28 April, 2024
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«La lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi da Victor Uckmar – presidente della fondazione che porta il nome di suo padre Antonio Uckmar – erede del tributarista di fama internazionale ed esperto in materia finanziaria, potrebbe rappresentare l’apripista per uno speciale regime fiscale e doganale in Sardegna.»

Lo sostiene il consigliere regionale Modesto Fenu, capogruppo di Sardegna Zona Franca.

«Il professore – aggiunge Fenu – non esita ad evidenziare nel punto otto il possibile crocevia per rimettere in moto l’economia: “La zona franca in Sardegna”. Una ricetta pratica e concreta che, di fatto, rafforza il paradigma portato avanti in consiglio regionale dal nostro gruppo. E’ l’ennesima certificazione che il modello rappresentato per ridare slancio alla nostra Isola si possa adottare con le giuste normative a livello statale.»

Una spinta decisiva – secondo Fenu – potrebbe arrivare dall’istituzione della commissione di studio sulla zona franca, prevista nell’ultima finanziaria.

«Sull’onda di questo appello, sin dalle prossime settimane – continua Fenu – solleciteremo il presidente Francesco Pigliaru ed il numero uno dell’assemblea regionale Gianfranco Ganau a convocare urgentemente i capigruppo per la costituzione di un gruppo di lavoro che possa studiare tutti i prototipi di regime fiscale e doganale zonafranchista presenti nel mondo.»

foto 02 foto 3 incontro rsu eurallumina ministro dell' Ambiente Gian Luca Galletti

I rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Portovesme hanno incontrato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in visita in Sardegna. Al rappresentante del Governo Renzi hanno esposto alcune tematiche inerenti la vertenza Eurallumina e le relative competenze del suo dicastero, sollecitando la necessaria accelerazione delle pratiche burocratiche riguardanti le autorizzazioni propedeutiche alla ripresa produttiva del primo anello della filiera dell’alluminio.

«Era atteso un chiarimento dal ministero dell’Ambiente – si legge in una nota della RSU Eurallumina – relativo alle procedure di VIA e AIA per l’impianto di cogenerazione di energia in auto-produzione; nello specifico era necessario definire se le competenze, in merito alle due procedure, dovevano essere di carattere ministeriale o regionale. Il coordinatore nazionale del ministero dell’Ambiente, Divisione Sistemi di Valutazione Ambientale (facente parte della “Direzione Generale per le valutazioni Ambientali”) ing. Antonio Venditti, ha dato immediato riscontro alla richiesta pervenuta dal Ministro e sollecitata dalla RSU, comunicando all’amministratore delegato di Eurallumina che lo studio eseguito in merito alla richiesta pervenuta, ha accertato e chiarito che la competenza di tali autorizzazioni è in carico alla Regione Sardegna. Pertanto, il prossimo passaggio normativo prevede che debbano trascorrere tra i 20 e i massimo 40 giorni dalla pubblicazione degli atti sul sito del SAVI, affinché venga predisposta dai proponenti, Eurallumina, Euralenergy e la Foster Wheleer (progettista e realizzatrice dell’impianto), la presentazione pubblica del progetto di realizzazione dell’impianto CHP  e procedere quindi per le definitive autorizzazioni.»

«Il piano industriale per il riavvio delle produzioni di Eurallumina – si legge ancora nella nota della RSU – si basa su un crono-programma  già presentato alle istituzioni coinvolte (MISE, MATTM, Regione Sardegna, enti locali) ed ha necessità di procedere celermente, in modo da arrivare quanto prima alle autorizzazioni per far partire gli ingenti investimenti, iniziare le cantierizzazioni (che prevedono 202 addetti per la realizzazione dell’impianto di cogenerazione e le modifiche degli impianti) sino al rientro graduale e definitivo dei 357 lavoratori diretti previsti dalla pianta organica (ad oggi utilizzati nelle rotazioni per la manutenzione degli impianti) e tra questi diverse decine di “nuove” assunzioni. Una parte di questi lavoratori, circa 30, potranno a breve rientrare al proprio posto di lavoro per la gestione dell’impianto per il trattamento delle acque, appena un altro chiarimento sulle competenze autorizzative verrà sciolto, tra ministero dell’Ambiente e il settore Ambiente dell’ex Provincia. Evidente quanto la burocrazia, pur comprendendo la delicatezza del compito di chi deve autorizzare operazioni di questo tipo, incida sulle prospettive occupazionali, anche immediate.

