5 May, 2024
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La grave situazione in cui vivono i lavoratori ex Secur, da oltre un anno sono senza lavoro perché non riassorbiti dopo il cambio di appalto dei servizi di vigilanza all’Aou di Sassari e all’Ats, è stata al centro delle audizioni che hanno impegnato, in seduta congiunta, la Commissione Lavoro, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), e la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc).

Sono stati sentiti, in particolare, l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, il direttore generale della Direzione generale della Centrale regionale di Committenza (Crs Ras), Cinzia Lilliu, il direttore generale facente funzioni della Aou di Sassari, Nicola Orrù, una delegazione dei lavoratori ex Secur senza occupazione, e Gavino Satta, direttore responsabile Sardegna della Coop Service, capofila della Ati che ha fatto il cambio appalto con la Secur.

I commissari hanno cercato di capire perché i circa 40 lavoratori ex Secur non sono stati riassorbiti nel cambio appalto e, soprattutto, in che modo intervenire per far sì che la situazione venga risolta.

«I numeri emersi dalle audizioni sono stati contraddittori e diversi: siamo passati dal dato fornito dall’assessore Mario Nieddu, e confermato dalla dottoressa Cinzia Lilliu, dei 90 lavoratori ex Secur, di cui 41 non assorbiti nel cambio appalto, ai 56 senza lavoro di cui ha parlato la delegazione dei lavoratori, per arrivare infine al direttore della Coop Service che ha dichiarato di avere assunto, invece,123 persone dalle liste fornite dalla società Secur – ha affermato Domenico Gallus, presidente della Sesta commissione -. In seguito a questi dati contrastanti, non avendo capito cosa abbia portato alla non assunzione dei lavoratori, abbiamo deciso di sentire, mercoledì prossimo, i sindacati, che oggi senza preavviso non si sono presentati, e i vertici sardi della Secur per far definitivamente chiarezza sulla vicenda. Entrambe le commissioni hanno a cuore il futuro dei lavoratori ex Secur e delle loro famiglie. Bisogna – ha concluso Domenico Gallus – tenere anche a mente che tra loro ci sono ultracinquantenni che hanno perso l’occupazione.»

«A noi interessa che i lavoratori – ha detto Desiré Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle – vengano riassorbiti e rioccupati. Da parte di entrambe le commissioni c’è la massima attenzione per cercare di capire bene la vicenda e trovare gli strumenti per risolvere la situazione, che vede circa 40 persone senza lavoro e che, da più di un anno, vivono in una tenda nella piazza principale di Sassari, la seconda città più grande della Sardegna. E’ dispiaciuto – ha concluso Desirè Manca – che oggi i sindacati non si siano presentati. Saranno nuovamente convocati in audizione la settimana prossima insieme ai vertici dell’azienda uscente dall’appalto.»

Nel corso delle audizioni sono intervenuti Alfonso Marras, presidente della Seconda commissione, Laura Caddeo (Progressisti), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Piero Comandini (Pd), Carla Cuccu (M5S), Gianfranco Ganau (capogruppo Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Antonio Mundula (FdI), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (FI), Filippo Secchi (capogruppo Udc) e Francesco Stara (Progressisti).

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«E’ un progetto che nasce con uno stanziamento di 130.000 inserito nella legge finanziaria dello scorso anno ed è molto positivo che la nuova amministrazione intenda proseguire su questa strada, non solo per un fatto di continuità ma perché crede nella scelta strategica di puntare sui giovani e sui piccoli Comuni, mettendoli in contatto con la grande realtà dell’Unione europea.»

Lo ha dichiarato il vice presidente del Consiglio Piero Comandini, presentando il progetto “Young, Work and territory in Sardinia” che, grazie alla collaborazione con Focus Europe, permetterà a 20 giovani sardi (in maggioranza donne, di età media sotto i 30 anni, laureati e con buona conoscenza delle lingue) di frequentare un corso di alta formazione (compresa una settimana di full immersion presso le strutture Ue di Bruxelles) sui progetti finanziati dall’Unione europea, che potranno essere realizzati nelle loro comunità.

Si tratta, ha sottolineato l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna, «di una iniziativa che vogliamo sostenere con convinzione, perché da un lato esprime la volontà unitaria di tutta la politica di aiutare concretamente la Sardegna ad uscire dall’isolamento e dall’altro intende farlo puntando sui giovani e sui piccoli Comuni, quelli che hanno meno risorse e meno possibilità. Questo progetto – ha aggiunto – si inserisce poi in una azione complessiva di potenziamento dei nostri uffici di Bruxelles che presto metteremo a disposizione del sistema regionale e delle imprese sarde per provare a vincere la nostra sfida più grande, arrivare al tetto del 100% nell’utilizzo dei fondi europei».

I 20 giovani, selezionati con procedure ad evidenza pubblica con bandi predisposti dai singoli Comuni, saranno impegnati nel settore dei cosiddetti “fondi diretti”, quelli cioè che non prevedono l’intermediazione delle Regioni e degli Stati membri ma mettono in contatto le amministrazioni locali e le varie direzioni generali dell’Unione europea in progetti che dovranno essere co-finanziati dagli stessi Comuni e possedere il requisito della “trans-nazionalità”, in modo da poter essere realizzati in diverse realtà del continente.

Per i giovani, altro aspetto particolarmente significativo del progetto, sarà una esperienza formativa di grande valore con la quale potranno migliorare la loro professionalità ed allargare la loro visione del mondo del lavoro restando a stretto contatto con il territorio, contribuendo ad invertire la tendenza alla cosiddetta “fuga dei cervelli” che rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti del processo di spopolamento della Sardegna.

