29 March, 2024
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E’ finalmente arrivata l’autorizzazione a marchiare i Culurgionis d’Ogliastra. La comunicazione ufficiale della società di certificazione che per conto del Ministero ha seguito l’iter per il riconoscimento del marchio di Identificazione geograficamente protetta è la buona notizia che accompagnerà la seconda edizione del Festival “Culurgionis d’Ogliastra IGP” in programma a Lanusei sabato 1 e domenica 2 dicembre.

«Questo logo consentirà di comunicare al mondo intero che c’è una zona in Europa, in Italia, in Sardegna, di cui prima forse non tutti conoscevano l’esistenza, dove si produce una pasta fresca ripiena unica al mondo – hanno spiegato questa mattina a Cagliari i rappresentanti del Comitato promotore durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento -. I Culurgionis d’Ogliastra saranno quell’elemento che passando per i menu dei ristoranti, passando per le confezioni di prodotto, passando per gli elenchi dei prodotti a denominazione europea, porteranno il nome dell’Ogliastra ovunque.»

La denominazione Culurgionis d’Ogliastra Igp era stata registrata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 29 settembre 2016 dopo oltre un decennio di lavoro e un iter istruttorio lunghissimo che ha superato le valutazioni provenienti dal territorio, dalla Regione Autonoma della Sardegna, dal ministero delle Politiche agricole e in ultima battuta dall’Unione europea, passando al vaglio di enti, professionisti, esperti, cultori della materia.   

L’evento di Lanusei – finalizzato a promuovere un marchio che rappresenta l’Ogliastra e la Sardegna – servirà a fare il punto su un comparto strategico per l’economia sarda che avrà importanti ricadute dal marchio Igp, logo di cui potranno fregiarsi non soltanto i laboratori di pasta fresca dell’areale di produzione, ma anche i ristoranti, le aziende agrituristiche, il comparto turistico e quello primario.

Molto però c’è ancora da fare perché la Sardegna è ancora la Cenerentola d’Italia per numero di denominazioni: solo 8 tra Dop e Igp contro le 42 dell’Emilia Romagna, le 36 del Veneto, le 33 della Lombardia. Un dato che fa sorgere spontaneamente la domanda: le altre regioni hanno veramente un patrimonio gastronomico superiore al nostro o forse sono solo più capaci di noi nel valorizzarlo? L’esperienza su questo ed altri prodotti, non ultime le Seadas, il Pistoccu ed il Pane Carasau evidenzia, infatti, la atavica difficoltà dei produttori sardi di fare rete e mettersi insieme.

La produzione di Culurgionis in Ogliastra. Ogni anno in Ogliastra si producono 7.200 quintali di Culurgionis (600 quintali al mese circa) per un fatturato di circa 4 milioni e mezzo/5 milioni. Complessivamente in Sardegna si importa la pasta secca e si produce soprattutto la pasta fresca. Mediamente i sardi consumano circa 22 chili di pasta all’anno contro una media di 23,50 del resto d’Italia dove complessivamente vengono prodotte oltre tre tonnellate di pasta ogni anno per un volume d’affari di 4.735 milioni di euro.   

La pasta in Italia

 

Tonnellate

Milioni di euro

Produzione

3.361.218

4.735

Esportazioni

1.935.905

2.160

Consumi totali

1.425.313

 

Consumo pro capite (kg)

23,50

 

 Anno:2017

Fonte: Cna Alimentare Sardegna

«Avendo il nome dell’Ogliastra nella denominazione i Culurgionis ogliastrini possono diventare simbolo e lasciapassare per far conoscere universalmente questa meravigliosa provincia al mondo – hanno spiegato i rappresentanti del comitato -. Ci sono enormi potenzialità di sviluppo legate a questo prodotto se solo si avrà la capacità di mettere in moto una serie di sinergie tra gli operatori, tra i soggetti pubblici e quelli privati. “Culurgionis ogliastrini” da oggi può far rima con lavoro, impresa, sviluppo locale, promozione, turismo, affermazione di identità e cultura ogliastrina, e molte altre cose ancora. Questo è quello che ci auguriamo. Questo è quello che era in animo ai produttori, quando hanno iniziato il lungo e travagliato iter della richiesta di denominazione

Il programma del Festival “Culurgionis d’Ogliastra IGP”

La seconda edizione del Festival – organizzato anche quest’anno dal Comitato promotore  in collaborazione con Cna, Confartigianato, Banco di Sardegna, Pastaria, Camera di Commercio di Nuoro, Regione Autonoma della Sardegna, Comune e Pro Loco di Lanusei e comune di Arzana (ai quali si stanno aggiungendo i Comuni e le Pro Loco dell’intero areale di produzione dei Culurgionis) – ha lo scopo di far conoscere nel mondo un marchio che rappresenta l’Ogliastra e la Sardegna in tutto il mondo proponendo ai visitatori, insieme alla pasta e al vino tipici, tutte le peculiarità del territorio ogliastrino: cultura, storia, artigianato artistico, archeologia e paesaggi mozzafiato.

Il convegno nazionale. Il festival si aprirà sabato 1° dicembre (ore 10, cineteatro Tonio Dei) con il convegno dal titolo “La pasta apripista verso i mercati glocali” al quale parteciperanno Luigi Polizzi (dirigente Ministero Politiche Agricole), Giuseppe Melis (docente Università di Cagliari, dipartimento Economia Aziendale), Fabio Fontaneto (imprenditore della pasta e presidente di APPAFRE), Agostino Cicalò (presidente Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Nuoro), Giangiacomo Ibba (presidente nazionale CRAI) e Mauro Rosati (direttore generale QUALIVITA). Modera il convegno Incoronata Boccia, giornalista di Rai 3.

