6 May, 2024
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Inizia lunedì, presso l’oratorio di San Ponziano, a Carbonia, il progetto “Vivi l’oratorio salesiano di Don Bosco”.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello della socializzazione e dell’intercultura, il tutto si affianca ad un progetto inerente lo sviluppo del turismo sportivo a cui hanno aderito già 17 nazioni ed è previsto che presto arriveranno a 20.

Intorno alla fine del mese di giugno, presso il palazzetto dello sport di Carbonia, verrà ospitato il campo estivo “Vola in estate”, per i centri estivi italiani 2017. Momento di gioco e divertimento all’insegna del fair play che offrirà anche l’opportunità  di incontrare ragazzi e ragazze che condividono i valori del Badminton, vivendo con i più esperti le emozioni di questo splendido sport con i tecnici federali del PALABADMINTON di Milano e lo staff azzurro, per info  www.badmintonitalia.it/centri-estivi-vola-in-estate.html).

Le attività principali in programma all’oratorio saranno coordinate dal direttore del progetto Marcello Vacca e da Alessandra Tuveri e sì attiverà nell’immediato. Dopo scuola per i ragazzi/e dai 6 ai 17 anni, ludoteca, biblioteca per consultazione libri, corsi di inglese anche per adulti con supporto multimediale e docente, corsi di informatica di base e coding, preparazione per le certificazioni informatiche EIPASS, corsi mirati in Word, Excel, Power Point, Lode elettronica, Poste certificate, Web e  Powel, Neetwork, sicurezza informatica e i pericoli della rete….

Inoltre, sport con attività multidisciplinari quali Basket, Pallavolo, Badminton, Speedminton, Racket Volley, Calcetto, Tennis, Beach Tennis, Badminton, Beach Speed, Beach and Ball, Footvolley, Calcio tennis, Ping pong e Calcio Balilla.

Un progetto a tutto tondo… tante attività per unire tutti e vivere in armonia, socializzare, studiare usi, costumi e religioni differenti.

Vi aspettiamo numerosi lunedì presso l’oratorio di San Ponziano, tutti i giorni dalle ore 15:00, saranno poi a vostra disposizione le informazioni in merito.

Per Info contattare il numero 334 3935682

Su fb:oratoriosalesianodonboscocarbonia.

Web: EMMEVCODERROJO-carbonia.jimdo.com

email:emmev.codingict@ gmail.com

Nadia Pische

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Nell’ambito della manifestazione “Carbonia in fiore” del 29 e 30 aprile 2017, che si svolgerà a Carbonia, nel centro della città, è indetto un concorso fotografico dal titolo “Cattura il fiore”.

Il concorso è aperto ai fotografi non professionisti per la categoria adulti, dai 18 anni compiuti, nonché per la categoria giovanissimi, a partire dai 10 anni.

Ogni partecipante potrà inviare al massimo 2 fotografie.

Saranno premiate le tre migliori fotografie che verranno selezionate da una giuria di esperti.

La partecipazione al concorso è gratuita per i minorenni e di 5 euro per gli adulti.

Le fotografie dovranno essere spedite al seguente indirizzo e mail: nadiapische@tiscali.it , in formato jpg entro e non oltre il 10 maggio 2017.

Le foto inviate non verranno restituite.

Le foto vincitrici del concorso verranno esposte per alcune settimane nei negozi sponsor della manifestazione.

La premiazione avverrà in data 14  maggio 2017, alle ore 20.15, in occasione della manifestazione “Primavera sulcitana”, presso lo stand dell’associazione “Il centro rinasce”.

Per info e chiarimenti contattare Nadia Pische al numero 393 1082059 .

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Un vero e proprio successo di pubblico quello registrato nelle prime due giornate della 14ª Sagra del carciofo, organizzata dall’associazione Pro Loco e dall’Amministrazione comunale di Masainas.

In tanti, ieri, sin dalla mattina, si sono riversati in una location straordinaria, la Piazza Belvedere, dove l’alternanza di prato e piastrellato crea la giusta dimensione per una vera e propria festa per grandi e piccini.

