3 May, 2024
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Ammontano a 3,9 milioni di euro le risorse assegnate ai Comuni della Sardegna per le Smart Grid. Si tratta di fondi POR FESR Sardegna 2014-2020 e il relativo bando, predisposto dal Servizio energia ed economia verde dell’assessorato dell’Industria, è stato pubblicato nei giorni scorsi. Giovedì prossimo, 16 marzo, a Olbia, nella sede del Museo Archeologico, dalle 10.00 alle 13.00 si svolgerà il primo di una serie di incontri con le amministrazioni comunali, i tecnici e gli ordini professionali per illustrare il bando e le altre azioni predisposte dall’assessorato in materia di energia. Vi parteciperanno, tra gli altri, l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, e numerosi amministratori locali del nord Sardegna.
Gli incontri rappresentano una delle tante iniziative avviate dalla Regione per presentare le azioni avviate in ambito energetico all’indomani dell’approvazione del Piano Energetico Regionale: dal bando sull’Audit per le imprese ai progetti per l’efficientamento energetico passando per Sardegna e-PAES, software per conoscere le emissioni di CO2, monitorarle e capire quanto e come ridurle. Sul fronte delle rinnovabili, la Regione punta a migliorare l’efficienza della generazione distribuita esistente, attraverso l’integrazione con la mobilità sostenibile e con la realizzazione di reti intelligenti di distribuzione dell’energia (Smart Grid) basate sull’integrazione di sistemi ICT per il monitoraggio dei consumi e di sistemi di accumulo.
Il processo di diffusione delle Smart Grid passa anche attraverso le Micro Grid, interventi su singoli edifici che permettono di utilizzare in maniera efficiente la produzione rinnovabile, di conservarne l’eccesso tramite sistemi di accumulo e opportuni sistemi di gestione. Tutto ciò per ottenere l’integrazione tra produzione, accumulo e consumo, allo scopo di utilizzare prioritariamente le risorse di produzione elettrica già attualmente installate e massimizzare l’autoconsumo di energia elettrica. Il Servizio energia dell’assessorato ha promosso quattro eventi territoriali per illustrare il bando. Dopo l’incontro di Olbia, i prossimi appuntamenti sono il 23 marzo a Oristano, il 30 marzo a Nuoro e il 6 aprile a Cagliari.

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In 29 mesi di legislatura solo il 14% degli atti prodotti da Giunta e Consiglio ha riguardato le esigenze di sviluppo delle piccole imprese sarde. Infatti, sui 2.155 provvedimenti presentati da Assessori e Consiglieri solo 302 hanno contribuito alla crescita del sistema produttivo regionale.

Sono questi i dati generali, incontrovertibili e verificabili, emersi dalla presentazione della seconda edizione del “Rating della Regione Sardegna”, disponibile sul sito www.sardegnaimpresa.it, realizzato da Confartigianato Imprese Sardegna e OpenPolis, società specializzata in rilevazioni e studi.

Come negli anni passati, l’analisi ha “radiografato” gli atti di Giunta e Consiglio, prodotti nella prima metà del mandato, da marzo 2014 a fine di luglio 2016. Ben 2.155 tra delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze; tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni, quali burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’artigianato.

Numeri, quelli del Rapporto, che stridono con la capacità produttiva delle circa 36mila aziende artigiane (il 23% della forza produttiva sarda), che negli ultimi 12 mesi, con 3milardi e mezzo di valore aggiunto, hanno contribuito al PIL regionale per il 16%. Dal Rating, quindi, emerge una rapporto tra imprese e Giunta-Consiglio non coincidente con le necessità di cui avrebbe bisogno il sistema produttivo isolano.

«Sono dati incontrovertibili e incontestabili – ha affermato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, durante la presentazione questa mattina in conferenza stampa – perché sono quelli prodotti e messi a disposizione dall’Esecutivo e dalla Massima Assemblea regionale. Purtroppo, e non è una novità, in questi 2 anni e mezzo la Politica regionale è stata “sfuggente” nei confronti del nostro comparto che, quindi, è stato solo “incidentalmente” interessato dall’azione politica di Giunta e Consiglio.»

Ma nel Rapporto ci sono anche le azioni positive che Confartigianato ha voluto “premiare” come più “vicine” alle esigenze delle piccole realtà produttive, che hanno visto il coinvolgimento attivo dell’Associazione da parte della politica e che cominciano a dare i primi risultati. Gli atti che più si sono avvicinati alle esigenze degli artigiani sono stati quelli sull’internazionalizzazione delle imprese, dell’assessore Maria Grazia Piras,  sulla tutela del pane, realizzata dai consiglieri Daniela Forma e Luigi Crisponi e sulla semplificazione burocratica, a firma del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Maria Grazia Piras.

