21 December, 2025
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Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, critica duramente l’atteggiamento tenuto dall’opposizione in Consiglio regionale.

«Mentre l’attuale governo regionale presieduto da Francesco Pigliaru e con l’appoggio di tutto il centrosinistra, è riuscito ad ottenere il risultato straordinario di portare la Sardegna dal 2015 fuori dai vincoli del patto di stabilità che consentirà di rilanciare le politiche sociali e di risanamento della nostra isola e l’inizio della ripresa economica – ha detto Pietro Cocco – il centrodestra dopo 5 anni di fallimento, non avendo argomenti di sostanza da contrapporre e non avendo neanche il pudore di tacere, ha inscenato durante i lavori del Consiglio una suggestiva ed inutile pagliacciata fatta  con azioni di disturbo e provocazioni verbali.»

«Il loro obiettivo è quello di bloccare le riforme e le leggi che questa maggioranza vuole rapidamente approvare. Il comportamento della minoranza è vergognoso e al limite della decenza. Vedere Cappellacci occupare i banchi della Giunta dopo averli occupati per 5 anni senza combinare nulla – ha concluso Pietro Cocco – è veramente ridicolo.»

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Sono forti le perplessità espresse dalle parti sociali sull’efficacia della proposta, sulla ricaduta positiva sul cittadino e sul contenimento della spesa, nel corso delle audizioni della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Sv), sulla proposta di legge 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” (Pietro Cocco e più). Questa mattina sono stati sentiti i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil.. Il più duro è stato il segretario della Cgil, Michele Carrus, che, pur sottolineando la bontà del voler intraprendere la strada delle riforme da parte della maggioranza, ha evidenziato che la proposta non è in grado, così concepita e senza un esame dei dati del sistema sanitario sardo,  di risolvere alcuno dei problemi menzionati negli articoli. I sindacati hanno attaccato anche la precedente Giunta regionale che non ha fatto una nuova riforma sanitaria causando un aumento della spesa. Senza quest’ultima, secondo i sindacati, è inutile approvare altre leggi. Il metodo di lavoro che il legislatore dovrebbe adottare, secondo Carrus, Oriana Putzolu (Cisl)  e Francesca Ticca (Uil), è quello di effettuare prima una analisi approfondita della situazione esistente e delle sue criticità, confrontarsi con le parti sociali e poi, una volta individuati gli obiettivi, legiferare. Secondo Carrus questo percorso è stato invertito. I sindacalisti hanno anche esortato la maggioranza a non utilizzare la proposta di legge per scopi diversi da quelli della tutela della salute dei cittadini, come quello di rimuovere i direttori generali delle Asl.

Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso la volontà di rendere la sanità meno ospedalocentrica, ma hanno ribadito la necessità di garantire il diritto alla salute anche nei territori diversi da Cagliari e Sassari. Le parti sociali hanno rilevato, infine, che manca il riferimento al contenimento della spesa farmaceutica che vede la Sardegna, secondo i dati forniti da Francesca Ticca, prima in Italia per i medicinali sprecati.

Cgil, Cisl e Uil hanno fatto anche un passaggio sul #San Raffaele chiedendo alla commissione di porre la massima attenzione, non solo sui vantaggi portati dal nuovo polo d’eccellenza, ma anche sulla ricaduta che avrà sull’intera sanità sarda.

Il presidente Perra ha ringraziato i sindacati per la loro importante collaborazione, assicurando che la mattinata ha fornito importanti spunti di riflessione che saranno sicuramente fatti propri dalla Commissione.

«E’ soltanto l’inizio di una riforma molto più compiuta e organica del sistema sanitario regionale – ha affermato Perra – necessaria e urgente per dare le risposte che il cittadino ha diritto di avere e contenere la spesa sanitaria, ormai fuori controllo.»

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Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ha diffuso una nota nella quale esprime la propria soddisfazione per il positivo lavoro effettuato in perfetta sinergia tra il Governo nazionale e quello regionale che ha consentito di siglare un accordo che vale un finanziamento pari a 75 milioni di € per la riapertura dell’#Eurallumina, ferma dal marzo 2009.

«E’ un risultato importante – scrive Pietro Cocco – raggiunto con l’impegno costante e congiunto delle istituzioni e delle forze sociali e degli amministratori locali, che ci consente oggi di iniziare a concretizzare il rilancio del martoriato territorio del Sulcis ridando lavoro ai 330 operai in cassa integrazione. Serve tuttavia continuare il lavoro per siglare l’accordo di programma sul tema ambientale.»