Dai giochi gonfiabili all’animazione, dai truccabimbi alle partite di pallone improvvisate. Niente era lasciato al caso, tutto organizzato per regalare momenti di spensieratezza a tutti i presenti.

Musica, spettacoli col fuoco e stand a gogò… tutto intorno era movimento e divertimento…

Artigiani, hobbysti e leccornie di ogni genere… ma re fra tutti, il protagonista della sagra era lui: il carciofo!

Un vero re in esposizione ed ancor più nei piatti sapientemente creati e cucinati, secondo tradizione, dalle mitiche signore cuoche della Pro Loco di Masainas…

Nel dettaglio i piatti serviti…

Lasagne con carciofi, agnello con carciofi, carciofi fritti, pluncake di carciofi, pane e vino, sono state le bontà del pranzo…

Riso con carciofi, gnocchi con carciofi, carciofi in pastella, pluncake di carciofi, pane e vino sono state invece le delizie preparate per cena.

La sagra prosegue oggi con tanti altri intrattenimenti e si concluderà domani, nella giornata della Festa della Liberazione…

Visite guidate, trenino, giochi per i bimbi e quant’altro, mentre le signore continueranno a spargere profumi e sapori nella speranza che tutti, l’anno prossimo, possano tornare a viziare il palato con gusti nostrani legati alla tradizione popolare.

Soddisfatto il sindaco Ivo Melis che ha ribadito quanto sia importante l’attenzione da porre nei confronti dell’agro-alimentare, carta sicuramente vincente per un futuro migliore in grado di offrire prospettive e lavoro per tutti.

Testo e fotografie di Nadia Pische

 

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Le vie ciotolose e le case campidanesi dai grandi portoni di legno, a Siliqua, da ieri e fino a questa sera accolgono, per la prima edizione della Fiera del Sigerro, con un pizzico di magia, tutti quei visitatori che vogliono “fare il pieno” delle tradizioni popolari antiche.

Siliqua sorge a circa 30 km dal capoluogo, nella valle del Cixerri e conta circa 3.880 abitanti. Nel medioevo questo territorio faceva parte del Giudicato di Cagliari, compreso nella curatoria del Cixerri. Passò poi ai Della Gherardesca e, infine, agli Aragonesi a partire dal XIV secolo. Affidato poi a diverse famiglie di feudatari, venne in conclusione riscattato da Vittorio Amedeo nel 1785.

Siliqua ed i paesi limitrofi sposano questa fiera per poter mettere in vetrina le meraviglie legate al passato ma con un occhio puntato al futuro.

Quel che subito colpisce del luogo è la presenza di ben sette chiese officiate, di cui cinque nel centro abitato e due nell’agro, tutte piccole e carine, accoglienti e molto curate. Non meno importanti i ruderi di altre 16 chiese dislocate su tutto il territorio comunale che, dato il loro valore storico andrebbero sicuramente salvaguardate.

Don Davide Cannella, il parroco, ben si adopera nei confronti della comunità, con un occhio di riguardo ai giovani, protagonisti di un’epoca difficile, ormai quasi priva di valori, dove a farla da padrone sono i social network.

Una veste importante la ricopre col suo ruolo anche il presidente della Pro loco Franco Mancosu, da anni impegnato sul fronte della valorizzazione del paese dal punto di vista archeologico, naturalistico, culturale, storico e gastronomico. Con la prima edizione della Fiera del Sigerro scommette insieme al paese ed esce vincente in un momento di crisi e di poca voglia da parte delle persone di uscire da casa.

Profumi e sapori, arti e vecchi mestieri diventano i protagonisti di due giornate all’insegna del passato.