I Comuni interessati sono quelli di: Ardara, Collinas, Decimomannu. Desulo, Escalaplano, Fonni, Iglesias, Mandas, Maracalagonis, Mogoro, Pula, San Nicolò Gerrei, Sant’Andrea Frius, Sarroch, Siliqua, Silius, Soleminis, Unione Anglona bassa valle del Coghinas e Villasor.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island. Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia e S&B Olmedo. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato la costituzione della Giunta per il Regolamento. Completata inoltre la composizione della Giunta per le elezioni, che sarà presieduta dal vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, e della commissione per la Biblioteca, che sarà guidata dall’altro vice presidente dell’Assemblea Piero Comandini.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Ignazio Manca ha brevemente ricordato la figura dell’avvocato sassarese Dino Milia recentemente scomparso, ex consigliere regionale e parlamentare, oltre che presidente della Dinamo Basket di Sassari. Il presidente Michele Pais ha poi annunciato per la prossima settimana una commemorazione formale del Consiglio, alla presenza della famiglia dell’avv. Dino Milia.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ribadito la sua richiesta della presenza in Aula del presidente della Regione Christian Solinas per riferire sulla vertenza del porto canale, sulla quale è in programma proprio domani un importante incontro a Roma.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Francesco Agus si è associato alla richiesta, sollecitando inoltre la nomina del vice presidente della Regione prevista dallo Statuto. Il consigliere ha lamentato inoltre che, in occasione delle recenti designazioni disposte dal presidente, non tutti i capigruppo sono stati avvisati con la necessaria tempestività.

In riferimento alla presenza in Aula del presidente della Regione il presidente Michele Pais ha chiarito che il governatore, trattenuto da improrogabili impegni istituzionali, ha delegato la trattazione dell’argomento all’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 17/A – Giunta regionale che, modificando una parte della Legge Finanziaria 2019, prevede interventi a favore dei lavoratori ex Sardinian Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia ed Sardabauxiti di Olmedo.

Illustrando il provvedimento il presidente della commissione Alfonso Marras (Riformatori) ha affermato che, fra le finalità condivise, ci sono quella di indennizzare i lavoratori destinatari di procedure di licenziamento favorendone la rioccupazione, garantire quanti non hanno trovato opportunità di reimpiego al termine del periodo di blocco aziendale ed infine, come nel caso di Ottana Energia, proteggere i lavoratori con ammortizzatori sociali in scadenza.

Per la Giunta l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ha ricordato che, con la normativa vigente, ci sarebbe stato un blocco delle risorse disponibili ed un periodo di azione troppo limitato, per cui si sono introdotti elementi correttivi che consentiranno in alcuni casi di proteggere quote di lavoratori fino al 2020, rideterminando inoltre la stessa definizione giuridica dello stato di disoccupazione. Nella seconda parte della legge, ha aggiunto, c’è la novità di misure adeguata per gli ex Ila ed ex Alcoa che non avevano alcuna forma di sostegno, a testimonianza del fatto che crediamo in una politica non di assistenza ma di mantenimento di un legame con mondo del lavoro in attesa di progetto di rilancio. Il provvedimento interessa complessivamente 630 unità.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Piero Comandini del Pd ha ringraziato sia l’assessore Alessandra Zedda che la Giunta per primi provvedimenti, legati al lavoro fatto nella precedente legislatura, sia in materia di urbanistica con la proroga del cosiddetto Piano casa che ora con una legge sul lavoro. Alla legge sono state apportate significative modifiche tecniche per proteggere alcune aliquote di lavoratori, ha sottolineato Piero Comandini, ma questo è avvenuto all’interno di un impianto comunque molto solido e di un indirizzo generale finalizzato alla ricerca di possibili acquirenti, un punto sul quale chiediamo alla Giunta un impegno preciso.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 53 voti il passaggio della legge agli articoli.

Intervenendo sull’art 1 per dichiarazione di voto, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul fatto che si tratta di interventi di qualità decisi dalla precedente amministrazione. Sul piano procedurale, ha però osservato, non va taciuto che il provvedimento è arrivato in commissione Bilancio senza copertura finanziaria, fatto segnalato dagli uffici che ne hanno chiesto anzi la riscrittura. Il problema è stato poi risolto dall’assessore Alessandra Zedda, ha detto ancora il consigliere, che ha fatto le opportune correzioni aumentando anche la dotazione finanziaria: tuttavia è una prassi sbagliata, se di prassi si tratta, contraria alla Costituzione.

Il presidente della commissione Bilancio Paolo Truzzu, chiarendo di volersi rivolgere “a chi non vuol capire”, ha parlato di un episodio accaduto tante altre al volte risolto correttamente dalla commissione con un parere condizionato. Oggi, ha concluso, la legge ha piena copertura e, questo è vero, segna una continuità con il lavoro portato avanti dal centro sinistra nella precedente legislatura.

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità tutti i 4 articoli della legge.

Prima del voto finale, il consigliere del Pd ha presentato con altri un ordine del giorno nel quale si impegna la Giunta a favorire e sostenere le azioni di rilancio delle aziende in crisi, valorizzando conoscenze esperienze e professionalità maturate dai lavoratori.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione dei lavori per verificare la possibilità di arrivare ad un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori, esprimendo il parere della Giunta, l’assessore dell’Industria Anita Pili ha dichiarato che, sulle vertenze all’attenzione del Consiglio, è in corso il lavoro congiunto di diversi assessorati per rilanciare le attività in crisi. L’assessore ha poi fornito alcune informazioni di dettaglio, sia sulla Keller, per la quale è stato chiesto la riapertura del tavolo tecnico presso il ministero in modo da poter valutare le due proposte pervenute, che su Ottana e Porto Torres per il rispetto degli accordi di programma, e Portovesme dove il discorso è ancora aperto perché i Sindaci dei Comuni interessati hanno lamentato di non essere stati adeguatamente coinvolti nei programmi di rilancio. L’esponente dell’Esecutivo si è dichiarata infine a favore dell’ordine del giorno.