Al contrario, tra le richieste delle imprese a oggi rimaste insoddisfatte le leggi sull’artigianato e sull’urbanistica (da fonti di stampa abbiamo letto che dovrebbe essere approvata questa settimana in Giunta per poi essere discussa in Consiglio e si spera anche con le associazioni Imprenditoriali) e la riforma dei Consorzi fidi (completamente da bocciare secondo Confartigianato).

«Un aspetto importante che rileviamo – ha sottolineato il segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli, nel suo intervento – è quanto spesso ci sia scollamento fra atti di programmazione condivisibili e una loro attuazione non all’altezza”. “E’ il caso, ad esempio, delle delibere di Giunta contenenti gli incentivi alle imprese ha proseguito – che hanno ricevuto un parere positivo nel rating per diversi motivi tra cui la procedura a sportello “veloce”, o perché prevedevano finanziamenti anche di piccola taglia per le piccole imprese (il cosiddetto T0)”. “Ad oggi notiamo un forte ritardo nelle procedure di istruttoria anche a distanza di 4 mesi le imprese non ne conoscono ancora gli esiti. In merito ai finanziamenti di piccola taglia (T0), la delibera è del 6 luglio 2016 e ancora oggi non è stato nemmeno pubblicato il bando. I tempi della Pubblica Amministrazione ancora una volta non sono quelli delle imprese.»

Dall’analisi generale, emerge che 1.110 atti sono stati giudicati “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani”. Di questi ben 784 (il 71%) sono “neutri”, ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302. Analisi confermata anche dai “tag” più ricorrenti. Quello relativo alle imprese risulta solo al 10° posto (presente in 127 atti) mentre quelli più frequenti sono ambiente (403 atti), “enti pubblici” (372 atti) e sanità (284 atti).

«Con certezza – ha aggiunto Maria Carmela Folchetti – sappiamo di non essere tra i primi pensieri di assessori e consiglieri, anzi siamo proprio relegati al ruolo di comprimari». Per la presidente di Confartigianato Sardegna «l’attenzione sui temi dell’artigianato è ancora insufficiente: i pochi atti favorevoli a imprese e artigianato sono sovrastati da atti “neutri e ininfluenti”, che non incidono sulla svolta che si chiede».

Ma non tutto è negativo ciò che non è stato inserito nel rating: «Tra le cose da segnalare – ha sottolineato Maria Carmela Folchetti – è soddisfacente anche l’attività che si sta realizzando sugli appalti pubblici, sulle infrastrutture e sulla programmazione territoriale. Al contrario, ancora assai deficitaria l’attività sulla formazione che necessita di un urgente intervento strutturale».

«In un contesto come quello attuale, fortemente condizionato dal dilagare dell’antipolitica – ha precisato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – riteniamo che aver dato anche valutazioni di soddisfazione per alcuni risultati raggiunti, sia da stimolo per i nostri politici per continuare sulla strada della condivisione e dell’ascolto delle istanze del tessuto economico sardo». «In ogni caso, continueremo a lavorare nella direzione indicata da artigiani e piccoli imprenditori – ha concluso Maria Carmela Folchetti – chiedendo alla Politica, ancora una volta, un reale coinvolgimento delle nostre istanze, che sono quelle delle migliaia di piccole e piccolissime realtà che, con grande fatica e sacrifici, cercano di resistere alla crisi.»

Oltre alla valutazione sui temi che riguardano le imprese, è stata realizzata anche quella complessiva degli amministratori regionali. Come già gli scorsi anni, i risultati dello studio si sono concretizzati in una classifica virtuale che ha tenuto conto, per il presidente, gli assessori e i consiglieri, di tutti gli aspetti dell’attività istituzionale, delle ricadute che questa ha avuto sul mondo delle micro imprese.

Dei 2.155 atti analizzati (1.680 della Giunta e 475 del Consiglio), 1.110 sono quelli che sono stati rilevati come “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani” (52%). Di questi ben 784 (il 71%) sono stati giudicati “neutri” ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302 (27%). Quelli “contrari” alle necessità delle imprese artigiane sono solo il 2%.