Ed ecco che in vetrina, presso il Monte Granatico, sede del Consiglio comunale, troneggiano in bacheca una parte della collezione personale delle armi medioevali originali di Giovanni Maria Cannas, un cuoco di Siurgus Donigala che sin da giovanissimo ha iniziato a coltivare questa passione sino a costituire un’associazione culturale, di cui è presidente, che si dedica alle rievocazioni storiche con dei connotati di riferimento cronologico molto attenti e precisi. Con dedizione e passione porta avanti la descrizione dei pezzi, accompagnato da sua moglie Eloise, che insieme a lui racconta storie di Sardegna ed incuriosisce col suo modo di esporre  elegante e umile allo stesso tempo.

Il palato poi, può sicuramente fare la hola, mentre si delizia tra i sapori dei formaggi ed il moscato di Pietro Cireddu di Siliqua, le creme ed i patè di Start 2000 “Bontà del sole” di Villaspeciosa, i dolci sapientemente impastati e farciti con marmellata di fico d’India dalle signore della Pro loco di Siliqua, i salumi e la bottarga del “Feudo sardo” di Villaspeciosa, i formaggi e la ricotta col miele di Francesco Pira e famiglia di Siliqua, le panadas della Pro Loco di Assemini, la semola in tutte le sue foggie di Jessica Pisanu di Siliqua, la pasta fresca e la semola, nonché i dolci del gruppo Is Massaius Suerginu di San Giovanni Suergiu e, infine, il pane civraxiu, con i cardi e con la ricotta dell’associazione culturale “Boxis nodias” di Siliqua con presidente Giorgio Mocci.

Ma anche cestini magistralmente intrecciati dalle mani di Paolo Mameli di Villamassargia, nonché borsette in paglia e delicati bijoux realizzati da Piera Fadda di Villamassargia.

Per un ritorno al passato nel campo dell’edilizia si possono ammirare i mattoni “Su ladiri” di Giovanni Portas di Musei. L’arte del fabbro è stata conservata a casa di Giovanni dalla notte dei tempi, quando Peppuccio e Ciccitta lavoravano con passione, senza mai stancarsi.

Per un’attenta perlustrazione della flora e della fauna di Monte Arcosu si può far riferimento allo stand del WWF dove materiale informativo e proiezioni disegnano perfettamente il magico mondo della montagna.

Soddisfatto del tutto il sindaco, Andrea Daniele Busia, che spende parole d’orgoglio nei confronti di una comunità che tanto si adopera per far sapere a gran voce che la Sardegna è un fiore all’occhiello di un’Italia che soffre economicamente, attraversata da una crisi che ormai imperversa da troppo tempo e che attraverso la cultura potrebbe essere bloccata definitivamente… prima che sia troppo tardi.

Un plauso quindi e appuntamento alla prossima edizione della Fiera del Sigerro a Siliqua.

Testo e fotografie di Nadia Pische

  

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L’11 aprile 1920 nasceva a Gairo Modesto Melis. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Per ricordare Modesto Melis, un piccolo grande uomo venuto a mancare lo scorso 9 gennaio, ripropongo oggi l’articolo, con un ricco album fotografico, pubblicato la sera di quel grigio giorno d’inverno, reso gelido dalla notizia che, chi lo ha conosciuto nell’arco della sua lunga esperienza di vita (in particolare i familiari, dalla moglie Lucia ai figli Bruno, Teresa e Renato, ai nipoti e a tutti i parenti), non avrebbe mai voluto apprendere. E l’articolo scritto da Nadia Pische dopo la cerimonia funebre, celebrata nella chiesa di San Ponziano l’11 gennaio, anche in questo caso allegato un album fotografico.

«Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di oggi, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni.

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

     

 

 

In una giornata grigia di gennaio persino il sole ha pensato di venire ad accompagnare Modesto Melis nel suo ultimo viaggio.