Per l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda l’azione qualificante che si sta portando avanti riguarda il potenziamento delle politiche attive del lavoro, con le quali si sta cercando di attrarre nuovi investitori ed accelerare i tempi del recupero di molte aziende in crisi, anche con altre misure di supporto che saranno attivate a breve.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha auspicato che l’ordine del giorno sia sottoscritto da tutto il Consiglio, puntualizzando che nel caso di Portovesme le comunità hanno ragione a sentirsi escluse perché sono stati messi da parte quanti hanno veramente lottato per far ripartire Alcoa.

La seduta è stata nuovamente sospesa.

Alla ripresa dei lavori, l’ordine del giorno Piero Comandini e più è stato integrato con un riferimento più specifico alla salvaguardia delle esperienze professionali maurati dai lavoratori delle aziende in crisi.

Il consigliere Piero Comandini, come primo firmatario, ha detto di accogliere le integrazioni proposte.

L’ordine del giorno è stato quindi approvato all’unanimità con 54 voti e, subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale sulla legge, con 52 voti.

Il parlamento sardo è poi passato all’esame della proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sullo stato di insolvenza dell’Aias, ai sensi dell’articolo 125 del Regolamento del Consiglio regionale. L’on. Eugenio Lai (Leu) ha illustrato a nome di tutta l’opposizione la proposta e ha detto: «I diritti dei lavoratori sono negati in questo momento per quanto riguarda gli stipendi mensili ed è ancora più importante andare a verificare la situazione a seguito del tavolo attivato in Prefettura e delle dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu in commissione Sanità. Vogliamo certezza sui crediti che Aias ha verso la Regione e vogliamo sapere se è vero che l’Aias ha presentato soltanto il bilancio 2017. Vogliamo poi chiarezza sui servizi offerti e sulla situazione dei lavoratori, diretti e indotti. Non è dignitoso nemmeno che la nostra classe politica si trovi in questa condizione: dimostriamo che noi stiamo tra la gente e la difendiamo».

Per l’on. Annalisa Mele (Lega), di parere opposto, «è stupefacente che si chieda di istituire una commissione di inchiesta. Dove eravate in questi anni? E cosa facevate? Perché dovremmo verificare noi quel che dovevate verificare voi? E’ davvero incredibile».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto: «Più volte in questi anni abbiamo chiesto all’assessore Luigi Arru di fare chiarezza e farci conoscere l’esatta situazione e questo non è mai accaduto. Non dobbiamo dimenticare che in più di una circostanza l’Aias ha sostituito il servizio sanitario pubblico ed è per questo che non si può svolgere un’indagine su un soggetto privato come l’Aias. Noi possiamo invece indagare in questa commissione sui rapporti tra Aias e l’assessorato alla Sanità».

Ha preso poi la parola, rafforzando il concetto appena espresso, l’on. Valerio De Giorgi (Fortza Paris), secondo cui «non è possibile attuare parti della richiesta e in particolare non è possibile verificare atti privati perché il Consiglio non ne ha il potere. Chiedo pertanto un parere sulla legittimità della istituzione di questa commissione d’inchiesta».

Per Leu ha preso la parola l’on. Daniele Cocco, che ha affermato la necessità di «andare a fondo e chiarire tutto. Dobbiamo intervenire per chiarire qual è la prospettiva di vita e quali sono i diritti dei lavoratori Aias. A nulla serve recriminare verso il passato e guardarsi sempre indietro: dobbiamo chiudere in maniera positiva questa vertenza e la commissione di inchiesta dovremmo chiuderla tutti, non per istituire un tribunale ma per conoscere i dati. Se in passato non sono arrivate le risposte questo non significa che non possano arrivare ora».

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la richiesta di sospensione avanzata dall’on. Valerio De Giorgi della proposta di istituzione della commissione di inchiesta.

Prima di procedere al voto, su richiesta di alcuni consiglieri la seduta è stata sospesa per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais, ha concesso la parola al consigliere Valerio De Giorgi (Misto) che ha ritirato la richiesta di sospensiva con l’introduzione della specifica che l’istituenda commissione d’inchiesta potesse richiedere documentazione e quant’altro necessario, soltanto in riferimento ai fondi pubblici introitati dall’Aias.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha avanzato quindi la richiesta di interruzione dei lavori dell’Aula che dopo una breve discussione, alla quale hanno preso parte i consiglieri Agus, Piu, Lai, Corrias e Mula, è stata approvata  a maggioranza.

Il presidente Michele Pais ha quindi comunicato il rinvio a domani della convocazione dell’ufficio di presidenza in programma alle 16.00; confermato la convocazione delle commissioni Sesta e Seconda in seduta congiunta alle 15.00 per svolgere alcune audizioni, ed ha dichiarato sospesi i lavori del Consiglio fino alle 16.00.

 

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«Il Governo regionale sta preparando con il massimo impegno l’incontro già fissato a Roma per il 26 giugno e, per quanto riguarda il Consiglio, c’è la massima collaborazione per arrivare ad una soluzione positiva e concreta in tempi brevi.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, al termine dell’incontro con i sindacati ed una delegazione dei lavoratori del porto canale di Cagliari al quale hanno preso parte i capigruppo e l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

I sindacalisti (erano presenti esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl ed Rsa aziendali), ricordando l’avvio delle procedure di licenziamento per i dipendenti della concessionaria Cict che fa capo alla Contship Italia, hanno lamentato il ritardo con cui le istituzioni regionali sono intervenute, perché i primi segnali della crisi e del calo progressivo del traffico dei container si erano manifestati fin dal 2017. Noi riteniamo che il porto, hanno sostenuto, abbia tutti i requisiti per tornare ad essere competitivo e per questo chiediamo due cose: che il Governo nazionale se ne faccia carico al massimo livello e che la Regione attivi una “regia” unitaria per mettere a disposizione dell’infrastruttura strumenti nuovi (Zona franca doganale e Zona economica speciale) in grado attrarre nuovi imprenditori e nuovi investimenti.

