trasformare i dipendenti di Sardegna ricerche in dipendenti regionali e che manterranno il loro contratto. Per Paci con questa legge si fa un passo avanti proseguendo il lavoro positivo fatto negli ultimi anni dall’ente e dalla sua presidente, con l’obiettivo di rafforzare il sistema della ricerca in Sardegna.

Il vice presidente di turno dell’assemblea, Eugenio Lai, ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli, che è stato approvato dall’Aula, ed ha concesso la parola al capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, per la discussione generale sull’articolo 1.

Il consigliere Fabrizio Anedda ha lamentato i carenti servizi alle imprese garantiri da “Sardegna Ricerca” nel corso degli anni, a fronte di un cospicuo assorbimento di risorse regionali a valere sui capitoli di bilancio di competenza del Lavoro. «Auspico – ha concluso l’esponente della maggioranza – che con il passaggio al controllo diretto dell’assessorato della Programmazione migliorino i servizi per le imprese e ci sia un più efficace del personale».

Posto in votazione l’articolo 1 (Trasformazione del consorzio “Sardegna Ricerche” nell’agenzia regionale “Sardegna Ricerche e finalità”) è stato approvato con 27 voti favorevoli e uno contrario.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è quindi intervenuto per dichiarare che la mancata partecipazione al voto dei consiglieri della minoranza è giustificata da “ragioni politiche” e non derivante da assenze.

Il vicepresidente Lai ha proseguito con la votazione dell’articolo 2 (Compiti dell’agenzia “Sardegna Ricerche”) che è stato approvato con 27 voti a favori e 17 contrari.

La consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, intervenendo in sede di discussione dell’articolo 3 (Organizzazione s statuto dell’agenzia “Sardegna ricerche”) ha sottolineato che al comma 2 si prevede che sullo statuto il Consiglio debba limitarsi al parere, così  come avviene per una ordinaria delibera, ed ha rivolto la richiesta all’assessore della Programmazione perché “fornisca chiarimenti in ordine ai tempi e alla metodologia di approvazione delle statuto dell’agenzia”.

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha espresso perplessità sulla formulazione del comma 1 dell’articolo 3 in ordine all’inquadramento del personale di “Sardegna ricerche” laddove si fa riferimento alla legge regionale 31 (disciplina del personale e dell’organizzazione degli uffici della Regione). «Bene i chiarimenti forniti dall’assessore Paci – ha affermato l’esponente della minoranza – quando afferma di non voler inquadrare il personale all’interno dell’amministrazione regionale ma la norma è scritta molto male e si presta a confusione». «Per tali ragioni – ha concluso Tunis – propongo un emendamento orale soppressivo del comma 1 dell’ articolo 3».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha rimarcato l’assenza di un riferimento temporale sul termine di approvazione dello statuto da parte della Giunta regionale. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato il rischio di creare «confusione tra l’impianto complessivo della norma in esame e quanto previsto nell’articolo 3 della stessa».

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha affermato, rivolgendosi all’assessore Paci, che «il malvezzo della Giunta di scrivere gli statuti degli enti e delle società regionali non giustifica il fatto che anche quello di “Sardegna ricerche” debba essere scritto dall’esecutivo». «Lo statuto non è un mero atto di organizzazione – ha affermato l’esponente della minoranza – ma va inquadrato tra le competenze esclusive del Consiglio regionale». Christian Solinas ha concluso affermando di condividere la proposta formulata dal suo collega Tunis ed ha rimarcato la formulazione equivoca del comma 1 dell’articolo 3 in riferimento all’inquadramento del personale dell’agenzia.

La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha preannunciato il voto contrario ed ha invitato l’assessore Paci a trovare una formula per garantire il parere di merito della competente commissione sullo statuto dell’agenzia.

L’assessore della Programmazione, ha però invitato il Consiglio ad approvare l’articolo 3 così come formulato nel testo all’esame dell’Aula («evitiamo ulteriori appesantimenti burocratici»).

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha preannunciato la non partecipazione al voto: «Il malvezzo non può diventare la norma nella nostra Regione».

Dopo il ritiro della proposta orale del consigliere Tunis, posto in votazione l’articolo 3 è stato approvato con 26 voti a favore e 13 contrari.

In sede di discussione dell’articolo 4 (Organi dell’agenzia “Sardegna ricerche”) il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha espresso perplessità sulla prevista figura del direttore generale che accorperebbe la figura del direttore di servizio.

Posto in votazione l’articolo 4 è stato approvato con 27 voti favorevoli; 3 contrari e un astenuto. La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha sottolineato che la mancata partecipazione al voto dei gruppi di minoranza deriva da ragioni politiche e non da assenze.