Stretti intorno alla moglie Lucia e ai figli Bruno, Teresa e Renato, tanti  parenti, amici cari e conoscenti, hanno voluto rendere omaggio ad un piccolo grande uomo. Piccolo di statura, ma grande per umiltà e cuore, Modesto lascia un segno in tutte le persone che lo hanno conosciuto. Il suo sorriso, la sua battuta scherzosa, il suo sguardo vispo ed attento, tutto faceva di lui una bella persona. Un uomo che aveva tanto sofferto prima per le atrocità vissute e viste da vicino nei campi di concentramento, e poi per non averle potute raccontare per tanti lunghissimi anni, vista la reticenza delle persone nel credergli. Ricordi che ha dovuto tenere dentro sino a quando, finalmente, qualcosa è cambiato, verità nascoste iniziavano a prendere forma, anche attraverso altri testimoni. Finalmente arrivava la sua rivalsa… far sapere di quali nefandezze era stato capace l’essere umano.

Oggi, commossa per la sua dipartita, una grande folla ha seguito la messa nella chiesa di San Ponziano dove don Giampaolo Cincotti lo ha voluto ricordare nella sua semplicità, nel suo modo allegro di prendere la vita: «Con lui se ne va un pezzo di storia», ha concluso il sacerdote.

Una storia che Giuseppe Mura ha voluto raccontare, nel libro “L’animo degli offesi”, per fermare nella memoria di tutti atrocità che devono essere da monito per le nuove generazioni, che devono bandire la violenza in virtù della pace. Nuove generazioni che devono debellare per sempre l’insana idea di popoli superiori ad altri. Modesto ciò lo sapeva bene e, proprio per questo motivo, ha voluto dedicare gli ultimi anni della sua vita, a far conoscere una verità per molti scomoda.

Alla fine della funzione, la lettura della preghiera dei paracadutisti, i suoi compagni d’avventura, fatta dal presidente dell’associazione Nino Cossu… e poi il ricordo di Agnese Delogu con cui ha diviso nell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra tante esperienze in giro per la Sardegna… scuole, associazioni, biblioteche.

Tra i presenti, alcuni assessori e il vicesindaco della città che tanto lo ha amato, forze dell’ordine in divisa. E poi il silenzio… non solo quello dei presenti ma anche quello che la tromba di Alessandro Sciascia gli ha regalato.

Un applauso, un grande applauso per omaggiarlo ed un grido “Folgore” per rendergli onore.

Si potrebbero riempire pagine intere di ricordi ed aneddoti ma fra le tante parole io ne sceglierei una nella certezza di catturare la stessa che voi tutti decidereste di usare… una e una sola…

GRAZIE!

Per essere entrato nelle nostre vite, per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto.

Che la terra ti sia lieve Modesto.

Nadia Pische

    

   

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Alla luce dei bisogni del cittadino… urge che l’Amministrazione comunale di Carbonia scenda in piazza e giri per la città, che si mischi alla gente comune, per ascoltare tanti bei suggerimenti…
L’assessore dei Lavori pubblici è atteso urgentemente in via Bacu Abis, in via Caput Acquas, in via Piolanas… e dintorni. Parcheggi non sufficienti e sensi unici da rivedere!!!
Assessore, ricominciamo da capo… insieme!
Provi a rivedere quindi parcheggi e direzioni di marcia e se vogliamo dirla tutta, riveda anche la grave situazione in cui versa via Mazzini al momento dell’entrata e dell’uscita da scuola… Istituto Comprensivo Sebastiano Satta, scuola primaria e dell’infanzia.
Avevamo un parcheggio a disposizione dei docenti… ora non vi è più traccia!
Trovo scandaloso che io, docente di scuola primaria, debba, ogni santa mattina fare quattro giri dell’intero quartiere prima di riuscire a trovare un parcheggio… Sosta selvaggia da parte di diversi utenti, poca attenzione da parte della polizia urbana, un unico vigile che non basta neanche in minima parte a gestire il traffico scolastico mattutino… auto che si fermano al rosso, dalle quali vedi scendere bambini al volo prima che scatti il verde!
È davvero insostenibile, ci sarebbero tante soluzioni che potrebbero essere adottate per rendere tutti un pochino più sereni.
Tra queste, renderei il parcheggio di via Risorgimento riservato a noi docenti.
Non so se sia più indignata la docente, la cittadina o la giornalista… so solo che tutte e tre insieme sono veramente esauste della situazione… e come ultima chicca suggerirei di rivedere l’“inaudita” decisione di appoggiare la Traffic srls, la società che ha in appalto il servizio dei parcheggi a pagamento al centro della città, nella folle distribuzione di sanzioni da 5 euro a raffica per ritardi anche di soli pochi minuti (per la cronaca, l’ufficio postale di Carbonia Centro, in Piazza Rinascita, pare che ne riceva da 10 a 15 al giorno)!
Lo so i problemi che avete sono tanti, ma noi cittadini puntavamo su di voi per avere qualcosa di meglio rispetto al passato!