Le problematiche vertenziali in carico al MISE sono di fatto concluse, avendo chiuso positivamente i punti che erano stati indicati nel protocollo d’intesa del 22 novembre 2012: atto cardine e fondamentale il “Contratto di Sviluppo” siglato tra Governo, Invitalia e azienda Eurallumina, sottoscritto il 24 luglio 2014, alla presenza dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, per il concorso agli investimenti (75 milioni come prestito a tassi di mercato, interamente da restituire) calcolati in 188 milioni di euro complessivi, per la realizzazione di un impianto di cogenerazione per l’auto-produzione energetica, la modifica degli impianti alle nuove tecnologie e la gestione e messa in sicurezza del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni. Passaggio determinante per il concretizzarsi del progetto di riavvio, appunto, l’esercizio del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni della bauxite posto sotto sequestro dal settembre 2009 e parzialmente dissequestrato (area “C” e sala pompe) il 14 novembre 2014. Intanto, è in fase di caratterizzazione l’Area “D”, individuata come nuova espansione  del sito di stoccaggio, che ha ricevuto parere favorevole nella recente conferenza dei servizi svolta al ministero dell’Ambiente.»

«Del sito di stoccaggio, in questi anni, si è occupato direttamente il ministero dell’Ambiente (la massima espressione tecnica e politica che si occupa di problematiche ambientali), essendo stato nominato custode giudiziario dal magistrato titolare del procedimento, che  ha messo in atto tutte le misure di messa in sicurezza, in particolare del sistema delle acque, affidando l’incarico ad una ditta specializzata, anticipando le risorse economiche necessarie e affidate al comune di Portoscuso per la loro gestione ed erogazione. Il tutto – scrive ancora la RSU Eurallumina – con l’attenta e scrupolosa opera degli organi di controllo sanitari e ambientali e tecnica del Consorzio industriale e degli organi di pubblica sicurezza, come i carabinieri del N.O.E. Tra il ministro dell’Ambiente e l’Azienda, con la supervisione del MISE, è stato condiviso un protocollo d’intesa, a cui hanno dato il loro parere favorevole, anche Regione Sardegna-Piano Sulcis, comune di Portoscuso, Consorzio industriale, Arpas ed Ex Provincia Carbonia Iglesias. Ultimo passaggio del lungo iter è ora la restituzione attraverso una fidejussione da parte dell’Eurallumina, dei 6 milioni di euro anticipati dal ministero dell’Ambiente, per le opere di messa i sicurezza operate in questi anni. Fattore molto importante per il territorio è che quelle risorse (6 mln) attraverso opportuno accordo di programma  tra Regione Sardegna e Ministero, resteranno a disposizione per l’Area Sin, per ulteriori opere di bonifica. Il protocollo d’intesa per la gestione del sito di stoccaggio, sarà inserito nell’istanza di dissequestro che verrà a breve inoltrata per lo sblocco delle aree “A” e “B”, ancora sotto sequestro.»

«La RSU Eurallumina – conclude la nota – prosegue nella sua opera di monitoraggio e di continua sollecitazione verso tutti i soggetti coinvolti nelle procedure sopra elencate, affinché anni di lotta, impegno e sacrifici, si concludano con il raggiungimento dell’unico obiettivo perseguito: ”La ripresa del LAVORO”.»

Matteo Renzi copia 2

Ieri è entrato in vigore l’obbligo della fatturazione elettronica per tutta la Pubblica Amministrazione.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato la novità nella sua pagina facebook.

«Da oggi la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutta la Pubblica Amministrazione – ha scritto Matteo Renzi -. Significa una rivoluzione digitale che coinvolgerà altri 12.000 enti locali, tra Regioni, Province, Comuni, ma anche scuole, università e Camere di Commercio. A giugno, nella prima fase della sperimentazione, erano già stati coinvolti 9000 enti della PA centrale. Questo cambiamento epocale porterà grandi risparmi di tempo e denaro non solo per lo Stato (e parliamo di circa 1,5 miliardi di euro l’anno), ma anche per le aziende che che lavorano con la Pubblica Amministrazione, Significa un rapporto più semplice e più trasparente, con il controllo della spesa da parte dello Stato e con la certezza dei tempi di pagamento per le aziende. Questo è un pezzo fondamentale della riforma della PA, che la rende più moderna, più efficiente, più vicina alle esigenze del cittadino e delle imprese.»