«Si attendono con trepidazione anche gli esiti dell’incontro di domani al Mise tra il presidente della Regione, i rappresentanti delle forze sindacali ed i sindaci del Sulcis Iglesiente sulla questione dello stabilimento Alcoa per il quale – conclude Pietro Cocco – ci si auspica che il Governo sia nelle condizioni per consentire la riapertura anche di questo stabilimento.»

Raimondo Perra

«Bisogna agire in tempi brevi perché la spesa sanitaria ha ormai raggiunto livelli inaccettabili». Lo ha affermato Raimondo Perra (Sv), presidente della Sesta commissione, durante l’audizione dell’assessore della Sanità per la proposta di legge 71 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale), primo firmatario Pietro Cocco, capogruppo del Pd.

Raimondo Perra ha spiegato ai colleghi che la proposta è aperta ai contributi dell’opposizione e delle parti sociali e che ha l’obiettivo di ridurre la spesa e non certo di aumentarla. Con questa legge, sottoscritta dallo stesso presidente Perra, la maggioranza sta cercando di intervenire in uno dei settori più difficili a livello nazionale. Per Raimondo Perra, infatti, non bisogna soltanto puntare a ridurre la spesa, ma anche a garantire i livelli assistenziali sul territorio e migliorare l’offerta dei servizi al cittadino. Con questa proposta di legge, infatti, si vogliono individuare alcuni punti fondamentali per arrivare al contenimento dei costi e alla riorganizzazione territoriale dei servizi. «E’ un progetto di legge che, con la collaborazione dell’opposizione e delle parti sociali, potrebbe portare importanti risultati per la Sanità sarda». I lavori della commissione proseguiranno nel pomeriggio, alle 17, con l’audizione della Federazione degli ordini dei medici della Sardegna.

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«Il risultato ottenuto dal presidente Pigliaru e dalla sua Giunta, grazie all’accordo firmato a Roma in base al quale la Sardegna potrà spendere 1,4 miliardi in più nel suo bilancio, è fuori dalla portata di qualsivoglia polemica.»

Lo dice Pietro Cocco, capogruppo del PD in Consiglio regionale.

«Il tentativo del centro destra di intorbidire le acque politiche con polemiche strumentali e fine a se stesse, lascia il tempo che trova – aggiunge Cocco -. A parlare sono i fatti e di fronte alla concretezza dei risultati ottenuti dalla giunta Pigliaru, il centro destra può solo contrapporre una lunga serie di fallimenti che hanno registrato la sua gestione del governo della Regione. Gestione per la quale paghiamo oggi le conseguenze negative.»

«Il superamento del patto di stabilità – conclude Pietro Cocco – consentirà di poter spendere al meglio le proprie risorse, evitando gli sprechi del passato e  permetterà di rimettere in campo politiche di rilancio e di sostegno alle attività produttive per creare le migliori condizioni per una ripresa economica stabile e duratura e nuove opportunità occupazionali. Questo modo di governare, segna con tutta evidenza un cambiamento rispetto al metodo impostato dal centro destra intriso di slogan e promesse vane.»

Ospedale Civile di Cagliari

L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sentito oggi in audizione dalla Sesta commissione, presieduta da Raimondo Perra (Sv), ha espresso  parere favorevole sulla proposta di legge 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”.

Qualche perplessità è stata, invece, espressa dai rappresentanti sindacali della funzione pubblica e dei medici. L’assessore ha rilevato, in particolare, l’importanza della proposta vista la necessità di ridisegnare la Sanità in Sardegna, riducendo le spese, ma anche offrendo ai cittadini direttamente sul territorio risposte che oggi vengono date soltanto in ospedale, attraverso l’aggregazione di medici di base e di medici di comunità, con le Case della salute e gli ospedali di comunità.

 La proposta di legge, primo firmatario Pietro Cocco, capogruppo del Pd, infatti, parte dalla necessità di razionalizzare la spesa riservando una particolare attenzione ai servizi sanitari nei territori e ai livelli assistenziali. Il testo, composto da sette articoli, prevede l’istituzione della centrale regionale di committenza, l’istituzione dell’Azienda sanitaria di emergenza e urgenza (Areu), il funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza territoriale socio sanitaria, consulte generali e locali di cittadinanza, le case della salute e gli ospedali di comunità.