Dal dossier emerge che, tra tutti gli atti (qualunque atto) sottoscritti come primo firmatario, l’assessore più produttivo è Donatella Spano (Ambiente) con 305 atti, il meno prolifico risulta l’ex assessore dell’Artigianato, Francesco Morandi con 39 atti. Tra i consiglieri, il più attivo è Pietro Cocco (PD) con 50 atti che lo vedono come primo firmatario mentre il meno dinamico di quelli che hanno firmato proposte, è Antonio Solinas (PD) con 9 atti.

Dal dossier emerge anche che l’assessore che ha prodotto più atti riguardanti il mondo dell’artigianato è Raffaele Paci (Programmazione) con 191 (di cui 71 pro, 108 neutri e 12 contrari).

In Consiglio, Pietro Cocco, capogruppo PD, è il Consigliere che ha messo la firma su più atti che riguardano le “7 priorità degli artigiani”: 22 atti di cui 7 pro, 15 neutri e 0 contrari. Seguono Paolo Truzzu (FDI) (10 atti di cui 5 pro, 5 neutri e 0 contrari) e Michele Cossa (Riformatori sardi) con 9 atti totali (di cui 1 pro, 8 neutri e 0 contrari). In coda, Christian Solinas (Psdaz) con 1 solo atto (tra l’altro neutro) che lo vede primo firmatario.

In Giunta, tra le priorità su cui gli artigiani hanno chiesto di intervenire, il primato va alla priorità “infrastrutture, trasporti ed energia” con ben 308 atti (73 pro, 234 neutri e 1 contro). Solo 43 (26 pro, 13 neutri e 4 contro) riguardano la “riforma dell’artigianato”.

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La Sardegna si conferma una delle Regioni più virtuose in Italia nell’ambito della semplificazione delle procedure amministrative. Negli ultimi sei mesi, dall’agosto 2016 al gennaio 2017, su 918 conferenze di servizi 424 si sono già concluse con esito positivo e 36 con esito negativo; su un campione di 307 conferenze, il 96% si è svolto con la forma semplificata e quindi con uno scambio documentale in tempi più ristretti e senza necessità della seduta simultanea. I dati del monitoraggio, compiuto dall’Ufficio Semplificazione del Dipartimento Funzione Pubblica, sono stati pubblicati oggi su Il Sole 24 Ore in un articolo che esamina la situazione in Italia a sette mesi dall’entrata in vigore del decreto attuativo della Riforma della Pubblica Amministrazione e cita espressamente: «L’ottimo esempio della Regione Sardegna, con le istruzioni impartite il 2 agosto 2016 che hanno confermato l’investimento avviato in precedenza sul funzionamento degli sportelli unici per le attività produttive, sulla piattaforma telematica unica per la gestione delle pratiche e delle conferenze».

La Sardegna è la prima Regione in Italia a essersi dotata di una legge per la Semplificazione che applica la legislazione nazionale in materia, all’interno dell’autonomia statutaria. Nei giorni scorsi, nel corso di un seminario svoltosi a Cagliari, i vertici del Servizio Semplificazione della Funzione Pubblica hanno espresso piena soddisfazione per le innovazioni introdotte dalla legge regionale.

«Aver raggiunto un obiettivo di legislatura e ricevere il plauso della Funzione Pubblica rappresentano per noi motivo di orgoglio – commenta l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Sappiamo che il lavoro sulla semplificazione non è ancora concluso ma siamo decisamente sulla buona strada. La cosiddetta conferenza semplificata, la modalità del silenzio-assenso, la certezza dei tempi e l’utilizzo di piattaforme informatiche per dematerializzare le procedure, consentono alla Sardegna di essere più competitiva e garantiscono una burocrazia più amica per imprese e cittadini. Tra le novità della legge – ricorda ancora l’assessore dell’Industria – c’è l’istituzione dello Sportello Unico per le Attività Produttive e l’attività Edilizia (SUAPE) che riunisce le competenze esercitate dallo Sportello per le attività produttive (SUAP) e le competenze relative all’edilizia privata.»

Proprio questa settimana la Giunta ha approvato le direttive di attuazione in materia di SUAPE. I sardi possono accedere alla Pubblica Amministrazione per via telematica e quindi senza limiti di orario e senza necessità di recarsi fisicamente negli uffici. Gli stessi uffici sono obbligati a predisporre in formato elettronico tutti gli atti che riguardano il procedimento unico SUAPE. Un ulteriore passo previsto dalle direttive di attuazione è rappresentato dagli incontri di aggiornamento e formazione con gli operatori dei Comuni e degli altri enti interessati. Il primo ciclo di seminari comincerà la prossima settimana.