«Da oggi 31 marzo 2015 si estende a tutte le PA l’obbligo di fatturazione elettronica, relativo alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate dalle imprese. Anche gli Enti locali non potranno quindi accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea, così come già fanno i Ministeri, le agenzie fiscali ed gli enti nazionali di previdenza e assistenza che utilizzano la fatturazione elettronica già dallo scorso 6 giugno. Obiettivo – ha concluso il presidente del Consiglio -, la semplificazione della procedura amministrativa nel rapporto tra pubblica amministrazione e fornitori, in un’ottica di trasparenza, monitoraggio e rendicontazione della spesa pubblica.»

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I consiglieri del gruppo di Forza Italia una mozione con la quale chiede al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, di inviare una diffida al Governo e di chiedere un incontro urgente con il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, per ribadire la volontà dei sardi, certificata dall’esito del referendum popolare, contro la realizzazione nell’Isola del deposito unico delle scorie nucleari.

L’iniziativa trae spunto dalle «riservate informazioni ricevute dall’ex governatore Ugo Cappellacci da attendibili fonti ministeriali” che indicherebbero in un’area del centro Sardegna, il sito individuato per lo stoccaggio delle scorie». «Una scelta assurda e scellerata che contrasta con le volontà del popolo sardo e vanifica gli sforzi fatti per affermare nell’Isola uno sviluppo all’insegna della compatibilità ambientale e del turismo», così l’ha definita Cappellacci, che ha puntato il dito contro  “la colpevole inerzia” dimostrata dall’attuale esecutivo regionale sull’intera vicenda.

«Immobilismo e assenza di iniziativa caratterizzano l’atteggiamento della Giunta davanti al rischio concreto che la Sardegna diventi il deposito unico delle scorie radioattive» ha rimarcato il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, che ha quindi ammonito il Governo: «Renzi scelga un sito in Toscana, vicino casa sua, perché i sardi sono pronti a fargli ingoiare le scorie che vorrebbe spedire in Sardegna. La mozione consiliare ha l’obiettivo di riportare il tema all’attenzione di tutte le forze politiche ma soprattutto vuole riattivare una vera e propria mobilitazione popolare in ogni angolo della Sardegna.»

Il consigliere Marco Tedde ha quindi evidenziato il ritardo e la superficialità con la quale, a suo giudizio, procede la Giunta ed ha citato quella che ha definito “la risposta vergognosa” data all’interpellanza presentata in proposito lo scorso novembre. «La Giunta – ha dichiarato Tedde – nella risposta del 26 gennaio ammette di non aver assunto alcuna iniziativa e promette di mettere in campo opportune azioni per avviare un confronto col Governo sul tema delle scorie». «Serve – ha aggiunto Ignazio Locci – una presa di posizione forte e chiara del presidente Pigliaru e della sua maggioranza per ribadire al Governo Renzi il “no” fermo e deciso dei sardi alle scorie nucleari».

Grande preoccupazione per la condotta dell’esecutivo Pigliaru è stata espressa anche dalla consigliera, Alessandra Zedda: «Il governo del centrodestra, nella passata legislatura, si è caratterizzato per una marcata contrapposizione al governo nazionale quando quest’ultimo ha assunto scelte in danno dell’Isola, oggi, invece, la Giunta Pigliaru accetta, per tutte le vertenze aperte con lo Stato, la posizione governativa. E anche l’ultima decisione di ritirare i ricorsi in materia di entrate lo conferma».      

La riforma della scuola annunciata dal Governo Renzi e i tagli decisi dalla Giunta regionale, sono finiti nel mirino della Cisl che stamane ha tenuto un convegno ad Olbia, nella sala conferenze del Blu Marine, al quale ha partecipato il segretario nazionale Francesco Scrima che ha definito la proposta di riforma della scuola del Governo Renzi come «la continuazione della politica degli annunci».

«Matteo Renzi – ha detto Crima – è un prodotto della comunicazione: prima dice che in tre mesi cambia il mondo, poi sostiene che lo farà in 4 anni i tempi li detta lui ma non si può governare a colpi di Twitter, ci vuole un progetto e un’idea di scuola che parta dalla conoscenza della realtà. Renzi mi ha detto che non so “cinguettare”, gli ho risposto che, dati i tempi, in Sicilia anche gli uccelli sono muti. Per affrontare un argomento così delicato ci vuole esperienza e ora i nodi vengono al pettine. Il presidente del Consiglio non ha voluto il confronto con il sindacato, che da anni gestisce partite di questa importanza: speriamo che l’intervento programmato non crei più ingiustizie di quelle che si vogliono eliminare.»