Le maggiori perplessità da parte dei sindacati sono state espresse sul fatto che le misure comprese nel testo, tutte condivisibili in linea di principio, non vengano inserite in un piano complessivo di riorganizzazione del Sistema sanitario regionale e della riforma degli enti locali. In questo modo, secondo i sindacati e l’opposizione, rischia di essere un intervento slegato da un’ottica complessiva, con un aggravio per le casse della Regione e con la possibilità di creare strutture “doppione”. Le parti sociali hanno puntato, in particolare, sulla Centrale regionale di committenza perché non venga inserita all’interno dell’Agenzia regionale della Sanità, in quanto quest’ultima dovrebbe avere invece il ruolo di controllore, e sul fatto che per l’emergenza e urgenza non è necessario creare un’altra Azienda sanitaria, ma basterebbe istituire un dipartimento che coordini le due centrali del 118.

L’opposizione, in particolare il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, e il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha rilevato che è importante fare una riforma complessiva perché, portando avanti soltanto questa legge, si creerebbe un costo per la Regione di circa 90 milioni di euro. Il proponente della legge, Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha spiegato ai colleghi che la proposta è aperta e che ha l’obiettivo di ridurre la spesa e non di aumentarla. Massima disponibilità ad accogliere i suggerimenti dell’opposizione e delle parti sociali, ma, ha ribadito, che è necessario agire in tempi brevi. D’accordo anche il presidente della commissione, Raimondo Perra, il quale ha sottolineato la necessità di intervenire con urgenza «perché non c’è più tempo da perdere», evidenziando che questo è soltanto il primo punto da cui partire per  riorganizzare la sanità sarda: «La spesa ha ormai raggiunto livelli  inaccettabili – ha affermato – bisogna agire sugli acquisti e sulla razionalizzazione dei servizi».

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Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, ha presentato un’interrogazione per conoscere quali iniziative intenda intraprendere il presidente della Giunta regionale, presso gli organismi competenti per chiedere la sospensione  dell’efficacia del provvedimento che il Ministro in maniera unilaterale, senza un confronto con le Istituzioni rappresentative della Sardegna, ha posto in essere per sopprimere gli istituti penitenziari di Iglesias e Macomer; e, ancora, perché vigili affinché nel processo di riordino giudiziario  non ci si limiti ad effettuare tagli lineari che non sempre sono garanzia di risparmio e di efficienza, ma che si tenga conto della specificità degli istituti penitenziari e più complessivamente, si valutino le ricadute nel tessuto sociale interessato.

Nell’interrogazione, Pietro Cocco sottolinea che in Sardegna, «un territorio già stremato dalla piaga della disoccupazione, una realtà funzionante quale l’istituto penitenziario rappresenta con il suo indotto una risorsa economica importante e la rimodulazione prevista dal Ministero non tiene conto del tessuto sociale in cui ricade ed infligge in questo modo un altro duro colpo all’economia dei territori; la specificità dei detenuti del carcere di Iglesias (cosiddetti “protetti”) che scontano pene per reati sessuali e che, proprio a causa della particolare tipologia dei reati commessi non possono trovare accoglienza nelle normali strutture penitenziarie; anche gli agenti penitenziari hanno seguito particolari corsi di formazione perché la loro professionalità consentisse il recupero dei condannati per reati di questo tipo; gli stessi lavoratori saranno costretti a trasferire la propria sede lavorativa a decine di chilometri di distanza dalla propria residenza con conseguente disagio familiare e ulteriore aggravio dei costi»; e, infine, che «le misure di contenimento della spesa non possono tradursi in un taglio generalizzato, e l’attuazione delle stesse non devono impoverire i territori già deboli economicamente, privandoli anche di parti importanti della propria storia».

L’Associazione Culturale Palmas Vecchio, in collaborazione con il C.S.C.di Carbonia Iglesias della Società Umanitaria e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di San Giovanni organizza la rassegna “Quando il Lavoro…”, inserita nell’ambito delle attività “Eventi Estate Palmas 2014”.

Il cinema come eccezionale strumento di comunicazione sulle tematiche del lavoro, capace di dialogare con il pubblico offrendo spunti di riflessione importanti per promuovere e valorizzare la cultura del lavoro in Sardegna.

Mai come negli ultimi anni il tema del lavoro è stato oggetto d’interesse da parte dell’arte cinematografica e teatrale, specie se strumento di inclusione sociale e di recupero della memoria e riflessione sul presente.

Siano essi sotto forma di racconto filmico oppure di documentario o piéce teatrale, i diversi ritratti che rappresentano con sguardo artistico la condizione lavorativa ad ogni livello sono diventati tanti e tali da assumere il ruolo di vero e proprio codice di comunicazione.

Programma

23 luglio 2014

Ore 21.30

LA TERRA DENTRO di Stefano Obino

con Corrado Licheri e Francesco Casu.