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La Giunta regionale, con delibera dell’assessorato del’Industria, ha approvato oggi le direttive in materia di SUAPE (Sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia). Si raggiunge così il primo obiettivo previsto con la legge sulla Semplificazione dei procedimenti amministrativi approvata dal Consiglio a fine ottobre ed entrata in vigore lo scorso 11 novembre scorso.
Con largo anticipo rispetto alle altre Regioni italiane, la Sardegna ha introdotto importanti semplificazioni per cittadini e imprenditori creando un unico punto di contatto (il SUAPE) e un unico procedimento, riducendo in tal modo i costi e i tempi. I sardi possono accedere alla Pubblica Amministrazione per via telematica e quindi senza limiti di orario e senza necessità di recarsi fisicamente negli uffici. Gli stessi uffici sono obbligati a predisporre in formato elettronico tutti gli atti che riguardano il procedimento unico SUAPE.
Per dare piena attuazione alla legge, l’assessorato dell’Industria ha predisposto apposite direttive attuative della legge di Semplificazione che prevedono significative innovazioni per gli adempimenti amministrativi in molti ambiti. Sono stati tre mesi di lavoro intenso per gli uffici dell’assessorato. Le nuove disposizioni sono state messe a punto nel corso di una serie di incontri con gli enti competenti: Agenzia delle Dogane, assessorati della Sanità e della Difesa dell’Ambiente, Enti Locali e Urbanistica, Turismo, Agricoltura, Arpas, Sian, Sisp, Spresal, Assl, MIBAC, Uffici regionali della tutela del paesaggio, ANAS, Questure, Corpo Forestale, Province e Città metropolitana di Cagliari. Le stesse direttive, infine, sono state condivise con l’Ufficio Semplificazione del dipartimento Funzione Pubblica e portate a conoscenza degli altri soggetti coinvolti nel procedimento unico: Comuni, Vigili del Fuoco, Camere di Commercio, Capitanerie di Porto, Autorità Portuali, Uffici della sanità marittima e aerea, Abbanoa, Agenzie regionali, Ordini professionali e associazioni di categoria. Le direttive, insomma, sono un vero e proprio manuale operativo per cittadini, tecnici, imprenditori e operatori della Pubblica Amministrazione sulle modalità di gestione delle pratiche e delle tempistiche di ogni singolo procedimento in tutte le sue fasi. Tutti gli enti e i Comuni già dal 2010 si avvalgono del sistema SUAP che resterà in uso in attesa della nuova piattaforma tecnologica SUAPE, il cui rilascio è previsto nel corso del 2018.
«La semplificazione era un obiettivo di legislatura e l’abbiamo raggiunto – dice l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras -. Con l’approvazione delle direttive SUAPE stiamo rispettando i tempi previsti dalla legge. Il nostro intento è quello di eliminare le cause che impediscono alla Sardegna di essere più competitiva. Stiamo garantendo a imprese e cittadini strumenti in grado di poter gestire le pratiche amministrative in tempi rapidi e certi. Grazie alle direttive di attuazione approvate oggi forniamo un vademecum completo ed esaustivo su come deve funzionare il procedimento congiunto SUAP SUE. La struttura del nostro assessorato – aggiunge l’assessore dell’Industria – sta già lavorando insieme a Comuni e Unioni dei Comuni per dare ulteriore e piena attuazione alla legge. A breve avranno inizio azioni di informazione e sensibilizzazione, momenti di formazione, attività quotidiana di supporto e assistenza tecnica gratuita in favore di operatori di enti locali ed enti terzi, ordini professionali, associazioni di categoria. Siamo fermamente decisi a proseguire nella strada tracciata di rendere più semplice la vita ad imprese e cittadini nei propri rapporti con la Pubblica Amministrazione – conclude Maria Grazia Piras – nelle prossime settimane definiremo i nuovi interventi attuativi della legge che introdurranno ulteriori elementi di semplificazione e l’eliminazione di numerose leggi inutili”.

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«Una leggera ripresa economica in Sardegna c’è, l’andamento è positivo e i dati forniti dal centro studi Cerved e dalla Sardaleasing lo dicono. Gli interventi attuati da questa Giunta per sostenere gli investimenti delle imprese vanno nella direzione giusta». Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, concludendo a Cagliari i lavori del Seminario organizzato da Sardafidi sul tema “La grande sfida della competitività”, incontro dedicato agli incentivi per favorire la crescita e agli investimenti nell’innovazione e nell’efficienza energetica.