Durante il convegno olbiese, Scrima è intervenuto sulla questione del dimensionamento scolastico in Sardegna: «La politica del dimensionamento deve essere intesa come razionalizzazione delle risorse, che consenta di lavorare nelle migliori condizioni possibili. La razionalizzazione non può essere confusa con la politica della dispersione delle risorse».

Il tema del dimensionamento scolastico è decisamente attuale nell’isola. La Cisl Scuola Sardegna, guidata dalla segretaria Maria Giovanna Oggiano, interviene in difesa del mantenimento dei presidi esistenti anche nei piccoli insediamenti urbani «perché in questo modo si garantisce il diritto allo studio di tutti i sardi – spiega la segretaria regionale – la Giunta regionale ha deciso di chiudere le piccole scuole in osservanza ai parametri richiesti dal Governo. È un errore: la Sardegna ha delle specificità differenti rispetto a quelle riscontrate nel resto dell’Italia e sono specificità oggettive. Mi riferisco, in particolare, all’inferiore densità di popolazione tra l’isola e il Continente: è ovvio che i parametri nazionali, se applicati in maniera acritica in Sardegna, generano danni pesanti».

La Oggiano ha sottolineato, ancora una volta, la mancanza di una legge regionale specifica in grado di slegare il sistema scolastico regionale dai criteri normativi applicati a livello nazionale: «Si tratta di un vuoto legislativo che indebolisce la scuola sarda. Di conseguenza, non c’è una visione organica dell’argomento: alcuni anni fa, la Regione ha chiesto e ottenuto che i plessi si dotassero delle lavagne Lim. Conseguenza: ora le Lim sono state installate anche negli istituti che verranno chiusi. Spostarne una costa 150 euro: toglierne 10 o 20 significa affrontare una spesa che il singolo plesso non può sostenere. Che fine faranno quelle Lim?».

Ignazio Ganga, componente della segreteria regionale Cisl, ha attaccato la Regione, rea di aver deluso le aspettative connesse alle risorse da destinare alla scuola: «La Finanziaria approvata dalla Giunta Pigliaru (che, ricordo, è definita una “Giunta di professori”) ammonta a quasi 8 miliardi di euro. Per l’istruzione sono stati destinati appena 207 milioni di euro, cioè il 2 per cento della Finanziaria. Bisogna dirlo: non è una cifra che si discosta molto da quelle stanziate dalle giunte precedenti, ma è chiaro che le aspettative erano altre. E sono state disattese». Secondo Ganga, servirebbero ben altre risorse: la Cisl ha consegnato alla Regione lo stato dell’arte relativo alle condizioni degli edifici sardi: «Su 1329 scuole, ben 492 hanno urgente necessità di ristrutturazioni. Appena il 4,6 per cento dei plessi è in regola con le norme per la prevenzione degli incendi. Solo il 23 per cento sfrutta le energie rinnovabili. È chiaro, quindi, che serve un impegno superiore da parte della Regione».

Matteo Renzi si dimentica consapevolmente della Sardegna grazie alla complicità di una Giunta regionale prona, scendiletto del governo centrale. L’esclusione dell’isola dai progetti infrastrutturali finanziabili con i fondi del Piano Juncker la dice lunga sulla considerazione che il premier ha della Sardegna. Sicuramente per l’assenza, ormai conclamata, di una controparte in grado di fare la voce grossa e rivendicare maggiore attenzione nei confronti della nostra terra, il governo centrale ha ignorato che la Sardegna ha urgente bisogno di investimenti infrastrutturali, così come testimoniato dagli indici in materia. E il Piano Juncker sarebbe stata l’occasione per garantire all’isola di superare quel gap strutturale di cui da sempre risente rispetto alle altre Regioni d’Italia. Le quali, naturalmente, sono state destinatarie di importanti investimenti. Ma tant’è.

Alla Sardegna, invece, vengono imposti due progetti voluti da Renzi in persona, senza alcun confronto con il Presidente Francesco Pigliaru: la centrale a Biofuel per Portovesme e il potenziamento del cavo sottomarino Sacoi. Due opere che portano vantaggi (economici) soltanto a chi le realizza, e di sicuro non alla Sardegna e ai sardi.