Non ci vogliamo accontentare, hanno concluso i sindacati, di soluzioni difensive come quella del ricorso agli ammortizzatori sociali che possono essere utili in una breve fase di transizione ma poi devono essere superati dai progetti per il rilancio del porto.

L’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, che sta seguendo la vertenza assieme ai colleghi dei Trasporti e dell’Industria, ha ribadito in apertura che il presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto un “tavolo” col Governo nazionale presso la presidenza del Consiglio dei ministri in modo da poter esaminare i complessi aspetti della vicenda con tutti i Ministeri competenti. Non è il caso di fare polemiche, ha avvertito, ma è un fatto che la società concessionaria non ha raggiunto per ben 3 anni gli obiettivi di traffico fissati dal contratto e quindi sarebbe stato necessario intervenire prima. Tuttavia, ha precisato, siamo al lavoro per restituire al porto di Cagliari ed alla Sardegna il ruolo che ha sempre avuto nel trasporto marittimo delle merci. In questa fase molto delicata della vertenza, ha concluso, riteniamo che la società concessionaria debba comunque mantenere una sua presenza attiva, sia per consentire l’accesso dei lavoratori alla Cassa integrazione straordinaria che ha una procedura molto semplice, sia soprattutto per ridurre al massimo i tempi della transizione e far partire al più preso i progetti di rilancio della struttura, in collaborazione con l’Autorità portuale.

Per quanto riguarda l’incontro di giovedì prossimo a Roma, Alessandra Zedda ha ribadito che gli obiettivi principali sono quelli di interrompere la procedura di licenziamento ed impostare un nuovo programma di sviluppo. Per raggiungerli, ha detto infine, è importante anche il livello del “tavolo” di confronto; abbiamo già chiesto che il Governo sia rappresentato almeno dai sottosegretari competenti e che alla riunione possano partecipare anche i sindacati.

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri regionali Francesco Agus (Progressisti) e Piero Comandini (Pd). Il capogruppo del M5S Desirè Manca, in particolare, ha annunciato che all’incontro di Roma sarà presente un sottosegretario ed analogo impegno è stato assicurato dal capogruppo della Lega Dario Giagoni.

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga del Piano casa al 31 dicembre 2019 ed il programma delle attività 2019 del Corecom.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha messo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge per la proroga del “Piano Casa” presentata dal capogruppo del Psd’Az Franco Mula.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere del Pd, Piero Comandini, che ha sollecitato la presenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas: «C’e un’emergenza occupazionale in atto che riguarda i lavoratori del Porto canale di Cagliari. 200 dipendenti della società CICT hanno ricevuto le lettere di licenziamento – ha detto Piero Comandini – su questa vicenda, lo scorso 28 maggio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno rimasto inevaso. Sarebbe opportuno che il presidente Solinas riferisse in aula sulle interlocuzioni avute con il Governo».

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti anche i consiglieri Domenico Gallus e Pietro Moro che hanno comunicato la loro adesione al gruppo Udc.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di proroga del Piano Casa. Il relatore di maggioranza, Franco Mula, ha ringraziato le opposizioni per aver consentito di portare in tempi rapidi la proposta in Consiglio. «Avrei preferito approvare una legge più organica. Ho presentato io stesso una proposta che spero venga calendarizzata al più presto. La proroga prevista è di sei mesi in attesa di un esame più approfondito delle modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015 contenute nella mia proposta di legge n. 11. Allo stesso tempo vogliamo imprimere un’accelerazione dei lavori al fine di concluderne l’approvazione entro la fine del 2019».

Ha quindi preso la parola Maria Laura Orrù (Progressisti) per la relazione di minoranza. «Noi siamo contrari a una proroga di sei mesi – ha detto Maria Laura Orrù – preferivamo legare la scadenza all’entrata in vigore della nuova legge urbanistica per garantire certezza e continuità normativa ai professionisti e a tutti gli operatori del settore. La nostra proposta non è stata accolta. E’ assurdo prorogare il Piano Casa per un tempo così breve e pensare di approvare una legge così complessa entro Natale». Secondo l’esponente dell’opposizione è mancato il confronto con professionisti e operatori del settore: «L’iter di approvazione della nuova legge può essere lungo. Non possiamo permetterci di creare instabilità».

Orrù è poi entrata nel merito della proposta di legge presentata dal Psd’Az e depositata in Commissione Urbanistica: «La proposta di legge n.11 persegue un modello arcaico che non tiene conto della tutela dei beni ambientali e paesaggistici. La proposta aggredisce l’agro con la possibilità di costruire in superfici di un solo ettaro anche su terreni non contigui. E’ una gestione del territorio scellerata che darà il via libera a costruzioni a macchia di leopardo senza servizi. C’è il rischio di un abusivismo diffuso. Sarebbe meglio sentire gli ordini professionali e intervenire sul già costruito. I temi urbanistici vanno discussi con serietà per evitare l’assalto al territorio. Occorre seguire l’esempio delle regioni più ricche  che non svendono i loro beni ambientali. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro PPR che ha tutelato l’ambiente costiero, il paesaggio e i centri storici. Dovremmo estenderlo anche alle zone interne».

A favore della proroga si è espressa la capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca: «La legge 8 va modificata ma, quando si è deciso di approvare la proroga del Piano Casa in commissione, dovevamo fare una scelta: bloccare il settore dell’edilizia o consentirgli di andare avanti. Abbiamo scelto di non farlo per questo siamo favorevoli».