«La crisi non è ancora passata – ha aggiunto l’assessore Piras – ma il peggio è sicuramente alle spalle. Le imprese hanno fiducia nella ripresa e si avvicinano nuovamente agli investimenti. I dati forniti oggi sono confortanti e indicano l’importanza del ruolo svolto dalla Regione che sta mettendo a disposizione del mondo delle imprese numerosi e qualificati strumenti finanziari. Stiamo spingendo tantissimo perché la fiducia da parte delle aziende aumenti e si consolidi. Gli strumenti messi in campo vanno dagli incentivi per l’internazionalizzazione e l’innovazione, ai bandi per le start-up e l’efficientamento energetico. Gli ultimi bandi sul T1 sono andati esauriti, così come i bandi del Programma per l’Internazionalizzazione, con oltre 9 milioni di euro già assegnati. Anche quelli per l’Audit energetico delle imprese stanno avendo un ottimo riscontro e oltre quaranta aziende hanno già ottenuto i finanziamenti e altre quaranta saranno finanziate nei prossimi giorni. Dare risposte in tempi rapidi e certi, semplificare le procedure: è anche in questo modo che la Regione si mette a fianco degli imprenditori. Gli stessi bandi – ha sottolineato l’assessore Piras – nascono dalla condivisione con le imprese e le associazione di categoria.»

«L’approvazione del PEARS e il Piano per la Metanizzazione – ha ricordato l’assessore dell’Industria – hanno aperto la strada a prospettive importanti. La realizzazione della Dorsale sarda, che prevede investimenti ingenti, consentirà di avviare cantieri e creare nuova occupazione. Oggi, grazie al varo del Piano Energetico e alla firma del Patto per la Sardegna, il traguardo della metanizzazione è davvero a portata di mano, bisogna continuare a lavorare in questa direzione.»

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Le commissioni Lavoro e Industria del Consiglio regionale (presiedute rispettivamente da Gavino Manca e Luigi Lotto), riunitesi stamane in seduta congiunta, hanno assunto l’impegno all’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità 2017 che garantisca i diritti dei lavoratori ed i servizi degli otto consorzi industriali della Sardegna (Zir), al termine dell’audizione dell’assessore Maria Grazia Piras, sulla situazioni creatasi nei consorzi industriali per effetto delle modifiche alla legge n. 10/2008 introdotte in sede di assestamento di bilancio con l’approvazione della legge n. 32 del 5 dicembre 2016.

Le ragioni e le preoccupazioni dei 45 lavoratori delle Zir (oggetto dell’apposita audizione tenutasi lo scorso 15 febbraio)  sono state illustrate in apertura dei lavori dal presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd) che non ha nascosto le perplessità in ordine all’introduzione delle società in house tra quelle destinatarie dei dipendenti Zir e in merito alla riduzione a due anni del contributo incentivante per l’acquisizione del personale dei consorzi, nonché per l’introduzione del cosiddetto “comando” («si rischia di trasformare in lavoro a tempo, un lavoro che era a tempo indeterminato, cioè si rischia di creare lavoro precario»). Gavino Manca ha quindi sottolineato l’urgenza di interventi correttivi già in sede di approvazione della legge di stabilità ed ha insistito sul concetto che si deve garantire il trasferimento contestuale delle funzioni e del personale delle Zir ai Comuni («non si possono separare le funzioni dal personale»), nonché le risorse necessarie (il contributo incentivante fino alla fine della vita lavorativa) per garantire il corretto trasferimento dei dipendenti.

L’assessore dell’Industria ha mostrato una sostanziale condivisione per le proposte avanzate dalle commissioni ed ha ribadito che l’obiettivo dell’assessorato è soltanto quello di concludere il percorso di riforma avviato con la legge di riordino delle aree industriali (legge n. 10 del 25 luglio 2008) e si è detta disponibile a valutare positivamente ulteriori modifiche che muovono nel verso di una maggiore tutela dei dipendenti attualmente impiegati nelle Zir.

L’assessore ha inoltre ricordato l’esposizione debitoria complessiva dei consorzi (circa 20 milioni di euro) e la situazione in cui versavano le Zir di Tempio e Siniscola, prima del trasferimento dei dipendenti nei rispettivi Comuni, dove le retribuzioni avevano raggiunto i due anni di ritardo. Quanto alla riduzione a due anni del contributo incentivante della Regione, l’assessore ha affermato che «la decisione è stata assunta a suo tempo solo ed esclusivamente per ragioni di bilancio» ed in ordine all’introduzione delle società in house, tra gli enti individuati per il trasferimento dei dipendenti Zir, l’assessore Piras ha escluso qualsiasi intento penalizzante: «Abbiamo pensato solo ad allargare ulteriormente la platea degli enti così da aumentare le possibilità di trasferimento per i lavoratori».