Siamo veramente stanchi di restare ad aspettare, inutilmente, che l’Amministrazione comunale ci ascolti e renda le nostre richiesta realtà…
Vorremmo anche una città più pulita, mi scuso per quei cittadini che non rispettano l’ambiente, ma di contro ci sono tante persone che, come me, rispettano le regole e tengono le strade pulite.
Vorremmo anche un cimitero dove, entrando, non si rischi di cadere, dove ci siano bidoni interi e non rotti.
Vorremmo indietro la nostra ludoteca, la nostra sala di registrazione, i nostri uffici e le nostre sale dell’informagiovani, la nostra casa dell’anziano e tutti i servizi dei quali, nonostante le innumerevoli tasse, siamo stati ingiustamente privati.
Tutto questo è davvero troppo da sopportare, unito ad una situazione economica sempre più precaria, dove il lavoro manca creando un panorama di depressione che ci pesa sulle spalle e sul capo, un peso che si ripercuote sui nostri figli, sui nostri bambini, sui cittadini del domani che cresceranno con la certezza di non avere soluzioni.
Scendete nelle piazze, parlate con i cittadini, decidete di voler aiutare la città a tutti i costi. Il tempo stringe, le attività commerciali stanno morendo, una dopo l’altra. Prendete atto e coscienza che bisogna operare quanto prima, per un miglioramento del servizio da offrire al cittadino.
Portavoce di una comunità, mi assumo la responsabilità di quel che ho scritto ed attendo risposta da chi di dovere e non da chi spesso, credendosi delegato, risponde alla città al posto vostro.

Grazie per l’attenzione

Nadia Pische

Cittadina preoccupata

Mamma in pensiero

Nonna felice

Docente ottimista

Giornalista obiettiva

 

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Il Teatro Centrale di Carbonia, nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna, ha ospitato questa sera la seconda edizione dello spettacolo “Non solo 8 marzo” (la prima edizione si svolse due anni fa, al Teatro Electra di Iglesias), organizzato da Nadia Pische, con il patrocinio del comune di Carbonia e dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia. Nadia Pische lo ha presentato insieme a Luca Gentile, Alice Fiori e Aurora Musu. Le musiche sono state curate da Antonello Siddi.

La serata è stata suddivisa in due parti: la prima ha visto protagoniste le alunne e gli alunni di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia che hanno presentato le schede biografiche di alcune donne sarde che si sono distinte in vari settori dell’arte e della cultura dal secolo scorso ai nostri giorni; la seconda parte ha visto la partecipazione di sindaci e amministratori di alcuni comuni del Sulcis Iglesiente che hanno presentato donne rappresentative del mondo della cultura, dell’arte e dello sport.

La prima ad intervenire è stata Clorinda Forte, assessore delle Politiche Sociali, Giovanili e dell’Integrazione del comune di Iglesias, che ha ricordato Federica Madau, la giovane mamma di tre bambine uccisa il 2 marzo scorso dal marito, dal quale si stava separando. Quello della violenza sulle donne è stato uno dei temi ricorrenti della serata.

Per il comune di Carbonia sono intervenute il sindaco Paola Massidda e l’assessore della Pubblica Istruzione, Politiche Giovanili e Sport Carla Mario, e con loro il vicesindaco Gian Luca Lai, che hanno presentato Susanna Montis che ha letto alcune sue poesie.