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) ha replicato all’intervento dell’on. Orrù: «Bisogna innanzitutto chiarire che stiamo prorogando una legge esistente. E’ un atto dovuto. Maria Laura Orrù ha parlato di catastrofe. La proposta n. 11 è da discutere, non vogliamo svendere niente. Amiamo la nostra terra più di altri». Giovanni atta, interrotto dai banchi del centrosinistra, ha polemizzato con alcuni consiglieri di minoranza: «Io non interrompo mai nessuno e vorrei che si facesse lo stesso quando parlo io. Non è la prima volta che lo fanno. Dove è scritto che faremo costruire tutti con una superficie di un ettaro? Noi parliamo solo di imprenditori agricoli». Giovanni Satta ha quindi accusato la sinistra di aver alimentato inutili polemiche sui vitalizi: «E’ vergognoso aver scomodato le televisioni nazionali per parlare di questo. Nessuno vuole il vitalizio, diverso è invece applicare un regime contributivo previsto da una legge nazionale approvata in Parlamento. Dire menzogne alla stampa non è corretto».

Gianfranco Satta (Progressisti) ha smorzato i toni e ricordato l’atteggiamento collaborativo della minoranza. «Non abbiamo creato ostacoli alla proroga del Piano Casa. La disciplina urbanistica è del 1989, sono passati ormai 30 anni – ha ricordato Giovanni Satta – solo 12 comuni in Sardegna hanno adeguato i loro piani urbanistici al PPR e al Piano di assetto idrogeologico. Dal 2009 abbiamo perso 30mila lavoratori in edilizia. Questo è il vero problema da affrontare. Come dare risposte agli ordini professionali e ai lavoratori? Permettere di edificare in un ettaro non risolve il problema, è solo un palliativo. Il nostro obiettivo deve essere quello di recuperare e riqualificare. Si pensi a Sassari, uno dei pochi comuni ad aver adeguato il Puc al PPR: il loro piano è dimensionato per 600mila abitanti, quello di Trinità d’Agultu su 25mila abitanti. Nel frattempo abbiamo norme di attuazione del PPR come l’art.15 che blocca urbanizzazioni già pianificate nei PUC. Basterebbe chiarire quali sono le situazioni da mandare avanti. Ci sono questioni che meritano più attenzione. Solo così si risolvono i problemi di 156 comuni che hanno zone di espansione pronte a partire e creare economia».

Massimo Zedda (Progressisti) ha dichiarato la sua astensione. «Sono in conflitto d’interesse perché la mia famiglia possiede proprietà che potrebbero beneficiare del Piano casa. Chiedo al Presidente e al Segretario Generale come dobbiamo comportarci». Massimo Zedda ha poi proseguito il suo intervento invitando l’Aula a concentrarsi su una nuova legge urbanistica: «Non mi appassiona il dibattito sul Piano Casa. E’ solo un palliativo, va a beneficio del settore dell’edilizia, dei fornitori di materiali, professionisti etc. Ma è la dimostrazione dell’incapacità di legiferare del Consiglio. Da 15 anni la politica è concentrata sul PPR che rappresenta solo una cornice. Nessuno di noi quando si reca in un museo guarda le cornici, l’attenzione va alle opere d’arte delimitate da cornici. E’ da troppo tempo che si discute della cornice, pensiamo invece a definire un quadro normativo di riferimento».

Massimo Zedda ha quindi concluso il suo intervento con una proposta: «E’ chiaro che serve una nuova legge urbanistica ma la vera legge di sblocco sarebbe dotare i comuni di personale in grado di sbrigare le migliaia di pratiche giacenti negli uffici».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato che la precedente scadenza del Piano Casa (al 30 giugno 2019) venne proposta a dicembre del 2018 nella consapevolezza che la legislatura sarebbe finita a febbraio. «Volevamo dare alla nuova maggioranza il tempo di presentare una nuova proposta di legge. Tre mesi non sono bastati nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale. Le note vicende sulla formazione della Giunta hanno procrastinato i tempi. Fissare adesso solo sei mesi significa che si è sicuri di approvare una nuova proposta in tempi rapidi».

Meloni ha poi invitato la maggioranza a riflettere meglio sulla proposta di modifica del Piano Casa: «Mi sarei aspettato nella proposta n.11 qualcosa sulle zone F invece non si dice nulla. Lo dico perché nel 2015 ho condotto una battaglia perché pensavo fosse un errore non prevedere incrementi anche in zona F oltre la fascia dei 300 metri dal mare. Mi aspetto che ci sia un segnale in questo senso. Mi aspetterei inoltre da parte dell’assessore una risposta sui 27 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta per le ristrutturazioni. Quelle somme devono essere impegnate e spese».

Il consigliere del Pd, infine, ha suggerito di avviare una discussione per differenziare gli interventi nei territori: «Non bisogna generalizzare: ci sono zone agricole, particolarmente sensibili, che devono essere tutelate ancora di più rispetto a quanto previsto dall’attuale normativa. In altre invece si può anche decidere in modo diverso».