Nel corso dei lavori, sono intervenuti per precisazioni e chiarimenti, i consiglieri Alessandra Zedda (Fi) e Salvatore Demontis (Pd) che hanno invitato le commissioni e la Giunta a valutare il trasferimento delle funzioni e del personale Zir agli ex Asi, cioè ai consorzi industriali provinciali.

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Si è svolto stamane, nel palazzo di Viale Trento, a Cagliari, un incontro tra il consulente della Presidenza della Regione, Gianluca Serra, e il Capo di gabinetto dell’assessorato dell’Industria, Simone Atzeni – in rappresentanza del presidente Pigliaru e dell’assessore Maria Grazia Piras – i sindacati e le RSU della Keller di Villacidro. Nel corso dell’incontro, sono state ripercorse le tappe della vicenda Keller ed è stato riassunto quanto fatto dalla Giunta negli ultimi tre anni per creare le condizioni di un eventuale rilancio produttivo dello stabilimento di Villacidro grazie all’intervento di un investitore privato.
La questione Keller è fra le tre grandi questioni industriali sarde che il presidente Pigliaru ha inserito nel dossier consegnato sabato scorso al premier Paolo Gentiloni. La vicenda sarà esaminata e discussa nel corso di un incontro che si svolgerà la prossima settimana a Roma con rappresentanti di Palazzo Chigi.
La Regione auspica che venga dato seguito ai percorsi disegnati nei mesi scorsi per una soluzione che ponga le basi per la riapertura della fabbrica ed è convinta che ci siano le condizioni perché il lungo lavoro fatto fino a oggi, e ampiamente condiviso dai lavoratori, non vada perduto.

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La RSU Eurallumina questa mattina ha incontrato il ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, a Cagliari, come annunciato venerdì scorso durante la visita del presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, per verificare lo stato di attuazione del Patto per la Sardegna. All’incontro, ha partecipato anche il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta.

I rappresentanti dei lavoratori hanno illustrato al ministro, con il quale hanno avviato continue interlocuzioni fin dalla visita a Carbonia, alla Grande miniera di Serbariu, per la firma del Piano Sulcis, quando ricopriva l’incarico di sottosegretario di Stato del ministero dello Sviluppo economico, le ultime fasi e l’attuale stato del percorso autorizzativo del progetto di riavvio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme, dopo la conferenza dei servizi, conclusasi con 23 pareri favorevoli e uno contrario, quello del soprintendente del Mibact, dichiarato non vincolante, e gli hanno consegnato un documento al riguardo.

La RSU ha ribadito al rappresentante del Governo che tutti gli accordi, protocolli e impegni ufficiali, sottoscritti a tutti i livelli istituzionali, rafforzati da 23 pareri favorevoli in conferenza dei servizi «devono portare al definitivo via libera autorizzativo, per la ripresa produttiva del primo anello della strategica filiera dell’alluminio». 

«Il ministro Claudio De Vincenti – sottolinea la RSU in una nota -, nel pieno rispetto delle competenze di chi esercita un mandato pubblico, ha confermato quanto già espresso dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, nel recente  incontro con la regione, assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras e il rappresentante della Rusal Yakow Itskov, sulla confermata volontà di sostenere la prospettiva del riavvio.»

 

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Il bando a sportello da 2,6 milioni di euro sull’efficientamento energetico ha già finanziato 40 imprese, a poco più di due mesi dalla sua apertura. Altre 40 domande sono in istruttoria e in tempi brevissimi anche queste imprese avranno le risorse per realizzare i progetti. Lo ha reso noto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso del seminario organizzato a Cagliari dall’assessorato dell’Industria e da Sardegna Ricerche sul tema “L’efficienza energetica al centro della strategia delle imprese”. Il bando, che prevede un contributo fino al 65%, consente di intervenire sull’Audit e di finanziare iniziative di efficientamento.
«Gli imprenditori che hanno presentato domanda – ha detto l’assessore Piras – adesso hanno quattro mesi di tempo per presentare il Piano Audit e per realizzare un intervento coerente con l’Audit stesso. Ciascuna impresa ha ottenuto 40mila euro per la realizzazione del progetto. Le altre domande saranno istruite nei prossimi mesi fino all’esaurimento dei fondi disponibili. È molto probabile che entro l’estate spenderemo integralmente le risorse previste dal bando.»
«È un ottimo risultato – ha aggiunto l’assessore dell’Industria – l’efficienza energetica, per le imprese, significa da un lato minori costi di produzione, e quindi maggiori profitti, e dall’altro rappresenta uno stimolo all’innovazione tecnologica nella gestione energetica. Basti pensare alle opportunità che questi interventi possono offrire alle numerose aziende sarde e alle start-up che operano soprattutto nell’ambito della ricerca e dei nuovi sistemi tecnologici.»
«Il prossimo obiettivo sono le famiglie – ha concluso Maria Grazia Piras – abbiamo proposto al Consiglio regionale uno stanziamento di 10 milioni di euro, contenuto nella Legge Finanziaria, per l’efficientamento degli edifici privati. Si tratta di un fondo rotativo che consentirà di aumentare la qualità energetica del patrimonio immobiliare della Sardegna che oggi si trova in media in una classe energetica molto bassa.»