È evidente che a Matteo Renzi della Sardegna nulla importa: è negli occhi di tutti e ne è testimonianza il fatto che non sia ancora venuto nella nostra terra, benché avesse garantito che, entro settembre del 2014, sarebbe stato a Portovesme e nel nord dell’isola in quanto zone industriali fortemente depresse. Ma non solo: la Sardegna è l’unica Regione d’Italia in cui il Presidente del Consiglio non ha ancora fatto tappa. Questa comunemente si chiama coda di paglia.

E di sicuro non è al riparo dalle critiche il governatore Pigliaru, visto che tutto questo accade perché non ha il coraggio di rivendicare i diritti dei sardi. Perché considera il governo di Matteo Renzi un “governo amico” per la comunanza politica. Ma farebbe bene, il Presidente, a prendere atto che questo governo è tutto meno che vicino ai sardi e alle loro esigenze.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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«Occorre scongiurare l’ennesimo oltraggio ai danni della Sardegna. Le scorie radioattive non devono arrivare in nessun modo nella nostra Isola. Sarebbe un devastante danno d’immagine che rischierebbe di provocare un colpo mortale all’industria delle vacanze, uno dei settori trainanti della Sardegna.»

Gianlugi Rubiu, capogruppo UDC in Consiglio regionale, presentatore di una mozione urgente che sarà discussa dal Consiglio regionale, si esprime così sul progetto di identificare nel territorio il deposito nazionale delle scorie radioattive, mandando un messaggio diretto e secco al Governo guidato da Matteo Renzi.

«Da questo punto di vista penso – aggiunge Rubiu – che non ci siano distinzioni politiche o di schieramento. Ci ribelliamo all’ipotesi che la nostra Isola diventi la pattumiera dei fusti di combustibile atomico. Si consideri che la Sardegna ha già dato, con una devastazione senza fine al patrimonio ambientale.»

«Un vastissimo paesaggio messo in ginocchio dalla fine delle miniere, con ferite che sono ancora aperte su tutto il territorio. Non solo. Abbiamo anche l’impatto esorbitante delle servitù militari, con la Sardegna che sta pagando un prezzo altissimo all’abuso nell’utilizzo di questi angoli di paradiso. Si intraprenderanno tutte le strade – conclude Rubiu – per una battaglia unitaria dell’intera Isola, per evitare che si possa pregiudicare l’immagine della Sardegna con l’arrivo dei rifiuti nucleari, rovinando così la cartolina delle coste e dei territori dell’interno sinora incontaminati da altri disastri.»

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A San Giovanni Suergiu non si placano le polemiche sul tesseramento di nuovi iscritti del Partito Democratico. Ieri abbiamo registrato prima l’intervento del segretario del circolo cittadino, Antonio Fanni, che in una nota ha smentito la presenza di tesserati del Partito Democratico nella maggioranza consiliare del comune di San Giovanni Suergiu, facendo riferimento alla dichiarazione fatta dall’assessore Pulisci durante l’ultimo Consiglio comunale, «il quale dichiarava di essere tesserato con il Partito Democratico». Antonio Fanni ha aggiunto che «gli assessori Pulisci, Madeddu e Solinas, appartenenti al gruppo consiliare Impegno Civico, erano, sono e saranno, insieme agli altri componenti dell’attuale maggioranza, nostri avversari politici, in quanto responsabili del disastro amministrativo della Giunta Palmas, alla quale noi, insieme ad altri gruppi politici locali, stiamo lavorando per costruire un’alternativa seria e competente che possa risollevare le sorti del nostro paese.»; poi la replica di Sandro Madeddu, assessore dell’Ambiente, Turismo, Sport, Spettacolo e Tempo libero del comune di San Giovanni Suergiu, che in un post sul proprio profilo facebook ha pubblicato la sua tessera del Partito Democratico, circolo di San Giovanni Suergiu, struttura territoriale di Carbonia Iglesias, firmata dal segretario nazionale Matteo Renzi, commentando: «Bugiardi… Questa è la mia tessera…  Ancora una volta sostituite le chiacchiere alle cose concrete… Il treno con certi manovratori non ci interessa…»

Oggi, sulla vicenda, interviene il neo segretario del Partito Democratico di Carbonia Iglesias, Daniele Reginali.

«La fase congressuale – ha scritto Reginali in una nota – in questi mesi ha impegnato il PD in tutto il territorio della provincia registrando una grande partecipazione e, tra gli adempimenti, provvedendo al rinnovo degli organismi dirigenti. In tutti i circoli durante i dibattiti molti iscritti hanno manifestato la volontà di partecipare attivamente alla vita del PD. Ad oggi non risultano nuove richieste di iscrizione, oltretutto non so quale idea di partito e di società abbiano queste persone dal momento in cui non hanno preso parte al congresso del circolo.»