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa ha invitato il Consiglio a ragionare attentamente sull’urbanistica. «L’on. Gianfranco Satta ha evidenziato alcune criticità sull’attuazione dei piani urbanistici comunali – ha detto Michele Cossa – è evidente il danno che è stato fatto all’economia sarda senza un vantaggio reale per l’ambiente». L’esponente della maggioranza ha quindi rivolto un appello all’Aula: «Affrontiamo il tema dell’urbanistica senza pregiudiziali ideologiche ma con pragmatismo. Chi ha fatto l’amministratore locale conosce i problemi. Serve una legge urbanistica chiara e organica che si presti il meno possibile a interpretazioni. Gli uffici tecnici comunali danno interpretazioni opposte alla stessa norma. La colpa però è nostra, la burocrazia applica leggi approvate dal Consiglio. Dovremmo ragionare, inoltre, su un altro aspetto: non  sarà il caso di portare a regime il Piano Casa? Noi lo stiamo prorogando di anno in anno, ragioniamo se prorogarlo sine die. In questo modo daremmo certezze ai professionisti, agli uffici tecnici ma soprattutto ai cittadini che tirano fuori i soldi per gli investimenti e consentono all’economia sarda di girare».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia), secondo cui “il gruppo di Forza Italia sta lavorando a un proposta di legge in materia urbanistica. Intanto oggi cerchiamo con questa proroga di non creare un vuoto normativo e un danno alle amministrazioni della Sardegna. Noi non siamo gente che fa speculazione, anche se siamo più liberali di voi. Noi amiamo le campagne e le città quanto voi, amiamo il paesaggio e riflettiamo sempre su come devono essere concepiti gli interventi in campagna  e più in generale le costruzioni. Non vogliamo dare adito a speculazioni edilizie ma nelle zone F alcuni aggiustamenti possano essere fatti, ampliando oltre i duecento metri dal mare”. L’oratore si è rivolto alla minoranza e ha detto: “Vi riempite la bocca di ambiente ma per cosa avete fatto per il problema idrogeologico di Olbia? Avete impedito un piano idrogeologico che avrebbe eliminato ogni rischio: questa è la vostra sensibilità ambientale”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) “bisogna ripartire senza pregiudizio ideologico e noi siamo consapevoli di non essere riusciti nella scorsa legislatura ad approvare la legge urbanistica. Abbiamo davanti quasi cinque anni per farlo ma io spero che lo si possa fare entro il 2019, perché il provvedimento è davvero necessario e gli amministratori locali sono impossibilitati in queste condizioni a dare risposte alle imprese e ai cittadini. Non si può avere un dogma su un ettaro o tre ettari in campagna, se poi alla fine noi con questi sbarramenti impediamo la nascita di aziende agricole. Per questo voteremo a favore della proposta di proroga”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha  chiesto al presidente di promuovere un incontro con i lavoratori e i sindacati del porto canale di Cagliari, che stanno manifestando sotto il Consiglio regionale.

Il dibattito è ripreso sul piano casa con l’intervento dell’on. Francesco Mura (FDI): “E’ una proroga giusta e non troppo lunga, in sei mesi abbiamo tutto il tempo per approvare un nuovo strumento normativo”.

Per l’on. Dario Giagoni (Lega) «bisogna intanto ringraziare l’on. Franco Mula per la proposta odierna, che dà risposte immediate al piano casa, la legge 8 del 2015. E’ necessaria però la nuova legge urbanistica che metta insieme il patrimonio immobiliare e il paesaggio, posto che il Piano paesaggistico regionale ha contribuito a causare danni disastrosi. La Sardegna può vivere di ambiente con strumenti normativi certi per le aziende e per le famiglie. In questa situazione il piano casa si è rivelato l’unico provvedimenti capace di tenere in piedi il settore delle costruzioni, devastato in Sardegna dalla crisi economica degli ultimi anni. Non è un caso che anche l’attuale opposizione nella scorsa legislatura abbia approvato il piano casa. Annuncio per questo il voto a favore».

L’on. Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha preso la parola e ha detto rivolto all’onorevole Orrù: “Io non ho padroni, nessuno mi chiama la mattina per dirmi cosa devo fare. Ho presentato questa proposta nella piena consapevolezza del fatto che è necessario davvero ottenere questa proroga e fare tesoro di questo dibattito, dal quale stanno emergendo spunti importanti per costruire la nuova legge urbanistica. Questa materia porta dividere, non a unire: non usciremo certamente presi per mano dalla commissione ma mi auguro che nelle diversità si arrivi a un testo condiviso”.

Per il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, “sarebbe stato anomalo non parlare di urbanistica in questa occasione, anche se questa legge consta di un solo articolo. Non potremo che trovarci d’accordo su questa proroga ma non sono positivo sulla vostra idea di una deregulation delle costruzioni in agro, che rischia soltanto di far nascere qualche casetta in campagna ma non un’agricoltura di livello. C’è il rischio che ogni deregulation in materia urbanistica possa generare rischi per la vita umana, come talvolta accade. Ecco perché raccomando davvero prudenza, perché possiamo tutti continuare a confrontarci con lo specchio e con la nostra coscienza”.

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore all’Urbanistica, on. Quirico Sanna, che ha detto: “Ci interessa il risultato di una proroga perché non potevamo permettere un vuoto legislativo e un danno ai sardi. Ma ci siamo dati un tempo certo per scrivere una buona legge urbanistica col contributo di tutti e portarla poi in Aula. Spero di avere l’apporto di tutti in questo senso”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. L’on. Massimo Zedda ha riconfermato la sua mancata partecipazione al voto per ragioni di conflitto di interesse “avendo la mia famiglia proprietà interessate dal provvedimento”.

Approvato poi l’articolo 1, poi l’articolo 2 e il testo di legge.

Il presidente Pais è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola all’on. Alfonso Marras (Riformatori) per la relazione sull’attività del Corecom per l’anno 2019. L’on. Marras ha parlato a nome della Seconda commissione, che presiede.

Approvato un ordine del giorno e il documento sull’attività del Corecom.

Al termine, il presidente Pais ha sospeso i lavori per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ha comunicato che alle 15,30 si riunirà la Terza Commissione e alle 16.00 la Seconda Commissione.