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La difficile situazione dei dipendenti dei consorzi Zir della Sardegna  è stata al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto le audizioni dei rappresentanti dei consorzi di Sassari, Macomer, Nuoro, Chilivani e Iglesias.

Il primo a prendere la parola nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) è stato il direttore dello Zir di Sassari, Giovanni Scognamillo, che ha ripercorso le tappe di una vicenda burocratica e legislativa che mette a rischio le garanzie e le tutele lavorative dei trentacinque dipendenti degli otto consorzi che operano nell’Isola («ma tre Zir: Siniscola, Tempio e Valle del Tirso non hanno più dipendenti»).

A complicare il futuro lavorativo nei consorzi industriali è stata l’approvazione di una serie di modifiche alla legge n. 10 del 2008, introdotte in sede di approvazione dell’ultima variazione di bilancio (legge n. 32 del 5 dicembre 2016). «Al comma 45 dell’articolo 1 della legge 32/2016 – ha spiegato Scognamillo – si introduce, rispetto alle disposizioni contenute nella legge 10\2008, il cosiddetto “comando”  che trasforma il rapporto di lavoro dei dipendenti Zir, previsto precedentemente a tempo indeterminato, in “precario” o temporaneo”».

Così, se la legge 10/2008 stabiliva che il personale dei consorzi doveva esser trasferito unitamente al patrimonio dell’ente destinatario delle funzioni (Comuni o in alternativa ai consorzi provinciali – ex Asi) l’entrata in vigore della 32/2006 prevede che il personale sia di fatto separato dal complesso aziendale da trasferire all’ente subentrante nonché si ricomprendono, tra gli enti subentranti, anche le società in house. 

«L’inserimento delle società in house stabilito dalla legge 32 – hanno dichiarato i rappresentanti dei consorzi – è illegittimo in quanto le stesse non possono essere direttamente  destinatarie delle funzioni industriali dei consorzi  soppressi, che per legge sono riservate ai Comuni, ed in più immaginare il passaggio dei dipendenti delle Zir alle società in house, in un momento in cui versano in condizioni di estrema difficoltà, significa favorirne il loro licenziamento».

Una ulteriore penalizzazione, a giudizio dei dipendenti dei consorzi, deriva dall’applicazione delle disposizioni contenute nel comma 47 lettera a) e lettera b) dell’articolo 1 della legge 32 laddove viene stabilito per legge che tutto il personale dei consorzi è in esubero («significa che non è più necessario all’esercizio delle funzioni e dei servizi trasferiti e come tale non sussiste l’obbligo di assunzione per gli enti subentranti») e se la legge 10/2008 garantiva «l’integrale copertura delle maggiori spese fino alla cessazione dei rapporti di lavoro» con la nuova norma si prevede che «la Regione garantisca agli enti subentranti l’erogazione di un contributo corrispondente al trattamento economico del personale trasferito relativo alla sole prime due annualità».

Il funzionario del consorzio di Nuoro, Gesuino Macis; la responsabile dell’amministrazione del consorzio Chilivani-Ozieri, Barbara Polo; la dipendente del consorzio di Iglesias, Maria Cristina Angius; il direttore dello Zir di Macomer, Mario Rubattu; il vice direttore del consorzio di Nuoro, Giuseppe Laruffa; e il funzionario di Sassari, Mario Spiga, hanno quindi argomentato difficoltà e penalizzazioni che le norme introdotte con la legge 32 hanno prodotto nell’attività dei consorzi insieme con la riduzione delle garanzie giuridiche e economiche dei lavoratori ed hanno altresì auspicato un tempestivo intervento del Consiglio regionale.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha definito la situazione esposta dai dipendenti dei consorzi “paradossale” («abbiamo lavorato per mettere un punto fermo al precariato nelle pubbliche amministrazioni e questa legge sembra crearne di nuovo») ed ha affermato che le modifiche introdotte in sede di assestamento di bilancio sono state approvate con l’inserimento di emendamenti «dell’ultima ora e sui quali c’è stata forse carenza di conoscenza e informazione».