Il vice presidente Lai, ha quindi aperto la discussione sull’articolo 5 (Direttore generale) ed ha annunciato la presentazione di due emendamenti: il n. 9, sostitutivo parziale proposto dalla giunta regionale e il n.4 (Alessandra Zedda, Fi) aggiuntivo.

Il relatore, Pier Mario Manca (Sovranità, democrazia, lavoro) ha dichiarato parere favorevole all’emendamento n. 4 ed ha invitato al ritiro i presentatori dell’emendamento aggiuntivo n. 9

Per il parere della Giunta, è intervenuto l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che ha precisato che l’emendamento n. 4, così come formulato, tiene conto delle osservazioni della minoranza e ricomprende il contenuto dell’emendamento n. 9.

La consigliere Alessandra Zedda (Fi) ha quindi comunicato il ritiro dell’emendamento n. 9 ed ha rimarcato l’opportunità di ricercare in prima istanza, la figura del direttore generale, tra i dirigenti della Regione e successivamente attraverso una selezione pubblica.

Posto in votazione l’emendamento n. 9 che sostituisce il comma 5 dell’articolo 5 con la seguente dicitura: il direttore generale è scelto tra il personale dirigente del sistema regione o, con procedura ad evidenza pubblica, tra persone di comprovata esperienza e competenza pertinenti alla funzioni da svolgere e che abbiano ricoperto, per almeno cinque anni, incarichi dirigenziali di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private; è stato approvato con 26 voti  favore; 3 contrari e 12 astenuti.

Di seguito l’Aula ha approvato con 27 voti a favore; 8 contrari e sei astenuti l’articolo 5.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha posto come pregiudiziale per il proseguo della seduta un chiarimento e una verifica circa la notifica della sentenza del Consiglio di Stato sulla decadenza di quattro consiglieri regionali ed ha chiesto al vice presidente della Giunta, Paci se corrispondesse al vero l’avvenuta notifica della sentenza presso gli uffici della presidenza della Giunta. Pittalis ha inoltre invitato la presidenza dell’assemblea a verificare se vi siano state notifiche presso l’avvocato del Consiglio regionale.

Il vice presidente Eugenio Lai ha confermato che non risultato notifiche formali presso gli uffici del Consiglio regionale e l’assessore Paci ha rassicurato che il presidente della Giunta seguirà le disposizioni di legge e il corretto iter qualora la sentenza fosse notificata. Paci ha anche precisato di non poter fornire informazioni più puntuali in quanto presente in Aula e non negli uffici della Regione.

Il vice presidente Eugenio lai ha quindi sospeso per alcuni minuti la seduta e alla ripresa dei lavori ha confermato che la sentenza del Consiglio di Stato non è stata notificata alla Regione.

Aperta la discussione sull’articolo 6 (Organo di controllo) il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha evidenziato la necessità di sanare, in sede di coordinamento tecnico del testo di legge, la presunta incongruenza tra quanto stabilito nell’articolo 5 e quanto approvato al comma 1 dell’articolo 3 in merito alle procedure per l’individuazione direttore generale.

L’assessore Paci ha dichiarato che «la sostanza è salvaguardata» ed ha rimandato a opportune verifiche in sede di coordinamento tecnico.

Posto in votazione l’articolo 6, la seduta è stata sospesa per trenta minuti per mancanza del numero legale in Aula.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dichiarato conclusi i lavori della mattinata e ha convocato la conferenza dei capigruppo, annunciando che il Consiglio si riunirà questo pomeriggio.

«I temuti rischi legati all’avvio del progetto di accorpamento degli ospedali Brotzu, Microcitemico e Businco, strutturato nel peggiore dei modi possibili, dopo la visita della Commissione Sanità (cui appartengo) al Brotzu e al Microcitemico, dove abbiamo incontrato personale medico, infermieristico, i sindacati e le varie dirigenze, si sono trasformati in triste realtà.»

Lo ha detto oggi Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’assessore alla Sanità Luigi Arru, con il suo insano disegno – ha aggiunto Locci -, ha decretato il funerale del polo ospedaliero più importante della Sardegna. Resto sicuramente favorevole all’idea di unificazione delle tre strutture, ma non posso non sottolineare che così come è stato disegnato dall’esponente dell’Esecutivo Pigliaru, può solo creare danni e forti disagi agli utenti. Le lacune sono sotto gli occhi di tutti: mancano medici, infermieri, e l’organizzazione dei tre ospedali paga il prezzo di un accorpamento che, anziché dare risposta alla richiesta di salute dei cittadini, taglia i servizi con lo scopo di risparmiare, incurante dei disagi arrecati ai sardi.»