E’ stata poi la volta del sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda e della delegata della Cultura dello stesso Comune Orietta Mura, che hanno presentato la cantante lirica Nadia Fois, applauditissima dal numeroso pubblico in sala.

Per il comune di San Giovanni Suergiu sono intervenuti il sindaco Elvira Usai e il vicesindaco Marco Zusa che, in rappresentanza del loro Comune, hanno proposto il gruppo in costume de “Is Massaius Suerxinus”, con l’intervento di Anna Simbula Marras.

Luca Gentile, giornalista di Videolina, uno dei presentatori della serata, ha raccontato una storia in tempo reale, relativa alla mancata partecipazione alla serata di una donna di un Comune del territorio che ha subito ripetute minacce dall’ex compagno. Mancata partecipazione che è stata consigliata da una nuova gravissima minaccia subita dalla donna proprio alla vigilia dallo stesso ex compagno.

La pittrice Derita ha presentato una sua opera dedicata ad una donna, esposta sul palco del Teatro e si è intrattenuta sulla sua attività artistica con Luca Gentile.

La scrittrice Petula Farina ha parlato dei suoi tre libri già pubblicati e del quarto che ha in lavorazione, dedicato alla sua città, Carbonia, con interviste ai protagonisti della vita quotidiana.

Il comune di Gonnesa è stato rappresentato dal sindaco Hansel Christian Cabiddu e dall’assessore dei Servizi sociali, Pubblica istruzione e Politiche giovanili Federica Olla.

Il comune di Calasetta, infine, con il consigliere Roberto Lusci, ha presentato la pluricampionessa italiana di windsurf Alice Casula, orgoglio della comunità per gli straordinari successi ottenuti in una disciplina affascinante legata al mare, la grande ricchezza di Calasetta, alla quale si è avvicinata su un pressante invito del padre Salvatore e dalla quale è stata poi letteralmente conquistata, con risultati sportivi straordinari.

La serata si è conclusa intorno alle 22.00, con il pensiero già rivolto alla prossima edizione.

               

                                                                                                              

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In occasione delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna, sabato 11 marzo, a partire dalle ore 19.00, il Teatro Centrale di Carbonia ospiterà la seconda edizione dello spettacolo “Non solo 8 marzo”.

Parteciperanno le studentesse e gli studenti dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia e diverse donne rappresentative del mondo della cultura, dell’arte e dello sport del territorio.

Lo spettacolo è organizzato da Nadia Pische, con il patrocinio del comune di Carbonia e dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia. Nadia Pische lo presenterà insieme a Luca Gentile, Alice Fiori e Aurora Musu. Le musiche saranno curate da Antonello Siddi. L’ingresso sarà gratuito.

La prima edizione dello spettacolo “Non solo 8 marzo” si svolse due anni fa, al Teatro Electra di Iglesias.

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I “Briganti” sono l’arma in più del Carbonia nel testa a testa con il Samassi per la promozione in Eccellenza.  La squadra di Andrea Marongiu ha raggiunto una grande maturità che le ha permesso di tornare in testa alla classifica tre settimane fa, prima della sconfitta interna subita nel derby casalingo con il Carloforte, incidente di percorso che ha consentito al Samassi il controsorpasso. La squadra va, gioca bene, in casa e fuori, sta valorizzando tanti giovani e, a 11 giornate dalla conclusione della stagione regolare, è impossibile prevedere come terminerà il testa a testa con la squadra campidanese, a meno di cali improvvisi di entrambe e quindi di un rientro in gioco del Guspini Terralba, partito con grandi ambizioni, ma oggi terzo in classifica, distanziato di ben 8 punti dalla capolista Samassi e di 6 dalla vicecapolista Carbonia.