L’esponente dei democratici ha mostrato perplessità sull’inserimento delle società in house tra gli enti subentranti nelle funzioni consortili, sul trasferimento del patrimonio delle Zir ai Comuni («i primi sono enti pubblici economici e l’agenzia delle entrate in passato ha già espresso parere negativo») e più in generale sulla riduzione delle tutele ai lavoratori operata con l’approvazione della legge n. 32/2016: «Il ripristino delle garanzie e delle tutele per i dipendenti dei consorzi Zir, compresi quelli di Siniscola e Tempio, nel frattempo trasferiti nei rispettivi Comuni, è l’obiettivo principale della commissione e non escludo appositi interventi già in sede di approvazione della manovra 2017».

Gavino Manca ha quindi preannunciato la convocazione in sede congiunta della commissione Lavoro e di quella delle Attività produttive per l’audizione dell’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras e di quello del Bilancio e Programmazione, Raffaele Paci.

A seguire, la commissione Lavoro ha ascoltato i rappresentanti sindacali dei lavoratori del call center Sky di Sestu che, a seguito del piano di ristrutturazione della prima media company in Italia, vedono aumentare il rischio di un disimpegno aziendale per la seda sarda della Pay tv che occupa quasi mille addetti, impiegati per lo più nei servizi di custom service e dove si prevedono 7 trasferimenti di dipendenti del settore cruciale “Control  room” (centro di smistamento delle chiamate al centralino clienti Sky).

Tonio Ortega (Uilcom-Uil), Antonello Marongiu (Slc-Cgil) e Valeria Piacciau (Fistel-Cisl) hanno rappresentato al parlamentino del lavoro le difficoltà e i timori dei dipendenti della sede Sky della Sardegna («da anni l’azienda non investe nelle attività e nei servizi che si svolgono a Sestu mentre aumentano le attività verso outsourcer») e l’assenza di un vero piano industriale che delinei con chiarezza e trasparenza il futuro aziendale e della sede sarda.

I rappresentanti sindacali hanno quindi invitato la Regione a sostenere la vertenza nazionale Sky e a far rilevare nelle opportune sedi la consistenza degli incentivi pubblici ottenuti dall’azienda sotto forma di sgravi fiscali, contratti agevolati e formazione cofinanziata.

Il presidente, Gavino Manca, a nome dell’intera commissione, ha dichiarato il pieno sostegno ai lavoratori Sky impegnati nella dura vertenza con la multinazionale della Pay tv ed ha ipotizzato l’approvazione di una risoluzione con la quale supportare l’azione del presidente della giunta nei confronti del governo centrale, perché siano assicurate le opportune garanzie sul mantenimento della sede sarda e dei relativi livelli occupazionali. Gavino Manca ha quindi preannunciato la convocazione per un’audizione del direttore del personale di Sky.

La commissione Lavoro, ha quindi ricevuto una delegazione dei vigili del fuoco precari, impegnati nella manifestazione che ha visto gli stagionali protestare dinanzi alle sedi del partito democratico in tante città italiane (in Sardegna, a Cagliari e Nuoro).

Giuseppe Lecca (presidente dei vigili del fuoco precari) e Valerio Artizzu (consiglio nazionale Usb) hanno chiesto la piena e rapida applicazione delle disposizioni contenute nella risoluzione approvata nel Parlamento per la stabilizzazione dei vigili del fuoco precari (in Sardegna sono circa ottocento).

«Alcuni di noi lavorano a chiamata da 30 anni e tutti siamo addestrati e professionalizzati – ha spiegato Lecca – ma nonostante le carenze negli organici non  ci è offerto altro se non il contratto a tempo, per una media di cinque chiamate all’anno, ciascuna di durata non superiore ai dieci giorni lavorativi.»

Il presidente della commissione Gavino Manca ha quindi ricordato il carattere nazionale della vertenza che vede impegnanti gli stagionali ed ha preannunciato un documento da indirizzare al governo centrale per evidenziare l’insostituibile funzione dei vigili del fuoco, insieme con l’opportunità di incrementare gli organici in una realtà particolare, quale è la Sardegna, soprattutto per ciò che attiene la lotta al fuoco.