Il Consiglio è stato convocato per martedì, 25 giugno, alle 11, per l’esame della proposta di istituzione della “Commissione di inchiesta n. 1 sul perdurare dello stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori (ai sensi dell’art. 125, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale)”.

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L’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda ha illustrato, nella Seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori), le linee programmatiche ed i principali interventi dell’assessorato regionale del Lavoro e della Formazione professionale, con particolare riferimento alle vertenze in atto.

Nel corso dell’audizione, la consigliera di Forza Italia ha sostanzialmente evidenziato un generale ritardo nell’applicazione di alcune misure ed ha lamentato anche una non efficace organizzazione interna dei diversi servizi dell’amministrazione. «La sfida – ha dichiarato Alessandra Zedda – è sulle politiche attive del  lavoro che devono essere semplificate nelle norme e nelle procedure con l’obiettivo di agevolare i meccanismi di sgravio per le imprese a vantaggio delle assunzioni». Nell’ambito delle politiche per l’impresa l’assessora ha definito la Sfirs “un partner non ideale per la gestione del microcredito” ed ha preannunciato l’integrazione  delle agevolazioni del microcredito con quelle del programma “Resto al Sud”. Un ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’assenza di una legge organica sulla cooperazione ed, alla luce di tale carenza, la consigliera Fi, ha auspicato la discussione a breve di un apposito disegno di legge,  nella stessa commissione e con il pieno coinvolgimento del sistema cooperativistico isolano. In ordine alle politiche di inclusione al lavoro, Alessandra Zedda ha insistito sulla necessità di aumentare la spesa a valere sui fondi Fse ed ha confermato l’imminente pubblicazione del bando “Alimentis”.

Un giudizio positivo è stato invece espresso sulla situazione organizzativa dei centri per l’impiego e l’assessora, a tale proposito, ha informato i commissari del Lavoro sulla volontà di migliorare le strutture e gli immobili (offerti dai Comuni) che ospitano tali centri, attraverso l’approvazione di un progetto di riqualificazione redatto in accordo con l’assessorato degli Enti Locali ed interamente finanziato con fondi europei. «Il sogno – ha dichiarato Alessandra Zedda – è però la realizzazione di una vera e propria cittadella del lavoro, ubicata a Cagliari negli spazi del Cisapi».

L’assessora ha inoltre promosso il piano “Lavoras” e ne ha ipotizzato la modifica con il coinvolgimento di tutti gli enti e le agenzie del “Sistema regione” ad iniziare da Arst, Abbanoa e Laore. «Serve un cambio di passo – ha dichiarato l’esponente della Giunta – e lavorerò in stretta collaborazione con gli assessorati di volta in volta interessati dalle misure e dalle azioni che dipendono strettamente dal Lavoro».

In ordine alle principali problematiche e sulle vertenze attualmente aperte, l’assessora Zedda, sollecitata anche dalle domande dei consiglieri Francesco Stara (Progressisti), Desirè Manca (Movimento 5 Stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Piero Comandini (Partito Democratico) e Gianfranco Satta (Progressisti) ha salutato con soddisfazione il progetto sperimentale condotto con successo a favore dei 123 operatori del Policlinico sassarese che «grazie alle politiche attive del lavoro potranno, per i prossimi sei mesi, non soltanto avere una paga ma collaborare nella riduzione delle liste d’attesa e a migliorare, con la loro professionalità, i servizi del sistema sanitario a Sassari». Ulteriore soddisfazione è stata espressa per l’ottenimento della “mobilità in deroga” per gli 844 lavoratori delle aree industriali in crisi complessa nel Sulcis e a Porto Torres (impegnati circa 12 milioni di euro).

Non è ancora certa, invece, la pubblicazione del bando da 39 milioni di euro per il Parco geominerario. L’assessora ha infatti espresso perplessità sulla durata (soltanto due anni) ed ha mostrato favore per un affidamento almeno triennale con un sistema “misto” (operatori privati e sistema degli enti e delle agenzie regionali) con l’obiettivo della stabilizzazione dei lavoratori.

Alessandra Zedda non ha escluso inoltre la messa in liquidazione dell’Insar («difficile dimostrarne la strategicità») ma ha garantito la salvaguardia occupazionale per gli attuali 15 dipendenti della società partecipata per il 53% del capitale dalla Regione e per il 47% dall’Anpal. In ogni caso sembra difficile scongiurare la chiusura della sede di Sassari («eventuali progetti di rilancio non possono essere vincolati al mantenimento delle attuali sedi»).

Ulteriori approfondimenti hanno riguardato l’apprendistato («abbiamo salvato fondi per 2.700.000 euro: 700.000 destinati a Uniform per chiudere tutti i tirocini in programma fino alla fine del 2019 e due milioni da destinare al bando per le agenzie della formazione») e ai cosiddetti lavoratori in utilizzo («permangono discrasie sugli aventi diritto ma risultano concluse il 50% delle convenzioni con gli Enti Locali»).

A conclusione dell’articolato intervento dell’assessore Alessandra Zedda, il presidente Alfonso Marras ha ringraziato l’esponente dell’esecutivo regionale ed auspicando una sempre più proficua collaborazione, ha dichiarato l’impegno ad esprimere il parere della commissione in tempi celeri sull’ancora non pervenuta proposta di modifica del comma 38, articolo 6 della legge di Stabilità 2018 (delibera n.19/32 del 23 maggio 2019) riguardante interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana energie e S&B Olmedo.

Terminata l’audizione dell’assessora Alessandra Zedda, la commissione Lavoro ha proceduto con l’audizione dei rappresentanti dei lavoratori del Centro antisetti (Pierfrancesco Pagliani, Luca Locci, Mauro Fois, Mario Tilocca) che hanno denunciato carenza di personale, di mezzi,  di organizzazione e di risorse per i servizi in capo ai centri provinciali antinsetti nella lotta antilarvale, nella deblattizzazione, nella disinfestazione e contro i ratti. Una situazione – così è stato detto – insostenibile per i circa 90 addetti che operano con tre differenti tipologie di contratto (regionale, enti locali e dei servizi).