Lungometraggio sulla vita di Pietro Cocco, storico sindaco di Carbonia, scomparso nel 2011 all’età di 94 anni. Il racconto inizia nel 1932, con un Pietro Cocco appena quindicenne e ripercorre gli anni più duri di un territorio in continua lotta per la sopravvivenza.

1 agosto 2014

Ore 21.30

L’ULTIMO PUGNO DI TERRA di Fiorenzo Serra.

Dal dopoguerra comincia a farsi strada un cinema documentario più attento agli aspetti antropologici e compaiono i primi autori sardi come Fiorenzo Serra, che, superando l’impostazione folclorica, realizza “L’ultimo pugno di terra“, premiato al Festival dei Popoli nel 1965.

Il film fu realizzato col patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna per celebrare il primo Piano di Rinascita.

13 agosto 2014

Ore 21.30

DAL PROFONDO di Valentina Zucco Pedicini

con Patrizia Saias.

Il film narra le vicende di alcuni minatori, viste attraverso gli occhi di una donna, Patrizia Saias , una delle ultime minatrici in Italia.

La storia è ambientata in una miniera in Sardegna, a Nuraxi Figus, dove la regista, insieme a una troupe di quattro membri, ha trascorso ben 26 giorni.

Il film è stato vincitore del Premio DOC.it prospettive DOC Italia – Miglior documentario italiano al Festival Internazionale del film di Roma 2013.

Nelle tre serate l’ingresso sarà libero e gratuito.

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La #Prima Commissione del Consiglio regionale vigilerà sulla proposta di riforma del #Titolo V della Costituzione all’esame del Parlamento per scongiurare il rischio di uno svuotamento dell’autonomia sarda. E’ quanto emerso dalla seduta del parlamentino presieduto da Francesco Agus che ha sentito in audizione l’assessore regionale agli Affari Generali, Gianmario Demuro. L’organismo consiliare avvierà nei prossimi giorni un confronto con i senatori e deputati sardi per concordare azioni comuni a difesa della specialità della Sardegna.

L’assessore Demuro ha illustrato alla Commissione l’esito delle ultime sedute della Conferenza Stato-Regioni che hanno portato alla stesura di un documento unitario da parte delle Regioni ad autonomia differenziata per la tutela della loro specialità. «L’autonomia è un valore costituzionalmente irrinunciabile – ha detto Demuro – un principio riconosciuto da tutti che non può essere messo in discussione». L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi sottolineato l’importante risultato ottenuto grazie alla presentazione di alcuni emendamenti concordati in #Conferenza Stato-Regioni che hanno modificato il primo testo di riforma preso in esame dalla #Commissione Affari Costituzionali del Senato. «Nella prima formulazione le Regioni a Statuto speciale sparivano – ha affermato l’assessore – ora il rischio di una cancellazione della specialità è scongiurato, il risultato non è da buttar via».  Il compromesso raggiunto è un mantenimento della potestà legislativa esclusiva da parte delle Regioni in cambio di maggiori controlli statali sull’esercizio delle competenze in materia di finanza pubblica. «Le prerogative delle Regioni speciali hanno tutta la possibilità di essere mantenute e garantite – ha concluso Demuro – ma molto dipenderà dalla nostra capacità di stipulare le intese con lo Stato centrale. Adesso si aprirà una fase di negoziazione».

Alla seduta della commissione hanno partecipato tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione. Dalla minoranza sono arrivate diverse sollecitazioni per un’azione più forte da parte dell’esecutivo nei confronti del Governo in difesa dell’autonomia. «La questione è di importanza vitale – ha detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis – la Regione non può fare da semplice spettatrice». Il vicepresidente della Commissione Autonomia Stefano Tunis (Forza Italia) ha invitato tutte le forze politiche a dare un mandato pieno alla Giunta regionale per un “atto di rottura” nei confronti del Governo. Giorgio Oppi (Udc) ha invece invocato un azione comune di Consiglio, Giunta e parlamentari «per portare a casa il miglior risultato possibile», mentre Michele Cossa (Riformatori sardi) dopo aver sottolineato l’esiguità di margini di trattativa con il governo, ha chiesto «un’azione forte dell’esecutivo regionale per una modifica statutaria che consenta di attuare la riforma degli enti locali, e di risolvere una volta per tutta la questione delle province, cancellate da un referendum ma ancora operative». Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ribadito la necessità che la questione venga affrontata al più presto dal Consiglio regionale con un’apposita seduta dedicata al tema delle riforme.