«Questa volta – ha sottolineato ancora Ignazio Locci -, a denunciare la mancanza del personale sono indistintamente i primari delle tre strutture, che lamentano l’assenza di professionalità e paventano, quale immediata conseguenza, una drastica riduzione dei servizi sanitari. E questo è il frutto del lavoro svolto fino a oggi dall’assessorato della Sanità, che non ha minimamente voluto ascoltare (o ha fatto finta di farlo) le legittime rivendicazioni del mondo sanitario e delle opposizioni in Consiglio ed è andato dritto sulla sua strada fatta di tagli alle risorse e cancellazione dei servizi. Il tutto sventolando, attraverso un’operazione di vero e proprio terrorismo, la spesa sanitaria considerata fuori controllo. Soldi, è bene precisarlo, interamente a carico dei sardi. La lezione sull’esigenza di risparmio, invero, è una fandonia e i professori dovrebbero smetterla di dare lezioni, visto che non sono per niente conseguenti ai loro proclami, se consideriamo che continuamente fanno ricorso ai conferimenti di incarico aumentando di conseguenza la spesa.»

«Questa situazione è decisamente preoccupante. E oggi, alla luce del grido d’allarme lanciato da chi all’interno di quegli ospedali lavora e ben conosce la realtà, al contrario di chi ne decide le sorti dall’alto della sua poltrona istituzionale, la Giunta dovrebbe sentirsi in dovere di rivedere gli obiettivi. A meno che – ha concluso il consigliere regionale di Sant’Antioco – non voglia definitivamente decretare la fine del sistema sanitario isolano.»

Ospedale Brotzu Cagliari2 Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

Centro direzionale ASL 7

«L’assessore regionale della Sanità e il commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia riferiscano in Commissione Sanità sulla vicenda Adi del Sulcis.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, c0nsigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«A seguito delle modifiche apportate dalla Dirigenza dell’Azienda sanitaria locale al sistema di assistenza domiciliare integrata – aggiunge Ignazio Locci -, per i 47 pazienti cronici del Sulcis è iniziato un vero e proprio calvario, culminato con la protesta di ieri mattina sotto la sede dell’Asl in via Dalmazia a Carbonia. Una situazione indecente, inaccettabile, sulla quale è urgente fare chiarezza nella speranza si ripristini un servizio che, prima dell’arrivo del nuovo Commissario, aveva sempre funzionato alla perfezione. Per questo ho avanzato una richiesta di audizione in commissione Sanità dell’assessore Luigi Arru e del commissario Antonio Onnis.»

«Anziché ascoltare le legittime richieste delle associazioni che raggruppano i pazienti Adi del Sulcis, il Commissario e il Direttore sanitario sono andati dritti per la loro strada rivoluzionando l’assistenza domiciliare integrata. Risultato: disagi ai pazienti, sciopero delle prestazioni infermieristiche (con conseguente intervento dei Carabinieri) e, qualora la situazione non dovesse cambiare, sciopero della fame degli assistiti. Tutto questo per assecondare la logica dei tagli generalizzati alle risorse che caratterizza l’operato della Giunta di Francesco Pigliaru e, in questo caso, della Asl 7, che ne è diretta emanazione. Non possiamo accettare passivamente che i pazienti del Sulcis, messi all’angolo tanto da dover protestare in maniera clamorosa e annunciare persino lo sciopero della fame, subiscano una situazione di cui non hanno alcuna colpa. Meritano le massime attenzioni e, soprattutto, un’assistenza professionale e dignitosa. Quella che, purtroppo, – conclude Locci – non garantisce il nuovo sistema dell’Adi.»

Il Comitato famiglie 162, che raggruppa 53 associazioni in tutta l’Isola, ha chiesto di trovare i fondi per evitare i tagli alla legge 162 a sostegno delle disabilità gravi. «Ci saranno almeno 6 milioni di economie che i Comuni dovranno comunicare all’assessorato entro il 10 settembre – ha affermato Francesca Palmas del Comitato 162 – tali da coprire i circa 3 milioni di euro previsti dai tagli». I rappresentanti dei familiari di persone affette da disabilità gravi sono stati sentiti in audizione dalla Sesta commissione, presieduta dal socialista Raimondo Perra. Gli auditi hanno spiegato che, con la riduzione prevista all’interno della delibera 33, del 30 giugno scorso, la Giunta ha previsto alcune riduzioni dai casi con un punteggio di gravità inferiore a 70 punti per la carenza delle risorse. Il fondo aveva a disposizione 104 milioni di euro per finanziare circa 38mila piani di persone affette da handicap a cui si sommano circa 13 milioni e 300mila euro delle economie fatte dai Comuni per rinunce o decessi. Mancano per completare la seconda semestralità secondo il Comitato 3 milioni, mentre secondo i dati forniti dall’Assessorato della Sanità 4milioni e 700mila euro.