Le degustazioni. Durante la due giorni saranno presenti 13 stand per la degustazione lungo il centro storico di Lanusei dove verranno rappresentati i paesi Ogliastrini, ognuno dei quali proporrà i Culurgionis secondo le proprie ricette tipiche. Si potranno degustare diverse tipologie di prodotto con diversi tipi di preparazione (anche fritti, arrosto e conditi con la bottarga). Un ticket di 10 euro darà diritto a tre degustazioni e un bicchiere di vino. Saranno inoltre presenti gli stand dei prodotti della filiera (farina, aromi, patate, formaggio, olio) e le cantine storiche di Lanusei per una degustazione dei vini locali.

La Mostra-mercato dell’artigianato artistico. Durante il festival sarà visitabile una mostra-mercato curata dalla Cna Artistico e Tradizionale della Sardegna con i prodotti di aziende dell’artigianato artistico provenienti da tutta l’isola. Nel museo civico F. Ferrai sarà inoltre presente una mostra sulla filiera dei Culurgionis d’Ogliastra organizzata dalla associazione Agugliastra.

La gara di chiusura dei Culurgionis. Durante la manifestazione è prevista una gara di chiusura dei Culurgionis che si baserà sul tempo di chiusura e sulla qualità della caratteristica “spighitta”, fatta rigorosamente a mano e ottenuta pizzicando i due lembi della pasta sino a sigillarli completamente (simbolo dei riti primitivi di ringraziamento per la fertilità della terra). Sono previste due sezioni: una è riservata a tutti e l’altra solo ai rappresentanti dei comuni o delle Pro Loco. Al primo arrivato della seconda sezione sarà assegnato il Culurgione d’argento, trofeo appositamente realizzato dal maestro e stilista orafo di Barisardo Giancarlo Moi e adagiato su un cestino in filigrana fatto a mano, sempre in argento. Il premio sarà consegnato temporaneamente al comune vincitore che potrà tenerlo fino alla prossima edizione del festival. Il comune che vincerà per tre edizioni il Culurgione d’argento potrà detenerlo definitivamente (come avveniva inizialmente nella coppa del mondo di calcio).

Culurgiones gluten free. Uno dei tredici padiglioni per la degustazione sarà dedicato ai Culurgionis senza glutine per chi soffre di celiachia. Una azienda di Tortolì fornirà una ricetta base dedicata alle persone che soffrono di questo sempre più comune disturbo alimentare.

 

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«Il comparto dei produttori primari dell’ovicaprino viene da una stagione difficile, caratterizzata da problemi climatico-ambientali e di mercato, con un prezzo del latte sceso ai minimi storici. Per superare questa emergenza e sostenere le nostre aziende, abbiamo messo a correre 45 milioni di euro che stiamo liquidando per le quasi “Quale ruolo dei formaggi Dop nel mercato mondiale? La posizione dei Consorzi di tutela.»

È questo il tema che ha animato oggi il convegno organizzato dal Consorzio di tutela del pecorino romano Dop nelle tenute Sella & Mosca di Alghero dove si sono ritrovati i maggiori portatori di interesse del comparto nazionale ed europeo.

«Il comparto dei produttori primari dell’ovicaprino viene da una stagione difficile, caratterizzata da problemi climatico-ambientali e di mercato, con un prezzo del latte sceso ai minimi storici. Per superare questa emergenza e sostenere le nostre aziende, abbiamo messo a correre 45 milioni di euro che stiamo liquidando per le quasi 11mila domande ricevute.» Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ripercorrendo le azioni messe in campo dalla Regione negli ultimi mesi per far fronte alle criticità che hanno investito l’intera filiera del lattiero-caseario ovicaprino.
Ad aprire l’incontro la relazione del presidente del Consorzio del pecorino romano, Salvatore Palitta, e quindi la relazione introduttiva sullo stato di salute del settore nel panorama internazionale illustrata da Angelo Rossi, della Fondazione Clal (Centro studi dedicato al mondo del lattiero-caseario). E poi gli interventi di Gianfranco Gaias (Ufficio studi pecorino romano) sull’informazione e la diffusione dei dati nel settore, del presidente del Consorzio di tutela del parmigiano reggiano Dop, Nicola Bertinelli, e del direttore del Consiglio di regolazione del Queso Manchego (il rinomato formaggio ovino spagnolo), Pedro Condes Torres, che hanno raccontato le peculiarità di filiera e di posizionamento sul mercato delle proprie produzioni. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, impossibilitato a partecipare all’incontro, ha inviato un video messaggio che è stato proiettato in sala. Sempre in rappresentanza del Mipaaf ha preso la parola il dirigente Luigi Polizzi che segue per il Ministero le politiche di tutela delle Dop. Ricordando lo strumento del pegno rotativo, ideato dalla Regione in collaborazione con le banche per garantire liquidità soprattutto alle cooperative di trasformazione, Giuseppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna, si è confrontato con Torres sugli eventuali stati di giacenza nei magazzini del Manchego.

«A fine stagione – ha spiegato il direttore della Dop spagnola – le cantine sono vuote. Non abbiamo problemi di prodotto invenduto.»

Il convegno è stato anche occasione di confronto tra i relatori e la platea composta da addetti ai lavori: associazioni di categoria agricola, produttori primari, trasformatori privati e del mondo delle cooperative, e rappresentanti delle altre Dop di pecorino. Sul piano istituzionale ha portato i saluti della città catalana il sindaco Mario Bruno. Un saluto ai partecipanti lo ha dato anche il padrone di casa, Vittorio Moretti, titolare dell’azienda che lo scorso anno ha acquisito la Sella & Mosca.