Proposte forti anche dalla maggioranza. Gavino Sale (Irs) ha chiesto una convocazione solenne del Consiglio regionale aperta a tutti i parlamentari sardi per individuare un percorso condiviso in difesa delle prerogative statutarie e per il varo «di una nuova Carta Costituzionale per il popolo sardo in cui siano presenti fattivi poteri di sovranità e autogoverno», mentre il consigliere del PD Roberto Deriu ha sottolineato l’importanza del mantenimento, nel testo di riforma in discussione al Senato, della protezione costituzionale del nostro Statuto. «Da questo occorre partire – ha detto Deriu – per riaffermare e ampliare la nostra specialità attraverso l’approvazione di una legge statutaria e una “cauta” revisione dello Statuto». Giudizio condiviso da Salvatore Demontis(PD): «Gli emendamenti alla proposta di riforma del Titolo V presentati dalla Lega (Calderoli) e dal PD (Finocchiaro) mettono in sicurezza la specialità – ha detto Demontis – temo però che non ci sarà un ampliamento dei poteri delle Regioni. L’autonomia può essere rafforzata attraverso la legge statutaria e la revisione dello Statuto. Occorre lavorare su questo terreno e procedere in tempi rapidi» Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, infine, ha rivendicato il ruolo centrale dell’Assemblea Sarda e si è detto favorevole a una convocazione solenne del Consiglio con i parlamentari sardi. «Sarebbe un atto simbolico – ha detto Cocco – per individuare un percorso condiviso». 

Al termine della discussione il presidente Francesco Agus ha annunciato che la commissione sentirà entro il mese di luglio tutti i parlamentari sardi. «E’ necessario vigilare perché il principio di specialità venga mantenuto in Costituzione – ha detto Agus . il testo licenziato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato riserva un’attenzione particolare alle autonomie del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta, la Sardegna rischia di uscirne penalizzata. Di fronte a questo pericolo non  possiamo rimanere inermi». Della questione si occuperà la prossima settimana anche il Consiglio con l’esame della risoluzione sulle riforme votata all’unanimità dalla Commissione Autonomia.

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«Stasera in commissione Sanità è cominciato l’esame del disegno di legge presentato dal PD (primo firmatario Cocco) che vorrebbe rimodellare il servizio sanitario regionale nella nostra isola. Il Ddl comincia bene, con l’istituzione della centrale unica degli acquisti e continua male, con l’istituzione di un’ulteriore azienda, quella dell’emergenza, un altro direttore generale, un altro direttore sanitario , un altro direttore amministrativo, un altro ufficio personale, altro collegio dei revisori. Conclude invece con una parte del tutto inutile, quella sulle case della salute e ospedali di comunità.» Lo dice Franco Meloni, coordinatore del #Centro Studi dei Riformatori sardi, ex consigliere regionale ed ex direttore generale dell’#Azienda Ospedaliera Brotzu.

«Sulla centrale unica di committenza – aggiunge Franco Meloni – siamo tutti d’accordo e inoltre è condivisibile l’idea di darle sistemazione nell’ambito dell’agenzia regionale per i servizi sanitari che così potrebbe da un lato ottimizzare l’uso delle risorse e governare la spesa e dall’altro monitorare in tempo reale l’andamento della stessa e la sua conformità al sistema dei costi standard.»

«L’idea di fondare un’altra azienda, quella dell’emergenza – prosegue ancora Franco Meloni – è invece un errore madornale perché accrescerebbe i costi, amplierebbe la sovrastruttura amministrativa quando invece bisognerebbe ridurle e creerebbe una confusione enorme. Infatti alcune regioni del nord hanno già tentato questa strada e se ne sono amaramente pentite a causa delle inefficienze gestionali verificatesi a seguito delle interferenze gestionali tra le aziende: non si capisce perché seguire gli esempi degli errori delle regioni del nord e non invece i lati positivi. A meno che si voglia pensare male, e a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, sia solo una furbata, un  mezzo per poter dire di aver cambiato la struttura delle aziende e poterle così commissariare: com’è noto l’ansia del centrosinistra di riprendersi le poltrone delle ASL sta crescendo a livelli patologici con il passare dei giorni. E qui ne vogliono aggiungere pure altre tre, ma siamo sicuri che sono dello stesso partito di Renzi?»

«Bene – conclude Franco Meloni – non si illudano Cocco e compagnia bella, è una strada fasulla, farebbe danni alla Sardegna ma anche a loro stessi perché poi i giudici li costringerebbero  a pagare i mancati guadagni ai dirigenti defenestrati illegittimamente, quindi… occhio perché la Corte dei Conti arriva sempre, magari tardi ma arriva!»