30 April, 2024
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I dipendenti dell’Ara Sardegna hanno chiesto alla Regione chiarezza sul loro futuro e sulla possibilità di essere integrati nell’organico dell’agenzia Laore nel corso dell’audizione dei sindacati dei 294 lavoratori dell’associazione in Commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd).

Giuseppe Lai (Confederia) ha chiesto perché, a distanza di tre mesi e mezzo dall’approvazione dell’ordine del giorno unitario «sulla necessità di procedere con le immediate azioni necessarie a porre fine all’annosa ed inaccettabile, tanto sul piano morale che su quello giuridico, situazione di incertezza e precarietà in cui permangono i dipendenti ARAS», ancora niente è stato fatto. Lai ha ricordato che quest’anno i dipendenti sono rimasti senza stipendio per cinque mesi e che si sono dovuti indebitare per poter provvedere al mantenimento delle proprie famiglie. Il rappresentante sindacale ha ricordato che il loro lavoro ha portato importanti risultati per il settore zootecnico sardo con un miglioramento della qualità del latte e con la vaccinazione diretta dei capi ovini contro la Blue tongue e conseguente riduzione dei contagi. Un patrimonio di competenze, secondo Lai, che la Regione non può perdere e che inserito all’interno di Laore sarebbe in grado di portare ben più ampi risultati.

Marino Contu, direttore dell’Aras, sentito anche lui in audizione, ha poi presentato i numeri e un quadro completo dell’associazione che ha necessità per l’anno in corso di altri 2 milioni e 600mila euro. Contu ha spiegato che l’Aras ha ridotto in maniera notevole i costi: segue oltre 9.746 aziende con un costo per azienda di 1.518 euro, contro i 2.877 euro del 2011 e i 1580 del 2013. Su 294 dipendenti, soltanto 16 sono amministrativi, gli altri sono veterinari, zootecnici, addetti al laboratorio e ced.  I dipendenti hanno un’età media di 52 anni e 7 mesi e  sono sempre presenti sul territorio, nelle aziende e dagli allevatori, con un tasso medio di assenza per malattia bassissimo: 4 giorni l’anno. L’Aras ha avuto un  costo complessivo di gestione di 14 milioni 482mila euro per il 2014 di cui 13milioni e 154mila euro per il personale con un risparmio del 4,25 per cento rispetto al 2013. Gli altri costi sono costi di gestione e spese generali.

A fronte di questi costi l’Aras si occupa di Benessere animale, piano di Qualità del latte ovicaprino, Piano di qualità del latte bovino, profilassi diretta alla Blue tongue, assistenza tecnica tradizionale a favore degli allevamenti che ne fanno richiesta, analisi per conto dell’Istituto zoo profilattico (45per cento delle analisi dell’Izs), ricerca e formazioni dei dottorandi di Medicina veterinaria e Scienze agrarie, azioni di coordinamento delle Associazioni provinciali allevatori, monitoraggio e analisi del rischio delle principali patologie emergenti, protocollo operativo per le Aflatossine nel settore ovino del latte, autocontrollo per la paratubercolosi bovina e analisi del latte di singola bovina per la diagnosi di gravidanza.

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Sulla lotta alla #lingua blu, il #ministero della Sanità promuove la Sardegna, un «esempio positivo esportato in tutta Italia».

«La Sardegna è un esempio positivo per tutta Italia per diversi motivi – spiega  Giovanni Savini, responsabile nazionale per la blue tongue (LOIE), direttore dell’istituto zooprofilattico Molise-Teramo e referente delle malattie esotiche IZS Abruzzo-Molise, oggi a Cagliari, all’assessorato regionale della Sanità, per un incontro inter-istituzionale sulla febbre catarrale degli ovini – e il principale è il successo ottenuto nella lotta al sierotipo 1. Per capire meglio il fenomeno è sufficiente guardare i numeri: 34.720 capi morti al 1′ ottobre 2013, senza campagna vaccinale. 12 capi morti alla data di oggi, 1′ ottobre 2014, dopo la campagna di vaccinazioni.»
«La situazione epidemiologica della lingua blu in Sardegna – dice l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è molto diversa dallo scorso anno e il nostro vaccino è utilizzato in diverse parti d’Italia. In Abruzzo e in Umbria si stanno organizzando per fare una campagna di vaccinazioni uguale alla nostra. Dall’isola sono anche partite in Abruzzo 40mila dosi di vaccini per tamponare l’emergenza.» Il vaccino utilizzato quest’anno è spento, ovvero con virus inattivato, efficace e sicuro. «Può essere utilizzato – aggiunge Arru – anche in gravidanza, non provoca aborti, immunizza le madri che trasmettono l’immunità agli agnelli. Ciò non toglie che debbano essere fatte anche tutte le azioni di igiene zootecnica per la lotta all’insetto vettore, che gli allevatori ben conoscono e che in futuro saranno potenziate.»

Il virus della blue tongue si sposta dal nord Africa verso la Sardegna, incidendo su tutto il bacino del Mediterraneo, dall’isola poi si dirige trasportata dall’insetto vettore verso la zona di Viterbo e Grosseto. «La Sardegna può vantare due grandi successi – dice il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari – aver debellato la brucellosi e aver bloccato il siero tipo 1 del virus della lingua blu. E’ fondamentale per noi diffondere queste risultati ottenuti grazie allo studio e alle vaccinazioni mirate perché tutti gli allevatori d’Italia si convincano che questo è il modello e il protocollo da seguire”. Esistono infatti 26 sierotipi in diffusione dal nord Africa. “E’ la strategia del virus – aggiunge Pittau – quella di cambiare sierotipo. Per questo è importantissimo cercare di individuarlo e creare il vaccino specifico e nelle giuste quantità. Stabilito che esiste il modo per contrastare la malattia, ci prepariamo per tempo».
All’incontro inter-istituzionale, insieme all’assessore della Sanità Luigi Arru e al dottor Giovanni Savini, hanno partecipato tutti i dirigenti delle Asl, il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari, il direttore generale di Ara, Marino Contu ,e per il Servizio Sanità animale del ministero, Ugo Santucci. Ancora Marcello Tidore, direttore del servizio prevenzione regionale, e il direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura Sebastiano Piredda, assessorato in prima linea con la titolare, l’assessore Elisabetta Falchi, nella lotta contro la febbre catarrale. 
Nel corso del vertice, si è discusso anche della situazione epidemiologica, dei dati sulla campagna vaccinale in atto e nello specifico al numero dei capi vaccinati e dei possibili effetti collaterali, della strategia vaccinale e della programmazione della campagna di vaccinazioni per il 2015, profilassi diretta e indiretta.