«La realtà di San Giovanni Suergiu è un punto di riferimento della federazione, in quanto in questi anni ha lavorato con determinazione per valorizzare le politiche del partito. Per questo motivo continueremo con gli iscritti e il gruppo dirigente locale a lavorare per rafforzare il ruolo del circolo di San Giovanni all’interno delle istituzioni e tra i cittadini, costruendo un’alternativa a questa maggioranza. Siamo disponibili – ha concluso il neo segretario – al confronto con le persone che vogliono condividere questo percorso.»

Dalle diverse posizioni emerge chiaramente una distanza notevolissima tra l’attuale dirigenza locale del partito ed alcuni esponenti della maggioranza che amministra il comune di San Giovanni Suergiu. Daniele Reginali ha confermato che non ci sono nuove richieste di iscrizione ma la tessera di Sandro Madeddu, rilasciata dalla segreteria nazionale e non controfirmata dal segretario del circolo di San Giovanni Suergiu, evidenzia una mancanza di sintonia tra i due livelli del partito. Il problema non è di poco conto e dovrà essere affrontato e risolto, perché diversamente andrebbero ad acuirsi ulteriormente le contrapposizioni interne.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, è intervenuto ieri mattina, a Palazzo Chigi, al vertice fra i presidenti di Regione ed il premier Matteo Renzi, sul tema della legge di stabilità.
«Stiamo lavorando per rendere sostenibile questa manovra finanziaria – ha detto il governatore della Sardegna -. È un punto importante, altrimenti ciò che lo Stato centrale cerca di mettere a favore della crescita viene annullato dal fatto che le Regioni rischiano invece di dover tagliare investimenti, anch’essi destinati alla crescita o ai servizi per i cittadini. Se tutti vogliamo lavorare per far uscire il Paese dalla stagnazione, dobbiamo fare in modo che ci sia coerenza fra i vari livelli del governo. Quindi, tale manovra deve essere sostenibile. Ciò implica ragionare con le Regioni perché non si abbia questo pericoloso effetto di rimbalzo sulle politiche delle Regioni stesse.»
«Nei prossimi giorni si discuterà nel dettaglio dei temi affrontati oggi – ha aggiunto il presidente Pigliaru – e ci sono importanti margini di ragionamento comune: la lotta contro gli sprechi, per esempio, riguarda le Regioni, ma anche il Governo. Lotta contro gli sprechi significa lotta per cercare i soldi da mettere a correre per sviluppo e crescita.»
«Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato che i tagli, che stiamo cercando di rendere sostenibili, saranno gli ultimi con cui avranno a che fare le Regioni, perché dal 2016 non ci saranno più. Questo – ha concluso Francesco Pigliaru – ci dà una prospettiva che ci piace pensare davvero credibile e affidabile.»

 

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«Nell’assestamento di bilancio la Giunta regionale si dimentica del Sulcis». La denuncia è di Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Serdegna.

«Fatta eccezione per gli interventi riguardanti Igea e Carbosulcis (atti dovuti, non eludibili), sui quali occorre comunque vigilare – sottolinea Ignazio Locci – non compare alcuna risorsa aggiuntiva (sostegno ai comuni per il servizio dell’infanzia, per citare un esempio) destinata al territorio più povero della Sardegna: il Sulcis Iglesiente. E, come se non bastasse, le politiche del premier Matteo Renzi (omologo del nostro Francesco Pigliaru, in tutti i sensi) colpiranno ancora più duramente la ex provincia di Carbonia Iglesias. Né il presidente del Consiglio, né il governatore, appaiono intenzionati a rendere disponibili nuove risorse per il nostro territorio. Ci garantiscono quantomeno una vera semplificazione: ovvero la possibilità di trasformare l’area del Sulcis in zona a burocrazia zero, in modo da facilitare la vita alle imprese, duramente colpite dalla crisi, da un sistema bancario che non aiuta l’impresa reale e dalle solite tagliole burocratiche.»

Ignazio Locci conclude con una “sfida” a tutti i rappresentanti politici del territorio, senza distinzione di colore, per «promuovere la coesione, affinché la difesa del nostro territorio non resti solo un buon proposito ma si trasformi in azione concreta».