Sul piano tecnico il confronto tra Samassi e Carbonia è stato fin qui equilibrato, lo scontro diretto disputato l’11 dicembre a Samassi per l’11ª giornata del girone d’andata è stato vinto dalla squadra di Paolo Busanca per 2 a 0 e se l’equilibrio dovesse persistere, la prima posizione che prevede la promozione diretta in Eccellenza potrebbe essere decisa dal confronto diretto del girone di ritorno, in programma allo stadio Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia.

E’ chiaro che, visto il rendimento di entrambe le squadre, scontro diretto a parte, d’ora in avanti anche un solo passo falso di una o dell’altra potrebbe diventare decisivo e in questo entusiasmante testa a testa, la squadra biancoblu ha dalla sua un’arma in più molto importante, rappresentata dal gruppo ultras de “I Briganti”, sempre presente, sia nelle partite casalinghe sia in quelle in trasferta, in tribuna e non solo. Domenica scorsa, in occasione della partita vinta contro il Quartu 2000, “I Briganti” hanno organizzato la seconda edizione della “Festa biancoblu”, in collaborazione con il Carbonia Calcio e l’associazione Primavera Sulcitana.

 

Alleghiamo l’album fotografico della seconda edizione della festa, realizzato domenica 19 febbraio 2017 con le fotografie di Nadia Pische.

          

Ricordiamo che la prima edizione de “La festa biancoblù” (svoltasi il 13 marzo 2016, in occasione della partita vinta per 4 a 0 con la Villacidrese) è in finale al premio “Italive 2016”, nella categoria “raduni ed eventi sportivi”. In caso di vittoria, l’appuntamento con la premiazione è nella Capitale, nella prima metà di marzo, nella suggestiva location dell’area archeologica dello stadio di Domiziano, in piazza Navona, insieme al ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Le fotografie che seguono sono relative alla prima edizione della festa.

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Focus sul tema complesso e attuale della terza età in “Classe di ferro” – originale e “profetica” commedia di Aldo Nicolaj in tournée nell’Isola per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa firmata CerDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – nella mise en scène di Laros per la regia di Giovanni Anfuso. Sotto i riflettori tre interpreti straordinari – Paolo Bonacelli, noto attore di teatro e cinema, raffinato interprete pinteriano, con una lunga carriera costellata di successi, dal debutto con Vittorio Gassman ai recenti “Il malato immaginario” e “La brocca rotta” di Kleist e Giuseppe Pambieri, volto noto del piccolo schermo, dal fortunato “Sorelle Materassi” a “Incantesimo” e “Affari di famiglia”, ma soprattutto attore teatrale, dagli inizi al Piccolo Teatro di Milano alle tournées con la compagnia Pambieri-Tanzi fino al recentissimo “Re Lear”, e Valeria Ciangottini – versatile interprete fra teatro, cinema e tv, dal felice esordio ne  “La dolce vita” di Federico Fellini, alle fiction come “Giornalisti”, “E poi c’è Filippo” e “Un passo dal cielo”. Le scenografie sobrie ed essenziali sono di Alessandro Chiti, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Massimiliano Pace e il disegno luci di Giovanni Caccia.

La pièce ironica e dolceamara che getta uno sguardo sulla condizione degli anziani, dopo il debutto odierno, alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia, sarà in cartellone domenica 29 gennaio, alle 21.00, al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lunedì 30 gennaio, alle 21.00, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e, infine, martedì 31 gennaio, alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari.

Un intrigante e spietato affresco di varia umanità affiora dalla celebre commedia di Aldo Nicolai, (ri)scoperta in Italia dopo il fortunato debutto ad Budapest nel 1974, e rappresentata più volte con successo (memorabile la versione del 1987 con Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia), per una riflessione sul destino delle donne e degli uomini ormai avanti con l’età, tra l’evoluzione della famiglia e l’idea della vecchiaia in seno alla civiltà dei consumi. Esclusi ormai dal mercato del lavoro, beneficiari – nei casi migliori – di una pensione il cui valore tende progressivamente a ridursi, con molto, a volte troppo tempo libero a disposizione, gli anziani si ritrovano a fare i conti con la solitudine e con una forma sottile di emarginazione, ma anche e soprattutto con la propria immagine di sé, con il timore di trasformarsi in un peso per figli e nipoti, o peggio ancora l’incubo di finire i propri giorni in una casa di riposo.