Il presidente della commissione, Alfonso Marras, ha preso atto della rilevanza dei temi evidenziati ed ha preannunciato la convocazione dei diversi responsabili provinciali dei centri anti insetti, nonché un esame congiunto con la commissione Ambiente, in vista di una definitiva risoluzione del problema.

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Il Consiglio regionale nella parte finale della seduta di stamane, ha eletto i componenti dell’ufficio di presidenza: 2 vice presidenti, 3 questori ed 1 segretario.

L’Aula ha eletto i vicepresidenti, gli onorevoli Giovanni Antonio Satta (Riformatori) e Piero Comandini (Pd). Hanno riportato sette voti anche l’on. Roberto Li Gioi (Cinque stelle) e uno l’on. Giorgio Oppi (Udc).

Il presidente Michele Pais ha chiamato poi l’elezione dei questori. L’Aula ha eletto gli onorevoli Giorgio Oppi (Udc, 35 voti), Gianfranco Lancioni (Psd’Az, 35) ed Antonio Piu (Progressisti, 16).

Segretario è stato proclamato eletto l’on. Emanuele Cera (Forza Italia, 33 voti). Al termine, il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusa la seduta.

Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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«Lo scorso 25 febbraio il Governo Nazionale ha disposto la sospensione dell’erogazione del secondo acconto dei contributi pubblici 2016 alle emittenti radiotelevisive locali, atto questo che si rifletterà in modo sempre più negativo sull’andamento occupazionale e sulle condizioni di lavoro dei lavoratori delle TV private sarde.»

Lo afferma Piero Comandini, esponente del Partito Democratico, rieletto in Consiglio regionale.

«Il nuovo regolamento (DPR 146/2017), voluto dal governo Gentiloni, disciplina i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse finanziarie del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione assegnate al Ministero per la concessione dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali, che vengono concessi sulla base di criteri che tengono conto del sostegno all’occupazione, dell’innovazione tecnologia e della qualità dei programmi e dell’informazione anche sulla base dei dati di ascolto – aggiunge Piero Comandini -. Inoltre, sarebbe dovuto essere uno strumento più snello e garantire stanziamenti più rapidi – prosegue l’esponente PD – ma ad oggi il risultato è che i contributi dovuti anche per il 2017 e il 2018 son ancora fermi, e questo mette a rischio il funzionamento delle emittenti con conseguente rischio che venga meno il diritto all’informazione.»

«Le emittenti tv private della Sardegna rappresentano un patrimonio da valorizzare, conservano e tutelano l’archivio della memoria storica della Sardegna, garantiscono occupazione e qualità dell’informazione; vigileremo – conclude Piero Comandini – affinché i lavoratori vengano tutelati con il rispetto dei CCNL da parte delle imprese beneficiarie dei contributi regionali e, chiedendo al nuovo governo regionale che venga garantito alle emittenti tv private un finanziamento stabile e puntuale così come normato dalla L.R. 3/2015.»

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Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

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Ieri, 20 marzo, dopo 24 giorni (esattamente come 5 anni fa), poco dopo le 14.00, l’ufficio elettorale della Corte d’appello del Tribunale di Cagliari ha finalmente consegnato in Consiglio regionale il plico contenente i nomi degli eletti della XVI legislatura. Di lì a qualche ora, sono esplose le polemiche e si profila una pioggia di ricorsi. Il primo ad annunciare il ricorso è stato Antonello Peru (Forza Italia), vicepresidente uscente del Consiglio regionale, che seppur rieletto, si è ritrovato nell’elenco degli eletti e delle preferenze attribuite (3.638), ben 1.986 preferenze in meno rispetto a quelle realmente ottenute (5.624), che pure sono state puntualmente registrate, aggiornate, nel sito del Consiglio regionale. Lo stesso Antonello Peru ha rimarcato che con 5.624 preferenze gli spetta il record di preferenze, che viceversa l’elenco consegnato dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello ha attribuito a Piero Comandini, del Partito Democratico, con 5.225.  Così è avvenuto anche per gli altri candidati. La domanda sorge spontanea? Perché l’Ufficio elettorale della Corte d’appello ha consegnato in Consiglio regionale elenchi con conteggi delle preferenze sbagliati, praticamente gli elenchi precedenti alle verifiche, per le quali si sono resi necessari 24 giorni dal giorno del voto?

Dai conteggi sono scaturiti altri risultati che fanno discutere e, che con ogni probabilità, porteranno a dei ricorsi. Tra questi l’elezione di Francesco Mura (Fratelli d’Italia) nella circoscrizione di Oristano (che così ha avuto 7 seggi contro i 6 potenziali iniziali), con 1.272 preferenze (ma in realtà sono 1.311) a scapito del consigliere regionale uscente Gianluigi Rubiu, il più votato con 2.678 preferenze, nella circoscrizione di Carbonia Iglesias (che così ha avuto “solo” 2 seggi contro i 4 potenziali iniziali); e quella di Alfonso Marras (Riformatori sardi) nella stessa circoscrizione di Oristano, a scapito di Ivan Piras (Forza Italia).

Quanto accaduto rafforza la convinzione in molti osservatori che la legge elettorale sia pessima e debba essere immediatamente riscritta, perché non risponde alle legittime esigenze di rappresentatività dei territori. E’ assurdo che un territorio, quale quello di Oristano, ad esempio, abbia eletto 7 consiglieri regionali, ed un altro, non molto più piccolo, quale il Sulcis Iglesiente, soltanto 2!