Il Comitato ha spiegato che i tagli, pur sembrando esigui (vanno da 75 a 250 euro in sei mesi a persona) riguardano 29mila piani di cui 2414 di minorenni da zero a 18 anni. «Questi minorenni che avranno un taglio sono affetti da patologie gravi come l’autismo e la sindrome di Down – ha spiegato Palmas – e sappiamo che i programmi personalizzati per i bambini, in particolare, possono portare a importanti risultati per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, relazionale e dell’autonomia e quindi dell’inclusione sociale». «Ho due figli autistici – ha affermato Veronica Azara, rappresentante di Sensibilmente Onlus di Olbia – e il piccolo di 8 anni avrà un taglio di 250 euro su 4500 euro che corrisponde a un mese di percorso. Per lui è per noi potrebbe comportare la perdita di tanti progressi conquistati con fatica».

Il Comitato ha inoltre chiesto che non venga applicata la tabella Isee prevista dalla delibera 53/30 del 2014 perché già superata dalla n. 14/7 del 31/03/2015.

La Commissione ha poi audito l’assessore regionale della Salute, Luigi Arru, il quale ha spiegato che non c’è alcuna volontà di creare alcun danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie, ma questo piccolo taglio è dovuto alla mancanza di fondi. L’assessore ha poi evidenziato che i due terzi dei piani riguardano anziani con un basso reddito e con un basso punteggio di disabilità che non supera 20. E’ necessario dunque rivedere nella sua interezza il welfare regionale per impostare politiche sociali e sanitarie mirate per tutte le necessità. Si sta usando, secondo i dati dell’assessorato, la 162 per sopperire ad altri tipi di esigenza sociale, anche se assolutamente da tenere in massima considerazione. Su questo aspetto, ha affermato l’assessore, è necessario un ragionamento complessivo.

In Commissione, sia da parte della maggioranza sia da parte dell’opposizione, si è arrivati alla conclusione che non si possono tagliare i piani della 162 e che bisogna, tutti insieme, aiutare l’Assessore a trovare i 4 milioni e 700mila euro per concludere i piani del 2015 per poi partire dal primo gennaio 2015 con la nuova programmazione.

L’assessore si è detto assolutamente d’accordo, ribadendo però che nelle casse della Sanità non ci sono altri fondi da recuperare, è stato già fatto il massimo. Sui tagli ai 2414 minorenni ha dato assoluta disponibilità a verificare e, se è così, a rivedere le posizioni dei bambini.

In conclusione i consiglieri di Forza Italia, Ignazio Locci, e di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, hanno espresso solidarietà all’assessore per l’aggressione verbale subita nelle scorse settimane. Per Edoardo Tocco (Forza Italia) ha chiesto infine all’assessore di migliorare la comunicazione tra l’Assessorato e i servizi sociali dei Comuni per facilitare le procedure burocratiche.

Cristiano Erriu 11

«Comuni, Unioni dei Comuni e Regione sono i pilastri della riforma dell’ordinamento delle autonomie locali. Un sistema equilibrato e coerente, che integri le diverse comunità locali con un occhio di riguardo per i piccoli Comuni e i territori periferici più deboli e svantaggiati. Il tema delle politiche di area vasta e i relativi enti, oggetto di scontro politico e qualche volta di approcci ideologici di difese corporative, seppure legittime, non deve essere portato avanti da alcuni territori a scapito di altri. Sino a quando i ‘Licurghi’ sardi che siedono nel Parlamento nazionale non modificheranno l’art. 43 dello Statuto sardo, non sarà nella disponibilità dei ‘Soloni’ della Giunta o del Consiglio regionale, al netto di quelle soppresse dal corpo elettorale, modificare il numero delle Province sarde. Con buona pace del parlamentare on.le Gianpiero Scanu e di quanti lamentano difficoltà ma non prospettano soluzioni. La Gallura e l’Ogliastra, del resto, potrebbero associarsi nella Provincia di Nuoro e costruire l’asserita Provincia Tirrenica già a legislazione vigente». Lo ha detto ieri sera, a Ollolai l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, intervenendo ad un incontro con i sindaci del Centro Sardegna.

«Perché la Gallura (o provincia Tirrenica) sì, e il Sulcis Iglesiente no? Accolgo con favore la proposta lanciata dal deputato del Partito Democratico Gian Piero Scanu di istituire la provincia Tirrenica, a fronte di una Riforma degli Enti locali che resuscita le quattro province storiche e accantona le restanti di recente istituzione, ma non posso non sottolineare che se esistono ragioni a sostegno dell’idea di Scano, ne esistono almeno altrettante per salvaguardare anche la Provincia di Carbonia Iglesias. Si tratta di due territori di straordinaria importanza, con una storia millenaria, la cui gestione non può essere demandata agli organismi che la riforma aspramente criticata dal Deputato individua e istituisce.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.