“Classe di ferro” racconta la vita di tre personaggi – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e l’allegra e dolce Ambra – diversissimi per temperamento, educazione e condizione sociale, ma accomunati dalla data di nascita, che s’incontrano casualmente in un parco cittadino e frequentandosi iniziano a conoscersi, a confidarsi reciprocamente inquietudini e incertezze sul futuro. Tra i due uomini nasce se non proprio un’amicizia una sorta di intesa, tanto che di fronte alla prospettiva del ricovero in un ospizio scelgono l’ipotesi surreale di una fuga dalla realtà e dalle angosce del presente, verso la dimensione poetica dell’infanzia – o almeno una ritrovata giovinezza – lontano dalla crudeltà del mondo.

La cifra umoristica privilegiata dall’autore mette in risalto i tratti più significativi e grotteschi della personalità dei protagonisti, ma soprattutto rivela tutte le incongruenze e mancanze della società contemporanea, con il disgregarsi della famiglia che rende più fragile la sfera degli affetti, il venir meno delle occasioni d’incontro nel ritmo frenetico delle giornate e  per la lontananza geografica, cosicché i genitori di figli ormai adulti, e quindi i nonni diventano figure simboliche ma remote. Il dialogo tra le generazioni si spezza, nonni e nipoti si conoscono a malapena e soprattutto il ruolo antico e fondamentale dei vecchi, portatori di saggezza ed esperienza finisce con il venir meno, mentre l’uscita dalla fase lavorativa per sopraggiunti limiti di età finisce con il sancirne la presunta “inutilità” relegandoli ad una funzione sempre più marginale.

In effetti – rispetto alla realtà fotografata da Aldo Nicolaj nella sua “Classe di ferro” sono intervenuti ulteriori mutamenti: nell’Italia di oggi spesso i giovani che non trovano o perdono il lavoro sono di nuovo costretti a rifugiarsi nell’alveo della famiglia d’origine, gli stipendi inadeguati hanno finito con il trasformare le piccole pensioni in una risorsa fondamentale e basilare per l’economia. Una nuova tragedia – che offrirebbe interessanti spunti alla penna arguta e alla fantasia del commediografo – tra i più noti e apprezzati del Novecento, autore di folgoranti monologhi e atti unici, oltre che di brillanti commedie, sembra aleggiare nell’aria.

Il ruolo storico degli anziani – detentori di un sapere antico, forgiato con gli anni, e tramandato nei secoli – sembra ormai superato – eppure nella frenesia della vita moderna, laddove si riesca a preservarlo, il contatto e il confronto tra le diverse generazioni costituisce una risorsa preziosa: testimoni di un’altra epoca e di quella attuale, i vecchi possono svelare ai più giovani il senso profondo dell’esistenza, offrendo il supporto del loro vissuto, dei valori e dei principi, facendosi memoria viva del passato e della storia. L’evoluzione della tecnica e in particolare delle forme di comunicazione – di cui molti anziani si sono impadroniti agevolmente – ha reso possibile superare le barriere geografiche, così come i progressi della medicina hanno migliorato la qualità della vita anche dopo la maturità. Il mondo è cambiato – ma la realtà descritta di Nicolaj risulta ancora sorprendentemente attuale.

“Classe di ferro” regala i tre ritratti indimenticabili di due uomini e una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, tre personaggi che rivendicano la propria dignità, l’importanza dei  ricordi, l’unicità delle loro storie a fronte dell’inesorabile scorrere dei giorni, e suggerisce interessanti spunti di riflessione sull’oggi e il domani, le derive della civiltà e il valore delle radici e dell’identità da cui prende forma e forza la personalità individuale – senza dimenticare i legami primari e gli affetti.

Domenica pubblicheremo una lunga intervista realizzata questa sera da Nadia Pische con Giuseppe Pambieri.